Una storia così anonima – parte cinquantacinquesima

Il primo fiore di San Giovanni (iperico) della mia siepe - foto personale
Il primo fiore di San Giovanni (iperico) della mia siepe – foto personale

Bosco dopo Beauveset, 10 marzo 2015 – ore dodici

Pierre trova uno spazio tra due alberi e parcheggia la Mini.

Siamo arrivati” dice, rivolgendo un sorriso sarcastico a Vanessa.

Vedo” replica la ragazza, stringendo gli occhi. “Se mi fa scendere…”.

Perché?” esclama Pierre divertito. Si vuole godere lo spettacolo della ragazza che lo implora.

Vanessa lo guarda incattiva. Se solo potesse avere le mani libere gli farebbe vedere chi è lei. Adesso deve abbozzare. Deve scendere oppure tra un istante se la fa addosso. ‘Che vuole?’ si dice, stringendo i denti per trattenerla. ‘Mi vuole umiliare? Ah! Se ci fosse Luca’.

Le chiedo ancora una volta” fa Vanessa, cercando di moderare il tono. “Mi fa scendere?”

Pierre ride e gongola vedendo la ragazza che con umiltà lo supplica. Adesso deve pensare a come impedirle di sparire nel bosco, una volta libera. ‘Potrei metterle una manetta al polso e l’altra al mio’ pensa Pierre. L’idea gli sembra buona.

Va bene” dice Pierre, aprendo la portiera per uscire.

Gira intorno alla macchina per aprire quella dove sta Vanessa. Lo fa con calcolata lentezza. Vuole assaporare la vendetta, che va servita fredda. ‘E con lentezza’ si dice. Osserva lo sguardo terrorizzato della ragazza che si contorce e stringe le gambe nel tentativo malriuscito di trattenersi dal bagnarsi ulteriormente. Finge di guardarsi intorno come se cercasse un posto dove lei possa svuotare la vescica. In realtà lo fa con deliberato scopo di umiliarla, di farle assaporare che lui l’ha in pugno. Alla fine apre la portiera.

Scendi” fa Pierre, sapendo che non può.

Uno sguardo sadico illumina i suoi occhi.

Se mi togli questi cosi dalle braccia” replica Vanessa inviperita, “posso scendere”.

Pierre ride con le lacrime che gli bagnano il viso.

Che hai da ridere, brutto scimmione!” esclama Vanessa, passata al tu, mentre non riesce a reprimere la rabbia.

Pierre si gode la scena. La osserva in tralice con un ghigno maligno. ‘Ti lascio lì, a pisciarti addosso’ si dice, pregustando l’umiliazione che le vuole riservare: osservarla mentre fa pipì. Gira intorno alla macchina per tornare al posto di guida.

Vanessa lo guarda terrorizzata. Sente delle fitte al basso ventre e qualche goccia torna a inumidire il cavallo dei jeans. ‘Non è il tempo’ pensa la ragazza, stringendo le labbra, ‘d’insultarlo. Non ci ricaverei nulla. Solo dileggio e basta’. Resta in silenzio, mentre accavalla le gambe. Un po’ per aiutarsi a trattenerla, un po’ per alleviare il senso di fastidio tra le cosce.

Pierre si siede e aspetta che Vanessa torni a pregarlo. I secondi scorrono lenti ma la ragazza rimane muta. I suoi occhi puntano verso il bosco, inespressivi. Un silenzio innaturale fa comprendere a Pierre che Vanessa è determinata a tacere. Il divertimento è finito. Esce nuovamente dall’abitacolo e sgancia una manetta dal sedile per fissarla al suo polso. ‘No, così non va’ pensa Pierre, accorgendosi che rischia di essere attaccato dalla ragazza, quando si protende per sganciare anche l’altra manetta. Le blocca il braccio, mentre riposiziona il braccialetto dove stava prima.

