Oggi si gioca con sci-sce

Oggi con Eletta Senso si gioca con sci-sce.

Ecco cosa ho partorito.

Scandisce scelte scellerate lo scemo e sceglie una scemenza.

Fascino sciapo abbellisce le scene e un fruscio scivola suscettibile nella mescita.

La pescivendola chiarisce: pesce sciccoso per lo sceicco.

La miscela miscida scientemente. La fascia oscilla come un fisciù.

Anagrammar ridendo

Nel gioco linguistico del lunedì proposto da Eletta Senso c’è una bella novità. Ha alzato l’asticella delle difficoltà. Scelta una parola e tutte le sue varianti anagrammate si deve costruire un breve testo dove compaiono almeno una volate tutte le parole.. Facile da dire, difficile da realizzare.

Un caso per tre

La parola scelta è ROMA e gli anagrammi sono

ROMA, AMOR, ARMO, ORMA, MORA, MARO, RAMO

«AMOR mio, andiamo a ROMA la capitale del mondo. Là ci aspettano il Colosseo e il Pantheon».

«Non possiamo andarci. Lascerei un’ORMA evidente! E voglio girare in incognito».

«Allora ARMO il Moro, il nostro brigantino, e partiamo per le isole solitarie dell’Egeo».

Così MARO e MORA, appesi al RAMO, salpano felici verso un mare ignoto, senza visitare ROMA.

Krimhilde – 39

Con questa parte si conclude il racconto di Krimhilde e le fanciulle scomparse che è stato pubblicato pochi minuti fa su Caffè Letterario.

Una notte magica San Giovanni

Per i pigri lo trovano anche qui.

Markus di buon mattino si reca da Mechthilde per ascoltare le sue parole. I suggerimenti dell’ultimo incontro gli sono stati molto utili per affrontare gli avvenimenti dei giorni precedenti.

Arrivato in prossimità della piccola casetta di legno e pietra si ferma. C’è qualcosa di strano. Un silenzio irreale aleggia nell’aria e manca quel filo di fumo biancastro che ha sempre notato venendo qui. La porta sbatte mossa dal vento di occidente. Affretta il passo presentendo che sia successo qualcosa d’irreparabile.

«Mechthilde!» Fa affacciandosi nello spiraglio del battente. «…Mechthilde…» Replica l’eco della stanza vuota.

Markus entra pronto a lottare nel caso che ci fosse un intruso. Tutti sanno che l’anziana donna non chiude mai la porta d’ingresso. Però quello che gli appare è la grande sala vuota, che come un unico grande spazio occupa l’intera casetta. Tuttavia nota che sembra in ordine come se fosse stata rassettata da poco. Sotto la lampada posata sul tavolo svolazza un biglietto.

Con le mani tremanti lo afferra.

Markus, so che mi verrai a cercare ma non mi troverai più. Il mio tempo è trascorso ed è giunto il momento di lasciare questa terra di mezzo. Chi doveva raccogliere la mia eredità…

Il foglio gli scivola di mano. “Dunque se ne è andata. Dove?” Raccoglie lo scritto e si siede su una sedia.

Chi doveva prendere la mia eredità, mi ha tradita ma è finita male perché ambiva a prendere il posto della strega Ampfel. La sua conoscenza del sapere è andata perduta perché chi ha sfidato l’ha trasformata in un blocco di ghiaccio. Di lei sono rimasti solo i libri che ha portato via da qui ma è stato meglio così.

