Il Borgo – Capitolo 45

Ottime queste brioche” disse Lorenzo con la bocca piena.

Non male nemmeno il caffè. Peccato che fosse appena tiepido ma poteva essere peggio” esclamò Matteo.

Casa pretendevi? Che fumasse ancora?” lo rimbeccò leggermente indispettita Betta. “Di grazia che il barista ci abbia dato queste tazze thermos per tenere al caldo caffè e tè”.

Come sei suscettibile” disse Alba, che provava a uscire dal guscio.

Ma ci dobbiamo litigare per il nulla?” domandò Mattia per smorzare quell’accenno di polemica. “Siamo qui, rilassati al sole a goderci questa bella domenica e dobbiamo punzecchiarci?”

Scusa Betta. Non era mia intenzione accendere una discussione polemica. Matteo non intendeva muoverti un appunto…” cercò di dire Alba.

Matteo ha bisogno dell’avvocato difensore?” replicò acida la ragazza.

Calma, calma!” disse Giacomo, abbracciandola. “Stiamo creando una tempesta perfetta in un bicchiere d’acqua”.

Finita la colazione, io e Alba laviamo le tazze e poi passiamo il fiume. Andiamo a trovare il Borgo” esclamò Laura, insolitamente silenziosa e calma fino a quel momento. Quelle chiacchiere la stavano annoiando.

Matteo rimase taciturno. «Hanno già parlato a sufficienza le ragazze. E’ inutile mettere altra legna sul fuoco» rifletté, mentre finiva di sorseggiare il suo caffè.

Giacomo trascinò fuori dalla tenda Betta, che aveva gli occhi pieni di lacrime. Si sedettero su un masso nelle vicinanze del Santerno. La lasciò sfogare, tenendola dolcemente fra le sue braccia, prima di cominciare a parlare.

Sono nervosa, lo sai il perché” gli disse, avviando il discorso. “Dopo che…”.

Lo so. Ma non era il caso di rispondere a Matteo così piccata. Alla fine intendeva dire che poteva essere freddo e disgustoso e invece era tiepido e bevibile”.

Dopo che avevo fatto gli occhi languidi al barista per ottenere quelle tazze, mi sento dire che … ‘peccato che sia tiepido’! E’ stato più forte di me” replicò decisa.

Va bene. Hai ragione ma ormai la discussione si è ricomposta. Alba si è scusata. Tu ti sei sfogata. Torniamo e prepariamoci a passare il fiume. Te la senti?”

Certamente! Perché non dovrei?”

Lorenzo ha preavvertito che il passaggio non sarà una passeggiata. Se non ti senti sicura, ti faccio compagnia. Possiamo fare due passi verso la cascata dei Briganti che è ricca d’acqua. Deve essere spettacolare il salto”.

Nessun problema. Sono sicura di farcela! Grazie, Giacomo per le attenzioni” gli disse prima di baciarlo sulle labbra.

Si alzarono e abbracciati si ricongiunsero al resto del gruppo. Erano già pronti per la spedizione, aspettavano solamente il ritorno dei due ragazzi. Avevano preparato tre zaini con le cibarie e le bevande, nel quarto misero la cassetta del pronto soccorso, una stuoia e qualche altro indumento da usare in caso di necessità, il quinto conteneva qualche attrezzo.

Lorenzo assunse il comando delle operazioni.

Gli zaini li portiamo noi ragazzi, mentre le ragazze saranno leggere…”. Fece una piccola sosta sperando che l’ultima battuta strappasse qualche sorriso.

Io e Mattia accompagneremo le ragazze. Comincio con Alba. Poi Mattia porterà Teresa. Poi sarà il turno di Eva, Betta e per ultima Laura. Quando le ragazze saranno al sicuro al di là del fiume sarà il turno di Marco, Giacomo e Matteo”.

Il ragazzo li guardò per cogliere nei loro visi dubbi e incertezze, prima di proseguire.

Una sola raccomandazione. Non sarà difficile ma nemmeno facile. Fatte attenzione dove posate i piedi. Basta che seguiate i nostri passi. Vi indicheranno il passaggio sicuro. Ci sono diverse tavole che si muovono e ondeggiano ma non c’è nessun pericolo. Quindi non fattevi prendere dal panico. Metterete questa cintura con moschettone e agganciatela alla corda. Serve per evitare di finire a mollo in caso di passi falsi”.

