Seflpublishing Indie author: i suoi compiti

Proseguiamo nell’esplorazione del mondo selfpublishing, affascinante ma anche difficile da gestire.

Le due  precedenti parti le trovate qui e qui.

Vorrei chiarire che questi brevi post non hanno nessuna pretesa di essere esaustivi  ma di descrivere un mondo, quello del selfpublishing, assai variegato che ogni indie author dovrà approfondire.

Due avvertenze: la prima è che non può pensare di fare concorrenza agli editori tradizionali. La seconda è che se pensa di vivere di scrittura farebbe meglio a cercarsi un lavoro.

Copertina di carta
Un giallo Puzzone

Come abbiamo raccontato in precedenza l’autore indipendente – indie author – è l’editore di se stesso e scommette sulle proprie opere. Però prima di addentrarci sui suoi compiti, facciamo un rapido riepilogo di quello l’editore tradizionale deve, o meglio dovrebbe, il condizionale è d’obbligo, fare nella sua attività imprenditoriale. Escludo dal novero degli editori quei pseudo editori che vivono alle spalle di molti scrittori, la cosiddetta editoria a pagamento (EAP). Le forme con cui queste persone agiscono per raggirare gli aspiranti scrittori sono le più varie e subdole. Chiudo questo inciso e parlo dei editori che in qualche modo rischiano il proprio capitale.

Quali sono i compiti?

1. scouting

2. editing

3. graphic design, la copertina

4. impaginazione

5. correzione bozze

6. quarta di copertina

7. traduzione, limitatamente a testi stranieri

8. promozione o marketing

1. Scouting

È forse l’attività più delicata di un editore. Trovare un testo da pubblicare con successo vuol dire per lui guadagno. Puntare su uno che è un flop, vuol dire perdita. Scartare un manoscritto che presso un altro editore sarà un successo è uno scorno. Va da sé la difficoltà nella selezione. Un tempo c’erano persone la cui attività consisteva nel leggere i manoscritti arrivati all’editore. Tra i più famosi cito Vittorini, Calvino e Pivano. Poi per effetto dei tagli per ridurre le spese e l’incremento vertiginoso degli invi hanno spinto molti editori a usare forze esterne per la selezione. Agenzie letterarie ed editor freelance fanno da filtro, conservando all’interno un piccolo nucleo di editor come lettori di ultima istanza o per quei manoscritti arrivati direttamente ritenuti meritevoli di attenzione. L’uso di forze esterne ha avuto un duplice effetto: evitare di leggere le valanghe di opere ricevute e risparmiare sui tempi di editing. I testi proposti di norma arrivano già pronti per la pubblicazione.

2. Editing

Questa attività è finalizzata a trasformare un testo acerbo in uno maturo pronto per la pubblicazione. Il fatto che arrivino da fonti esterne, che hanno tutto l’interesse perché sia pronto per la pubblicazione, consente all’editore di ridurre le spede di editing, che rimangono in capo all’autore.

3. Graphic design

La preparazione della copertina può essere fondamentale per il successo di un libro. Credo, ma non ne ho certezza, che a parte i grossi gruppi editoriali il resto si appoggino a graphic designer professionali. C’è qualche eccezione come Adelphi che usa una copertina minimale come marchio editoriale.

4. Impaginazione

A guardare molte pubblicazioni, specialmente tra gli ebook, non sembra che questa attività sia in cima all’attenzione dell’editore. Il prodotto digitale è quasi sempre scadente e costoso. Raramente si ottiene da un processo specifico per gli ebook. Non è che col cartaceo la situazione sia molto migliore ma di certo è un po’ più curata.

5. Correzione bozze.

Altro tasto dolente. Libri cartacei e digitali sono ricchi di refusi facilmente correggibili con un correttore ortografico. Un tempo questa figura era la persona di ultima istanza prima della pubblicazione. Oggi è in pratica quasi scomparsa e i risultati si vedono.

6. Quarta di copertina.

Ci sono dei professionisti chiamati copywriter che scrivono la quarta di copertina. Copertina e quarta sono gli elementi visivi di prima istanza che il potenziale lettore osserva. Quindi la scrittura di poche ma incisive parole può suggerire al lettore il suo acquisto.

