Non passava giorno – cap. 34

Le linee parallele si incrociano
Le linee parallele si incrociano

Laura avrebbe voluto prepararsi per la notte lontano dagli sguardi di Marco. Li avvertiva su di sé feroci e determinati, mentre lui muto l’incitava a spogliarsi. Questa sensazione le dava un senso di capogiro, di vergogna. Doveva togliersi gli indumenti con la luce accesa davanti a un uomo. Doveva vedere riflessa la sua immagine nuda nelle ante a specchio del suo armadio. Si fermò, smise e incrociò le braccia. Era rimasta con mutandine e reggiseno.

Mentre Marco con gli occhi la invitava con decisione a proseguire, a Laura venne in mente quel bacio saffico e quelle carezze scambiate con Sofia. Un cambio di prospettiva, che le fece dimenticare il suo stato, la sua ferma intenzione di non togliersi anche quegli ultimi indumenti. ‘Pensavo a un semplice bacio’ si disse Laura, che tornava con la memoria a quegli istanti. ‘Invece ho ricevuto una scarica di ormoni che mi ha indotto a cercare la sua lingua, il suo corpo’. Laura percepì disorientamento, perché amava e desiderava Marco. Ma si scopriva bisex. Si era resa conto che baciare e toccare un’altra donna le dava sensazioni mai provate prima. Aveva sentito il battito del cuore accelerare a ogni carezza, aveva provato un caldo intenso nel viso e corpo. Aveva sperimentato in misura maggiore le stesse emozioni che le donava Marco, quando la baciava, quando la toccava. ‘Non era lui a baciarmi’ pensò, mentre sfilava gli slip meccanicamente. ‘Non era lui a toccarmi ma una donna’. Questo le stava dando disorientamento, una percezione da capogiro ma allo stesso tempo di consapevolezza della propria femminilità.

Marco si era accorto di questo trasporto e l’aveva detto con chiarezza. Non era riuscita tuttavia a distogliere i suoi pensieri da Sofia. Si domandò come avrebbe reagito a queste sensazioni nuove e inaspettate, qualora fossero state loro due sole. Sembrava di rivedere ‘Ho voglia di te‘ con lei al posto di Caterina Vertova ma non era in una fiction televisiva, perché era tutto vero.

A cosa stai pensando?” le chiese Marco, che la stava osservando da qualche minuto, mentre con delicatezza sganciava il reggiseno.

Laura impallidì, rimanendo in silenzio. Si sentì perduta con l’angoscia nel cuore, perché Marco aveva letto una volta di più nel suo pensiero. ‘Non è possibile’ si disse. ‘Non è possibile che lui riesca scoprire quello che nascondo dentro di me’. Doveva operare una scelta. Fingere di non aver capito la domanda o decidere di affrontare con lui questo aspetto inaspettato e sconosciuto della sua sessualità.

Stavo riflettendo sulla serata” esordì Laura. “Ammetto di avere fatto una scenata di gelosia, che a mente fredda giudico sproporzionata alla reale importanza del vostro bacio”.

Marco le prese la mano e la condusse verso il letto, annuendo alle sue parole.

In effetti è probabile che Sofia non si sarebbe trattenuta, se tardavo ad arrivare” disse Laura, arrossendo. Aveva visto riflessi nello specchio i loro corpi nudi. “Adesso la valutazione è più serena e pacata”.

No” la interruppe Marco, mentre con la mano le sfiorava l’incavo del collo. “La colpa non è di Sofia ma mia. Sono stato io la causa di tutto il trambusto. Tu hai avuto tutte le ragioni di questa terra nel fare la scenata. Il mio comportamento è stato indecoroso e inopportuno. Ne sono mortificato. Mi auguro che tu mi abbia perdonato”.

Laura non intendeva riaprire la questione che considerava risolta e sepolta sotto dieci metri di terra. Sorrise e gli diede un bacio a suggello delle sue ultime parole. Aveva deciso di affrontare l’altro episodio, quello tra lei e Sofia. Doveva e voleva far chiarezza dentro di sé per completare l’opera iniziata nel pomeriggio prima dell’arrivo di Sofia.

Non questo episodio, che giudico risolto” disse Laura alla ricerca del tono giusto per affrontare la questione. “È il bacio dato a Sofia, che voglio discutere con te. Mi ha stimolato eroticamente. Ho provato desiderio di lei”.

Marco la guardò, sorridendo. ‘Non c’è necessità che tu lo ribadisca’ pensò, mentre con le labbra le sfiorava il collo.

Ho notato tutto” disse Marco con calma. “Lo stimolo sessuale galleggiava nell’aria in maniera talmente percettibile che avrei potuto afferrarlo con questa mano”.

Fece scattare la mano, come dovesse acchiappare qualcosa d’inesistente nell’aria. Voleva smorzare i toni che stavano salendo d’intensità. Desiderava consentire a Laura di fare outing senza ansie o condizionamenti. Ricordò che il primo pensiero in quegli sitanti fu di sconcerto, perché l’aveva interpretato come un atto di ritorsione nei suoi confronti. Adesso Laura affermava di essere bisex, di avere provato una forte sensazione di stimolo sessuale. La teoria della ripicca non poteva reggere. Quel bacio aveva un’altra spiegazione.

Sia tu che Sofia eravate eccitate e nervose per opposte ragioni” fece Marco dopo una breve pausa. “Le vostre emozioni erano giustificabili per l’atmosfera ambigua che si era generata per causa mia”.

