Il Borgo – Capitolo 68

Dopo l’incontro a Modena seguirono altre riunioni per mettere a punto la strategia della primavera 2011. Lorenzo e Teresa cambiarono atteggiamento nei confronti di Laura e Mattia. Avevano compreso che la coppia era affiatata e difficilmente sarebbero riusciti a scalfirla con le loro avance.

Arrivati ai primi di marzo Laura cominciò a scalpitare per aprire i campi e avviare i nuovi lavori. Un sabato di metà mese Matteo invitò il gruppo a casa sua per fare una prima verifica sullo stato delle decisioni, dopo che erano state avviate le trattative con alcuni sponsor minori, scelti tra quelli disponibili a finanziare il progetto senza oneri gravosi.

Era un sabato soleggiato ma fresco al termine di una settimana grigia e anonima. Si ritrovarono riuniti attorno al grande tavolo rustico della cucina. Si disposero senza un ordine preciso: a seconda degli umori personali.

Betta illustrò la situazione di cassa, che appariva florida e priva di pericoli immediati.

Con gli ultimi versamenti attualmente abbiamo 131.500 euro sul conto. Altri ventimila circa arriveranno nei prossimi mesi. Una situazione rosea, superiore alle nostre aspettative. A questi si potrebbero aggiungere altre donazioni minori tramite Facebook e gli introiti delle visite guidate. Non saranno cifre importanti ma utili ad accrescere la dotazione dei nostri fondi”.

L’ultima volta hai detto che avresti formulato una previsione di spesa” domandò Matteo.

Sì. In linea di massima esiste” rispose la ragazza, aprendo un foglio con cifre e nomi.

Puoi darci qualche ragguaglio” chiese Mattia.

L’impresa edile dello scorso anno, che abbiamo confermata, ci ha detto che dovrà dimezzare il suo contributo per via della crisi. La spesa prevista lieviterà dai 68.000 dello scorso anno ai 75.000 stimati per il 2011. Però le spese generali dovrebbero calare sensibilmente, per cui le due voci si dovrebbero compensare”.

Quindi queste due voci a quanto ammontano?” domandò Marco.

Si prevede una spesa di 85.000 euro. Le altre uscite dovrebbero essere in linea coi consuntivi che conoscete. Quindi il totale delle uscite dovrebbe aggirarsi tra i centomila e centocinquemila euro. In cassa dovrebbero rimanere grosso modo cinquantamila euro…”.

Siamo ricchi!” esclamò con un fischio da maschiaccio Teresa.

Calmati! Abbiamo altri due anni da affrontare, se tutto procede secondo i programmi” replicò Betta seria.

Uffa!” esclamò Laura. “Tutti questi numeri mi annoiano. Abbiamo finito oppure …”.

Tutti scoppiarono a ridere all’uscita della ragazza, che manifestava tutta la sua insofferenza verso le cifre.

Un solo appunto. Poi passiamo ad altri argomenti” disse Betta sorridente.

Cosa?” domandò Laura, sbuffando.

Quest’anno dobbiamo cercare tegole vecchie, porte e finestre, anche rotte da restaurare, infissi. Quindi se vi capita di trovarne, prendeteli. Con questo avrei finito. Cedo volentieri la parola agli altri”.

Ci fu un momento di pausa, prima che qualcuno aprisse un nuovo fronte.

Che ne dite di un caffè e qualcosa da mangiare?” propose Matteo.

Ottima idea” rispose Lorenzo, che era rimasto in silenzio fino a quel momento.

Voi pensate sempre a mangiare e bere ma quando attrezziamo nuovamente i campi?” domandò decisa Laura.

Mentre voi discutete e vi accapigliate, io preparo caffè, pane fresco o tostato, marmellata di prugne” disse Matteo, mettendosi ai fornelli.

Non è possibile” rispose Lorenzo calmo e pacato.

Perché?” esclamò la ragazza, fiammeggiante d’ira.

Calmati, Laura. Ascoltiamo i motivi da Lorenzo” disse Mattia nel tentativo di frenare l’irruenza della ragazza.

Teresa, nel vederlo deciso e sereno, pensò che era un vero spreco nelle braccia di Laura. «Ci devo riprovare!» rifletté.

I motivi?” cominciò Lorenzo. “Per il campo in alto, vicino al Borgo dobbiamo aspettare maggio…”

Maggio?” urlò la ragazza, ancor più rossa in viso.

Ascolta in silenzio. I commenti lasciali alla fine” intervenne di nuovo Mattia, cingendole le spalle.

Deponete le armi” esclamò Matteo. “Arriva il caffè e la marmellata”.

Il padrone di casa sistemò al centro del tavolo tazzine fumanti e un piatto pieno di pane e marmellata.

Tutti si avventarono all’infuori di Laura, che aveva le guance di rosso acceso.

Non devi fare così” le sussurrò Mattia in un orecchio, mentre prendeva due tazzine di caffè.

Non lo voglio” rispose stizzita.

Sei infantile, quando ti comporti in questo modo” riprese il ragazzo, guardandola negli occhi.

Sei un perfido bugiardo” replicò alzandosi.

Dove vai?”

Lasciami stare!”.

Teresa osservava la scena con occhi interessati. «Ottimo! Se c’è una crepa, la farò diventare una voragine».

Mattia la seguì sotto gli sguardi stupiti degli altri, che non comprendevano le motivazioni dello scatto d’ira. La raggiunse e cercò di parlarle con pacatezza.

Cerca di ragionare, anziché scaldarti e bruciare come un fiammifero. Siamo qui per valutare cosa dobbiamo fare nei prossimi mesi”.

Vattene. Non ti voglio più vedere” gli gridò in faccia.

No. Resto, finché non hai ripreso il controllo di te” rispose con calma.

No, non voglio più vederti!” ripeté con la voce rotta da un pianto isterico.

Teresa si avvicinò con passo felpato e cominciò a parlare.

Stammi alla larga se vuoi conservare il tuo bel visino” sibilò minacciosa.

Volevo solo…” continuò con voce falsa e ipocrita.

Sei sono una puttana!” le urlò in faccia.

Mattia le prese un braccio per allontanarla ma lei si divincolò, rimanendo ferma, decisa alla lite. Il ragazzo si avvicinò a Laura e le cinse le spalle per trascinarla fuori in giardino.

Vieni. Usciamo” le disse con calma e dolcezza.

No!” rispose ma si lasciò condurre all’esterno con dolcezza.

Si sedettero sulla terra umida sotto il noce, ancora spoglio di foglie. La abbracciò e la strinse a sé. Laura riprese a piangere convulsamente.

Capisco che vorresti ricominciare subito ma non sempre è possibile. Bisogna pazientare anche se sentiamo il fuoco dentro dentro di noi” iniziò, mentre le accarezzava i capelli.

Tu sei in combutta con quella stronza di Teresa” replicò con gli occhi arrossati dal pianto.

Cosa dici? Lo sai benissimo che penso solo a te” le rispose, nascondendo i suoi pensieri.

