Il mazzo di fiori – parte settima

La Nuova Ferrara del 22 settembre 2013

Il mistero si infittisce.

Dal nostro inviato

Il mistero diventa sempre più fitto. La giovane donna, dell’apparente età di trent’anni, è ancora sconosciuta nell’identità. Ma quello che crea maggior suspense in questo momento è la dinamica dell’incidente. Trapella dal riserbo dei vigili urbani una notizia sconvolgente, se fosse vera. La giovane, alla guida della Smart, che si è schiantata inspiegabilmente contro il muro di cinta del Parco Pareschi, sarebbe morta per un colpo di un’arma da fuoco.

I medici del Pronto Soccorso hanno notato un foro sospetto sulla tempia all’altezza dell’occhio sinistro e un altro sulla guancia destra. Il cadavere è in attesa di autopsia. Il magistrato è intervenuto chiedendo tutta la documentazione ai vigili che hanno eseguito i rilievi. La Smart è stata posta sotto sequestro. Sulla vicenda è scesa una capa di silenzio, legata al segreto istruttorio. Le indagini proseguono.

Abbiamo contattato il tunisino, Tarek Ben Hamman, il proprietario della Smart incidentata. Ha negato di conoscere la donna e non si spiega come potesse esserne alla guida. “La Smart era sotto casa, ieri mattina, quando sono uscito per recarmi al lavoro in bicicletta” ha dichiarato al nostro cronista. “Le chiavi erano in casa”. Chi possa averle prese e consegnate alla donna resta un altro mistero da risolvere.

Dunque questo inspiegabile incidente racchiude tre segreti da svelare. Il primo dare un’identità alla giovane donna. Il secondo capire se veramente è stata uccisa con un colpo d’arma da fuoco. Il terzo come sia riuscita a prelevare le chiavi della Smart. Ma forse ci sarebbe un quarto quesito da chiarire, se il punto 2 fosse accertato. Chi aveva interesse a ucciderla?

A tutt’oggi sembra un giallo in piena regola, come se fosse uscito dalla penna di Van Dine, il giallista famoso per i delitti della camera chiusa.

Per il momento ci dobbiamo accontentare di poche notizie e di molti dubbi.

L’uomo ripone il giornale sul tavolino del Caffè del Corso senza dare segni di emozione. Calmo e distaccato finisce il caffè, che è diventato freddo, facendo una smorfia di disgusto. Si alza con calcolata lentezza, ripiega il giornale con cura e paga la consumazione.

Uscito, cammina nella via, non ancora animata della domenica. Poche macchine, pochi pedoni, qualche bicicletta. La solita mattinata domenicale prima dell’animazione del mezzogiorno.

Riflette su quello che ha letto da qualche minuto e si stringe nelle spalle. Sa che è praticamente impossibile risalire a lui. L’unica persona che può farlo è morta. Non era questo il suo piano ma adesso deve improvvisare, andare a braccio e non conosce il finale.

Lopapa, il magistrato di turno, impreca sottovoce nell’ufficio presso il tribunale, mentre legge le carte del caso che gli è capitato fra capo e collo.

“Nemmeno di domenica si sta in pace” esclama, mentre sta fumando il sigaro. Sarebbe vietato, come ammonisce un vistoso cartello alla sua sinistra, ma vista la desolazione del luogo, se lo permette in barba a tutti i regolamenti.

“Devo disporre l’autopsia su come è effettivamente morta” comincia a scrivere su un blocco per raccogliere le idee. “Poi cercare di svelare l’identità della donna. Ah! Dimenticavo. Devo ordinare una ricognizione sulla Smart alla ricerca di un eventuale proiettile. Poi devo nominare un consulente per comprendere il punto dal quale è stato esploso l’eventuale colpo. Poi…”.

Il magistrato si stira sulla poltrona di pelle nera, sbadigliando vistosamente. Allunga le gambe sotto il tavolo.

“Però un caffè ci starebbe bene. Mi schiarisco le idee e poi…”. Si alza e va verso il punto di ristoro al piano, non prima di avere spalancato le finestre per allontanare il puzzo del sigaro fumato e nascondere l’infrazione, che lui dovrebbe sanzionare.

“Caro, Lopapa!” lo apostrofa un collega, dandogli una pacca sulle spalle. “Come mai da queste parti?”

Il magistrato lo guarda male e sarebbe pronto a sparargli contro un insulto velenoso, quando conta fino a dieci prima di replicare.

“Non riuscivo a dormire e quindi…” esclama con un sorriso ironico.

“Non sapevo che soffrissi di insonnia” risponde il collega sorridente.

“Nemmeno io, fino a questa mattina” afferma con una smorfia eloquente del viso. “Posso offrirti un ottimo caffè delle macchinette? Così ci svegliamo entrambi”

“Pensa! MI hai rubato il pensiero” replica con un sorriso sarcastico.

