De profundis per un abete

Stamattina il mio bellissimo abete del Caucaso è stato abbattuto e adesso mi manca.

Il giardino sembra più spoglio e quando mi affaccio al balcone vedo un buco e sento una fitta al cuore.

L’ho dovuto fare, ob torto collo, per evitare contenziosi coi i vicini rompiballe in caso di caduta. Gli ultimi fortunali mi hanno tenuto col fiato sospeso, anche se lui ha retto bene alla furia del vento e della pioggia.

Quando quello del comune ha fatto il sopralluogo per la concessione della richiesta di abbattimento, ha detto che era ben radicato e sano ma in effetti era in una posizione pericolosa.

In questi sedici anni che abito qui è cresciuto anno dopo anno, dritto e ben impalcato e sarebbe cresciuto ancora ma…

Pazienza.

Adesso vedrò come sostituirlo con qualcosa di meno ingombrante per chiudere il buco visivo.

Una bella accoppiata – Nuova avventura di Phil Vanz e Debbi Nardi

Il delitto va servito freddo: Un'indagine di Fil Vanz e Debora Nardi (Le indagini di Fil Vanz Vol. 3) di [Elena Andreotti]

Elena Andreotti non delude mai. Nuova avventura con i due protagonisti dei precedenti libri, che si snoda tra chiacchiere e intuizioni secondo uno schema collaudato, ci accompagna nella soluzione del misterioso caso della morte di un uomo. Debbi intuisce, Fil Vanz mette insieme le informazioni. Un connubio perfetto.

Questo è solo un pretesto per mostrare le doti dei due protagonisti: Debora e Filippo.

Bello è anche come i due carabinieri si rapportano con i due personaggi. Guido ascolta volentieri quello che Fil Vanz suggerisce. Sergio bilioso trova da ridire su tutto. A completare il quadro Lidia, la ex moglie che Fil Vanz risposa, e Francesca, la fedele tutto fare del golf club gestito dal nostro protagonista.

Sullo sfondo del castello di Fil Vanz  e dei suoi verdi prati durante la festa di matrimonio di Lidia e Fil Vanz viene scoperto un cadavere nella piscina. Da qui nasce l’indagine per risalire a chi ha commesso il delitto. Però un colpo di scena anima il finale.
Veramente bravissima Elena.

L’amore forse esiste 1,2,3

Oggi parliamo di una trilogia, che in realtà non è, di Sara Tricoli L’amore forse esiste 1,2 e 3.

L'AMORE forse ESISTE: siamo come alberi in un bosco, separati, ma uniti da un unico terreno Formato Kindle

Capaci di Amare - L'Amore forse Esiste 2 - Formato Kindle

FEDELI A SE STESSI - L'Amore forse Esiste 3 Formato Kindle

Però prima di addentrarmi nei commenti devo fare alcune precisazioni che sono doverose.

Non sono mai stato un fan del cosiddetto romanzo rosa – chissà perché è rosa – o romance, per dirla all’esotico, anche se non li ho mai evitati. Parlo di quei romanzi dove il bello di turno s’innamora perdutamente della bruttina del paese oppure la maliarda miliardario sposa un poveraccio con le pezze nel culo. Sono due situazioni assai improbabili a verificarsi. Poi ci sono i cosiddetti romanzi tutto sesso e passione travolgente – boh sarò stato sfortunato ma non mi è mai capitato. Questi li identifico come romanzi harmony, che non ho mai letto ma che vendono alla grande. Oppure quelli alla Liala o di Carolina Invernizio di buona memoria. I famosi romanzi d’appendice, un genere di romanzo che si è diffuso nei primi decenni dell’Ottocento, noto anche col termine francese feuilleton.

Però ci sono romanzi dove si parla di sentimenti, di amore e anche di sesso che in effetti si possono leggere. Tanto per fare qualche nome: Jane Austen nel passato e Judith Krantz in tempi più moderni. Insomma non tutto e paccottiglia mielosa e improbabile.

Ebbene la trilogia L’amore forse esiste appartiene alla seconda schiera: quelli che raccontano di sentimenti e amore in maniera realistica e attuale. Però il vero punto di forza è il fil rouge che li collega idealmente: è lo scoprire a poco a poco i sentimenti e il reciproco rispetto nelle coppie che si formano. Una sorta di purificazione interiore che permette loro di superare i dubbi e chiarire la forza dei loro sentimenti. I tre volumi pur con i vari personaggi che si ritrovano in tutti e tre sono auto conclusivi. Non esiste una sequenza di lettura come capita in molte serie, tipo La straniera di Gabaldon.