Lorenzo dopo gli ultimi consigli cominciò a traghettare Alba. Si fermarono più volte ma con gli incitamenti di Lorenzo raggiunsero l’altra sponda.

Non appena i due ragazzi furono di nuovo sul solido della terra, Mattia iniziò l’attraversamento con Teresa.

Laura fremeva nel vedere il suo ragazzo che guidava quella che secondo lei avrebbe potuto costituire un pericolo. Li osservò e cercò di captare cosa si dicevano. I due ragazzi, arrivati a metà del ponte, si fermarono. Le parve di udire qualche brandello di parola ‘Forza… Niente paura…’. Erano fermi da un’eternità, così le pareva, e Teresa era irremovibile a non proseguire.

Forza, Teresa” le diceva dolcemente Mattia. “Non possiamo stare qui in eterno”.

Ho paura. Abbracciami” gli rispose la ragazza, decisa a non procedere senza l’abbraccio del ragazzo. «Se non lo faccio ora, non ci sarà altra occasione» rifletteva furbescamente. «Laura starà schiattando dalla rabbia!»

E’ pericoloso. Le tavole sconnesse reggono il peso di una persona sicuramente ma di due non lo sappiamo” le replicò un po’ innervosito. “Lorenzo ci sta dicendo di sbrigarci”.

Un abbraccio o non mi muovo”

A malincuore Mattia la abbracciò e immaginò la faccia di Laura, vedendo la scena.

«Sì, sì! E’ proprio il mio uomo! Farei all’amore qui, anche se si rischia di finire in acqua» diceva fra sé, mentre provava brividi di piacere.

Ora sono confortata dal tuo calore” gli disse, avviandosi verso l’altra sponda.

Laura, osservando Mattia che teneva Teresa fra le braccia, si lanciò verso il ponte per raggiungere i due amanti inferocita e gelosa.

Fermati!” le ingiunse Giacomo, bloccandola.

Betta sbiancò, vedendo il suo ragazzo che stringeva Laura. «No, non è possibile! Non posso crederci!» Le lacrime spuntarono per incanto. «Sono emotivamente instabile, irritabile e nervosa quando sono in prossimità del mio ciclo. Oggi ne stanno capitando troppe».

Marco e Eva si guardarono in faccia senza dire nulla. La scena era eloquente.

Il gruppo è troppo numeroso” sussurrò il ragazzo, mentre la compagna annuiva convinta. “Se era complicata la gestione in pochi, ora è veramente problematica”.

Matteo guardava sorpreso la scena: Betta in lacrime, Laura agitata come un’ossessa, Giacomo che tentava di calmarla.

«Un litigio banale mezz’ora fa. Ora una scenata di gelosia. Cos’altro succederà prima di sera?» si diceva, mentre attendeva con pazienza il suo turno.

Eva si avvicinò alla ragazza piangente, che apprezzò il gesto con un mesto sorriso. Le bisbigliò qualche parola di conforto, mentre si abbracciavano. Era riuscita a calmarla.

Lorenzo nel frattempo era arrivato per traghettare Laura, che si era tranquillizzata tra le braccia di Giacomo. In realtà doveva essere il turno di Eva, che con un cenno gli indicò che era opportuno un cambio nella sequenza programmata.

Presto” gli disse Laura impaziente. “Non mi va che Mattia resti solo con Teresa!”

Lorenzo la guardò stupito, perché non aveva ravvisato nulla di strano nella fermata in mezzo al ponte. Secondo lui era stata semplicemente preda di un attacco di panico.

Mi spiace” sussurrò Giacomo, cingendo le spalle di Betta. “Non potevo fare altrimenti”.

Ci hai messo troppo trasporto!” gli rispose, singhiozzando. “Lo sai che sono giorni particolari questi”.

Lo so ma la lasciavo attraversare il ponte? Sarebbe stato un azzardo pericoloso” replicò con calma e dolcemente.

Mi hai ferito”.

Ora calmati” le disse accarezzandole con dolcezza i capelli. “Non era mia intenzione, te lo giuro. Amo solo te”.

Non ci riesco” gli rispose come se non avesse ascoltato tutto il discorso.

Vuoi che rimaniamo di qua, noi due soli?”

No. Andiamo con loro. Mi passerà”.

Mentre Giacomo teneva fra le braccia Betta, Mattia arrivò per portare al di là del fiume Eva, che aspettava tranquilla il suo turno.

