Una storia così anonima – parte trentacinquesima

foto personale
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Rennes-le-Château, 28 febbraio 2015, ore nove.

La serata è trascorsa tranquilla. Luca e Vanessa hanno mangiato in camera quanto acquistato nel tardo pomeriggio, riprendendo la lettura del manoscritto per capire il segreto del viaggio di Pietro.

Hai le idee più chiare sul perché il nostro templare bolognese si dirige verso questo buco di paese?” domanda Luca, inarcando le sopracciglia. “Per me ha fatto un viaggio a vuoto”.

Vanessa medita sui passaggi appena letti. Non risponde al compagno, preferendo riflettere. Si gratta dietro la nuca, arricciando una ciocca di capelli rossi con l’altra mano. ‘Affronta un viaggio difficile. Arriva a Rhedae, il vecchio nome di questo sputo di paese e poi che fa? Torna in Italia’ si dice, tormentando sempre la ciocca di capelli. ‘Non è razionale’.

No” risponde finalmente a Luca, che è rimasto in paziente attesa. “No. Tutt’altro. Appare tutto illogicamente strano. Pietro, secondo me, ha prelevato qualcosa e poi è ripartito per l’Italia. Ma cosa? Questo è il punto che non riesco a inquadrare”.

Luca arriccia il naso. Non è molto convinto del ragionamento dell’amica. ‘Perché Henri ci segue e ci minaccia?’ pensa, sistemandosi nel letto. ‘Se Pietro ha portato qualcosa con sé nel viaggio di ritorno, questa ombra, che ci segue da Bologna, avrebbe un comportamento diverso. Per me è ancora qui l’oggetto che Pietro doveva prendere in consegna e che Henri vuole a tutti i costi’.

Si è seccata la lingua?” dice Vanessa con gli occhi che brillano.

No” risponde Luca. “Ho riflettuto sulle tue parole. Secondo me Pietro non ha ricevuto in consegna quello che il Cardinale aveva pensato. É rimasto qui. Dove non lo so”.

Vanessa si accosta, spostando dietro la nuca i capelli finiti sugli occhi.

Cosa te lo fa supporre?” lo interroga, stringendo le labbra.

Henri”.

Henri?” dice la ragazza, increspando la fronte con due rughe profonde. “E cosa centra lui con Pietro?”.

Luca ride sommessamente. Adesso ne ha quasi la certezza. “Perché? Per quale motivo ci dà la caccia?” Il ragazzo fa una pausa, aspettando una reazione da Vanessa che non arriva. “Per divertimento oppure per qualcosa che non conosciamo?”

Mi hai quasi convinta” borbotta la ragazza, distendendosi sotto le coperte. “Poirot cosa ha in mente di fare?”

Dormire” esclama Luca, ridendo, mentre si mette accanto alla ragazza. “Domani comincio le indagini, San Tommaso!”

Alle otto del mattino i due ragazzi sono già in piedi. Le giornate in febbraio sono ancora corte e il tempo grigio le accorcia ulteriormente. Si devono sbrigare nella ricerca del segreto di Pietro prima che le ombre inghiottano tutto. Si preparano una sommaria colazione a base di caffè d’orzo e biscotti.

Non è il massimo” dice Luca, facendo una smorfia di disgusto nel bere quella brodaglia, “ma almeno ho calmato la pancia”.

Se vuoi rifarti la bocca, quando usciamo, passiamo da un bistrot” afferma Vanessa, che finge di bere quel caffè di orzo.

Luca ride alla battuta dell’amica. “Perché qui c’è una caffetteria decente? Forse stai vedendo dei film. Mi sembra un paese di zombie. Ieri sera, a parte Henri, che ci seguiva, non ho visto nemmeno un gatto!”

Vanessa, che stava ridendo nel vedere l’amico col viso rosso per la foga oratoria, si blocca. Si fa seria. ‘Non mi ha detto che il misterioso inseguitore era alle nostre calcagna?’ pensa innervosita.

Come fai a dirlo” prova a dire la ragazza, intuendo che l’affermazione sia vera.

