Non passava giorno – cap. 30

Laura e Marco, stanchi e appagati da quel rapporto un po’ sofferto all’inizio, decollato nella giusta misura, erano abbracciati con tenerezza, mentre le loro menti vagavano leggere.

Lei percepì che qualcosa stava cambiando dentro di sé. Avrebbe voluto proseguire il discorso sulle fobie nei confronti del suo corpo per completare l’opera. Però aveva inopinatamente invitato Sofia. Adesso era pentita, perché il discorso iniziato si sarebbe interrotto. Rischiava di diventare monco e frammentario col pericolo di perdere dei pezzi importanti. I pensieri turbinavano nella sua testa come una tempesta di neve con fiocchi che volavano da tutte le parti senza un disegno preciso. Ammirò Marco, che aveva a un fisico da ammirare e una sensibilità fuori daI comune. Mentre osservava Marco, avrebbe voluto che il tempo fosse retrocesso di otto mesi. ‘Ammesso che sia possibile, sarei stato in grado di trasformare il suo addio in un arrivederci?’ pensò Laura, scuotendo la testa in modo impercettibile. ‘Io lo amo e lui mi ama ma i nostri mondi sono distanti’ concluse sconsolata.

Accostata a Marco, fece scivolare le mani cautamente fino al suo inguine, massaggiandosi con dolcezza. Percepì un calore denso e sensuale che saliva tra le gambe verso la testa. Sentì montare irrefrenabile il desiderio di ricevere nuovamente piacere, quando notò l’orologio appeso al muro.

Accidenti, perché ho invitato Sofia?” esclamò contrariata.

Irritata e indispettita, aveva compreso che fra dieci minuti la presenza dell’amica avrebbe rovinato l’atmosfera, che s’era creata nella stanza. Laura aveva trovato un punto di equilibrio tra le sue fobie e il desiderio di stare con Marco.

Marco, ho voglia di te!” disse Laura nervosa, perché senza dubbio Sofia si sarebbe presentata puntualissima all’orario stabilito. “Non vorrei vestirmi ma lo dobbiamo fare. Tra poco Sofia sarà qui”.

Laura era rassegnata a rimandare quello che desiderava in questo momento a più tardi. Era certa che non si sarebbe ricreata l’atmosfera che c’era nella stanza. Tutto sembrava congiurare contro di lei. Si alzò per indossare gli indumenti. Marco tuttavia l’afferrò in silenzio con delicata decisione, la sdraiò sul letto. La sua lingua cercò l’altra con passione.

Se non siamo pronti” sussurrò con dolcezza, “aspetterà!”

Tenne premuto il suo corpo su di lei, che si abbandonò senza resistenza.

Udirono in lontananza il suono del campanello, ovattato dai sensi, insistente e indisponente per la mente. Riluttanti si alzarono per aprire l’ospite indesiderato, si guardarono e risero per come erano. Di certo non potevano accoglierla in questo stato.

Sofia!” disse Laura allegra, dopo aver aperto il portone. “Non sono pronta. Conosci la strada. Mettiti comoda in salotto. Arriviamo subito”.

Una veloce puntata in bagno, poi nella stanza si infilarono i vestiti, mentre Sofia si accomodava sul divano.

Capì dal tono della voce e dalle parole di Laura, che li aveva sorpresi nella loro intimità. Immaginò con la mente, come un film a luci rosse, amplessi e gemiti, piacere e passione. Era sul divano tutta infoiata nelle sue fantasie erotiche di sesso sfrenato, quando entrò Marco. Ebbe la visione di un guerriero antico da amare senza pentimenti piuttosto dell’amico che non rivedeva da mesi. Però quasi immediatamente nel vederlo si rabbuiò.

Sofia, che piacere rivederti!” disse galante per stemperare il suo broncio. “Non fare quella faccia da offesa! Hai aspettato qualche secondo!”. E sorridente la salutò con un bacio, pieno di passione sulle labbra stringendola con vigore quasi fosse l’amante ritrovata.

Sofia, nera come la pece per l’attesa ma in calore per le fantasie erotiche, stava per dire qualcosa di piccante, quando quel bacio improvviso e inaspettato le fece cambiare umore. Ricambiò abbraccio e bacio. Anzi andò oltre, insinuando la sua lingua tra le labbra a cercare quella di Marco, che rispose con insospettato ardore.

Erano abbracciati con le bocche unite, quando Laura entrò e li vide.

Un moto di stizza passò sul viso, che da sorridente diventò scuro e imbronciato. Il suo era un cielo che preannunciava tempesta e grandine.

Avete finito?” disse con voce stizzita e aspra. “Sono arrivata! Sofia!”

Marco si staccò con prontezza e l’abbracciò con passione, non lasciandole terminare la frase. Sperò invano di porre riparo alla situazione equivoca, nel quale si erano venuti a trovare. Sofia, rossa in viso per l’eccitazione, guardò Laura con occhi acquosi, che chiedevano perdono.

Volevo dare il bentornato a Marco!” disse mortificata. “Forse ho…”. Si sedette sul divano indispettita per essere stata colta, mentre si stringeva con foga Marco.

Non sarai gelosa?” replicò Marco, trascinando Laura maldisposta accanto a lui.

Si sentì in dovere di spiegare le effusioni troppo manifeste, ben sapendo che c’era poco da chiarire, perché l’abbraccio con Sofia non si prestava a interpretazioni diverse dall’evidenza degli eventi. Tacendo, rischiava di peggiorare la situazione ma parlando, correva il rischio di accrescere i malumori. Da qualsiasi parte avesse valutato il fatto, avrebbe gettato nuova benzina sulla gelosia di Laura e sull’irritazione di Sofia.

Marco si trovava nella posizione delicata e imbarazzante di essere preso tra fuochi. Da un lato Laura si sentiva ingannata dopo le ore di intimità e di gioia, delle quali non si era spento ancora l’eco. Dall’altro Sofia gli addebitava un bacio passionale e galeotto, che aveva avuto il potere di eccitarla oltre misura, mandandola fuori giri.

L’atmosfera da gioiosa era diventata pesante come una cappa di smog.

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