Il Borgo – Capitolo 11

Laura stava lavorando alacremente alla creazione della fanpage su Facebook, dove si illustrava il «Progetto del Borgo» e si cercavano volontari per il suo recupero. La pagina era corredata da diverse fotografie scattate da Marco e da alcune informazioni suggerite da Eva.

Però era Giacomo, col quale interagiva principalmente attraverso delle videochat su Skype, in cima ai suoi pensieri.

La ragazza aveva ben impressa nella mente quel mercoledì, quando aveva ricevuto quell’invito a sorpresa. Una serata magnifica ed eccitante era stata scoppiettante come fuochi d’artificio. Si era parlato di tutto fuorché del Borgo, lasciato volutamente fuori dai loro discorsi. Era tornata a notte fonda a casa eccitata e in preda alla frenesia di un improvviso e inaspettato innamoramento. Si erano sentiti nei giorni seguenti ed erano tornati a Castiglioncello la domenica seguente.

La giornata non era bellissima, anzi piuttosto imbronciata per via di nuvole e accenni di pioggia. In compenso aveva ricevuto delle sensazioni meravigliose, che non aveva avvertito nella visita precedente. Non era riuscita a catalogarle immediatamente ma poi ripensandoci c’era arrivata a comprenderle.

Stavano salendo verso il Borgo con indosso una cerata gialla, quando le parve di udire delle voci. Si fermò stupendo Giacomo, che non capiva il motivo della sosta.

Non fiatare. Sta in silenzio” gli disse secca e decisa.

Perché?” domandò meravigliato.

Ssss” sibilò mettendo un dito sulle labbra.

Si mise in ascolto. Le voci era flebili ma distinte ma non capiva perfettamente tutte le parole che il vento le portava fino alle orecchie.

Giacomo la guardava come se la ragazza fosse stata colta da un raptus improvviso di follia. «In effetti mi domando se è normale oppure una pazzoide. Mi sono lasciato trascinare in questa avventura dai contorni folli senza che lo volessi veramente. Ora come un’invasata mi zittisce senza spiegarmene i motivi. Sono io il pazzo e lei una furba commediante oppure lei è matta da legare e io me ne sono innamorato?».

Il ragazzo era immerso in questi pensieri senza una risposta sensata, quando Laura riprese a parlare.

Hai sentito ..” cominciò guardandolo fisso negli occhi.

Cosa?” chiese pazientemente Giacomo, osservandola per scoprire se fosse uscita di testa. Non aveva udito nulla a parte il loro respiro.

Come cosa?” esclamò sorpresa. “Non hai sentito che il Borgo ci ha chiamato? Ci chiede aiuto per tornare a vivere e far tornare a vivere gli spiriti che si aggirano inquieti tra le rovine!”

Giacomo la fissò con gli occhi sbarrati e pensò che l’eccitazione dell’avventura le avevano fatto perdere il lume della ragione.

Allora cosa dici?” lo incalzò Laura. “Non hai sentito quell’invocazione di aiuto?”

No, Laura. Ho udito solo il sibilo del vento. Nessuna parola. Solo il brusio del vento fra questi sterpi. Mi dispiace” replicò affranto per non aver ascoltato nessuna parola.

Ma è impossibile!” concluse Laura prima di riprendere a salire con decisione verso il Borgo. Si avviò come se Giacomo non esistesse e in breve tempo raggiunse la porta di accesso ai ruderi.

Laura” gemette sconsolato il ragazzo. “Ma cosa ti hanno chiesto?”

Le ultime parole si dispersero nel vento, rimbalzate dall’eco dei monti circostanti. Riprese a salire per raggiungerla con mille pensieri nella testa. Eppure gli piaceva quella ragazza dai modi sgarbati e ruvidi, finché non diventava tenera e dolce, quando abbandonava la corazza difensiva. Ansante arrivò dove si era fermata come se ascoltasse qualcosa.

Laura ..”.

Ssss” gli disse intimandogli di tacere, mentre Giacomo cerco di acuire l’udito.

«Sono diventato sordo. Eppure l’ultima volta udivo anche il ronzio degli insetti. Ora nulla» rifletté scuotendo la testa.

Rimasero lì per un tempo che a lui parve eccessivamente lungo.

