Il Borgo – Capitolo 61

Da Appennino Romagnolo

NEWS

Un gruppo di ragazzi, che qualcuno potrebbe definire temerari, ha deciso di riportare in vita uno dei tanti borghi abbandonati del nostro Appennino. Hanno costituito una onlus ‘Il Borgo’ per finanziare la loro impresa. Le donazioni sono ben accette. Dopo diverse peripezie per dribblare la burocrazia, usando un’immagine calcistica, il 1 giugno sono iniziati i lavori per far rivivere Castiglioncello. Eva, Marco, Betta, Giacomo, Alba, Matteo, Teresa, Lorenzo, Mattia e la sottoscritta hanno lavorato duramente nei mesi precedenti, rinunciando ai fine settimana e a giornate di ferie, con l’obiettivo di far partire l’impresa. Qualcuno ci ha detto che siamo dei visionari, altri dei paladini dell’ambiente, altri dei pazzi scatenati. Niente di tutto questo! Siamo un gruppo di dieci amici, che fino all’agosto dell’anno scorso non sapevano nemmeno l’esistenza degli altri. Adesso, come un team affiatato, discutiamo, litighiamo e alla fine troviamo la quadra dei nostri pensieri. Eva, futuro architetto, ha trovato uno studio, H3, che ha firmato il progetto esecutivo di recupero. Marco, il fotografo, ha colto le immagini di com’era e seguirà a immortalarle man mano che il Borgo rinascerà. Lorenzo, l’ingegnere edile, seguirà i lavori dell’impresa edile. Alba, Teresa, Mattia e Matteo contribuiranno col loro entusiasmo e lavoro all’ottima riuscita del progetto. E io? Sarò l’umile cronista di questa splendida avventura.

Se qualcuno leggendo queste poche righe di news vorrà toccare con mano i progressi, sarà il benvenuto. Il gruppo li accoglierà e li accompagnerà nella visita guidata. Chiediamo solo un piccolo contributo alla nostra causa. Quanto? Quello che volete purché ci sia.

Noi siamo presenti tutti i week end. Cosa ne pensate di passare una giornata o due (ci sono delle comode tende per gli ospiti) in nostra compagnia?

Alla prossima news.

La vostra Laura

A questa news, alla pagina di Facebook, alla pubblicità del passa parola sulla riviera e agli articoli sul Corriere dell’Appennino risposero in tanti, che come gitanti della domenica si presentarono per vedere all’opera questo gruppo di giovani entusiasti. La presenza di turisti invogliò altre ditte a contribuire come sponsor o con donazioni con grande sollievo delle casse de Il Borgo.

Nel corso di quell’estate un altro evento monopolizzò l’attenzione del gruppo.

Il 21 luglio del 2010 venne progettata una grande festa a Bologna, quando Laura sostenne la tesi di laurea. Gli amici organizzarono ai Giardini del Baraccano un rinfresco per festeggiare la ragazza. Come ricordo del gruppo gli regalarono una preziosa MontBlanc Princess Grace di Monaco come simbolo della futura carriera di giornalista, mentre Mattia le comprò un Ipad come regalo personale.

Insieme a loro c’erano anche i genitori, che furono coinvolti nell’atmosfera spensierata del festeggiamento.

Emma poté conoscere finalmente gli amici di Laura.

Ernesto, Ernesto” lo chiamò con un colpetto al fianco.

Uhm! Che vuoi?” grugnì un po’ spaesato in mezzo a quei giovani caciaroni, che gli stavano facendo una testa grossa come un melone.

Mi sembrano dei bravi ragazzi”.

E con questo?”

Mi piacciono. E ora sto tranquilla” rispose la donna serafica.

Dovevi dirmi solo questo?” le domandò, addentando una tartina al prosciutto.

No”.

Cosa c’è ancora?” domandò di malagrazia.

Hai visto che regalo le ha fatto Mattia?”

Chi?”

Mattia, il suo ragazzo”.

Perché Laura è fidanzata?”

