Il Borgo – Capitolo 65

Oh! Ma che fai qui?” domandò basito Mattia.

Sapevo che eri solo. Sono venuta a tenerti compagnia” rispose Teresa, entrando e baciandolo con passione.

Il ragazzo si sciolse dall’abbraccio e chiuse la porta. Non riusciva a comprendere il senso delle parole. Le fece strada accompagnandola nella sala.

Una bella casa calda e accogliente” disse Teresa, guardandosi in giro.

Vivi da solo?”

No!”

E con chi?” gli chiese.

E secondo te chi sarebbe?”

Una compagna” rispose ridendo, sedendosi sfacciatamente sul divano, dopo essersi tolta il piumino.

Sembrava che fosse a casa sua e non ospite di qualcuno. Mattia restò in piedi. Era arrabbiato per quell’intrusione.

Cosa facciamo? Arriviamo fino a Milano Marittima?” domandò sfrontata, accavallando le gambe in modo plateale.

No” rispose Mattia secco con tono duro.

Teresa lo guardò sorpresa. Non credeva che reagisse in maniera così brusca. Eppure il suo atteggiamento non si prestava a equivoci: desiderava fare sesso con lui.

Perché?”

Domani mi alzo alle sei. Devo essere a Bologna per le otto” replicò con voce aspra.

E io?” domandò con una smorfia di disappunto, come una bambina alla quale avessero tolto il giocattolo preferito.

Ti porto a Bologna con me” rispose.

Non puoi”.

Che tu voglia oppure no, verrai con me”.

Ho detto che ritornavo lunedì” disse con voce querula.

Beh! Il problema è tuo. Dirai che hai cambiato idea”.

Mattia furioso come un gatto andò verso la cucina. L’intrusione di Teresa l’aveva messo di cattivo umore.

«Dopo una giornata faticosa di lavoro e con la prospettiva di un’altra non meno pesante di quella odierna l’arrivo di Teresa mi ha innervosito e non poco».

Masticò amaro e cercò di mascherarlo inutilmente.

Se non c’è nulla da mangiare in casa, possiamo andare in pizzeria per una pizza” urlò dalla sala la ragazza.

Ti dovrai adattare a quello che c’è” le rispose di malagrazia.

Cosa?”

Mozzarella, robiola, formaggio di fossa” disse aprendo il frigo che era praticamente vuoto.

A Mattia era passata anche quel poco di fame, che aveva quando era arrivato a casa.

Mi sembra poco” esclamò la ragazza. “Non possiamo telefonare a una pizzeria d’asporto?”

Puoi chiudere per un momento quella bocca?” le rispose irosamente Mattia.

Ti sento nervoso…”.

Vorrei vedere te alla prese con qualcuno piovuto all’improvviso in casa alle otto di sera!”

Non sono qualcuno. Sono Teresa. Visto che la metti così, me ne vado…”.

Dove pensi di andare?” le chiese, mettendosi davanti.

Non ho ancora deciso… Forse faccio l’autostop per Milano Marittima. Sicuramente troverò qualcuno più gentile di te” rispose alzandosi in piedi.

Tu non esci da qui fino a domattina” replicò brusco e duro.

Mi sequestri?”

No. Mi preoccupo della tua incolumità”.

Grazie” disse sedendosi di nuovo, mentre mostrava le mutandine di pizzo nero.

Cosa vuoi mangiare?” le chiese un po’ addolcito.

Una pizza margherita va bene”.

Mattia si allontanò per telefonare. Il nervosismo stava scemando ma era visibile. Continuò a interrogarsi per quale motivo Teresa era piombata alle otto di sera a casa sua. «Forse vuole mettermi alla prova, se sono fedele a Laura». Scosse il capo. Non era la prima volta e non sarebbe stata l’ultima. Tra lei e Laura c’era un abisso ai suoi occhi. «Teresa è troppo infantile nelle sue esibizioni e disinibita per i miei gusti». Pensò che una scopata l’avrebbe fatta volentieri ma tutto sarebbe finito lì. Era consapevole dei pericoli insiti, perché era capacissima di sbandierarlo ai quattro venti. Laura, pur con tutti i suoi difetti, era una ragazza solida e determinata. Era intelligente e matura, perché sapeva come stare in gruppo. «E’ vero che a volte la prenderei a schiaffi per certi atteggiamenti puerili ma è capace di chiedere scusa se si accorge di sbagliare».

Mattia tornò in sala e vide uno spettacolo che non si aspettava. Teresa era più nuda che vestita.

Che fai?” le domandò, strabuzzando gli occhi.

Voglio fare all’amore con te”.

C’è tempo” le rispose pensando alle riflessioni fatte prima. “Tra mezz’ora arrivano pizze e birre”.

Ma preferisco la coca”.

Ce ne è una frigo”.

La ragazza scoppiò a piangere. Mattia rimase distante e in silenzio. Stava ragionando sul come evitare di fare sesso e sulla telefonata programmata con Laura. La situazione era davvero precaria, senza che riuscisse a trovare una soluzione soddisfacente. Rifletté che si trovava in una posizione scomoda, perché Teresa avrebbe potuto affermare qualsiasi cosa e sarebbe riuscita più credibile rispetto alle sue parole.

Ti faccio schifo?” gli chiese con gli occhi pieni di lacrime.

Tutt’altro” le rispose, cercando di dissimulare le sensazioni che stava provando.

Allora perché non mi scopi?”

Ho detto che c’è tempo. Vuoi dare spettacolo al pizzaiolo?”

Teresa alzò le spalle senza rispondere e si rivestì.

«La situazione si complica» si disse, preparando i soldi per pagare le pizze. «Ma non riesco a trovare una soluzione senza offenderla e cosa dire a Laura quando mi chiama. Mica posso ammettere candidamente che Teresa è qui per farsi scopare».

Mangiarono in silenzio la pizza. Entrambi immersi nei loro pensieri.

Teresa stava pensando di essersi comportata come una ragazzina in piena crisi ormonale. Rifletté che Mattia era troppo maturo per cadere nella trappola del sesso, che lei gli aveva teso, perché il rapporto con Laura era solido.

«Sono proprio una stupida! Non era pensabile che lui mi portasse a letto per scoparmi senza dire un bao. E poi cosa sarebbe successo dopo? Avrebbe piantato Laura? Come avrei reagito io? Mi sarei accontentato di questa avventura o avrei voluto qualcosa di più?»

Più ci ragionava sopra, più si rendeva conto di aver fatto una cazzata. Il ragazzo gli piaceva ma convenne di non avere scelto l’approccio corretto.

Mattia rimuginava le considerazioni che aveva fatto poco prima e non trovava uno sbocco al problema senza la collaborazione leale di Teresa. Decise di affrontare la questione, prendendola di petto.

Dimmi, Teresa” cominciò con tono calmo e misurato. “Qual’era l’effettivo obiettivo di stasera?”.

Mi piaci, anzi ho una cotta per te” rispose con sincerità.

Mi spiace dirlo. Ti stimo come persona ma non provo nulla per te. Non ti offendere. Amo Laura e non me la sento di tradirla per una scappatella dagli esiti incerti”.

Ero conscia di questo ma volevo sentire quale reazione avrebbe avuto il mio corpo a contatto col tuo”.

E poi?” le domandò curioso.

Non lo so cosa avrei fatto. Sono stata una sciocca immatura. Alba me lo dice sempre, facendomi infuriare”.

Da come ti sei comportata non mi pare che fosse soltanto quello. Se avessi fatto subito sesso con te, ti sarebbe stato sufficiente? Non credo ma posso sbagliarmi”.

Teresa rimase in silenzio prima di rispondere.

No. Non sarebbe stato sufficiente”.

E se lo facessimo ora?”

Non sarebbe come prima. La magia è scomparsa. Ora sarebbe solo un atto meccanico”.

Mattia sospirò, pensando il primo problema era accantonato. Rimaneva il secondo che affrontò con ugual decisione.

Tra non molto Laura mi telefonerà. Non posso dirle che tu sei qui a tenermi compagnia. Non sarei credibile. E credo che lo penseresti anche tu…”.

Sì. E’ difficile credere che due ragazzi soli in casa si guardano negli occhi senza fare nulla. Parla come se io non ci fossi”.

Grazie” le rispose, dandole un bacio.

Alle undici suonò il telefono di Mattia.

Il Borgo – Capitolo 64

Nell’intimità della notte Laura pose a Mattia la domanda che dal pomeriggio frullava per la mente.

Vieni con me a Roma?” gli domandò speranzosa.

Mi spiace ma non posso” le rispose amareggiato.

Perché?” gli chiese delusa.

Per due motivi”.

Quali?”

Dal 15 novembre fino a fine anno non si possono prendere ferie…”.

Mi raggiungi sabato”.

Ecco il secondo motivo. Sono di turno quel fine settimana”.

Non sapevo che facessi i turni…”.

In effetti non li faccio…”.

…Allora perché sei di turno?”

C’è una commessa di vitale importanza per l’azienda, da consegnare entro il 31 dicembre. Se non facciamo la consegna, rischiamo la chiusura. Siamo in grande ritardo a causa di lotti che non hanno superato i controlli di qualità. Quindi dobbiamo lavorare anche nei fine settimana per recuperare il tempo perduto. Purtroppo il mio turno capita proprio in quelle date…”.

