Selfpublishing o editoria tradizionale vista dall’autore

Nella puntata precedente ho cercato di chiarire qualcosa tra il selfpublishing e l’editoria tradizionale, oggi metterò a confronto l’indie author e l’autore tradizionale.

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Indie author vs autore tradizionale

Affrontiamo il tema dell’autore nel selfpublishing che differisce molto da quello tradizionale.

Però prima spiego chi considero come autore tradizionale. È l’autore esordiente oppure chi ha all’attivo qualche pubblicazione di scarso successo. Insomma escludo tutti quelli che hanno firmato una esclusiva con un editore oppure sono celebrità prestate alla letteratura. Certo ci sono anche quelli finiti nella scuderia di un’agenzia letteraria più o meno importante ma all’inizio sono stati degli autori tradizionali.

Quale sono le problematiche di un autore tradizionale?

Prima di rivolgersi a qualche agente letterario al termine della scrittura del suo romanzo spedisce il manoscritto in giro nella speranza che qualche casa editrice lo noti. Dopo aver atteso i canonici sei mesi oppure un garbato rifiuto comincia a esplorare il mondo delle agenzie letterarie. Non entro del merito di come operano ma di norma chiedono soldi per leggere il testo senza che questo sia un binario privilegiato verso una casa editrice. Ovviamente il testo grezzo risulta poco invitante salvo che la storia non sia originale e in linea con i gusti dei lettori in quel momento. È difficile che raggiunga una casa editrice di livello medio alto, perché queste sono in collegamento con agenzie non facilmente raggiungibili. Quindi il nostro autore tradizionale, ammesso che superi la selezione iniziale, sarà indirizzato verso case medio, piccole o piccolissime. Firmerà l’agognato contratto editoriale e sarà felice. Però i suoi problemi non sono terminati. Anche se questi compiti spetterebbero alla casa editrice, molto spesso l’autore deve pagare l’editing, l’impaginazione, la grafica. La scelta di queste persone non è mai, o quasi, libera ma viene imposta dalla casa editrice. In altre parole non ha più il controllo del suo manoscritto. Finalmente la sua opera vede la luce secondo i tempi della casa editrice senza che lui possa influenzarli. Il suo testo finisce negli store on line e se c’è la carta potrebbe finire in libreria, ma non è detto. Il nostro autore tradizionale se vuole promuovere il suo libro, quasi mai viene organizzato dalla casa editrice ma deve farlo a sue spese. I dolori non sono terminati. Dopo aver speso tempo e denaro spera di racimolare qualche euro dalle royalties delle vendite. Alcuni contratti che mi hanno fatto esaminare contengono al riguardo clausole capestro come la vendita completa della prima tiratura entro due anni, cosa impossibile da raggiungere. Perché? Tra la firma del contratto e l’uscita del libro passano molti mesi, qualche volta un anno. Visto che la durata, salvo rinnovo, è di due anni dalla data della firma, si capisce quanto sia improbabile l’esaurimento della prima tiratura salvo eccezioni clamorose. Ci potrebbe essere al posto di questa clausola, il raggiungimento di cinquanta euro coi diritti. Qui si apre un problema per il nostro autore. Quanto percepirà di diritti per ogni copia venduta è espresso in modo nebuloso ovvero l’autore non saprà l’importo per singola vendita per via di un conteggio astruso. A spanne si può dire che dal prezzo di copertina tolta l’IVA, il compenso al distributore, nel caso del cartaceo, e gli sconti presso gli store su quello che rimane sono calcolati i diritti. Altro punto dolente sono i report di vendita che arrivano con molto ritardo e quindi inutilizzabili per conoscere l’andamento del testo.

Non è che per l’indie author le cose siano tutte in discesa. Come abbiamo detto qui, l’autore indipendente è anche l’editore di se stesso. Quindi deve svolgere tutte le attività che un editore tradizionale deve fare. In primo luogo si fa fare una scheda di valutazione esaustiva che gli permette di fare una prima revisione alla sua opera e capire le potenzialità di gradimento. Poi cerca un editor per eseguire l’editing del testo. Se poi bisticcia con la tastiera, gli servono altre due figure: il graphic designer per la copertina e l’impaginatore per dare una veste professionale alla sua opera. Infine deve trovare una piattaforma di selfpublishing per pubblicarla. In compenso ha chiaro quanto percepirà di diritti, i report di vendita sono chiari e puntuali alla giornata, i pagamenti non hanno condizioni particolari, salvo che non opti per pagamento con assegno. In questo caso si deve raggiungere un determinato importo. Però su un conto corrente o paypal le rimesse sono mensili senza limiti di importo. In conclusione l’indie author deve disporre di un budget iniziale per iniziare la sua avventura. Lo stanziamento deve essere congruo alle aspettative che ripone nel suo testo.

Arriviamo alle conclusioni mettendo a confronto le due tipologie di autore.

