Lavori in corso

A partire da domani e non so per quanti giorni potrebbe darsi che sia assente o forse non sarò in grado di leggervi e commentarvi.

Da domani alle otto vengono gli operai che mi rimettono in sesto la casa dopo le piogge torrenziali di maggio. Quindi ignoro se potrò collegarmi o dove posso sistemare il pc. Mi rifiuto di usare il telefono.

Spero che facciano in fretta perché saranno giornate convulse.

Daniele

Signore e signori il primo settembre si avvicina. Appena nove giorni. Sullo store di Amazon

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Ecco un altro spicchio del romanzo

Daniele osservava senza vedere gli aerei in decollo e in atterraggio. Lo sguardo fisso nel vuoto. Le immagini passavano sulla retina e non rimanevano impresse. Era sempre quella domanda che catturava la sua attenzione. “Perché Natalina aveva pronunciato ‘Daniele sono tornata per questo!’”. Teneva in mano la tazzina vuota, incapace di posarla sul bancone. “Perché Sara era arrivata come una furia la sera precedente e aveva detto ‘Hai sentito di Natalia?’. Due frasi di certo collegate con un fattore comune: Natalia. Ma cosa le lega?”

Daniele scosse il capo infastidito, notando che una donna lo stava osservando in modo strano. Si impose di sgombrare la mente da tutte queste pippe mentali. Tra un po’ sarebbe arrivata Natalina e forse ne avrebbe capito di più. Sentì in lontananza un annuncio e alzò lo sguardo verso il tabellone luminoso. Il volo AZ da Milano era atterrato. Landed si alternava con atterrato. Tirò un sospiro di sollievo. Depose la tazzina per avviarsi verso l’area arrivi domestici. Si mise in una posizione defilata, accanto a un pilastro ma con la visuale sgombra da ostacoli. I minuti passavano lenti e nessun passeggero compariva dall’apertura. Daniele spostò il peso da una gamba all’altra, impaziente di vedere Natalina.

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Daniele, un giovane ingegnere romano, viene svegliato durante la notte da una telefonata che proviene dal passato. Un’amica di vecchia data lo coinvolge nella ricerca della sorella che si nasconde per sfuggire alla caccia da parte di un boss del narcotraffico.

Daniele gioca una pericolosa partita con i malavitosi decisi a catturare chi ha sottratto loro un carico di droga. Durante la ricerca per metterla in salvo scopre di avere una figlia nata anni prima dalla relazione con una vecchia fiamma. Quindi Daniele si trova a dover proteggere anche lei.

Tutto questo avviene sullo sfondo dello scenario invernale di Venezia.

Per gli abbonati a Kindle Unlimited dal 1 settembre potranno scaricarlo e leggerlo.

Nuova puntata di Krimhilde e le fanciulle scomparse

Su Caffè Letterario è stata da poco pubblicata la puntata 16 dell’affascinante racconto Krimhilde e le fanciulle scomparse.

Per chi fosse pigro la ripropongo anche qui.

Primo iris

Mentre Markus e Baldegunde stanno decifrando le mappe, sulle montagne innevate la strega Ampfel e il drago Michele studiano una nuova strategia per arrivare ad Annelinde, la sesta vergine che manca per soggiogare la Terra di Mezzo e vivere al Castello.

La strega avrebbe voluto coinvolgere anche il Drago Mario e il draghetto Matteo. È convinta che il pragmatismo del drago Mario sarebbe molto utile per scardinare le difese della capitana delle dragonesse a cavallo, mentre il draghetto Matteo con tutte le sue giravolte lessicali avrebbe fatto perdere il senno anche alla donna più scafata.

Dopo una lunga discussione la strega Ampfel si è arresa e ha lasciato perdere il suo proposito. “Ci sarà tempo per utilizzare anche loro”.

«Prima di cominciare, c’è un dubbio che mi è sorto ripensando al comportamento della capitana» inizia cauto il drago Michele modulando la voce in falsetto come è solito fare in queste occasioni.

«Cosa?» La strega Ampfel si raddrizza dalla postura semi sdraiata per prestargli maggiore attenzione.

Il nerd di montagna inspira aria e cerca di evitare di lanciare fiamme dalla bocca. “Meglio essere cauti e non incendiare nulla” riflette.