Cambia con un collega”.

Avrai voglia di scherzare! Il capo è stato categorico. ‘Il calendario dei turni lo fisso io e guai a modificarlo. Chi lo fa cambia mestiere!’ Nessuna voglia di entrare in conflitto con lui”.

Ho capito. Dovrò andarci da sola” concluse amareggiata.

Mi dispiace. Sarei venuto volentieri. Roma non l’ho mai visitata” replicò con tono dimesso.

Nelle settimane successive Laura, Eva e Lorenzo furono impegnatissimi nel preparare la relazione da presentare, ricca di immagini e documenti, nell’esercitarsi a leggerla con la dovuta intonazione. Nessuno di loro aveva mai affrontato un pubblico numeroso, sicuramente preparato e attento. L’emozione era il nemico da battere. Quindi dovevano curare tutti i dettagli dalla voce al comportamento.

Finalmente arrivò il 10 dicembre. A tre partecipanti si unì Marco, che avrebbe colto l’occasione di scattare delle fotografie per ricordare l’evento. I quattro ragazzi presero un Frecciarossa diretti a Roma. Scaricati i bagagli in un hotel in centro, un pulmino dell’organizzazione li prelevò per portarli al Palazzo dei congressi. La platea presentava un colpo d’occhio veramente da mozzare il fiato. Non un posto libero, un’imponenza che metteva soggezione. I tre relatori si sedettero nei posti a loro riservati, mentre Marco era in giro a catturare immagini. Lorenzo era riuscito a ottenere per lui un pass da fotografo con la scusa che era l’autore delle immagini della relazione.

Mi tremano le gambe” disse Eva, rivolgendosi a Lorenzo.

Solo quelle?”

No, anche la voce. Non so se riuscirò a cavarla fuori dalla bocca” aggiunse con tono ansioso.

Ma no!” affermò decisa Laura. “Una volta che ti sei alzata dalla poltrona, passano tutte le paure”.

Se lo dici tu” replicò per nulla convinta la ragazza.

Ora fate silenzio. Cominciano le presentazioni” commentò Lorenzo.

La loro era la prima del pomeriggio. Ascoltarono i vari relatori in silenzio, dicendo qualche sporadica battuta. Dopo il buffet in piedi ritornarono in sala.

La prossima relazione è un interessante progetto di recupero di un borgo abbandonato da quasi cinquant’anni. Un gruppo di giovani anziché andare in discoteca durante il fine settimana si sono dedicati a cercare di far rivivere Castiglioncello, un paese abbandonato dai suoi abitanti nel 1963. E poi dicono che i giovani pensano solo a divertirsi” disse il presentatore, sollevando dal pubblico calorosi applausi. “Sono Lorenzo Tufoni, Laura Poggioli e Eva Righi”.

I tre ragazzi raggiunsero la postazione per iniziare la loro relazione.

Buon pomeriggio, signore e signori. Ringrazio l’organizzazione per averci invitato a nome mio personale e degli altri sei del gruppo, che non hanno potuto per ragioni lavorative presenziare con noi” esordì Lorenzo. “Il mio sarà solo una breve introduzione a quanto ci racconteranno Laura e Eva durante il loro intervento. Questo progetto non sarebbe nato e non avrebbe progredito senza la ferma determinazione di Laura, né sarebbe decollato senza i preziosi disegni e calcoli di Eva. Però con loro è stato l’intero gruppo a crederci e a lavorare duramente, affinché tutto procedesse sui binari giusti e superasse difficoltà e imprevisti. Ma ora dò la parola a Laura Poggioli, che vi spiegherà come è nata questa impresa”.

Un lungo applauso di incoraggiamento salutò Laura, che cominciò a parlare con voce calma e decisa, per nulla intimorita da quella vasta platea. Nessun tentennamento, nessuna incrinatura turbarono l’inizio della relazione.

Buon pomeriggio, signore e signori. Ringrazio gli organizzatori che ci hanno offerto la possibilità di parlare davanti a questo pubblico competente e attento”.

Un caldo applauso confortò la ragazza, che riprese a parlare dopo l’interruzione.

Una domenica di luglio dello scorso anno mi ero recata a Moneta per vedere il castello. Rimasi inorridita di fronte allo stato di abbandono del luogo e al pessimo restauro. Al ritorno a Bologna decisi che avrei adottato un paese fantasma. La scelta cadde su Castiglioncello, perché era relativamente vicino a casa e per via delle immagini trovate sul web. Non riuscivo a immaginare che in Italia ci fossero cinquemila, secondo qualcuno, o il doppio secondo altri, ghost town. Borghi fantasma. Attraverso facebook sono entrata in contatto con altri due ragazzi, uno è Eva e l’altro è Giacomo, che con il loro entusiasmo mi hanno dato la spinta a proseguire…”.

Laura parlò per altri cinque minuti, illustrando come, senza coinvolgere istituzioni o grossi sponsor, siano riusciti nell’impresa di aprire e avviare il cantiere.

Scroscianti applausi accolsero la fine della relazione della ragazza, prima che Eva prendesse la parola.

Infine Eva Righi vi spiegherà come attraverso i suoi disegni e le fotografie del suo compagno, Marco, sia partito il progetto e come si sta evolvendo. Contiamo di chiudere il cantiere e far rivivere questo paese dell’Appenino tosco-romagnolo tra tre anni”.

La ragazza appariva titubante ma un lungo applauso di incoraggiamento le permise di superare il momento di emozione.

Buon pomeriggio, signore e signori. E’ per me un grande onore presenziare su questo palco per raccontarvi quello che abbiamo fatto. Ringrazio pubblicamente lo studio H3 di Bologna, che mi ha permesso con la revisione dei miei progetti di avviare il cantiere…”.

Eva sempre più franca nell’esposizione mostrò e illustrò disegni, fotografie del prima e del dopo, come intendevano arredare gli interni degli edifici recuperati e altro ancora.

Un uditorio attento e silenzioso seguì con interesse il narrato della ragazza e alla fine si levò in piedi per applaudire i tre ragazzi, che si emozionarono più nel sentire i ‘bravi’ e gli applausi che per l’ansia della presentazione. Mentre raggiungevano le poltrone riservate, molti allungarono le mani per stringere le loro, accompagnate da calorose parole di incoraggiamento.

E’ stato un successo” decretò Lorenzo. “Siete state bravissime”.

Diciamo che siamo stati tutti bravi” affermò francamente Laura.

Pensavo di emozionarmi di più” disse Eva, volgendosi verso Laura. “Avevi ragione. Quel breve tragitto mi ha tolto tutte le ansie”.

Il programma cosa prevede stasera?” domandò Lorenzo.

Alle otto una cena conviviale in un ristorante del centro” rispose Laura. “Non vedo l’ora di sentire la voce di Mattia per parlargli del successo della presentazione”.

Esci e chiamalo” le disse Eva.

E’ ancora al lavoro. Lo chiamerò alle sette”.

Alle sei tornarono in albergo per prepararsi per la cena.

Alle sette Laura chiamò Mattia.

Ciao!” gli disse non appena sentì la sua voce.

Come è andata?” le domandò.

Un successo strepitoso! Non ti dico i complimenti ricevuti. Poi abbiamo la fila di sponsor desiderosi di mettere il loro timbro sul progetto! Lorenzo è entusiasta di questo. Io molto meno. ne dobbiamo parlare al nostro rientro. Tu dove sei?”

Appena entrato in casa. Stanco morto. Mangerò qualcosa e poi…”.

Sto finendo di prepararmi per la prima delle due cene previste dal programma. Sento la tua mancanza. Vorrei tanto che tu fossi qui con me. Mi sento sola” affermò con voce appassionata.

Mi avrebbe fatto piacere essere lì con voi. Roma non la conosco ma Giacomo ha detto che è bellissima”.

Ricordo che c’è stato questa primavera con Betta…”.

Che ne diresti di fare noi quattro un fine settimana a Roma?”

In effetti avrei voluto che fosse questo fine settimana…”.

Lo sai che domani sono di turno. Non penserai che preferisca Sasso Marconi a Roma?”

Uffa. Lo so, lo so. Ma vorrei stringermi a te e non al cuscino”.

Uhm! Mi preoccupi…”.

Perché?”

I tuoi pensieri sono lussuriosi…”.

Ti taglio la lingua!”

Poi non senti più la mia voce”.

E tu smetti di dire cazzate!”

Un campanello suonò insistente.

Scusa, suonano alla porta. Aspetta che vado a vedere chi è”.

Cazzo! E’ tardissimo. Mi stanno aspettando. Ci sentiamo dopo la cena. Ti voglio bene” disse mandandogli un bacio.

Va bene. Purché non sia tardissimo. Domani mi devo alzare presto. Baci”.

Mattia chiusa la conversazione aprì la porta d’ingresso ed esclamò ‘Oh!’.

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Il Borgo – Capitolo 63

Sabato 13 novembre Matteo mantenne la promessa e invitò tutto il gruppo a trascorrere una giornata nei boschi. Avrebbero raccolto le castagne, le avrebbero cotte e mangiate con la Cagnina, il vino novello della zona.

