non passava giorno – cap. 5

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Le due amiche stavano attorno a un tavolo della Caffetteria del Corso con due uomini incontrati per caso a prendere l’aperitivo. Sofia era scatenata e sembrava un fiume in piena, mentre Laura partecipava alla conversazione senza entusiasmi. Pareva l’acqua immota dello stagno, agitata ogni tanto da qualche sassata maliziosa.

Pensierosa e priva di stimoli osservò Sofia ‘É una ragazza impulsiva’ ragionò Laura. ‘Si lascia trasportare dalla sua vivacità e agisce senza riflettere troppo’. Lei aveva sperato in una serata tranquilla per ragionare sulla rottura con Marco. ‘Forse ho preteso troppo’ concluse in silenzio. ‘Pazienza’. Si rassegnò a trascorrerla con questi due sconosciuti.

Laura valutò i due uomini. Dovendo effettuare una scelta, le sue preferenze cadevano su Paolo, che le appariva più posato e tranquillo. Era un bel uomo alto e dai lineamenti delicati. Parlava in modo misurato e riflessivo. Matteo le apparve più spontaneo nei gesti e nelle parole ma anche meno attento nell’esprimere giudizi, che creavano scompiglio.

L’uomo, captando i pensieri di Laura che fluivano liberi nell’aria viziata del locale, le domandò, perché fosse poco presente nella conversazione. “Forse la nostra compagnia ha scombussolato i tuoi piani?” s’informò in modo discreto, avvicinandosi al suo viso. Paolo voleva abbattere quel muro di silenzio che si frapponeva fra loro, visto che avrebbe fatto coppia forzosamente con Laura, la quale non rispose.

La tua amica è una fiumara gonfia d’acqua” continuò con tono ironico e pacato. “Pare una massa liquida, che travolge quello che incontra sul suo cammino verso il mare. Parla in continuazione. Senza un attimo di pausa”.

Laura accennò col capo che era d’accordo con le sue parole.

E’ veramente simpatica e piena di brio” concluse Paolo, prima di rilanciare la domanda ‘Cosa fai? Studi o lavori?’. Tacque, aspettando le risposte, che tardavano ad arrivare.

Laura si trovò in difficoltà, perché le risposte erano difficili da formulare. ‘Non studio, né lavoro’ avrebbe potuto tranquillamente rispondere. Tuttavia preferì soppesare con cura le parole. Non era sua intenzione svelare i dettagli della sua vita. Stava cercando di capire l’atteggiamento da tenere. ‘É meglio aprirsi completamente oppure lasciare zone d’ombra?’ Scandendo con lentezza le parole, rispose cauta. “Avevamo deciso di prendere un aperitivo. Il fortuito e fortunato incontro con voi ci ha scompigliato piacevolmente i programmi” disse con un sorriso pallido. “Siete due persone simpatiche. É gradevole stare in vostra compagnia”.

La risposta generica non soddisfaceva le attese di Paolo, che le tornò a chiedere sommessamente. “Ma cosa fai?”

Non lavoro” iniziò Laura, senza rivelare che aveva terminato gli studi. “Sul mio futuro professionale non ho le idee chiare o, meglio, non ho deciso. Per il momento sto alla finestra e mi prendo una pausa distensiva”.

La risposta sobria di Laura rendeva enigmatica la sua figura, senza che Paolo avesse capito molto di lei. Si stava ponendo l’interrogativo, se fosse il caso di avviare un discreto corteggiamento oppure di prendere quello che la serata avrebbe riservato. A suoi occhi Laura appariva come una ragazza intelligente, dotata di fascino e di personalità decisa e matura. Doti non facili da rintracciare insieme. Quello, che lo rendeva perplesso, erano i suoi atteggiamenti difensivi e guardinghi. Pareva più una donna in relazione che single. Questo pensiero gli procurò dei fastidi.

Paolo non aveva ancora assorbito il burrascoso rapporto con una donna separata, più vecchia di lui, che era finito in malo modo. Non era sua intenzione ripetere l’errore. ‘É meglio rimanere single piuttosto che avere per compagna una donna separata o divorziata e più anziana per giunta!’ rifletté amaramente, mentre pensava alla prossima mossa. Laura gli piaceva. Gli sembrava adatta alla sua personalità. Trovava gradevole il modo con il quale lei conduceva la conversazione. ‘Chissà se ha un compagno?’ si domandò. ‘Sta sulla difensiva e non lascia trapelare nulla’.