Ammetto di essermi avvicinato al primo volume con i denti sollevati, pronto a rinchiuderlo nel cassetto e buttare via la chiave. Invece l’ho letto con piacere pagina dopo pagina seguendo le vicende di Sonia e Simon. Sonia deve decidere tra due uomini ma le sue incertezze aiutano Simon a manifestare la sua vera personalità. Sonia, Simon, Carlo descrivono con lunghi monologhi le loro debolezze, le loro incertezze, i loro dubbi. In questa sequenza di riflessioni si può trovare la catarsi dell’amore, quello sano e pulito.

Questa lettura piacevolissima mi ha convinto ad affrontare anche il secondo volume. Qui compaiono due personaggi, Sergio e Josephine, che erano apparsi di sfuggita nel primo volume e irrompe la figura di Claudia. Sergio è alla ricerca dell’amore senza trovarlo in apparenza. Claudia deve smaltire un lutto che le ha stravolto la vita. Ancora la presenza di Sonia che funziona da catalizzatore nelle vicende amorose riesce a far capire loro che basta guardarsi intorno, come ha fatto lei, e quello che cercano è lì a portata di mano.

Poi è arrivato il terzo volume, che ho letto quando era ancora in bozza. Una vera fortuna, perché mi ha permesso di apprezzare il romanzo nella sua veste definitiva. Lo ritengo il più maturo dei tre. Scrittura asciutta, senza fronzoli, storia molto più complessa rispetto alle precedenti. Senza entrare troppo nei dettagli, Scila una giovane donna che è in procinto di sposarsi ha un grave incidente che la tiene in coma per sei mesi. In questo periodo assiste non vista al formarsi di una duplice coppia, Aurora e Andrea, Melinda e Francesco. Per un sottile gioco del destino le loro vicende le fanno capire quanto sia fasullo il progettato matrimonio d’interesse voluto dai genitori. Il vero amore è quello con William, che non esita a partire dall’Africa, dove svolge la sua professione di medico, per raggiungere Scila non appena viene a conoscenza del grave incidente e relativo coma. Quello che ho apprezzato di più è stato il conciliare le storie delle tre coppie senza perdersi guidando passo passo il lettore nel comprendere i sottili giochi psicologici dei sei personaggi. Il lettore non si annoia mai, perché Sara riesce a tenere sveglia la sua attenzione.

La lettura dei tre romanzi è un mio caldo e sincero suggerimento, perché come ho detto in apertura sono sempre restio a leggere romanzi rosa – e dai con questo rosa. Non avrete di che pentirvi, perché la prosa fresca e spumeggiante di Sara saprà conquistarvi.

Li potete trovare su Amazon nel formato ebook, leggibili gratis per chi aderisce a Kindle Unlimited, insieme agli altri due romanzi La mia Ellen e Una ragazza come me, che meritano di essere letti.

LA MIA ELLEN: una fantasia d'altri tempi Formato Kindle

Semplicemente Dislessia - Clara, una ragazza come me Formato Kindle

Infine su Amazon:

Il romanzo che completa la trilogia

Senza dubbio è il romanzo più completo della serie ‘L’amore forse esiste ‘. La scrittura è maturata ancora di più, si è resa più efficace. La storia è più complessa con la splendida trovata di Scila che in coma vede svilupparsi quella di altre due coppie e capisce che anche lei può raggiungere la felicità con l’amore verso l’uomo che ama. È la catarsi dei sentimenti. Veramente brava Sarà nel cogliere le sfumature dell’amore. È senza dubbio un romanzo da leggere.

Selfpublishing – gli strumenti: le piattaforme e altro

Eccomi con la seconda parte degli strumenti per un indie author. Nessuna pretesa ma solo chiarimenti e brevi cenni sulle varie piattaforme.

Ci sarebbe molto da scrivere ma per il momento mi fermo con questa puntata.

Le puntate precedenti le potete trovare qui.

Le linee parallele si incrociano

Dove pubblicare

Il bene più prezioso dell’indie author è la proprietà intellettuale delle sue opere e di conseguenza la deve difendere da chi se ne appropria in maniera fraudolenta.

