Halloween 1910

Ellie legge con curiosità quella pagina del diario e distrattamente osserva il calendario posto alle sue spalle.
Ha un sobbalzo, ricontrolla ed esplode in una risata.
“E il 25 ottobre 2010! Un secolo esatto da quando Angie ha scritto questa pagine! Caso fortuito o segno del destino? Chi lo sa! Di certo non immaginavo questa coincidenza”.
Si appoggia allo schienale tenendolo aperto sulle gambe per tenere il segno. E riflette.
“E se organizzassi anch’io una festa di Halloween come la mia bisnonna? Però… c’è sempre un però di mezzo! Accidenti! Io non ho un Dan da chiamare! Ma neppure uno che mi scrive o mi viene a trovare. Insomma proprio nessuno! Quindi per chi la devo preparare? Per me?”
Un’ombra di malinconia le attraversa la mente, perché, anche volendo, non ha nessuno da invitare e poi non conosce quelle ricette. Però quelle non sono un problema insormontabile come la mancanza di invitati.
“Chissà se la bisnonna le ha trascritte sul diario. Quella torta mi solletica non poco. Ma poi chi la mangerebbe?”.
Si sforza di pensare, ma le sembra di ripercorrere le orme di Angie: non lavora, non ha amicizie maschili, solo qualche sparuta conoscenza nel campo femminile. S’interroga sui motivi di tanta solitudine nonostante abbia frequentato la High School di Crisfield con profitto, terminata col massimo possibile, 12th graduate, e un ottima votazione. Però ricorda che ha faticato a legare coi compagni di corso, salvo Annie con la quale è rimasta in contatto anche al termine degli studi. Insomma era una specie di orso solitario che amava stare da sola, defilata e silenziosa. Il risultato è stato: zero amicizie autentiche e altrettanto vuota è risultata la casellina del cuore. Se l’esito degli studi è stato brillante, il resto del panorama è stato assai deludente.
“Chissà dov’è Annie? Ultimamente l’ho sentita poco e distante. Mi pare di ricordare che forse si è trasferita a Baltimora da diverso tempo. Però con gli uomini ho avuto sempre un rapporto conflittuale. Quelli che piacevano a me, non andavo bene a loro. Quelli che si interessavano di me, non li potevo sopportare. Una vera maledizione! Uffa! Vediamo se Angie ha trascritto qualche ricetta e non pensiamo più a queste tristezze che portano alla depressione”.
Comincia a scorrere le pagine alla ricerca del ricettario della bisnonna senza trovare nulla.
“Senza il ricettario non posso preparare nessun piatto!” e sta per riprendere la lettura, quando scorge nella tasca della copertina posteriore dei fogli stropicciati e un po’ ingialliti.
“Ecco dove Angie nascondeva i suoi segreti culinari!”.
Scritte sempre con quella grafia minuta e un po’ svolazzante sono riportate le ricette, che Ellie scorre velocemente e con avidità, trovandole facili e ancora attuali.
“Anche allora per Halloween si preparavano gli stessi piatti di oggi. Cambiano i nomi, ma la sostanza resta”.
Sta ricominciando a leggere, quando lo squillo del telefono la distoglie dal proposito.
“Chi sarà? Sono talmente rare le telefonate, che quasi mi dimentico di questo”.
Sente una voce amica che la saluta.
“Annie!” esclama sorpresa Ellie.
“Stavo giusto pensando a te pochi istanti fa. E tu mi telefoni! Come stai? Cosa fai di bello?”
“Ho intenzione di venire nei prossimi giorni a trovarti per …”.
“Che meravigliosa notizia! Stavo giusto pensando di organizzare una festa per Halloween! Se ti trattieni… Ti ospito volentieri! La casa è grande! Abito solo io dopo che i miei genitori si sono trasferiti a Baltimora. Ti aspetto! Dimmi di sì! Non deludermi!”
Annie rimane in silenzio per un po’ come se avesse qualcosa che la turbasse e non volesse rivelare apertamente.
“Vedi..” riprese titubante la ragazza “Non sono sola. Con me ci sono altre persone…”
E di nuovo non fa sentire la sua voce.
“Annie, in quanti siete? Qui posso ospitare tre, quattro persone. Oltre alla mia camera personale c’è quella dei miei genitori, del nonno Pat e una piccola stanza per gli ospiti. Lo spazio non manca. Mi è sufficiente solo chiamare qualcuno per metterle in ordine.. No, non che ci sia disordine, ma semplicemente hanno necessità di essere rese confortevoli dopo tanti anni di chiusura! Dunque quanti siete?” incalza Ellie, che dopo tanto silenzio avrebbe piacere di riempire la casa con dei rumori.
Quasi non crede alle proprie orecchie: poter invitare delle persone, riempire la giornata di chiacchiere e risate, mangiare in compagnia. E si domanda quando è stata l’ultima volta, ma è meglio non pensarci tanto dista nel tempo.
“Non ricordavo che avessi tutte queste stanze. Siamo in tre: io, Phil, mio marito, e Dashiell, mio cognato. Però non vorremmo portarti troppo disturbo o sconvolgere la tua vita di tutti i giorni. Eravamo intenzionati a pernottare un paio di notti a Princess Anne e poi proseguire per Crisfield. Sai..”
Ellie è rimasta senza parole sentendo che l’amica si è sposata. Ignorava questa circostanza. Dunque aveva trovato l’uomo giusto, quello che lei ha cercato invano senza molta convinzione.
“Ma sei sposata? Non me l’hai detto! E’ vero che sono molti mesi che ..” e continua come un fiume in piena non più frenato dagli argini.
“Allora vi fermate da me per diversi giorni per festeggiare Halloween? Non puoi dirmi di no a questo punto!” conclude.
Dunque il suo sogno di organizzare una festa diventa una realtà, mentre riprende la lettura del diario di Angie.
 
