Il Borgo – Capitolo 72

Quando ai primi di ottobre tirarono le somme, il bilancio era più che roseo.

Siamo a buon punto” disse Laura visibilmente soddisfatta. “Rocca e chiesa hanno un tetto, finestre e porte. Non temono di certo il prossimo inverno. Le restanti case hanno una copertura, anche se mancano molte porte e finestre”.

Quelle sei mani supplementari sono state provvidenziali” aggiunse Eva.

Però la cassa adesso piange” dichiarò Betta. “Da un approssimativo rendiconto stimo un residuo non molto tranquillizzante. Se non arrivano altre donazioni, la vedo dura per il prossimo anno”.

Ma chi se ne frega dei soldi!” sbottò Laura, alzando le spalle.

Quanto è rimasto?” chiese Marco, che preferiva andare sul concreto.

Il conteggio è provvisorio e sbrigativo. Proprio due conti volanti, senza molte pretese…”.

Avanti spara la cifra” disse Mattia col viso serio. “Se non siamo in rosso, possiamo anche brindare”.

“…Direi all’incirca sui ventimila euro. Forse meno che più”.

Pensavo peggio” replicò Matteo. “Non sono molti ma almeno possiamo avere qualche settimana di respiro”.

Matteo, non sarei così ottimista” intervenne Lorenzo, che fino a quel momento era rimasto silenzioso. “Ci mancano molte porte e finestre. Gli interni sono nudi. Con quello che rimane si fa poca strada. A malapena si possono acquistare i materiali e nemmeno tutti”.

Mi avete stancato con tutte le vostre chiacchiere da disfattisti” borbottò irosamente Laura. “Ormai siamo arrivati quasi a dama. Il prossimo anno il Borgo torna a vita nuova”.

Beata te che sei ottimista” la punzecchiò acidamente Teresa.

Tu sta zitta!” le intimò Laura, avvicinandosi pericolosamente.

Parlo quanto mi pare” ribatté per nulla intimorita, fronteggiandola pronta a menare le mani.

Hai solo rotto i coglioni, senza fare un cazzo!” le urlò sulla faccia.

Ti cavo gli occhi, p…” riuscì a dire prima che Lorenzo non la mise a tacere con una mano sulla bocca mentre con l’altro braccio l’abbracciava per bloccarla.

Laura stava per scagliarsi su Teresa, quando Giacomo si interpose per dividerle.

Lasciami!” urlò la ragazza fuori di sé per la rabbia.

Calmati, Laura” disse dolcemente Mattia, prendendola tra le braccia per evitare lo scontro fisico.

Traditore!” continuò esagitata. “Sei un bugiardo traditore!”

Vieni, usciamo” le disse, trascinandola fuori verso il Santerno.

L’atmosfera era diventata gelida. Nessuno fiatava. Teresa rossa in viso per la rabbia e impossibilitata a parlare si quietò piano piano, dopo che i due ragazzi si furono allontanati.

Mattia e Laura andarono verso la passerella, mentre la ragazza continuò parlare concitata e arrabbiata. La condusse al Borgo. Si sedettero sul prato umido per la rugiada notturna. Il sole non era riuscito ancora ad asciugare l’erba. Loro non percepivano il bagnato. Era come se si fossero accomodati su una panchina asciutta. Mattia era appoggiato sul tronco dell’unico alberello della radura, mentre Laura stava accoccolata tra le sue braccia.

Ti sei calmata?” le chiese il ragazzo.

No!” esclamò. “Se la vedo ancora, le strappo la lingua!”

Solo quella?” chiosò ironico.

Vuoi che ti strappi qualcosa anche a te?” urlò con la voce strozzata dalla collera.

Mattia rise senza rispondere, spiazzandola. Laura lo guardò stupefatta. Non si aspettava che ridesse alla sua esternazione. Ripensò a quello che aveva detto e scoppiò in una risata, come se questa fosse contagiosa. Il ragazzo la strinse e la baciò con vigore, distendendola sul prato.

Il bacio durò a lungo e fu appassionato. Erano ancora avvinti, quando udirono la voce di Betta.

Ecco dove si erano imboscati!”

Laura avrebbe voluto alzarsi ma Mattia glielo impedì. Sentirono i passi avvicinarsi, finché Giacomo e Betta non furono nel loro campo visivo.

Noi eravamo preoccupati. Pensavamo al vostro suicidio. Invece…” disse con tono ironico la ragazza. “Eccoli lì, avvinghiati come l’edera a limonare”.

Mattia si staccò. Si misero a sedere e risero.

Uffa! Non si può avere un secondo di intimità che subito arrivano i rompiscatole”.

Siamo sempre in tempo per andarcene… Però restiamo” rispose sarcastico Giacomo.

Sotto cosa stanno facendo?” chiese Mattia, mentre Betta si sedeva accanto a Laura.

Niente. Litigano” rispose lapidario.

Chi?”

L’innominata e Lorenzo”.

Un nuovo scroscio di risate si diffuse nell’aria.

Passata?” le domandò Betta.

Non proprio. Se ripenso a quella… mi sento un toro davanti al drappo rosso” rispose rilassata.

Allora non pensarci!” disse Giacomo. “Però a volte le rispostacce te le vai a cercare”.

Uffa! Cominci anche tu?” replicò, aggrottando la fronte. “Si parla sempre di soldi che non ci sono! Io voglio far tornare in vita il Borgo!”

Ma senza quelli non possiamo far progredire i lavori” ribatté Betta.

Betta ha ragione” confermò Mattia. “Ne servono tantissimi. Senza il nostro apporto gratuito e volontario, senza la nostra continua ricerca di materiali usati ne sarebbero serviti una vagonata”.

E va bene. Dico che avete ragione ma tutto questo non fa parte di me” concluse Laura, appoggiando il capo sull’incavo della spalla di Mattia.

Giacomo si sedette anche lui sull’erba bagnata accanto a Betta.

Oltre all’argomento fondi, senza i quali non possiamo concludere il progetto, c’è un’altra questione non meno spinosa”.

Quale?” domandò Laura che aveva assunto nuovamente un’aria bellicosa.

Quando abbiamo finito, il Borgo sarà abitabile. Cosa facciamo?” rispose con un’altra domanda.

E’ nostro!” disse quasi urlando. “l’abbiamo fatto rinascere, quindi ci appartiene”.

Non ne sono molto sicuro” intervenne Mattia. “Concordo con Giacomo che dobbiamo parlarne e trovare una soluzione. Dopo tanto sudare non ho intenzione di farmelo scippare dal primo che passa”.

E cosa pensate di fare?” domandò Laura, aggrottando le sopracciglia.

Facciamo la gara degli indovinelli?” replicò Giacomo, strizzando gli occhi per ul raggio di sole che lo aveva colpito.

Non saprei” rispose Betta.

Con quest’ultimo dubbio i quattro ragazzi presero la strada del ritorno.

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