7. Traduzione

Quando si acquistano i diritti di un testo straniero serve un traduttore per renderlo leggibile al lettore italiano. Anche in questo caso le traduzioni non sono molto accurate. Non è una regola ma capita. I traduttori di norma sono sottopagati a discapito della qualità della traduzione. A volte sembra che la traduzione sia ottenuta da traduttori automatici.

8. Promozione

In teoria l’editore dovrebbe promuovere i suoi prodotti. Salvo i grandi editori che investono soldi per il marketing a fronte di determinati testi, gli altri spesso non lo fanno per nulla oppure lo lasciano in carico all’autore.

Visto quello che un editore tradizionale dovrebbe fare, pare evidente che anche l’indie, come autoeditore, si deve attenere.

1. Scouting

L’indie non deve scovare un manoscritto ma trovare un’idea geniale da sviluppare e trasformare in una storia. Diciamo deve trovare il plot da mettere nero su bianco.

2. Editing

È il punto cruciale che l’indie deve superare per dare alla sua storia una veste professionale.

L’indie ha quattro strade avanti a sé.

a) eseguire l’editing in autonomia. I risultati non sono mai ottimali.

b) affidarsi a un editor professionale. Non è facile da trovare, perché i migliori ti snobbano e costano una fortuna. Chi costa poco, è un correttore di bozze e talvolta nemmeno. Diciamo bisogna aver fortuna.

c) trovare qualcuno che prepari una scheda valutazione coi fiocchi è raro e da tenere sul palmo della mano, perché con essa è possibile eseguire un editing in autonomia non perfetto ma di buon livello. Ne ho trovato uno moltissimi anni fa ma adesso non riesco più a rintracciarlo.

d) trovare un altro indie con buone competenze di editing col quale scambiarsi favori a vicenda. In definitiva è creare un gruppo con diverse competenze specifiche da scambiare. Non è facile ma possibile.

3. Graphic design

Se si hanno buone competenze grafiche si può tentare in autonomia la creazione della copertina. Le altre due strade sono o affidarsi a un graphic designer professionista o trovare un altro indie con cui scambiarsi le competenze.

4. Impaginazione

Può essere svolta in autonomia. Bastano buone conoscenze di word editor e leggere i documenti che spiegano come impostare pagine, paragrafi, ecc. Sono gratuiti e in qualche caso in italiano. Una volta costruito uno o più modelli a seconda delle necessità, basta usare sempre quelli fin dall’inizio della stesura del testo e si ritrova alla fine con un documento migliore di quello di un editore tradizionale. Non ci vuole molto ma rappresenta il punto di forza dell’indie.

5. Correzione bozze.

Anche questa attività può essere svolta in autonomia sfruttando correttori grammaticali professionali e qualche amico come betareader. Uno dei vantaggi dell’essere autoeditori è che possiamo aggiornare il libro già pubblicato per eliminare qualche residuo refuso. Nel caso di ebook la nuova versione sarà aggiornata sui lettori dei nostri acquirenti.

6. Quarta di copertina

Può essere fatta in autonomia ad esempio prendendo una frase importante del nostro testo. Altra strada è affidarsi a un copywriter. Questo nel caso che voglia produrre un testo su carta. Per gli ebook non serve. In questo caso lo si può sfruttare per fare una sinossi, il nostro biglietto da visita, coi fiocchi.

7. Traduzione

Se l’indie vuol tradurre in inglese la propria opera può ricorrere a società specializzate oppure ai traduttori automatici on line che di norma hanno delle limitazioni. In questo caso il processo è lungo e snervante con risultati incerti. Sarebbe meglio affidarsi a dei professionisti che però costano abbastanza. Se un indie ha delle conoscenze approfondite della lingua può tentare di procedere in autonomia. Comunque richiede tempo e competenze.

8. Promozione

Visto che raramente l’editore tradizionale promuove a sue spese un’opera pubblicata, l’indie può sfruttare diversi canali per fare pubblicità al suo testo. Uno è attraverso la piattaforma di selfpublishing, a pagamento. Però come vedremo in seguito di solito è orientato al mercato anglofono, quindi scarsamente usabile in Italia. Un altro, se ha prodotto un libro in formato cartaceo, può organizzare degli eventi nelle librerie della sua città oppure accordandosi con altri indie per svolgere una presentazione itinerante dei loro testi.

Conclusione

L’indie può offrire in ambito digitale una veste professionale della sua opera, perché l’editore tradizionale raramente cura i propri ebook.