Lei aspettava con ansia la risposta di Dan per dare inizio ai preparativi. Doveva in primo luogo chiedere a Meg, la domestica che un paio di volte la settimana l’aiutava nelle pulizie della casa, se poteva venire una volta in più. Non era sicura che fosse disponibile, perché faceva questo mestiere anche presso un’altra famiglia.
Poi doveva ordinare tutti gli ingredienti necessari alla preparazione dei piatti. Il negozio di alimentari di Holland Island non era molto fornito. Non era raro che dovesse commissionare qualcosa per i giorni successivi oppure, se il tempo era buono, pagare un marinaio per farsi accompagnare a Deal Island. Il servizio del postale non era molto confortevole con gli orari.
Era in agitazione perché due giorni dopo l’invio della lettera non era ancora arrivata la conferma che Dan sarebbe venuto in tempo utile per Halloween. Il 28 era l’ultimo giorno utile per organizzare qualcosa, dopo sarebbe stato tutto troppo difficile.
Aveva chiaro cosa dovesse preparare, ma non era quello che era in cima ai suoi pensieri. Si sentiva in ansia, perché era sua ferma intenzione ospitarlo nella casa, fredda e austera abitazione in stile vittoriano, che aveva necessità di essere ravvivata con la presenza di un uomo. Però lo voleva fare nella maniera più elegante possibile, senza dare addito a pensieri distorti.
Non conosceva nulla di Dan, ignorava quali sensazioni avesse provato quella lontana sera della festa di Mabon. Interrogandosi, non aveva compreso bene se provava simpatia per quell’uomo più vecchio di lei oppure era solo alla ricerca di un compagno per riscaldare un’esistenza che stava lentamente sbiadendo come un colore troppo esposto al sole.
Sperava che dallo stare insieme per diversi giorni dubbi e incertezze venissero spazzati via, facendo chiarezza sui reali obiettivi di entrambi. Quindi l’ansia cresceva minuto dopo minuto senza accennare a scemare.
In questo clima d’incertezza la consegna della missiva, che confermava che il 30 ottobre sarebbe sbarcato a Holland Island, rappresentò un spiraglio di sole nel grigiore di quei giorni sospesi tra cielo plumbeo e acque torbide e fumiganti.
Partì immeditamente la macchina dei preparativi che richiedevano precisione e tempi ristretti perché all’arrivo di Dan tutto fosse in ordine in maniera impeccabile. Lavorò e fece lavorare tutti ventre a terra senza la perdita di nemmeno un secondo.
La mattina del trenta tutto era come aveva previsto. La tavola era stata preparata per una cena a lume di candela per due. Le zucche vuotate e intagliate erano pronte a fungere da portacandele e disposte a centrotavola. Gli ingredienti c’erano tutti, in attesa di essere usati. La camera riservata a Dan era lucida e confortevole con il cammino acceso per togliere quel senso di umidità che per troppo tempo l’aveva impregnata. Ogni mobile, ogni suppellettile risplendeva di luce propria. Il giorno dell’arrivo avrebbero mangiato presso la pensione di Rose, mentre alla sera avrebbero consumato un frugale pasto nell’ampia cucina. Questo era il programma per la giornata dell’arrivo, nel giorno successivo c’era solo il punto fermo della cena serale, il resto sarebbe stato inventato istante per istante.
