Il mazzo di fiori – parte trentasettesima

Albanese, l’uomo dai nervi d’acciaio, guida con prudenza la potente Audi, rispettando semafori e precedenze. Non vuole scivolare su una banale infrazione stradale. Si muove con sicurezza senza l’ausilio del navigatore, che rimane spento per non lasciare tracce. Conosce a memoria il tragitto che ha provato tante volte nei tre mesi di permanenza a Ferrara con un’auto più agile e maneggevole. Deve evitare le telecamere, perché sa che capirebbero subito dove sta andando. Compie giri viziosi, allungando il percorso ma non ha fretta la notte la passerà nel rifugio sicuro. Di buon mattino proseguirà per Stellata, dove cambierà nuovamente macchina e documenti di identità. Però al momento si concentra per imboccare via delle Bonifiche senza sbagliare strada. Sono quasi le sei con la sera ormai incipiente, quando con uno sospiro infila lo stradello che lo porta alla casa colonica che ben conosce. Fermata l’Audi col motore acceso davanti al portone del magazzino, scende circospetto, pronto a risalire velocemente e tentare la fuga. Sembra tutto tranquillo e mette la macchina al riparo, accanto alla Golf GTI nera, che lo condurrà domani mattina verso la nuova meta.

Trasborda lo zaino e la sacca nel bagagliaio della vettura. Controlla che ci siano tutti i documenti di viaggio e quelli nuovi personali, che mette in una borsa assieme a quelli dell’Audi, ormai bruciati. Questi ultimi andranno distrutti in maniera sicura ma non sarà compito suo. Prima di passare nella casa, prende dall’Audi una potente torcia per farsi luce. Non c’è elettricità né acqua o gas. L’abitazione deve apparire all’esterno come disabitata. L’indomani partirà prima che albeggi, sperando di non incrociare nessuno.

Apre la dispensa per prelevare cibo in scatola e gallette di pane per cena. Dormirà vestito con la pistola accanto. Per il viaggio userà nuovi abiti, diversi dal gessato doppiopetto che indossa. Jeans, una polo a maniche lunghe e un maglione casual sarà il nuovo look. Nel rifugio alle porte di Stellata, gli hanno detto che troverà le nuove istruzioni per il prossimo tratto di viaggio e poi il volo senza ulteriori tappe verso la Croazia, dove rimarrà fino alla primavera seguente.

Sceglie una scatoletta di carne e del tonno, apre un vasetto di cetrioli e olive. Condisce il tutto con abbondante olio. Mangia con appetito. Lo stress della fuga gli ha messo fame. Le bevande sono calde e la birra è imbevibile. Un bicchiere di Sassella superiore e della minerale lo dissetano, anche se avrebbe preferito una Weizen o una Guinness ghiacciata. Prima di spegnere la torcia, accende un candelabro per illuminare la stanza. Guarda l’ora ed esclama: “Già le nove! Mi conviene andare a letto. Domani mattina arriva presto e devo essere fresco e vigile. Mi aspetta una giornata per nulla rilassante”.

Poi ha un ripensamento. “Perché dovrei dormire qui? Il piano A è stato avviato in anticipo nella sua esecuzione. Gli sbirri sono sulle mie tracce. Questo posto non è più molto sicuro. Potrebbero attivare dei posti di blocco nei dintorni già da stanotte. Ma in particolare devo temere gli elicotteri durante il giorno. Meglio partire ora, protetto dal buio, anche se le istruzioni erano diverse. Più sicuro e tranquillo, anche se non conosco il percorso”.

Estrae dalla borsa alcuni fogli e una piccola mappa, che ha ricevuto qualche giorno prima. Era sua intenzione compiere domani un primo viaggio di ricognizione per fissare punti e riferimenti. “Purtroppo non è più possibile, perché la situazione è precipitata”.

Spegne le candele e riaccende torcia per tornare nel magazzino.

“L’abitazione è stata affittata per un anno. Così mi hanno detto. Un ottimo lavoro. Hanno curato tutti i particolari ed è pulita, nonostante sia chiusa da tempo. Il viaggio non l’ho mai provato. Non dovrebbe essere difficile seguire le indicazioni ma non posso sbagliarmi, perché rischierei di perdermi” riflette mentre si infila nell’auto.

Ha preso con sé quella che sarebbe stata la colazione di domani: succo di arancia, barrette di cioccolato e biscotti secchi. Non sa come sia rifornita quella casa. Quindi per precauzione prende qualcosa da mangiare e bere. Apre con cautela il portone del magazzino e osserva che tutto sia tranquillo. Mette in moto la Golf, che romba allegra, e parte.

