Il Borgo – Capitolo 38

Fu un sabato sera da sballo quello che travolse Laura per nulla avvezza agli eccessi della Riviera. Una notte che ricordò a lungo.

Mattia, dopo aver accompagnato Alba e Teresa in stazione e dopo averle viste salire sul treno per Bologna, si diresse verso Milano Marittima con Laura, che era già pentita di aver lanciato l’idea di trascorrere il fine settimana sulla Riviera adriatica, anche se aveva immaginato qualcosa di diverso.

Fermatosi alla solita pensione a conduzione familiare che da anni era il punto di pernottamento dei suoi sabato sera per riprendersi dalle notti insonni e rumorose, prenotò una stanza doppia per lui e la ragazza.

Arriviamo domani mattina” disse alla signora, che salutò con grande cordialità.

Non preoccuparti! Piuttosto, ragazzi, fatte attenzione durante la notte. Niente alcol o droghe. Vi voglio vedere arrivare sani e salvi” rispose con affetto e un bel sorriso.

La ragazza era frastornata dalla frenesia che si percepiva nell’aria: ne aveva solo sentito parlare in modo mitico ma adesso le sembrava di vivere un mondo del tutto sconosciuto.

Ma chi è quella signora?” domandò, appena usciti dalla pensione. “Sembrava mia madre. E’ una parente?”

No!” rispose il ragazzo ridendo. “Mi conosce da quando avevo sedici anni. Sono quasi un figlio per lei. Mi fermo sempre lì piuttosto che affrontare il viaggio fino a Imola con la testa rintronata dalla musica sparata a tutto volume”.

Percorso viale Gramsci, si fermarono a L’Ottocento, una gelateria cult, per un gelato dai gusti speciali.

Laura era incredula per i numerosi negozi di lusso, per la gente elegante che passeggiava, per il traffico di auto e motorini che congestionava le strade. Una confusione così caotica non la ricordava nemmeno a Bologna.

Ma è sempre così?” domandò stupefatta.

No. Tra un mese è anche peggio” rispose serafico, sentendosi a proprio agio nel caos del sabato sera.

E ora dove andiamo?”

Da Caino, un bar Street , per l’aperitivo. Poi Al Caminetto per una cena veloce prima di prenderci tutta la notte!”

Laura deglutì, pensando se aveva denaro sufficiente per pagare tutto questo.

«Diamine averlo saputo … mi sarei anche vestita diversamente» rifletté.

Mattia, come se le avesse letto il pensiero, disse immediatamente vedendola con gli occhi impauriti e sconcertati.

Sei preoccupata per i soldi?”

Un pochino” ammise timidamente Laura, che stentava a riconoscersi. Sempre energica e decisionista adesso si scopriva impacciata e titubante.

Pago tutto io!” rispose il ragazzo con un bel sorriso, afferrandola e baciandola platealmente nel mezzo del passeggio serale.

Colta di sorpresa, non reagì subito ma si abbandonò languida, prima di staccarsi, come una furia, rossa in viso per l’imbarazzo.

Ma che ti viene in mente?” protestò con energia.

Sei troppo bella per non meritare un bacio!”

E va bene” ammise addolcita. “Però c’è mancato poco che …”.

Ma chi se ne è accorto” rispose serafico. “Nessuno ci fa caso se una bella coppia si danno un bacio”.

D’accordo” replicò. “Ma non permettertelo più!”

Arrivati da Caino Laura rimase stupita dall’ambiente elegante e rumoroso del locale. Non un tavolo o un posto libero, persone chic e vestite con raffinatezza. Si sentì come un pesce fuori dall’acqua. Ai piedi aveva delle sneakers un po’ consunte, indossava un paio di jeans che avevano fatto il loro tempo e le loro battaglie, portava una maglietta della salute sotto una camicetta semplice e una felpa azzurra della Naij Oleari, vecchia di qualche anno. Intorno a lei donne sottili come giunchi fasciate da tubini neri con spacchi vertiginosi e uomini con abiti da serate mondane. Immaginava come l’osservassero con sufficienza e distacco, vedendola vestita così male. Stava chiedendo a Mattia perché l’avesse condotta in quel posto così lontano dal suo modo di essere, quando notò che era attorniato da donne non più giovanissime che lo baciavano con un calore sospetto e da uomini che gli battevano le mani sulle spalle in segno di saluto.