Sarà ma le fai gli occhi dolci. La inciti a strusciarti a te. Ti ho visto a casa di Marco” gli rinfacciò acida.

Se fosse come dici, pensi che sarei qui con te?” le domandò.

Sei bugiardo. E mi prendi in giro! Lorenzo…” le uscì involontariamente prima di fermarsi.

Credi che non abbia visto che ti corteggia? Che appena può, ti mette le mani addosso? Come da Marco?” le disse con tono asciutto e duro.

Sei un ingrato”.

Ti ho già detto più di una volta che in certi momenti sei insopportabile. Però mi piaci, anzi ti voglio sinceramente bene. Se vuoi rompere, dimmelo. Me ne farò una ragione”.

Laura lo abbracciò, baciandolo.

Scusami! Oggi sono particolarmente nervosa e conosci il motivo. Hai ragione. Devo tornare in me. Ti amo. Lo so che Lorenzo mi fa il filo. Vorrebbe stare con me. Io preferisco te. Tu sai darmi quella calma che nessun altro c’è mai riuscito”.

Torniamo dentro. Abbiamo dato sufficiente spettacolo”.

Sì” gli rispose, mentre mano nella mano tornavano in casa.

Matteo si fece incontro per stringerle una mano e, rivolgendosi agli altri, disse: “Per oggi basta discussioni. Facciamo un giro per i campi, se non vi disturba infangarvi in campagna. La natura sta risvegliandosi”.

Un coro di sì accolse la proposta e sciamarono allegri per il sentiero che conduceva verso la collina.

Teresa non aveva intenzione di rinunciare ai suoi propositi e aspettava l’occasione propizia per attuarli.

Il Borgo – Capitolo 67

Si ritrovarono la domenica successiva a Modena a casa di Marco, che era stata indicata come la sede legale della onlus. La scelta della giornata era stata obbligata, perché il giorno prima Giacomo era di turno al lavoro.

Era la prima riunione ufficiale della società per discutere delle offerte ricevute il fine settimana precedente a Roma durante il meeting ‘Il turismo sostenibile a Km 0. Come valorizzare le risorse vicino a casa‘.

Eva aveva sistemato i posti in maniera che Lorenzo fosse centrale con Laura alla destra e Betta alla sinistra, che aveva accanto Marco. Matteo stava di fianco a Laura. Di fronte, sul lato opposto, sedevano in sequenza: lei, Giacomo, Teresa, Mattia e Alba. Ognuno aveva davanti a sé il segnaposto col proprio nome e un blocco per gli appunti. Il tavolo di cristallo era coperto con un panno verde.

Mattia, quando studiò la disposizione, storse il naso. Avrebbe voluto chiunque accanto a sé all’infuori di Teresa. Ricordava bene cosa era successo a casa sua una settimana prima. La riteneva inaffidabile e di certo avrebbe fatto di tutto per metterlo in difficoltà. Cercò di mascherare lo stato di ansia e di nervosismo che l’aveva colpito, fingendo indifferenza. Nonostante i suoi sforzi il nervosismo trapelava dagli occhi e dai gesti. Osservò Laura, che gli stava dinnanzi, e notò che aveva una strana faccia, che attirò la sua attenzione. Non era il solito sguardo deciso e geloso, che era abituato a scorgere, quando Teresa era nelle vicinanze. Aveva un qualcosa di sofferente, come se avesse delle preoccupazioni segrete. «Quale sarà mai il segreto che la rende nervosa?» si domandò inquieto, perché non l’aveva mai vista così tesa.

Laura ebbe un tuffo al cuore, quando vide che alla sua sinistra sedeva Lorenzo. Pensò che quella disposizione fosse stato un pessimo scherzo del destino. Aveva dovuto combattere con lui pochi giorni prima per non lasciarsi travolgere ancora, come in quel lontano fine maggio, e adesso doveva mettere in conto che lui ci avrebbe riprovato. Mise a confronto i due ragazzi. La vicinanza di Lorenzo le provocava strane sensazioni fisiche e metteva in fibrillazione il suo corpo ma non sentiva nessuna farfalla nello stomaco. Era più fisico che intellettuale lo stimolo, che avvertiva in maniera netta. Il ricordo di quella notte era ancora vivo nella sua mente ma era conscia che, passata la molla sessuale, tutto sarebbe naufragato nell’indifferenza. Non percepiva in Lorenzo quel calore che emanava Mattia, che sapeva toccare i punti più profondi del suo io. La sua vicinanza aveva il potere di calmare quell’agitazione interiore che era la la leva potente del suo decisionismo. Lorenzo non aveva un’uguale capacità. Per lei non c’era confronto o meglio era impari e a favore di Mattia. Sentiva il nervosismo salire, senza che riuscisse a nasconderlo. Adesso vedendo il suo ragazzo accanto a Teresa, percepì anche la gelosia verso la ragazza, che aveva la facoltà di metterla in fibrillazione. Guardò Mattia e con sorpresa lo vide teso, arrabbiato come se avesse scoperto quel tradimento. Questo pensiero la imbarazzò ulteriormente e le sembrò di essere seduta su un cuscino di spine.

Dichiaro la riunione aperta” dichiarò con solennità Lorenzo. “Due sono gli argomenti: l’esame del bilancio sociale e le offerte ricevute a Roma. Passo la parola a Betta, la nostra tesoriera”.

Nei documenti davanti a voi c’è la rendicontazione nei dettagli di entrate e uscite” cominciò dopo aver schiarito la voce. “Per non tediarvi farò un macro riassunto. Nella cassa, senza conteggiare i materiali offerti gratuitamente, sono affluiti circa 147.500 euro tra donazioni, nostri versamenti e incassi con le visite guidate. Abbiamo avuto uscite per 101.500 euro. Al momento abbiamo un attivo di 46.000 euro che ci consentirà un’autonomia di circa due mesi alla prossima partenza del cantiere in assenza di nuove donazioni”.

Teresa allungò una mano decisa sul sesso di Mattia che sobbalzò per la sorpresa. Ebbe un’erezione quasi istantanea. Le prese la mano e la riportò sulla gamba della ragazza, che tentò di trascinarla verso l’inguine. Il ragazzo la guardò in cagnesco, mentre lei sorrideva soddisfatta.

«Come previsto. Da questo momento non ci sarà un attimo di tregua» pensò amaramente.

Mentre Mattia era alle prese con Teresa, Lorenzo posò la sua mano sulla coscia di Laura, che ebbe un moto di sconcerto, avvampando per la sensazione provata. Avrebbe voluto scacciarla ma non fece nulla.

Mattia tornò a osservare Laura, notando un’espressione inconsueta. Qualcosa non tornava. Non era di gelosia la sua espressione ma di altro genere che faticava a comprendere. «Cosa?» si chiese senza risultato.

