Aspettando il 2020

Vi ripropongo un post di due anni fa da leggere in attesa del botto di mezzanotte che segna l’arrivo dell’anno nuovo.

Con questo pezzo di Giacomo Leopardi tratto dalle Operette morali voglio auguravi un sereno 2020, sperando che sia migliore del 2019 che ci sta per lasciare.

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Da libreriauniversitaria.it

La lettura è sempre amena e non manco di leggerlo ogni anno. Come il venditore di almanacchi vendiamo la speranza che l’anno nuovo sia un pelo migliore dell’anno precedente.

BUONA LETTURA

Venditore. Almanacchi, almanacchi nuovi; lunari nuovi. Bisognano, signore, almanacchi?

Passegere. Almanacchi per l’anno nuovo?

Venditore. Sì signore.

Passegere. Credete che sarà felice quest’anno nuovo?

Venditore. Oh illustrissimo sì, certo.

Passegere. Come quest’anno passato?

Venditore. Più più assai.

Passegere. Come quello di là?

Venditore. Più più, illustrissimo.

Passegere. Ma come qual altro? Non vi piacerebb’egli che l’anno nuovo fosse come qualcuno di questi anni ultimi?

Venditore. Signor no, non mi piacerebbe.

Passegere. Quanti anni nuovi sono passati da che voi vendete almanacchi?

Venditore. Saranno vent’anni, illustrissimo.

Passegere. A quale di cotesti vent’anni vorreste che somigliasse l’anno venturo?

Venditore. Io? non saprei.

Passegere. Non vi ricordate di nessun anno in particolare, che vi paresse felice?

Venditore. No in verità, illustrissimo.

Passegere. E pure la vita è una cosa bella. Non è vero?

Venditore. Cotesto si sa.

Passegere. Non tornereste voi a vivere cotesti vent’anni, e anche tutto il tempo passato, cominciando da che nasceste?

Venditore. Eh, caro signore, piacesse a Dio che si potesse.

Passegere. Ma se aveste a rifare la vita che avete fatta né più né meno, con tutti i piaceri e i dispiaceri che avete passati?

Venditore. Cotesto non vorrei.

Passegere. Oh che altra vita vorreste rifare? la vita ch’ho fatta io, o quella del principe, o di chi altro? O non credete che io, e che il principe, e che chiunque altro, risponderebbe come voi per l’appunto; e che avendo a rifare la stessa vita che avesse fatta, nessuno vorrebbe tornare indietro?

Venditore. Lo credo cotesto.

Passegere. Né anche voi tornereste indietro con questo patto, non potendo in altro modo?

Venditore. Signor no davvero, non tornerei.

Passegere. Oh che vita vorreste voi dunque?

Venditore. Vorrei una vita così, come Dio me la mandasse, senz’altri patti.

Passegere. Una vita a caso, e non saperne altro avanti, come non si sa dell’anno nuovo?

Venditore. Appunto.

Passegere. Così vorrei ancor io se avessi a rivivere, e così tutti. Ma questo è segno che il caso, fino a tutto quest’anno, ha trattato tutti male. E si vede chiaro che ciascuno è d’opinione che sia stato più o di più peso il male che gli è toccato, che il bene; se a patto di riavere la vita di prima, con tutto il suo bene e il suo male, nessuno vorrebbe rinascere. Quella vita ch’è una cosa bella, non è la vita che si conosce, ma quella che non si conosce; non la vita passata, ma la futura. Coll’anno nuovo, il caso incomincerà a trattar bene voi e me e tutti gli altri, e si principierà la vita felice. Non è vero?

Venditore. Speriamo.

Passegere. Dunque mostratemi l’almanacco più bello che avete.

Venditore. Ecco, illustrissimo. Cotesto vale trenta soldi.

Passegere. Ecco trenta soldi.

Venditore. Grazie, illustrissimo: a rivederla. Almanacchi, almanacchi nuovi; lunari nuovi.

Abbracciami forte – citazioni

Copertina di Abbracciami forte di Candice Read

 

L’orso bianco è il signore dei ghiacci , intorno a lui solo silenzio e l’infinito bianco.

