L’amico

dal blog http://steppo1977.wordpress.com/2011/01/17/amico-chi/
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Quando ti raccontano che l’amicizia è la forma più pura e crudele d’amore, non mentono:
di banalità se ne dicono tante, ma questa è vera. Pura verità. Perché ti domandi curiosa? Perché ritieni che sia una crudeltà verso i sentimenti che provi verso un’altra persona?

L’amicizia non è nient’altro che un amore senza la pretesa di esserlo, è affetto imbandito a senso unico, per il puro piacere di offrire e offrirsi. A un amico dai tutto, quasi fosse una parte di te, senza l’alibi dell’attrazione. Per questo, quando l’amicizia muore, lascia nel cuore la cancrena di una nostalgia incurabile. Ed è peggio di un amore interrotto o calpestato, perché col tempo capisci che tutto sommato era giusto che finisse così. Te ne fai una ragione col tempo. Il tempo scorre e sbiadisce tutto, fuorché le rughe che si accumulano sul viso.

All’amante puoi perdonare l’infedeltà, perché la chimica dei sensi è anarchica e irrequieta; perché la dimensione del piacere non ha un orizzonte fisso, né odora di duraturo. Quando l’amante sparisce o ti tradisce con un’altra persone, ti affanni tra ricerca e rimpiazzi per scovarne un altro che possa surrogare il precedente. La fedeltà è un optional dai contorni evanescenti. Ora c’è, un istante dopo è sparito.

A un amico concedi poco sul piano del tradimento o forse non concedi nulla. Lui ti deve essere fedele per definizione, come tu gli devi essere devoto. C’è simbiosi fra noi, quella che non esiste con l’amante. Così devi calpestare quel sentimento amoroso che germoglia, cresce e mette radice dentro di noi. Capisci perché l’amicizia è una gabbia dove imprigioni emozioni e sensazioni?

Quando hai quindici anni, non comprendi questa sottile linea di confine e preferisci pensare all’amicizia in senso astratto. Tanto più sei giovane, tanto meno perdoni il tradimento di quello che incautamente ritieni un amico. Perché? Ti manca l’esperienza per capire che i punti fermi nella vita sono come punti di sutura: chiudono la ferita, ma lasciano nella carne dentate mostruose. Meglio sarebbe l’imperfezione sottile del vecchio cordolo, una lacrima fatta di carne. Tuttavia in quell’età non riesci a vedere nell’amante un volto passeggero che transita davanti a te e sparisce come il treno nella curva dopo la stazione.

Giulia scuote la testa. Si sta pettinando i capelli, mentre ragiona sull’amante, che avrebbe rivisto tra poche ore, e sull’amicizia con Nicolò. É insoddisfatta del matrimonio, contratto sette anni prima senza amore e senza pathos. Sperava che col tempo e la vicinanza sarebbe nato amore e complicità. Tuttavia non è avvenuto nulla di tutto questo. Se ne è accorta subito ma non ha trovato la forza di troncarlo. Così stancamente si trascina da un amante a un altro senza trovare nessuno stimolo, nemmeno quello sessuale. É solo un modo per ingannare il tempo. Sa che anche Alex, suo marito, la tradisce ma questo aspetto non la preoccupa per nulla. Tra loro non è mai sbocciato niente, neppure l’intesa a letto. La loro unione è stato un fatto puramente tecnico, legato alle famiglie di origini.

Suo padre possedeva un industria chimica che navigava in acque turbolente e stava andando a fondo. Aveva la necessità di trovare un partner finanziario che lo portasse in salvo. Antonio, il padre di Alex, aveva una necessità opposta: doveva trovare un industriale per riciclare del denaro sporco, che aveva accumulato illecitamente. Così suggellarono l’intesa, che blindarono con il matrimonio tra i loro rampolli, anche se loro non erano d’accordo.

Fin dalla prima notte fissarono i paletti della loro unione. Agli occhi della gente dovevano mostrarsi come una coppia modello ma nel letto ognuno portava chi voleva. Nessun obbligo di fare sesso tra loro. Se ne avessero avuto voglia entrambi, si poteva, altrimenti nulla. Di figli nemmeno parlarne. Sarebbero stati solo d’impiccio.

Giulia scaccia questi pensieri infastidita, perché è Nicolò il vero oggetto della sua riflessione. Lo conosce dalla scuola media e tra loro è nata un’amicizia vera, assai rara tra un ragazzo e una ragazza. Lui è stato sempre il primo a correre in suo soccorso, quando è incappata in qualche disavventura amorosa e non solo. Con lui si confida su tutto anche sui particolari più intimi e scabrosi, come non fa con Elena, l’amica del cuore, alla quale tace le proprie intimità. Giulia lo considera un fratello e non un possibile amante.

