Short stories – Una voglia occasionale

Nuova short stories a più mani con un finale … Buona lettura
E’ stupendo incontrarsi e capire dagli sguardi che insieme si potrebbe stare proprio bene, che fare l’amore sarebbe stupendo, esplosivo, coinvolgente, profondo… E’ una cosa meravigliosa trovare subito affinità, sentire che vorresti inebriarti del suo profumo, di lui, toccare la sua pelle, baciare il suo collo, mordere ogni parte del suo corpo.
E poi… E poi, quanto scopri che questa potrebbe essere la realtà, quando il suo primo tocco si concretizza e ti entra nell’anima, nella carne, quando le sue mani sulla tua schiena, sui tuoi fianchi, sulle tue gambe, anche se solo ti sfiorano, ti coccolano, ti accarezzano, tu inizi a sentirti estremamente strana, elettrizzata, suscettibile, ipersensibile.
Quando concretizzi tutte queste cose, realizzi anche che lui non è il tuo Lui, che è moralmente sbagliato desiderarlo, volerci giocare insieme, scherzarci, toccarlo e lasciarti andare… E inizi a provare un forte terrore, paura, ansia, inadeguatezza…Cominci a capire che non è l’amore che ti guida, perché l’amore è ben altro che sole sensazioni fisiche.
Razionalizzi e comprendi che è la voglia di qualcosa di nuovo che ti muove, che sei attratta da quel pizzicore che senti nella pancia quando ti guarda, ti sfiora, ti sbrana con gli occhi… Ma… Ma non è lui l’Amore, non è niente lui, è solo voglia di evadere, di lasciarsi andare, di rompere le barriere, gli schemi, le convenzioni, è puro desiderio, voglia di sentire emozioni forti, diverse, totalizzanti, provare esperienze che fino a ieri non pensavi che questo fosse possibile. Stai scoprendo in te una persona così totalmente diversa da quella conosciuta fino a quel momento, così estrema e determinata, che quasi ne hai paura. Adesso decidi di provarci. Un occasione così unica forse non ci sarà più. (by orsobianco9)
Immersa nel buio della notte rifletti su questa decisione improvvisa e devastante per come hai vissuto fino a poche ore prima di questa scelta le cui conseguenze non riesci a immaginarle.
Ma come può essere che proprio tu, sognatrice innata e innamorata eterna dell’amore, provi attrazione unicamente per il corpo di un uomo? Non resisti a quell’eccitazione che senti solo a incrociare il suo sguardo, che è sì fugace ma ti rapisce l’anima, il corpo e accende dentro di te un fuoco. Un fuoco che ti possiede continuamente, da mattina fino a sera.
E così ha deciso di assecondare questa tua voglia di rendere palpabili i tuoi più reconditi, proibiti ed eccitanti istinti che per troppo tempo hai represso, perché da sempre hai sognato di farti una famiglia, nel modo più classico che esista. Un amorevole nido in cui riversare tutte le tue aspirazioni. Purtroppo ti sei resa conto di aver scelto un Lui, che ti ha scelto come madre dei suoi figli ma che non riesce ad accenderti come lui. Quindi adesso ti avvicini a lui e decidi ti abbandonarti totalmente al suo corpo. Non ti importa se sarà solo una scopata occasionale o qualcosa di più profondo. Tu hai deciso che quell’uomo lo vuoi, a qualunque costo, perché hai capito che anche lui ti vuole, lo hai capito da come ti guarda, lo hai capito dal modo in cui ti tocca anche semplicemente un braccio. Hai capito che vuoi che il suo odore si mescoli al tuo, che il suo caldo e dolce respiro ti inebri. Non ti importa se quello che stai per fare sia moralmente sbagliato, perché per una volta nella vita fai qualcosa per te stessa. I vostri sguardi fugaci di fuoco sono destinati a diventare anche gesti di fuoco, dallo spogliarvi con gli occhi sareste passati ben presto a strapparvi i vestiti di dosso, già lo sai. Prendi un post-it giallo, ci scrivi il tuo numero di cellulare e lo appiccichi sullo schermo del suo pc. (by Ilaria Bianco)
Stupida! Illusa! Rincretinita!… E potrei continuare… Ma perché ci sono cascata? Perché non riesco a resistere? Perché non sono in grado di controllare i miei istinti, le passioni, la voglia… Perché?!
