Covid la saga continua….

Di norma non scrivo post sull’attualità perché ho impostato il layout in altro modo ma ogni tanto lo faccio.

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https://in.mashable.com/tech/11362/china-launches-coronavirus-app-to-detect-if-users-are-at-a-risk-of-infection

In questo caos a volte sboccato sul COVID si è scritto troppo. Non sono un esperto e non mi do la patente di professore. Non ho la preparazione adatta ma almeno provo a usare la mia testa nel leggere la marea di notizie che circolano.

In questi giorni impazzano news che secondo me rischiano di creare o false certezze o aspettative immotivate. Mi riferisco al patentino di immunità e all’app IMMUNI.

https://in.mashable.com/tech/11362/china-launches-coronavirus-app-to-detect-if-users-are-at-a-risk-of-infectionPerò prima di affrontare i due temi credo sia utile spiegare senza la presunzione di fare il saccente cosa succede quando si prende il virus. Non mi interessa come si prende ma i tempi della malattia. Quello che scriverò si basa su dati presenti sui media. Sarà utile per quello che dirò più avanti.

Il soggetto A al giorno zero è contagiato. Come ogni ospite che si rispetti, appena trova una porta aperta, si accomoda nel nuovo ambiente e cerca di replicarsi. In media, per soddisfare questo primo step, Covid-19 impiega fino a tre giorni, poi, dopo aver preso possesso della nuova casa, induce la manifestazione dei sintomi. E questo avviene tra il settimo e il quattordicesimo giorno. Quindi dal giorno zero al giorno sei porto a spasso il virus e posso trasmetterlo ad altre persone. Come per ogni intruso noi cerchiamo di difenderci attraverso degli anticorpi. Se tutto va bene dal quindicesimo giorno l’abbiamo messo nell’angolo. Attenzione non vuol dire che il virus sia stato debellato. Anzi il nostro organismo deve produrre tanti anticorpi finché non lo ha neutralizzato completamente e questo avviene di norma fino al trentesimo giorno dell’aggressione.

Adesso parliamo del patentino di immunità. Questo dovrebbe essere una sorta di indice che sono guarito clinicamente e che non rischio di essere contagiato di nuovo o in futuro.

Per capire come questo possa indurre ad abbassare la guardia faccio un parallelo con l’influenza, forse improprio ma secondo me utile a comprendere quello che voglio dire.

Ci sono soggetti che non si vaccinano e non si ammalano. Altri non vaccinati prendono l’influenza. Altri vaccinati che rimangono immuni, infine soggetti pur essendo vaccinati si ammalano lo stesso. Però ci sono persone che si ammalano più volte nel corso dello stesso inverno. Questo si verifica ogni anno. In conclusione il nostro corpo reagisce alla malattia in modo diverso.

Tornando al COVID sembra che si possa replicare un meccanismo appena descritto.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità dichiarato che non ci sono “prove” che le persone guarite dal coronavirus siano protette da un secondo contagio, anche se hanno gli anticorpi. L’agenzia delle Nazioni Unite ha anche messo in guardia dai “passaporti immunità” e “certificati zero-rischi” alle persone che sono state contagiate. Questo creerebbe false aspettative e potrebbe aumentare il rischio di diffusione del contagio. Inoltre ha dichiarato che i test per gli anticorpi non sono affidabili.

In conclusione non esiste nessuna prova che non ci si possa ammalare di Covid 19 due volte. Sono semplici ipotesi per due motivi: primo non esiste il vaccino, secondo le casistiche sono troppo limitate per essere veritiere. Il patentino di immunità è al momento una semplice speranza.

Passiamo all’app IMMUNI. Il nome è furbo perché induce chi lo scaricherà a pensare che con questa tenga il COVID fuori dalla porta.

Si sono lette ipotesi fantasiose su questa app che al momento è coperta da una cortina di silenzio. Al momento i dati disponibili sono troppo vaghi per immaginare la sua utilità e il suo funzionamento.

Di certo non mi avviserà se sono in prossimità di un contagiato dal virus o di uno che si trova nella fascia tra i quindici e trenta giorni e meno che meno se la persona è nella fascia tra zero e sei giorni, detta di incubazione.

Questo per motivi tecnici e di privacy. L’app come è stato scritto, almeno dalle poche notizie trapelate, raccoglie informazioni anonime da altri dispositivi dotati del medesimo strumento. Se dovesse fare quello che il nome erroneamente fa intendere, dovrebbe interrogare sul cloud il database con il codice acquisito, ritrovare tutte le informazioni sulla salute della persona e segnalarlo. Non esiste tecnologia in grado di fare tutto questo in un tempo utile per avvertire il soggetto, ammesso che nella raccolta dati siano presenti le informazioni cercate. Ancora più utopistico è pensare che un app sia in grado nella frazione di pochi secondi scansionare il contatto e stabilire se sta incubando il COVID. Non si capisce perché allora si non possa usarla su se stesso.