Venerdì 12 Alba arrivò col treno a Cesena nelle prime ore del pomeriggio, dove l’andò a prendere alla stazione. Fecero un giro, prima di raggiungere il paese di Roversano..

Matteo abitava appena fuori dal paese in un vecchio casale di campagna completamente riadattato. Era costituito da un corpo padronale e un annesso fienile. Erano stati ricavati tre appartamenti: due erano nella parte della vecchia area abitativa, occupati rispettivamente dai genitori e dal fratello maggiore con la famiglia, nel terzo, ottenuto dalla ristrutturazione del fienile, stava lui.

L’abitazione era ampia e disposta su tre livelli, fin troppo vasta per le esigenze di Matteo. Il piano terra era la zona giorno, pavimentata con un antico cotto toscano, composta da tre stanze e un servizio. La cucina era di generose proporzioni con un tipico camino romagnolo e rappresentava il posto, dove trascorreva la maggior parte del suo tempo, quando era a casa. Il piano di sopra era la zona notte con tre grandi stanze da letto e due servizi. Il sottotetto abitabile era collegato con una scala di legno alla zona notte e avrebbe dovuto essere un’area di relax ma al momento era vuoto.

Quando arrivarono a Roversano, Alba, che per la prima volta vedeva la casa di Matteo, rimase a bocca aperta.

Oh!” fu tutto quello che riuscì a dire durante la visita.

Si sistemarono attorno al comino, già acceso e crepitante nell’attesa degli altri ospiti.

Verso le sette furono raggiunti da Laura e Mattia, che avevano un mazzo di fiori per la madre di Matteo.

Caspita!” disse il ragazzo con una smorfia di stupore. “Hai una reggia! E’ tutta per te?”

Sì!”

Sei fortunato” gli rispose, complimentandosi con lui.

Ospiti dei genitori, felici di conoscere gli amici del figlio, trascorsero una serata in grande allegria.

Quando rimasero soli, Laura, che sprizzava euforia da tutti i pori, disse che erano stati invitati a un meeting a Roma dal 10 al 12 dicembre.

Poi Lorenzo, che come presidente de ‘il Borgo’ ha ricevuto l’invito ufficiale, sarà più preciso domani”.

Grande notizia” esclamò Matteo.

Il mattino seguente arrivo il resto del gruppo con Teresa visibilmente scocciata.

Sei perfida!” sibilò con acredine a Alba, non appena la incrociò. “Non hai fatto cenno che saresti arrivata il giorno prima, dopo aver finto di avere impegni per non viaggiare con me. Ti credevo un amica ma evidentemente mi sbagliavo”.

La ragazza non rispose, simulando di non aver ascoltato le parole di Teresa.

Matteo, che aveva notato il diverbio tra le due ragazze, intervenne per sollecitare l’attenzione del gruppo e per impedire il proseguimento del litigio.

Partiamo per Alfero” affermò perentorio. “Andiamo a raccogliere castagne nei boschi sotto il Monte Fumaiolo”.

Ma non rischiamo?” chiese Teresa visibilmente alterata.

Cosa?”

Che ne so. Una fucilata dal proprietario del bosco”.

Ah! Ah!” rispose ridendo il ragazzo. “Certo che vedendo una bella torda come te…”.

Non fare lo spiritoso!” replicò indispettita la ragazza,

In quei boschi la caccia è vietata. Quindi puoi stare serena e tranquilla…” disse strizzando un occhio. “…A dire il vero anche la raccolta delle castagne è regolamentata ma non preoccupatevi. La guardie forestali chiuderanno un occhio”.

E se non lo chiudono?” domandò Lorenzo.

Una bella multa e il sequestro del raccolto” rispose Matteo in tono canzonatorio.

Ti sembra poco?”

No! Ma dove metti il gusto del proibito? Però adesso bando alle chiacchiere. Quattro vengono con me e gli altri con Mattia. Si parte. Il buio arriva presto”.

L’allegra brigata si mosse diretta a Alfero con la speranza di tornare con un cesto pieno di castagne. Non c’era nessuna certezza, perché era da mettere in preventivo di non trovare nulla. La raccolta era avvenuto un mese prima, adesso c’erano solo quelle per terra o le ultime sull’albero non ancora cadute.

La giornata era uggiosa e umida col bosco immerso nelle nuvole basse. Nonostante le condizioni climatiche non favorevoli le ore volarono prima del rientro nel tardo pomeriggio con il buio della sera. Nonostante i timore prima della partenza tornarono un due cesti pieni di frutti maturi e sani.

Bene. Ora tutti al lavoro per preparare le castagne da cuocere nel camino. Nel mentre ascoltiamo quello che ci deve dire il nostro presidente” esordì Matteo, mettendo al centro del gruppo il raccolto e la padella bucata.

C’è poco da dire” rispose pacato Lorenzo.

Come poco?” domandò Mattia.

Il ragazzo rise, perché era sicuro che il compagno di Laura sapeva già tutto.

L’altro ieri ho ricevuto una mail dagli organizzatori del meeting ‘Il turismo sostenibile a Km 0. Come valorizzare le risorse vicino a casa’, al cui interno ci sarà la sezione ‘I borghi abbandonati. Una risorsa da sfruttare”. L’incontro si terrà al Palazzo dei congressi del EUR a Roma il 10, 11 e 12 dicembre”.

E sembra poco?” chiosò Giacomo.

La mia era una battuta” si difese Lorenzo.

Vai avanti” disse Betta, visibilmente interessata a conoscere i dettagli.

Dobbiamo fare la presentazione del nostro lavoro al Borgo”.

Caspiterina!” fischiò ammirato Marco. “E chi ha organizzato il tutto?”

La lista è lunga. Però ci saranno quasi tutte le associazioni ambientalistiche. Noi siamo gli unici, pare, che stanno tentando di resuscitare un borgo abbandonato senza fini di lucro. Bella soddisfazione”.

Chi ci rappresenterà?” domandò Alba chiaramente curiosa.

Io, come presidente, Laura e Eva che leggeranno la presentazione. Laura spiegherà le motivazioni del progetto. Eva come intendiamo procedere nel recupero”.

Quindi sono precettata per tre giorni a Roma, oltre a dover scrivere un pezzo non banale da leggere davanti a un bel pubblico, sicuramente preparato e motivato” disse la ragazza. “Non mi pare una cosa da poco!”

Laura rimase in silenzio, indispettita perché aveva deciso tutto Lorenzo senza consultarla. Avrebbe voluto gridare ‘Io non ci sto. Mandateci un’altra!’ ma preferì tenere la bocca chiusa.

Già tutto confermato?” domandò una Teresa interessata, perché intendeva programmare qualcosa per quei giorni.

Sì. Confermata la nostra presenza e i nomi dei relatori. Ci offrono viaggio, soggiorno e pranzi per i tre giorni” rispose Lorenzo.

Però avresti potuto interpellarmi” esclamò Laura, che a stento tratteneva la collera.

Ho pensato che ti avrebbe fatto piacere esporre come è nato il progetto. Oppure ho preso una cantonata?” chiese rabbuiandosi il ragazzo.

No, mi fa piacere ma avrei preferito discuterne prima” replicò, addolcendo la voce.

Avevo poco tempo per confermare”.

E va bene” ammise a malincuore la ragazza. “Quindi devo preparare la relazione”.

Sì. Quelle le discutiamo insieme in modo che siano omogenee nel tono e nei contenuti”.

La serata proseguì serena e tranquilla tra vino e castagne.

Vedo che si è fatto tardi” disse Matteo, osservando il grande orologio posto sopra il camino. “Ho solo tre stanze. Se qualcuno si adegua alla mansarda, potete rimanere a dormire qui”.

Ti ringraziamo” disse Marco. “Ma domani devo essere a Reggio per un matrimonio alle nove. Noi torniamo a Modena, anche se è tardi”.

Tu” disse rivolgendosi a Lorenzo. “Pensi di trattenerti oppure preferisci tornare a Firenze?”

Se non disturbo, mi fermerei. La mansarda va benissimo” rispose.

Non ho sentito la voce di Teresa. Gli altri avevano già programmato di restare qui”.

Sono costretta a rimanere” rispose un po’ seccata.

Se vuoi, ti possiamo portare a Bologna” si offrì Marco.

Grazie ma preferisco trattenermi”.

Salutati Eva e Marco, gli altri si prepararono per la notte.

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Il Borgo – Capitolo 62

Venerdì 8 ottobre il gruppo si ritrovò dopo i festeggiamenti del fine settimana precedente. Dovevano smantellare il campo del Borgo, prima che passerella e teleferica fossero rimossi, e successivamente quello vicino al Santerno.

Lorenzo dettò la sequenza delle attività da svolgere.

Se non riusciamo a smontare tutte le attrezzature, che non useremo nei prossimi week end, completeremo il lavoro tra sette giorni. Dal 18 si procede con lo smontaggio della teleferica e del generatore elettrico. Poi sarà il turno della passerella. L’operazione dovrà chiudersi entro il 31”.

Giacomo era riuscito ad affittare una casa vuota e un magazzino a Moraduccio tramite la proprietaria degli alimentari.