Non riesco a crederci, non mi riconosco… Non è mai stato questo il ruolo, non mi sono preparata per affrontare il palcoscenico della vita con questa maschera, che mi sta bene, mi calza a pennello. Quando la toglierò, mi rimarranno dei solchi sul viso e nel cuore che non mi appartengono…
Innanzi a me c’è quel viso cupo, malinconico, carico di tristezza ma pieno di erotismo, di sensualità e non capisco più nulla…. Ho sempre rincorso l’Amore, la voglia di stare insieme, di condividere la vita, le esperienze, i sentimenti, e ora – proprio ora- che ho trovato il mio Lui, mi brucia dentro un desiderio mai provato, una forza astratta, che proviene dal profondo della pancia, che mi spinge verso un lui che non è Lui, mi porta a desiderare le sue mani su di me, anche solo per un secondo, per un frangente così breve di tempo da far sì che nessuno se ne accorga, se non il mio corpo che sussulta, che vibra, che si accende….
Cosa mi sta succedendo? Sto accendendo un fuoco che mi brucerà, sono consapevole di non saperlo gestire e so che mi dovrò portar dietro una cicatrice indelebile, ma nonostante ciò non riesco a fermarmi, non riesco a bloccare i miei pensieri, i miei desideri…. e le mie azioni.
Solo una carezza, un bacio, nulla di più. Ma no, molto di più. Desiderio e fantasia volano lontani, oltre il semplice gesto dello sfiorarsi, del coccolarsi.
Un abbraccio innocuo, un guardarsi fissi negli occhi, in quelle orbite piene di desiderio, contemplarsi senza far nulla, se non un avvicinarsi piano piano, poco poco, senza superare il limite “fisico”, eppur sapendo perfettamente che con il pensiero esso è già stato appieno superato, archiviato e dimenticato.
Ma come è possibile non riuscire a gestire i propri impulsi e le proprie voglie? Mi reputo una ragazza abbastanza matura per riconoscere la differenza tra il giusto e lo sbagliato, sia moralmente, sia dal punto di vista di cosa potrebbe essere meglio per me, per il mio precario equilibrio psichico, per la mia vita. Eppure il mio corpo non mi obbedisce, i fremiti generati in me dalla sua presenza non sono frutto di una scelta, ma sono spontanei, innati, incontrollabili.
Quell’insignificante lui, dall’aspetto così trasandato e dai tratti così lontani dai miei canoni personali di bellezza, con quel carattere scontroso, tenebroso, cupo e chiuso, con quei modi bruschi e soprattutto quel lui di cui so che non mi posso fidare, perché mi farà male, mi userà, tradirà la mia persona, quell’uomo so che mi reputa una tra mille, un’insignificante lei da usare e gettare…. Eppure, eppure qualcosa di lui mi attrae talmente tanto, in modo così irresistibile, mi sembra impossibile stargli lontano, anche se so benissimo che lo devo fare. So che la mia vita è altrove, so che il mio Lui è la scelta giusta dettata dall’amore e non solo dall’eros, dalle passioni del momento. Lo so. Ne sono consapevole, eppure non riesco a scappare da questa morsa che puntualmente arriva, mi stringe, mi fa star male, mi provoca un dolore immenso e poi mi lascia andare e mi abbandona lì, sola, speranzosa e in conflitto perenne con il mio Essere…
Che diavolo sto combinando? Smetti di farti del male da sola! Di incasinarmi in situazioni imbarazzanti! Vuoi solo solo sentirti amata, è questo che dice il mio cuore. E ha ragione. Per questo maledettissimo delirio di potere e stupidità voglio sempre sentirmi amata, desiderata, nel mio intimo esigo che gli altri mi adorino, mi portino “sul palmo della mano”, voglio che gli uomini mi ammirino, mi trovino bella, intelligente, simpatica e poi… faccio di tutto per farmi trattare male, per farmi dire che sono brutta, grassa, priva di fascino. Quando so di non essere voluta, di non essere all’altezza, ci provo lo stesso, mi impunto. Forse non mi voglio bene, non mi piaccio. Per questo sono convinta che in fondo neppure gli altri possano trovarmi interessante, possano desiderarmi e amarmi per sempre… E cerco prove e riprove di questo mio pensiero malato. Smettila! I tuoi occhi blu non tollerano più di vederti frustrata, abbattuta, demotivava e non sopportano più queste lacrime. Ho voglia di urlare, di spaccare qualcosa, possibilmente la mia testa contro un muro. Ho voglia del mio Lui e del mio non lui, di sentirmi viva, di parlare, di vivere emozioni profonde, trovare un senso a questa vita, a queste sofferenze. L’Amore a volte non basta. L’Amore degli altri non basta per piacere a se stessi. Lui c’è e lo percepisco ma sono condizionata da quello sfarfallio nella pancia che provo quando il mio non-lui mi guarda, quando mi sfiora con lo sguardo, quando passa la sua mano sulla maglietta, sulla schiena. Non resisto quando accarezzandomi il ginocchio mi sussurra «ti vorrei …» .