Markus tu hai un compito: ridurre in cenere la strega Ampfel che nel suo delirio di onnipotenza vuole dominare tutta la Terra di Mezzo, le montagne innevate e l’intero creato. Tuttavia è sola perché ha creato il vuoto intorno a sé. Dopo di lei ci sarà il nulla. Ci riuscirete, lo so, anche senza la conoscenza del sapere perché le vostre menti sono immacolate, pure e sapete come si usa il cervello. Quello che conosci è sufficiente per il compito che dovete assolvere. Devi aggiungere solo un potente talismano: il giglio de gliglis. Questo si trova laddove il Ginestro scorre nel bosco e ha creato una marcita. Fiorisce solo una volta ogni cento anni e questo è il suo anno. Questo fiore impedirà alla strega Ampfel e ai suo draghi di colpirvi, rendendovi immuni dalle loro magie. Rinunciate alla lettura dei libri proibiti. Non vi servono per raggiungere lo scopo della vostra missione ma possono creare nelle persone solo dubbi di voler riesumare le megere e sostituirvi alla strega Ampfel. L’ombra della diffidenza è la peggior malattia ed è senza un rimedio. Il dubbio è come un tarlo che vive e prospera nel legno fino a ridurlo in polvere.

Un solo avvertimento. Resta lontano da Krimhilde che si è invaghita di te. È una mantide pronta a divorare il maschio. Lascia il Castello con la tua fedele compagna e vivrete felici fino al termine del vostro periodo.

Se vorrai, questa casa è tua.

Markus mette il foglio su tavolo con le mani tremanti. Mechthilde se ne è andata lasciandogli un compito gravoso ma gli ha dato preziosi suggerimenti. Ne parlerà con Baldegunde ma ha già preso la sua decisione. Sconfitta la strega Ampfel, si ritirerà nella casetta di Metchthilde. Qui si sentirà al sicuro, lontano dalle sirene del Castello e della regina.

Prima di tornare va a raccogliere i due gigli de gligis che sono in piena fioritura. Splendidi per il bianco che brilla e magici per il profumo che emanano. Stanno sul palmo della mano e trasmettono pace e serenità.

Krimhilde convoca nella sala delle udienze Baldegunde e si raccomanda che venga solo lei. Si è invaghita di Markus e sente crescere dentro di lei il desiderio di accoppiarsi con lui. “Devo resistere”. Però sa che non sarà così.

La regina seduta sul suo trono prova gelosia nei confronti della sua capitana che sta di fronte a lei. «Potete leggere i libri proibiti a una condizione che allontaniate dal vostro fianco Markus. Lui potrebbe diventare pericoloso con la conoscenza del sapere».

Baldegunde rimane impassibile. Conosce il motivo di questa richiesta e si era preparata mentalmente a conservare la calma. «Mia regina, vi ringrazio di questa opportunità ma riteniamo di sconfiggere la strega Ampfel con le sole nostre forze senza ricorrere a magie o incantesimi. Ho individuato la rete delle traditrici e presto sarà distrutta. Quindi rinunciamo alla richiesta della lettura della conoscenza del sapere».

Krimhilde sobbalza nell’ascoltare la risposta di Baldegunde che manda in fumo il suo piano. Gioca la carta Aglaja. «La ragazza insiste nel definire Markus uno stregone. Sono stata troppo precipitosa nel condannarla l’altro giorno…».

Baldegunde scuote la testa. «Mia regina, Markus al ritorno dalle montagne innevate si rimetterà al vostro giudizio come ha sempre fatto. Se sarà riconosciuto colpevole delle accuse assurde di una ragazzina in preda a una crisi ormonale, seguirà le regole accettando il vostro verdetto».

Poi si alza e fa con il capo un inchino profondo. Per lei il colloquio è terminato.

***

La strega Ampfel sente che la fine è prossima. Quell’incubo che sta minando la sua volontà è diventato reale. Maledice quel giorno di tanti anni prima quando ha condannato Annaberga, la figlia di Mechthilde, a diventare una statua di ghiaccio e roccia. “Ora sarebbe lei in grado di combattere quei due umani e succedermi alla guida dei nerd di montagna”. Però ritiene inutili queste recriminazioni, perché il nemico è sulla porta di casa e lei ha le armi spuntate.

Si agita sul divano divorata dal veleno, incapace di uscire da questa situazione, quando irrompe l’apprendista strega Rotapfel.

«Signora, c’è agitazione fuori. I nerd guerrieri si muovono come le formiche a cui hanno distrutto il formicaio!»