Nell’abitazione collocarono i mobili restaurati e quelli in attesa di restauro oltre ad altri oggetti di arredo, recuperati durante i mesi estivi. Nel magazzino finirono le tende e altre attrezzature da campeggio, tutto il materiale edile, accumulato durante l’estate o fornito da qualche sponsor.

Fu un fine settimana di grandi lavori e pochi divertimenti.

Il mese di ottobre si concluse come da programma. Tutto il materiale era stato accatastato nel magazzino in maniera ordinata. Le parti murarie del Borgo, già restaurate, era state ricoperte da teli di nylon per proteggerle dalle intemperie invernali.

I ragazzi si ritrovarono per l’ultima volta nello spazio antistante la rocca per salutare il Borgo prima della pausa invernale.

Avete fatto un bel lavoro” disse loro il Vecchio.

Sì” gli rispose Laura. “Muri e fondamenta sono state consolidate e messe in sicurezza. Il prossimo anno pensiamo di ricostruire la rocca e la chiesa”.

Mi sento ringiovanire di qualche anno”.

Sparirà qualche ruga, ne siamo certi” aggiunse Laura visibilmente soddisfatta.

Ora mi preparo al lungo sonno invernale, sollevato nello spirito e soddisfatto nel fisico. Vi abbraccio e arrivederci al prossimo anno”.

Il Vecchio, prima di allontanarsi tra i resti delle case, ascoltò la risposta di Laura.

Anche noi. Al 2011” gridò agitando la mano, mentre gli altri si guardavano alquanto smarriti. Non avevano visto nulla, né avevano ascoltato delle voci a parte il solito sibilo del vento gelido che faceva frusciare i teli.

Laura si rivolse ai compagni palesemente contenta di quello che aveva sentito.

Il Borgo è felice per quello che abbiamo fatto” cominciò la ragazza.

Non ho udito nulla” intervenne Teresa, mostrando di non credere alla parole della ragazza.

Sarai stata distratta. Vero ragazzi?” domandò agli altri, che tacquero all’infuori di Mattia.

Sì, credo che il Borgo dovrebbe essere fiero di noi. Ha già cambiato aspetto” disse in modo ambiguo senza sbilanciarsi né in un senso né nell’altro. Gli altri annuirono solo.

E ora riprendiamo la strada di casa” affermò Mattia, cingendo le spalle di Laura.

Ritornati al parcheggio, osservarono il luogo dove per molti mesi avevano trascorso insieme i fine settimana tra chiacchiere, discussioni e molti litigi.

Mi mancheranno questi week end” disse Alba triste, stringendosi nel piumino per ripararsi dal freddo pungente di fine ottobre.

Abbiamo trascorso momenti piacevoli ed eccitanti” aggiunse Teresa con un sorriso amaro. “Però non sarebbe male se nei prossimi mesi ci ritrovassimo da qualche parte”.

Una volta venite da noi a Modena” promise Eva, spalleggiata da Marco.

Posso ospitarvi anch’io” disse Matteo. “Ad esempio per San Martino per una bella castagnata”.

Un fine settimana lo possiamo passare a Milano Marittima che non smobilita mai” affermò Mattia.

Possiamo trovarci in pizzeria a Bologna” aggiunse Laura. “Ci teniamo in contatto per organizzare questi incontri”.

Si separarono tra abbracci e baci, dandosi appuntamento da Matteo.

Dopo ognuno prese la strada di casa.

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Il Borgo – Capitolo 61

Da Appennino Romagnolo

NEWS

Un gruppo di ragazzi, che qualcuno potrebbe definire temerari, ha deciso di riportare in vita uno dei tanti borghi abbandonati del nostro Appennino. Hanno costituito una onlus ‘Il Borgo’ per finanziare la loro impresa. Le donazioni sono ben accette. Dopo diverse peripezie per dribblare la burocrazia, usando un’immagine calcistica, il 1 giugno sono iniziati i lavori per far rivivere Castiglioncello. Eva, Marco, Betta, Giacomo, Alba, Matteo, Teresa, Lorenzo, Mattia e la sottoscritta hanno lavorato duramente nei mesi precedenti, rinunciando ai fine settimana e a giornate di ferie, con l’obiettivo di far partire l’impresa. Qualcuno ci ha detto che siamo dei visionari, altri dei paladini dell’ambiente, altri dei pazzi scatenati. Niente di tutto questo! Siamo un gruppo di dieci amici, che fino all’agosto dell’anno scorso non sapevano nemmeno l’esistenza degli altri. Adesso, come un team affiatato, discutiamo, litighiamo e alla fine troviamo la quadra dei nostri pensieri. Eva, futuro architetto, ha trovato uno studio, H3, che ha firmato il progetto esecutivo di recupero. Marco, il fotografo, ha colto le immagini di com’era e seguirà a immortalarle man mano che il Borgo rinascerà. Lorenzo, l’ingegnere edile, seguirà i lavori dell’impresa edile. Alba, Teresa, Mattia e Matteo contribuiranno col loro entusiasmo e lavoro all’ottima riuscita del progetto. E io? Sarò l’umile cronista di questa splendida avventura.

Se qualcuno leggendo queste poche righe di news vorrà toccare con mano i progressi, sarà il benvenuto. Il gruppo li accoglierà e li accompagnerà nella visita guidata. Chiediamo solo un piccolo contributo alla nostra causa. Quanto? Quello che volete purché ci sia.

Noi siamo presenti tutti i week end. Cosa ne pensate di passare una giornata o due (ci sono delle comode tende per gli ospiti) in nostra compagnia?

Alla prossima news.

La vostra Laura

A questa news, alla pagina di Facebook, alla pubblicità del passa parola sulla riviera e agli articoli sul Corriere dell’Appennino risposero in tanti, che come gitanti della domenica si presentarono per vedere all’opera questo gruppo di giovani entusiasti. La presenza di turisti invogliò altre ditte a contribuire come sponsor o con donazioni con grande sollievo delle casse de Il Borgo.

Nel corso di quell’estate un altro evento monopolizzò l’attenzione del gruppo.

Il 21 luglio del 2010 venne progettata una grande festa a Bologna, quando Laura sostenne la tesi di laurea. Gli amici organizzarono ai Giardini del Baraccano un rinfresco per festeggiare la ragazza. Come ricordo del gruppo gli regalarono una preziosa MontBlanc Princess Grace di Monaco come simbolo della futura carriera di giornalista, mentre Mattia le comprò un Ipad come regalo personale.

Insieme a loro c’erano anche i genitori, che furono coinvolti nell’atmosfera spensierata del festeggiamento.

Emma poté conoscere finalmente gli amici di Laura.

Ernesto, Ernesto” lo chiamò con un colpetto al fianco.

Uhm! Che vuoi?” grugnì un po’ spaesato in mezzo a quei giovani caciaroni, che gli stavano facendo una testa grossa come un melone.

Mi sembrano dei bravi ragazzi”.

E con questo?”

Mi piacciono. E ora sto tranquilla” rispose la donna serafica.

Dovevi dirmi solo questo?” le domandò, addentando una tartina al prosciutto.

No”.

Cosa c’è ancora?” domandò di malagrazia.

Hai visto che regalo le ha fatto Mattia?”

Chi?”

Mattia, il suo ragazzo”.

Perché Laura è fidanzata?”

Non lo so…”.

Allora perché l’hai detto? E chi sarebbe questo Massimiliano?” le chiese guardandosi intorno stralunato.

No, Mattia. E’ quello che ti sta di fronte” rispose calma.

Chi? Quello lì?” disse indicando con l’indice il ragazzo, che stava seguendo divertito i loro discorsi.

Ernesto, non indicare con le mani le persone” rispose scandalizzata Emma.

Sei un tifoso del Bologna?” domandò al ragazzo, ignorando il rimprovero della moglie.

No”.

Per quale squadra tifi?” gli chiese deluso.

Per il Cesena” rispose garbatamente.

Una squadretta” disse un po’ schifato.

Beh! Nemmeno il Bologna è molto meglio” replicò sorridente.

Per forza coi dirigenti che ci ritroviamo” ammise amaramente l’uomo.

Ernesto…” lo interruppe la moglie.

Dimmi, Emma”.

Non parlerai di calcio e del Bologna anche oggi! E’ la festa di Laura e dei suoi amici”.

Allora perché siamo qua?” replicò infastidito.

Oggi è un bel giorno per noi. Laura si è laureata con 110 e lode” esclamò la donna.

Ho capito” disse, mentre afferrava un’altra tartina piena di gamberi e caviale.

Laura con la classica corona d’alloro in testa stava ascoltando le ultime battute alquanto irritata.

Simpatici i tuoi genitori” le disse sottovoce Mattia.

Veramente…” cominciò col dire infastidita.

Ma no! Simpatici e giovanili. Ma tuo padre è un tifoso del Bologna?”

Perché non l’hai capito? Gli potresti chiedere tutte le formazioni e lui non sbaglierebbe un colpo”.

Caspita! Peccato che non ci sia più Mike e Lascia e Raddoppia!”

Già” ammise amaramente.

La festa continuò fino alla sera, quando ognuno prese la strada del ritorno.