A mezzogiorno un calesse depositò Dan davanti l’ingresso, mentre Angie l’accoglieva sul portone.
“Ben arrivato, Dan!” disse con sincero trasporto, mentre lui si chinava a baciarle le guance.
“Entra, che sarai stanco per il viaggio. Ti mostro la tua stanza. Così potrai depositare il bagaglio e darti una rinfrescata”.
L’uomo l’osservò sorpreso e non disse nulla mentre varcava la porta e si apprestava a salire al primo piano.
“Mi avevi detto che avevi prenotato una stanza nella pensione della tua amica. Non si offenderà se la disdico?”
Angie sorrise e replicò che non doveva avere preoccupazioni, perché Rose sapeva già tutto. Anzi era stato proprio suo il consiglio di ospitarlo. Avrebbero consumato il pranzo di mezzogiorno nella sua locanda.
“Ci sta aspettando. E siamo in leggero ritardo” concluse con un sorriso smagliante che apparve sulle labbra al termine della lunga spiegazione.
Terminato il pranzo, fecero un giro per Holland Island chiacchierando sulla giornata, sulla vita sull’isola nell’attesa di rifugiarsi nella casa vittoriana al calare delle prime ombre. Il loro passaggio sollevò curiosità e bisbigli tra gli abitanti, perché era la prima volta che lei appariva in pubblico al fianco di un uomo.
Dopo quel primo contatto Angie aveva acquisito la consapevolezza delle sensazioni che provava, avendo anche la certezza che lui dimostrava un analogo interesse verso di lei. Tutto questo la metteva di buon umore e le infondeva quella sicurezza che stava scacciando l’ansia che l’aveva tenuta sulle spine nei giorni precedenti. Aveva notato i bisbigli malevoli mentre passeggiavano, ma dentro di sé sorrideva perché era troppo felice per curarsi dei pettegolezzi. Immaginava le facce di Winnie e Sandra, quando l’avrebbero appreso, ma sapeva che sarebbe stata solo invidia.
Da perfetta padrona di casa accompagnò l’ospite a visitarla, risplendente di luci dopo tanti anni di oblio luminoso. La serata trascorse piacevolmente mentre Dan le teneva una mano seduti sul divano di damasco rosso.
A Angie quel tocco procurava delle emozioni che non aveva mai percepito fino a quel momento. Nessuno le aveva spiegato cosa l’innamoramento generava dentro una donna, ma non aveva la necessità di spiegazioni per comprendere che quelli erano i sintomi inequivocabili di un qualcosa di diverso che stava sbocciando.
Quello stare bene insieme, quel tenere la mano nella mano, quel mancato imbarazzo di stare sola con un uomo, quel parlare senza remore di lei, di lui, di loro erano tanti segnali che tra loro qualche cosa stava travalicando i confini per dilagare in maniera incontrollata.
Lo sfiorare del ginocchio di Dan con il suo le procurava dei brividi di passione del tutto sconosciuti fino a quel momento.
Avrebbe voluto trattenersi ancora, ma la pendola dell’ingresso suonava dodici rintocchi: era tempo del sonno. Mai prima di questa serata si era trattenuta fino a quell’ora tarda.
“Vieni. E’ ora di ritirarci nelle stanze” disse alzandosi, mentre teneva ben stretta la sua mano.
Spente le luci del pianoterra, salirono al primo piano per avviarsi alle rispettive camere. Giunti davanti alla camera riservata all’uomo, senza dire nulla Dan l’abbracciò ponendo le labbra su quelle di Angie senza che lei opponesse resistenza.
Lei richiuse la porta alle loro spalle.