Una buona soluzione è quella di creare un gruppo di indie che si aiutano a vicenda nel svolgere i vari passi prima della pubblicazione del testo. Il gruppo deve avere al suo interno specifiche competenze in modo tale da surrogare alcune figure professionali oppure svolgere l’attività del testreader o del betareader.

Altra buona norma, prima di intraprendere la pubblicazione è fissare un budget di spesa per evitare di imbarcarsi in una avventura dai contorni incerti.

Il giorno nei meandri – parte seconda

ecco la seconda parte del giorno nei meandri

 

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Dal 1 luglio al 31 luglio ho messo in sconto cinque ebook su smashwords

 

Un paese rinasce 1,49$

Copertina di un Paese rinasce

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Un giallo Puzzone

Un giallo Puzzone 1,12$

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Copertina
Lucrezia e un racconto erotico

 

Lucrezia e il racconto erotico

 

 

 

È una bella opportunità per leggere gli ultimi romanzi pubblicati e imparare a conoscermi.

Tra pochi giorni sarò presente sullo store di Google Libri con tutti i miei epub.

Scrivo molto?

copertina Una notte magica San Giovanni
copertina Amanda e il bosco degli elfi

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Qualcuno, giustamente, ha detto che scrivo molto. Può sembrare così ma la realtà non è esatta.

Quest’anno sembra che abbia pubblicato quattro nuovi libri. Però due sono la revisione di testi pubblicati uno nel 2016 – Un paese rinasce – e l’altro nell’ottobre 2015 – I tre cunicoli. Quindi solo due sono quelli effettivamente pubblicati: Amanda e il bosco degli elfi, Una notte magica San Giovanni.

Però sembra comunque che scriva molto. Quindi è utile capire quanto dirò di seguito.

Fino al 2006 non riuscivo a scrivere nulla oltre le due pagine e poi incagliarmi. Quindi mi sono dedicato a scrivere poesie. Apro un inciso potrebbe darsi che le raccolga tutte e le pubblichi solo per lo sfizio personale.

Nel 2006 c’è stata la svolta. Complice un articolo che parlava di un episodio poco sconosciuto ho cominciato a scrivere il mio primo romanzo. Riguardava l’amore segreto tra Goethe e Angelika Kauffmann. Angelika era una bravissima ritrattista che fu la prima donna a essere ammessa in un consesso maschilista come accademica di merito nell’Accademia San Luca. Questo primo romanzo, revisionato più volte è disponibile in download gratuito su Kobo Store, Tolino e Apple libri, oltre ovviamente Smashwords. Parliamo del 2015. Nell’ottobre di quell’anno I tre cunicoli, la seconda opera in assoluto, vede la luce come cartaceo su Createspace e come ebook Kindle tramite KDP, oltre ovviamente agli store epub sopra citati.

Da quell’ottobre ho pubblicato dodici opere, ovvero poco più di due e mezzo l’anno. Pochi sono i testi che tra la scrittura e la pubblicazione sono intercorsi meno di un anno. Quasi tutti sono rimasti per molti anni nel cassetto virtuale del PC. Tanto per esemplificare Una notte magica San Giovanni è stata la terza scritta nel lontano 2007, revisionata nel 2010 e poi ripresa quest’anno per la sua pubblicazione.

Diciamo che mediamente ho scritto due testi all’anno completi tra racconti brevi, lunghi o romanzi. Quindi avrei disponibili per la pubblicazione ancora una dozzina scarsa di opere.

Quest’anno non ho scritto nulla a parte un abbozzo in cui mi ero imposto di utilizzare Bibisco ma che è fermo ai primi capitoli. L’anno scorso ho scritto un testo incompleto, sono arrivato a metà strada, e uno di cui mancano i capitoli finali.

Insomma ho rallentato e non poco.

Progetti futuri? La revisione di libri già pubblicati e forse due raccolte di racconti brevi che sono da sistemare in modo organico.

Scrivo molto? Può darsi ma secondo me fatico molto di più.

Una notte magica San Giovanni

Signore e signori, signorine e signorini

vi annuncio che oggi 24 giugno, giorno di San Giovanni, esce

Una notte magica San Giovanni

in romanzo fantasy… o forse nemmeno un romanzo fantasioso.

Ecco la sinossi

Quella che per Deborah, una giovane cestista, doveva essere una vacanza rilassante tra mare e cielo, si trasforma in una singolare avventura che la fa viaggiare nel tempo e nello spazio, rendendola testimone di un’importante scoperta archeologica avvenuta decenni addietro.