Laura sorrise.

Non capisco” disse la ragazza, “perché a tutti i costi vuoi affermare che è stata colpa tua”.

Marco la baciò con dolcezza dietro la nuca.

Cosa provi?” le chiese.

Laura non rispose ma i suoi occhi brillavano per le sensazioni ricevute. Si strinse a lui, perché aveva compreso che forniva la giustificazione alla sua confessione. ‘Forse’ pensò, ‘ha ragione. È stato solo un momento di sbandamento’.

Marco intuì che le sue parole erano state convincenti.

Allora” scandì Marco, “questo sarà il secondo argomento che affronteremo sotto le lenzuola”.

Si” rispose Laura. “Lo desidero con tutta la forza dell’amore che provo per te”.

Non passava giorno – cap. 33

Pane casereccio - Foto personale
Pane casereccio – Foto personale

Matteo irritato e nervoso attendeva la telefonata di Sofia, che non arrivava mai. Questo ritardo lo destabilizzava. Con lei si era sintonizzato subito nel rispetto degli orari, perché Sofia era la puntualità in persona. Stasera, no, pensò Matteo, aggrottando la fronte. Aveva congedato Paolo in modo frettoloso per essere libero da impegni ma adesso stava aspettando da troppo tempo. Quando l’orologio segnò mezzanotte e mezza, arrivò la sospirata chiamata.

Ciao” esordì Sofia con naturalezza, senza scusarsi per il ritardo. “Tra quindici minuti sotto casa”.

Sofia non gli diede il tempo di formulare un qualsiasi pensiero, perché aveva già chiuso la conversazione.

Matteo, in fibrillazione per l’attesa prolungata, si innervosì ulteriormente per il comportamento dispotico di Sofia. ‘Se crede che sia il suo zerbino’ si disse furibondo, ‘si sbaglia di grosso. Se non fosse stato per Paolo, a quest’ora sarei nel mio letto a dormire’.

Meditò di mandare all’aria l’incontro programmato. Una sfuriata, una fiammata d’orgoglio l’assalì. ‘Avrei anche potuto accettare la telefonata oltre l’orario concordato’ pensò. ‘Quello, che non ho gradito, è stato il tono sbrigativo e arrogante della conversazione’. Poi prevalse l’idea di trascorrere con lei la notte e lasciò cadere l’idea di tornare a casa. Era seccato, perché da tempo Sofia non assomigliava a quella conosciuta inizialmente. Questa sera era il momento adatto per chiarire, perché la relazione stava prendendo una piega che non gli piaceva.

Sofia intravide tra luci fugaci e precarie ombre il viso di Matteo che parcheggiava. Col tono di comando l’obbligò a salire sulla sua macchina. Sarebbero entrati in casa direttamente dal box. Matteo continuò a ribollire come mosto nel tino, mentre Sofia rifletteva sulla serata appena trascorsa. Sembrava essersi dimenticata della presenza di Matteo che aspettava l’apertura della portiera.

‘Non so che cosa mi ha preso stasera’ si disse Sofia assorta, dimenticandosi di Matteo fuori dell’auto. ‘Prima quel bacio appassionato con Marco, poi quello con Laura’. Avvertiva ancora il sapore delle labbra di Marco. Senza l’arrivo provvidenziale di Laura si sarebbe spogliata e avrebbe fatto all’amore con lui. Ridendo, pensò che non c’era molto da togliere, perché sarebbe stata sufficiente alzare la mini e i giochi sarebbero stati fatti. L’aspetto più inquietante e inaspettato era stato il bacio con Laura e le relative carezze intime. Per la prima volta le capitava di baciare una donna sulle labbra ma la sensazione provata era stata fortissima. La vampata di calore, che aveva avvolto il suo corpo, era stata del tutto incontrollata, percependo la necessità di ricambiare le attenzioni.

L’insistente e impaziente picchiettare di Matteo, sempre più stizzito, sul vetro della portiera interruppe il flusso dei pensieri.

Sofia si riscosse, scacciò dalla mente quanto stava pensando. Si concentrò su Matteo. Doveva farsi perdonare il comportamento tenuto. In questo ultimo periodo si identificava troppo con le sue idee e le sue opinioni. Inoltre era incline alla lite. Un parere contrario al suo diventava un affronto personale. Era tenere sotto controllo questo aspetto della sua personalità, che aveva manifestato più volte con Matteo in precedenza e anche stasera.

Sapeva che non sarebbe stato facile rabbonirlo, perché era stata prepotente, sfrontata e poco disponibile al dialogo. Percepiva di essere stata indisponente oltre misura. Questo lato della sua personalità aveva sopraffatto quello che la vedeva innamorata e affettuosa. In preda all’ansia una sensazione di turbamento la prese all’improvviso in modo incontrollato.

Doveva tenere sotto controllo le sue emozioni, senza reprimerle, perché sarebbero come tappare un vulcano pronto all’esplosione. Doveva avere uno sguardo più equilibrato e realistico sulla sua vita di relazione.

Al di là del vetro il viso contratto di un Matteo mostrava irritazione, mentre chiedeva di salire in macchina. Con un sorriso, per nulla forzato, lo fece accomodare nell’auto. Matteo non ricambiò e si sistemò sul sedile senza dire una parola. Il suo umore peggiorava e non era disponibile a ulteriori sgarbi.

I due amanti erano finalmente vicini, mentre la notte prometteva scintille, come una barra di ferro fresata.