Lorenzo accarezzò l’interno della coscia e la sentì fremere. Laura era combattuta tra il lasciar fare e il contrastare con decisione quel tormento. Aveva visto che Mattia la scrutava con occhi indagatori e presto avrebbe compreso il senso della sua espressione. Doveva interrompere quelle carezze, doveva imporsi di resistere alle lusinghe sessuali o altrimenti lo avrebbe perso irrimediabilmente. Stava per allontanare quella mano, quando Betta ripassò la parola a Lorenzo. Respirò a lungo e si rilassò, perché il ragazzo aveva riportato la mano sul tavolo.

Durante il convegno si sono fatti avanti diverse persone con offerte varie”. Fatta una breve pausa riprese il suo intervento. “Enel e Eni sarebbero disponibili a pagare tutte le spese fino al completamento dell’opera: unica condizione sfruttarci per i loro messaggi pubblicitari. Un’impresa di costruzioni, di cui non ricordo il nome, pagherebbe tutto, sia le spese già sostenute, sia quelle future. Vuole la completa gestione del progetto, perché la loro intenzione è di creare un resort turistico. Poi ci sono altre offerte sia in denaro sia in materiali. L’elenco completo lo trovate tra i documenti davanti da voi”.

Mentre Lorenzo parlava, Teresa tornò alla carica con grande disappunto di Mattia, che tentò di allontanare le mani moleste senza riuscirci. Laura li osservava e pensò che lui accettasse il corteggiamento della ragazza. «Mi sta tradendo» si disse, senza ragionare che anche lei lo stava tradendo.

Mattia si alzò di scatto per porre termine a quel tormento. La discussione, che si stava aprendo alla conclusione dell’intervento di Lorenzo, si interruppe. Tutti lo guardarono stupiti.

Che c’è?” chiese Marco, che aveva notato le manovre.

Mi è venuto un crampo” rispose mentendo.

Facciamo uno scambio” suggerì il padrone di casa e si alzò per lasciargli il posto.

Laura comprese che i suoi pensieri erano errati, perché era Teresa che lo importunava. Una lacrima scese sulla guancia. Doveva evitare che Lorenzo ricominciasse con le sue attenzioni. Avrebbe voluto alzarsi e baciare Mattia ma si rese conto che non era possibile. L’avrebbe ripagato più tardi.

A Teresa il sorriso di piacere morì sul viso, quando Mattia si sedette al posto di Marco, che la guardò come per avvertirla di non provarci anche con lui.

Riprendiamo la discussione interrotta” disse Lorenzo. “Dobbiamo valutare offerte ricevute e decidere quale strategia intendiamo usare. Cosa ne pensate?”

Direi di lasciare cadere le offerte di Enel, Eni e impresa di costruzioni e di analizzare con attenzione le altre” affermò con piglio decisionista Laura.

Bene. Altre voci?” chiese Lorenzo guardandosi in giro.

Vorrei sapere se è stato fatto un budget di spesa per i prossimi due anni?” domandò Matteo.

In realtà non mi risulta” rispose Lorenzo. “Ma forse è meglio sentire la voce di Betta”.

Non appena la ragazza cominciò a parlare, Lorenzo sistemò la sua mano sull’interno della coscia di Laura, che con decisione la riportò sul tavolo, incurante degli sguardi e lo fissò cattiva negli occhi. ‘Non provarci ancora! O ti arriva un manrovescio!’ era il messaggio veicolato.

Lorenzo comprese che avrebbe fatto sul serio quel gesto e cambiò atteggiamento.

“… Si presume che serviranno all’incirca trecentomila euro per completare il progetto. I miei numeri sono valutazioni empiriche sulla base di una discussione avuta giorni fa con Giacomo. Sommare e sottrarre dei numeri sono in grado di farlo, stendere una previsione di spesa no” concluse Betta.

Sulla base di quale considerazioni?” chiese Marco, rivolgendosi a Giacomo.

Numeri spannometrici” cominciò il ragazzo. “L’impresa edile quest’anno ci ha fatto pagare circa settantamila euro, scontandoci il venti per cento del costo effettivo. Supponendo una spesa costante per i materiali e le spese generali, dovremmo spendere come all’incirca quest’anno. Cioè centomila euro. Tre anni di lavoro ed ecco la cifra esposta da Betta. E’ chiaro che in realtà si dovrebbe eseguire un’analisi più curata della mia approssimativa, basandosi sulle voci a bilancio e sulle necessità future”.

Qualche mormorio e altre valutazioni chiusero la riunione, prima del pranzo offerto da Eva.

Il Borgo – Capitolo 66

Laura, chiusa la telefonata con Mattia, cominciò a prepararsi. Era perennemente in ritardo. Sentì bussare alla porta. L’ansia crebbe. Era ancora in mutandine e reggiseno e stava pensando a cosa mettere, disturbata dal pensiero verso Mattia.

Laura, sei pronta?”.

Era Lorenzo che la sollecitava.

Un attimo e arrivo” rispose.

Ci stanno aspettando nella hall”.

Dammi cinque minuti di tempo. Vi raggiungo lì”.

Va bene”.

Lo sentì allontanarsi e sospirò, mentre velocemente indossò una camicia di lino e i jeans di Armani. Erano i primi indumenti che aveva trovato. Infilò delle ballerine nere. Una spruzzata di Chanel n.ro 5 completò l’opera.

La cena sembrava non finire mai. Aveva un pensiero fisso: telefonare a Mattia. Con abilità respinse tutte le proposte che direttamente o indirettamente alcuni commensali avevano avanzato: finire la serata in discoteca.

Hai fatto colpo sul direttore di …” cominciò Lorenzo, mentre tornavano in albergo.

Quel vecchio bavoso?” lo interruppe Laura.

Sì!” rispose ridendo il ragazzo. “Però sarebbe pronto a ricoprirci d’oro”.

Beh! Che se li tenga i suoi soldi. Il solo vederlo mi provoca nausea”.

Ma ci farebbero comodo” continuò come un martello.

Non importa. Vedrai che le donazioni lieviteranno come funghi nei prossimi mesi” replicò infastidita.

Su, non scaldarti. Scherzavo!” concluse ridendo Lorenzo, mentre Eva e Marco non avevano smesso un secondo di sghignazzare.

Arrivati alla reception, Laura chiese la chiave della camera.

Io salgo. Ci vediamo domani. Notte!”

Ti accompagno” disse Lorenzo, mentre Eva e Marco si sistemarono nel salotto.

Non è necessario. Puoi restare” affermò decisa la ragazza.

Ho sonno anch’io” replicò speranzoso il ragazzo.

Arrivati al piano, le prese la mano, che lei ritrasse.

Mi spiace Lorenzo. E’ capitato una volta ma non succederà più” esclamò seria. L’espressione del viso non lasciava margini di dubbi sulle parole pronunciate.

Lo sai che mi piaci” insistette Lorenzo.

Laura scosse la testa, facendo ondeggiare i capelli castani, mentre apriva la porta della camera.

Capisco che tu ci provi ma la risposta è sempre no. Sto bene con te in gruppo ma tutto finisce lì. Notte! A domani” concluse, richiudendo la porta alle spalle.

