La notte di San Giovanni – parte settima

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Deborah si riscosse. Qualcosa di straordinario stava avvenendo in lei. Spaziava tra il passato e il presente. Aveva la capacità di vedere nel buio come se fosse giorno. Poteva seguire le persone come se fosse un fantasma, senza essere notata. Tutto questo le metteva le vertigini.
“É tutto merito del teschio oppure è solo suggestione?” si disse, restando immobile sulla panchina.
“Non prendo la pillola” disse Gina, nuda sul letto. “Ho paura”.
“Nessun timore. Sarà un rapporto protetto” rispose Raul, ridendo delle preoccupazioni della compagna.
La donna era già pentita di essersi lasciata coinvolgere in questa avventura sessuale e tutto l’ardore che era cresciuto fino a quel momento sembrava essere svanito tutto d’un colpo.
“Rilassati” le suggerì il ragazzo, che l’accarezzava con molta maestria.
A queste parole la donna si irrigidì ancor di più. Voleva trovare un appiglio per chiudere la serata e tornare in albergo a Cattolica. Subito il suo pensiero corse al figlio.
“Ma Giuseppe” chiese Gina, simulando apprensione.
“Se ti fa piacere, telefoniamo a mia sorella per rassicurarti”.
Raul, senza aspettare risposta, prese il telefono dal comodino e la chiamò, mettendolo in viva voce, affinché potesse ascoltare.
“Monica. Giuseppe dov’è?”
“É già a letto che dorme beato” rispose la ragazza. “Perché?”
“Oh! Niente. Gina voleva dargli la buona notte”.
“Se volete, lo sveglio. É un bimbo dolcissimo. Abbiamo giocato fino a poco fa, finché non è caduto dalla sonno. Non ne ho trovato uno uguale a lui”.
“Che facciamo?” chiese rivolgendosi alla compagna.
“Lasciamolo dormire, quell’angioletto” rispose Gina. Le parole ascoltate le avevano tolto la scusa per tornare. Si rassegnò a passare la notte qui.
“Notte, Monica. A domani” e chiuse la conversazione.
Raul riprese a esplorare il corpo della donna, che lentamente si sciolse.
Una lunga notte li aspettava.
Deborah vide sfumare le immagini dei due amanti e rifletté sulla sua situazione. Si guardò intorno e vide il banco con la signora che le aveva venduto il teschio. Ebbe un brivido. “Vedo solo io quel banco?” Si alzò e si diresse verso di lei.
“Già pentita dell’acquisto?” le chiese la donna, di cui Deborah faceva fatica a vederne i lineamenti. Le sembrava che avesse i capelli bianchi ma nell’incerta luce della lampada a olio questi cambiavano in continuazione colore.
“No” rispose la ragazza che stringeva in una mano l’oggetto acquistato e nell’altra il candelabro del vecchio.
“Vedo che hai trovato anche il candelabro da usare nel rituale col teschio” soggiunse con tono interrogativo.
“Dice questo?” replicò Deborah mostrando quello che teneva nella sinistra.
“Sì. É proprio quello che mi hanno rubato lo scorso anno. Dove l’ha trovato?”
La ragazza d’istinto lo posò sul banco, che era semivuoto.
“Me l’ha dato un vecchio ubriacone ma io non lo volevo” disse per giustificare la presenza dell’oggetto tra le sue mani.
“Può riprenderlo tranquillamente. É suo” disse e glielo allungò.
“Ma mi manda segnali negativi. Non lo voglio. É suo ed è giusto che torni a lei” le rispose.
“No, no! Posso assicurarle che l’ha adottata e non riuscirà a distaccarsene” rispose, costringendola a prenderlo con lei.
“Ma di quale rituale parla?” chiese curiosa la ragazza.
“Non lo conosce?”
“No!”
La donna coprì il banchetto con un telo bianco, dopo avere spostato la lucerna a terra.
“Venga, qui accanto a me. Le racconterò qualcosa” le disse, invitandola nella sieda vicina alla sua.
Deborah girò intorno al banco e si sistemò sulla sieda. Si rassicurò, perché non era virtuale.
“Deve sapere…” e le parole sfumarono in immagini inquietanti.
Era tornata in quella foresta intricata e verde in compagnia di quella coppia che si chiamava Anna e Mike. Il campo era in fermento, senza che lei ne comprendesse i motivi.
“Quanto tempo è passato dall’ultima visita?” si domandò, cercando di captare qualche frase del gruppo.
“Vieni, Anna. Andiamo a rendere omaggio al capo indiano. Gli portiamo gli ultimi regali: vestiti e medicinali”.
I due si misero in cammino, seguiti come un’ombra da Deborah. Arrivati a San Pedro,senza esitazione si recarono dal capo di quella piccola comunità.
“Buona giornata, grande Balan Chac” esordì Mike, dando enfasi alle parole.
“Ho sentito dire che tra non molto lascerete Lubaantum e le sue rovine” replicò il capo indio.
“Sì. Ha udito fine, perché ha sentito bene. Dopodomani ci imbarchiamo per l’Inghilterra”.
“Perché?”
“Abbiamo nostalgia del fumo di Londra, delle sue nebbie e le sue piogge”.
Un’allegra risata uscì dalla bocca di Balan Chac.
“Qui trovate sempre sole e caldo” disse l’indio.
“Hai ragione ma dobbiamo rientrare. Il nostro tempo è scaduto. Come ricordo della nostra amicizia, le dono questi vestiti e questi medicinali. Forse non ci rivedremo più ma conserverò per sempre nella mente e nel cuore la vostra ospitalità” disse Mike, estraendoli dallo zaino.
Il capo maya si alzò senza proferire parola e uscì dalla stanza.
“Vedrai che ti donerà il teschio” disse il padre alla ragazza.
“Lo pensi?”
“Aspetta e potrai toccare con mano, quello che ho detto”.
Non aveva finito di pronunciare queste ultime parole, che Balan Chac rientrò nella stanza stringendo il teschio di cristallo.
“Questo è per lei, bellissima fanciulla! Ogni volta che lo osserverà, penserà a noi e potremo parlarci” e le consegnò l’oggetto che teneva in mano.
“Oh!” Fu l’unica parola uscita dalla bocca Anna, alla quale luccicavano gli occhi per la contentezza.
Deborah sentì la donna aggiungere “Questa è la storia del teschio di cristallo”.
Però lei non aveva ascoltato nulla, perché era immersa nel suo fantasticare.
“Le insegnerò a usare candelabro e teschio” disse la vecchia signora.

