Un viaggio, un incubo – quinta puntata

Eccoci con il nuovo appuntamento con la storia di Simona. Per chi avesse perso qualche puntata precedente, le può trovare qui.

Buona lettura.

credits by Pexels.com

Simona osserva l’ora proiettata sul soffitto e ha un sobbalzo.

«Ho dormito due ore! E sono ancora nuda!»

C’è ancora luce. Le giornate sono lunghe e il sole sta scendendo dietro le punte dei grattacieli.

La suite è confortevole come potrebbe essere un caldo abbraccio. Ha una vasta stanza divisa idealmente in tre parti. L’area sonno con un letto di dimensioni enormi che guarda in lontananza un parco, una grande isola verde contornata da alti palazzi. Nei due angoli ai lati del letto da una parte c’è la zona cottura e dall’altra l’area relax con due poltrone e un tavolo. Un bagno ampio con doccia e vasca completa la suite. L’arredamento è moderno con colori tenui.

Simona ha trovato di suo gradimento la sistemazione. Quando la prenotato via internet, non pensava che fosse così confortevole.

Si guarda intorno con l’occhio ancora assonnato. Sente il corpo caldo nonostante l’aria condizionata. Fuori una leggera nebbiolina increspa le guglie dei grattacieli e opta per non uscire alla ricerca di un ristorante. Rinuncia all’idea di farsi servire un pasto nella suite dal servizio ristorante come le sere precedenti.

«Userò il servizio di cucina» mormora dirigendosi verso l’angolo cottura, dopo aver indossato un baby doll. «Nel congelatore ho visto pizze e nel frigorifero formaggio, birra e acqua. Per stasera va bene così».

C’è la televisione via cavo che le servirà per allietare la serata. Nell’angolo che funziona da salotto sta un computer con accesso a Internet funzionante se ha voglia di navigare in rete.

Il viso è rilassato nonostante la brutta avventura del pomeriggio. Canticchia e si organizza per trascorrere la serata. “Ok. Più tardi mi faccio un giro sul web per leggere le ultime novità e visualizzare la posta” si dice soddisfatta, mettendo nel microonde la pizza.

Ritiene inutile recriminare sugli avvenimenti del pomeriggio, perché non cambierebbe nulla. Si è dimostrata ingenua e incauta, ma dovrà raddoppiare le precauzioni per non cadere tra le grinfie di Mark di nuovo. Fa mente locale sul viaggio di ritorno programmato per il quattordici luglio. Legge la data sulla sveglia digitale: tre luglio.

“Ancora undici giorni, prima di recarmi al JFK Airport e imbarcarmi sul volo Air France con destinazione Milano con tappa a Parigi” riflette. Saranno undici giorni di supplizio con l’incubo di vedere sbucare all’improvviso il viso di Mark. New York è grande, ma la sfiga ci vede bene, anzi benissimo. “Quando ritieni di essere al sicuro… zac! e spunta la persona più indesiderata! E lui lo è! E se capita come farò a districarmi? Riuscirò a sfuggirgli oppure finirò sua prigioniera senza diritto di riscatto?”

Simona osserva sulla parete il display dell’orologio che segna le otto p.m. In Italia sono la mezzanotte. Non ha nessuna intenzione di chiamare casa, perché è tardi e non desidera raccontare gli avvenimenti odierni.

“Lo farò domani” si ripromette. “Saranno in pensiero perché non mi sono fatta viva, ma Dio mio sono una donna adulta! Questo lo devono capire”.

Il microonde l’avverte che la pizza è pronta. La mette nel piatto con formaggio e birra sedendosi al tavolo. Mentre mangia in silenzio si ripromette di fare il punto della situazione. “Di sicuro non ne parlerò con loro, perché sento già i pianti di mamma e le urla di papà che mi intima di prendere il primo volo di ritorno!” riflette pulendosi la bocca con una salvietta. “Sono a New York e voglio finire la mia vacanza anche se l’ansia mi farà da scorta immancabile”.

Non ha intenzione di barricarsi dentro nel residence per undici giorni. “Per stasera passi, tanto più che non ho molta fame” si dice mettendo il piatto sporco nel lavello. “Domani si esce per New York e che Dio me la mandi buona”.

Quello che ha mangiato non sembra volere andare giù. Ha un groppo alla gola e lo stomaco chiuso. Lo stress del pomeriggio sta presentando il conto ma si deve rilassarsi per affrontare la notte.

«Domani è un nuovo giorno» borbotta, sistemandosi sulla poltrona per vedere un po’ di televisione.

0 risposte a “Un viaggio, un incubo – quinta puntata”

  1. Connessione capricciosa ti potrebbero arrivare mille like…..sai come me la immagino questa ragazza come Veronica di uomini e donne, mi sto appassionando e stasera pizza mi hai fatto venire fame

Rispondi a La Grazia Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *