non passava giorno – cap. 10

foto personale
foto personale

Laura non aveva nessuna intenzione di cominciare una nuova storia. Quella con Marco era finita in malo modo. Era stata una delusione cocente, che aveva lasciato una ferita profonda. Doveva metabolizzare la rottura improvvisa senza spiegazioni. Doveva analizzare gli aspetti, che non avevano funzionato nel loro rapporto, e le motivazioni, che lo avevano fatto sparire dalla sua esistenza. Adesso all’orizzonte era apparso Paolo, che aveva mostrato senza tanti giri di parole un interesse verso di lei.

Decise di cancellare dai suoi pensieri entrambi. Si concentrò su un unico obiettivo senza altre distrazioni: il suo futuro professionale. ‘Per i problemi del cuore c’è tempo’ si disse. ‘Possono aspettare’. Puntò tutta la sua attenzione sulle offerte ricevute, spedì altri curricula. Era alla ricerca di un posto in grado di soddisfarla professionalmente oltre che economicamente. Sul tavolo c’erano diverse proposte in attesa di essere visionate. Non aveva nessuna fretta, perché non aveva problemi finanziari impellenti. Tuttavia desiderava affrancarsi il prima possibile, come aveva fatto Sofia.

Nelle due settimane successive fece molti colloqui al termine dei quali ridusse la scelta fra tre offerte, che aveva trovato interessanti. Prima di prendere una qualsiasi decisione, si concesse una settimana di vacanza in montagna. Il clima era ancora mite e soleggiato. Le giornate erano sufficientemente lunghe. Rimaneva solo la scelta della la località.

Laura amava la montagna con i suoi silenzi, i suoi profumi, i suoi rumori, la trovava più rilassante del mare, che fino a diciotto anni aveva dovuto subire per seguire i genitori sulla Riviera ligure. Era un rito, che tutti i milanesi doc eseguivano nel mese di agosto. Quel mese lei l’avrebbe voluto cancellare dal calendario. Lo odiava. Non sopportava le grida dei bambini, i corpi seminudi, spesso orribili a vedersi, il miscuglio di odori sgradevoli e la sabbia che s’insinuava ovunque.

A diciotto anni si ribellò e decise di non partire con loro. “Se mi date quanto spendete per me, vado in montagna con Sofia e ci rivediamo a casa”. Da quel momento il mese di agosto era trascorso in montagna con l’amica, esplorando anno dopo anno varie località alpine. Il rito agostano proseguì anche dopo avere conosciuto Marco. Lui preferiva tornare a Ferrara. Quel periodo, libero da esami, rappresentò un distacco benefico tra loro e servì a rinsaldare il loro legame.

‘Potrebbe essere il turno della Valtellina, Bormio’ si disse, dopo avere esaminato diverse località. Era una vallata bellissima con il parco dello Stelvio, a portata di mano. Un’occasione per conoscere un angolo di Lombardia, che non conosceva. Senza prenotare partì, sicura di trovare una camera di suo gradimento.

Il viaggio fu un disastro tra strettoie, lavori in corso e deviazioni. Raggiunto Bormio, parcheggiò nella centralissima Via Roma.

Girò a piedi alla ricerca di un hotel. ‘Settembre non è certamente un periodo del tutto esaurito’ pensò. ‘Quindi mi posso permettere di scegliere quello che più mi aggrada’. Camminò nel paese col naso all’insù, valutando con cura alberghi e pensioni. Mentre era impegnata nella selezione, si sentì rinascere. La stanchezza era stata cancellata, le tensioni interne si erano stemperate. Dopo il lungo passeggiare per le vie e le discrete domande poste a passanti optò per l’hotel Posta.

L’esterno appariva moderno. Nascondeva al suo interno una gradita sorpresa: erano stati conservati molti particolari della vecchia struttura, quando nell’ottocento era il posto di scambio dei cavalli. La stanza assegnata era accogliente e aveva servizi eccellenti. ‘É un hotel di prim’ordine’ si disse compiaciuta per la scelta.

Un tempo clemente e soleggiato, abbastanza insolito in montagna nel mese di settembre, allietò il suo soggiorno. La settimana letteralmente volò. Laura si rigenerò tra passeggiate solitarie nei boschi ed escursioni nei dintorni. Prima di cena frequentò le terme, dove la tonificante cascata termale le diede un’ebbrezza mai provata. Si sentì rinascere. Era un’altra persona, quando distesa e rinfrancata riprese la strada per Milano.

Al rientro ebbe chiaro quale offerta avrebbe scelto. Il ricordo di Marco pian piano sbiadiva, anche se rimaneva vivo nel subconscio. La mente non era più un alveare impazzito, dove i pensieri entravano e uscivano vorticosamente. ‘É stata la vacanza che mi serviva’ si disse.

Contattò l’azienda prescelta per l’ultimo e definitivo colloquio. Era una società di rilievo, che produceva linee merceologiche diversificate. Assunta come assistente del product manager per gli articoli da montagna, inizialmente si sarebbe occupata della gestione dei prodotti per rilevare inefficienze e sprechi e per ottimizzare il loro ciclo di produttivo. Dal 10 ottobre avrebbe preso servizio per iniziare una vita diversa da quella vissuta fino a quel momento.

L’ingresso nel mondo del lavoro avvenne per Laura dalla porta principale. Aveva un ufficio luminoso tutto per lei, accanto a quello del diretto superiore. Trattata con deferenza, come se fosse una personaggio importante, Laura ricambiò con l’impegno quotidiano. Fin da subito fu apprezzata per la cordialità, la gentilezza e il sorriso sincero.