Non lo so…”.

Allora perché l’hai detto? E chi sarebbe questo Massimiliano?” le chiese guardandosi intorno stralunato.

No, Mattia. E’ quello che ti sta di fronte” rispose calma.

Chi? Quello lì?” disse indicando con l’indice il ragazzo, che stava seguendo divertito i loro discorsi.

Ernesto, non indicare con le mani le persone” rispose scandalizzata Emma.

Sei un tifoso del Bologna?” domandò al ragazzo, ignorando il rimprovero della moglie.

No”.

Per quale squadra tifi?” gli chiese deluso.

Per il Cesena” rispose garbatamente.

Una squadretta” disse un po’ schifato.

Beh! Nemmeno il Bologna è molto meglio” replicò sorridente.

Per forza coi dirigenti che ci ritroviamo” ammise amaramente l’uomo.

Ernesto…” lo interruppe la moglie.

Dimmi, Emma”.

Non parlerai di calcio e del Bologna anche oggi! E’ la festa di Laura e dei suoi amici”.

Allora perché siamo qua?” replicò infastidito.

Oggi è un bel giorno per noi. Laura si è laureata con 110 e lode” esclamò la donna.

Ho capito” disse, mentre afferrava un’altra tartina piena di gamberi e caviale.

Laura con la classica corona d’alloro in testa stava ascoltando le ultime battute alquanto irritata.

Simpatici i tuoi genitori” le disse sottovoce Mattia.

Veramente…” cominciò col dire infastidita.

Ma no! Simpatici e giovanili. Ma tuo padre è un tifoso del Bologna?”

Perché non l’hai capito? Gli potresti chiedere tutte le formazioni e lui non sbaglierebbe un colpo”.

Caspita! Peccato che non ci sia più Mike e Lascia e Raddoppia!”

Già” ammise amaramente.

La festa continuò fino alla sera, quando ognuno prese la strada del ritorno.

Quell’estate volò decisamente. I giorni scorrevano veloci e leggeri fino al momento di sospendere i lavori.

Un bilancio decisamente positivo fu steso il 1 ottobre, quando il cantiere fu chiuso con appuntamento al 30 maggio del 2011. Il gruppo si ritrovò con gli operai per festeggiare i quattro mesi di lavoro che stavano lentamente cambiando il volto al Borgo. In cassa rimanevano denari a sufficienza per riaprirlo il prossimo anno senza troppi patemi.

Un’allegra tavolata salutò la fine del cantiere e, dopo aver saldato tutte le pendenze economiche, tra festosi abbracci e calorose strette di mano si scambiarono un «Arrivederci al prossimo anno».

In quei quattro mesi nessuno si era tirato indietro. Laura tra un colpo alla tesi e un articolo pubblicato fece da guida, unitamente a Teresa a qualche migliaio di turisti curiosi in visita a Castiglioncello. Furono impeccabili entrambe le ragazze, anche se era la prima volta che guidavano comitive di gitanti. Notizie curiose, aneddoti, spiegazioni nascevano spontanee dalle loro bocche come se a guidarle fosse il Vecchio.

Giacomo batté le campagne dell’Emilia alla ricerca di mobili dismessi, specialmente quelli delle chiese. Li domandò ai parroci, ai quali offriva in cambio arredi nuovi e moderni. Aveva noleggiato per sei mesi un furgone, spuntando un buon prezzo. Quando arrivava al campo era sempre pieno di mobili, sedie, panche e tanto altro ancora. Molto spesso erano ridotti in cattivo stato ma Betta riusciva a restaurarli in maniera egregia. Alba l’aiutava e presto imparò l’arte del restauro.

Mattia e Matteo con un vecchio pick-up giravano per cantieri e discariche della Romagna alla ricerca di materiale edile da riusare per il Borgo, come faceva Lorenzo nell’area fiorentina. I tre ragazzi, scaricato il materiale nell’area di parcheggio, lo selezionavano, lo ripulivano e lo accatastavano in pile ordinate.

