Una storia così anonima – parte trentaduesima

Foto personale
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Primi contrafforti dei Pirenei, 21 novembre 1307, ora terza. Anno secondo di Clemente V

Pietro è incerto se avvicinarsi a un villaggio, che ha intravvisto in lontananza durante una breve schiarita, oppure proseguire a tentoni alla ricerca della strada per Rhedae. É fermo in un bosco privo di foglie, su un sentiero fangoso e impastato di legno marcio, e sta riflettendo sul da farsi. La nebbia sta lasciando il posto a una leggera nevicata. Si stringe nel mantello, un tempo bianco ma adesso macchiato di fango, quando sente la voce strozzata di una donna che chiede aiuto e misericordia. Sprona il cavallo verso quelle disperate invocazioni e in una radura scorge un uomo che sormonta una ragazza, che cerca disperatamente di divincolarsi.

In nome di Gesù, Maria e Maddalena fermatevi e lasciate libera la donna” tuona con voce ferma Pietro senza scendere di cavallo.

L’uomo ha un sussulto di sorpresa e si alza quel tanto per consentire alla ragazza di correre verso la macchia, verso la salvezza con le vesti stracciate. Lui impreca, girandosi verso il frate, pronto a vendicarsi della perdita della preda. Vede un uomo a cavallo con un mantello bianco e una croce rossa sulla spalla. Ha un moto di stizza e di paura. Riconosce in Pietro un monaco guerriero, un templare, di cui hanno raccontato gesta eroiche e leggendarie in Spagna e in Terra Santa contro mori e saraceni. Sa che finirebbe per soccombere, se ingaggiasse uno scontro con lui. Preferisce battere in ritirata e si dirige velocemente verso il punto opposto, dove la donna è scomparsa.

Pietro non immaginava una simile reazione. Non pensa di suscitare tanto timore in quell’uomo grande e grosso da spingerlo alla fuga. Al piccolo trotto e con cautela si inoltra nella macchia bassa del sottobosco alla ricerca della ragazza. ‘Se era lì, di certo la sua abitazione è nei dintorni, non molto distante’ si dice, mentre la neve scende come tanti piccoli aghi di ghiaccio. Sente strappare il mantello e pensa di averlo impigliato in qualche ramo. Si blocca e si volta per districarlo ma vede una mano femminile che lo trattiene.

Uscite senza paura” fa Pietro cercando di scorgerla. Gli compare davanti una giovane fanciulla infreddolita, mezza nuda e scalza. Il frate toglie la coperta di lana grezza che ha usato per proteggere il suo bardo e gliela lancia.

Copritevi con questa e montate dietro di me” le dice. “Dove abitate?”

Un braccio incrostato di fango indica la direzione.

Limovicae, 18 novembre 1307, ora terza – anno secondo di Clemente V

Louis arriva a Limovicae, dopo aver puntato verso oriente. Ritornato sui suoi passi si è diretto verso meridione, sperando in una sorte migliore. Non ha trovato tracce di Pietro e impreca, bestemmiando. ‘Ancora una volta mi ha beffato’ pensa, mostrando al corpo di guardia una carta. I soldati scattano sull’attenti. É un personaggio importante da trattare con tutti gli onori.

Conducetemi dal balivo della città” fa Louis de Chevalier impaziente. ‘Sembra che si sia dissolto nel nulla’ riflette, mentre segue un drappello all’interno della città. ‘Nessun villaggio pare sia stato toccato dal frate. Possibile che li abbia evitati tutti? Come si è procurato il cibo per lui e la sua cavalcatura, alla quale sembra ci tenga molto?’ Scuote il capo infastidito, perché dubita di poterlo intercettare con facilità nei prossimi giorni. ‘Devo mettere in moto balivi e siniscalchi della regione meridionale per dare la caccia al fuggitivo’ pensa, mentre presenta le credenziali al baillie di Limovicae. Gli ordina di trasmettere l’ordine di cattura a tutta la zona verso est.

Louis decide di fermarsi per tutta la giornata. Deve far riprendere fiato al cavallo, sfiancato dalle lunghe corse dei giorni precedenti. Il giorno successivo si dirige verso la terra dei catari, dove il rapporto coi Templari è ancora forte. ‘Forse ha trovato rifugio lì, contando sulla loro protezione’ ragiona Louis, mettendosi in marcia. Ovunque passi, allerta il balivo o il siniscalco di ricercare Pietro e di condurlo a Parigi in catene. Batte tutta la regione dei catari inutilmente. Si dirige verso Montsegur, ben sapendo che la zona è ridotta a un cumulo di macerie da oltre cinquant’anni. É costretto a desistere, perché sta nevicando copiosamente. Va verso Limos. É arrabbiatissimo. ‘Quel dannato frate mi farà morire’ si dice, entrando nella cittadella. Il tempo pessimo gli consiglia di fermarsi qui, almeno per la giornata odierna. ‘Sono sette giorni che vago senza meta e senza costrutto’.