Lopapa lo prende sotto braccio per raggiungere la stanza, mentre mentalmente gli dà dello stronzo. «Chi crede di infinocchiare il nostro Valentuzza! Lui nordista crede di essere superiore agli umili terroni. Sfotti, pure ma le somme si tirano alla fine».

Ludmilla è sempre senza ADSL e non può essere diversamente. Il call center la prende in giro. Le chiede se vuole parlare con un umano ma dopo quindici o sedici minuti di attesa tra musichette sincopate e spot pubblicitari, che le fanno saltare i nervi, sente una voce melliflua che la prega di riappendere e riprovare più tardi oppure di collegarsi al sito www.felicicom.it.

“Merda!” esclama dopo l’ennesima prova di ottenere ascolto. “E pure mi sfotte, lo stronzo! Telecom aveva molti difetti ma il 187 funzionava seriamente. Scaduto il termine, rientro all’ovile”.

Guarda fuori. La giornata non è ottimale ma restare in casa senza fare nulla è deprimente. Decide di uscire.

“Comprerò il giornale e un libro. Almeno avrò qualcosa da leggere”.

Si prepara con calma, perché sa di non avere fretta. Scende e inforca la bicicletta per raggiungere il centro. Si ferma dal giornalaio e compra La Nuova Ferrara. Dopo la pedalata la posteggia nella rastrelliera davanti al Caffè del Corso.

“Un caffè e una brioche integrale vuota” dice al bancone, mentre si osserva intorno.

Tutti i tavolini sono occupati, molti clienti stanno in piedi in attesa di essere serviti. Si stupisce ma ci vuole poco, perché di solito alla domenica poltrisce a letto fino a mezzogiorno tra PC e una rivista, acquistata nei giorni precedenti.

Apre distrattamente il giornale nell’attesa di veder comparire caffè e brioche. Scorre con la vista i titoli, quelli scritti ben in grande. Non ha tempo di leggere gli articoli e si accontenta di quelli.

«Li leggerò con calma a casa, seduta in poltrona» si dice, ripiegandolo con cura.

Fatta colazione, scende per Corso Martiri verso il listone, la grande piazza di fianco alla Cattedrale. Osserva distratta le vetrine. Non si accorge che due occhi la stanno seguendo da quando è uscita dal caffè, dopo la colazione. Cammina assorta nei suoi pensieri, perché continua a pensare al mazzo di fiori.

«Chi sarà mai la persona che mi ha fatto omaggio di quelle magnifiche rosse rosse e bianche?» riflette senza trovare una soluzione al quesito. «Eppure qualcuno deve essere stato. Ma perché? E poi quel biglietto intrigante ‘Può un gesto bastare più di mille parole?‘. Cosa voleva dirmi con quelle parole?»

Sono due le molle che la convincono testardamente a inseguire una risposta: conoscere l’ignoto ammiratore e il perché lo ha fatto. Questi pensieri non l’abbandonano per un attimo. Si stringe nelle spalle, mentre due occhi continuano a seguirla.

26 risposte a “Il mazzo di fiori – parte settima”

  1. caro Gian Paolo, credimi: ieri son rimasta un paio d’ore senza collegamento internet tanto da telefonare al numero verde, seppur invano, visto che dopo aver ascoltato e digitato tutti i numerini richiesti, mi veniva comunicato che tutti gli operatori erano occupati, di riprovare più tardi. più tardi, magicamente, la linea è tornata da sola.
    questo colpo di pistola infittisce il mistero. proprio non riesco a prevedere nulla. attendo con curiosità 🙂
    buon we
    Ludmilla

    1. Le avventure coi call center sono sempre degne di nota.La linea ADSL ballerina? Ogni tanto capita. Come ogni tanto succede che i server del provvider vanno in tilt.
      Il colpo di pistola? E chi lo ha detto? Si ipotizza un colpo d’arma da fuoco…
      E’ per tenervi in po’ sulla corda e farvi leggere il proseguimento.
      Dolce fine settimana, Lud.
      Ciao
      Gian Paolo

  2. Un omicidio! Anzi forse no, forse un errore… L’ammiratore (o stalker che sia) ha commesso uno sbaglio? Forse voleva … sssshhhh non voglio svelare le mie congetture! sto zitta e attendo sviluppi!
    un capitolo davvero coinvolgente!

  3. Quindi, replicando, il tizio che le ha mandato i fiori è vivo, ha ucciso la donna dello smart ma non si capisce il perché.. sarà stato il tunisino? Lo so, lo so..non ho capito niente..il mistero si infittisce! 🙂 Per quando il seguito? Alla prossima! p.s. Un capitolo coinvolgente! Continua così!

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