Con la G ma non solo.

Per il gioco linguistico del lunedì Elettasenso propone un tautogramma con la G impreziosito dal fatto che i lemmi cominciano con GA, GE, GI, GO, GU. Una bella impresa 😀 😀

Ecco quello che la mia mente contorta ha partorito.

Giriamo gaudenti per gioco gongolanti e gelosi. Gustiamo un gelido gelato nel giardino. Con giramenti garrenti e galanti genuflessioni in ginocchio gridiamo: giusta generosità per la gaffe. Giudiziosamente giudichiamo la gelosia un gesto goffo, generosa gaiezza per galateo. Una gabola galeotta gela Giovanni. Giacomo è un gaglioffo.

Un anticipo di qualcosa che non c’è

Come avevo scritto nel post di qualche giorno fa, vi propongo unn piccolo stralcia di un romanza che non esiste ancora di Sara Tricoli. Un testo che mi ha tenuto impegnato per diversi giorni ma che merita di essere letto.

Acero roso Madre

Buona lettura

Sento le risate e le urla del gruppo di ragazzini che, poco distante da me, si tuffano dalla scogliera. Noto che c’è un trampolino che sporge e una scala attaccata alle rocce, per agevolare la risalita. Immagino sia stato predisposto appositamente per far divertire i bagnanti. Un uomo dirige i turni, indossa la tipica maglietta rossa con una scritta “STAFF” sulla schiena.

Guardo quei ragazzi per qualche minuto: sono in fila e aspettano impazienti di tuffarsi. Io non ricordo, ma devo averli osservati anche prima di addormentarmi perché li ho appena sognati. Ho viaggiato tutta la notte e sono frastornato, sento anche in bocca un gusto amaro, lo ignoro. Dubito di aver dormito molto, sicuramente per colpa delle loro urla che accompagnano ogni lancio nel vuoto.

Nonostante siano le cinque del mattino, la luce è già intensa. Sento una fitta all’occhio che è gonfio, regalino che mi ha lasciato il mio avversario, durante l’incontro dell’altra sera…

Torno a fissare senza troppo interesse i “tuffatori”, poi decido di provare a riposare quindi, mi lascio cadere sul lettino, quando qualcosa, o meglio qualcuno, cattura la mia attenzione. Ho chiuso gli occhi, ma la mia mente mi fa rivedere le immagini immagazzinate, come se fosse un replay.

Oggi è di turno la R

Come ogni lunedì Elettasenso propone un gioco linguistico. Questa settimana è di turno un tautogramma con la R.

copertina romanzo inesistente

Remo remava, ricordando Renata. Rumore rognoso rimuove reminiscenze rabbiose. Ricordi riempiono refoli roventi, ricchi di ritratti recenti. Refrain di remi ritmano ragionamenti. Ritorna a riva raccolto.

Roberto ripara rubinetti rotti, rimediando riconoscimenti.

Ragazzi rincorrono rivoli. Rovesci rintronano cupi. Risorse rovinate rimangono ruderi rinsecchiti.

Raccomandiamo riguardo sulla razionalità della relazione: resta rozza.

Oggi si gioca con la P

Elettasenso ci propone per il gioco del lunedì un tautogramma con la P.

Il gioco mi stimola a trovare e inventare qualcosa di sensato usando la sola P.

Ecco quello che la mia mente malata ha partorito.

Peccato perché Paolo prende paura per poco. Pensa alla partenza: paventa di perdere il posto. Prima di partire per Parigi, prenota la pensione. Potrebbe, perdinci, presentarsi al portiere, però preferisce perdere un poco per proteggersi.

A Pietro piace Paolo perché perfettino. Pietro, pasticcione per predisposizione, lo pareggia perfettamente.

Per poco perdono i posti, perché Pietro prende passaggi per piste.

Pacatamente Paolo perdona la papera di Pietro.

Paesaggi piacevoli, prospettive paradisiache.

Pronti per partenza. ‘Parigi, Place Pigalle, pazientate per poco’, pensa Paolo a prescindere dalla paura.