La strega Ampfel si raddrizza e sta per replicare, quando il drago Michele appare sulla soglia. Sta trattenendo l’agitazione e gli sbuffi di fuoco. «Due umani in sella a dei cavalli bianchi stanno salendo per giungere qui».

Il drago Michele descrive le ultime vicende. Hanno superato indenni i posti di blocco all’inizio e lungo il sentiero. «I nerd guardiani sono molto impressionati. Raccontano storie non credibili. Le frecce li attraversano senza ferirli. I cavalli sembrano dotati di poteri magici. Il fuoco non scalfisce la loro andatura».

La strega Ampfel con questo racconto rivive le scene del suo incubo che da molti giorni l’accompagna durante la notte.

«Qualcuno afferma che sono illusioni ottiche create con tecniche sconosciute. Altri parlano di fantasmi risalenti a migliaia di anni fa. Però tutti concordano che è un nemico dai contorni imprevedibili. Tutto questo sta generando uno scompiglio difficile da gestire».

La strega Ampfel socchiude gli occhi. Scorrono le immagini dell’incubo notturno. Non è mai riuscita a vedere come finisce ma fra non molto lo conoscerà.

«Ho disposto i nerd guerrieri intorno alla casa per proteggervi».

La strega Ampfel è divorata dalla febbre per il veleno che sta invadendo il suo corpo. L’apprendista strega trema vedendola così prostrata. Non si sente pronta a prendere il suo posto, deve imparare ancora tantissimo ma forse non ha lo stigma della leader. Sobbalza quando vede comparire due umani. Un uomo e una donna. Lui alto e massiccio, dal viso franco. Lei non meno alta rispetto al compagno, col viso bruciato dal sole. Apre la bocca ma la richiude subito. Non riesce a capacitarsi come possano essere entrati saltando il dispositivo del drago Michele. Alza le mani per lanciare degli strali elettrici.

«Non serve a nulla» ammonisce la strega Ampfel. «Quelli che vedi sono una proiezione della realtà nella tua mente. Quindi sprechi tempo e risorse come hanno fatto i nerd guerrieri».

Il drago Michele irrompe nella stanza e rimane scioccato nel vedere quelle due figure che sorridono beffarde nel centro. “Come hanno fatto?” E si prepara a lanciare uno sbuffo di fuoco dalle narici.

«Fermati! Metti a fuoco l’intera stanza» e poi si rivolge a queste due figure di cui una gli è familiare. «Cosa volete?»

«Vogliamo neutralizzarti per sempre».

La strega Ampfel scuote la testa. «Sto morendo. Il veleno ha preso possesso di me. Datemi una morte rapida con la verga e così smetterò di soffrire».

Stringe le labbra per non lasciarsi sfuggire nessun lamento. Dopo pochi istanti di lei non rimane che un mucchietto di cenere.

L’apprendista strega vorrebbe fuggire ma i piedi sembrano inchiodati al pavimento e non riesce a muoversi e osserva con gli occhi terrorizzati la mutazione del drago Michele in un grosso lucertolone squamoso.

Poi come sono comparsi così scompaiono, mentre loro non tornano allo stato iniziale.

Superato il torrente Ginestro Markus prende il sentiero di destra diretto alla casetta di Mechthilde, mentre Baldegunde raggiunge il Castello di Mezzo.

Dinnanzi a Krimhilde mostra un sacchetto con delle ceneri grigie. «Ecco cosa rimane della strega Ampfel» e le comunica la sua volontà di non essere più la capitana delle dragonesse a cavallo.

«Dove andrete?»

«Nel bosco del non ritorno».

Con un inchino si congeda, lasciando basita la regina.

FINE

Tautogramma in G

Eletta Senso propone un tautogramma in G che potete leggere anche qui.

L’ultima avventura di Puzzone

Ecco la mia proposta.

Gentile genio, mi genufletto in ginocchio guardandoti. Gradite genialate generano grande garbuglio nella gente pel gabbo gravato di generale grossolanità.

Giovanni generosamente garantisce pel genio e gira la gaffe in gioco.

Il genio con gardenie e gladioli grida: «Grazia!»