Primi contrafforti dei Pirenei, 21 novembre 1307, ora sesta – anno secondo di Clemente V

Pietro chiede il nome alla ragazza, che risponde: “Fabienne”. Si tiene stretta al templare per non cadere dal cavallo. Procedono lentamente per evitare le insidie del terreno che si è imbiancato per la leggera nevicata. Segue le indicazioni, finché non arrivano a una casa fatiscente sul limitare del bosco.

Siamo arrivati” dice Fabienne. “Abito qui con mia madre, che è malata. Ero nel bosco a raccogliere un po’ di legna e qualche radice e bacca, quando sono stata assalita da quel bruto”.

Pietro aiuta a smontare da cavallo la ragazza, che corre subito dentro la casupola. “Maman” fa Fabienne, “abbiamo un ospite. Mi ha salvato la vita”.

La donna risponde con voce flebile. “Non abbiamo nulla da offrire”.

Il frate si avvicina. L’ambiente è freddo e umido. Il fuoco arde debolmente. “Non preoccupatevi per me” afferma Pietro. “Esco alla ricerca di legna da bruciare e di qualcosa da mangiare”.

Poco dopo torna con rami umidi e delle erbe selvatiche, che ha imparato a riconoscere durante il suo viaggio da Limonum a qui. “Queste sono commestibili” dice ponendole sul tavolo. “Non conosco il nome ma danno forza”. Depone la legna bagnata vicino al focolare, affinché asciughi un poco prima del loro impiego. Recupera dalla borsa, appesa alla sella del bardo, dei medicamenti da dare alla donna febbricitante.

Il villaggio più vicino dove si trova?” chiede Pietro alla ragazza.

Limos è dietro di noi, a due ore di cammino a piedi” risponde Fabienne, indicando col braccio la direzione.

Rhedae, sapete dove si trova?” fa il frate, che alimenta il fuoco morente con la legna trovata.

La ragazza scuote il capo in senso negativo. “Però posso andare a Limos per informarmi”.

Buona idea” afferma Pietro. “Ma vi accompagno a cavallo. Fate prima e non correte il rischio di brutti incontri. Potete comprare qualcosa per voi e per me”.

Raggiunto il villaggio, Pietro rimane appartato in un boschetto vicino, mentre Fabienne raggiunge a piedi Limos, dove col denaro del frate compra del cibo e si informa sulla strada per raggiungere Rhedae.

Alla ora nona sono di ritorno alla capanna, che è più calda di quando l’hanno lasciata. “Maman” dice la ragazza allegra, “possiamo mangiare carne oggi”.

Mentre Fabienne prepara la cena, Pietro raccoglie dell’altra legna e altre erbe, sistema il suo bardo al riparo in un capanno, accanto alla casupola, dove trova fieno e qualche granaglia. É un riparo di fortuna ma la bestia sta al chiuso e al caldo.

Fabienne ha cotto il quarto di montone, acquistato a Limos, e ha preparato le erbe raccolte dal frate.

Pietro copre la donna con la coperta di lana grezza, che usa per il suo bardo, e si sistema con la ragazza vicino al focolare, dove scoppietta la legna.

Ascolto le vostre informazioni per raggiungere Rhedae” comincia il frate, mentre prende un piccolo boccone di montone arrosto.

Non è difficile” risponde Fabienne con la bocca piena, “basta seguire il sentiero sul quale eravate. Una mezza giornata a cavallo e siete arrivato”.

Ero sulla strada buona” replica Pietro che mastica qualche erba. Preferisce digiunare per non far mancare il cibo alle due donne per i prossimi giorni. ‘Un po’ di digiuno non fa male per espiare i miei peccati’ pensa il frate. Il cielo bianco latteo che minaccia neve sconsiglia a Pietro di rimettersi in marcia. ‘Stanotte dormirò con loro, se mi accettano’ si dice, allungando le mani verso il fuoco.

Fabienne accende un mozzicone di candela per illuminare la stanza. Osserva il cielo e scuote la testa. “Rimanete qui con noi” afferma decisa “É probabile che tra non molto nevichi”.

Grazie” replica Pietro, che esce ancora una volta a far provvista di legna e a controllare che il fedele bardo sia sistemato bene per la notte.

Limos, 21 novembre 1307, ora nona – anno secondo di Clemente V

Louis alloggia nell’abitazione della perpetua. Non ci sono locande e sfrutta il documento di Guillaume de Nogaret per farsi accogliere dal prevosto del villaggio. Gli abitanti lo guardano con sospetto. Rappresenta quel potere che loro mal sopportano. Il conte di Tolosa non è amato nemmeno lui, perché è stato imposto con la forza sessant’anni prima al termine della crociata contro di loro.