 

Da “Abbracciami forte” di Candice Read – Sperling & Kupfer Editori

 

“Una vita senza amore è come un Natale senza neve” – Detto popolare lappone

“E se porto la mia infanzia con me non potrò mai invecchiare dentro” – Sergio Bambaren

“Dedicato a tutti i grandi che sono stati bambini, ma non se lo ricordano più” – Antoine de Saint-Exupery

“L’amore è un bellissimo fiore, ma bisogna saperlo cogliere sull’orlo di un precipizio” – Stendhal

“Il rumore di un bacio non è forte come quello di un cannone ma la sua eco dura molto più a lungo” – Oliver Wendell Holmes

“La misura dell’amore è amare senza misura” – Sant’Agostino

Queste sono solo alcune citazione di questo bel libricino, che tutti dovremmo comprare e leggere.

Adesso addobbi

Dopo l’albero vengono gli addobbi. Siamo di solito sobri: pochi perché non ci piacciono troppi addobbi in giro per la casa.

Non manca decorare lo scorrimano che porta in mansarda.

 

foto personale

e questo è l’inizio

Foto personale
Foto personale

Sulla cassapanca una corona con cornice vuota.

Foto personale

e poi i primi pacchetti regalo

Foto personale

Questa immagine è stata fatta a Modena. Mi piace molto. Non è in tema ma spero la possiate apprezzare.

foto personale

Oggi albero

Oggi giornata faticosa. Abbiamo preparato l’albero di Natale e relativi addobbi.

Non sarebbe faticoso ma addobbi e palle varie sono nel ripostiglio in mansarda ricavato nella parte bassa. Altezza massima 1,30 metri. L’albero invece è sepolto sotto attrezzi vari da giardino nel box.

E va bene, ecco il risultato.

Foto personale

L’albero nel buio della mansarda.

Foto personale

Infine l’angelo come puntale.

foto personale

L’albero di legno

foto personale

e infine

foto personale

Nei prossimi giorni altre foto

 

Disegna la tua storia con un’immagine di Marzia – Il violoncello

Marzia di Alchimie mi ha inviato questa immagine sfidandomi a duello. Cosa produrrò con questa?

Immagine inviata da Marzia

Ecco cosa ho prodotto.

Buona lettura

Nicola voleva vincere la sfida: suonare il violoncello davanti all’intera Venusia.

Aveva studiato al conservatorio di Ludi ma all’esame finale era stato bocciato.

Lui non ha potuto, né voluto accettare la sconfitta. Così si è messo d’impegno a suonare il violoncello per raggiungere le vette di Mstislav Leopol’dovič Rostropovič e fare ancora meglio di questo grande interprete.

Si è esercitato per dodici ore al giorno, sabato e domenica compresi. Solfeggi, passaggi musicali dove il La, il Do, il Re e il Sol vengono ripetuti con monotona precisione più volte per ore intere. Per fare questo e non essere disturbato si reca nella stanza della musica della Fortezza. Chi passa sotto le finestre sbuffa e afferma, non proprio a torto: «Che lagna».

Ascoltare una sola nota ripetuta con maniacale insistenza è un supplizio per l’udito di qualsiasi persona. Per i venusiani ancora di più, perché solo ad ascoltare un concerto di campane per loro è insopportabile.

Nicola fa questi esercizi tutti i giorni in perfetta solitudine alternandoli col solfeggio. Sembra un matto che parla da solo ma in realtà sta praticando il solfeggio. Legge le note ad alta voce accompagnandole col movimento delle mani. Un esercizio noioso ma gli serve per imparare i tempi e le battute. Quando era al conservatorio, ci ha provato ma dopo cinque minuti smetteva, sbuffando. «Che noia» sbottava chiudendo lo spartito. Questo mancato esercizio gli è costato l’esame finale. Eppure ha talento innato, perché riesce a suonare il violoncello con bravura e non solo quello. Anche la viola e il pianoforte sono tra gli strumenti che gradisce.

Però è scivolato sul solfeggio, scatenando la sua ira. Il maestro gli ha detto che sembra superfluo il solfeggio ma senza quello non sarebbe mai diventato un bravo violoncellista.