Una doppia considerazione. La prima è che è improbabile che rubino a un indie l’intera opera. Impossibile no ma molto improbabile sì, a meno che non sia un autore che vende vagonate di copie delle proprie opere – sogno di tutti gli autori. La seconda ci dice che è più facile che la nostra idea venga usata da altri per costruire la loro opera. Nel primo caso possiamo difenderci, nel secondo no. Non tratteremo il secondo caso, perché il mondo letterario, e non solo quello, è pieno di sfruttatori delle idee altrui, che non sono coperte dal copyright.

Come difendersi dal copia e incolla, anche se parziale, di un nostro testo? Non abbiamo molte risorse a disposizione. La nostra opera deve possedere una marca temporale non modificabile che ci assicuri che è stata scritta prima di qualsiasi altra copia in circolazione. Il sistema più semplice per provare che il testo è opera nostra sarebbe quello di pubblicare su un nostro blog pubblico ampi stralci di questa. La pubblicazione è dotata di data e ora. Un ulteriore tassello di protezione è l’uso di copyscape, un prodotto che serve a scovare se qualcuno ha copiato in parte o in toto i nostri contenuti. Si rimanda a questo link per capire come funziona. Esiste una funzione libera con molte limitazioni e una premium a pagamento.

La seconda possibilità è quella di usare la pec per inviare a un indirizzo mail nostro il file del nostro testo. La pec è una specie di raccomandata con ricevuta di ritorno che marca temporalmente testo e allegati. Questo consente di accertare che il nostro testo il giorno x all’ora y era in nostro possesso.

A questo punto è utile sfatare altre ipotesi che in modo ingannevole ci fanno dormire sonni tranquilli. È bene chiarire la diceria che sia sufficiente auto spedirsi il testo cartaceo per provare che sia nostro. Legalmente non vale nulla. Per avere valore legale ogni pagina dovrebbe essere autenticata da un notaio con data e ora, possibile ma costosa. Pure di valore nullo è spedire una copia cartacea alle due biblioteche centrali nazionali, Firenze e Roma, a cui dovremmo inviare in modo obbligatorio i nostri manoscritti cartacei dotati di ISBN nazionale a esclusione degli ebook. In tutti questi casi di parla di libri di carta e non digitali. Infine non ha nessun valore legale dotare i nostri ebook di ISBN. Infatti nulla vieta a un altro di pubblicare il nostro ebook esattamente uguale con altro ISBN.

Chiusa questo lungo inciso su come difenderci passiamo all’esame delle varie piattaforme. Nessuna intenzione di essere esaustivi ma un semplice panorama di queste con qualche indicazione utile.

Ne esistono in tutto il mondo ma parleremo di quelle conosciute. Nel mondo anglofono, o meglio quello americano, sono quelle che vanno per la maggiore: KDP, Smashwords, Google Play libri, Ibooks Apple e Draft2digital. Una sesta piattaforma è Lulu che è stata tra le prime a operare per il selfpublishing nel mondo della carta, che è la sua vera specializzazione. Con queste piattaforme, esclusoSmashwords che usa solo un conto Paypal, è possibile ricevere sul nostro conto corrente tramite bonifico internazionale le royalties con cadenze regolari, compilando un documento fiscale americano per non pagare le tasse in America, piuttosto salate. In alternativa al conto corrente esiste la possibilità di ricevere un assegno che verrà spedito al raggiungimento di un determinato importo. In ambito nazionale sono tre le piattaforme, ma non le sole: Streetlib, Ilmiolibro e Youcanprint. Ignoro per queste piattaforme italiane come avvengano i pagamenti. Per le piattaforme americane ci sono report chiari e dettagliati e scaricabili in formato foglio di calcolo. Per quelle italiane non conosco come siano i report.

Ci sarebbe da parlare delle royalties ma l’argomento è frammentato e richiede una trattazione separata. Diciamo solo che queste variano tra 30% e 80% del prezzo finale privo di IVA. Se ne abbiamo tempo e voglia e riusciamo a raccogliere la documentazione, vedremo di farlo. Nessuna promessa.

