Il Borgo – Capitolo 3

Esaminò con cura l’elenco di località che attualmente erano abitate da fantasmi e un tempo da persone, per restringere il cerchio su un posto che fosse vicino a Bologna e interessante per farlo rivivere.

La scelta cade su Castiglioncello che distava da Bologna appena cinquanta chilometri. Se faceva una ricerca col nome compariva solo una celebre località turistica della costa toscana, mentre il borgo fantasma rimaneva tale.

Trovò qualche indicazione su come arrivarci, qualche descrizione sparsa in qua e in là con diverse fotografie. Era veramente poco per cominciare un’avventura della quale non conosceva né i dettagli né come sarebbe finita. Però non si scoraggiò. Non era facile dissuaderla una volta che aveva in mente un obiettivo.

La sua idea era pazzesca: rimettere in sesto un borgo e poi abitarlo.

“Con quali soldi?” si domandò con un filo di incoscienza. “Non lavoro e non produco reddito ma vivo alle spalle dei miei genitori. Studio ancora con una prospettiva futura incerta. Mi chiedo se riuscirò a dare corpo a questo sogno”.

Naturalmente erano solo riflessioni inutili, perché aveva ormai deciso di ridare vita a questo borgo popolato da ruderi ed erbacce.

Parlarne coi genitori non ci pensava per nulla, almeno in questa fase. Sarebbe stato troppo prematuro. E poi avrebbero mosso mille obiezioni, tutte giuste e pertinenti, nel tentativo vano di farla ragionare.

“Da dove comincio?” si pose come primo quesito. “Una visita al borgo può starci. Anzi è una tappa obbligata per rendermi conto della grandezza dell’impresa”. Era un puro eufemismo, perché il progetto era talmente complesso che il solo pensarci faceva venire il mal di testa. “Un paio d’ore di macchina per raggiungere la località. Poi osserverò di persona lo stato di abbandono del borgo e le condizioni dei ruderi”.

Doveva coinvolgere qualcuno in questo primo approccio, perché quattro occhi vedono meglio di due, mentre due teste ragionano meglio di una.

“Chi potrà essere?” si chiese come secondo quesito, mentre sognante già immaginava di essere la castellana del borgo. “Chi? Nessuna amica ha mai approvato questa mia mania di cercare località sconosciute e misteriose. Amici? Ne ho ben pochi ..”. Un largo sorriso le illuminò il viso, perché era terribilmente single. Quei pochi ragazzi che avevano tentato di abbordarla erano stati messi in fuga dal suo carattere ribelle e scontroso, dalle sue idee e passioni. Tempo di conoscerla solo appena un poco e poi «Rimaniamo buoni amici» dicevano prima di defilarsi elegantemente e sparire dal radar di Laura. Le rare amiche la sopportavano di più, perché era l’unica sempre disponibile senza essere mai troppo invadente.

Eppure era una bella ragazza dai capelli mossi color castano che incorniciavano un viso regolare. Non aveva uno charme prorompente ma attirava gli sguardi degli uomini. Il tallone d’Achille era il carattere tutto pepe, un trottolino mai fermo dalla battuta pronta e tagliente. Non era facile domarla, perché amava la propria indipendenza, forte di un carattere deciso e per nulla accondiscendente.

Era agosto, anzi verso la fine del mese, quando pensò di dar vita al progetto.

“Se voglio organizzare qualcosa devo darmi da fare. Settembre è un mese ideale per uscire all’aria aperta ma le giornate sono corte e le probabilità di temporali in montagna sono elevate. Quindi devo sbrigarmi prima che poi sia troppo tardi”.

Rifletté e decise che Facebook sarebbe stato il veicolo ideale per trovare qualche compagno di viaggio o meglio qualche pazzo come lei.

«Cerco un compagno o compagna, che ami l’avventura per un progetto pazzesco nella vicinanze di Bologna» era l’annuncio sulla sua pagina del social network, che frequentava in maniera saltuaria.

“Mi do tempo una settimana per trovare qualcuno, poi vado da sola” si disse dopo aver scritto questo tra gli eventi. “Però dovrei mandarlo in giro. Ma a chi? Gli amici si contano sulle dita di una mano. Le visite ancora meno. Devo cominciare a esplorare gli amici dei pochi amici che ho e allargare il giro”.

Si dedicò con passione e puntiglio alle visite dopo aver stretto nuove amicizie., creando un certo movimento. Scrisse qualche riflessione intelligente, qualche battuta tra l’ironico e il sornione, finché racimolò due contatti. Le parvero interessanti: una ragazza di Modena e un ragazzo di Ferrara. Entrambi avevano più o meno la sua età tra i ventidue e ventiquattro anni.

La ragazza, Eva, studiava architettura a Ferrara, era incuriosita dal progetto e mostrava segni di vivo interesse. Sarebbe stata un’ottima occasione per applicare quello che stava studiando e avrebbe potuto essere un buon argomento di tesi.

Il ragazzo, Giacomo, amava viaggiare, le avventure anche pericolose ed era attratto da tutto quello che era fuori dell’ordinario. Si era appena laureato in Ingegneria. Si concedeva questa avventura come premio del traguardo raggiunto.

Si diedero appuntamento al primo sabato di settembre sotto casa di Laura, nel quartiere Mazzini, alle nove del mattino.

Cominciava la grande impresa tra allegria e sole caldo.

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