Freneticamente si tolse il piumino nero, le ballerine, la camicia e i jeans, per infilare il pigiama di flanella e mettersi comoda a letto. Guardò l’ora. Erano poco più tardi delle undici. Afferrò il telefono e chiamò Mattia.

Ciao. Cosa stai facendo?” gli chiese.

Ciao. Nulla di speciale” le rispose mentendo. “Mi preparo per andare a letto. Come è andata la cena?”

Bene. Un posto magnifico e una cena speciale”.

Vorrei essere lì con te…”.

Mattia si interruppe, perché Teresa lo stava stuzzicando.

C’è qualcuno con te?” domandò guardinga, come se avesse intuito la presenza della ragazza.

No, solo soletto. E poi chi vuoi che ci sia?” rispose pronto, mentendo spudoratamente.

Boh. Non lo so. Mi sembrava di udire dei rumori strani. Ma forse è solo immaginazione. Lo sai che sono gelosa…”.

Non credere che non lo sia anch’io. Una bella ragazza, spigliata, decisa attira sempre l’attenzione dei maschi”.

Teresa nel frattempo gli aveva sbottonato la camicia e aveva insinuato le mani sul suo corpo. Mattia stava soffrendo, incapace di difendersi senza tradire la presenza della ragazza. Doveva stare attento. «E’ una bugiarda, perché non rispetta i patti. Gliela farò pagare! Come?» rifletté. «Non lo so».

Ascoltò l’ultima parte del discorso, distratto da Teresa e dalla sue riflessioni.

“…una vera lagna”.

Scusami ma mi ero distratto un attimo e ho perso il motivo della lagna” disse sperando di non incuriosirla troppo.

Mi sembri svagato” disse alterando la voce. “Dicevo che c’erano solo vecchi bavosi”.

Sono quelli i più pericolosi. Credono di comprare tutto coi soldi, perché pensano che le donne siano sempre in vendita” rispose sollecito, mentre si dimenava, incapace di resistere alle carezze di Teresa.

Sembra che tutti siano disponibili a ricoprirci di euro ma non sono molto persuasa che sia facile”.

Gli altri che dicono?” domandò mentre bloccava una mano che cercava di insinuarsi fra le gambe.

Sono contenti, perché arriverebbe una valanga di denaro. Però non sono convinta che sia la strada giusta. Quando torniamo, ci diamo appuntamento con questo ordine del giorno: le offerte ricevute”.

Mi sembra un’ottima idea. Dobbiamo discutere e valutare i pro e contro delle varie proposte. Diamine, il tempo vola!” esclamò Mattia che voleva chiudere la conversazione e terminare il supplizio inflittogli da Teresa. “Starei al telefono fino a domani mattina ma purtroppo alle sei la sveglia suona”.

Scusami. Anch’io resterei a telefono per sentire la tua voce ma stavo dimenticando che domani sei al lavoro”.

Ci sentiamo come stasera. Alle sette?”

Sì, alle sette!” disse schioccando un bacio.

Bacioni e sogni d’oro” rispose il ragazzo.

Anche a te” rispose con tono malinconico Laura.

Chiusa la conversazione molto sofferta, Mattia afferrò le mani di Teresa, bloccandola.

Sei una spergiura!” le urlò in faccia. “Avevi promesso di stare tranquilla, invece…”.

Era un’occasione d’oro per tentare” rispose irridendolo. “Ora che mi farai?”

Non ho ancora deciso. Ma forse ti legherò le mani alla spalliera del letto e ti farò il sollecito con una piuma. Ora fila senza fiatare in camera. Si fa la nanna”.

Posso spogliarti?”

No!” rispose secco.

Peccato. Mi piace molto accarezzare la tua pelle”.

Beh! Scordatelo”.

Fu una notte molto travagliata per Mattia, perché adesso aveva la certezza che Teresa era inaffidabile.

«Sarà una mina vagante» si disse affranto.

Il Borgo – Capitolo 65

Oh! Ma che fai qui?” domandò basito Mattia.

Sapevo che eri solo. Sono venuta a tenerti compagnia” rispose Teresa, entrando e baciandolo con passione.

Il ragazzo si sciolse dall’abbraccio e chiuse la porta. Non riusciva a comprendere il senso delle parole. Le fece strada accompagnandola nella sala.

Una bella casa calda e accogliente” disse Teresa, guardandosi in giro.

Vivi da solo?”

No!”

E con chi?” gli chiese.

E secondo te chi sarebbe?”

Una compagna” rispose ridendo, sedendosi sfacciatamente sul divano, dopo essersi tolta il piumino.

Sembrava che fosse a casa sua e non ospite di qualcuno. Mattia restò in piedi. Era arrabbiato per quell’intrusione.

Cosa facciamo? Arriviamo fino a Milano Marittima?” domandò sfrontata, accavallando le gambe in modo plateale.

No” rispose Mattia secco con tono duro.

Teresa lo guardò sorpresa. Non credeva che reagisse in maniera così brusca. Eppure il suo atteggiamento non si prestava a equivoci: desiderava fare sesso con lui.

Perché?”

Domani mi alzo alle sei. Devo essere a Bologna per le otto” replicò con voce aspra.

E io?” domandò con una smorfia di disappunto, come una bambina alla quale avessero tolto il giocattolo preferito.

Ti porto a Bologna con me” rispose.

Non puoi”.

Che tu voglia oppure no, verrai con me”.

Ho detto che ritornavo lunedì” disse con voce querula.

Beh! Il problema è tuo. Dirai che hai cambiato idea”.

Mattia furioso come un gatto andò verso la cucina. L’intrusione di Teresa l’aveva messo di cattivo umore.

«Dopo una giornata faticosa di lavoro e con la prospettiva di un’altra non meno pesante di quella odierna l’arrivo di Teresa mi ha innervosito e non poco».

Masticò amaro e cercò di mascherarlo inutilmente.

Se non c’è nulla da mangiare in casa, possiamo andare in pizzeria per una pizza” urlò dalla sala la ragazza.

Ti dovrai adattare a quello che c’è” le rispose di malagrazia.

Cosa?”

Mozzarella, robiola, formaggio di fossa” disse aprendo il frigo che era praticamente vuoto.

A Mattia era passata anche quel poco di fame, che aveva quando era arrivato a casa.

Mi sembra poco” esclamò la ragazza. “Non possiamo telefonare a una pizzeria d’asporto?”

Puoi chiudere per un momento quella bocca?” le rispose irosamente Mattia.

Ti sento nervoso…”.

Vorrei vedere te alla prese con qualcuno piovuto all’improvviso in casa alle otto di sera!”

Non sono qualcuno. Sono Teresa. Visto che la metti così, me ne vado…”.

Dove pensi di andare?” le chiese, mettendosi davanti.

Non ho ancora deciso… Forse faccio l’autostop per Milano Marittima. Sicuramente troverò qualcuno più gentile di te” rispose alzandosi in piedi.

Tu non esci da qui fino a domattina” replicò brusco e duro.

Mi sequestri?”