Quell’estate volò decisamente. I giorni scorrevano veloci e leggeri fino al momento di sospendere i lavori.

Un bilancio decisamente positivo fu steso il 1 ottobre, quando il cantiere fu chiuso con appuntamento al 30 maggio del 2011. Il gruppo si ritrovò con gli operai per festeggiare i quattro mesi di lavoro che stavano lentamente cambiando il volto al Borgo. In cassa rimanevano denari a sufficienza per riaprirlo il prossimo anno senza troppi patemi.

Un’allegra tavolata salutò la fine del cantiere e, dopo aver saldato tutte le pendenze economiche, tra festosi abbracci e calorose strette di mano si scambiarono un «Arrivederci al prossimo anno».

In quei quattro mesi nessuno si era tirato indietro. Laura tra un colpo alla tesi e un articolo pubblicato fece da guida, unitamente a Teresa a qualche migliaio di turisti curiosi in visita a Castiglioncello. Furono impeccabili entrambe le ragazze, anche se era la prima volta che guidavano comitive di gitanti. Notizie curiose, aneddoti, spiegazioni nascevano spontanee dalle loro bocche come se a guidarle fosse il Vecchio.

Giacomo batté le campagne dell’Emilia alla ricerca di mobili dismessi, specialmente quelli delle chiese. Li domandò ai parroci, ai quali offriva in cambio arredi nuovi e moderni. Aveva noleggiato per sei mesi un furgone, spuntando un buon prezzo. Quando arrivava al campo era sempre pieno di mobili, sedie, panche e tanto altro ancora. Molto spesso erano ridotti in cattivo stato ma Betta riusciva a restaurarli in maniera egregia. Alba l’aiutava e presto imparò l’arte del restauro.

Mattia e Matteo con un vecchio pick-up giravano per cantieri e discariche della Romagna alla ricerca di materiale edile da riusare per il Borgo, come faceva Lorenzo nell’area fiorentina. I tre ragazzi, scaricato il materiale nell’area di parcheggio, lo selezionavano, lo ripulivano e lo accatastavano in pile ordinate.

Solo Eva e Marco erano meno operativi degli altri ma anche loro davano un contributo fattivo alla riuscita del progetto.

Il Borgo – Capitolo 60

Erano in piedi da un ora, quando arrivarono il capomastro e tre operai.

«Saranno rigorosamente rumeni» pensò Lorenzo vedendoli ma non disse nulla.

Benvenuti! Gradite una tazza di caffè?” domandò loro cortesemente Laura.

I quattro ragazzi diedero il benvenuto ai nuovi arrivati con una tazza di caffè, prima di salire al Borgo. Dovevano indicare e spiegare dove cominciare coi lavori.

Questi sono massi e mattoni recuperati e numerati con colori differenti” cominciò Lorenzo, indicando quanto avevano raccolto nelle settimane precedenti. “Il giallo sono quelli del muro di cinta. Azzurro per la chiesa. Verde per la rocca. Rosso per la casa dell’Ersilia. Al campo, sotto un telone, ci sono altri mattoni, sassi e massi, recuperati in discarica…”.

Perché?” domandò in un italiano approssimativo quello che pareva il capo del gruppo. “Non potiamo usare mattone nuovo?”

No, no! Il Borgo deve dimostrare tutti i suoi anni” rispose Laura, intervenendo nei loro discorsi.

Non capire il motivo. Ma fare come volete voi” concluse l’uomo, scuotendo la testa.

Quello che vogliamo ottenere è un restauro conservativo del Borgo. Quindi in prevalenza mattoni originali o vecchi” spiegò Eva, che aveva seguito in silenzio la conversazione.

La prima operazione è quella di controllare la stabilità delle parti rimaste in piedi” proseguì Lorenzo. “Se, come presumo, sono pericolanti, consolidateli usando malte e poco cemento”.

Gli operai sembravano indifferenti ai loro discorsi, fumando e guardandosi intorno annoiati.

Il capomastro cercava di memorizzare tutto quello che i ragazzi gli stavano dicendo.

«Ci pagano bene. Quindi facciamo come vogliono loro» rifletté prima di riprendere a parlare.

Certamente. Quando tornare?”

Venerdì sera siamo qui”.

Se incontrare problemi cosa facciamo?” domandò l’uomo.

Per qualsiasi intoppo questo è il numero del mio telefono. Potete telefonare a qualsiasi ora” concluse Lorenzo perentorio. “Ora seguitemi”.

Il gruppo su trasferì nello spiazzo antistante le mura.

Qui ci sono due casette in legno. Una contiene i servizi, l’altra la potete usare come volete. Ripostiglio degli attrezzi, spogliatoio, mensa. Un piccolo generatore produce corrente sufficiente per tenere accese lampadine, un frigo, qualche altro strumento funzionante elettricamente. In particolare quella teleferica” disse indicando un punto del poggio che guardava il Santerno. “Non dovete fare nulla. Usa il fotovoltaico per produrre energia elettrica”.

Gli uomini borbottarono qualcosa.

Dove dormire?” domandò il capo.

Per il momento potete usare alcune tende vuote che stanno in basso. Il prossimo fine settimana ne portiamo due nuove, che sistemeremo qui” rispose Lorenzo.

Altre domande, altre risposte conclusero la loro conversazione.

Noi torniamo a casa” dissero i ragazzi, prima di salutarsi.

Il week end successivo il gruppo si ritrovò nuovamente riunito assieme ai quattro rumeni, che non smisero di osservare le ragazze con occhio concupiscente. Questo non sfuggì all’occhio attento di Betta, che si strinse a Giacomo.

Non mi piacciono. Mi mettono paura”.

Sei diventata razzista?”

No!” rispose la ragazza. “Ma ci guardano come possibili prede”.

Beh! Hanno buon gusto!” disse ridendo il ragazzo. “Non siete niente male. L’occhio vuole la sua parte”.

Non fare lo spiritoso! Se prima mi aggiravo tranquilla, ora questa sicurezza è svanita” replicò Betta seria e per nulla convinta.

Lorenzo e Matteo caricarono le tende sulla teleferica, prima di avviarsi verso il Borgo.

Non potiamo restare qui con voi?” domandò il capomastro.

No!” rispose deciso il ragazzo. “Preferiamo di no. Nel fine settimana arrivano altre persone e ci servono tutte…”.

Basta sistemare le nuove qui” replicò l’uomo per nulla convinto.

Mi spiace ma non c’è posto. Non c’è spazio a sufficienza per tutti, servizi compresi. Lassù avete tutto quello che vi serve, se volete restare nei fine settimana” tagliò corto Lorenzo.

A malincuore gli uomini presero le loro cose e si trasferirono su, al Borgo.

Laura fremeva per andare a vedere come procedevano i lavori.

Sta calma” le disse Mattia, raffreddando le smanie della ragazza. “Domani si sale a verificare cosa hanno combinato. Per il momento restiamo qui”

La prese sotto braccio e la condusse nella loro tenda. Alba e Teresa fecero un giro per controllare che nulla fosse stato toccato.

Se avessi saputo che dormivano qui, non avrei lasciato nulla” disse freddamente Teresa.

Non mi pare che manchi nulla” rispose Alba. “A proposito del discorso che ci siamo fatte ultimamente. Se vuoi venire da Matteo, non ha nulla in contrario. Però non lo invita per tenerti compagnia. Al massimo…”.

Ho capito. Non sei un’amica!” replicò delusa. “Sono certa che hai svelato tutto”.

Mi offendi!” esclamò Alba arrabbiata.

Prendila come vuoi” le disse voltandole le spalle.

Giacomo e Betta casualmente erano nelle vicinanze e ascoltarono i discorsi delle due ragazze culminate con un litigio.

Quella” disse Giacomo senza pronunciarne il nome. “Quella è pericolosa come un serpente”.

L’hai avvertito?” domandò la ragazza.

Sì. Mi ha detto che se ne era accorto anche lui. Farà molta attenzione. La situazione non gli piace”.

Ci credo”.

Laura nell’intimità della tenda con Mattia era dilaniata dal dubbio se rivelare il tradimento con Lorenzo oppure tacere. Da qualunque parte girasse il problema osservava delle spine che potevano fare molto male a lei e al ragazzo.

«Non dovevo farlo! Non dovevo lasciarmi andare. Che faccio? Confessare o tacere? Con quale stato d’animo affronterò la notte? Ma è inutile recriminare» rifletté amaramente.

Mattia percepiva uno stato d’ansia nella ragazza che non riusciva ad attribuirlo a nulla.

«La sento tesa, ansiosa. Non credo che sia perché le ho impedito di salire al Borgo. Sembra nascondermi un segreto. Oppure vorrebbe aprirsi con me ma non ci riesce».

Provò a sondare il terreno.

C’è qualcosa che non va?” le chiese con dolcezza, stringendole le mani.

No! Nulla” rispose senza riuscire a trattenere il rossore delle guance.

Eppure ti sento nervosa come se ci sia qualcosa che non va tra noi due” la incalzò il ragazzo.

Ti amo” disse baciandolo per tentare di chiudere quel discorso diventato troppo scivoloso e pericoloso.

Mattia la lasciò fare e ricambiò il bacio con ugual furore, anche se era certo che ci fosse qualcosa da approfondire.