Infine capitolo ISBN: alcune lo offrono gratis, altri chiedono il pagamento di una cifra, altri ci dicono di arrangiarci. ISBN è di due tipi in Italia, se lo vogliamo acquistare: autopublishing e business. Il business è riservato agli editori tradizionali. La tariffa per un ISBN comprensivo del codice a barre è di 80 euro+IVA, necessario per la vendita del cartaceo presso i retailer. Comunque ci sono 5 pacchetti (da 1 a 5 codici) per gli autoeditori con importi unitari decrescenti. L’uso di ISBN italiano sul cartaceo implica l’invio di due copie alle biblioteche centrali nazionali di Firenze Roma. Un tempo si era detto che solo l’editore tradizionale doveva ottemperare a questo obbligo, poi essendo l’autore indipendente equiparato a un editore, di fatto è obbligatorio anche per loro. Obbligo che non esiste se ISBN è estero. Acquistando in America il pacchetto da dieci ISBN è più conveniente dell’analogo pacchetto italiano ovvero due pacchetti da 5 codici.

KDP – Kindle Direct Publishing

È la costola operativa per il supporto dei Kindle. Nata per la gestione degli ebook, due anni fa ha assorbito l’altra costola di Amazon, Createspace, per la creazione di libri stampati. L’assorbimento non è stato indolore, perché le esigenze di un ebook sono diverse da un libro di carta. Un solo esempio: la copertina. Inizialmente la creazione copertina era la stessa per entrambi i prodotti, creando non pochi problemi. In Createspace era gestita in modo professionale e specifico per un libro di carta. Molte delle funzionalità di Createspace sono incorporate in KDP ma il livello non è uguale a prima. Non mi dilungo oltre ma faccio un accenno a ISBN. Amazon per gli ebook assegna un ASIN, una sua codifica interna, e non pretende un ISBN. Se ne abbiamo uno per il nostro testo digitale lo possiamo caricare. Notare bene che non possiamo usare per gli ebook un ISBN attribuito a un libro di carta. Per quelli stampabili serve e possiamo usare uno di KDP gratuito oppure uno personale a nostra discrezione. Se è di KDP, è americano e non serve alcun deposito presso le biblioteche centrali nazionali. La distribuzione è su Amazon. Sarebbe possibile anche la distribuzione su tutti i retalier e librerie mondiali ma i prezzi sono raddoppiati e in certi casi si rischia di costare di più di libro edito in Italia.

Smashwords

Gestisce solo ebook dotati di un ISBN, gratuito di Smashwords oppure nostro, può essere distribuito presso molti store: Kobo, Tolino – lato tedesco e non IBS –, Ibook Apple e molti altri, compreso quello interno. Tratta tutti formati compreso mobi ma non ha un accordo con Amazon per la distribuzione. Dal suo sito è possibile scaricare diversi utili manuali che possono servire all’indie author per la produzione dell’ebook, il marketing, e altro. Visto che il formato primario è epub, questo deve essere validato.

Google Play libri

Su Google play libri non è facile essere accettati. I criteri di ammissione non sono noti. Il formato accettato è l’epub validato. Le vendite sono su Google libri. Ci sarebbe da scrivere un romanzo sia sulle royalties sia sui prezzi ma ve le risparmio.

Ibook apple

Ultimo arrivato nel mondo del selfpublishing sfruttando il mondo IOS e MAC. Mette a disposizione un prodotto, Pages, molto interessante, che può funzionare sul mobile, sul Mac e con un qualsiasi browser, se si possiede un account Apple. Gli store collegati sono quasi tutti quelli di smashwords, compreso quello della piattaforma. Può essere interessante per chi oltre alla bolla Kindle decide di estendersi al mondo epub. Per chi usufruisce della piattaforma Smashwords, non vale la pena usare anche questa. Potrebbero nascere dei conflitti.

Draft2digital

Più o meno è simile a Smashwords. Potrebbe risultare interessante per l’indie author che tradotta la sua opera in inglese punta sul mercato americano, qui è maggiormente diffusa. Non ho notizie precise su questo sito. Chi fosse interessato può usare il link fornito per curiosare.

Infine un accenno alle piattaforme italiane che sono meno note allo scrivente e di conseguenza ne farò un breve cenno per dovere di cronaca e orgoglio nazionale.

I vantaggi del loro utilizzo sta che parlano italiano, operano sugli store italiani e sono ordinabili nelle librerie nazionali – le versioni di carta. Ilmiolibro credo che abbia un accordo con LaFeltrinelli. Nata come alter ego di Lulu si è convertita all’ebook in tempi successivi. ISBN è a pagamento.