Per me amicizia ha un significato ben preciso. Uso con sobrietà questa parola, anche se per molti è un termine da sventolare con forza, come fosse un fazzoletto alla partenza del treno. Per tante amiche basta la semplice conoscenza di qualcuno, per definirlo amico o amica. Per me no. Amicizia è sapere che puoi contare su qualcuno per parlare dei tuoi problemi. L’amico è quello che senza secondi fini ti dice che stai facendo una sciocchezza. Se tu poi lo mandi a quel paese, sorride e incassa, perché sa che poi ti pentirai di averlo detto. Quante volte è successo?

Giulia sospira su queste parole. Si guarda allo specchio. Nicolò era proprio così.

Sì, un amico è quello che, se stai attraversando un momento psicologicamente duro, lo percepisce senza che tu glielo dica. E tiene la tua mano senza aprire bocca, perché ha quella sensibilità per comprendere che in quel momento è l’unica cosa da fare. Nicolò è sempre stato così. Ha preso molti calci nei denti, spesso per colpa mia senza protestare. Se ha sbagliato, ha avuto l’umiltà di chiedere scusa. Se ho sbagliato io, accetta le mie giustificazioni, senza aprire bocca. Sì, è stato un amico che, trovandosi sulla linea di confine, anche per un attimo, ha avuto la forza di guardarla e di non oltrepassarla. Quando però…

A Giulia scivola una lacrima nera di mascara, quando ricorda quel giorno.

Accade quello che lei non ha mai pensato che avesse potuto succedere. É venuto il giorno che ci ha provato. Nicolò è a conoscenza che i rapporti col marito sono freddi, perché glielo ha confidato da tempo, da quando è tornata dal viaggio di nozze. Conosce ogni particolare della sua vita matrimoniale: stanze separate, amanti da entrambe le parti, rapporti sessuali pressoché inesistenti.

Un sabato di maggio, due settimane prima, Alex è in viaggio con l’ultima fiamma, l’ennesima della collezioni di amanti. Lei sta attraversando un periodo nero. L’ultimo uomo si è rivelato un meschino profittatore, che voleva fare sesso solo a pagamento. Ne parla con l’amico, rivelandogli che si sente sola e delusa.

“Alex è via con una donna, della quale mi ha detto il nome, che ho dimenticato subito. Vorrei avere un uomo nel mio letto ma questo rimane freddo” dice a Nicolò per telefono.

Lui è arrivato poco dopo, a metà mattino, per tenerle compagnia. Giulia è nella stanza da letto e indossa un camicia sottile e trasparente con niente sotto, mentre davanti allo specchio si prepara per uscire.

Lui si avvicina come fa sempre, quando sono insieme. Lei continua a truccarsi senza prestare attenzione ai suoi movimenti. Sa che è un amico fedele. Nessuna minaccia proviene dal suo muoversi nella stanza.

Nicolò si pone alle spalle, le cinge i seni e la bacia sul collo.

“Ti amo” sussurra con trasporto.

Giulia lo respinge con furore.

“Come ti permetti? Vattene e non farti più vedere!” esclama rabbiosa.

Nicolò esce dalla stanza senza dire una parola. Sa di aver commesso un errore che l’amica non gli avrebbe mai perdonato.

Sono passate due settimane da quel giorno e lei non lo ha cercato per fare la pace, come altre volte. Lui non la chiama, perché la conosce troppo bene. Preferisce far decantare la rabbia di Giulia, mentre si dà del somaro per quel gesto sciocco e inconsulto.

Adesso nel silenzio della casa si guarda allo specchio. Il tempo scorre ma resta immobile, seduta sullo sgabello. Sa che tra mezz’ora arriverà Alfonso, l’ultimo amante, ma le è passata la voglia di uscire con lui per recarsi al ristorante. Conosce il percorso di quella sera. Cena, poi a letto per finire la giornata. E’ solo noia e nessun piacere. Sente il carillon del campanello di casa.

“Suona” si dice, restando immobile.

Passano i minuti e di nuovo quello squillo imperioso. Giulia continua a guardare lo specchio dove vede le sue nudità. Adesso è il telefono che reclama la sua attenzione. Non risponde. Poi un’altra chiamata e un’altra ancora. Lei resta immobile. Non muove un muscolo. Alla fine cala il silenzio.

Riflette e capisce l’errore.

“Nic, ti aspetto” gli dice al telefono.