Scivolarono a terra e freneticamente si spogliarono a vicenda per fare all’amore. Fu un amplesso breve ma intenso che si consumò velocemente.

Laura! Mattia! Dove vi siete imboscati?”

Udirono la voce di Giacomo che li chiamava.

Sst!” gli fece cenno col dito sulle labbra.

Lasciali in pace” disse Betta, che aveva intuito tutto.

D’accordo” replicò il ragazzo. “Sono arrivati anche Eva e Marco. Tra un poco si mangia”.

Li sentirono allontanarsi ridacchiando. Si rivestirono e raggiunsero gli altri.

Il cuoco cosa ha preparato?” domandò Mattia che nascondeva con abilità quel turbamento per la risposta non data.

Uhm! Direi niente di sfizioso” rispose Matteo.

Qualche risata timida e qualche commento un po’ salace li misero a tavola con allegria.

Un nuovo week end li aspettava.

//

Il Borgo – Capitolo 59

Prima del risveglio di Marco e Eva, quando il cielo sfumava dal nero della notte al rosato dell’alba, Lorenzo si alzò e uscì all’aperto a riflettere.

Laura aveva grugnito un po’ nel tentativo di trattenerlo presso di sé ma alla fine aveva compreso che era meglio così.

Il ragazzo arrivò fin sul greto del Santerno a osservare l’acqua trasparente del fiume scivolare fra massi e sassi.

«E’ stata una notte oltremodo piacevole. Non pensavo che fosse così arrendevole. C’è stata grande sintonia tra noi ma non ho ancora compreso i rapporti con Mattia”.

Riprese a camminare con lentezza lungo il fiume nella pace tranquilla del giorno che si annunciava sereno e soleggiato.

«Devo fare mente locale su quando è avvenuto stanotte» si disse calciando un filo d’erba. «Laura mi piace. Mi è sempre piaciuta fin dal primo istante. E’ la classica ragazza che vorrei incontrare e avere come compagna. Bella ma non troppo appariscente. Determinata ma dolce nei momenti di intimità. Tenace e testarda nel conseguire gli obiettivi fissati. E’ vero che…”.

Era immerso nei suoi pensieri quando udì in lontananza la voce di Marco ‘Lorenzo, Lorenzo’ che lo chiamava. Si girò e agitò la mano per far intendere di aver sentito il richiamo. In breve fu di ritorno al campo.

Mattiniero” osservò Eva, scrutandolo nel viso.

Sì. Ormai fa parte di me alzarmi di buon’ora, perché il cantiere apre alle sette e mezza la mattina. Devo trovarmi con tutti quelli che vi lavorano per fare il punto della situazione e dare le ultime istruzioni per la giornata”.

Lorenzo sorrise come per far comprendere che non sarebbe caduto nel tranello di tradirsi con le emozioni verso Laura. «Questa coppia è simpatica ma è un po’ troppo maliziosa» si disse, mentre si sedeva per prendere la tazza di caffè che Marco aveva preparato.

Oggi sarà una bella giornata calda. Peccato che dobbiamo oziare senza fare nulla di importante” riprese a parlare il ragazzo. “Però anche voi non scherzate nell’alzarvi presto”.

In effetti non riesco a dormire troppo e col le prime luci del giorno sono già sveglia” rispose Eva, sorseggiando un tè scuro e bollente.

Mi piace svolgere il mio lavoro alla mattina col fresco. Nel pomeriggio rendo poco” aggiunse Marco, che si sedette con loro. “Laura invece è più dormigliona di noi”.

Aveva appena terminato di pronunciare quelle parole che dalla tenda spuntò una Laura assonnata e scarmigliata.

Dormigliona, io?” farfugliò incespicando nelle parole.

Una franca risata si levò dai tre ragazzi.

Guardati nello specchio!” l’ammonì Marco.

Perché?” replicò riacquistando la solita sicurezza.

Occhio spento e capelli arruffati come se avessi passato una notte di bagordi”.

Vorrei vedere te, essere svegliati all’alba!”

Ti siedi con noi a prendere un ottimo caffè nero e bollente oppure torni a dormire?” le domandò con cortesia Lorenzo, suscitando un’occhiata di relativa sorpresa da parte degli altri due compagni.

Tempo di infilarmi una maglietta e jeans e poi sono da voi” disse, sparendo nuovamente nella tenda.

Vista così è decisamente sexy la nostra Laura” affermò sornione Marco.

Lorenzo non rispose, rimanendo imperturbabile, come se non avessero richiesto il suo parere. Continuò a sorseggiare il caffè.

Eva si innervosì un poco all’uscita del compagno. Non le piaceva quel continuo punzecchiare Lorenzo con frecciate nemmeno troppo velate.

«E’ chiaro che hanno passato la notte insieme ma Lorenzo si sta comportando da perfetto gentiluomo per non mettere in difficoltà Laura» rifletté mentre sgranocchiava un biscotto al farro. «Si è alzato prima di tutti così nessuno sa con certezza da quale tenda sia uscito. Non risponde alle provocazioni di Marco e si dimostra cortese e gentile con Laura. Un comportamento ineccepibile».

Terminata la colazione, si prepararono a salire al Borgo. Per l’escursione alla cascata dei Briganti c’era tempo. Mentre percorrevano la ripida salita, Lorenzo e Laura camminavano affiancati, precedendo l’altra coppia, che rimaneva relativamente distante.

Non so cosa mi abbia preso, ieri sera” sussurrò con un filo di voce. “Mi sono lasciata andare e ora sono pentita. Però non farti illusioni che possa esserci un bis. Amo Mattia”.

Nessuna falsa speranza nutro nei tuoi confronti, anche se mi piaci, lo ammetto con franchezza” replicò il ragazzo. “Sappi che c’è sempre un posto per te nel mio cuore”.

Laura rimase turbata da queste parole, perché aveva pensato che fosse stata solo un’avventura. Adesso sapeva che lui era innamorato di lei. Doveva ammettere che la notte appena trascorsa era stata bellissima e le aveva lasciato un ricordo che difficilmente si sarebbe stemperato nel tempo.

«Mattia è il mio amore ma con Lorenzo c’è stata un’intesa sessuale veramente sorprendente. Devo cancellare questa sensazione. Non posso lasciarlo a rodere le mie certezze» rifletté amaramente.

A cosa stai pensando?” le chiese il ragazzo, che aveva notato il lungo silenzio dopo la sua dichiarazione.

Al fatto che per te non c’è posto nel mio cuore” gli rispose con la voce incrinata dall’emozione.

Stava per aggiungere qualcosa, quando esclamò “Il Borgo ci sta aspettando all’ingresso. Lo vedo sorridente”.

Lorenzo scosse la testa, perché pensava seriamente che la ragazza avesse deliberatamente cambiato argomento. Nelle sue parole non c’era una preclusione netta ma lasciava uno spiraglio alla speranza che un giorno sarebbe stata sua.

Ragazzi” disse Laura, volgendosi verso Eva e Marco. “Il Borgo ci sta aspettando per parlare con noi”.

Davvero?” commentò Eva, prevenendo una risposta dubbiosa del compagno. “Chissà cosa avrà da raccontarci questa volta”.

Buongiorno!” esclamò Laura, salutando il Borgo.

Benvenuti!” rispose il vecchio.

Da domani si fa sul serio. Si cominciano finalmente i lavori”.

Una splendida notizia! Ma venite con me che vi racconto come Castiglioncello declinò nell’oblio”.

Certamente” rispose Laura, facendo un cenno agli altri di seguirla.

Lorenzo la guardava ammirato e deluso allo stesso tempo, perché nonostante quello che si erano detti lei non si perdeva d’animo, inventandosi dialoghi fantasiosi col Borgo.

«Qualunque ragazza dopo una notte trascorsa nella passione dei sensi, dopo una dichiarazione esplicita di amore, sarebbe entrata in crisi, dibattuta tra i sentimenti verso il suo ragazzo e i dubbi verso il nuovo innamorato. Ma Laura appare fredda, mentre in realtà lascia trasparire il calore che ha dentro di sé». Così rifletteva il ragazzo, mentre si sedeva accanto a lei con naturalezza e senza ritrosie.

Dunque da domani si comincerà a ricostruire il Borgo? Ho capito bene” domandò con voce stanca e greve il Vecchio.

Sì. Finalmente domani sarà il gran giorno” rispose allegra la ragazza.

Bene. Ma ora vi racconterò come con la realizzazione delle nuove strade nel diciottesimo secolo Fiorenzuola e di conseguenza Castiglioncello subirono un effetto devastante. Lo sviluppo delle contrade al di là del crinale si fermò, perché la nuova rotabile della Futa tagliò fuori sia il comune sia il Borgo. Mentre Fiorenzuola rimase a vivacchiare, avendo perso importanza strategica e commerciale, noi rimanemmo isolati, perché l’antica via che passava di qui divenne impraticabile. Noi eravamo collegati al resto del mondo solo con quella passerella che esiste tuttora”.

Il ponte andato distrutto quest’inverno esisteva già trecento anni fa?” chiese Laura, aggrottando la fronte.