Semplice” ribatte Luca coi muscoli facciali distesi. “L’ho intravvisto dalla vetrina del negozio, dove abbiamo comprato i generi alimentari. Poi si è nascosto, complice l’oscurità. Immagino che poi ci abbia seguito nel tornare alla gite”.

E tu non mi dici nulla?” dice irritata Vanessa, provando a dargli un buffetto sulla testa, prontamente bloccato dal ragazzo.

Saresti stata male per nulla” replica con un sorriso sereno Luca. “Oggi ci dividiamo e stiamo all’erta. Non potrà seguire entrambi”.

Non è rischioso?” domanda la ragazza.

Direi di no” afferma il ragazzo, stiracchiandosi. “Se ha intenzione di scoprire quello che cerchiamo, ci deve lasciare agire. Poi diventerà pericoloso, quando abbiamo trovato… Cosa non lo so”.

Vanessa si gratta una guancia nervosamente. “Non mi sento tranquilla. Quell’uomo lo sto osservando sotto una luce diversa”.

Tranqui, Van!” cerca di calmarla Luca. “Siamo di giorno e poi ci teniamo in contatto col telefono”.

‘Fa presto a dire di stare serena’ si dice la ragazza, ‘ma quel Henri mi mette dei brividi’

I due ragazzi si preparano a uscire. La giornata è grigia. Le nubi sono basse e cade una leggera pioggia. Il vento fa percepire una temperatura più rigida della realtà. Prima di uscire si dividono i compiti.

Io visito il castello di Hautpoul” dice Luca, che pare comandare le operazioni. “Tu l’area di Abbé Saunière. Appena fuori io seguirò il corso principale, tu la strada di ieri sera. Teniamo i telefoni accesi e pronti alla chiamata. Attiva quella app, che ti ho scaricato ieri sera. Servirà per monitorare le nostre posizioni. Ma in particolare teniamo gli occhi ben aperti. Non dobbiamo farci sorprendere impreparati”.

Vanessa annuisce ma in cuor suo non si sente tranquilla.

Appena usciti, si separano. Luca va verso il corso principale, Vanessa prende la direzione verso sud. L’appuntamento è al ristorante Le dragon de Rhedae alle undici in punto. “Mi raccomando” la esorta Luca, “niente colpi di testa e alle undici al ristorante!”

Pierre è appostato dietro un’autovettura. Osserva le mosse dei due ragazzi. Vede che si scambiano un bacio. ‘Perché?’ si interroga. Non si aspetta che si dividano. ‘Chi seguo?’ si chiede perplesso. Poi decide di seguire la ragazza, la preda più malleabile dei due. ‘Il ragazzo è sveglio. E seguirlo sarebbe difficile. Ieri sera credo che mi abbia intravvisto’ si dice, grattandosi il mento nervoso. Lascia passare la ragazza e osserva la direzione che prende. Lentamente si avvia a seguirla.

Luca non si sente tranquillo. L’intuito gli suggerisce che Henri sarà alle calcagna di Vanessa. Per essere certo si infila in una strada sulla sua sinistra e si nasconde in un portone aperto. Attende diversi minuti ma di Henri nessuna traccia. ‘Bene’ si dice, sorridendo soddisfatto. “Ora da preda divento cacciatore’.

Pierre segue cauto la ragazza, che non mostra nervosismo nel camminare di passo svelto. Si osserva alle spalle, se per caso il ragazzo si fosse messo dietro. La strada è deserta. ‘Via libera dunque’ si dice l’uomo, cercando di mantenere il contatto con la preda.

Vanessa ha il cuore in tumulto. Non le piace la situazione, avverte un formicolio alla nuca. ‘Luca mi ha suggerito di tenere un comportamento come se non sapessi che Henri possa essere alle mie spalle’ pensa, mentre svolta verso la strade del parcheggio. Ha un lampo visivo. Con la coda dell’occhio le pare di avere intravvisto una figura con un woolrich verde scuro, che la segue. La tentazione è forte ma ricorda l’esortazione di Luca. ‘Non voltarti, anche se hai l’impressione di essere seguita’.

