La relazione segreta di Goethe

Uno degli aspetti meno conosciuti al grande pubblico su Wolfang Goethe sono le lettere tra Angelica Kauffmann e il poeta e il rapporto d’amicizia tra i due, durato oltre due anni
Uno studio di Ursula Naumann, uscito in Germania e un bel articolo di Paola Sorge su R2 Cultura del 7 Novembre 2007 ci descrivono le relazioni tra questi due personaggi, che si sono conosciuti a Roma durante il famoso “Viaggio in Italia” di Goethe.
Lei era una famosa pittrice, che operava a Roma nella seconda metà del 700. Di nascita svizzera ma cittadina del mondo, la sua fama internazionale largamente affermata non era dovuta solamente a meriti artistici ma era anche il risultato di una personalità interessante sotto il profilo culturale e sociale.
"Nessuno ha mai indovinato che il mio corpo era intento e teso, nessuno ha mai indovinato il bisogno che provavo di offrire il mio essere, completamente, ad un altro essere". Era lo sfogo di Angelica Kauffmann, ammirata da re, principi, personaggi famosi, che frequentavano il suo atelier a Roma. Era bella, di una bellezza rara tanto da attirare verso di lei tanti uomini, compreso Goethe, quando soggiornò a Roma.
Si era parlato di amicizia tra lo scrittore e la pittrice, ma qualcuno sta insinuando che fosse amore. Lei aveva 45 anni e lui 8 anni di meno, ma lei, come narrano le cronache, era ancora meravigliosamente bella. Gli fece un ritratto, di cui Goethe non fu particolarmente entusiasta.
 

Roma, il 5 Agosto 1788, martedì

Lei dirà ancora una volta dei sogni, ma io so che Lei mi perdonerà. La notte scorsa mi sono sognata che Lei era tornato. La vedevo arrivare da lontano e Le sono corsa incontro sino alla porta di casa, ho afferrato entrambe le sue mani e le ho premute sul mio cuore così forte che mi sono svegliata, me la sono presa con me stessa per avere sentito la mia felicità sognata con troppa violenza tanto da abbreviarmi così il piacere. Ma sono contenta di questa giornata perché oggi ho ricevuto la Sua cara lettera del 19 luglio. Il fatto che Lei nonostante le tante distrazioni, gli affari e gli amici ritorni con lo spirito a Roma, non mi meraviglia,che Lei si ricordi di me è un segno della Sua bontà per la quale Le sono infinitamente grata. Mi rallegra il fatto che Lei stia bene e Le auguro una ininterrotta serie di giorni piacevoli.Io vivo la vita con la speranza di una migliore. Caro amico, quandoci vedremo di nuovo? Vivo sempre tra timore e speranza è purtroppo è più timore che speranza, ma debbo tacere, a che serve lamentarmi. Lei vuole sapere  a cosa sto lavorando. Ho finito le seguenti opere: il ritratto di Lady Harvey, il ritratto del cardinale Rezzonico per il senatore e oggi ho terminato il Virgilio. Sono molto contenta della preparazione in chiaroscuro, il pezzo ha molta forza e i colori sono riusciti molto diafani. Ho lavorato abbastanza e cerco di fare del mio meglio – per fare questo devo immaginare che è domenica e che Lei viene nel mio studio – ah, i bei tempi! La lettera del suo giovane amico mi ha molto rallegrato, mi fa piacere anche sapere che il signor Keiser tornerà e che conoscerò anche il signor Heider. Ma Lei non verrà,questo è il eterno dolore e la mia angoscia. Stia bene e non si dimentichi di me.
La onoro e La adoro con tutto il cuore.
Angelica.

 

Così Angelica scriveva a Wolfang che era Weimar.
Una lettera traboccante di pathos e di amore represso, una delle dodici che si salvarono dalla distruzione dopo che nel 1789 si sono interrotti i contatti epistolari tra loro.

(parte prima)

Il pettirosso

Il pettirosso

E’ lì
posato lievemente
sul davanzale,
e si guarda intorno.
Quel minuscolo amico
dal pettino rosso
è tornato
per mendicare
qualche briciola di pane.
Aspettavo
con ansia
il suo ritorno
che annuncia
l’inverno imminente.