16 risposte a “Halloween 1910”

  1. Che bello: un nuovo capitolo per la notte di Natale! L'ho letto avidamente, stanca di auguri e di pranzi…
    Diviso in due parti, contrappone le vite di Ellie e di Angie – che per il momento rimane la mia preferita – in occasione della medesima festa. E per adesso il destino della seconda sembra più felice. Finalmente Dan l'ha baciata, rivelando che è veramente interessato a lei.
    Come sempre, i particolari sono descritti minuziosamente e con perizia; e la scrittura scorre fluida e scorrevole.
    Un abbraccio*

  2. L'avevo già pronto e ho pensato di fare un piccolo dono alle mie lettrici affezionate e attente.
    Ma forse parlare di dono… Vabbé! Era pronto da qualche giorno e l'ho pubblicato.
    Si continua questa specie di parallelismo tra le due giornate di Ellie e di Angie. Nello specifico lo stesso giorno distante cento anni.
    Grazie per il passaggio e per le belle parole spese, Anneheche.
    Un grande abbraccio

  3. Con un po' di chili in più (e siamo solo all'inizio delle feste!).. ho letto tutto d'un fiato questo post natalizio.. davvero bellissimo!.. Finalmente una svolta nella vita della protagonista, e forse riusciremo a saperne di più anche di quest'uomo misterioso!.. Bravo, Orso!.. Resto in attesa!.. Baci Baci

  4. Una puntata molto interessante e piacevole. bella l'idea delle storie parallele di Ellie e di Angie, le cui storie sembrano svolgersi in modo parallelo, anche se si intrecciano tramite il diario.
    Chissà se questo è un bene o un male?
    Lo scopriremmo solo leggendo il seguito 🙂

  5. Happysummer, non so se l'idea di svolgere in parallelo o quasi le due storie sia una buona idea. Io provo e cerco di svolgerle al meglio, sarà il proseguo che dirà se ho avuto ragione oppure no.
    Un grande abbraccio

  6. E' arrivata la fine dell'anno…
    Sono qui per gli auguri…li vuoi?
    Quest' anno che verrà non so se sarà migliore come tu lo intendi, sicuramente sarà diverso e ti porterà tante cose nuove e avvenimenti che con la tua meravigliosa umanità saprai rendere uniche e irripetibili… Ci dimentichiamo spesso che il nostro presente di oggi sarà il nostro passato di domani…pensaci…perchè resteranno in te di questi momenti fugaci soprattutto le sensazioni felici che saprai ricavare da ogni cosa che vivi…
     
    L'anno che ti auguro contiene tutte cose belle di quello passato,tutti i sorrisi,le buone intuizioni,gli affetti,la voglia di vivere e l'entusiasmo di quei giorni nei quali ti sei accorto che il sole c'era davvero.
    Il nuovo augurio che ti porgo è quello di avere il pensiero della riuscita in qualunque cosa tu faccia e la certezza di ottenerla, in qualche modo.
     
    Auguri di cuore
    Cristina

  7. un bellissimo capitolo… intenso ed emozionante, che mantiene concentratissimi sull'illusione dell'amore, quella fase perfetta (l'unica) che è quella dell'innamoramento…
    un abbraccio

  8. Grazie Dalloways per le belle parole che hai scritto.
    Sicuramente la fase dell'innamoramento è il momento topico del ciclo dell'amore, come hai giustamente sottolineato.
    Un abbraccio

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