Germana gradisce i garofani ma ghermisce la gardenia.

Krimhilde – puntata 38

Su Caffè Letterario è stata da poco pubblicata la puntata 38 di Krimhilde e le fanciulle scomparse.

La puntata la potete leggere anche qui.

Krimhilde rimane seduta sul trono assorta, perché non si riconosce. Ha prestato fede a un uomo, l’ha ascoltato e l’ha trovato affascinante. “No. Non affascinante ma dotato di un’empatia che mi ha stregata”. Ricorda che quando diciotto anni prima s’è accoppiato con Baldegunde senza aspettare il matrimonio non ha trovato il coraggio di giustiziarlo come da prassi, né a punire lei per la trasgressione alle leggi. A lui è toccato il taglio della mano destra, a lei è stato negato il matrimonio senza precludere il suo ingresso nelle dragonesse a cavallo. Eppure… “Eppure già allora c’era qualcosa in questo uomo alto e massiccio che mi aveva convinto a non rispettare le regole. Oggi si è ripetuto la stessa malia”.

Riflette sul comportamento di Markus. Lui ha intuito che lei gli avrebbe prestato fiducia, quindi ha ammesso senza tentennamenti di aver infranto una sua disposizione: la lettura di testi proibiti. Questa confessione di colpevolezza l’ha spiazzata. Le sarebbe stata impossibile ignorare la sua buona fede su quello che ha letto. Le fanciulle, a parte quell’immatura di Aglaja, hanno parteggiato per lui, negando qualsiasi stregoneria. Però le era chiaro adesso che hanno taciuto sulla pozione che le hanno rese invisibili per timore di danneggiarlo.

Quindi le è più chiara quella strana richiesta di Baldegunde di studiare i libri della conoscenza del sapere. È un modo per rendere lecito il loro accesso alla biblioteca segreta. “Può essere un modo per acquisire delle conoscenze da usare contro di me?” Scrolla il capo perché deve riflettere su questo punto.

Quella coppia è dotata di un’intelligenza superiore alla media ma è anche affidabile come le suggerisce il suo intuito. Ha notato che nonostante siano passati diciotto anni il loro rapporto è sempre lo stesso. In simbiosi e un affiatamento perfetto. Non le è sfuggito quello sguardo d’intesa, complice che li fa mettere in sintonia senza la necessità di parlarsi, quando ha chiesto a Baldegunde il parere sul messaggio della strega Ampfel. In un primo momento le è apparsa strana quella missiva. Senza il loro aiuto forse avrebbe accettato quella dichiarazione ma hanno intravvisto un tentativo di guadagnare tempo e nessuna sincerità in quelle parole. In effetti a rifletterci bene hanno avuto ragione. “Perché chiedere scusa, quando io ignoravo il loro proposito di attaccare il castello?”

Appoggia il gomito sul bracciolo del trono e il mento sul palmo della mano. «È chiaro che il messaggio puntava a neutralizzare Markus. Se io avessi accettato, lo avrei bloccato impedendogli di accrescere le conoscenze del sapere».

Torna sulla richiesta di Baldegunde. “Acconsento oppure no?” Una parte del suo io dice di sì, ma l’altra parte ha il timore che le streghe cacciate dalla porta possano rientrare in modo camuffato dalla finestra.

È tempo di lasciare la sala delle udienze e tutti i dubbi che sono sorti. Ci sono altre urgenze da sistemare.

***

La strega Ampfel si torce le mani. È la prima volta che si trova in difficoltà. Mille dubbi la assalgono e sente che la sua vita sta volando via. Le ferite continuano a purgare umori putridi e il veleno a circolare nel suo sangue. Tisane e unguenti sono solo un palliativo. La sensazione di star meglio è effimera.

Aspetta con trepidazione che Belfagor le porti una risposta positiva. Però sono passati due giorni e non è arrivato nulla né in un senso, né nell’altro. Quel Markus o come si chiama il compagno della dragonessa a cavallo ha messo in agitazione le acque ferme del suo stagno. Vede dietro di sé il vuoto qualora lei morisse. Nessuno è in grado di sostituirla e tutto il suo impero si sfarinerebbe in un amen. Questo rappresenta una sconfitta che le brucia più delle ferite.