Altra fake news è quella detta dagli esperti che se usata dal sessanta percento della popolazione può portare l’epidemia a zero contagi nell’arco di un mese. Intanto il numero di dispositivi idonei a supportare l’app in possesso agli italiani è pari circa il sessantasei per cento della popolazione. Tradotto vorrebbe dire che tutti i possessori dovrebbero scaricare l’app. Sarà possibile? E poi su quale base scientifica è stata scelta questa percentuale? Forse perché il settanta percento sarebbe irrealistico e irraggiungibile? Diciamo che è un tentativo di depistare gli italiani. Lo scopo non lo conosco ma si potrebbe intuire.

Però cos’è questa app? Dovrebbe essere un data tracking che tiene nota delle persone con cui siamo entrati in contatto e poter risalire a questi nel caso malaugurato che la persona risulti positiva al COVID. Su questo ci sarebbe da aprire un romanzo sugli effetti di simile operazione sulla sanità nazionale. Basta pensare se nei 21 giorni di raccolta dati io sono entrato in contatto con centinaia di persone – ovviamente possono essere di più se pensiamo alla frequentazione di supermercati o posti di lavoro. Suppongo che il cinquanta percento risulti positivo, dato prossimo alla realtà e lo spiego dopo, quale bailamme di tamponi e quarantene si scatenerebbe scavando a ritroso nei contatti. Ospedali, laboratori, medici e infermieri sarebbero in grado di reggere questo urto? Questo approccio può funzionare su piccole comunità ma non per l’intero paese. Questo vale al di là dei valori percentuali.

Spiego come ho calcolato il cinquanta percento di positivi, probabilmente possono essere di meno. A Vo’ l’esito dell’esame su tutta la popolazione residente ha detto che il quarantacinque percento è risultato positivo asintomatico, ovvero ha il virus presente senza sintomi. Se a questo dato aggiungiamo il cinque percento di chi ha sintomi il numero fa cinquanta. Bisogna ricordare che gli asintomatici sono il veicolo più insidioso per la diffusione del virus perché sono riconoscibili solo per interposta persona.

Volendo trarre una conclusione questa app potrebbe alla fine non servire allo scopo dichiarato ma essere un’arma subdola di controllo se non è gestita correttamente.

Altro tema caldo di questi giorni l’obbligo della mascherina. Esattamente come e quando non si sa ma se per caso esiste l’obbligo qualcosa non torna. Perché? Banale. Devo essere messo in condizione di rispettare la regola.

Prendendo con qualche dubbio, Arcuri ha dichiarato che lo stato è in possesso di 47 milioni di mascherine e che presto saremo autosufficienti. Sorge spontanea la domanda: perché sono introvabili e le persone le devono ordinare in Cina via Internet? Qualcuno afferma che servono 7 milioni al giorno, mentre al momento ne produciamo 5 milioni. Forse si riferisce agli ospedali, alle case di riposo o strutture socio-sanitarie. Il motivo è semplice. Basta pensare che siamo sessanta milioni e gli occupati, se non ricordo male, circa venti milioni. Dunque per questi servono ne servono altrettanti tutti i giorni per rispettare le regole di sicurezza sanitaria sul posto di lavoro. Poi ci sono i restanti italiani. Non la useranno tutti i giorni ma ne devono avere una per quando escono. Sembra che non esista l’obbligo quando si sta all’aria aperta ma le persone escono per correre o fare la passeggiata? Cosa fa: la mette dal tabaccaio e poi la toglie? Comunque serve.

Le mascherine in maggioranza del tipo monouso ovvero dopo l’utilizzo si dovrebbero gettare. Ammesso che non lo faccia, devo sanificarle come quelle lavabili. Serve l’alcol ma questo è scomparso dagli scaffali da oltre due mesi come i guanti, i gel igienizzanti, che si trovano a singhiozzo, e l’amuchina. Domanda: hanno smesso di produrli oppure c’è dietro un disegno? Ovviamente spero di no ma che la produzione sia indirizzata alle strutture sanitarie.

Infine ultimo sassolino. Si vocifera che le mascherine non dovranno costare più di novanta centesimi. Visto che per cinquanta pezzi ho speso 25€ ovvero 50 centesimo al pezzo spedizione e tasse comprese mi domando perché si fa la cresta di quaranta centesimi? Non voglio pensare male ma che sia l’effetto della produzione nostrana.

Lascio alcuni link per chi volesse leggere qualcosa in più.