È la sera del 23 giugno, la vigilia di San Giovanni, quando per una fortuita circostanza regalatale dalla sua curiosità, Deborah si reca in un paesino sulle colline di Cattolica dove, come da tradizione, per festeggiare “La notte delle streghe” viene allestito un mercatino. Tra una fitta folla, chioschetti, saltimbanchi e cartomanti, Deborah viene attratta dalla particolare luce emanata da un teschio di cristallo, risalente all’epoca Maya, in esposizione su una delle tante bancarelle di chincaglierie. Senza pensarci due volte, la giovane lo acquista. Il modico prezzo richiesto le fa supporre che sia un falso. Lentamente, però, attraverso una serie di visioni indotte dal potere magico dell’oggetto, Deborah  capisce di essere in possesso di un pezzo dal valore storico: l’ultimo dei tredici teschi della profezia Maya, un tempo sottratto dalla casa di Anna Mitchell-Hedges.
La profezia vuole che, alla data del 12 dicembre 2012, i teschi vengano riuniti per dare così inizio a un nuovo ciclo di conoscenza ed elevazione per l’intera umanità. Scopre pure di essere lei la prescelta per la consegna del teschio di cristallo. Dovrà custodirlo in gran segreto fino al giorno in cui riceverà la chiamata.

Nonostante gli allenamenti, la trasferta in Sud America con la squadra di basket e l’inizio di una nuova storia d’amore, Deborah – con l’aiuto di Alex e del gatto Miao incontrati la notte di San Giovanni – riesce a mantenere l’impegno fino a quando un’ennesima visione le fa capire che è giunto il momento.

Un romanzo ricco di colpi di scena e assai intrigante.

Non potete perderlo.

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Cosa volete di più?

Selfpublishing o editoria tradizionale vista dall’autore

Nella puntata precedente ho cercato di chiarire qualcosa tra il selfpublishing e l’editoria tradizionale, oggi metterò a confronto l’indie author e l’autore tradizionale.

Però prima di proseguire vi ricordo che domani 24 giugno, il giorno di San Giovanni, esce in formato ebook e cartaceol’attesissimo mio nuovo romanzo Una notte magica San Giovanni che potete trovare su Amazon

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Indie author vs autore tradizionale

Affrontiamo il tema dell’autore nel selfpublishing che differisce molto da quello tradizionale.

Però prima spiego chi considero come autore tradizionale. È l’autore esordiente oppure chi ha all’attivo qualche pubblicazione di scarso successo. Insomma escludo tutti quelli che hanno firmato una esclusiva con un editore oppure sono celebrità prestate alla letteratura. Certo ci sono anche quelli finiti nella scuderia di un’agenzia letteraria più o meno importante ma all’inizio sono stati degli autori tradizionali.

Quale sono le problematiche di un autore tradizionale?

Prima di rivolgersi a qualche agente letterario al termine della scrittura del suo romanzo spedisce il manoscritto in giro nella speranza che qualche casa editrice lo noti. Dopo aver atteso i canonici sei mesi oppure un garbato rifiuto comincia a esplorare il mondo delle agenzie letterarie. Non entro del merito di come operano ma di norma chiedono soldi per leggere il testo senza che questo sia un binario privilegiato verso una casa editrice. Ovviamente il testo grezzo risulta poco invitante salvo che la storia non sia originale e in linea con i gusti dei lettori in quel momento. È difficile che raggiunga una casa editrice di livello medio alto, perché queste sono in collegamento con agenzie non facilmente raggiungibili. Quindi il nostro autore tradizionale, ammesso che superi la selezione iniziale, sarà indirizzato verso case medio, piccole o piccolissime. Firmerà l’agognato contratto editoriale e sarà felice. Però i suoi problemi non sono terminati. Anche se questi compiti spetterebbero alla casa editrice, molto spesso l’autore deve pagare l’editing, l’impaginazione, la grafica. La scelta di queste persone non è mai, o quasi, libera ma viene imposta dalla casa editrice. In altre parole non ha più il controllo del suo manoscritto. Finalmente la sua opera vede la luce secondo i tempi della casa editrice senza che lui possa influenzarli. Il suo testo finisce negli store on line e se c’è la carta potrebbe finire in libreria, ma non è detto. Il nostro autore tradizionale se vuole promuovere il suo libro, quasi mai viene organizzato dalla casa editrice ma deve farlo a sue spese. I dolori non sono terminati. Dopo aver speso tempo e denaro spera di racimolare qualche euro dalle royalties delle vendite. Alcuni contratti che mi hanno fatto esaminare contengono al riguardo clausole capestro come la vendita completa della prima tiratura entro due anni, cosa impossibile da raggiungere. Perché? Tra la firma del contratto e l’uscita del libro passano molti mesi, qualche volta un anno. Visto che la durata, salvo rinnovo, è di due anni dalla data della firma, si capisce quanto sia improbabile l’esaurimento della prima tiratura salvo eccezioni clamorose. Ci potrebbe essere al posto di questa clausola, il raggiungimento di cinquanta euro coi diritti. Qui si apre un problema per il nostro autore. Quanto percepirà di diritti per ogni copia venduta è espresso in modo nebuloso ovvero l’autore non saprà l’importo per singola vendita per via di un conteggio astruso. A spanne si può dire che dal prezzo di copertina tolta l’IVA, il compenso al distributore, nel caso del cartaceo, e gli sconti presso gli store su quello che rimane sono calcolati i diritti. Altro punto dolente sono i report di vendita che arrivano con molto ritardo e quindi inutilizzabili per conoscere l’andamento del testo.