Solo Eva e Marco erano meno operativi degli altri ma anche loro davano un contributo fattivo alla riuscita del progetto.

Il Borgo – Capitolo 60

Erano in piedi da un ora, quando arrivarono il capomastro e tre operai.

«Saranno rigorosamente rumeni» pensò Lorenzo vedendoli ma non disse nulla.

Benvenuti! Gradite una tazza di caffè?” domandò loro cortesemente Laura.

I quattro ragazzi diedero il benvenuto ai nuovi arrivati con una tazza di caffè, prima di salire al Borgo. Dovevano indicare e spiegare dove cominciare coi lavori.

Questi sono massi e mattoni recuperati e numerati con colori differenti” cominciò Lorenzo, indicando quanto avevano raccolto nelle settimane precedenti. “Il giallo sono quelli del muro di cinta. Azzurro per la chiesa. Verde per la rocca. Rosso per la casa dell’Ersilia. Al campo, sotto un telone, ci sono altri mattoni, sassi e massi, recuperati in discarica…”.

Perché?” domandò in un italiano approssimativo quello che pareva il capo del gruppo. “Non potiamo usare mattone nuovo?”

No, no! Il Borgo deve dimostrare tutti i suoi anni” rispose Laura, intervenendo nei loro discorsi.

Non capire il motivo. Ma fare come volete voi” concluse l’uomo, scuotendo la testa.

Quello che vogliamo ottenere è un restauro conservativo del Borgo. Quindi in prevalenza mattoni originali o vecchi” spiegò Eva, che aveva seguito in silenzio la conversazione.

La prima operazione è quella di controllare la stabilità delle parti rimaste in piedi” proseguì Lorenzo. “Se, come presumo, sono pericolanti, consolidateli usando malte e poco cemento”.

Gli operai sembravano indifferenti ai loro discorsi, fumando e guardandosi intorno annoiati.

Il capomastro cercava di memorizzare tutto quello che i ragazzi gli stavano dicendo.

«Ci pagano bene. Quindi facciamo come vogliono loro» rifletté prima di riprendere a parlare.

Certamente. Quando tornare?”

Venerdì sera siamo qui”.

Se incontrare problemi cosa facciamo?” domandò l’uomo.

Per qualsiasi intoppo questo è il numero del mio telefono. Potete telefonare a qualsiasi ora” concluse Lorenzo perentorio. “Ora seguitemi”.

Il gruppo su trasferì nello spiazzo antistante le mura.

Qui ci sono due casette in legno. Una contiene i servizi, l’altra la potete usare come volete. Ripostiglio degli attrezzi, spogliatoio, mensa. Un piccolo generatore produce corrente sufficiente per tenere accese lampadine, un frigo, qualche altro strumento funzionante elettricamente. In particolare quella teleferica” disse indicando un punto del poggio che guardava il Santerno. “Non dovete fare nulla. Usa il fotovoltaico per produrre energia elettrica”.

Gli uomini borbottarono qualcosa.

Dove dormire?” domandò il capo.

Per il momento potete usare alcune tende vuote che stanno in basso. Il prossimo fine settimana ne portiamo due nuove, che sistemeremo qui” rispose Lorenzo.

Altre domande, altre risposte conclusero la loro conversazione.

Noi torniamo a casa” dissero i ragazzi, prima di salutarsi.

Il week end successivo il gruppo si ritrovò nuovamente riunito assieme ai quattro rumeni, che non smisero di osservare le ragazze con occhio concupiscente. Questo non sfuggì all’occhio attento di Betta, che si strinse a Giacomo.

Non mi piacciono. Mi mettono paura”.

Sei diventata razzista?”

No!” rispose la ragazza. “Ma ci guardano come possibili prede”.

Beh! Hanno buon gusto!” disse ridendo il ragazzo. “Non siete niente male. L’occhio vuole la sua parte”.

Non fare lo spiritoso! Se prima mi aggiravo tranquilla, ora questa sicurezza è svanita” replicò Betta seria e per nulla convinta.

