A proposito di AI

Sul mio sito di newwhitebear ho pubblicato un post sibillino. Di seguito dò alcune spiegazioni

copertina Una notte magica San Giovanni

So di aver barato proponendo quella recensione su ‘Una notte magica San Giovanni’ ma volevo sondare le vostre reazioni se il post era credibile oppure no. Ovviamente a chi ha sollevato dubbi ho risposto con franchezza.

Quel post non è un frutto mio né di qualche lettore, davvero pochi a dire con sincerità, che ha letto quel romanzo. È opera di un lettore virtuale, un tale ChatGPT, che fa rima con AI (acronimo di Artificial Intelligence). Personaggio che in queste settimane è salito agli onori della cronaca e di cui hanno elogiato le capacità umanoidi.

Di sicuro quello che ha scritto è ben contenuto nel mio testo come il folletto Mazapègul o la parte romantica del testo. Però, c’è sempre un però, erano dettagli marginali, più di contorno che di sostanza. Quei volenterosi lettori che ha avuto l’ardire di leggerlo l’avrebbero subito smascherato, perché il vero fulcro della storia è un teschio di cristallo. Il resto è solo riempitivo.

Di certo la recensione a fronte della seguente domanda “Come posso scrivere la recensione di Una notte magica San Giovanni” ha confezionato da bravo scolaretto un discreta recensione basandosi su due parole contenute nel titolo. Una notte magica e San Giovanni. Tra le informazioni a cui ha potuto attingere c’era di sicuro l’atmosfera esoterica che permea questa notte in Romagna. Da qui i riferimenti al folletto, presente nel folclore romagnolo. Inoltre in questa notte le ragazze in cerca di amore compiono il rito di esporre alla guazza un bacile con della cera fusa che interpretata a dovere rappresenta il compagno futuro.

Ecco perché a prima vista questa recensione appare puntuale ma a leggerla con attenzione appare più posticcia che reale.

È evidente che se tra tutte le informazioni in possesso di questo umanoide virtuale ci fosse stato anche il mio testo di sicuro avrebbe scritto ben altro. Da qui la appena sufficienza. Un sei meno meno di buona memoria.

Apro un piccola parentesi sull’Intelligenza Artificiale. Per essere un prodotto appetibile ha la necessità di avere una mole di dati notevole, più ne ha più è performante. Deve girare su dell’hardware velocissimo sia per le ricerche sia per confezionare le risposte. Ha la necessità di memorie di massa di notevoli proporzioni.

Di questo prodotto se ne parla dall’ultimo decennio del secolo scorso. Però, come ho detto poco sopra, per le limitazioni hardware e software dell’epoca era prodotto di nicchia alquanto costoso. Poi nei decenni successivi molto è cambiato nel panorama informatico e del web e ha cominciato ad avere delle applicazioni interessanti. Tra quelle più interessanti è quella relativa al riconoscimento facciale che i cinesi hanno sviluppato moltissimo per il controllo della popolazione. L’impulso è stato fornito dalla cattura in automatico delle persone tramite webcam installate in modo invasivo in ogni angolo della Cina ed ecco pronto uno smisurato database praticamente gratis da cui estrarre le informazioni. Altre applicazioni di nicchia sono l’analisi dei temi musicali o l’interpretazione delle chat sui social o l’analisi dei testi letterari.

OpenAi ha cercato di mettere insieme un po’ tutto questo cercando di dare una veste umana alle informazioni archiviate. Una delle sue applicazioni è questo ChatGPT che con molta ambizione vorrebbe comporre l’intero puzzle di AI per sostituirsi all’uomo.

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