Le fobie del mondo

C’è chi trema davanti ai vocaboli lunghi e chi soffre il telefono, i giornalisti e persino il flauto, chi ha paura della suocera, dei clown e dei colori ovvero tutte le fobie del mondo, che un sito americano ha catalogato con ben 1.500 patologie offrendo anche le cure. Of course, a pagamento.

“Noi siamo propensi a dare un’etichetta a qualsiasi cosa ci porti turbamento”. Questo suggerisce uno psicologo.

Lo spunto di questo curioso post me l’ha offerto Recensione53 e il suo post sulle fobie più diffuse.

Leggendolo mi sono ricordato di un vecchio pezzo di Repubblica scritto da Enrico Franceschini nel lontano 12 gennaio 2008 che ho riletto e ve lo propongo con qualche aggiustamento.

Paura delle parole troppo lunghe, paura dei clown, paura della suocera, del numero otto e del telefono sono le nuove fobie che affliggono l’uomo moderno.

Tutto sommato ci credo, perché ormai abbiamo paura anche della nostra ombra.

Non c’è da stupirsi se un sito web americano sostiene di avere un rimedio per ciascuna fobia. Rimedio, ovviamente a pagamento, perché gli affari sono affari! Quindi non solo ha catalogate tutte le fobie ma le ha ordinate in base alla loro lettera iniziale. Il numero? Indovinate quale? Ben 1500! Se noi eravamo rimasti alle “vecchie” claustrofobia (la paura dei luoghi chiusi), l’agorafobia (paura dei luoghi aperti) e aracnofobia (la paura dei ragni), adesso c’è da sbizzarrirsi e divertirsi a leggerle tutte.

E che dicono gli esperti? Per alcuni le paure bizzarre sono molto più frequenti di quel che pensiamo, ma c’è chi dice: «Ormai cerchiamo di dare un nome a qualunque cosa ci provochi turbamento».

Se per caso chi sta leggendo queste righe e non osa pronunciare il proprio nome, gli conviene non leggere quello che segue. Questa fobia si chiama “ippopotamostrosesquipedalofobia“. Attenzione! Questa paura colpisce anche chi è, o forse è meglio usare il condizionale, sarebbe afflitto quello che teme di pronunciare o leggere parole troppo lunghe e comincia a tremare ogni qual volta ne incontra una su un giornale, un dizionario o in bocca alla gente, sconvolti dall’abbuffata di sillabe una dietro l’altra.

Come ho scritto sopra un sito americano, www.ChangeThatsRigthNow.com, sostiene di avere il rimedio per ognuna delle fobie che tormentano l’uomo moderno e ha messo a disposizione di tutti noi l’intero catalogo che, uso di nuovo il condizionale, ammonterebbe a ben 1500 voci. Dunque molte di più di quelle generalmente note. E per la modica somma di 1500 dollari a fobia ci fornirà il rimedio per superare le nostre paure. Forse è la cifra che ci farà guarire 😅.

Potrebbe sembrare un’americanata, uno scherzo o un imbroglio, e forse non è escluso che lo sia, ma qualcuno ha preso sul serio quello che ha catalogato quel sito. La rivista scientifica britannica New Scientist, pur con una forte dose di scetticismo, le ha esaminate con una squadra di psicologi. Nel dettaglio ha scelto le più curiose fra le fobie citate. L’esito è finito a tutta pagina sul Times di Londra e da lì è rimbalzata sul tam-tam universale del nostro tempo, Internet. Ovviamente alcune di queste paure sono state demolite come la fobia delle parole troppo lunghe che forse non esiste, o perlomeno non si ha notizia di persone che ne soffrano. Ulteriore singolarità è che la cura suggerita dagli esperti del sito americano è la stessa consigliata anche per curarne un’altra, non meno originale di questa, la “coulrofobia“, la fobia dei clown, perché chi ne soffre farebbe meglio a stare alla larga dal circo 😅.

Tuttavia uno psicologo interpellato dal New Scientist concede che qualcosa di vero potrebbe esserci. “Non è poi così insolito avere delle paure bizzarre”, afferma Robert Endelmann, psicologo membro della National Phobics Society. “Si tratta sempre di retaggi ancestrali, che ci riportano agli albori della specie umana. Aver paura di queste cose poteva essere utile alla sopravvivenza dei nostri progenitori”.

La lista compilata dal sito Usa, bisogna riconoscere per smentire l’insigne studioso inglese, comprende fobie che i nostri progenitori certamente non potevano conoscere, come l’octofobia, la paura del numero otto, la telefonofobia, la paura del telefono, la xantofobia, la paura del colore giallo, l’aulofobia, la paura del flauto, la pentherafobia, la paura della suocera (che, ammettiamolo, sembra più ragionevole 😅), l’odontofobia, la paura dei dentisti (ragionevole anche quella e forse più comune della precedente). È possibile che il logorio della vita moderna, per citare un vecchio slogan pubblicitario, abbia aumentato il numero delle fobie di cui soffriamo? Il professor Endelmann non ne è del tutto convinto: crede piuttosto che oggi siamo più propensi a dare un’etichetta, insomma a dare un nome, a qualsiasi cosa che ci dia un turbamento. Però poiché le fobie nascono da un’esperienza traumatica, dichiara la psicologa Emma Citron, specializzata nel trattamento dell’astrofobia (la paura dei tuoni), a priori non si può escludere niente, o quasi. Il Times ironizza che stranamente il catalogo delle paure “online” non contiene la fobia dei “siti Internet ripetitivi” o delle “strategie di marketing idiote”. Un terzo psicologo, infastidito dalle domande dei reporter del quotidiano londinese, rivela di soffrire della “fobia dei giornalisti“.

Forse quest’ultima fobia che sarebbe la 1501 e ancora oggi senza nome, almeno mi risulta, è più diffusa di quanto possiamo immaginare specialmente tra i nostri politici.

Nota

Il sito americano è pienamente funzionante e riporta l’elenco delle fobie in rigoroso ordine alfabetico – ovviamente in lingua inglese. Visto che l’articolo che rimaneggiato e adattato ha la bellezza di anni quattordici e di certo il sito ha qualche anno in più, la sua longevità ci dice che poi hanno fatto business con queste fobie e lo stanno facendo tuttora.

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