Bene“ cominciò Paolo con pacatezza “ho trenta anni e lavoro in uno studio di architetti, come socio junior. Voglio crescere in fretta professionalmente, perché la mia aspirazione è di aprire uno studio tutto mio”. Fece una breve pausa e riprese. “Non ho capito quanti anni hai. Ma forse non me l’hai detto”.

Laura si sentì in trappola, perché non poteva eludere a queste domande dirette ed esplicite. Non poteva nascondersi dietro a quesiti non posti.

Hai ragione“ rispose, “non te l’ho detto. Ho venticinque anni e sono laureata da poco in ingegneria gestionale”.

Dopo una breve pausa Laura ricominciò. ‘Non ho le idee ben chiare sul mio futuro. Per il momento preferisco vagliare con attenzione le diverse proposte ricevute, alcune interessanti, altre meno. Le opportunità non mancano. Anzi sono fin troppo numerose. Le scelte possono aspettare alcune settimane. Non ho fretta, né necessità pressanti di iniziare un lavoro qualsiasi’.

Laura tacque guardando fisso negli occhi Paolo senza timori reverenziali, come le avevano insegnato nel corso sulla tecnica della comunicazione.

Paolo capì che questa donna dai capelli ramati e dal fascino discreto e avvolgente sarebbe stata un osso duro da conquistare, ammesso che fosse single e disponibile a essere corteggiata

Pur essendo più giovane di lui, pensava ‘Ha idee precise su cosa desidera da sé e dagli altri. Si muove con perizia e abilità nell’evitare trappole e insidie’. Man mano che lui conosceva qualche nuovo pezzetto della sua personalità, sentì crescere l’attrazione verso Laura. Nonostante queste sensazioni era arrivato alla conclusione che in lei non era scoccata nessuna scintilla o empatia verso di lui. Laura rimaneva fredda e distaccata, rassegnata a trascorrere malvolentieri con lui la serata

Per Paolo era chiaro che Sofia aveva accalappiato Matteo, che si era lasciato irretire dalla parlantina sciolta ed efficace della ragazza.

Laura sentiva crescere dentro di sé il fastidio di parlare controvoglia con una persona che al momento non provava nulla. Quello, che la frenava, era il pensiero di Marco. Era stato troppo importante per lei per relegarlo così in fretta tra ricordi remoti, perché era fresca la ferita della rottura. Non riusciva a immaginare di sostituirlo con Paolo. Sperava sempre che Marco si materializzi dinnanzi a lei da un momento all’altro.

‘Sarà anche un bel ragazzo, dai modi gentili e. affabili, colto e con le idee precise sul suo futuro’ rifletté Laura, mentre sorseggiava l’aperitivo ‘ma mi rimane un estraneo. Speriamo che la serata termini in fretta’. Voleva rimanere con i suoi pensieri e dubbi. ‘Accidenti!’ concluse amareggiata ‘Perché mi sono lasciata convincere a uscire?’

Sofia, come un fiume in piena che esonda nella campagna, traboccava di parole, di sorrisi, di risate. “Ragazzi,” cominciò “io e Laura avevamo deciso di trascorrere la serata attorno a un tavolo. Volete unirvi a noi per suggellare il nostro incontro?”

Laura disperata pensò che la frittata era fatta e che difficilmente si sarebbero levate dai piedi questi due uomini. ‘Speriamo che Paolo capisca e dica di no’ rifletté poco convinta.

A Matteo brillarono gli occhi. Avrebbe accettato senza proferire alcuna parola, mentre Paolo stava ragionando sulla risposta da dare. Non le piaceva la prospettiva di passare la serata in compagnia di una splendida donna, algida e distaccata, che assomigliava più a un manichino che a una persona. Sarebbe stato come entrare in un ristorante affamato senza poter mangiare nulla. Pur combattuto da mille dubbi, decise di rispondere positivamente. ‘Per stasera non ho impegni’ si disse. ‘Piuttosto che passarla annoiato davanti alla TV, è preferibile la loro compagnia. So di avere reso un grosso favore a Matteo’.

Non possiamo lasciarci sfuggire l’occasione di cenare con due splendide ragazze” affermò Paolo galante. L’amico era raggiante, perché Sofia gli piaceva decisamente.

Dove?” chiese Paolo.

A casa mia” rispose una Sofia sorridente.

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