«Ricordo che ha tenuto per tutto il tempo, che è stata con noi, una mano dentro la salopette come se avesse un amuleto».

La strega Ampfel si mette ritta con la schiena e si fa più attenta. “Che abbia capito come la donna l’ha gabbato?” Sorride storta, perché drago Michele a volte è ingenuo, perché un amuleto preserva dalla sfortuna e non dona poteri magici.

Drago Michele prosegue cauto nella sua ipotesi.

«Però ieri vicino al torrente Ginestro, quando ha tentato di spacciarsi per la figlia teneva in mano un mazzo di fiori variopinti che non ho mai visto. Conosceva molti dettagli di me e sembrava che riuscisse a leggermi la mente. Ieri non ci ho fatto caso ma oggi sì».

La strega Ampfel si passa la mano sulla fronte rugosa, perché qualcosa si è acceso nella sua mente. “Questa invece è più plausibile. Fiori dotati di poteri magici ne esistono e crescono anche nella Terra di Mezzo”.

«Fiori variopinti? Che tipo?»

Sa per certo che lungo le rive del Ginestro crescono e fioriscono fiori dotati di particolari poteri. Non ha mai indagato a fondo sulla loro natura ma ricorda che nei racconti del focolare durante le sabba serali, radunata con le sorelle intorno al cammino, si narravano effetti straordinari per questi fiori che crescono spontanei e molto belli da vedere.

«Ma… non saprei… Non li ho mai visti. Colori brillanti, anzi sgargianti, che colpiscono. Corolle incredibilmente voluminose. Molto di più dei soliti fiori spontanei. Però un dettaglio mi aveva colpito che adesso affiora nella mente. Sembravano appena colti anche dopo un’ora di botta e risposta. Ero troppo impegnato nelle schermaglie dialettiche per prestarci attenzione».

La strega Ampfel si alza di scatto e dalla libreria posta alle sue spalle prende un voluminoso libro pieno di polvere e ragnatele. Col bordo della manica lo ripulisce un po’, tossendo per la polvere inalata.

Lo apre all’incirca a metà e mostra le figure disegnate in grandezza naturale. «Come queste?»

Il drago Michele stringe gli occhi per mettere a fuoco l’immagine tenendo con cura la bocca chiusa.

«Non ero vicino ma ci assomigliano molto. Oltre a questo, qualora corrispondano, ce ne erano degli altri diversi per forma e colori. Ero troppo impegnato a ribattere per prestare attenzione».

Dunque” borbotta con tono stridulo che nessuno capta. “Dunque questi dannati fiori esistono e hanno poteri straordinari. Bisogna fare un sopralluogo nel posto dell’incontro”.

La strega Ampfel depone il librone dalla copertina di cuoio rosso con fregi neri e dorati sulla mensola delle pozioni terribili e si gira verso drago Michele.

«È urgente fare una visita al posto del vostro incontro. Ricordi con esattezza il punto?»

Drago Michele annuisce. “Certo che lo ricordo. E là dove avrei catturato la sesta vergine. Ci mancherebbe che non saprei ritrovare il luogo”.

«Quando si parte?»

«Domani mattina di buon ora. Adesso rischiamo di arrivare col buio». Detto questo la strega Ampfel batte le mani per chiamare l’apprendista strega Rotapfel.

«Preparami la mantella invisibile e il roano Lucifero per domattina prima dell’albore» urla con tono stridulo quando compare.

«Ma io…» balbetta drago Michele.

Però la strega Ampfel è già sparita avvolta nel mantello invisibile e al drago Michele non resta altro che correre a casa per prepararsi la partenza di lì a poche ore. “Ma dove crede di andare senza le mie indicazioni…”.

Si affanna a mangiare qualcosa. Sta digiunando e lo stomaco reclama cibo. Prova a coricarsi ma non riesce a dormire. L’ansia gli mette agitazione. Quando gli occhi si chiudono, ecco che si sveglia.

«Muovi il culo. Tra due minuti si parte» strepita la strega Ampfel facendosi sentire nella mente.

Il drago Michele sobbalza e si fionda in un amen verso la casa della strega. Sa che non può perdere un secondo se non vuol diventare una statua di ghiaccio.

eccoci… è pronta la 14-esima parte

Su Caffè Letterario è stata pubblicata da poco la nuova puntata di Krimhilde e le fanciulle scomparse.