“Domani qualcuno passerà a ripulire tutto e portare via l’Audi, dopo aver sostituito la targa. Se la polizia avrà individuato il posto, questo sarà già freddo” ragiona mentre viaggia a bassa velocità lungo la provinciale. Però dubita che andrà così. Ha usato i guanti per lasciare meno impronte possibili ma qualche reperto organico non è riuscito a cancellarlo. Guida con prudenza col foglio tra le gambe.

Ricardo nel suo ufficio pensa a come intercettare il fuggitivo. Ne ha discusso con Carmelo che alla fine gli ha dato carta bianca. Erano in disaccordo sulla direzione. Per lui era verso Casaglia, perché avrebbe potuto rientrare in città con una macchina insospettabile e dirigersi verso qualsiasi obiettivo. Era un sesto senso a dargli quelle convinzioni piuttosto che un lucido ragionamento. Secondo il procuratore il posto ideale era Francolino, l’argine del Po, nonostante le obiezioni del commissario sulle telecamere che avrebbe trovato sul tragitto il fuggitivo. Si erano lasciati su queste posizioni divergenti.

Sono quasi le nove di sera, quando Ricardo apre il tablet e osserva la mappa della zona. “Osservando Google map, potrebbe essersi fermato prima di Casaglia, se la mia intuizione è giusta. Battere nella notte i vari casali della zona potrebbe essere rischioso, perché il nostro uomo è armato e ha una mira infallibile. I miei uomini correrebbero rischi inutili con la possibilità che non trovino nulla. Però potrei mettere in piedi dei posti di blocco notturni sulla provinciale verso Ferrara, in Via Eridano e Via Vallelunga e un altro dopo la frazione”.

Guarda l’ora e scuote il capo. “Il piano sarebbe accettabile se il killer si è trattenuto per la notte in zona” riflette soppesando i pro e i contro. “Se però avesse solo eseguito il cambio di auto, non lo troverei di sicuro, perché ha già preso il volo”.

Verifica quante squadre gli servirebbero e impreca. “Maledizione! Con tutti i tagli posso mettere in piedi al massimo due pattuglie, perché ho disponibili solo sei uomini anziché nove!”

Si concentra nuovamente sulla zona usando Google Earth. Scarta quelle non isolate vicine a gruppi di case. Alla fine ne rimangono un paio che potrebbero essere adatte a ospitare il fuggitivo. E’ tentato di mandare le due squadre a controllarle.

“No, troppi rischi. Non abbiamo l’attrezzatura per un assalto notturno. Se qualcosa va storto domani sono sulla graticola per essere stato imprudente. Però i due gruppi possono tenere d’occhio la strada e prendere nota delle macchine di passaggio. Non credo che sia molto trafficata in questo periodo e durante la notte. Ma dovrebbero trovare un posto non facilmente visibile ma posizionato in modo strategico. A occhio non mi sembra che ce ne siano”.

Ricardo continua a elaborare piani che si scontrano con una realtà che non gli lascia scampo. Alla fine decide di chiamare Tommasi, l’uomo più fidato.

“Robbie” lo saluta appena mette piede nell’ufficio. “Ho una missione delicata da farti eseguire”.

“Dimmi, Paolo. Devo ammazzare qualcuno?” risponde ironicamente l’ispettore.

“No!” risponde ridendo il commissario. “L’uccellino è scappato e non sappiamo dove. Ti manderei a controllare l’accesso di due case coloniche presso Casaglia. Dovresti solo verificare se sono passate macchine di recente. Diciamo oggi”.

“Ma non piove da settimane!” replica Tommasi. “Non si noterà nulla!”

Calma. Alla sera c’è una bella umidità. Quindi tracce di pneumatici si possono rivelare sia sulla strada sia sullo sterrato. Non devi fare pazzie. Solo osservare. Resta lontano dai casali. Il nostro uomo è armato e spara piuttosto bene. Quindi niente eroismi inutili. Poi mi fai rapporto. Prendi due uomini con te. Anzi tre. Uno scende e gli altri gli coprono le spalle. Portate con voi i giubbotti antiproiettili, di cui uno in kevlar rinforzato con poliuretano ultrauretanico ad alta densità. Lui ha un fucile di precisione Barrett 190. Aspetto vostre notizie positive”.

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