No. Mi preoccupo della tua incolumità”.

Grazie” disse sedendosi di nuovo, mentre mostrava le mutandine di pizzo nero.

Cosa vuoi mangiare?” le chiese un po’ addolcito.

Una pizza margherita va bene”.

Mattia si allontanò per telefonare. Il nervosismo stava scemando ma era visibile. Continuò a interrogarsi per quale motivo Teresa era piombata alle otto di sera a casa sua. «Forse vuole mettermi alla prova, se sono fedele a Laura». Scosse il capo. Non era la prima volta e non sarebbe stata l’ultima. Tra lei e Laura c’era un abisso ai suoi occhi. «Teresa è troppo infantile nelle sue esibizioni e disinibita per i miei gusti». Pensò che una scopata l’avrebbe fatta volentieri ma tutto sarebbe finito lì. Era consapevole dei pericoli insiti, perché era capacissima di sbandierarlo ai quattro venti. Laura, pur con tutti i suoi difetti, era una ragazza solida e determinata. Era intelligente e matura, perché sapeva come stare in gruppo. «E’ vero che a volte la prenderei a schiaffi per certi atteggiamenti puerili ma è capace di chiedere scusa se si accorge di sbagliare».

Mattia tornò in sala e vide uno spettacolo che non si aspettava. Teresa era più nuda che vestita.

Che fai?” le domandò, strabuzzando gli occhi.

Voglio fare all’amore con te”.

C’è tempo” le rispose pensando alle riflessioni fatte prima. “Tra mezz’ora arrivano pizze e birre”.

Ma preferisco la coca”.

Ce ne è una frigo”.

La ragazza scoppiò a piangere. Mattia rimase distante e in silenzio. Stava ragionando sul come evitare di fare sesso e sulla telefonata programmata con Laura. La situazione era davvero precaria, senza che riuscisse a trovare una soluzione soddisfacente. Rifletté che si trovava in una posizione scomoda, perché Teresa avrebbe potuto affermare qualsiasi cosa e sarebbe riuscita più credibile rispetto alle sue parole.

Ti faccio schifo?” gli chiese con gli occhi pieni di lacrime.

Tutt’altro” le rispose, cercando di dissimulare le sensazioni che stava provando.

Allora perché non mi scopi?”

Ho detto che c’è tempo. Vuoi dare spettacolo al pizzaiolo?”

Teresa alzò le spalle senza rispondere e si rivestì.

«La situazione si complica» si disse, preparando i soldi per pagare le pizze. «Ma non riesco a trovare una soluzione senza offenderla e cosa dire a Laura quando mi chiama. Mica posso ammettere candidamente che Teresa è qui per farsi scopare».

Mangiarono in silenzio la pizza. Entrambi immersi nei loro pensieri.

Teresa stava pensando di essersi comportata come una ragazzina in piena crisi ormonale. Rifletté che Mattia era troppo maturo per cadere nella trappola del sesso, che lei gli aveva teso, perché il rapporto con Laura era solido.

«Sono proprio una stupida! Non era pensabile che lui mi portasse a letto per scoparmi senza dire un bao. E poi cosa sarebbe successo dopo? Avrebbe piantato Laura? Come avrei reagito io? Mi sarei accontentato di questa avventura o avrei voluto qualcosa di più?»

Più ci ragionava sopra, più si rendeva conto di aver fatto una cazzata. Il ragazzo gli piaceva ma convenne di non avere scelto l’approccio corretto.

Mattia rimuginava le considerazioni che aveva fatto poco prima e non trovava uno sbocco al problema senza la collaborazione leale di Teresa. Decise di affrontare la questione, prendendola di petto.

Dimmi, Teresa” cominciò con tono calmo e misurato. “Qual’era l’effettivo obiettivo di stasera?”.

Mi piaci, anzi ho una cotta per te” rispose con sincerità.

Mi spiace dirlo. Ti stimo come persona ma non provo nulla per te. Non ti offendere. Amo Laura e non me la sento di tradirla per una scappatella dagli esiti incerti”.

Ero conscia di questo ma volevo sentire quale reazione avrebbe avuto il mio corpo a contatto col tuo”.

E poi?” le domandò curioso.

Non lo so cosa avrei fatto. Sono stata una sciocca immatura. Alba me lo dice sempre, facendomi infuriare”.

Da come ti sei comportata non mi pare che fosse soltanto quello. Se avessi fatto subito sesso con te, ti sarebbe stato sufficiente? Non credo ma posso sbagliarmi”.

Teresa rimase in silenzio prima di rispondere.

No. Non sarebbe stato sufficiente”.

E se lo facessimo ora?”

Non sarebbe come prima. La magia è scomparsa. Ora sarebbe solo un atto meccanico”.

Mattia sospirò, pensando il primo problema era accantonato. Rimaneva il secondo che affrontò con ugual decisione.

Tra non molto Laura mi telefonerà. Non posso dirle che tu sei qui a tenermi compagnia. Non sarei credibile. E credo che lo penseresti anche tu…”.

Sì. E’ difficile credere che due ragazzi soli in casa si guardano negli occhi senza fare nulla. Parla come se io non ci fossi”.

Grazie” le rispose, dandole un bacio.

Alle undici suonò il telefono di Mattia.

Il Borgo – Capitolo 64

Nell’intimità della notte Laura pose a Mattia la domanda che dal pomeriggio frullava per la mente.

Vieni con me a Roma?” gli domandò speranzosa.

Mi spiace ma non posso” le rispose amareggiato.

Perché?” gli chiese delusa.

Per due motivi”.

Quali?”

Dal 15 novembre fino a fine anno non si possono prendere ferie…”.

Mi raggiungi sabato”.

Ecco il secondo motivo. Sono di turno quel fine settimana”.

Non sapevo che facessi i turni…”.

In effetti non li faccio…”.

…Allora perché sei di turno?”

C’è una commessa di vitale importanza per l’azienda, da consegnare entro il 31 dicembre. Se non facciamo la consegna, rischiamo la chiusura. Siamo in grande ritardo a causa di lotti che non hanno superato i controlli di qualità. Quindi dobbiamo lavorare anche nei fine settimana per recuperare il tempo perduto. Purtroppo il mio turno capita proprio in quelle date…”.

Cambia con un collega”.

Avrai voglia di scherzare! Il capo è stato categorico. ‘Il calendario dei turni lo fisso io e guai a modificarlo. Chi lo fa cambia mestiere!’ Nessuna voglia di entrare in conflitto con lui”.

Ho capito. Dovrò andarci da sola” concluse amareggiata.

Mi dispiace. Sarei venuto volentieri. Roma non l’ho mai visitata” replicò con tono dimesso.

Nelle settimane successive Laura, Eva e Lorenzo furono impegnatissimi nel preparare la relazione da presentare, ricca di immagini e documenti, nell’esercitarsi a leggerla con la dovuta intonazione. Nessuno di loro aveva mai affrontato un pubblico numeroso, sicuramente preparato e attento. L’emozione era il nemico da battere. Quindi dovevano curare tutti i dettagli dalla voce al comportamento.

