Il Borgo – Capitolo 8

Che ne dite di fare un bel brindisi per l’inizio della nostra impresa?” esclamò una Laura sorridente e più rilassata.

Con cosa? Con l’acqua minerale?” replicò sornione Giacomo.

No, di certo”. E dallo zaino estrasse una bottiglia dall’etichetta gialla e strana.

Un fischio uscì dalla bocca di Marco, che aveva riconosciuto marca e contenuto.

Si tratta bene la nostra capo cordata” esclamò ammirato. “Allora avevi già previsto tutto?”

Quasi” rispose la ragazza soddisfatta. “Quasi tutto. E per l’evenienza mi sono portata dietro questa bottiglia di Veuve Clicquot per festeggiare l’avvio del progetto”.

Giacomo lesse «champagne» ma preferì fingere di non conoscere il contenuto. “E’ un prosecco?” domandò con fare ingenuo.

Eva lo guardò in tralice come per dire «Ma chi credi di prendere in giro» e strinse le labbra, lasciando parlare Laura.

Prosecco?” dichiarò schifata. “Champagne, mio caro!Champagne! E dei migliori”.

Il ragazzo finse, senza essere creduto da nessuno, di aver toppato clamorosamente. Si alzò, cercò qualche bicchiere di plastica nello zaino e li mostrò trionfante.

Vedo che ti sei reso utile” chiosò Eva, prendendone uno per lei e uno per Marco.

Un plof! appena sommesso sancì l’espulsione del tappo, mentre un po’ di liquido schiumoso scivolava allegramente sulle mani di Laura.

Prosit!” urlarono quasi all’unisono, mentre un uccello li osservava come se fosse incuriosito da quegli esseri chiassosi. In realtà aspettava che lasciassero la radura per banchettare con le numerose briciole lasciate tra i fili d’erba.

L’atmosfera si era riscaldata sia col sole settembrino ancora caldo, sia per lo champagne che avevano bevuto. Restarono ancora per un po’ di tempo a chiacchierare in allegria dimenticandosi del progetto, del borgo, di tutto.

Laura si alzò e tutta seria prese la parola.

Che ne dite di fare un ultimo sopralluogo, finché c’è luce a sufficienza. Poi torniamo in città. E ..”. Si interruppe un attimo prima di riprendere il discorso. “Avete degli impegni stasera? Potremo festeggiare in pizzeria l’avvio del nostro progetto. Pago io”.

Giacomo stava per dire «no, grazie. Sarà per la prossima volta» ma poi preferì tacere. Non aveva impegni per la sera se non quello di leggere un libro ma non voleva apparire scontroso. Lui sapeva di essere un orso in certe circostanze e percepiva che il suo umore stava virando precipitosamente verso il nero. Si impose di restare calmo e sorridente.

Eva consultò Marco con lo sguardo come per dire «che facciamo?». In effetti si sentiva stanca e restare ancora fuori anche alla sera non la solleticava nemmeno un po’ ma si rimetteva al compagno la decisione.

Marco era indeciso combattuto tra l’accettare l’invito e rigettarlo. La giornata era stata abbastanza snervante con tanti piccoli intoppi e con Laura un po’ troppo decisionista. Comprese il messaggio della compagna ma replicò con gli occhi che gli sembrava poco educato accampare scuse per ricusare l’invito.

Va bene per stasera ma non vorrei fare molto tardi. Domani ho una giornata impegnativa e vorrei essere in palla”.

E tu, Giacomo, sei della partita?” chiese Laura interrogandolo.

Se non si fa tardi, ci sono”.

La ragazza sorrise soddisfatta. “Certamente non si farà tardi. Appena a Bologna si va in pizzeria a festeggiare e fatte quattro chiacchiere su come procedere, tutti a casa a riposare”.

Detto questo, raccolte cartacee e bicchieri vuoti, perché non voleva lasciare il segno del loro passaggio, si avviò per tornare a visitare il borgo per le ultime valutazioni.

Preso sottobraccio Giacomo, gli sussurrò «tu cosa ne pensi? Riusciremo a farcela?».

Il ragazzo, preso alla sprovvista dall’improvvisa familiarità di Laura e dal contatto fisico, avvampò come un incendio di una sterpaglia secca e come al solito con la vicinanza di una donna si impappinò.

Veramente ..” cominciò. “Forse .. però come progetto .. Credo che sia ambizioso” riuscì alla fine a dire.

Eva di fianco a Marco sorrise vedendoli e pensò che quel ragazzo era o troppo timido o troppo sicuro senza vie di mezzo. Però ebbe anche il dubbio che stesse mentendo a se stesso e agli altri, per mostrarsi sotto una falsa veste. Di certo presentava un aspetto singolare degno di essere esaminato con cura, anche se non aveva la minima idea su cosa e come.

Però è una bella coppia” bisbigliò nell’orecchio del compagno, che annuì vistosamente.

Forse mi conviene prendere qualche schizzo a memoria futura” proseguì la ragazza. “Marco puoi fare qualche foto degli scorci che ti indico io? Non i interessa che sia opere d’arte. L’importante è cogliere i particolari”.

Certamente, mia signora” rispose il ragazzo facendo un inchino di riverenza. “Lei ordina, io eseguo” continuò serio e compunto.

Sei adorabile” e gli diede un bacio sonoro, amplificato dal silenzio del luogo.

La giornata si concluse in allegria, dandosi appuntamento su Facebook.

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