Sì. In quell’epoca erano poche assi sconnesse. Se osservate bene” disse il Vecchio indicando con l’indice della mano un punto in basso. “Se osservate bene, quell’edificio maestoso era la vecchia dogana di Moraduccio, costruita quando si sviluppò la nuova strada sulla destra del Santerno”.

Ma gli abitanti cosa dicevano? Non hanno protestato?” domandò la ragazza.

Cosa potevano fare? Eravamo isolati, tagliati fuori da tutto e da tutti. Solo la relativa vicinanza con la strada che passava per Moraduccio ritardò l’abbandono del Borgo”.

Se ci fossi stata io, sarebbe finita in modo diverso” proclamò con forza Laura.

Il Vecchio sorrise e scosse il capo.

Ora vi lascio” disse mentre si allontanava lentamente fra i ruderi del Borgo.

Avete sentito, ragazzi, che storia triste ci ha narrato” disse la ragazza, raccogliendo solo qualche mugugno.

La giornata proseguì tra l’esplorazione dei luoghi circostanti e le chiacchiere su quello che li aspettava l’indomani.

Quando venne il momento di coricarsi, Laura parlò con decisione con Lorenzo.

No, stanotte ognuno dorme nella propria tenda. Ieri è stato un momento di debolezza ma non si ripeterà”.

Ma prometto di stare buono” provò a replicare il ragazzo.

Sono io che sicuramente non sarei una casta donna” disse ridendo.

Allora provi qualcosa verso di me…”.

Mi spiace dirlo. E’ stato piacevole ed eccitante l’altra notte ma non nutro nessun sentimento. Amo Mattia e sono pentita di averlo tradito. Però non si può tornare indietro. Questa notte ognuno dorme per conto suo” precisò con una decisione che non ammetteva margini di trattativa.

Ho capito” rispose rassegnato Lorenzo, avviandosi verso la sua tenda.

Laura passò una notte in preda a incubi tra la voglia di stringersi a Lorenzo e la decisione di chiudere tutte le porte del cuore.

Il ragazzo sognò che Laura era venuta a trovarlo e avevano fatto all’amore ma rimase solo un sogno.

All’alba si svegliarono tutti insieme e si prepararono per affrontare la nuova giornata.

Il Borgo – Capitolo 58

Il gruppo al completo si trattenne fino alla domenica sera e dopo una rapida cena ripartì per tornare a casa, dandosi nuovamente appuntamento al primo week end di giugno. Al campo rimasero solo Lorenzo, Laura e Eva col supporto di Marco per aspettare l’arrivo dell’impresa edile il martedì successivo.

Qualcuno deve rimanere per accoglierli” disse Lorenzo. “Oltre al benvenuto, devono avere qualche dritta da dove cominciare”.

Io resto” affermò decisa Laura.

Anch’io” si associò Eva. “Devo spiegare loro il progetto”.

Marco non parlò ma fece intendere con chiarezza che sarebbe rimasto accanto alla sua compagna. Ci fu un coro di ciao e di arrivederci, manate sulle spalle e baci, finché non calò il silenzio fra le tende.

Accesero un piccolo fuoco attorno al quale si sedettero per chiacchierare e discutere sul progetto che finalmente vedeva la luce.

Non aspetto altro che vedere all’opera i muratori attorno al Borgo” disse Laura, sistemandosi accanto a Lorenzo. “Sono mesi che mordo il freno. Impotente a smuovere le acque”.

Sei troppo impaziente” le risponde Eva con un lieve sorriso sulle labbra. “A volte sei troppa rigida e determinata, quando invece servirebbe un po’ di flessibilità”.

Io ho i miei ritmi” si difende la ragazza. “Lo so che non coincidono spesso con quelli degli altri ma devo procedere lo stesso…”.

Hai detto che il 21 luglio dai la tesi” intervenne Lorenzo per cambiare argomento e per tornare su un terreno neutro. “E’ già pronta?”

No, no!” replicò Laura scandalizzata.

Ma la prepari in trenta giorni?” domandò incuriosito Marco.

C’è già una bozza abbastanza avanzata, che il prof ha già visto e approvato. Ora la devo rifinire”.

L’argomento?” chiese Eva.

Una tesi giornalistica. ‘La storia di un recupero. Castiglioncello torna a vivere’”.

Allora ci siamo anche noi?” domandò Lorenzo.

Sì e no…”.

In che senso?”

Diciamo che ha un taglio giornalistico, come d’altra parte deve essere, dove faccio la cronistoria di questa avventura. Quindi anche voi siete menzionati ma solo di sfuggita”.

Sono deluso” rispose Marco. “Pensavo che ci avessi ritagliato un profilo maggiore”.

L’avrei fatto ma il professore me l’ha eliminato. Non tutto ma gran parte”.

Perché?” domandò curiosa Eva.

Il punto focale è il Borgo coi suoi misteri e le sue storie. Noi siamo i comprimari, gli agenti secondari della sua resurrezione”.

Ah!” esclamò delusa la ragazza.

Mentre Laura spiegava con dovizia di dettagli l’ossatura della tesi, Lorenzo la osservava con calma. Notava il viso regolare, illuminato dal fuoco che creava interessanti giochi di luci e di ombre.

«E’ una gran bella ragazza. Peccato che sia già impegnata. Ha un caratterino non propriamente docile ma saprei come domarla» rifletteva il ragazzo, attratto solo dalle forme in chiaroscuro del suo corpo.

Si strinse più vicino a lei, senza che desse segni di insofferenza o si allontanasse. La cinse col braccio, ponendo la mano sulla coscia. Non notò nessuna reazione di rigetto.

«Bene» pensò soddisfatto, addossandosi ancora di più.

Tutte queste manovre non passarono inosservate a Marco, che sorrise. «Ci prova».

Domani cosa facciamo?” domandò Laura per nulla infastidita dal corpo e dalle mani di Lorenzo.

Possiamo fare un’escursione nei dintorni. Non sono mai arrivata fino alle cascate del Brigante” rispose Eva, “E voi che dite?”

Per me sta bene” disse Marco, dando una sbirciata all’orologio. “S’è fatto tardi con tutte le nostre chiacchiere. Andiamo a nanna?”.

D’accordo” confermò Eva, alzandosi.

Noi restiamo ancora qualche minuto” replicò Laura.

Lorenzo annuì semplicemente, senza dire nulla.

Marco, abbracciato alla compagna, le sussurrò qualcosa nell’orecchio.

Hai notato?”

Cosa?” chiese la ragazza.

Il nostro ci prova”.

E lei?”

Sono certo che non le dispiaccia. Anzi le fa piacere”.

Ma sei sicuro?” domandò Eva, incredula.

Vedrai. Domani. Passeranno la notte insieme” rispose ridendo piano, mentre entravano nella loro tenda.

Sarà ma sei un braghero!” disse la ragazza baciandolo con trasporto. “Ma tu sei solo mio!”

Lorenzo e Laura restarono lì ancora alcuni minuti in silenzio, mentre il fuoco era ormai morente.

Senza dire nulla il ragazzo si alzò e prese per mano Laura, portandola verso la tenda. La notte stava cominciando.

Il Borgo – Capitolo 57

Finalmente si parte!” urlò contenta Laura, che aveva vissuto quelle ultime settimane come un incubo.

Bene!” disse Mattia allegro. “Dal frigo da campeggio, prendiamo fuori la bottiglia di champagne per brindare all’avvio del cantiere”.

Il clima era decisamente surriscaldato, come il tempo caldo e già leggermente afoso di quei giorni di fine maggio, perché finalmente tutti gli intoppi sembravano essere finiti. La passerella pedonale era agibile, come la teleferica, il cantiere era pronto per l’inizio dei lavori, in cassa c’era denaro sufficiente per un paio di mesi. Tutto virava decisamente verso il bello stabile.

Un bel botto e un po’ di champagne, che bagnò il prato in modo bene augurante, suggellò la notizia che dal primo giugno il progetto si sarebbe messo in moto.

Ragazzi” disse Laura, catturando l’attenzione del gruppo. “Anch’io ho una bella notizia. Non so come ma il 21 luglio prossimo mi laureo, finalmente!”

Nuovo brindisi” esclamò Giacomo.

Calma! Mica sono già laureata!” replicò la ragazza, gettando acqua su fuoco. “Tra il Borgo e la tesi mi aspettano settimane di fuoco”.

Allora il 21 siamo tutti fuori dall’aula per dire ‘Dottoressa del buco del…’ e tirarti uova marce!” disse Matteo, ridendo.

Laura corse verso il ragazzo, fingendo di essere arrabbiata e poi rivolgendosi a Mattia lo rimproverò. “E tu, bugiardo, non mi difendi?”

Ma certo, mia dolce principessa Dulcinea del Toboso” replicò ironico. “Ora monto sul mio destriero e schiaffeggio quel cavaliere insolente per una sfida a braccio di ferro”.

Nuove fragorose risate accolsero questa battuta, mentre Laura finiva tra le braccia di Mattia.

Teresa osservava la scena e provava nei confronti di Laura una certa gelosia, palese nel viso, perché avrebbe desiderato esserci lei al suo posto. Lorenzo l’osservò in silenzio e scosse la testa, pensando che si sarebbe trasformata in una mina vagante se continuava in quegli atteggiamenti.