Finalmente arrivò il 10 dicembre. A tre partecipanti si unì Marco, che avrebbe colto l’occasione di scattare delle fotografie per ricordare l’evento. I quattro ragazzi presero un Frecciarossa diretti a Roma. Scaricati i bagagli in un hotel in centro, un pulmino dell’organizzazione li prelevò per portarli al Palazzo dei congressi. La platea presentava un colpo d’occhio veramente da mozzare il fiato. Non un posto libero, un’imponenza che metteva soggezione. I tre relatori si sedettero nei posti a loro riservati, mentre Marco era in giro a catturare immagini. Lorenzo era riuscito a ottenere per lui un pass da fotografo con la scusa che era l’autore delle immagini della relazione.

Mi tremano le gambe” disse Eva, rivolgendosi a Lorenzo.

Solo quelle?”

No, anche la voce. Non so se riuscirò a cavarla fuori dalla bocca” aggiunse con tono ansioso.

Ma no!” affermò decisa Laura. “Una volta che ti sei alzata dalla poltrona, passano tutte le paure”.

Se lo dici tu” replicò per nulla convinta la ragazza.

Ora fate silenzio. Cominciano le presentazioni” commentò Lorenzo.

La loro era la prima del pomeriggio. Ascoltarono i vari relatori in silenzio, dicendo qualche sporadica battuta. Dopo il buffet in piedi ritornarono in sala.

La prossima relazione è un interessante progetto di recupero di un borgo abbandonato da quasi cinquant’anni. Un gruppo di giovani anziché andare in discoteca durante il fine settimana si sono dedicati a cercare di far rivivere Castiglioncello, un paese abbandonato dai suoi abitanti nel 1963. E poi dicono che i giovani pensano solo a divertirsi” disse il presentatore, sollevando dal pubblico calorosi applausi. “Sono Lorenzo Tufoni, Laura Poggioli e Eva Righi”.

I tre ragazzi raggiunsero la postazione per iniziare la loro relazione.

Buon pomeriggio, signore e signori. Ringrazio l’organizzazione per averci invitato a nome mio personale e degli altri sei del gruppo, che non hanno potuto per ragioni lavorative presenziare con noi” esordì Lorenzo. “Il mio sarà solo una breve introduzione a quanto ci racconteranno Laura e Eva durante il loro intervento. Questo progetto non sarebbe nato e non avrebbe progredito senza la ferma determinazione di Laura, né sarebbe decollato senza i preziosi disegni e calcoli di Eva. Però con loro è stato l’intero gruppo a crederci e a lavorare duramente, affinché tutto procedesse sui binari giusti e superasse difficoltà e imprevisti. Ma ora dò la parola a Laura Poggioli, che vi spiegherà come è nata questa impresa”.

Un lungo applauso di incoraggiamento salutò Laura, che cominciò a parlare con voce calma e decisa, per nulla intimorita da quella vasta platea. Nessun tentennamento, nessuna incrinatura turbarono l’inizio della relazione.

Buon pomeriggio, signore e signori. Ringrazio gli organizzatori che ci hanno offerto la possibilità di parlare davanti a questo pubblico competente e attento”.

Un caldo applauso confortò la ragazza, che riprese a parlare dopo l’interruzione.

Una domenica di luglio dello scorso anno mi ero recata a Moneta per vedere il castello. Rimasi inorridita di fronte allo stato di abbandono del luogo e al pessimo restauro. Al ritorno a Bologna decisi che avrei adottato un paese fantasma. La scelta cadde su Castiglioncello, perché era relativamente vicino a casa e per via delle immagini trovate sul web. Non riuscivo a immaginare che in Italia ci fossero cinquemila, secondo qualcuno, o il doppio secondo altri, ghost town. Borghi fantasma. Attraverso facebook sono entrata in contatto con altri due ragazzi, uno è Eva e l’altro è Giacomo, che con il loro entusiasmo mi hanno dato la spinta a proseguire…”.

Laura parlò per altri cinque minuti, illustrando come, senza coinvolgere istituzioni o grossi sponsor, siano riusciti nell’impresa di aprire e avviare il cantiere.

Scroscianti applausi accolsero la fine della relazione della ragazza, prima che Eva prendesse la parola.

Infine Eva Righi vi spiegherà come attraverso i suoi disegni e le fotografie del suo compagno, Marco, sia partito il progetto e come si sta evolvendo. Contiamo di chiudere il cantiere e far rivivere questo paese dell’Appenino tosco-romagnolo tra tre anni”.

La ragazza appariva titubante ma un lungo applauso di incoraggiamento le permise di superare il momento di emozione.

Buon pomeriggio, signore e signori. E’ per me un grande onore presenziare su questo palco per raccontarvi quello che abbiamo fatto. Ringrazio pubblicamente lo studio H3 di Bologna, che mi ha permesso con la revisione dei miei progetti di avviare il cantiere…”.

Eva sempre più franca nell’esposizione mostrò e illustrò disegni, fotografie del prima e del dopo, come intendevano arredare gli interni degli edifici recuperati e altro ancora.

Un uditorio attento e silenzioso seguì con interesse il narrato della ragazza e alla fine si levò in piedi per applaudire i tre ragazzi, che si emozionarono più nel sentire i ‘bravi’ e gli applausi che per l’ansia della presentazione. Mentre raggiungevano le poltrone riservate, molti allungarono le mani per stringere le loro, accompagnate da calorose parole di incoraggiamento.

E’ stato un successo” decretò Lorenzo. “Siete state bravissime”.

Diciamo che siamo stati tutti bravi” affermò francamente Laura.

Pensavo di emozionarmi di più” disse Eva, volgendosi verso Laura. “Avevi ragione. Quel breve tragitto mi ha tolto tutte le ansie”.

Il programma cosa prevede stasera?” domandò Lorenzo.

Alle otto una cena conviviale in un ristorante del centro” rispose Laura. “Non vedo l’ora di sentire la voce di Mattia per parlargli del successo della presentazione”.

Esci e chiamalo” le disse Eva.

E’ ancora al lavoro. Lo chiamerò alle sette”.

Alle sei tornarono in albergo per prepararsi per la cena.

Alle sette Laura chiamò Mattia.

Ciao!” gli disse non appena sentì la sua voce.

Come è andata?” le domandò.

Un successo strepitoso! Non ti dico i complimenti ricevuti. Poi abbiamo la fila di sponsor desiderosi di mettere il loro timbro sul progetto! Lorenzo è entusiasta di questo. Io molto meno. ne dobbiamo parlare al nostro rientro. Tu dove sei?”

Appena entrato in casa. Stanco morto. Mangerò qualcosa e poi…”.

Sto finendo di prepararmi per la prima delle due cene previste dal programma. Sento la tua mancanza. Vorrei tanto che tu fossi qui con me. Mi sento sola” affermò con voce appassionata.