0 risposte a “L’amico”

  1. Bel racconto, belle riflessioni.
    Ma questo significa che l’amicizia tra uomo e donna non esiste, se si trasforma in amore. Io invece spingo con forza a dire che l’amicizia tra uomo e donna può esistere senza per forza diventare una relazione.

    1. Amicizia e amore sono due cose distinte. Quando l’amicizia diventa amore cambia aspetto. Così mi fa sorridere, quando sento qualcuno/a che al termine dell’amore afferma che rimane l’amicizia.
      Certo sono d’accordissimo con te, quando affermi che una vera amicizia tra uomo e donna non deve necessariamente tramutarsi in una relazione

  2. Sono d’accordo con Chiara. L’amicizia tra sessi opposti esiste.
    Un racconto molto interessante e scorrevole, l’ho molto apprezzato.
    Un abbraccio Gian Paolo
    Affy

  3. Concordo con Chiara e Affy: l’amicizia fra sessi opposti esiste. Sono molto legata alla mia migliore amica ma da sempre il mio confidente prezioso e’ il mio migliore amico! Bel racconto Gian Paolo. 65Luna

  4. Hermoso relato! Si creo en la Amistad entre el hombre y la mujer! Tengo amigos maravillosos,:La historia que has escrito es hermosa! abrazo fuerte, amigo!!!

  5. Hemoso , hermoso relato****Una historía muy linda, has escrito!!!!!!

    eres un escritor estupendo!!!!!

    yo creo en la amistad del hombre y la mujer**

    tengo amigos maravilloso!!!!!

    muchos besitos y todo mi cariño***

  6. Bellissimo! Evviva l’amicizia…anche quella tra uomo e donna. Uno dei miei più cari amici è un uomo ma è gay, un altro è stato un bacino all’università e poi solo tanto affetto. Però se c’è attrazione…l’amicizia tra i due sessi credo diventi difficile.Baci

  7. Buona sera, Gian Paolo !
    Grazie per la visita e le risposte, Gian Paolo! 🙂
    “Pamphlet maleducato”
    si inserisce in molti paesi
    dove la nazione Golan
    sì “dopo pistole pistole”
    la Tesoreria dello Stato
    a causa dei poveri! 🙁
    Una bella serata, il mio amico! 🙂
    Aliosa.

  8. Interessante il lento delinearsi della scena e l’alternanza tra discorso diretto e indiretto libero. E il finale che spezza il ritmo con la sua rapidità. I dettagli sulla reale natura del matrimonio della protagonista danno corpo e profondità alla vicenda, che si tinge di sfumature inquietanti.

  9. Puo’ l’amicizia diventare amore, ma credo che difficilmente accade il contrario. Quando ci si lascia non si resta amici, con il passare del tempo ci si allontana senza nemmeno darsi delle spiegazioni, e’ il corso naturale della fine di un amore. Trovo esagerata la reazione di Giulia, doveva aspettarsi che accadesse prima o poi. Certo audace lui a cingerla e baciarla ma anche lei non lo ha certo messo in una posizione facile 😉

    1. Che l’amicizia possa diventare amore è possibile, anche se le implicazioni e le controindicazioni sono molteplici. Concordo con te che il percorso inverso, amore –> amicizia, è una bufala colossale

  10. Io non ho esempi di amicizia fra maschio e femmina che non abbiamo avuto complicazioni, quindi per la mia esperienza posso dire che ci credo poco. Poi, per carità, contenta per chi c’è riuscito 😉 Bel racconto!

    1. Beh! la maggioranza delle mie amicizie sono al femminile ma forse non conto. Diciamo che un’amicizia fra maschio e femmina ci può essere. Quello che non deve essere è un’eccessiva disinvoltura nel rapporto. Allora cominciano i guai.
      Grazie per il passaggio.
      Dolce serata

      1. Si, probabilmente é la troppa disinvoltura nel rapporto che può creare problemi. Io ho avuto amici maschi, ma mai sono entrata così in confidenza come avrei potuto fare con le femmine. In più, ogni volta che mi fidanzavo questi sedicenti amici, maschi, scomparivano, per questo a me il dubbio è venuto parecchie volte 😀😀 Dolce serata anche a te!

        1. Quando parlo di disnvoltura intendo dire quegli atteggiamenti, come baci, abbracci, che invitano l’altro a corteggiarti. Allora non funziona, perché prima o poi succede il patatrac.
          Però ascoltare i problemi, dare, se richiesti, suggerimenti o opinionil, essere vicini nei momenti topici questo rende possibile l’amicizia Non è facile ma neppure impossibile.

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