La più famosa e quella meglio attrezzata è Streetlib. Pubblica anche su Amazon oltre a moltissimi store online, compreso IBS. Ho letto che si sono attivati per il deposito obbligatorio del cartaceo. Se sia gratuito o a pagamento non lo so.

Infine Youcanprint, che come dice il nome, è nata come print on demand (POD) per il cartaceo. Ha attivato il servizio di deposito legale obbligatorio per tutti i libri di carta con ISBN nazionale in modo gratuito.

Uno dei motivi per cui ho puntato su KDP e Smashwords fin da subito è nel contratto di servizio. Questo è l’usuale contratto tra un prestatore e il fruitore senza molti vincoli, più formali che legali. Non firmo nulla ma accetto le condizioni di pubblicazioni. Faccio un esempio se dichiaro il falso che i diritti sono miei, loro mi cancellano l’opera tout court. I siti italiani fanno firmare, sia pure virtualmente dei contratti editoriali all’acqua di rose, almeno è quello che avevo letto quando ho esaminato la possibilità di pubblicare su di loro. Ad esempio l’editore diventa Streelib, Ilmiolibro o Youcanprint e non l’autore o un suo brand. Dettagli da nulla ma che mi infastidiscono.

Un ultimo addendum. Io sono iscritto alla mailing list di Storia continua, laboratorio di scrittura on line. Ci sono molti post utili per l’indie author e altrettanti indirizzi. Per chi volesse avventurarsi sulla graphic design delle copertine vi lascio questo link. Visto che come orso sono curioso gli indirizzi proposti sono davvero interessanti. Parlano inglese ma le icone sono intuitive.

 

Selfpublishing – gli strumenti: produzione della storia

Pensavo, ma a questo punto ho pensato male 😀 , di fare un unico post per parlare degli arnesi di lavoro per l’indie author ma poi ho visto che era troppo lungo. Quindi l’ho spezzato in due parti. La prima cosa sere per produrre la storia e la preparazione alla sua pubblicazione. Nella seconda mi concentrerò sulle piattaforme.

Le precedenti puntate le trovate qui.

copertina Una notte magica San Giovanni

Strumenti

In questa parte ci occupiamo degli strumenti che l’indie author deve conoscere o utilizzare per produrre, preparare e pubblicare il suo libro.

Non c’è nessuna pretesa di scrivere un manuale d’uso né tanto meno di approfondire le tematiche che affronteremo ma rappresenta una specie di riassunto di ciò che gli serve.

Il presente documento sarà diviso in due parti. La prima quali strumenti servono per produrre e preparare un testo pubblicabile. La seconda quali strumenti servono per pubblicarlo e renderlo disponibile sugli store on line.

Però bisogna fare un inciso sulla produzione della nostra opera. È pura follia pensare di usare uno smartphone o un tablet per scrivere il nostro testo. Serve un PC e basta. Perché è altamente sconsigliabile l’uso di questi dispositivi? Per tre motivi.

1. La tastiera virtuale, salvo che il dispositivo possa usare una tastiera tradizionale, mal si adatta alla scrittura della nostra opera. Va benissimo per whatsapp, sms e mail e simili ma non per la scrittura di lunghi testi. Ricordo che nel dialogo diretto è preferibile usare le caporali « e », che non mi risultano disponibili sulla tastiera virtuale. In alternativa esiste il trattino lungo ma si devono rispettare precise regole e anche questo non compare tra i caratteri speciali. Inoltre non è mai agevole passare da una tastiera all’altra senza perdere la concentrazione di quello che si scrive.

2. Editor virtuale. Man mano che digitazione le lettere il nostro dispositivo cerca di indovinare quello che vogliamo scrivere e qualche volta in autonomia decide per noi. L’ideale sarebbe quello di disattivarlo, mentre è comodo negli altri casi. Anche in questo caso rischiamo di riempire di refusi la nostra opera. Poi risulta quasi impossibile eliminarli tutti.