Memore di questa osservazione si è imposto di dedicare due ore tutti i giorni al solfeggio. All’inizio è stato un supplizio. Avrebbe voluto smettere dopo cinque minuti ma con caparbietà si è imposto di proseguire finché non sono passati tutti i centoventi minuti. Giorno dopo giorno ha faticato meno nell’eseguire il solfeggio e alla fine non gli è apparso che fosse quel supplizio che ricordava durante l’anno al conservatorio.

«Sono stato uno sciocco» si rimprovera in uno stacco per bere e mangiare qualcosa. «Se avessi avuto costanza, adesso sarei diplomato in violoncello.

Dopo mesi di duro lavoro si sente padrone dello strumento e le sonate di Bach e Beethoven le esegue a occhi chiusi. Non ha necessità di leggere lo spartito.

Il 21 luglio è il giorno del grande evento. Invita tutti i concittadini al suo concerto che terrà nella piazza della fontana senza acqua. L’unico posto che può ospitare tutti i venusiani. Fa venire da Ludi catering e sedie, per il palco ci penserà lui. Senza cibo e bevande offerte gratis nessun venusiano sarebbe venuto. Lui li conosce bene quando prenderli per la gola.

In un angolo della piazza Cipriani, il master chef di Ludi, offre stuzzichini e calici di vino rosso. Nicola ha spiegato a Cipriani che se avesse offerto vino bianco o spumante i venusiani l’avrebbero rifiutato sdegnosi. Lo chef ha storto il naso ma lui ha insistito convincendolo. Poi al termine dell’esibizione ci sarebbe stato il buffet di gala.

Clematis

La pedana su cui Nicola si sarebbe esibito è un gradone ai piedi della fontana senz’acqua. Un arco di clematis viola forma il sipario. La vasca di marmo della fontana è il fondale del palcoscenico. Tutto intorno disposte a semicerchio stanno le poltroncine di velluto scarlatto. Un drappo rosso nasconde Nicola e il suo strumento.

Il colpo d’occhio è veramente magnifico. Nessuna poltroncina è vuota, il sole sta calando sulla sinistra della piazza illuminando di rosso il cielo. Un brusio diffuso sale dalla piazza.

Un accordo in la maggiore preannuncia inizio del concerto. Il drappo rosso cade mostrando la schiena di Carola che sembra un violoncello con le quattro corde disposte a regola d’arte. Nicola con l’archetto inizia a suonare e nell’aria si spande la sonata per violoncello in la maggiore di Carl Phillip Emanuel Bach.

Mi piace. Booktag

Passando da Sara di milioni di particelle mi sono imbattuto in questa specie di gioco dove attraverso domande mostro il lato B di lettore ovvero quello un po’ nascosto. Più o meno come negli umani.

In cosa consiste il booktag? Una serie di domande a cui rispondere un po’ per ridire, un po’ seriamente.

copertina di carta
Un giallo Puzzone

 

Cominciamo?

Quale libro è rimasto nella tua libreria per più tempo?

Ho fatto tanti traslochi che è difficile dire quale libro. Ricordo con affetto I ragazzi della Via Pal e Zanna Bianca in quelle edizioni ridotte per ragazzi. Erano regali di Natale. Poi sono andati persi. Tra quelli che possiedo sono con me da quasi cinquant’anni delle edizioni della Medusa. Big Sur, I vagabondi del Dharma e Lolita. Il più vecchio è Kinder- und Hausmärchen von Brüder Grimm, che ho tradotto al liceo dal tedesco. Però qui mi fermo per non apparire patetico.

Qual è la tua lettura in corso, l’ultima lettura che hai affrontato e quella che affronterai dopo?

Cosa sto leggendo? Un ebook, I racconti di Walter di Walter Carrettoni, e un cartaceo, I cani e i lupi di Irene Némirovsky. L’ultima? I falò dell’autunno sempre di Irene Némirovsky. La prossima? Non ci ho ancora pensato. Di testi in attesa ne ho un bel po’ tra carta ed ebook. Nessuna fretta,

Qual è il libro che tutti hanno amato e tu invece hai odiato?

Boh! Bella domanda. A spanne nessuno, perché non odio nessun testo. Semmai evito di leggerlo o lo trovo noioso.

Quale libro ti ripeti sempre che leggerai ma probabilmente non lo farai mai?

C’è la domanda di riserva? In realtà se è nella mia libreria vuol dire che prima o poi lo leggerò.