Non è che per l’indie author le cose siano tutte in discesa. Come abbiamo detto qui, l’autore indipendente è anche l’editore di se stesso. Quindi deve svolgere tutte le attività che un editore tradizionale deve fare. In primo luogo si fa fare una scheda di valutazione esaustiva che gli permette di fare una prima revisione alla sua opera e capire le potenzialità di gradimento. Poi cerca un editor per eseguire l’editing del testo. Se poi bisticcia con la tastiera, gli servono altre due figure: il graphic designer per la copertina e l’impaginatore per dare una veste professionale alla sua opera. Infine deve trovare una piattaforma di selfpublishing per pubblicarla. In compenso ha chiaro quanto percepirà di diritti, i report di vendita sono chiari e puntuali alla giornata, i pagamenti non hanno condizioni particolari, salvo che non opti per pagamento con assegno. In questo caso si deve raggiungere un determinato importo. Però su un conto corrente o paypal le rimesse sono mensili senza limiti di importo. In conclusione l’indie author deve disporre di un budget iniziale per iniziare la sua avventura. Lo stanziamento deve essere congruo alle aspettative che ripone nel suo testo.

Arriviamo alle conclusioni mettendo a confronto le due tipologie di autore.

Vantaggi dell’autore indipendente

1. ha il pieno controllo della sua filiera editoriale.

2. può scegliere le figure professionali in autonomia

3. ha tempi certi nella pubblicazione

4. conosce quanto percepirà con ogni vendita

5. report puntuali come i pagamenti

6. i meriti e demeriti sono solo suoi

7. i diritti d’autore rimangono a sua completa disposizione

Svantaggi dell’autore indipendentemente

1. deve disporre di un budget per pagare le figure professionali

2. i suoi testi cartacei difficilmente arrivano in libreria oppure sono ordinabili presso un libraio

3. le sue opere sono viste con scetticismo come lo sfigato che non ha trovato una casa editrice.

4. deve dedicare molto del suo tempo per arrivare alla pubblicazione del suo testo

5. raramente riesce a pareggiare entrate e uscite, di sicuro all’inizio della sua avventura come autoeditore

6. se vuole vendere sui mercati esteri, deve provvedere alla traduzione del suo testo

7. vendere i diritti per un suo utilizzo in TV o cinema sono praticamente nulli.

Vantaggi dell’autore tradizionale

1. pubblica con una casa editrice

2. si sente appagato perché una casa editrice l’ha pubblicato

3. una volta finito la stesura del libro dedica un tempo relativamente modesto prima della pubblicazione

4. i suoi testi cartacei sono ordinabili in libreria e talvolta arrivano sugli scaffali

5. eventuali vendita diritti all’estero non implicano partecipare economica

alla traduzione del suo testo.

