Il mazzo di fiori – parte tredicesima

“Entri” dice Chiumento a Ludmilla, accompagnando le parole con un ampio gesto della mano.

“Buonasera, dottore” risponde la ragazza, accomodandosi sulla poltroncina dinnanzi alla scrivania.

“Ha fatto tardi” afferma osservando l’orologio da polso. “Cosa voleva la polizia da trattenerla l’intera giornata?”

“Nulla o quasi” risponde cercando di mostrarsi naturale.

“Nulla? E come mai è rimasta là?”

“Il commissario mi doveva chiedere qualcosa sul telefono di Teresa… Teresa Lopiccolo ma l’ha fatto a spizzichi e bocconi”.

“E lei non poteva andarsene rimandando ad altro giorno le spiegazioni?”

“Sì, avrei potuto farlo ma avrei buttato via altro tempo” ribatte Ludmilla. “Quindi visto che la giornata ormai era persa, ho preferito rimanere”.

“Ma cosa volevano sapere del telefono?”

“Ho chiamato il numero di Teresa e ha risposto il commissario Ricardo. Voleva che lo identificassi”.

“Era il suo?”

“Sì. Ammaccato ma era quello di Teresa. Posso andare o mi deve chiedere ancora qualcosa?”

Chiumento avrebbe voluto porle altre domande ma preferisce congedarla. Ci sarà tempo nei prossimi giorni per approfondire certi dettagli.

“Può andare, signorina Presente. Ma le devo segnare una giornata di permesso non retribuito. Buona sera”.

Ludmilla fa una faccia come per dire ‘sei un pidocchio’ ma si limita a un ‘Buona sera’, quando esce dall’ufficio.

Mentre pedala per rientrare a casa, si domanda se sia stato corretto sottrarre agenda, busta e moleskine di Teresa. Ormai l’ha fatto. La curiosità di sapere qualcosa di più su Teresa è stata troppo forte per ragionare con calma sul gesto.

Arrivata a casa, lancia un’occhiata distratta alle luci del modem. Le sembrano tutte uguale come al mattino. Stasera ha qualcosa di più importante da fare: consultare le carte di Teresa.

Comincia con l’agenda. Molte pagine vuote, pochi indirizzi o riferimenti esterni. Prende nota di numeri di telefono e qualche altra informazione. Lo chiude. “Domani mattina lo rimetto al suo posto” dice, accantonandolo.

Prende la busta formato A4, che pare contenere fogli, buste e qualche fotografia. Li estrae con cautela e attenzione e li dispone con cura sul tavolo. Una busta formato lettera attira la sua attenzione. Sembra un referto medico dalla stampigliatura esterna. La apre e legge il contenuto. Sobbalza. Controlla nuovamente perché non ci crede.

“Non è possibile!” esclama incredula. “Non posso crederci!”

Prende il foglio e lo fotocopia con la sua stampante officejet. Poi lo ripone nella busta. Passa a un gruppo di documenti uniti con punti metallici. Li legge. Sono interessanti. Decide di fotocopiare anche questi. Con pazienza toglie il punto che li univa. Poi dovrà rimetterlo esattamente nello stesso punto. A questi dedicherà del tempo non subito, più tardi, per l’esame del contenuto. Controlla la busta e vede che c’è una fotografia e un foglio scritto a mano. Li estrae e rimane di stucco.

“Teresa mi riserva mille sorprese!” dice con le guance arrossate per l’agitazione. “Questo potrebbe spiegare molte cose!”

Si chiede se la collega non sia stata imprudente nel conservare questi documenti in ufficio nell’armadio.

“Devo dirlo a Ricardo? A Lopapa no! E’ un personaggio infido. Ti sembra amico ma ti colpisce alle spalle con delle pugnalate traditrici”.

E’ incerta ma poi rinuncia. Ci penserà con calma. Quello, che ha letto e osservato, sembra una bomba termonucleare pronta a esplodere. Forse il mistero della morte di Teresa sta proprio in queste carte.

“E’ meglio che lo scoprano da soli. Potrebbero chiedermi perché li ho presi. E non saprei come rispondere”.

Prende la moleskine e emette un ‘Oh!’ di sorpresa.

“Ecco il vero diario di Teresa!” sbotta, cominciando a leggere.

Prende appunti, scatta qualche fotografia delle pagine più interessanti con telefonino, si appassiona. Non smette di commentare ad alta voce.

“Cazzo! Ho saltato la cena!” dice, osservando l’ora dell’orologio di cucina. “E’ troppo tardi. Meglio andare a letto. Domani mattina devo essere presto in ufficio per rimettere tutto al suo posto. Speriamo che Lopapa non sia arrivato prima per mettere i sigilli alla scrivania e all’armadio. Domani prima di riporre il tutto, devo cancellare le mie impronte”.