Lorenzo e Matteo caricarono le tende sulla teleferica, prima di avviarsi verso il Borgo.

Non potiamo restare qui con voi?” domandò il capomastro.

No!” rispose deciso il ragazzo. “Preferiamo di no. Nel fine settimana arrivano altre persone e ci servono tutte…”.

Basta sistemare le nuove qui” replicò l’uomo per nulla convinto.

Mi spiace ma non c’è posto. Non c’è spazio a sufficienza per tutti, servizi compresi. Lassù avete tutto quello che vi serve, se volete restare nei fine settimana” tagliò corto Lorenzo.

A malincuore gli uomini presero le loro cose e si trasferirono su, al Borgo.

Laura fremeva per andare a vedere come procedevano i lavori.

Sta calma” le disse Mattia, raffreddando le smanie della ragazza. “Domani si sale a verificare cosa hanno combinato. Per il momento restiamo qui”

La prese sotto braccio e la condusse nella loro tenda. Alba e Teresa fecero un giro per controllare che nulla fosse stato toccato.

Se avessi saputo che dormivano qui, non avrei lasciato nulla” disse freddamente Teresa.

Non mi pare che manchi nulla” rispose Alba. “A proposito del discorso che ci siamo fatte ultimamente. Se vuoi venire da Matteo, non ha nulla in contrario. Però non lo invita per tenerti compagnia. Al massimo…”.

Ho capito. Non sei un’amica!” replicò delusa. “Sono certa che hai svelato tutto”.

Mi offendi!” esclamò Alba arrabbiata.

Prendila come vuoi” le disse voltandole le spalle.

Giacomo e Betta casualmente erano nelle vicinanze e ascoltarono i discorsi delle due ragazze culminate con un litigio.

Quella” disse Giacomo senza pronunciarne il nome. “Quella è pericolosa come un serpente”.

L’hai avvertito?” domandò la ragazza.

Sì. Mi ha detto che se ne era accorto anche lui. Farà molta attenzione. La situazione non gli piace”.

Ci credo”.

Laura nell’intimità della tenda con Mattia era dilaniata dal dubbio se rivelare il tradimento con Lorenzo oppure tacere. Da qualunque parte girasse il problema osservava delle spine che potevano fare molto male a lei e al ragazzo.

«Non dovevo farlo! Non dovevo lasciarmi andare. Che faccio? Confessare o tacere? Con quale stato d’animo affronterò la notte? Ma è inutile recriminare» rifletté amaramente.

Mattia percepiva uno stato d’ansia nella ragazza che non riusciva ad attribuirlo a nulla.

«La sento tesa, ansiosa. Non credo che sia perché le ho impedito di salire al Borgo. Sembra nascondermi un segreto. Oppure vorrebbe aprirsi con me ma non ci riesce».

Provò a sondare il terreno.

C’è qualcosa che non va?” le chiese con dolcezza, stringendole le mani.

No! Nulla” rispose senza riuscire a trattenere il rossore delle guance.

Eppure ti sento nervosa come se ci sia qualcosa che non va tra noi due” la incalzò il ragazzo.

Ti amo” disse baciandolo per tentare di chiudere quel discorso diventato troppo scivoloso e pericoloso.

Mattia la lasciò fare e ricambiò il bacio con ugual furore, anche se era certo che ci fosse qualcosa da approfondire.

Scivolarono a terra e freneticamente si spogliarono a vicenda per fare all’amore. Fu un amplesso breve ma intenso che si consumò velocemente.

Laura! Mattia! Dove vi siete imboscati?”

Udirono la voce di Giacomo che li chiamava.

Sst!” gli fece cenno col dito sulle labbra.

Lasciali in pace” disse Betta, che aveva intuito tutto.

D’accordo” replicò il ragazzo. “Sono arrivati anche Eva e Marco. Tra un poco si mangia”.

Li sentirono allontanarsi ridacchiando. Si rivestirono e raggiunsero gli altri.

