Compagnia per l’estate – 6 – il sorriso

Su newwhitebear è stato pubblicato il sesto esercizio di scrivere creativo.

Ecco le regole.

Dovrete creare un racconto, lungo 1000 parole,

“Se alle tre del mattino ti svegli e per la dolcezza del sogno ti viene da sorridere… non farlo” è la voce suadente di Aldo, che l’ammonisce.

Giada si sveglia di botto e si guarda intorno. Buio e silenzio ma di Aldo, il suo compagno neppure l’ombra. Il suo posto nel grande letto matrimoniale è freddo. È sparito da tre giorni senza lasciare tracce. Si mette dritta e scruta la radiosveglia. Sono le tre, mugugna infastidita. Il sogno merita non un sorriso ma un milione di sorrisi e non posso farli. Sembra incredibile ma da tre giorni non si può sorridere, nemmeno un accenno. Donaldo Briscola, il presidente di Sufferland, stanco di vedere visi sorridenti, ha deciso che è abolito per decreto. Chi è trovato a sorridere prenderà dieci nerbate sulla schiena. Per i recidivi l’aumento sarà in proporzione al numero di mancanze.

Giada ha pensato alla solita battuta del presidente arancione su twitter, perché, quando cinguetta, non si capisce una mazza. Questa volte è stato chiaro: dieci nerbate sulla schiena nuda sulla pubblica piazza. Il primo giorno hanno beccato una ragazza dalla pelle scura, che ha il sorriso incollato sulle labbra, rammenta Giada, mentre sveglia fa il viso mesto di circostanza. “Non si sa mai” ammette mogia con l’occhio spento e la bocca storta. Ha visto la scena sul televisore. Roba da mettersi a piangere, altro che ridere. Le immagini andavano in loop su tutti i canali TV. L’avevano agguantata, denudata dalla cintura in su e giù nerbate con perfido sadismo. Avevano il loro daffare nel usare il nerbo di bue ma il sorriso restava beffardo mentre gli occhi erano pieni di lacrime.

Aldo è rientrato furibondo. Da lui ha saputo che è intervenuto il capo della polizia per spiegare a quegli energumeni che l’avrebbero potuto anche ucciderla ma il sorriso sarebbe rimasto in eterno. Madre natura l’aveva generata sempre sorridente. Al termine del racconto ha fatto un sacco di telefonate tutto arrabbiato ed è sparito. Aldo è una testa calda e per questo Giada è in apprensione per lui.

Il pensiero di non poter più sorridere l’angoscia. “Ma in privato?” Qui casca l’asino. Non è chiaro se sarà possibile ma un codicillo scritto con carattere quattro, da leggere con lente d’ingrandimento, parrebbe vietarlo. O meglio è istituito la Gran croce della spia, da assegnare a chi fa più soffiate documentate da immagini. Dunque nemmeno tra le mura di casa si può stare tranquilli. Poi c’è il rischio di una webcam azionata da qualche software spia, non più malevole ma benevole nella nuova accezione del termine. La Sicurezza Nazionale li inietta in tutti i computer. Lo faceva prima in modo illegale ma subdolo. Lo fa adesso alla luce del sole. Sono vietati per legge l’uso di antivirus o sistemi operativi refrattari a questi software. Giada tiene il PC spento. Non usa più lo smartphone ma un vecchio telefono non connesso che fa solo telefonate e manda o riceve SMS. Niente più Whatsapp, né i social, né consultare le mail. Niente più navigazione.

Però ritorna a pensare ad Aldo e si domanda dove sia finito. “È sempre stato una testa calda” ammette sconsolata. “Ma tre giorni fa ha superato il limite di guardia. Lui con altri esagitati ha manifestato davanti alla Casa Arancione con striscioni e megafoni”. La ragazza teme che sia stato messo in prigione. Forse non durante la contestazione, perché la polizia a cavallo ha caricato i manifestanti che si sono dispersi nel parco e nelle vie adiacenti. “Non ha chiamato, né mi ha mandato un messaggio. Dissolto nel nulla”. Giada fa il viso triste. Di dormire non ci pensa più. Eppure le è apparso nel sogno.

Aldo per sfuggire alla cattura si è nascosto insieme a due amici dentro un ufficio di onoranze funebri.

“Qui non ci vengono a pescare” ha sostenuto, nascondendosi dentro una bara.

“Ma non possiamo restare in eterno tra urne cinerarie e casse da morto” contesta Giacomo, che preferisce un’atmosfera più gaia.

“Cosa dici, Aldo?” interviene Giovanni col viso da funerale.

Aldo si grata la testa pelata, guarda i due amici con cui ha condiviso tante risate ma resta muto.

“Le pompe funebri sono aperte ventiquattro ore per trecento sessanta cinque giorni l’anno” borbotta Aldo. “E poi non fanno ridere”.

Si mette a dormire in una cassa foderata di raso viola con un cuscino di velluto rosso.

Donaldo è furioso. Si muove secondo un’ellisse nel suo studio presidenziale. Il suo consigliere Bannone, il Rasputin della situazione, non osa avvicinarsi. Ci ha provato e porta i segni della sua dentiera sul braccio. Per fortuna aveva una giacca pesante, che ha impedito che affondasse i denti nella carne.

Il presidente si domanda dove ha sbagliato. ‘Tre giorni fa tutti erano felici e sorridenti” borbotta incavolato come una biscia. “Adesso sembrano spot pubblicitari della mestizia al cubo. Manco uno sorride! Solo quella minorata del primo giorno”. Poi sono arrivati i contestatori, pensa con il viso paonazzo dalla rabbia, con megafoni e striscioni. Devo cacciare il capo della polizia. Un inetto.

Si ferma davanti al computer e twitta “Da questo momento Rossello, il comandante della polizia di Surfunia, non è più il capo”.

Ha appena battuto ‘Invia’ che sente del tramestio alle sue spalle. Diventa tutto buio, come se un cappuccio nero fosse stato calato sulla sua testa.

Giada apre il televisore, sperando di trovare qualcosa di soporifero. Strabuzza gli occhi. Legge ‘Edizione straordinaria” sullo schermo e vede il suo Aldo che trascina per i cappelli arancioni un omone che assomiglia in modo incredibile a Donaldo Briscola. L’annunciatore comincia a recitare la sua litania.

“Tre giovani audaci, Aldo, Giovanni e Giacomo, hanno catturato il gemello pazzo del nostro presidente, che sfruttando la completa somiglianza ne aveva preso il posto. Ronaldo Briscola era internato nella clinica psichiatrica ‘Dottor Stranamore’ ma era riuscito a fuggire con la complicità di un funzionario disonesto. Il vero Donaldo Briscola era finito imbavagliato in un cassa da morto delle onoranze funebri ‘Visi tristi’. Qui si erano rifugiati i tre ragazzi e l’avevano liberato. Tra bare e urne hanno messo a punto il piano per catturare il gemello pazzo. Una risata ci seppellirà” aveva concluso l’annunciatore ridendo a crepapelle.

in cui i sorrisi vengono vietati/cancellati/esiliati/dimenticati/scegliete voi.

Dovrete:

  1. Inventare il motivo per il quale non sarà possibile sorridere;
  2. Creare due personaggi principali;
  3. Un “antagonista”;
  4. Un colpo di scena finale.
  5. Iniziare il racconto con “Se alle tre del mattino ti svegli e per la dolcezza del sogno ti viene da sorridere… non farlo.”

ecco il mio racconto