6. la possibilità che possa approdare in TV o al cinema non sono elevate ma non nulle

Svantaggi dell’autore tradizionale

1. perde il controllo della filiera editoriale

2. perde i diritti per almeno due anni

3. deve fare attenzione se nel contratto sono previste clausole di rinnovo automatico

4. l’eventuale promozione è quasi sempre a carico suo

5. i report di vendita sono redatti in tempi lunghi

6. fatica a comprendere a quanto ammontano i suoi diritti

7. i soldi spesi difficilmente colmano le entrate dei diritti

8. se vuol raggiungere un editore di norma si deve appoggiare a un’agenzia letteraria. Difficilmente ci riesce da solo

9. deve fare attenzione agli pseudi editori, i cosiddetti editori a pagamento (EAP), per evitare di riempirsi la cantina dei suoi manoscritti comprati a caro prezzo.

Concludendo, ogni autore può decidere se abbracciare la strada dell’autore indipendente o quello tradizionale. Pro e contro ci sono e non sono di facile pesatura. Personalmente ho scelto la strada dell’indie author e non tornerei indietro per nessuna ragione. Mi sono trovato bene e sono soddisfatto degli esiti. Non ho mai provato a battere la strada dell’editoria tradizionale, perché considero le mie opere come una parte integrante di me e non riuscirei a distaccarmene.

Selfpublishing o auto pubblicazione?

In occasione dell’uscita del nuovo romanzo Una notte magica San Giovanni ho riflettuto sul selfpublishing complice la lettura dell’ebook di Rita Carla Francesca Monticelli Self-publishing lab: il mestiere dell’autoeditore.

Chi é Rita Monticelli? In realtà non avrebbe necessità di presentazioni nperché abbastanza nota nel mondo del selfpublishing. Scrittrice di fantascienza, appassionata di fan fiction ha avuto un bel successo coi suoi ebook, che ha tradotto in inglese, essendo una traduttrice. Si diceva che vendesse 500 ebook al mese, complice il mercato anglofono. Ammesso che abbiano esagerato comunque aveva numeri superiori a molti scrittori tradizionali.

Come l’ho conosciuta? Su anobii tramite un gruppo, appunto di fan fiction.  Intanto cos’è la fan fiction? Sono appassionati di un film, di un libro e altro che riscrivono la storia seguendo il proprio estro creativo. Nel 2009 o 2010, la data esatta non la ricordo, aveva scritto un racconto tratto dal film La mummia e su questo ci siamo scambiati dei commenti. Poi tramite lei ho scoperto la piattaforma smashwords dove operava da qualche anno.

 

Selfpublishing o autopubblicazione?

copertina Una notte magica San Giovanni

Prima di affrontare il tema cerchiamo di fare chiarezza sui termini. Gli italiani amano molto gli anglicismi storpiandone spesso il significato come in questo caso.

Self lasciamolo da parte perché lo esamineremo più avanti e concentriamoci su publishing, publisher e indie ovvero selfpublishing, selfpublisher e indie author.

Gli anglosassoni per publishing intendono tutto quello che ruota o è attinente all’industria del libro, che per noi equivale all’editoria. Publisher è quello che pubblica, che in Italia si identifica con l’editore. Indie lo esaminiamo dopo. Self è traducibile con auto, ma se si riferisce a un interesse o vantaggio personale con se stesso.

Però qualche buontempone, non si sa se per screditare chi usa le piattaforme di selfpublishing, parla di autopubblicazione. Il selfpublisher diventa l’autore che si pubblica da sé.

In realtà più correttamente si dovrebbe parlare di autoeditoria, perché in effetti è così, e di autoeditore, che è la vera attività dell’autore.

Adesso prendiamo in esame la parola indie che di norma non viene spiegata al pubblico, lasciandola così com’è. È noto, anzi arcinoto, che gli anglosassoni non amano le parole troppo lunghe e quindi le accorciano, le accorpano e delle originali se ne dimenticano. Indie non è altro che la storpiatura di independent ovvero indipendente. Però parlare di autori indipendenti – indie author – era troppo chiaro anche per i meno acculturati a chi si riferissero. Per contro usare indie poteva evocare gli indiani, qualcosa di esotico, strano oppure al nulla.

Concludendo questa lunga parentesi sulle definizioni e significato dei nomi inglesi, possiamo dire:

  1. chi va su una piattaforma di selfpublishing entra nell’industria del libro svolgendola in maniera autonoma ovvero pratica l’autoeditoria.
  2. diventa autoeditore di se stesso.

  3. è un autore indipendente.

Chiarito questo si deduce che l’autore indipendente deve svolgere tutto quello che fa parte della filiera del libro e non limitarsi alla scrittura della storia e a pubblicarla.