Uno stralcio di qualcosa che non c’è

In questi giorni oltre a leggere e commentare un testo di Sara Tricoli che richiede molta attenzione nella lettura, sto procedendo alla lettura di un testo di Stato Mentale, con un titolo provvisorio non ancora definito che io ho battezzato Aglaja.

Entrambi mi stanno prendendo e dedico loro ogni secondo libero. Oggi vi propongo questo stralcio, tra qualche giorno qualcosa dell’altro.

Di Aglaja ne conoscevo una versione a puntate che seguivo sul blog di Stato Mentale. Ovviamente questo sotto forma di  libro è la bella copia di quello su wordpress.

Mi sono imbattuto in questo pezzo che vi sottopongo. Immagino che qualcuno, o forse molti, storceranno il naso ritenendolo blasfemo. Io invece la considero una bella riflessione che si può condividere oppure no al di là delle proprie convinzioni personali.

Ve lo sottopongo senza altre mie considerazioni.

Era parecchio che era in lite con i “piani alti” e il suo astio nei confronti del
 “Principale”, così lei chiamava col suo elaborato e ironico linguaggio quello 
strano Dio che le avevano presentato nell’infanzia, era progressivamente cresciuto
 fino a raggiungere la più totale e radicale avversione verso ogni forma 
religiosa istituzionalizzata e definita, verso ogni Divinità. Impossibile 
credere a una qualsiasi Entità superiore a cui, questo era il pensiero di Aglaja,
 conveniva non esistere piuttosto che essere un cinico sadico con la “sindrome 
del castello di sabbia” che si dilettava a schiacciare le formichine che aveva 
creato appositamente a questo scopo, ma soltanto dopo averne abbattuto i sogni, 
i desideri e le aspirazioni che vi aveva instillato. Con tanti affettuosi saluti 
a bontà e misericordia. Aglaja non poteva concepire una mentalità per la quale 
Dio, in quanto buono, inviava disgrazie ed accidenti di vario genere ai suoi 
fedeli, per quanto ligi e sinceri, al fine di metterli alla prova, di purificarli 
per offrire così loro la vita eterna.
Tutto questo per Aglaja non aveva alcun senso logico. Mettere alla prova chi 
già seguiva le regole del gioco, chi già era di fatto “degno” del premio 
rasentava la totale illogicità, era assurdo. Se le disgrazie fossero capitate 
solo agli “infedeli”, ai peccatori, sarebbe stato un conto, ma così! Che colpe 
avevano, che prove dovevano superare quei milioni di bambini innocenti che 
nascevano deformi, che si ammalavano inguaribilmente, che erano maltrattati, 
distrutti e oppressi da adulti mostruosi? Quale motivo abissale poteva dare 
ragione dei milioni di individui che morivano atrocemente in guerre da loro 
solo subite e non volute, e delle quali non conoscevano l’eventuale ed 
improbabile senso? Da che terribili delitti dovevano essere purificati i nativi 
americani, gli africani ridotti in schiavitù, perché i loro bambini fossero 
uccisi, le loro donne violentate, i loro uomini sfruttati fino alla morte? 
Di quale misterioso peccato si era macchiato il popolo eletto, gli ebrei, per 
subire l’orrore della Shoah? Queste erano le “ombre in un bel quadro”? 
L’abissalità del male per Aglaja era talmente devastante che per lei appariva 
come una tela nera con solo qualche graffio di luce. Non era per lei concepibile 
alcuna teodicea. Male e dolore restavano essenzialmente irredimibili. Com’era 
possibile che dinanzi a un simile panorama Dio venisse anche definito “giusto e 
amorevole” nei confronti dei suoi “figli”? Agli occhi di Aglaja tutto questo 
appariva come un’enorme balla che veniva propinata da millenni all’umanità per 
tenerla a bada, per placarne gli istinti, per tenere le masse sotto alla ciabatta.

 

Nuovo gioco del lunedì: sua signoria la M

Questa volta vado in pari col giorno. Oggi è lunedì e come da tempo Elettasenso mette a dura prova le nostre conoscenze linguistiche.