Il cuoco cosa ha preparato?” domandò Mattia che nascondeva con abilità quel turbamento per la risposta non data.

Uhm! Direi niente di sfizioso” rispose Matteo.

Qualche risata timida e qualche commento un po’ salace li misero a tavola con allegria.

Un nuovo week end li aspettava.

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Il Borgo – Capitolo 59

Prima del risveglio di Marco e Eva, quando il cielo sfumava dal nero della notte al rosato dell’alba, Lorenzo si alzò e uscì all’aperto a riflettere.

Laura aveva grugnito un po’ nel tentativo di trattenerlo presso di sé ma alla fine aveva compreso che era meglio così.

Il ragazzo arrivò fin sul greto del Santerno a osservare l’acqua trasparente del fiume scivolare fra massi e sassi.

«E’ stata una notte oltremodo piacevole. Non pensavo che fosse così arrendevole. C’è stata grande sintonia tra noi ma non ho ancora compreso i rapporti con Mattia”.

Riprese a camminare con lentezza lungo il fiume nella pace tranquilla del giorno che si annunciava sereno e soleggiato.

«Devo fare mente locale su quando è avvenuto stanotte» si disse calciando un filo d’erba. «Laura mi piace. Mi è sempre piaciuta fin dal primo istante. E’ la classica ragazza che vorrei incontrare e avere come compagna. Bella ma non troppo appariscente. Determinata ma dolce nei momenti di intimità. Tenace e testarda nel conseguire gli obiettivi fissati. E’ vero che…”.

Era immerso nei suoi pensieri quando udì in lontananza la voce di Marco ‘Lorenzo, Lorenzo’ che lo chiamava. Si girò e agitò la mano per far intendere di aver sentito il richiamo. In breve fu di ritorno al campo.

Mattiniero” osservò Eva, scrutandolo nel viso.

Sì. Ormai fa parte di me alzarmi di buon’ora, perché il cantiere apre alle sette e mezza la mattina. Devo trovarmi con tutti quelli che vi lavorano per fare il punto della situazione e dare le ultime istruzioni per la giornata”.

Lorenzo sorrise come per far comprendere che non sarebbe caduto nel tranello di tradirsi con le emozioni verso Laura. «Questa coppia è simpatica ma è un po’ troppo maliziosa» si disse, mentre si sedeva per prendere la tazza di caffè che Marco aveva preparato.

Oggi sarà una bella giornata calda. Peccato che dobbiamo oziare senza fare nulla di importante” riprese a parlare il ragazzo. “Però anche voi non scherzate nell’alzarvi presto”.

In effetti non riesco a dormire troppo e col le prime luci del giorno sono già sveglia” rispose Eva, sorseggiando un tè scuro e bollente.

Mi piace svolgere il mio lavoro alla mattina col fresco. Nel pomeriggio rendo poco” aggiunse Marco, che si sedette con loro. “Laura invece è più dormigliona di noi”.

Aveva appena terminato di pronunciare quelle parole che dalla tenda spuntò una Laura assonnata e scarmigliata.

Dormigliona, io?” farfugliò incespicando nelle parole.

Una franca risata si levò dai tre ragazzi.

Guardati nello specchio!” l’ammonì Marco.

Perché?” replicò riacquistando la solita sicurezza.

Occhio spento e capelli arruffati come se avessi passato una notte di bagordi”.

Vorrei vedere te, essere svegliati all’alba!”

Ti siedi con noi a prendere un ottimo caffè nero e bollente oppure torni a dormire?” le domandò con cortesia Lorenzo, suscitando un’occhiata di relativa sorpresa da parte degli altri due compagni.

Tempo di infilarmi una maglietta e jeans e poi sono da voi” disse, sparendo nuovamente nella tenda.

Vista così è decisamente sexy la nostra Laura” affermò sornione Marco.

Lorenzo non rispose, rimanendo imperturbabile, come se non avessero richiesto il suo parere. Continuò a sorseggiare il caffè.