Mi avrebbe fatto piacere essere lì con voi. Roma non la conosco ma Giacomo ha detto che è bellissima”.

Ricordo che c’è stato questa primavera con Betta…”.

Che ne diresti di fare noi quattro un fine settimana a Roma?”

In effetti avrei voluto che fosse questo fine settimana…”.

Lo sai che domani sono di turno. Non penserai che preferisca Sasso Marconi a Roma?”

Uffa. Lo so, lo so. Ma vorrei stringermi a te e non al cuscino”.

Uhm! Mi preoccupi…”.

Perché?”

I tuoi pensieri sono lussuriosi…”.

Ti taglio la lingua!”

Poi non senti più la mia voce”.

E tu smetti di dire cazzate!”

Un campanello suonò insistente.

Scusa, suonano alla porta. Aspetta che vado a vedere chi è”.

Cazzo! E’ tardissimo. Mi stanno aspettando. Ci sentiamo dopo la cena. Ti voglio bene” disse mandandogli un bacio.

Va bene. Purché non sia tardissimo. Domani mi devo alzare presto. Baci”.

Mattia chiusa la conversazione aprì la porta d’ingresso ed esclamò ‘Oh!’.

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Il Borgo – Capitolo 63

Sabato 13 novembre Matteo mantenne la promessa e invitò tutto il gruppo a trascorrere una giornata nei boschi. Avrebbero raccolto le castagne, le avrebbero cotte e mangiate con la Cagnina, il vino novello della zona.

Venerdì 12 Alba arrivò col treno a Cesena nelle prime ore del pomeriggio, dove l’andò a prendere alla stazione. Fecero un giro, prima di raggiungere il paese di Roversano..

Matteo abitava appena fuori dal paese in un vecchio casale di campagna completamente riadattato. Era costituito da un corpo padronale e un annesso fienile. Erano stati ricavati tre appartamenti: due erano nella parte della vecchia area abitativa, occupati rispettivamente dai genitori e dal fratello maggiore con la famiglia, nel terzo, ottenuto dalla ristrutturazione del fienile, stava lui.

L’abitazione era ampia e disposta su tre livelli, fin troppo vasta per le esigenze di Matteo. Il piano terra era la zona giorno, pavimentata con un antico cotto toscano, composta da tre stanze e un servizio. La cucina era di generose proporzioni con un tipico camino romagnolo e rappresentava il posto, dove trascorreva la maggior parte del suo tempo, quando era a casa. Il piano di sopra era la zona notte con tre grandi stanze da letto e due servizi. Il sottotetto abitabile era collegato con una scala di legno alla zona notte e avrebbe dovuto essere un’area di relax ma al momento era vuoto.

Quando arrivarono a Roversano, Alba, che per la prima volta vedeva la casa di Matteo, rimase a bocca aperta.

Oh!” fu tutto quello che riuscì a dire durante la visita.

Si sistemarono attorno al comino, già acceso e crepitante nell’attesa degli altri ospiti.

Verso le sette furono raggiunti da Laura e Mattia, che avevano un mazzo di fiori per la madre di Matteo.

Caspita!” disse il ragazzo con una smorfia di stupore. “Hai una reggia! E’ tutta per te?”

Sì!”

Sei fortunato” gli rispose, complimentandosi con lui.

Ospiti dei genitori, felici di conoscere gli amici del figlio, trascorsero una serata in grande allegria.

Quando rimasero soli, Laura, che sprizzava euforia da tutti i pori, disse che erano stati invitati a un meeting a Roma dal 10 al 12 dicembre.

Poi Lorenzo, che come presidente de ‘il Borgo’ ha ricevuto l’invito ufficiale, sarà più preciso domani”.

Grande notizia” esclamò Matteo.

Il mattino seguente arrivo il resto del gruppo con Teresa visibilmente scocciata.

Sei perfida!” sibilò con acredine a Alba, non appena la incrociò. “Non hai fatto cenno che saresti arrivata il giorno prima, dopo aver finto di avere impegni per non viaggiare con me. Ti credevo un amica ma evidentemente mi sbagliavo”.

La ragazza non rispose, simulando di non aver ascoltato le parole di Teresa.

Matteo, che aveva notato il diverbio tra le due ragazze, intervenne per sollecitare l’attenzione del gruppo e per impedire il proseguimento del litigio.

Partiamo per Alfero” affermò perentorio. “Andiamo a raccogliere castagne nei boschi sotto il Monte Fumaiolo”.

Ma non rischiamo?” chiese Teresa visibilmente alterata.

Cosa?”

Che ne so. Una fucilata dal proprietario del bosco”.

Ah! Ah!” rispose ridendo il ragazzo. “Certo che vedendo una bella torda come te…”.

Non fare lo spiritoso!” replicò indispettita la ragazza,

In quei boschi la caccia è vietata. Quindi puoi stare serena e tranquilla…” disse strizzando un occhio. “…A dire il vero anche la raccolta delle castagne è regolamentata ma non preoccupatevi. La guardie forestali chiuderanno un occhio”.

E se non lo chiudono?” domandò Lorenzo.

Una bella multa e il sequestro del raccolto” rispose Matteo in tono canzonatorio.

Ti sembra poco?”

No! Ma dove metti il gusto del proibito? Però adesso bando alle chiacchiere. Quattro vengono con me e gli altri con Mattia. Si parte. Il buio arriva presto”.

L’allegra brigata si mosse diretta a Alfero con la speranza di tornare con un cesto pieno di castagne. Non c’era nessuna certezza, perché era da mettere in preventivo di non trovare nulla. La raccolta era avvenuto un mese prima, adesso c’erano solo quelle per terra o le ultime sull’albero non ancora cadute.

La giornata era uggiosa e umida col bosco immerso nelle nuvole basse. Nonostante le condizioni climatiche non favorevoli le ore volarono prima del rientro nel tardo pomeriggio con il buio della sera. Nonostante i timore prima della partenza tornarono un due cesti pieni di frutti maturi e sani.

Bene. Ora tutti al lavoro per preparare le castagne da cuocere nel camino. Nel mentre ascoltiamo quello che ci deve dire il nostro presidente” esordì Matteo, mettendo al centro del gruppo il raccolto e la padella bucata.

C’è poco da dire” rispose pacato Lorenzo.

Come poco?” domandò Mattia.

Il ragazzo rise, perché era sicuro che il compagno di Laura sapeva già tutto.

L’altro ieri ho ricevuto una mail dagli organizzatori del meeting ‘Il turismo sostenibile a Km 0. Come valorizzare le risorse vicino a casa’, al cui interno ci sarà la sezione ‘I borghi abbandonati. Una risorsa da sfruttare”. L’incontro si terrà al Palazzo dei congressi del EUR a Roma il 10, 11 e 12 dicembre”.

E sembra poco?” chiosò Giacomo.

La mia era una battuta” si difese Lorenzo.

Vai avanti” disse Betta, visibilmente interessata a conoscere i dettagli.

Dobbiamo fare la presentazione del nostro lavoro al Borgo”.