Il Borgo ci parla” riprese Laura. “E ci indica cosa dobbiamo fare ..”

Cosa ha detto esattamente ..” chiese il ragazzo fingendo di non aver compreso tutto quello che aveva detto.

Ci chiede di ripristinare la rocca e la chiesa. Per le abitazioni ci lascia mano libera. Però mi pare d’aver ascoltato anche un’altra voce ma era più distante e flebile”.

Giacomo era sempre più strabiliato e basito. Non aveva udito nulla, nemmeno un lamento a parte il respiro affannoso del suo petto.

Laura per contro era eccitata per avere ascoltato la voce del Borgo.

Domenica scorsa non aveva compreso i motivi per i quali eravamo venuti. Ci ha scambiato per i soliti gitanti che vengono, scattano qualche fotografia, prendono una pietra come souvenir e poi scompaiono. Però oggi ha percepito che noi lo vogliamo far tornare alla vita e ci ha dato il benvenuto. Ormai c’è feeling tra noi” disse tutto d’un fiato la ragazza eccitata e felice.

Il ragazzo annuì nascondendo i veri pensieri che gli erano affiorati nella mente. Non desiderava rompere il clima di entusiasmo della compagna e tacque.

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50 risposte a “Il Borgo – Capitolo 11”

  1. Scusa l’intrusione fuori argomento… spero tu abbia letto sul mio blog l’errata corrige, perché non vorrei diffondere notizie che poi, dopo una più attenta verifica, ho scoperto essere prive di fondamento.
    Poi cancella pure questo mio commento, per favore, perché qui non ha senso… grazie!

    1. Ho letto il lungo post ma passo più tardi per un commento.
      Di norma non cancello nulla. Pertinenti oppure no, sono un segno tangibile di quello che dico e ricevo.
      Come vedi, rispondo qui.
      Ciao

  2. Interessante questa storia che tiene insieme il nuovo e l’antico, le più moderne tecnologie, l’amore per la storia, la cura e la conservazione di ciò che è stato!

    1. Una storia nata per caso, come d’altra parte tutto quello che scrivo. Adesso procedo un po’ a rilento, anche perché ci devo pensare e meditare su quello che scrivo.

  3. ho letto gli ultimi due cpitoli uno di seguito all’altro: bello legerli così. La figura di Laura ne emerge più viva ed intensa – lei “abbracciata” al Borgo e spinta da voci inudibili agli altri. Avvincente! Aspetto il seguito al più presto – adoro questo genere di cose “misteriose”
    Baci

  4. La voce della sensibilità emotiva, alcuni la sentono davvero, come Laura in questo caso
    Mi succede anche a me… e per non passare per una strana, faccio finta di nulla
    Il borgo ha trovato con chi dialogare
    Bravissimo
    Un abbraccione
    Mistral

    1. Sentire voci lontane non è facile. Serve sensibilità e amore. Il Borgo (avrai notato lo scrivo con la lettera maiuscola come se fosse un essere vivente) ha trovato chi riesce recepire la sua voce, che altrimenti si perderebbe nel vento.
      Grazie, Mistral.
      Un grande abbraccio

  5. Mi chiedevo se Laura sente le voci, che vuole sentire, oppure effettivamente le voci vogliono farsi sentire da chi ne ha compassione.
    Certo che la compassione di Laura é tanta e chissà se riuscirà a trasmetterla al buon Giacomo.
    Tra modernità del web e antiche stranezze, questo racconto acchiappa e attendo il prossimo capitolo.

    1. Quando siamo molto sensibilizzati ascoltiamo voci che gli altri non sentono. Laura percepisce questo.
      Il buon Giacomo, da bravo ingegnere (io sono atipico) è squadrato e razionale e non riuscirà mai a udire quello che Laura sente.

  6. Finalmente si svela qualcosa! me lo sentivo fin dai primi capitoli, che qualcosa di magico doveva accadere! che sia lo spirito del borgo o anche solo le giuste intuizioni di Laura, l’entusiasmo è palpabile, come scintille d’energia all’inizio di una grande impresa! Bello!

  7. Grazie per i tuoi auguri pasquali che ricambio affettuosamente. Purtroppo è un periodaccio, per motivi famigliari, per cui non riesco a seguire i tuoi post e quelli su caffè letterario. Un caro abbraccio, Annita

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