Eva si innervosì un poco all’uscita del compagno. Non le piaceva quel continuo punzecchiare Lorenzo con frecciate nemmeno troppo velate.

«E’ chiaro che hanno passato la notte insieme ma Lorenzo si sta comportando da perfetto gentiluomo per non mettere in difficoltà Laura» rifletté mentre sgranocchiava un biscotto al farro. «Si è alzato prima di tutti così nessuno sa con certezza da quale tenda sia uscito. Non risponde alle provocazioni di Marco e si dimostra cortese e gentile con Laura. Un comportamento ineccepibile».

Terminata la colazione, si prepararono a salire al Borgo. Per l’escursione alla cascata dei Briganti c’era tempo. Mentre percorrevano la ripida salita, Lorenzo e Laura camminavano affiancati, precedendo l’altra coppia, che rimaneva relativamente distante.

Non so cosa mi abbia preso, ieri sera” sussurrò con un filo di voce. “Mi sono lasciata andare e ora sono pentita. Però non farti illusioni che possa esserci un bis. Amo Mattia”.

Nessuna falsa speranza nutro nei tuoi confronti, anche se mi piaci, lo ammetto con franchezza” replicò il ragazzo. “Sappi che c’è sempre un posto per te nel mio cuore”.

Laura rimase turbata da queste parole, perché aveva pensato che fosse stata solo un’avventura. Adesso sapeva che lui era innamorato di lei. Doveva ammettere che la notte appena trascorsa era stata bellissima e le aveva lasciato un ricordo che difficilmente si sarebbe stemperato nel tempo.

«Mattia è il mio amore ma con Lorenzo c’è stata un’intesa sessuale veramente sorprendente. Devo cancellare questa sensazione. Non posso lasciarlo a rodere le mie certezze» rifletté amaramente.

A cosa stai pensando?” le chiese il ragazzo, che aveva notato il lungo silenzio dopo la sua dichiarazione.

Al fatto che per te non c’è posto nel mio cuore” gli rispose con la voce incrinata dall’emozione.

Stava per aggiungere qualcosa, quando esclamò “Il Borgo ci sta aspettando all’ingresso. Lo vedo sorridente”.

Lorenzo scosse la testa, perché pensava seriamente che la ragazza avesse deliberatamente cambiato argomento. Nelle sue parole non c’era una preclusione netta ma lasciava uno spiraglio alla speranza che un giorno sarebbe stata sua.

Ragazzi” disse Laura, volgendosi verso Eva e Marco. “Il Borgo ci sta aspettando per parlare con noi”.

Davvero?” commentò Eva, prevenendo una risposta dubbiosa del compagno. “Chissà cosa avrà da raccontarci questa volta”.

Buongiorno!” esclamò Laura, salutando il Borgo.

Benvenuti!” rispose il vecchio.

Da domani si fa sul serio. Si cominciano finalmente i lavori”.

Una splendida notizia! Ma venite con me che vi racconto come Castiglioncello declinò nell’oblio”.

Certamente” rispose Laura, facendo un cenno agli altri di seguirla.

Lorenzo la guardava ammirato e deluso allo stesso tempo, perché nonostante quello che si erano detti lei non si perdeva d’animo, inventandosi dialoghi fantasiosi col Borgo.

«Qualunque ragazza dopo una notte trascorsa nella passione dei sensi, dopo una dichiarazione esplicita di amore, sarebbe entrata in crisi, dibattuta tra i sentimenti verso il suo ragazzo e i dubbi verso il nuovo innamorato. Ma Laura appare fredda, mentre in realtà lascia trasparire il calore che ha dentro di sé». Così rifletteva il ragazzo, mentre si sedeva accanto a lei con naturalezza e senza ritrosie.

Dunque da domani si comincerà a ricostruire il Borgo? Ho capito bene” domandò con voce stanca e greve il Vecchio.

Sì. Finalmente domani sarà il gran giorno” rispose allegra la ragazza.