Quale libro stai conservando per la pensione?

Sono già in pensione. Quindi nessun libro è stato messo in naftalina per essere letto più tardi. In realtà continuo a comprare libri che leggerò. Qualcuno subito, altri più avanti.

L’ultima pagina: la leggi subito o la leggi solo alla fine?

L’ultima pagina? Giammai la leggerò. Se lo facessi, metterei il libro tra quelli letti.

Prefazione, postfazione, riconoscimenti: un inutile spreco di carta o un’aggiunta interessante?

Per me un inutile spreco di carta. Le prefazioni le salto a piè pari. Le postfazioni solo se c’è qualcosa di interessante. I riconoscimenti, li salto.

Un caso per tre

Con quale personaggio dei libri scambieresti la tua vita?

Con nessuno. Amo la mia vita per quello che è stata, quello che è. I personaggi sono immaginari ma difficilmente potrebbero vivere nel nsotro mondo.

Qual è il libro che ti ricorda un momento specifico della tua vita (Un posto, un momento, una persona)?

Posso avvalermi di non rispondere? I libri sono fatti per essere letti, gustati in solitudine. Perché devo condividerli con un momento della mia vita?

Nomina un libro che hai avuto in un modo particolare.

Nessuno. Forse Quattro passi nella Taiga di Claudine Giovannoni, per il semplice motivo che ho fatto il beta reader.

Hai mai regalato un libro a una persona speciale per un motivo speciale?

Di libri speciali ne ho regalati diversi a una persona speciale, mia moglie.

Quale libro è stato con te in più posti?

Cosa si intende per più posti? Se si pensa a un libro che mi ha seguito in molti traslochi di certo sono quelli citati in precedenza ovvero Big Sur, I vagabondi del Dharma e Lolita e di certo anche Kinder- und Hausmärchen von Brüder Grimm. Se s’intende un libro che ho sempre portato con me, nessuno.

Letture obbligatorie: quale libro hai odiato al liceo che, riletto qualche anno dopo, non era così male?

Nessuna lettura obbligatoria al liceo. Come ho detto, non ho odiato nessun libro. Tutte le letture sono state consenzienti. Se penso a un libro letto al liceo e riletto più volte anche dopo è sicuramente La trilogia di Italo Calvino I nostri antennati.

Libri usati o nuovi?

Preferisco di gran lunga i libri nuovi ma ho diversi testi usati. A dire il vero assai pochi ma ci sono.

Copertina Kindle – La kitsune

Hai mai letto un libro di Dan Brown?

Sì, Il codice da Vinci. In libreria ho anche Angeli e demoni, che però è in attesa di lettura, ricoperto di uno bello strato di polvere.

Hai mai visto un film che ti è piaciuto più del libro?

Non andando al cinema, dubito che riuscirei a rispondere a questa domanda. Ricordi sbiaditi sono i primi film di 007, di cui ho poi letto il cartaceo. Però sono tanto lontani nel tempo che difficilmente sarei in grado di dire cosa mi è piaciuto di più. La realtà è che sono due mondi distanti anni luce. Se leggi il libro e poi vedi il film rischi di dare un pessimo giudizio al film. Ovviamente vale anche il viceversa.

Hai mai letto un libro che ti abbia fatto venire fame?

Fame? Voglia di divorare il libro? Sì, i gialli, non tutti ovviamente. Però molti sì. Sono un patito di questo genere letterario come i romanzi storici. Se invece mi hanno indotto a saccheggiare il frigo, allora no.

Qual è la persona di cui segui sempre i consigli nell’ambito delle letture?

Nessuna. Compro e leggo in autonomia. Qualche volta qualcuno parla bene di un testo e mi sale la curiosità di comprarlo. Però sono casi isolati e non esiste una persona specifica che mi suggerisce l’acquisto.

Qual è il libro totalmente fuori dalla tua comfort zone che invece hai finito per amare?

Comfort zone? Il divano? La mansarda? Forse sono fuori standard. Non amo un testo in particolare ma semmai un autore. Se lo leggo vuol dire che lo amo.

Se qualcuno vuol cimentarsi vediamo se si mette a nudo.

O.T. un po’ di pubblicità occulta 😀 Se qualcuno li vuole comprare è sufficiente andare su Amazon.