Pierre si gratta il mento, avvertendo la barba non fatta questa mattina. Ispida e fastidiosa è la peluria che la sua mano sente. ‘Se sgancio quella accanto alla leva del cambio’ si dice, ‘il problema resta. Se però le libero la mano, posso controllarla meglio’. Torna al posto di guida e libera la mano sinistra.

Vanessa, fingendo di grattarsi il seno, tocca un tasto dell’Iphone, non vista da Pierre, che sta tornando dalla sua parte. ‘Spero che Luca sia in ascolto’ pensa, mentre la mano si infila tra le gambe ben strette.

Adesso può scendere. Muove qualche passo incerto, un po’ barcollante. Il suo braccio destro è unito a quello sinistro di Pierre. ‘Mica può pensare che mi tolga i jeans in sua presenza’ riflette Vanessa, tornata al lei.

Ora” esordisce Pierre, “se vuoi, sei libera di pisciare”.

Vanessa lo guarda storto. “E dove?”

Qui” indica Pierre un cespuglio dietro un albero.

La ragazza sta per rispondere male ma si trattiene. Deve allungare il colloquio per consentire a Luca di arrivare in suo soccorso.

Veramente” inizia Vanessa, muovendo il braccio destro, “con questo coso non riuscirei a fare nulla”.

Perché?” chiede Pierre sorpreso da questa uscita.

Non sono come voi, uomini” afferma la ragazza, che sente una nuova ondata del bisogno di minzione, “che vi basta un albero e state in piedi”.

E come pensi di fare?” le chiede Pierre, che ridacchia.

Mi tolgo i jeans” dice Vanessa, “e mi accuccio. Poi mi detergo con una salvietta”.

Quale salvietta?” fa Pierre sempre più divertito.

Voi date una scrollatina e via” rimbecca la ragazza. “Non tiene dei fazzoletti Tempo in macchina?”

No!” risponde Pierre, che non riesce a trattenere il riso.

No?”

No!”

Vanessa si guarda intorno, mentre sente un po’ di liquido scorrere sulla gamba. Non è più il tempo di schermaglie dialettiche. Deve trovare un posto per mingere. Il cespuglio potrebbe andare ma deve liberare il braccio.

Mi toglie la manetta?” chiede con tono remissivo Vanessa.

E perché dovrei farlo?” fa Pierre sorpreso dalla richiesta.

Non vuole mica assistere alla mia pisciata?” esclama Vanessa. “Poi con una mano sola fatico a togliere i jeans. Pensa che scappi? E dove? Ora ho solo una necessità impellente. Urinare”.

Strada nazionale N85 10 marzo 2015 – ore dodici

Luca è fermo quasi di fronte al viottolo, dove presume si sia fermata Vanessa. Deve decidere cosa fare, mentre le auto strombazzano inviperite per quel inatteso ostacolo sulla carreggiata. Il ragazzo alza le spalle infastidito dai gesti poco cortesi degli altri automobilisti. Il segnale è fisso da un po’. Dunque sono fermi. Allunga una mano nel vano portaoggetti e prende Victorinox, il coltellino svizzero multiuso. ‘Potrebbe servirmi’ si dice, mentre prende la decisione.

Con mossa audace invade la corsia opposta, mentre sta arrivando a discreta velocità una Twingo. Il guidatore, una giovane donna, spalanca gli occhi per la sorpresa e il terrore, vedendosi arrivare contro una vecchia Fiat.

Luca frena e con rapidità innesta la retromarcia, infilando a tutta velocità il sentiero. La ragazza si attacca ai freni, perché dalla parte opposta sta arrivando un TIR e rischio di finire peggio. Chiude gli occhi, immaginando il botto. Le gomme lasciano un bel po’ di battistrada sull’asfalto, quattro lunghe strisciate nere ma non sente l’urto. Li riapre e non scorge più l’auto di quel kamikaze. Sparita, volatilizzata. Sudando e imprecando riprende la marcia. Tra poco potrà raccontarlo al suo ragazzo che per un pelo non è finita al creatore.