Va in giro a chiedere se hanno visto un monaco con un mantello bianco, “No” è la risposta corale di tutti. ‘Non è possibile’ si dice, ‘non è possibile che sia svanito nel nulla. Qui avverto ostilità e paura’. Sta facendo queste riflessioni, quando scorge una fanciulla che parla con un uomo. Non gli appare nella condizione di comprare quello che spunta da una bisaccia sulle spalle. É distante cinquanta passi. Si dirige verso di lei ma un carro gli taglia la strada. Quando la via è libera, la fanciulla è sparita. Si guarda intorno senza vederla. Ferma l’uomo con il quale lei ha parlato.

Ditemi” lo apostrofa con tono insolente e arrogante. “Chi è quella donna che era con voi poco fa?”

L’uomo, un contadino tarchiato e basso, alza le spalle e scrolla la testa senza rispondere.

Dico con voi!” urla Louis spazientito. “Vi faccio mettere ai ferri!”

Una piccola folla si raduna intorno a loro e volano parole dure verso di lui. Louis capisce che non ne ricaverà nulla. Si guarda intorno preoccupato, perché la situazione si mette male. Si divincola dall’assembramento, si allontana a passo svelto, seguito dagli sguardi furiosi degli abitanti. Rientrato nell’abitazione del prevosto, si informa dalla perpetua sui villaggi nelle vicinanze. Spera in una sorte più fortunata.

Ce ne sono diversi” dice la donna. “Seguendo il fiume verso meridione almeno altri quattro villaggi. Poi salendo sulle prime colline, passando il fiume altri due. Uno sulle rive di un torrente. Si va verso oriente. Qui comanda Gilles de Voisins”.

Ma l’altra?” domanda Luis, visto che la donna non la nomina.

É terra di Spagna. Appartiene alla contea di Catalogna” fa la perpetua. “É raggiungibile, seguendo la via verso sud”.

Ma come sono?” insiste Louis. “Grandi? Quattro case di legno in croce?”

Beh! Un tempo erano dei villaggi fortificati” prosegue la perpetua. “Poi con l’arrivo dei francesi è stato spazzato via tutto. Quello, che c’è, è quanto resta”.

Louis riflette. ‘Perché il monaco dovrebbe proseguire verso meridione, verso le montagne, difficili da scavalcare in questa stagione?’ pensa, prima di formulare un’altra domanda. “Ma verso oriente, verso il mare cosa c’è?”

La donna rimane in silenzio per un attimo. “Andando verso oriente si arriva a Carcasum, dove risiede il nostro vescovo”.

Louis ringrazia la donna. Tuttavia ha sempre un pensiero fisso. ‘Quella giovane donna, vestita di stracci e praticamente a piedi nudi, come poteva avere del denaro per comprare del montone e altro?’ ragiona. ‘Forse il maledetto frate l’aspettava fuori dal paese. Ma ora chissà dov’è’.

La giornata sta volgendo al termine. Il buio sta calando. Louis decide di partire domani al primo albore a perlustrare l’area. Non può tornare a Paris da Guillaume de Nogaret a mani vuote, mancando l’incarico ricevuto. Deve cercarlo e arrestarlo. Se si trova ancora nella contea di Tolosa, non ci sono grandi problemi. Tuttavia se si è rifugiato nella marca catalana, allora la situazione è più complicata.

‘Ma ora sediamoci a tavola dal prevosto a consumare un pasto caldo’ si dice. ‘Domani è un altro giorno’.

0 risposte a “Una storia così anonima – parte trentaduesima”

  1. Mi è sempre più simpatico frate Pietro.
    In questo episodio, molto bello e piacevole da leggere, salva una povera fanciullla, Fabienne, dalle grinfie di un malentenzionato
    Fabienne,, mentre cerca informazioni per Pietro, e compra anche cibo, viene notato da
    Louis che …ma sono certa, che il prossimo episodio, sarà ancora più intrigante e notevole e noi, aspetteremo con ansia
    Grazie caro Gian Paolo, ti leggo con interesse e piacere
    Buon fine settimana con un abbraccio grande
    Mistral

  2. I tuoi racconti hanno un’ambientazione che mi piace molto. Questa storia così anonima è davvero molto gradevole. Grazie per le piacevoli letture che ci regali. Un grandissimo abbraccio . Buon pomeriggio caro Gian Paolo. Isabella

  3. A very well penned installment, I like the way you depict the characters, Peter and Louis, and their actions… the ending and the interaction between Louis and the woman says much about the man´s feelings and sensibility… I much enjoyed it… Sending best wishes. Happy week ahead. Aquileana ⭐ .

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