36 risposte a “La notte di San Giovanni – parte settima”

  1. Buon giorno, Gian Paolo !
    SIMONA HALEP ( Rou ) – AGNIESZKA RADWANSKA ( Pol )
    6-2; 6-2 !!! 🙂 🙂 🙂
    http://youtu.be/G4vadwpQt98
    Singapore, WTA , 25 oct. 2014 ! 🙂
    Domani, WTA Final
    SIMONA HALEP ( Rou ) – SERENA WILLIAMS ( USA) ! 🙂
    Forza SIMONA !!! 🙂 🙂 🙂
    Buona giornata ! 🙂
    Con amicizia,
    Aliosa .

  2. Riuscire a vedere ciò che agli altri sfugge è inquietante. Deborah si ritrova tra le mani un candelabro che neppure voleva e uno di tre teschi di cristallo che ha parecchia storia da raccontare.
    Due oggetti che bisogna imparare ad usare, segno evidente che racchiudono segreti di cui una donna, una vecchia signora sembra esserne a conoscenza. Segreti che ben presto si riveleranno a Deborah … bisogna ora capire se la ragazza ne resterà turbata o invece entusiasta.
    Trama che si intreccia con altre vite, con altre storie oscillanti sempre tra il presente e il passato. Nel futuro sapremo cosa ci attende, l’ottava parte dipanerà in parte la nostra nebbia 🙂
    Io aspetto … non mi muovo mica da qui, eheheheh la curiosità femminile Gian Paolo è sempre in prima linea, figuriamoci nella notte di San Giovanni! 😉
    un caro abbraccio
    Affy

    1. Commento articolato e preciso. Deborah come reagirà? Lo vedremo nel futuro.
      Posso offrirti popcorn e una bibita per calmare l’ansia della curiosità femminile?
      Un grande abbraccio

          1. Nessuna incertezza, un bicchiere d’acqua naturale può bastare 😉
            I popcorn sono buonissimi e neppure eccessivamente salati, proprio come piacciono a me. Leggermente tiepidi sviluppano tutta la loro fragrante bontà.
            Grazie

  3. Che gran cosa avere la capacita’ di spaziare tra il passato e il presente e poter vedere cio’ che gli altri non vedono, la seconda a volte mi riesce con gran stupore di amici e famiglia. Peccato che perdiamo la prima crescendo.
    Aspetto il seguito, un abbraccio!

  4. Buongiorno, Gian Paolo !
    E visitare il tuo regno è per me una grande gioia e piacere allo stesso tempo! 🙂
    Una giornata di sole e una piacevole settimana !! 🙂 🙂
    Con tutta l’amicizia,
    Aliosa.

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