Anche Betta notò la faccia della ragazza e non ne ricavò una buona impressione.

Teresa è gelosa di Laura” sussurrò in un orecchio a Giacomo. “Credevo che si trovasse bene con Lorenzo”.

A dire il vero non me ne ero accorto” rispose il ragazzo con un filo di voce. “Ma ora che me lo fai notare, si vede chiaramente. Non mi piace per nulla”.

Che sia il caso di avvertire Mattia?”

Penso di sì”.

Ci pensi tu?”

Certamente”.

Mattia, cingendo le spalle di Laura, avanzò la proposta di salire al Borgo, per verificare che tutto fosse in ordine per il primo giugno.

Teresa, imbronciata, declinò l’invito.

Preferisco rimanere qui” disse con tono piatto. “Vi aspetto, oziando un po’”.

Lorenzo rimase sorpreso da quell’uscita. «Va bene mostrare apertamente di essere gelosa ma questo è un comportamento infantile» rifletté amaramente.

Rimango a farle compagnia” affermò decisa Alba.

«Altra buona fritta!» pensò Giacomo, stringendo la mano a Betta.

Va bene” aggiunse Laura, che pareva non aver notato nulla. “Restate pure qui. Noi andiamo”.

Con passo deciso si diresse per la passerella pedonale, seguita dal resto del gruppo.

Rimaste sole le due ragazze, si accomodarono sull’erba del prato.

Non ce la faccio più a sopportarla” sbottò Teresa. “Le caverei gli occhi”.

Alba rise di gusto all’affermazione dell’amica.

E come vorresti fare?” le domandò curiosa.

Non lo so. Anzi…” disse come se un lampo le avesse illuminato gli occhi. “Anzi so come farla ingelosire e rompere con Mattia”.

E come?”

Hai detto che Matteo ti ha invitata per visitare la sua azienda…”.

Sì ma…”.

Bene: Vengo anch’io e tu fai in modo che ci sia anche Mattia. Per il resto ci penso io”.

Muh. Perché mai dovrei invitarlo?”

Non tu, sciocchina! Ma Matteo…”.

Non mi pare che siano amici. E poi con quale scusa dovrebbe invitarlo?”

Questi sono affari tuoi. Matteo pare pendere dalle tue labbra. E’ cotto come un sardone sulla griglia” replicò ridendo.

Dici?” domandò Alba incredula.

Ma hai del prosciutto sugli occhi?” le rispose Teresa.

No ma non mi pareva così come lo descrivi”.

Mah! Ci devo pensare” concluse Alba per nulla convinta.

Gli altri ragazzi del gruppo, saliti al Borgo, esaminarono la situazione.

Le erbacce sono estirpate. Massi e pietre sono accatastati in buon ordine” disse Laura, guardandosi intorno.

La radura è stata attrezzata con una casetta in legno e servizi igienici. Volendo si possono piantare un paio di tende…” disse Mattia.

Ma non ce ne sono più di disponibili” lo interruppe Marco.

Però se ne può cercare qualcuna di usata o nuova. Sul web ho visto una certa disponibilità a prezzi accessibili senza svenarsi” replicò deciso il ragazzo.

A cosa servirebbe?” chiese Eva, che non comprendeva perché si dovesse mettere mano alla cassa per l’acquisto.

Per qualche operaio che decidesse di rimanere qui senza tornare a casa tutte le sere” spiegò Mattia.

Mi pare una buona idea” disse Lorenzo che aveva seguito la discussione con interesse. “Te ne occupi tu?”.

Va bene” rispose il ragazzo.

Dopo un paio d’ore il gruppo tornò sui suoi passi per rientrare al campo base, dove li aspettavano le due ragazze.

//

Il Borgo – Capitolo 56

Come aveva previsto Lorenzo, il giorno dopo fu un’autentica mazzata per il morale del gruppo. Oltre ai soldi per i muratori, servivano quelli per i materiali, per trasportare in discarica gli scarti e quelli per altre mille spese minori. Un mare di euro li aspettava per farli annegare nello sconforto.

Ho perso il conto di quanto dobbiamo racimolare per avviare e gestire il cantiere” disse Betta sconsolata. “Credo che abbiamo affrontato un’impresa superiore alle nostre forze…”.

No!” ruggì Laura, decisa a portare avanti il progetto. “I soldi li troveremo in qualunque maniera…”.

Come?” domandò calma Betta.

Non lo so! Ma ci riuscirò!” rispose, quasi urlando la ragazza.

Se lo dici tu…” replicò ironicamente Teresa.

Tu chiudi il becco!”

No! Io parlo e nessuna mi mette a tacere!”

Allora dati da fare per trovare i soldi. Ognuno di noi si dovrà attivare per portare in cassa quanto serve ogni mese” urlò Laura rossa in viso per lo sforzo nel perorare la causa.

Lorenzo si avvicinò per bloccarla ma desistette nel vederla così infuriata, lasciando questo compito non facile a Mattia.

Ci sarebbe ancora un altro particolare che abbiamo tralasciato…” continuò il ragazzo.

Cosa si aspetta ancora?” chiese impaurita Alba.

Dobbiamo procurarci una partita IVA…”

Chi? Iva!? Chi è? Una nuova assunta?” domandò Teresa che aveva perso il filo del discorso.

No!” rispose ridendo Lorenzo. “Non possiamo lavorare in nero, dobbiamo costituire una società, al limite una onlus, per pagare muratori e conti, se non vogliamo finire nel mirino della finanza. Si rischia grosso”.

Nuovo gelo calò sul gruppo, mentre fuori la pioggia continuava implacabile a picchiare sulla tenda.

Giacomo fu il primo a riprendersi e fece qualche domanda per chiarire quest’ultimo aspetto.

Ammesso” cominciò il ragazzo con voce pacata e ferma. “Ma non concesso che recuperiamo quella vagonata di soldi e come sarà possibile, lo vediamo dopo, costituire una società mi resta più complicato. Non saprei dove cominciare”.

Hai ragione, Giacomo. Non è facile ma ci si può riuscire anche in tempi brevi” rispose Lorenzo, catturando l’attenzione del gruppo. “Lunedì contatto commercialista e legale. Mi faccio preparare una bozza e la lista degli adempimenti, che possiamo discutere il prossimo week end…”.

Perché non prima?” intervenne una Laura decisa ad accorciare i tempi.

Manca il tempo necessario per preparare le carte e poi tutti noi lavoriamo…”.

Si prende un giorno di ferie” replicò implacabile la ragazza.

Cosa cambia da giovedì a venerdì?” rispose tranquillo Lorenzo. “Se dobbiamo prenderci un giorno, è meglio quando ci dovremmo trovare dal notaio per costituire la società”.

Parlavi di onlus” chiese Mattia che aveva seguito in silenzio ma con molto interesse l’intera discussione. “Possiamo farlo? Francamente non lo so, perché immagino strutture come Emergency o quelle che aiutano i profughi”

Non lo so” rispose laconico il ragazzo. “Per questo mi informo lunedì. Ma vagamente mi pare di sì”.

Quali vantaggi comporta?”

Dovrebbe facilitare le donazioni. Se non hanno abolito le detrazioni fiscali, società e privati hanno un motivo in più per farle”.

Lorenzo gettò un rapido sguardo ai compagni che mostravano sul viso preoccupazione e disorientamento, prima di riprendere a parlare.

Direi che per oggi basta con le cattive notizie. Il prossimo week end leggiamo e discutiamo i documenti sulla società, nominiamo un presidente, un tesoriere, un segretario e un revisore/controllore e …”

Insomma ognuno di noi ricoprirà una carica!” esclamò allegra Alba.

Più o meno così” disse il ragazzo, sorridendo. “Ma ora pensiamo a come passare la giornata, che non pare molto propizia”.

Idee?” commentò Marco.

Giochiamo a Monopoli…” suggerì Matteo.

Non mi pare che ci sia la scatola” replicò Betta. E se tornassimo tutti a casa?”

Ottimo suggerimento!” disse Alba.

E così fecero.

Il week end successivo ebbe un tempo decisamente migliore. Fu discussa la bozza di costituzione de ‘Il Borgo – onlus” senza troppe obiezione da parte del gruppo, che ne capiva poco di tutte quelle clausole legali.

Si fidarono delle assicurazioni di Lorenzo, che venne designato presidente. Betta assunse la carica tesoriere, Laura di segretario, Marco di revisore/controllore. Gli altri furono nominati consiglieri. Il 23 maggio divenne ufficiale davanti a un notaio e nei giorni successivi furono completati i restanti adempimenti. Dal 1 giugno era operativa.

La raccolta di fondi era cominciata immediatamente e affluì in un conto, aperto presso le Poste Italiane. Dapprima in sordina, poi sempre più numerose furono le donazioni.

Lorenzo si accordò con una piccola impresa edile, che si accollò una parte degli stipendi in cambio di pubblicità tramite la loro fan page di Facebook, che aveva ormai una vasta platea di simpatizzanti.

Al progetto mancavano solo le carte ufficiali che arrivarono il 27 maggio. In quel ultimo fine settimana di maggio il gruppo si ritrovò per fare il punto dell’inizio delle attività.

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