L’ultima avventura di Puzzone

Per chi fosse pigro la riporto anche qui. Buona lettura.

 

La strega Ampfel ha una strega per capello e la capigliatura è piuttosto folta. Quindi… Se la prende con il drago Michele che non è riuscito a portare a termine il progetto pianificato con cura. “Eppure conosceva i dettagli. Doveva intimidirla e io fare l’esorcismo zumba cadum per trasformarla in guscio vuoto. Mi sono fidata di un inetto”.

Il nerd di montagna trattiene il fiato perché l’ira che cova dentro incenerirebbe l’intero mondo se per caso aprisse la bocca.

In silenzio tornano ai monti innevati ognuno chiuso nei suoi pensieri.

Il drago Michele riflette che è stato preso in giro da una donna e questo gli ruga assai. Immagina gli sberleffi degli altri draghi. In particolare di Drago Mario, quello che odia con tutte le sue forze. Ricorda nitide le parole della strega Ampfel. «Devi spaventare la donna. Al resto penso io». Però è andata in modo diverso rispetto a quello concordato. “Mi ha preso per i fondelli… Eppure secondo la strega Ampfel era una facile preda. Sarà…”. Scuote il capo con vigore mentre calcia stizzoso un sasso che trova sul suo cammino.

La strega Ampfel è furiosa e al tempo stesso perplessa e preoccupata. Ha trovato strana l’atmosfera nella Caverna del Pozzo Maledetto. Spirava un’aura non amichevole. Percepiva pericoli che non vedeva. Però il comportamento della capitana delle dragonesse a cavallo è stato atipico, a tratti imprevedibile con quel alternare finte paure a mosse audaci. A mente fredda adesso gli appare come se sapesse in anticipo le loro mosse. “È come se ci leggesse i pensieri per aggiustare il comportamento da tenere”. Ricorda di averla frugata nella mente diverse volte senza risultati pratici: solo vuoto e basta. Però c’era anche qualcosa nell’aria che la minacciava da vicino. “Cosa?” Non è riuscita a comprenderlo. “C’eravamo solo noi tre ma l’avvertimento era palese. Una quarta persona? Non poteva essere invisibile e sfuggire alle mie ricerche”. Tuttavia il tarlo lavora perché la capitana era troppo sicura di sé nell’affrontarli. “Il compagno?” Scuote la testa mentre imbocca il sentiero presidiato dai nerd di montagna che si spostano di lato per farli passare. “Lui non si è mai visto né prima né dopo. Nessun odore umano ma solo di selvatici. Eppure…”.

Lei prende la via di destra che la conduce alla sua abitazione immersa nella neve. Ad accoglierla c’è l’apprendista strega Rotapfel che prende il mantello e gli stivali di cuoio ballerino.

«Non ho fame» brontola la strega Ampfel gettandosi sul divano rosso.

Se stamattina avrei mangiato un intero bue, adesso lo stomaco ha chiuso bottega e non vuole nulla. Quella donna mi ha tolto l’appetito”. Incrocia le braccia, abbracciandosi, e tenta di distendere la fronte aggrottata per il pensiero fisso della minaccia.

«Non mi sembra che quell’uomo conosca magie o pozioni da rendersi invisibili. Le mie spie al Castello dicono che sia un abile falegname e basta. Poi è sufficiente vederlo con quella mano di legno per capirlo. Eppure…». Borbotta a mezza voce chiudendo l’occhio sinistro. “E se avesse avuto delle imbeccate? Ma da chi? I miei informatori negano la presenza di persone in grado di produrre magie o preparare pozioni…”. La parola pozione le risveglia qualcosa nella mente. Esistono pozioni in grado di trasformare una persona e renderla irriconoscibile o invisibile. “Se fosse vero…” riflette sull’ultima ipotesi, “vuol dire che esistono delle persone che conoscono i segreti dei fiori e delle piante. E sono sfuggiti alle mie spie”.

Adesso è troppo stanca per attivarsi e chiude gli occhi. Sogna o meglio ha degli incubi. La capitana la imprigiona nelle segrete del Castello in una cella senza finestre. Il compagno senza viso passa indenne attraverso i loro controlli e riporta al Castello le ragazze prigioniere. Si sveglia in un lago di sudore. Sa d’aver visto il futuro e questo le mette terrore e ansia.

