Le case degli spiriti

Paolo Rumiz era solito pubblicare i suoi reportage nel mese di agosto a puntata sulla pagina R2 de La repubblica. Viaggi alla scoperta di posti o persone con diversi mezzi alcuni originali, altri poco usuali. Barca, mongolfiera, bicicletta, a piedi, in treno e di certo ne ho dimenticato diversi.

Nel 2011 il reportage aveva un nome invitante Le case degli spiriti. Un viaggio attraverso l’Italia con una puntata nel Canton Ticino per rinfrescare la memoria di borghi abbandonati, dimore disabitate, case o complessi industriali con ospiti degli spiriti. Tanto per citarne alcuni i complessi che un tempo erano ospedali psichiatrici, ovvero i vecchi manicomi, conservavano tracce degli antichi abitatori come se fossero dei fantasmi. Un racconto appassionante quotidiano, a esclusione del sabato e della domenica, non mancò di attrarre la mia attenzione. La curiosità di conoscere questi luoghi un tempo pieni di vita ma oggi desolatamente vuoti fu enorme. Non saltai nessuna puntata.

Stuzzicato da queste letture riflettei e fece germogliare un’idea.

Da cosa nasce cosa. Feci una ricerca sul web per conoscere qualcosa di più su questi posti e con grande sorpresa trovai molti siti che parlavano dei paesi fantasma o a rischio di estinzione.

Qualcuno parla di oltre cinquemila posti, altri di quasi diecimila. Quale che sia la verità è una bella fetta d’Italia a rischio di scomparsa. Alcuni siti li hanno catalogati divisi per regione, altri per provincia. La parte del leone lo fa l’Italia meridionale con la Basilicata in cima come numero ma anche l’Italia settentrionale non scherza. La maggior parte si trovano in montagna, Appennini e Alpi, ma ce ne sono anche in pianura e dove meno te li aspetti. Consonno si trova nella verde Brianza non molto distante da Milano. Una persona originale costruì questo paese dal nulla per trasformarla nella Las Vegas casereccia. Ovviamente andò tutto a rotoli ed è finito tra i paesi fantasmi. Uno spettacolo desolante si presenta ai visitatori.

In America questi paesi fantasma si chiamano gost town e sono un’attrazione turistica. In Italia sono invece desolatamente abbandonati, mentre adeguatamente ristrutturati secondo le strutture originali potrebbero essere un bel richiamo turistico. Ma vabbé siamo in Italia e la vocazione turistica è legata alle grandi città d’arte.

A parte questi sfoghi, si può arguire che ci fossero informazioni in abbondanza per costruire una storia da pubblicare.

Raccolto un bel po’ di materiale, stampati centinaia di fogli ho scritto Un paese rinasce.

Copertina di un Paese rinasce

È stato ambientato a Castiglioncello, un borgo che nel medioevo era posizionato in un punto strategico tra Toscana e la Romagna nell’alta valle del Santerno. È un luogo meno famoso dell’omologo, sempre in Toscana sulla costa tirrenica e frequentato da molti vip. È un posto facilmente raggiungibile da Bologna, Ravenna e Firenze ma abbandonato nel 1960. Le immagini ci mostrano un borgo in sfacelo, eppure sono passati solo sessant’anni dall’abbandono, dove la natura sta riconquistando i suoi spazi. Nonostante tutto nei mesi estivi è meta di escursioni di diversi turisti.

Perché ho scelto questo borgo? Mi piaceva il nome. È vicino a Bologna e non lontano dalla costa romagnola. C’era molto materiale fotografico, non fruibile direttamente essendo coperto da copyright, ma permetteva di caratterizzare il luogo.

Ho immaginato una storia utopica con dieci giovani di età tra i venti e trent’anni che si dedicano al recupero di questo borgo contando sulle loro forze e sulle donazioni della rete. Parlare di utopia è un po’ riduttivo perché cinque ragazze e altrettanti ragazzi impiegano il loro tempo libero, fine settimane e vacanze, a lavorare per la ricostruzione di un paese è molto di più che singolare. Non solo riuscire nell’impresa usando i loro mezzi e l’aiuto della rete attraverso donazioni è possibile anche se poco probabile.

Però queste ragazze e ragazzi sono persone normalissime. Amano, litigano tra di loro, sono gelose se il loro compagno è oggetto di attenzioni femminili, fanno la pace ma in particolare si divertono. Insomma è il ricco repertoria di persone giovani che si affacciano sulla scena della vita.

Per chi ne volesse sapere di più di questa storia, può andare su Amazon per ebook e cartaceo, oppure su Kobo e Apple libri per l’epub.

0 risposte a “Le case degli spiriti”

  1. ti consiglio una vacanza a procida per degustare il sapore di una comunità molto unita, i piccoli paesi.
    come hai fatto a scrivere una storia con dieci giovani ? sei un artista della parola, che dici vado con il cartaceo ???

  2. Molto interessante, paesi e agglomerati abitativi abbandonati suscitano sempre uno strano fascino. Sono incuriosita dal tuo testo, andrò a dare un’occhiata. Un saluto!

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