Bene. Ma ora vi racconterò come con la realizzazione delle nuove strade nel diciottesimo secolo Fiorenzuola e di conseguenza Castiglioncello subirono un effetto devastante. Lo sviluppo delle contrade al di là del crinale si fermò, perché la nuova rotabile della Futa tagliò fuori sia il comune sia il Borgo. Mentre Fiorenzuola rimase a vivacchiare, avendo perso importanza strategica e commerciale, noi rimanemmo isolati, perché l’antica via che passava di qui divenne impraticabile. Noi eravamo collegati al resto del mondo solo con quella passerella che esiste tuttora”.

Il ponte andato distrutto quest’inverno esisteva già trecento anni fa?” chiese Laura, aggrottando la fronte.

Sì. In quell’epoca erano poche assi sconnesse. Se osservate bene” disse il Vecchio indicando con l’indice della mano un punto in basso. “Se osservate bene, quell’edificio maestoso era la vecchia dogana di Moraduccio, costruita quando si sviluppò la nuova strada sulla destra del Santerno”.

Ma gli abitanti cosa dicevano? Non hanno protestato?” domandò la ragazza.

Cosa potevano fare? Eravamo isolati, tagliati fuori da tutto e da tutti. Solo la relativa vicinanza con la strada che passava per Moraduccio ritardò l’abbandono del Borgo”.

Se ci fossi stata io, sarebbe finita in modo diverso” proclamò con forza Laura.

Il Vecchio sorrise e scosse il capo.

Ora vi lascio” disse mentre si allontanava lentamente fra i ruderi del Borgo.

Avete sentito, ragazzi, che storia triste ci ha narrato” disse la ragazza, raccogliendo solo qualche mugugno.

La giornata proseguì tra l’esplorazione dei luoghi circostanti e le chiacchiere su quello che li aspettava l’indomani.

Quando venne il momento di coricarsi, Laura parlò con decisione con Lorenzo.

No, stanotte ognuno dorme nella propria tenda. Ieri è stato un momento di debolezza ma non si ripeterà”.

Ma prometto di stare buono” provò a replicare il ragazzo.

Sono io che sicuramente non sarei una casta donna” disse ridendo.

Allora provi qualcosa verso di me…”.

Mi spiace dirlo. E’ stato piacevole ed eccitante l’altra notte ma non nutro nessun sentimento. Amo Mattia e sono pentita di averlo tradito. Però non si può tornare indietro. Questa notte ognuno dorme per conto suo” precisò con una decisione che non ammetteva margini di trattativa.

Ho capito” rispose rassegnato Lorenzo, avviandosi verso la sua tenda.

Laura passò una notte in preda a incubi tra la voglia di stringersi a Lorenzo e la decisione di chiudere tutte le porte del cuore.

Il ragazzo sognò che Laura era venuta a trovarlo e avevano fatto all’amore ma rimase solo un sogno.

All’alba si svegliarono tutti insieme e si prepararono per affrontare la nuova giornata.

Il Borgo – Capitolo 58

Il gruppo al completo si trattenne fino alla domenica sera e dopo una rapida cena ripartì per tornare a casa, dandosi nuovamente appuntamento al primo week end di giugno. Al campo rimasero solo Lorenzo, Laura e Eva col supporto di Marco per aspettare l’arrivo dell’impresa edile il martedì successivo.

Qualcuno deve rimanere per accoglierli” disse Lorenzo. “Oltre al benvenuto, devono avere qualche dritta da dove cominciare”.

Io resto” affermò decisa Laura.

Anch’io” si associò Eva. “Devo spiegare loro il progetto”.

Marco non parlò ma fece intendere con chiarezza che sarebbe rimasto accanto alla sua compagna. Ci fu un coro di ciao e di arrivederci, manate sulle spalle e baci, finché non calò il silenzio fra le tende.

Accesero un piccolo fuoco attorno al quale si sedettero per chiacchierare e discutere sul progetto che finalmente vedeva la luce.