Si abbandona sul divano reclinando la testa e socchiudendo gli occhi. Non vuole osservarsi allo specchio di fronte. Il suo aspetto grigio la terrorizza.

«Belfagor è tornato» annuncia l’apprendista strega Rotapfel entrando senza bussare.

Si solleva, apre gli occhi e lo sguardo corre alle mani di Rotapfel. Un moto di rassegnazione esce dalle sue labbra. Non c’è nessun messaggio in arrivo. “Vuol dire che non ha accettato la mia finta disponibilità a non attaccare il castello”.

Adesso deve organizzare la difesa del suo territorio contro un nemico invisibile. “Non è solo invisibile ma riesce a eludere il nostro olfatto. Inoltre possiede quello strumento mortale che ha già colpito”. Il pensiero corre subito al mucchietto di cenere di Krienhilde e al suo stato.

Si rassegna e chiude gli occhi.

Monovocalico in e

Per questo lunedì Eletta Senso propone un gioco interessante ma difficile da realizzare.

Una notte magica San Giovanni

Ecco la mia proposta

Belle le messe per le celle dell’ebete Reneé.

Tremende le tele del celebre Tenebré per l’eccellente re.

Vede le penne del premente Ebbè Prevè ed eccede nel premerle.

Elette vette, verde erbette.

Krimhilde – puntata 37

Su Caffè Letterario è stata pubblicata la puntata numero 37 di Krimhilde e le fanciulle scomparse.

La potete leggere anche qui.

Aglaja infuriata e scornata per non essere riuscita nel suo intento si dirige verso il comando delle dragonesse alla ricerca di Brumfilde, di cui conosce l’odio che prova verso Baldegunde.

Quando la trova, vomita tutti i suoi veleni su Markus. «È uno stregone. Mi ha offerto delle tisane durante il viaggio dalle Montagne Innevate che mi hanno stordita. Di certo mi avrebbe deflorato se non fosse stato disturbato dalle mie compagne».

Brumfilde spalanca gli occhi ascoltando quelle parole. Questa è un’ottima occasione per mettere in difficoltà Baldegunde. «Non s’impara mai a conoscere le persone!» Sbotta scandalizzata.

Aglaja sorride per nulla imbarazzata. Sa di aver colpito il bersaglio giusto e rincara la dose, pensando di essere onnipotente. «Oggi mi ha fatto un’altra malia e poi mi ha invitata nel suo appartamento. Per fortuna l’incantesimo si è spezzato prima che io entrassi. Così sono fuggita e corsa da voi».

Insieme raggiungono l’area occupata dalle collaboratrici più strette della regina. L’obiettivo è Grishinde, la ciambellana, che dopo l’arresto di Grummhilde è diventata la persona più influente della corte. Chiedono udienza a Krimhilde per accusare Markus.

Mentre Aglaja e Brumfilde tramano, lui prepara mentalmente la linea di difesa. Dà per certo che sarà corsa dalla regina vomitando veleni su di lui.

Prima di lasciare l’appartamento lascia un laconico messaggio per Baldegunde. ‘Sono dalla regina per colpa di Aglaja’.

Al suo ingresso la ragazza lo accoglie con un sorriso beffardo. Sussulta vedendo accanto ad Aglaja Brumfilde. “Ecco su quale spalla è andata a piangere”. Adesso sono due gli elementi con cui deve combattere. Però rimane impassibile pur mostrandosi sicuro e sorridente.

Krimhilde invita la fanciulla a esporre i capi d’accusa. «Lui» evita di nominarlo. «È uno stregone che pratica la magia nera. Pur di possedermi mi ha dato delle pozioni che mi hanno stordita. Anche oggi ci ha provato ma gli è andata male».

Brumfilde rincara la dose, affermando che anche le altre quattro fanciulle hanno subito le sue magie.