3. La formattazione sul dispositivo mobile non sarà mai precisa o in qualche caso impossibile, specialmente se oltre al digitale pensiamo al cartaceo. Abbiamo detto in più punti che il punto di forza dell’indie author è di ottenere un prodotto digitale di livello superiore a quello proposto dall’editore tradizionale. L’ebook ha necessità di un documento come base di partenza prima di essere trasformato in epub o mobi. Inoltre l’ebook richiede sempre un sommario, la cosiddetta tocx, che può essere ottenuta o manualmente oppure in automatico. In questo ultimo caso i titoli dei capitoli o di quello che vogliamo nel sommario deve essere formattato secondo precisi attributi. Bisogna notare che questo sommario digitale è diverso dall’indice sommario che possiamo progettare all’interno del testo. Inoltre richiede il giustificato senza la sillabazione – l’allineamento a sinistra non è mai bello da vedere e potrebbe avere controindicazioni nella visualizzazione sui dispositivi mobili. Ben diverso è il trattamento per la pubblicazione cartacea. Il file di partenza per la stampa è un documento pdf, ovvero l’immagine della pagina da stampare. Inoltre la sillabazione è quasi indispensabile e il sommario non è necessario salvo che non lo voglia creare prima della trasformazione del testo in pdf. Ora per l’editore tradizionale il core business è il cartaceo, mentre il digitale è creato per necessità. Per l’indie author vale il viceversa. Si comprende come l’ebook dell’editore tradizionale è molto spesso inguardabile e di qualità scadente per effetto del doppio passaggio pdf a documento e poi a ebook. Per l’indie author c’è solo la trasformazione da documento a ebook. Va da sé che la produzione del cartaceo dell’indie author è di qualità inferiore a quella prodotta dall’editore tradizionale.

In conclusione l’uso di dispositivi mobili, salvo quelli che utilizzano un sistema operativo tradizionale, win, mac o linux, e dotati di tastiera da cristiani, è fortemente sconsigliato. Dovendo formattare il testo si rischia di introdurre ulteriori errori a quelli fatti durante la digitazione.

Chiuso questo lungo inciso, affrontiamo di quali strumenti si deve dotare l’indie author prima per produrre il testo poi per pubblicarlo.

Produzione e preparazione testo.

Dando per scontato che l’indie author userà un pc per scrivere le sue storie, gli serve un prodotto di videoscrittura. Poi deve dotarsi di un prodotto per la trasformazione del testo in ebook. Non è indispensabile ma gli può servire per capire come si presenterà il suo prodotto digitale. In qualche caso gli servirà per caricarlo sulla piattaforma di pubblicazione. Infine altri tre prodotti utili ma non indispensabili. Un prodotto di validazione per l’epub, utile per evitare un noioso tira e molla con la piattaforma, un convertitore pdf per il cartaceo e infine programmi per modificare il prodotto digitale finale in modo rapido. Ad esempio la creazione della tocx senza dover riformattare tutti i capitoli in maniera manuale.

Videoscrittura

Il prodotto più famoso e usato è Msword, che è anche quello accettato da tutte le piattaforme. L’unico problema è che la licenza ha un costo. L’alternativa? Libreoffice o OpenOffice, programmi open source e in download gratuito, che usano il formato ODF come standard. Sul Mac si può usare Pages. Tutti questi permettono di esportare o importare i documenti in formato doc (libreoffice e openoffice) o docx (libreoffice). La compatibilità con MsWord è più che buona e si possono usare le impostazioni del prodotto di Microsoft. Libreoffice è più moderno e tenuto aggiornato con buona frequenza, mentre openoffice non è sviluppato come dovrebbe. Entrambi partono dal medesimo nucleo originale, quello di Staroffice che voleva essere l’alternativa a MsOffice.

Una alternativa può essere Google document, che mette a disposizione Office online e consente di leggere e scrivere i formati proprietari Microsft o quelli liberi di ODF.

Per i sistemi Mac o Ios Pages è l’alternativa a MsWord. Avendo un account Apple, è possibile usarlo tramite browser su qualsiasi PC.

Si suggerisce di creare uno o più modelli e usare sempre quelli nella scrittura della storia, impostando caratteri, spaziature, titoli, ecc in modo di avere al termine un documento pronto per le varie esigenze di pubblicazione.

Conversione documento in epub o mobi

Quasi tutti i prodotti sopracitati hanno diverse modalità di esportazione, pdf o epub, in modo diretto oppure tramite estensioni. Per il mobi un tempo c’era un prodotto, mobicreator, che consentiva questa operazione. Adesso c’è Kindle Create che svolge la medesima funzione. Per gli epub ci sarebbe un secondo passaggio la validazione, perché o la verifichiamo noi o lo fa la piattaforma. Per evitare rimpalli per correzioni, si suggerisce di convertire il doc o docx in epub e poi validarlo per essere sicuri che il file che andremmo a caricare passi il primo vaglio della piattaforma.