Luca percorre a discreta andatura il tratturo in terra battuta per un centinaio di metri sempre in retromarcia, prima di fermarsi. Una rapida occhiata allo smartphone. Il segnale è stabile. Scende non prima di avere afferrato i due Samsung. Tiene in mano quello con l’app, mentre l’altro sparisce in una tasca. Fa scattare la lama del coltellino svizzero e si avvia a piedi verso un punto non molto distante. Consulta il programma, che indica a trecento metri l’Iphone di Vanessa.

Se Henri vuol tornare indietro’ si dice Luca, che si muove in silenzio, ‘troverà una sgradita sorpresa. La strada bloccata’. Mentre sta pensando questo, l’app si illumina. Ha ricevuto un impulso dal programma gemello. ‘Ottimo’ riflette Luca, ‘Van è funzionante’. Intravvede tra gli alberi la Mini blu di Henri. ‘Occhio, Luca’ si dice, ‘non devi farti scoprire’.

Sente la voce di Vanessa ma non comprende le parole. La risposta di Henri pare uno scoppio. Una risata stridula. Ormai la distanza è minima. Osserva l’auto tra due alberi, Vanessa di spalle e Henri di profilo. Si ferma per valutare cosa fare. Il vento muove le fronde appena spuntate con un sibilo piacevole. Deve evitare qualsiasi rumore. Adesso ascolta le parole di Vanessa, che chiede a Henri di liberarle una mano. ‘Dunque’ pensa Luca, ‘sono uniti da qualcosa. Ma cosa?’

La Mini ha le portiere aperte, mentre i due sono fuori dell’abitacolo a una decina di metri. Luca, protetto dal tronco di una quercia, si avvicina al retro dell’auto e rapidamente squarcia la copertura posteriore.

Mi togli questo coso?” dice Vanessa, agitando la mano destra. “Devo togliermi i Jeans”.

Se vuoi” replica sarcastico Pierre con un sorriso cattivo sulle labbra, “lo posso fare io”.

Provaci” esclama furiosa Vanessa.

Luca si mette una mano davanti alla bocca per trattenere una bella risata. ‘Bella carica, Van!’ pensa il ragazzo, che cerca di capire le mosse. Vorrebbe mostrarsi alla ragazza ma teme di essere visto da Henri. Rimane al coperto dietro la quercia. Sente un click metallico e vede Vanessa che si massaggia il polso.

Voglio vederti” dice Pierre con qualcosa di luccicante al polso.

Al massimo la testa” replica Vanessa che va verso un grosso cespuglio di more.

Luca intuisce cosa sta avvenendo e si sposta con rapidità verso il punto che segnala l’app. Deve mostrarsi, non visto da Henri, alla ragazza e invitarla a correre verso la sua macchina, che è aperta. Lui in qualche modo lo terrà impegnato. Mentre si sposta, trova per terra un ramo, che raccoglie. Mette in tasca anche il secondo Galaxy, che adesso gli è solo d’impiccio.

Vanessa si toglie i jeans e si accuccia con un sospiro di sollievo. Sembra interminabile la pipì, mentre tiene i pantaloni ben in alto per mostrarli e per non bagnarli.

Mi vedi?” dice la ragazza, che alzando gli occhi incrocia quelli di Luca.

Un dito sulle labbra del ragazzo le impone di tacere, mentre Vanessa spalanca la bocca per la sorpresa. Non si aspettava di vederlo lì, a due passi. Quasi potrebbe toccarlo.

Sì” replica Pierre, soddisfatto. “Tieni le mani in alto e ben in vista”.

Vanessa non risponde, perché cerca di capire le istruzioni di Luca. Un gesticolare concitato. ‘Benedetto ragazzo’ si dice. ‘Non ci ho capito una minchia! Cosa dovrei fare?’

Hai capito?” esclama spazientito Pierre che accenna a muoversi verso il cespuglio.