Caspiterina!” fischiò ammirato Marco. “E chi ha organizzato il tutto?”

La lista è lunga. Però ci saranno quasi tutte le associazioni ambientalistiche. Noi siamo gli unici, pare, che stanno tentando di resuscitare un borgo abbandonato senza fini di lucro. Bella soddisfazione”.

Chi ci rappresenterà?” domandò Alba chiaramente curiosa.

Io, come presidente, Laura e Eva che leggeranno la presentazione. Laura spiegherà le motivazioni del progetto. Eva come intendiamo procedere nel recupero”.

Quindi sono precettata per tre giorni a Roma, oltre a dover scrivere un pezzo non banale da leggere davanti a un bel pubblico, sicuramente preparato e motivato” disse la ragazza. “Non mi pare una cosa da poco!”

Laura rimase in silenzio, indispettita perché aveva deciso tutto Lorenzo senza consultarla. Avrebbe voluto gridare ‘Io non ci sto. Mandateci un’altra!’ ma preferì tenere la bocca chiusa.

Già tutto confermato?” domandò una Teresa interessata, perché intendeva programmare qualcosa per quei giorni.

Sì. Confermata la nostra presenza e i nomi dei relatori. Ci offrono viaggio, soggiorno e pranzi per i tre giorni” rispose Lorenzo.

Però avresti potuto interpellarmi” esclamò Laura, che a stento tratteneva la collera.

Ho pensato che ti avrebbe fatto piacere esporre come è nato il progetto. Oppure ho preso una cantonata?” chiese rabbuiandosi il ragazzo.

No, mi fa piacere ma avrei preferito discuterne prima” replicò, addolcendo la voce.

Avevo poco tempo per confermare”.

E va bene” ammise a malincuore la ragazza. “Quindi devo preparare la relazione”.

Sì. Quelle le discutiamo insieme in modo che siano omogenee nel tono e nei contenuti”.

La serata proseguì serena e tranquilla tra vino e castagne.

Vedo che si è fatto tardi” disse Matteo, osservando il grande orologio posto sopra il camino. “Ho solo tre stanze. Se qualcuno si adegua alla mansarda, potete rimanere a dormire qui”.

Ti ringraziamo” disse Marco. “Ma domani devo essere a Reggio per un matrimonio alle nove. Noi torniamo a Modena, anche se è tardi”.

Tu” disse rivolgendosi a Lorenzo. “Pensi di trattenerti oppure preferisci tornare a Firenze?”

Se non disturbo, mi fermerei. La mansarda va benissimo” rispose.

Non ho sentito la voce di Teresa. Gli altri avevano già programmato di restare qui”.

Sono costretta a rimanere” rispose un po’ seccata.

Se vuoi, ti possiamo portare a Bologna” si offrì Marco.

Grazie ma preferisco trattenermi”.

Salutati Eva e Marco, gli altri si prepararono per la notte.

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Il Borgo – Capitolo 62

Venerdì 8 ottobre il gruppo si ritrovò dopo i festeggiamenti del fine settimana precedente. Dovevano smantellare il campo del Borgo, prima che passerella e teleferica fossero rimossi, e successivamente quello vicino al Santerno.

Lorenzo dettò la sequenza delle attività da svolgere.

Se non riusciamo a smontare tutte le attrezzature, che non useremo nei prossimi week end, completeremo il lavoro tra sette giorni. Dal 18 si procede con lo smontaggio della teleferica e del generatore elettrico. Poi sarà il turno della passerella. L’operazione dovrà chiudersi entro il 31”.

Giacomo era riuscito ad affittare una casa vuota e un magazzino a Moraduccio tramite la proprietaria degli alimentari.

Nell’abitazione collocarono i mobili restaurati e quelli in attesa di restauro oltre ad altri oggetti di arredo, recuperati durante i mesi estivi. Nel magazzino finirono le tende e altre attrezzature da campeggio, tutto il materiale edile, accumulato durante l’estate o fornito da qualche sponsor.

Fu un fine settimana di grandi lavori e pochi divertimenti.

Il mese di ottobre si concluse come da programma. Tutto il materiale era stato accatastato nel magazzino in maniera ordinata. Le parti murarie del Borgo, già restaurate, era state ricoperte da teli di nylon per proteggerle dalle intemperie invernali.

I ragazzi si ritrovarono per l’ultima volta nello spazio antistante la rocca per salutare il Borgo prima della pausa invernale.

Avete fatto un bel lavoro” disse loro il Vecchio.

Sì” gli rispose Laura. “Muri e fondamenta sono state consolidate e messe in sicurezza. Il prossimo anno pensiamo di ricostruire la rocca e la chiesa”.

Mi sento ringiovanire di qualche anno”.

Sparirà qualche ruga, ne siamo certi” aggiunse Laura visibilmente soddisfatta.

Ora mi preparo al lungo sonno invernale, sollevato nello spirito e soddisfatto nel fisico. Vi abbraccio e arrivederci al prossimo anno”.

Il Vecchio, prima di allontanarsi tra i resti delle case, ascoltò la risposta di Laura.

Anche noi. Al 2011” gridò agitando la mano, mentre gli altri si guardavano alquanto smarriti. Non avevano visto nulla, né avevano ascoltato delle voci a parte il solito sibilo del vento gelido che faceva frusciare i teli.

Laura si rivolse ai compagni palesemente contenta di quello che aveva sentito.

Il Borgo è felice per quello che abbiamo fatto” cominciò la ragazza.

Non ho udito nulla” intervenne Teresa, mostrando di non credere alla parole della ragazza.

Sarai stata distratta. Vero ragazzi?” domandò agli altri, che tacquero all’infuori di Mattia.

Sì, credo che il Borgo dovrebbe essere fiero di noi. Ha già cambiato aspetto” disse in modo ambiguo senza sbilanciarsi né in un senso né nell’altro. Gli altri annuirono solo.

E ora riprendiamo la strada di casa” affermò Mattia, cingendo le spalle di Laura.

Ritornati al parcheggio, osservarono il luogo dove per molti mesi avevano trascorso insieme i fine settimana tra chiacchiere, discussioni e molti litigi.

Mi mancheranno questi week end” disse Alba triste, stringendosi nel piumino per ripararsi dal freddo pungente di fine ottobre.

Abbiamo trascorso momenti piacevoli ed eccitanti” aggiunse Teresa con un sorriso amaro. “Però non sarebbe male se nei prossimi mesi ci ritrovassimo da qualche parte”.

Una volta venite da noi a Modena” promise Eva, spalleggiata da Marco.

Posso ospitarvi anch’io” disse Matteo. “Ad esempio per San Martino per una bella castagnata”.

Un fine settimana lo possiamo passare a Milano Marittima che non smobilita mai” affermò Mattia.

Possiamo trovarci in pizzeria a Bologna” aggiunse Laura. “Ci teniamo in contatto per organizzare questi incontri”.

Si separarono tra abbracci e baci, dandosi appuntamento da Matteo.

Dopo ognuno prese la strada di casa.

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