Quest’oggi si deve costruire qualcosa usando Ma, Me, Mi, Mo, Mu come iniziali dei parole verbi, ecc.

Questo è uscito dalla mia mente. Niente di speciale ma confido sulla vostra benevolenza.

Meno male! Maggio meraviglioso! Macchie multicolore mimano molti mughetti. Miracolo (a) Milano! Multiforme mecenate manifesta magnanimità, mentre manda merci (al) monastero. Maturo monaco mostra mente matematica. Mondi, massicci, montagne. Morale: mette male.

Gioco di parole del lunedì.

Non sorrideta col titolo. Lo so oggi è domenica ma Elettasenso ha concesso due settimane di tempo per risolvere questo intrigante esercizio. Partendo da un testo si deve crearne un altro con una variazione dello stile. Elettasenso ha ricavato questa idea da Esercizi di stile di Queneau.

La frase di partenza è questa

Elisa alle dieci va in giardino per cogliere una rosa. Il suo vicino, segretamente innamorato di lei, la guarda sopra la siepe e poi le butta un nocciolo di pesca per attirare la sua attenzione. Elisa si volta e sorride fra le rose rosse. Poi si baciano.

Usando lo stile geometrico, chissà cosa vuol dire 😀 ho ricavato questo breve pezzo.

Elisa di buon mattino va in giardino per valutare se l’aiuola rotonda delle rose possa essere trasformata in una quadrata per gli iris. È armata di pioli e cordella e di tanto entusiasmo. Il suo vicino, un anziano attempato che in segreto vorrebbe aiutarla, sorride mentre la guarda piantare i pioli per terra e le butta una riga di legno. Elisa sorpresa la afferra al volo e gli fa un cenno di venire. Poi con riga e squadra lavorano al progetto. Alla fine il quadrato è diventato un rombo o forse una figura geometrica sghemba. Elisa che non è più giovanissima e anche vedova, gli fa un girotondo ridendo come una matta.

Bozza di copertina del nuovo testo

L’amica Elena mi ha messo in contatto con un’amica che dipinge che gli ha preparato un bozzetto per il suo nuovo libro.

Incuriosito ma anche per fare una copertina fuori dagli usuali canoni ci siamo scambiati un paio di email per metterci d’accordo.

Ecco i due bozzetti che mi ha preparato.

copertina 2
copertina 1

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La mia preferenza è caduta sulla copertina 1 che mi è piaciuta fin dall’inizio.

Quando Simona, questo il suo nome, mi presenterà il bozzetto definitivo, lo condividerò con tutti voi. A voi cosa piace.

Il nuovo libro uscirà non appena la copertina sarà pronta. In realtà avevo programmato di pubblicare la quarta e ultima avventura di Puzzone ma sono troppo indietro per farlo.

Una bella accoppiata – Nuova avventura di Phil Vanz e Debbi Nardi

Il delitto va servito freddo: Un'indagine di Fil Vanz e Debora Nardi (Le indagini di Fil Vanz Vol. 3) di [Elena Andreotti]

Elena Andreotti non delude mai. Nuova avventura con i due protagonisti dei precedenti libri, che si snoda tra chiacchiere e intuizioni secondo uno schema collaudato, ci accompagna nella soluzione del misterioso caso della morte di un uomo. Debbi intuisce, Fil Vanz mette insieme le informazioni. Un connubio perfetto.

Questo è solo un pretesto per mostrare le doti dei due protagonisti: Debora e Filippo.

Bello è anche come i due carabinieri si rapportano con i due personaggi. Guido ascolta volentieri quello che Fil Vanz suggerisce. Sergio bilioso trova da ridire su tutto. A completare il quadro Lidia, la ex moglie che Fil Vanz risposa, e Francesca, la fedele tutto fare del golf club gestito dal nostro protagonista.

Sullo sfondo del castello di Fil Vanz  e dei suoi verdi prati durante la festa di matrimonio di Lidia e Fil Vanz viene scoperto un cadavere nella piscina. Da qui nasce l’indagine per risalire a chi ha commesso il delitto. Però un colpo di scena anima il finale.
Veramente bravissima Elena.