Green pass ovvero trappola per topi

Un caso per tre

È un post atipico, inusuale rispetto a quello che scrivo di norma. Chi si annoia a parlare di green pass è esentato dal proseguire la lettura.

Il green pass è un’autentica trappola per topi che creerà seri problemi se non si modifica la natura. È il parto dell’orgasmo vaccinale che ha colpito i nostri governanti. In particolare non è inclusivo ma divisivo perché genera cittadini di serie A e di B. Sembra che le lancette dell’orologio si siano spostate all’indietro di cento anni, quando se non avevi la tessera del partito non potevi fare nulla. Mancano solo le purghe e poi abbiamo fatto bingo.

Anche per me dal venti agosto, al termine dei quattordici giorni dalla seconda dose, è operativo. Dopo mesi di riflessioni e incertezze mi sono vaccinato. Tutti i timori si sono rivelati infondati e non ho accusato il minimo malessere, nemmeno stanchezza o altro. Del green pass non me ne frega nulla e la vaccinazione non l’ho fatta per questo scopo. Anzi. Non lo userò salvo per una emergenza assoluta che al momento non riesco a quantificare. Allo stato attuale la carta sta in una custodia di plastica insieme ai documenti vaccinali. Il qrcode è confinato nell’app IO accessibile solo con lo spid che posso farlo unicamente a casa per il banale motivo che non ricordo la password di primo accesso. Niente credenziali niente accesso. Non ho neppure l’intenzione di ricordarle. Trasferirla tra le immagini? Non ci penso per nulla. Però non era questo l’argomento del post.

Il green pass è un documento a scadenza come patente o carta d’identità. Ha una non piccola differenza: la durata, solo nove mesi. Per chi è guarito dal COVID, mi pare, solo sei mesi. È rinnovabile, credo, con altre dosi di vaccino di cui non si sa nulla. Al momento solo chiacchiere.

Basta fare un piccolo conto e chi si è vaccinato in gennaio dal diciotto ottobre, come qualcuno ha già detto, è scoperto, nel senso che il documento è scaduto. Da quel momento sono a rischio, mi pare d’aver letto, due milioni di persone. Qualcuno può obiettare che a gennaio sono stati vaccinati gli over novanta che del green pass non importa nulla. Purtroppo insieme a loro ci sono operatori sanitari e delle RSA ovvero quelli che possono importare nelle strutture il virus o esportarlo all’esterno. Senza green pass non potrebbero operare in ospedali e RSA. Bel colpo che metterebbe in crisi queste strutture. Corriamo il rischio oppure li vacciniamo di nuovo? Poi Il rinnovo è ancora per nove mesi? Per quanto? E poi? Tante domande e tanti dubbi senza risposte certe o rassicuranti.

Col passare delle settimane da quella data a queste categorie professionali si aggiungono il personale scolastico, gli studenti, i lavoratori e la lista si allunga. Questo a regole invariate.

Qualcuno ha avuto la bella pensata di prorogare i nove mesi a dodici e così di seguito. Senza vaccinare nessuno. Una bella presa per i fondelli, visto che i nostri baldi governanti l’hanno sbandierata come l’arma risolutiva contro la pandemia.

I giorni passano e nessuno osa prendere posizione. Invece di fare il green pass all’amatriciana l’avessero lasciata con lo scopo originario, ovvero libera circolazione in Europa e altri paesi, tutto questo caos annunciato non ci sarebbe stato.

Attendiamo fiduciosi che il genio italico molto creativo risolva la questione. I giorni passano e nessuno fiata…

 

2 risposte a “Green pass ovvero trappola per topi”

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