Articolo

https://www.repubblica.it/tecnologia/2020/04/22/news/coronavirus_sull_app_immuni_si_sa_troppo_poco_ecco_perche_temiamo_-254703493/?ref=RHPPLF-BH-I254707704-C8-P11-S2.4-T1

“Immuni”, un aggiornamento sull’aggiornamento

https://www.interlex.it/privacyesicurezza/covid19-8.html

I molti dubbi sull’app italiana per il contact tracing

https://www.interlex.it/privacyesicurezza/covid19-7.html

“Immuni”, la soluzione proposta è a rischio privacy?

https://www.interlex.it/privacyesicurezza/gelpi28.html

Un aggiornamento sull’applicazione di contact tracing digitale per l’emergenza coronavirus

https://innovazione.gov.it/un-aggiornamento-sull-applicazione-di-contact-tracing-digitale-per-l-emergenza-coronavirus/

0 risposte a “Covid la saga continua….”

  1. Infatti c’è una gran confusione, anche secondo me l’applicazione non serve a molto, per servire si dovrebbe aver esaminato tutta la popolazione e questo non avverrà, quindi lascia il tempo che si trova, perché c’è un congruo numero di persone che sono positive ma sono assolutamente asintomatiche, e non si sa se, comunque, siano contagiose ugualmente oppure no….non ci sono certezze ancora purtroppo. L’unica cosa è che adesso che gli ospedali hanno un po’ di pace, al primo insorgere dei sintomi possono intervenire subito nella prima fase ed evitare di arrivare alla fase critica.
    Buona serata

    1. infatti è proprio così. La stupidità più grande è quella di scovare tutti gli asintomatici. Poi che facciamo? Li mettiamo in quarantena? Li isoliamo?
      Perdita di tempo e di soldi pubblici.

  2. Penso che scaricherò immuni. Ogni iniziativa per me è da perseguire se può eliminare o ridurre il contagio. Tanto chiunque sia su Facebook o altri simili è già ampiamente tracciato…

        1. Elena mi piace il tuo positivismo. Però dubito che funzioni così. Supponiamo che io incontri 100 persone. 5 positive e va bene mi tamponano. Ma il resto della tribù che facciamo? Li tamponiamo tutti o aspettiamo che qualcuno abbia superato la fase di incubazione? Io che fine faccio? In quarantena e con me i mei familiari? Poi le persone che ho contattato dopo l’incontro del postivo che facciamo? Li tamponiamo anche loro? Li mettiamo in quarantena? Pensa al caos e alle strutture sanitarie che tutto questo genera.
          Sul piano teorico sarebbe perfetto ma su quello pratico è ingestibile anche perché l’indagine dovrebbe estendersi per più giorni in avanti e indietro.

        1. sembra ufficiale il prezzo calmierato ma se tanto mi dà tanto chi importa mascherine dall’estero che fa? Prezzo calmierato oppure libero. Èè notizia di questi giorni che a Pivetti e company sono state bloccate le importazioni di mascherine – non a norma – che la protezione civile avrebbe potuto rivendere. Non ho altre parole se la notizia fosse vera.

  3. La polmonite è in teoria come una otite.
    Spero tu non l’abbia mai avuta ma se una persona prende una otite o meglio si infiamma l’orecchio per via di batteri freddo e altro può vivere convivendoci sempre.
    Riabilitarsi per periodi e poi ricadere in malattia.
    Il punto sono le cure e la capacità del corpo di rispondere, e non credo che l’età sia un deterrente ma piuttosto la forma fisica aiuta nel decorso. Un giovane debole non ha le stesse difese di un senior robusto e resistente.
    Statisticamente non avremo mai una definizione per età ma variabili di zona di forza e resistenza.
    Insomma l’otite insegna che tutto può essere superato se ci si impegna.

  4. La pandemia ha portato, inevitabilmente, anche il pandemonio: confusione, ignoranza, mancanza di chiarezza, polemiche talvolta completamente sterili ed inutili, tuttologi e virologi che si improvvisano tali. Sinceramente, non ho intenzione di scaricare l’App, diciamo che mi limiterò all’utilizzo di certe accortezze e comportamenti di rispetto civile. Dobbiamo stare molto, molto attenti, perché questo virus ha scatenato molti altri pericoli.

  5. Mi arrendo … lascio fare al caso, al destino, al fato. Evito di pensare che se la fortuna è cieca, la sfiga ci vede benissimo!

    1. è una mera questione tecnologica. E? possibile tutto ma a quali costi? Tanto per esemplificare chi tiene aggiornato il proprio fascicolo sanitario sul COVID? E ancora se sono positivo vado in giro tranquillamente? A parte altre considerazioni non meno importanti, mi sembra che sia nata male quest’app o nasconda qualcosa di innominabile. Basta leggere le dichiarazioni di Arcuri per capire che non funziona. Il positivo deve rimanere almeno 15 minuti nel raggio di 2 metri. Siamo seri?

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