Non aspetto altro che vedere all’opera i muratori attorno al Borgo” disse Laura, sistemandosi accanto a Lorenzo. “Sono mesi che mordo il freno. Impotente a smuovere le acque”.

Sei troppo impaziente” le risponde Eva con un lieve sorriso sulle labbra. “A volte sei troppa rigida e determinata, quando invece servirebbe un po’ di flessibilità”.

Io ho i miei ritmi” si difende la ragazza. “Lo so che non coincidono spesso con quelli degli altri ma devo procedere lo stesso…”.

Hai detto che il 21 luglio dai la tesi” intervenne Lorenzo per cambiare argomento e per tornare su un terreno neutro. “E’ già pronta?”

No, no!” replicò Laura scandalizzata.

Ma la prepari in trenta giorni?” domandò incuriosito Marco.

C’è già una bozza abbastanza avanzata, che il prof ha già visto e approvato. Ora la devo rifinire”.

L’argomento?” chiese Eva.

Una tesi giornalistica. ‘La storia di un recupero. Castiglioncello torna a vivere’”.

Allora ci siamo anche noi?” domandò Lorenzo.

Sì e no…”.

In che senso?”

Diciamo che ha un taglio giornalistico, come d’altra parte deve essere, dove faccio la cronistoria di questa avventura. Quindi anche voi siete menzionati ma solo di sfuggita”.

Sono deluso” rispose Marco. “Pensavo che ci avessi ritagliato un profilo maggiore”.

L’avrei fatto ma il professore me l’ha eliminato. Non tutto ma gran parte”.

Perché?” domandò curiosa Eva.

Il punto focale è il Borgo coi suoi misteri e le sue storie. Noi siamo i comprimari, gli agenti secondari della sua resurrezione”.

Ah!” esclamò delusa la ragazza.

Mentre Laura spiegava con dovizia di dettagli l’ossatura della tesi, Lorenzo la osservava con calma. Notava il viso regolare, illuminato dal fuoco che creava interessanti giochi di luci e di ombre.

«E’ una gran bella ragazza. Peccato che sia già impegnata. Ha un caratterino non propriamente docile ma saprei come domarla» rifletteva il ragazzo, attratto solo dalle forme in chiaroscuro del suo corpo.

Si strinse più vicino a lei, senza che desse segni di insofferenza o si allontanasse. La cinse col braccio, ponendo la mano sulla coscia. Non notò nessuna reazione di rigetto.

«Bene» pensò soddisfatto, addossandosi ancora di più.

Tutte queste manovre non passarono inosservate a Marco, che sorrise. «Ci prova».

Domani cosa facciamo?” domandò Laura per nulla infastidita dal corpo e dalle mani di Lorenzo.

Possiamo fare un’escursione nei dintorni. Non sono mai arrivata fino alle cascate del Brigante” rispose Eva, “E voi che dite?”

Per me sta bene” disse Marco, dando una sbirciata all’orologio. “S’è fatto tardi con tutte le nostre chiacchiere. Andiamo a nanna?”.

D’accordo” confermò Eva, alzandosi.

Noi restiamo ancora qualche minuto” replicò Laura.

Lorenzo annuì semplicemente, senza dire nulla.

Marco, abbracciato alla compagna, le sussurrò qualcosa nell’orecchio.

Hai notato?”

Cosa?” chiese la ragazza.

Il nostro ci prova”.

E lei?”

Sono certo che non le dispiaccia. Anzi le fa piacere”.

Ma sei sicuro?” domandò Eva, incredula.

Vedrai. Domani. Passeranno la notte insieme” rispose ridendo piano, mentre entravano nella loro tenda.

Sarà ma sei un braghero!” disse la ragazza baciandolo con trasporto. “Ma tu sei solo mio!”

Lorenzo e Laura restarono lì ancora alcuni minuti in silenzio, mentre il fuoco era ormai morente.

Senza dire nulla il ragazzo si alzò e prese per mano Laura, portandola verso la tenda. La notte stava cominciando.