Lei era un po’ defilata, quando si sentì chiamare. “Questa è Laura” disse Mattia presentandola al gruppo, mentre baci e abbracci si sprecarono nei suoi confronti. Percepì chiaramente mani indiscrete posarsi sul seno e sul fondoschiena, senza che riuscisse a sottrarsi.

Dove l’avevi nascosta fino a stasera una donna così affascinante?” disse un uomo alto e abbronzatissimo già abbastanza alticcio, mentre tentava di abbracciarla.

Calma, ragazzi! Volete sciuparla?” disse Mattia, liberandola dalla morsa di quella combriccola di uomini che vedeva in lei una nuova preda.

Le sembrava di essere su un guscio di noce in un mare in tempesta, sballottata dai marosi. Aveva pensato a una serata tranquilla e romantica solo loro due e una notte di passione per dimenticare la delusione della mancata visita al Borgo e per l’assenza di Giacomo, che immaginava tra le braccia di quella piccola streghetta dallo sguardo triste. Invece si ritrovava con una comitiva rumorosa, a tratti volgare, che passavano da un locale all’altro tra canne e alcol. Doveva difendersi da avance fin troppo esplicite da parte non solo dei maschi ma anche delle donne, finché Mattia alle cinque del mattino non li salutò per tornare alla pensione.

Era esausta e arrabbiata, in preda a una crisi di nervi per tutto quello che era avvenuto dalla sera fino a quel momento, quando si fermarono in un panificio che proprio in quel momento sfornava i primi bomboloni caldi. Questo diversivo la calmò un po’, perché aveva ritrovato una misura più consona al suo modo di ragionare. Saliti in camera, si spogliarono e dopo un bacio frettoloso piombarono in un sonno pesante e rumoroso.

Un raggio di sole, penetrato dalle imposte non chiuse perfettamente, la svegliarono. Si guardò intorno per mettere a fuoco l’ambiente che stentava a riconoscere. Udiva di fianco un respiro rombante che assomigliava al russare.

Dove sono?” si chiese vedendo che indossava solo le mutandine. “Chi è quest’uomo che dorme accanto a me?”

Piano piano le tornarono alla mente i ricordi del giorno precedente, quelli confusi della notte. Aveva dormito per la prima volta con un uomo anche se non era accaduto nulla. Una falsa ipocrisia le impedì di assaporare quella splendida sensazione di stimolo sessuale, che il pensiero le generava. Percepiva invece con fastidio le mani di persone sconosciute che si poggiavano sul seno, che si intrufolavano tra le gambe, l’alito appesantito dall’alcol e dalle canne che soffiava sul collo nel tentativo di baciarla.

Se queste sono le famose notti da sballo, preferisco il tranquillo dormire nella mia camera” si disse silenziosamente, osservando il fisico nudo di Mattia. Lo trovava bello, ancor di più che vestito. Un leggero senso di eccitazione salì da basso verso la testa. Avrebbe voluto stringersi a quel corpo, baciarlo, toccarlo ma un senso di pudore glielo impediva.

Continuò a fissare il soffitto e a divagare con la mente.

Chissà … quando si sveglia se …” disse sospirando.

Si avvicinò, mentre lui la prese sotto il braccio.

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14 risposte a “Il Borgo – Capitolo 38”

  1. Quoto Ale. Anche perché si può fare il paragone di come vivono il sentimento le due coppie.
    Apparentemente vicine, ma così distanti l’una dall’altra.
    Tanto distinti che si può operare una scelta, a mio avviso, perfino serena.
    Romantica e un po’ pasticcione, perché in fondo la prima volta che si vuol fare le cose per bene, c’é sempre qualcosa che va storto.
    Caciarona e sottilmente cialtrona dove si scopre un mondo di cui se ne é sentito parlare, ma non lo si é mai affrontato.
    Serate ambedue importanti per scoprire meglio i personaggi di questa storia, che non lesina certo sorprese.

      1. Quel che più colpisce é che sono mondi reali e quotidiani e che diamo per scontati, ma leggendone ci accorgiamo che poi scontati, non lo sono.
        Una realtà che non entra in contrasto con la fantasia, anzi le da una solida mano.
        Ci piace anche per quallo

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