Krimhilde aggrotta la fronte perché le accuse sono molto gravi, mentre Markus non sembra intimorito.

«Cosa avete da dire a vostra discolpa?»

Markus fa un breve inchino e parla con calma. «Mia regina, non mi difendo con le parole ma coi fatti. Dicono che ho praticato magia nera a lei e alle altre quattro ragazze. Vi chiedo di convocarle. Insieme a loro dovete ascoltare cosa dice Bathilde e l’altra dragonessa che ci hanno scortato fino al Castello».

Aglaja sogghigna perché è certa che non accoglierà la sua richiesta. Brumfilde si maledice perché l’odio verso Baldegunde gli ha offuscato la mente togliendole lucidità di pensiero. Comprende che le sue bugie saranno smascherate con la presenza delle quattro ragazze. Il respiro tende a farsi affannoso.

Krimhilde parlotta con Grishinde che si affretta a uscire. Brumfilde intuisce che si trova a un passo dal baratro, mentre Aglaja non comprende cosa sta succedendo.

Krimhilde incalza Markus con altre domande sul tentativo di condurre Aglaja nel suo appartamento.

Markus è calmo. «Mia Regina, non mi difendo perché la mia parola conta poco. Però ci sono delle dragonesse che vivono al mio stesso piano. Loro conoscono la verità».

Krimhilde a questo punto nutre dei dubbi sulla versione di Aglaja e Brumfilde, perché sono troppe le persone che lui ha citato. Se non fosse sicuro, avrebbe evitato di chiamarle in causa.

Nella sala delle udienze scende un silenzio gelido come se dovesse scoppiare un fortunale.

Quando Grishinde fa entrare le quattro ragazze e le due dragonesse, Aglaja diventa livida. Il sorriso beffardo lascia posto a una smorfia di terrore. Agnete le rivolge uno sguardo carico di veleno come a dire ti pentirai delle tue parole. Il petto di Brumfilde sembra un mantice impazzito tanto si muove velocemente. Lo sguardo è terrorizzato alla ricerca di una ciambella di salvataggio che non esiste

La regina ascoltate Agnete e Bathilde congeda tutti fuorché Markus. Tutto le appare chiaro. Delle false accuse ne dovranno rispondere Aglaja e Brumfilde. È la prima volta che crede alla parola di un uomo. Le dragonesse prendono in custodia le due donne che sono rinchiuse nell’ala delle segrete.

Ha diverse domande da porre a Markus. Vuole conoscere cosa ha letto dei libri proibiti.

«Mia Regina, ammetto la mia colpa di aver trasgredito alle vostre regole, leggendo i libri proibiti. La guardiane non hanno colpe perché è avvenuto mentre eseguivo le riparazioni».

Krimhilde rimane sorpresa perché questa ammissione che poteva negare senza essere smentito lo espone a una grave punizione.

«Ho sfruttato le letture per liberare le ragazze dalla prigionia e non per altri scopi. Uno, la verga ammazzastreghe, è un potente strumento da usare contro di loro e da loro molto temuto. Gli altri? Sono innocui strumenti che non danno particolari poteri a chi li esercita».

Krimhilde intuisce la buonafede di Markus. “Niente magie o stregonerie per dominare le ragazze o altre persone”. Però c’è un dettaglio del messaggio scoperto su Grummhilde da chiarire.

«Perché la strega Ampfel chiedeva la distruzione dei libri proibiti?»

Markus scrolla le spalle. «Non saprei ma la spiegazione potrebbe essere il contenuto su come sterminare streghe e draghi o renderli innocui».

Krimhilde scuote il capo poco convinta delle parole di Markus. «Avete detto di aver letto i libri proibiti. Quindi ne conoscete il contenuto».

Markus sorride e spiega di aver letto solo qualcosa relativo alle erbe che rendono invisibili e quelle relative alla telepatia. «Mi sarebbero serviti anni per leggerli tutti, che sono migliaia».

Quando lo congeda, gli impone il silenzio assoluto, perché deve riflettere sui provvedimenti da prendere.