Vantaggi dell’autore indipendente

1. ha il pieno controllo della sua filiera editoriale.

2. può scegliere le figure professionali in autonomia

3. ha tempi certi nella pubblicazione

4. conosce quanto percepirà con ogni vendita

5. report puntuali come i pagamenti

6. i meriti e demeriti sono solo suoi

7. i diritti d’autore rimangono a sua completa disposizione

Svantaggi dell’autore indipendentemente

1. deve disporre di un budget per pagare le figure professionali

2. i suoi testi cartacei difficilmente arrivano in libreria oppure sono ordinabili presso un libraio

3. le sue opere sono viste con scetticismo come lo sfigato che non ha trovato una casa editrice.

4. deve dedicare molto del suo tempo per arrivare alla pubblicazione del suo testo

5. raramente riesce a pareggiare entrate e uscite, di sicuro all’inizio della sua avventura come autoeditore

6. se vuole vendere sui mercati esteri, deve provvedere alla traduzione del suo testo

7. vendere i diritti per un suo utilizzo in TV o cinema sono praticamente nulli.

Vantaggi dell’autore tradizionale

1. pubblica con una casa editrice

2. si sente appagato perché una casa editrice l’ha pubblicato

3. una volta finito la stesura del libro dedica un tempo relativamente modesto prima della pubblicazione

4. i suoi testi cartacei sono ordinabili in libreria e talvolta arrivano sugli scaffali

5. eventuali vendita diritti all’estero non implicano partecipare economica

alla traduzione del suo testo.

6. la possibilità che possa approdare in TV o al cinema non sono elevate ma non nulle

Svantaggi dell’autore tradizionale

1. perde il controllo della filiera editoriale

2. perde i diritti per almeno due anni

3. deve fare attenzione se nel contratto sono previste clausole di rinnovo automatico

4. l’eventuale promozione è quasi sempre a carico suo

5. i report di vendita sono redatti in tempi lunghi

6. fatica a comprendere a quanto ammontano i suoi diritti

7. i soldi spesi difficilmente colmano le entrate dei diritti

8. se vuol raggiungere un editore di norma si deve appoggiare a un’agenzia letteraria. Difficilmente ci riesce da solo

9. deve fare attenzione agli pseudi editori, i cosiddetti editori a pagamento (EAP), per evitare di riempirsi la cantina dei suoi manoscritti comprati a caro prezzo.

Concludendo, ogni autore può decidere se abbracciare la strada dell’autore indipendente o quello tradizionale. Pro e contro ci sono e non sono di facile pesatura. Personalmente ho scelto la strada dell’indie author e non tornerei indietro per nessuna ragione. Mi sono trovato bene e sono soddisfatto degli esiti. Non ho mai provato a battere la strada dell’editoria tradizionale, perché considero le mie opere come una parte integrante di me e non riuscirei a distaccarmene.

0 risposte a “Selfpublishing o editoria tradizionale vista dall’autore”

  1. Sei davvero un grande esempio di energia e bravura Complimenti 🎈 Elena

    Il giorno mar 23 giu 2020 alle 16:52 Newwhitebear’s Blog ha scritto:

    > newwhitebear posted: “Nella puntata precedente ho cercato di chiarire > qualcosa tra il selfpublishing e l’editoria tradizionale, oggi metterò a > confronto l’indie author e l’autore tradizionale. Però prima di proseguire > vi ricordo che domani 24 giugno, il giorno di San Giovan” >

  2. sempre più preciso e interessante.
    Ti chiedo solo una cosa: la piattaforma di self-publishing ha un costo? Non mi è necessario, al momento, conoscere la quantificazione.

    Per esperienza indiretta, tra l’altro, so che se un indi ha successo di vendita non è escluso che venga avvistato da una casa editrice che, quindi, provvede a stipulare il contratto e si occupa pure di tutto il resto (l’ho appreso, tempo fa, da incontri presso il Salone del Libro di Torino).

    1. nessun costo per KDP o smashwords. Per Streetlib non so ma credo di no.
      Adesso pure Apple ha costruito la sua piattaforma gratuita.
      Certo che lo so che qualche indie ha trasformato il proprio testo da self a editore.
      Con me non capiterà ma se per isbaglio dovesse succedere credo di non accettare. Dal prendere oltre 1€ a copia e passare a pochi centesimi non mi pare un gran mossa.

      1. e no, non lo è ☺️
        credo lo facciano per una questione di “prestigio” o per vedere il proprio nome sugli scaffali di una libreria.
        ognuno ha il proprio pallino
        Merci Merci Merci, Orso Bianco

  3. mi stai mettendo tanta cenere sul capo ? oggi è il gran giorno grande capo sei pronto ? mai così atteso
    comunque ha detto king in una sua autobiografia che si riempiva ben bene di cocacuela e scriveva preso dalle visioni, fu thabita a farlo smettere, io e te ci riempiamo al massimo di caffè

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