Cerca di calmare il cuore con profondi respiri. ‘Dice bene, Luca, ma sono io la preda’ si dice per frenare la paura. Svolta nella piazza del parcheggio, che è desolatamente vuota. ‘Nessuno! Nemmeno un cane’ pensa, mentre intravede la chiesa. Rallenta il passo, avvicinandosi all’ingresso.

Pierre ha capito la destinazione della ragazza. É inutile affannarsi. ‘Sei in trappola’ pensa soddisfatto con un sorriso sprezzante. Abbassa le difese e non si accorge che alle sue spalle c’è il ragazzo, che si nasconde nel bar Jardin de Marie.

Luca ordina un espresso in italiano, mentre controlla le segnalazioni dell’app. ‘Van non dista molto da qui’ riflette, mentre sorseggia una brodaglia nera. ‘Quindi Henri sarà a metà strada’. Paga e cautamente sbircia nella direzione della chiesa. Si avvia senza timori. Henri non è visibile. ‘Meglio affrettarsi’ si dice. ‘Non voglio che Van rischi incontri poco opportuni’.

Vanessa entra nella chiesa scarsamente illuminata. Sull’architrave legge Terribilis est locus iste. ‘Cominciamo bene’ pensa la ragazza, provando un brivido di freddo. ‘Paura?’ Scuote la testa. Si aggira osservando incredula statue e vetrate. ‘Ho letto qualcosa su questa chiesa’ si dice, sgranando gli occhi, ‘ma l’immaginazione è superata dalla realtà’. Il demone, che sorregge l’acquasantiera, a sinistra dell’ingresso le incute paura, specialmente nella penombra della chiesa rischiarata da deboli luci e qualche candela. Tutto l’interno appare bizzarro agli occhi della ragazza. Le stazioni della via Crucis sembrano messe in modo non causale. Statue e vetrate simboleggiano qualcosa che lei non riesce a comprendere. ‘Però questa non è la chiesa che Pietro avrebbe visto, se per caso è venuto qui’ riflette Vanessa. Si avvicina all’altare che appare molto più vecchio del resto. Le sembra di notare una strana iscrizione parzialmente abrasa. Punta lo smartphone e fotografa da più parti quel basamento. La ragazza è talmente concentrata sulla scritta, che non si accorge della presenza di qualcuno alle sue spalle.

Arrêter! Où êtes-vous!” intima Pierre alla ragazza.

0 risposte a “Una storia così anonima – parte trentacinquesima”

  1. Episodio tutto incentrato sulle riflessioni investigative di Luca e Vanessa
    Domande che per ora non hanno risposte e Vanessa?…come se la caverà
    Aspetto il prossimo episodio con malcelata curiosità ma soprattutto con grande interesse
    Grazie mille, caro Gian Paolo, sei bravo davvero
    Un abbraccio caro
    Mistral

  2. I ragazzi non sono affatto sprovveduti, hanno capito la loro minaccia e si guardano l’uno l’altro le spalle anche se Luca, assai lungimirante ha ben compreso che Vanessa è preda appetibile e si mette anche lui sulle tracce dell’inseguitore. La chiesa potrebbe custodire qualcosa d’importante ma, come nei migliori gialli, la storia si blocca quando tutto potrebbe accadere …
    Hai una scrittura che porta il lettore dentro la trama fin quasi a percepirne i rumori tanto è curata nei dettagli e nell’atmosfera. Mi è sembrato di sentire il batticuore di Vanessa, quella sua voglia di girarsi all’improvviso, la consapevolezza di essere pedinata!
    Molto bello leggerTi, aspetto la prossima puntata.
    Buona giornata Gian Paolo, un sorriso di gioia

  3. Oh, mi sta proprio simpatico Luca. Ha dei guizzi che denotano la sua sveltezza. Leggerò il seguito con curiosità. Bravo Gian Paolo. Auguri per un sereno natale in famiglia. Bacino pomeridiano. Isabella

    1. Spero di non deluderti con le prossime punte, che pubblicherò nel 2016.
      Ricambio l’augurio per un sereno e felice Natale a te e a tutti i tuoi cari.
      Un bacino serale
      Gian Paolo

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