Il lavoro impegnativo, la concentrazione sulle mansioni ricevute fecero impallidire il ricordo di Marco e dimenticare la delusione subita. Psicologicamente si sentiva meglio ma la ferita era lungi dall’essere cicatrizzata. Era sufficiente un ricordo o un pensiero per farla sanguinare.

Diversi corteggiatori cercarono di fare breccia nel suo cuore senza successo. Non si sentiva pronta a una relazione stabile.

Erano passate diverse settimane da quella sera di inizio settembre, quando Matteo con tono guardingo esplorò la possibilità di farsi accompagnare da Sofia il 10 novembre a Cernobbio.

Tutti gli anni il suo studio organizzava il primo o il secondo week end di novembre nella prestigiosa Villa d’Este un meeting forum sulla gestione dell’azienda e sulle normative. Quest’anno il tema verteva sulle novità fiscali, introdotte dagli ultimi provvedimenti governativi, e si teneva nel secondo fine settimana del mese. Lo studio lo realizzava per una clientela selezionata. Convegno dopo convegno aveva avuto un successo crescente sia per i temi trattati che per il prestigio della sede prescelta.

Se avesse accettato, avrebbe messo a tacere le malignità che aveva dovuto sopportare negli anni passati. Era un modo per presentarla ufficialmente come la sua ragazza. ‘Un fine settimana con Sofia’ pensò ‘sarebbe stupendo’. Tuttavia conosceva la sua avversione verso questo tipo di mondanità. Per strapparle il consenso doveva agire con molta discrezione e diplomazia. Quindi decise di affrontare l’argomento con tono distaccato e noncurante, partendo da lontano.

Conosci Cernobbio?” le domandò, mentre prendevano un aperitivo in Galleria Vittorio Emanuele.

No” rispose asciutta Sofia. Fu incuriosita dalla strana domanda ma allo stesso tempo era diffidente. ‘Matteo non parla mai a vanvera’ pensò. ‘Dove vuole parare?’

Il ragazzo fece una pausa, come se fosse rimasto soddisfatto dalla risposta.

Non hai mai visto Villa d’Este?” riprese dopo aver addentato un tramezzino. “Quel posto che a settembre per una settimana è al centro del mondo finanziario e politico. Pieno di vip, di capi di stato, di politici influenti”.

Sofia non comprendeva l’obiettivo di Matteo con quelle domande. Rimase in silenzio ma attenta a quello che voleva dirle.

Il mio studio programma da diversi anni a Villa d’Este un meeting per una clientela selezionata” disse il ragazzo con tono distaccato.

La ragazza arricciò il naso. ‘Cosa m’interessa sapere quali eventi organizza il suo studio?’ si disse, acuendo la percezione che presto avrebbe compreso il senso di quelle affermazioni.

Le spiegò come sarebbe stato molto impegnato nel ricevere e salutare i partecipanti, come dovesse presenziare a cene e pranzi, alle presentazioni e tavole rotonde e a tutto quello che ruotava intorno al forum. E concluse che sarebbe stata una fatica tipo quelle mitiche di Ercole e non certamente una passeggiata distensiva.

Sei impegnata il secondo week end di novembre?” le chiese, rompendo gli indugi.

Sofia si irrigidì, mettendosi sulla difensiva. Smise di mangiare le patatine, rimanendo in silenzio.

Si, lo so che non ami cene e pranzi ufficiali” fece Matteo, sorseggiando il suo drink.

Ma perché mi chiedi se sono libera tra due mesi?” domandò Sofia, che stava mettendo insieme i pezzi del puzzle.

Pensavo” proseguì sornione. “Visto che per tre giorni sarò indaffarato senza poterci vedere o quasi, se”. Fece una pausa strategica, aspettando la reazione della ragazza che tardava ad arrivare.

‘No, grazie’ pensò di rispondere di primo acchito. ‘Se non possiamo vederci pazienza, sarà per i giorni successivi’. Si morse la lingua, contò fino a dieci prima di replicare.

Immagino cosa avrai voluto dirmi” gli disse irritata. “Potevi risparmiarti quel lungo giro di parole, andando al concreto della proposta”.

Matteo colse l’occasione per portare l’affondo.

Semplicemente avevo pensato di prenotare una junior suite per te a Villa d’Este per il week end” fece con tono deciso. “Mentre sarò indaffarato coi partecipanti, tu puoi goderti i vantaggi dell’hotel. Dal parco al beauty center, al lago”. Secondo lui era una bella maniera per trascorrere qualche ora insieme durante le cene e nei ritagli di tempo libero. “Inoltre abbiamo tutta la domenica per noi. Cosa ne pensi?”

Sofia perplessa non si aspettava di trovarsi a prendere una decisione senza riflettere. “Mi dai un giorno di tempo per pensarci?” gli chiese.

Sofia, “ riprese con tono calmo e suadente, “anche due o tre giorni! Non c’è fretta. Prenditi tutto il tempo che vuoi per riflettere. Non voglio metterti ansia o forzarti la mano”.

Matteo rimase in silenzio, mentre guardò con intensità la ragazza, che adesso era visibilmente confusa, perché era stata presa in contropiede. ‘Ho corso troppo con la fantasia’ si disse, finendo l’aperitivo. ‘La capisco che non le va di stare con un branco di vecchi, che pensano solo a rimpinzarsi di tartine, pasticcini, caffè e altre cibarie’.

Ora non pensiamoci più” disse per chiudere il discorso e cambiare argomento.