Pronta?”

Sì!”

Si avviarono sicuri verso il ponte.

Betta si sentiva sicura nel caldo abbraccio di Giacomo e lentamente riacquistò la calma per essere pronta ad attraversare il ponte con Lorenzo.

Senza dire una parola si incamminò dietro il ragazzo, che la guidò senza tentennamenti sull’altra sponda.

Marco restò defilato, osservando con attenzione i volti dei due compagni rimasti con lui: uno era teso, l’altro rilassato.

Matteo si avvicinò a Giacomo, assorto e preoccupato.

Ti stanno facendo dannare queste ragazze!” disse dandole una pacca amichevole sulla spalle.

Un poco”.

Una risata accompagnò la risposta. “Solo un poco?”

Diciamo così”.

Vedo che sono già arrivati di là. Vai tu. Così puoi tranquillizzare la tua ragazza” gli disse Matteo, incitandolo ad avviarsi.

Marco non disse nulla. Non aveva fretta né fanciulle da confortare, quindi poteva attendere.

Rapidamente e con sicurezza Giacomo attraversò il ponte e prese fra le braccia Betta, visibilmente scossa e nervosa.

Vai prima tu” disse a Matteo, quando dall’altra parte del fiume gridarono «Avanti il prossimo»..

Ma veramente avresti essere già col resto del gruppo” borbottò, guardandolo in viso. Solo in questo momento si accorse che era rimasto nell’ombra senza dire una parola o accennare a un moto di nervosismo. Aveva scattato qualche fotografia per ingannare il tempo.

Che importa? Ormai tutte le scalette sono saltate. Posso aspettare qui tranquillamente” replicò sorridente, dandogli una spinta a muoversi.

Con calma e senza mettersi fretta anche l’ultimo componente del gruppo giunse all’inizio della salita verso il Borgo.

Abbiamo perso molto tempo, molto di più del previsto” affermò Mattia, cingendo per le spalle Laura. “Stasera dobbiamo scendere per tempo, prima che il sole tramonti per evitare di attraversare il ponte col buio”.

Il gruppo si avviò verso l’appuntamento col Borgo.

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23 risposte a “Il Borgo – Capitolo 45”

  1. Mi piace molto il continuo confronto fra i componenti del gruppo, talvolta polemico anche aspramente, talvolta solidale. Ma questa peculiarità, da sempre, è uno dei tuoi punti di forza.
    Un caro abbraccio.

  2. Caro Gian Paolo, in questo frizzante episodio mi hai ancora colpito con la tua bravura
    Hai descritto con tocco lieve, bello a tratti anche un po’ divertente una girandola di emozioni, iniziata da quella furbetta di Teresa
    Gradita davvero molto
    Ti abbraccio
    Mistral

    1. In effetti questo capitolo mi ha divertito mentre lo scrivevo. Volevo vivacizzare una situazione che altrimenti sarebbe apparsa stantia.
      Grazie per le tue parole.
      Un abbraccio
      Gian Paolo

  3. Avviene proprio così. Quando c’é il gruppo o almeno quando si comincia a fare gruppo le tempeste in un bicchiere sono quelle più fragorose e quelle che possono recare più danno.
    C’ é che le suscita, anche senza malizia e c’é chi si assume il compito di calmarle.
    Alla fine riusciranno a trovare il giusto equilibrio. potranno correre il rischio di spezzare equilibri precedenti? Forse e chissà che le cose non migliorino, ma potrebbe accadere che i vecchi equilibri si rinsaldino maggiormente.
    Insomma le bocce non sono ferme e i giochi non sono proprio tutti fatti.
    Intanto da buon vecchio, il Borgo attende, sempre che la pazienza non si esaurisca.

    1. Più o meno come dici. Ripeto quanto detto in precedenza, fare gruppo è un esercizio difficile. É un po’ come sposarsi, dove per la buona riuscita ognuno deve cedere qualcosa di sé.
      Il vecchio, il Borgo, aspetta paziente.

                    1. Non dico quello. Dico solo che é meglio prestare attenzione al momento dello sforzo. Dosando e bilanciando corpo e spirito.
                      Certi sforzi corporali, fatti al momento giusto sono positivi, altri possono degenerare e lo spirito nell’un caso, come nell’altro ne subisce conseguenze vuoi positive, vuoi negative.
                      Quindi …. okkio!
                      😛

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