Fino a una trentina di anni fa l’editoria era composta dall’editore, dall’editor, dal correttore di bozze, dall’impaginatore, dal grafico, dal copywriter – è quello che scrive la quarta di copertina e prepara la sinossi – dal promotore e dal traduttore per i libri stranieri. E di certo ho dimenticato altre figure. E l’autore che faceva? Mandava il suo manoscritto alla casa editrice che affidava la lettura al proprio editor. Se veniva giudicato idoneo alla pubblicazione, l’editore gli faceva sottoscrivere un contratto, anticipava le royalties e il testo cominciava il suo iter fino alla sua pubblicazione e relativa promozione.

Poi col tempo qualche pezzo della filiera si è staccato come il correttore di bozze e il copywriter. Gli anticipi si sono ridotti drasticamente fino a diventare quasi nulli salvo casi eccezionali. Il promoter o marketing, ovvero le presentazioni in libreria, in tv o le recensioni su riviste e giornali, opera solo nel grandi gruppi editoriali e limitatamente a personaggi celebri. I manoscritti sono filtrati tramite agenti letterari. L’editor agisce presso gli editori medio-grandi, ma non sempre, e comunque si preferisce un prodotto già finito. Presso i medio-piccoli in pratica c’è solo la figura del grafico per la copertina. Tutto il resto è a carico dell’autore.

La nota curiosa è che con l’aumento degli editori, di solito di piccola taglia, il mercato editoriale si è ingessato ma questo non è l’argomento che voglio trattare.

A questo punto se qualcuno pazientemente ha continuato a leggere si è chiesto di cosa stiamo parlando, perché probabilmente non ci ha capito nulla.

Faccio ammenda e torno sul selfpublishing. L’autore indipendente dovrà fare tutto quello che l’editoria e l’editore tradizionale fanno o dovrebbero fare.

Ammesso, ma non è sempre così, che abbia scritto una storia interessante deve cercarsi un editor che lo aiuti a migliorare il prodotto. Si affida a un grafico per la copertina. Trova un impaginatore per dare una veste professionale alla sua storia e si rivolge a un promoter per fare promozione al suo testo.

In altre parole l’autore indipendente diventa l’imprenditore di se stesso rischiando in proprio sulla riuscita del suo progetto editoriale. Il costo di tutte queste figure può essere salato senza che i proventi delle vendite riescano a coprire le uscite. Questo è vero anche in presenza di royalty sufficientemente elevate o eliminando qualche figura.

A questo punto uno si chiede giustamente perché dovrei investire un bel po’ di denaro per appagare la smania di pubblicare una mia storia.

Senza analizzare a fondo pro e contro, vedo di trovare cinque motivi positivi per autoeditoria e cinque negativi.

Vantaggi dell’autoeditoria.

  1. certezza di pubblicare un libro anche se il precedente ha fatto flop.
  • selezione personale di chi parteciperà alla realizzazione del tuo libro.

  • royalty per copia più elevate.

  • potrai sempre modificare qualsiasi aspetto del tuo libro, prezzo compreso.

  • se ha successo è solo merito tuo.

  • Svantaggi dell’autoeditoria

    1. è difficile arrivare in libreria e guadagnare qualcosa.
  • se il tuo libro non ha successo, la colpa è solo tua.

  • è sconsigliato per chi non viole fare l’editore di se stesso.

  • lavorerai tantissimo e rischi di guadagnarci molto poco.

  • tutti i canali di promozione degli editori medio-grandi ti sono preclusi.

  • Concludendo

    alla fine tutto dipende da te: hai la massima libertà d’azione ma anche la massima responsabilità e impegno.

    Quindi per affrontare il selfpublishing l’autore indipendente, che vuole essere l’imprenditore di se stesso, deve essere consapevole delle difficoltà che dovrà affrontare.

    Una notte magica San Giovanni – prologo

    Un piccolo assaggio del mio nuovo romanzo, che uscirà il 24 giugno. Le prenotazioni sono aperte qui. Il 24 giugno ai prenotati arriverà la copia definitiva.

    copertina Una notte magica San Giovanni

    Quando i tredici cicli avranno compiuto il loro giro l’umanità si troverà davanti a un bivio. Sprofondare nel Metnàl, nell’ultimo girone di Xibalbà al cospetto di Uucub Camé, il signore delle sette morti nella casa del giaguaro oppure vivere una nuova età dell’oro.