So che non sarebbe possibile. Il suo è solo un gioco, non vuole me, vuole un’avventura, una notte come tante altre. La sua costanza nel rispondermi, nel cercarmi, nel guardarmi è solo frutto dell’orgoglio. Non è abituato a un no: quello che vuole se lo prende. Le sue esperienze erotiche non sono paragonabili alle mie. Per lui sarebbe una notte come un’altra, per me sarebbe diverso: sarebbe entrare in contatto con un mondo sconosciuto. Mi sento come una bambina curiosa a cui viene presentata una versione diversa di un vecchio gioco. Vuole scoprire, investigare, toccare le novità, sapendo di sbagliare ma che non riesce a trattenere la curiosità.
Si avvicina, gli parlo, mi guarda, ci guardiamo in profondità, mi accarezza il collo, leggermente, dolcemente. E’ lo sguardo fisso, duro, di chi sa quello che vuole. I brividi iniziano a scorrermi per il corpo. Mi prende, mi stringe, si avvicina, fa per baciami, ci sfioriamo le labbra, non è un vero bacio ma un preludio, un insieme di carezze, tocchi, allusioni. I nostri corpi sono attirati uno all’altro, ci abbracciamo con desiderio, vogliosi di scoprirci, accarezzarci, possederci. Iniziamo a muoverci in simbiosi, come se da un momento all’altro dovessimo diventare un’unica cosa, la realizzazione di istinti primitivi con una naturalezza che mi fa quasi paura. Non parla ma mi comanda con lo sguardo, coi movimenti. Mi stringe, le sue mani sulla mia schiena scorrono forti, mi accarezza, mi tocca, mi fa sentire così bella, eccitata, importante. Mi perdo in lui, nel suo abbraccio, nel suo profumo, mi spinge in un angolo, gli accarezzo i capelli, il volto, gli passo le dita nella schiena come per graffiarlo, per catturarlo, gli bacio il collo e chiudo gli occhi…Sono con le spalle al muro, indifesa, vogliosa e tremante… ho paura di lasciarmi andare, ma ho voglia di stare bene con lui, qui ed ora… Mille pensieri mi percorrono la testa, ma non riesco a dar loro forma e contenuto…Il mio inconscio sta cercando di parlarmi, di lanciarmi dei segnali, cerca di dirmi che qualcosa di sbagliato c’è… Chi sono io? chi è lui? cosa siamo noi? Quante probabilità ho di star male, farmi male e soffrire? Ma le sue parole interrompono il mio flusso di coscienza… “Siediti”, mi dice. Sono intontita, inebriata dalla passione, dal suo odore, dalla voglia di lui… Lo ascolto, si inginocchia, davanti a me, mi accarezza i seni alzandomi leggermente la maglietta, poi la lascia scivolare di nuovo sul mio corpo e mi tira i capezzoli mentre mi bacia il collo e poi le sue mani scendono, mi toccano, mi sfiora i piedi, le caviglie, le gambe e poi di nuovo sale, dolce ma sicuro di se’, del suo tocco. Vibro, il mio corpo è come se non volesse più rispondermi, lui mi continua a fissare e mi sussurra: ora sta a te, a quello che vuoi… E io… mi sveglio. (by Orsobianco9)
E al risveglio
Arrivò inaspettata la mutazione e la neo farfalla iniziò a volare. Dapprima incerta, si posava di fiore in fiore, vicini l’uno all’altro. Le parole dei compagni del nuovo mondo le scorrevano addosso come le acque di un ruscello: lambivano la riva del suo cuore con rispetto. Lei non osava mettersi a nudo e mostrare le sue ali che rivelavano due grandi occhi azzurri. Mentre teneva le ali racchiuse si avvicinò un’altra farfalla che aveva capito il suo timore. Le volava intorno,desiderava la sua amicizia o forse avere con lei un rapporto più profondo. La piccola farfalla fuggiva e poi ritornava in un volo continuo come in un cerchio magico. Un andirivieni che creava sconcerto nella nuova amica. Poi l’intesa si creò nel cuore della notte, rischiarata solo dalle lucciole.
La farfalla sospirava: la gioia provata sembrava cancellare il suo passato. Temeva di assaporare il piacere. Il nemico poteva essere in agguato. Era una sensazione nuova quella che provava oppure ritrovata. Era chiusa nel cassetto della memoria.: uno scrigno di un tesoro che credeva perduto per sempre.
Aveva detto addio a quel sentimento quando se ne stava chiusa nella sua cella, libera fisicamente ma prigioniera nell’anima. La dolcezza che credeva perduta la penetrava nel profondo fino a stordirla. Trattenuta dall’insicurezza che la caratterizzava lei andava e poi tornava per allontanarsi di nuovo, confondendo chi le stava accanto. Sapeva di perdere la compagna ma era determinata a sottrarsi al suo invito.
Fuggì nella notte, rischiarata da un quarto di luna rossa e da una miriade di stelle. (by rainalda)
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