Indossa un paio di guanti di lattice e con cura certosina passa sopra ogni foglio un panno, come ha visto tante volte in TV.

Finito il lavoro di cancellazione, si spoglia ma non ha sonno. Quello che ha letto è troppo sconvolgente e intrigante, perché lei possa addormentarsi. Continua a mormorare parole e girarsi nelle lenzuola.

“Non posso crederci! Se non avessi letto coi miei occhi, direi che sia tutta una bufala, perché Teresa non è capace di questo!”.

A stento si addormenta ma il riposo è agitato.

Uscita Ludmilla dall’ufficio, Lopapa concerta le prossime mosse con Ricardo.

“La ragazza è da escludere che abbia qualcosa a che fare con l’uccisione di Teresa Lopiccolo a meno che non sia la mandante”.

“Tu ritieni che possa esserlo?” domanda il commissario con aria interrogativa.”Se lo fosse, sarebbe un’attrice superlativa. Recita troppo bene e con troppa naturalezza per mentire e depistarci. Ma se…”.

“Questa ipotesi non la scarterei” lo interrompe il procuratore. “Per il momento la teniamo in sospeso. Per prima cosa metterei i sigilli all’appartamento della Lopiccolo. Ti firmo le carte prima di uscire. Poi domani mattina vai a fare quattro chiacchiere con l’ufficio del personale della R&S per conoscere orari e movimenti della Lopiccolo e della Presente venerdì scorso. Sempre domani dobbiamo conoscere dove si trovano i genitori della ragazza per chiedere un riconoscimento ufficiale…”.

“Non è sufficiente Ludmilla?” chiede Ricardo.

“Sì ma è preferibile che lo facciano i familiari. Poi comunichiamo loro la morte presunta della figlia. Per domani ti firmo una richiesta di perquisizione della scrivania della Lopiccolo e della Presente e del loro ufficio”.

“Dunque non ti fidi di Ludmilla?”

“No. In questa fase, in assenza di elementi certi, rimane tra gli indagati o almeno di persona informata dei fatti”.

Lopapa guarda Ricardo con sospetto.

“Non mi dire che la ragazza ha fatto colpo?”

“No, no” si affretta a smentire l’ipotesi del procuratore. “Però qualcosa mi suggerisce che lei sia estranea al tutto. Al massimo è un tramite o un movente per l’assassino”.

Lopapa scoppia a ridire e scuote la testa.

“Non mi raccontare che la ragazza non ti piace. La difendi come se fosse la tua donna! Comunque conto sulla tua discrezione e sul tuo senso di appartenere alla polizia. Forse hai ragione nell’escludere un suo coinvolgimento diretto ma stiamo brancolando nel buio. E poi qualcosa mi dice che mazzo di fiori e morte della Lopiccolo hanno un nesso che li lega. Cosa non lo so ma stranamente alla sera è successo quello che sappiamo. Casuale oppure no?”

Ricardo lo guarda ammirato. Ha saputo cogliere nella sua voce quella sfumatura che aveva cercato di nascondere.

“Non nego che la ragazza sia appetibile e in qualche modo mi abbia colpito. Però devo dire che le mie intuizioni nascono in altro modo…”.

“Come?” lo interrompe il procuratore.

“E’ diffidente e sveglia nello stesso tempo. Dubito che si sarebbe gettata in pasto a noi se avesse avuto qualcosa da nascondere”.

“Caro Ricardo! Ecco il punto dove sbagli. Un’assassina per depistare le indagini agirebbe proprio come lei! Facendosi notare, agendo a viso scoperto, senza nascondersi o occultare prove”.

“Sarà come dici ma il sesto senso mi porta a conclusioni diametralmente opposte. Chi ha sparato, non sappiamo ancora come e dove, avrebbe corso pericoli non indifferenti, se non fosse riuscito nel suo intento. Lei ha lasciato troppe tracce per essere materialmente l’assassino. Quindi sarebbe la mandante e sarebbe in pericolo! La ragazza rappresenterebbe l’unico punto di contatto col killer, che pare molto prudente e pericoloso”.

“Il tuo ragionamento è valido ma il puzzle è troppo lacunoso per scartare qualche tessera col rischio di lasciarlo incompleto” conclude Lopapa.

Firma la carta per il sequestro dell’appartamento della Lopiccolo e lascia andare il commissario.

14 risposte a “Il mazzo di fiori – parte tredicesima”

  1. Il referto medico chiarirà tutto? 😉 Questo è un nodo tosto della matassa.
    Lo so che tieni tutto segreto, hai deciso di stuzzicare per benino la nostra curiosità regalando il giusto mordente. Finalmente c’è un Lopapa leggermente più umano, con meno peperonata sullo stomaco.
    Un caro saluto e buona giornata 😉

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