«Rotapfel!» Urla in preda al panico. «Preparami un bagno caldissimo!»

Mentre la strega Ampfel è terrorizzata dal suo futuro, il drago Michele rimugina su tutti gli eventi. Sono molte le stonature che trova. “Quando ho incontrato la capitana, lei conosceva molto di me. Sgrunt!” e un fiotto di aria incandescente esce dalla bocca e dal naso.

Un broccato rosso va in cenere. «Devo fare attenzione» mormora osservando il piccolo disastro combinato. “Dovrò ricomprarne un altro uguale se lo trovo e questo era pregiatissimo. Un bel fiotto di schei di montagna mi è costata la mia ira”.

Si siede sulla poltrona di pelle conciata nell’angolo sinistro della stanza per calmare l’agitazione interna. “Altrimenti brucio tutto”. Prova a riflettere sull’incontro della mattina. “Anomalo” è la risposta. “La capitana delle dragonesse a cavallo ha finto molto ed è stata sincera molto meno”. Sorride perché la speranza che avesse collaborato di sua spontanea volontà non è stata tra le opzioni disponibili. Però ricorda che a pelle il suo comportamento l’ha indispettito più di una volta. Un lampo. «Quella mano sinistra sempre dentro la salopette non mi ha fatto scattare nessun avvertimento ma ora appare sospetto. Che tenesse un amuleto? O cosa?»

Scuote la testa ma trattiene il fiato per non provocare altri danni. La sua casa è piena di bruciature e il mucchietto di cenere rossa glielo ricorda. Arriva alla conclusione che, se è arrivata tranquilla, vuol dire che non li temeva. È stata troppo sicura di sé per lasciarsi intimorire e di certo ha tenuto dentro la salopette un qualcosa che le ha dato facoltà superiori alle loro. “Ne devo parlare con la strega Ampfel ma ora non è il momento propizio”.

Natale con amore di Elena Andreotti

Natale con amore: Novella (Rinascere Vol. 2) di [Elena Andreotti]

Natale con amore di Elena Andreotti – Non solo campagna

Premetto che non sono un grosso estimatore dei romanzi cosiddetti rosa. Perché poi li classificano così non saprei. Comunque diciamo quei romanzi dove sentimenti e passioni sono il filo conduttore della storia.

Ho letto Natale con amore e sono rimasto piacevolmente sorpreso per il garbo con cui sono stati raccontati i sentimenti di Alexandra, una giovane donna che fuggita da un mondo ristretto di una sperduta cittadina dell’Alaska ritorna qui dopo dieci anni.

È come se quel lasso di tempo non sia mai trascorso. Ritrova quella passione che credeva d’aver domato e si interroga sui propri sentimenti fino a trovare la dimensione giusta. Per chi fosse curioso di sapere come finisce suggerisco loro di acquistare l’ebook o il cartaceo.

Elena tratteggia in modo mirabile i vari personaggi con le loro passioni, sensazioni e sentimenti. Tutto ruota intorno alla crisi di Alexandra che scavando dentro se stessa sa a chi donare il proprio cuore.

La scrittura agile accompagna il lettore pagina dopo pagina fino alla fine. Una lettura piacevole che prende la curiosità e sospinge a leggere la storia.

A chi piace questo genere di storie è consigliatissimo ma anche a chi, come me, è un po’ refrattario e predilige altro.

In omaggio a Gennaio oggi giochiamo con la G.

Per il gioco del lunedì Eletta Senso propone un tautagramma con la G in omaggio a Gennaio

Genoveffa gestisce il gioco gratis del Giardino. Giuseppe gela il giardino e guadagna gettoni per il gioco del Governatore.

«Gentile gestore!» grida Gilberto gesticolando.

Gianroberto, il gestore di giochi gratis con Genoveffa, si gira e guarda Gilberto. «Gaglioffo ti getto nel gabbio!»

Geme Giuseppe ghiacciato nel giardino dei garofani.

La gabola di Gilberto gabba Geltrude e ghigna gagliardo.

Gennaio giochicchia con garbo e gaiezza.