Fermati, dove sei” dice Vanessa, che ha intuito le mosse di Pierre dallo sguardo allarmato di Luca. Dal suo gesticolare intuisce alla fine che deve correre alla macchina. ‘Alla faccia! Se uno doveva capire’ pensa la ragazza che si è spostata di lato al piccolo laghetto che ha fatto.

Mi infilo i jeans” fa Vanessa, che adesso mostra la testa e parte della schiena.

Niente scherzi” dice Pierre per nulla tranquillo per l’arrendevolezza della ragazza. Tanto battagliera fino a pochi minuti prima, tanto remissiva adesso.

Dove vuoi che corra?” aggiunge Vanessa, che con calma infila i jeans, mentre osserva le istruzioni di Luca.

Che stai facendo?” esclama Pierre, reso sospettoso dalla lentezza della vestizione. “ora vengo a prenderti”.

Se ci riesci” fa Vanessa, correndo in direzione del sentiero.

0 risposte a “Una storia così anonima – parte cinquantacinquesima”

  1. Noooo … sul più bello s’interrompe il capitolo 🙁
    Vanessa riuscirà ad infilarsi nella macchina di Luca e il ragazzo affronterà “vincente” quel bellimbusto di Pierre, è così vero?
    Per favore … pubblica presto il successivo capitolo che adesso la curiosità è al top! 🙂
    Bravo, bravo, bravo, descrizione superba del tutto!
    Un abbraccio da Affy

  2. Mi ha certamente incuriosito… anche se quest’ultimo capito è molto, ehm, fisiologico! Penso che vi sia un intreccio di epoche (ho inserito il tag “crociate” e visto che vi sono altri episodi). Questo è curioso anche perché è un po’ lo stile che mi attrae (https://ladyclaudine.wordpress.com/2009/08/26/recensioni-romanzo-nebbie-nella-brughiera). Non c’è una versione cartacea o e-book più facile da leggere? Sereno fine settimana :-)c

    1. innanzitutto grazie per l’apprezzamento, che ho gradito molto, visto che tu sei una scrittrice mentre io amo scrivere.
      In effetti sono due storie parallele, una ambientata nel 1307/8 e l’altra ai giorni nostri. Al momento non esiste né un cartaceo, né un ebook perché alla storia mancano gli ultimi capitoli, che sto scrivendo. Se ti può interessare posso mandarti fra qualche giorno una prima versione in lettura.
      Felice fine settimana anche a te.

              1. Strano… hai un altro indirizzo? Io avevo risposto al tuo precedente dove chiedevi per il mio ultimo romanzo… Verifica con il tuo provider, per sicurezza.
                Faccio copia-incolla qui di seguito:
                Buongiorno Gian Paolo,
                ti informo che nella libreria hanno ancora 4 esemplari di “Nebbie nella Brughiera”, posso inviarti la tua copia autografata nei prossimi giorni.
                Il prezzo è di euro 19.- comprese le spese di spedizione, se per te va bene.
                Quando confermi per mezzo del presente, provvedo a preparare il romanzo.
                Ti auguro una serena domenica e una tranquilla settimana lavorativa!
                A presto! :-)claudine

  3. Mi piace, anche la piega che hanno preso le cose. Adesso ritroveremo Pietro, immagino. L’altro giorno c’era un templare col suo mantello bianco a Pordenone, non scherzo, una volta a settimana tengono aperta una chiesa. Sono una riedizione dell’ordine. Naturalmente ho pensato al tuo racconto. A Cordenons qualche hanno fa hanno organizzato una mostra sui luoghi dei templari, un successo incredibile. Attendo l’evoluzione e rinnovo i complimenti:-)

    1. Non sapevo che dalle tue parti ci fosse una riedizione dell’ordine. Avevo letto, durante le mie ricerche sull’argomento, che c’erano stati dei tentativi ri ripristinare l’ordine con scarso successo.
      Sì, la prossima puntata vedrà in azione Pietro. Ancora quattro o cinque puntate poi la parola fine.

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