    Solo tredici saggi potranno salvare il popolo delle terre e salvarle dal precipizio nella grotta di Colbàn. Sono i tredici custodi del teschio di cristallo.

    Si dovranno radunare sotto il sacro tempio di Kukulkàn nella grotta di Hunahpu accanto al cenote di Xbalanque.

    Saranno chiamati dai quattro angoli della terra e si incammineranno per raggiungere il sacro tempio del serpente piumato.

    Se un custode non risponderà alla chiamata, allora il popolo precipiterà nello Xibalbà senza scampo.

    I tredici custodi designati alla creazione della terra hanno passato il proprio teschio di cristallo al suo successore scelto al momento del trapasso senza distinzione di genere o di popolo.

    Il tempo è scandito dai loro passi.

    Si devono trovare tutti insieme nello stesso momento nella grotta di Hunahpu e sedersi sullo scranno col loro nome.

    Arrivati al sacro tempio di Kukultàn ascendono verso la pietra sacrificale del Sole e della Luna per scendere al suo interno.

    Nessuno conosce l’identità degli altri dodici e tutti ignorano chi occuperà lo scranno d’oro, quello del tredicesimo custode.

    Il quindici ottobre del 2012 è arrivata la chiamata e i tredici custodi si sono avviati verso il sacro tempio di Kukultàn portando con sé il teschio di cristallo ricevuto dal loro predecessore.

    Dal Messico, dal Belize, dallo Yucatàn e dal Guatemala tredici persone hanno intrapreso il cammino a piedi verso la piramide di Kukultàn.

    Uno dopo l’altro occupano il posto assegnato, aspettando l’arrivo del tredicesimo custode.

    Ecco che arriva regale come un dio. Si siede sullo scranno d’oro e tutti sollevano il loro teschio di cristallo.

    Il popolo è salvo.

    Un nuovo ciclo di B’ak’tun comincerà.

    Debora Nardi colpisce ancora.

    Una nuova storia di Debora Nardi, l’investigatrice nata dalla fertile mente di Elena Andreotti. È un’indagine atipica.

    Il mistero di Villa dei glicini: Un cold case per Debora Nardi

    Il mistero di Villa dei glicini: Un cold case per Debora Nardi di [Elena  Andreotti]

    Debora Nardi ha colpito ancora. Col tempo migliora come il buon vino. Una storia inquietante sul filo dei ricordi di una misteriosa scomparsa avvenuta vent’anni prima.

    La villa dei glicini è il teatro dove si svolge tutta l’azione sia nel presente sia nel passato.

    Si sa che la curiosità è sinonimo di Debora, che con l’amica Flora indaga sulla scomparsa della moglie di Giorgio da Villa dei glicini. Il caso è rimasto insoluto da vent’anni ma qualcosa si muove nel presente.

    Debora non crede che lo scrittore, marito della scomparsa, sia implicato nella sparizione della moglie.

    Tra colpi di scena e intuizioni geniali Debora trova il bandolo della matassa del rompicapo e risolve il caso.

    Sinossi

    Il male ha radici profonde e affonda nel lontano passato. Debora Nardi lo scoprirà presto, quando comincerà a interrogarsi sulla sparizione di una giovane donna, moglie di un affermato scrittore, Giorgio Roher.
    Giorgio è tornato a vivere nella villa dove ha vissuto felice con la moglie Clara, finché questa non è scomparsa, senza lasciare traccia. Lo scrittore viene scagionato dall’accusa di averla uccisa occultandone il cadavere, ma nonostante ciò abbandona, subito dopo, l’abitazione di famiglia e lascia anche il paese che gli ha voltato le spalle. Ridare vita a quella dismessa abitazione davvero basta a toglierle quell’aura di maledizione che sembrava averla avvolta? Davvero il male l’ha abbandonata, svanendo nel nulla?
    Scoperte raccapriccianti e la scomparsa di un’altra giovane donna riportano Giorgio indietro nel tempo, ma Debora, come un mastino che non molla la presa, andrà fino alle radici del male, più profonde di quanto si possa immaginare.
    Il libro è autoconclusivo, ma è consigliabile la lettura dei libri precedenti con protagonista Debora Nardi (Vorrei essere Jessica Fletcher, Morte dolceamara e Di porpora vestita), per apprezzarne a pieno le sfaccettature e l’evoluzione della sua storia personale

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