Validazione epub.

Per validare un epub si possono usare due strumenti: o un sito online che ci fa l’operazione in modo gratuito oppure tramiti programmi installati sul proprio PC. Si suggerisce il sito on line – al momento disattivo. Era molto comodo e veloce oppure questo attivo che svolge le medesime funzioni. Per i programmi si rimanda a più sotto.

Convertitore PDF

Tutti i prodotti di videoscrittura hanno la funzione ‘esporta PDF’, però può essere utile un convertitore che possa fare anche la funzione inversa oppure convertire immagini o altro. Questo viene utile per la produzione di copertine in autonomia o caricare un testo per la stampa, essendo sicuro che l’immagine sia quella desiderata.

ToPDF è un sito on line che in modo gratuito e veloce esegue la conversione a PDF oppure da PDF.

In alternativa esiste un programma PDFCREATOR che installato sul proprio PC assolve alla funzione di convertitore.

Programmi utili

Ci sono due programmi utili che installati sul proprio PC possono aiutare nella preparazione dei testi da pubblicare. Per gli epub c’è Sigil, nato da una costola di Google. Permette di manipolare gli epub, ad esempio inserire la copertina, creare manualmente la tocx oppure tramite plugin validare l’epub. Svolge anche altre funzioni come ad esempio la visualizzazione del ebook oppure correggere piccoli refusi senza rifare tutto il processo di creazione. Il programma può essere installato su sistemi Win, Mac e Linux.

Per il mondo Kindle ci sono una serie di strumenti che permettono la creazione di un mobi validato, la visualizzazione sui diversi dispositivi mobili. Qualora abbia scritto un prodotto per i bambini o fumetti, quindi ricchi di immagini che devono essere collocate in posizioni precise, c’è a vostra disposizione due prodotti ad hoc. Questi strumenti sono messi a disposizione tramite KDP, la piattaforma di Amazon per la pubblicazione di libri.

Altro

Ci altri due argomenti che sono di difficile trattazione.

Il primo è la creazione della copertina, il secondo l’eventuale traduzione in altra lingua.

La creazione della copertina non è mai semplice, perché richiede un minimo di conoscenze di grafica. Eliminiamo KDP, perché al suo interno esiste una procedura guidata per la creazione della copertina, dove abbiamo tre strade.

1. proporre una nostra copertina

2. usare una nostra immagine e un loro template per mettere titolo, autore e quarta (solo per il cartaceo)

3. usare una loro immagine e un template.

In tutti gli altri casi dobbiamo arrangiarci. Come? Rivolgendoci a un graphic designer oppure utilizzare dei siti on line per la produzione di copertine oppure tramite programmi sul PC.

L’altro punto è la traduzione del nostro libro in un’altra lingua. A parte la scelta che sarà legata al mercato estero che vogliamo esplorare, possiamo scegliere tra siti che offrono la traduzione on line oppure rivolgerci a un traduttore freelance.

 

Seflpublishing Indie author: i suoi compiti

Proseguiamo nell’esplorazione del mondo selfpublishing, affascinante ma anche difficile da gestire.

Le due  precedenti parti le trovate qui e qui.

Vorrei chiarire che questi brevi post non hanno nessuna pretesa di essere esaustivi  ma di descrivere un mondo, quello del selfpublishing, assai variegato che ogni indie author dovrà approfondire.

Due avvertenze: la prima è che non può pensare di fare concorrenza agli editori tradizionali. La seconda è che se pensa di vivere di scrittura farebbe meglio a cercarsi un lavoro.

Copertina di carta
Un giallo Puzzone

Come abbiamo raccontato in precedenza l’autore indipendente – indie author – è l’editore di se stesso e scommette sulle proprie opere. Però prima di addentrarci sui suoi compiti, facciamo un rapido riepilogo di quello l’editore tradizionale deve, o meglio dovrebbe, il condizionale è d’obbligo, fare nella sua attività imprenditoriale. Escludo dal novero degli editori quei pseudo editori che vivono alle spalle di molti scrittori, la cosiddetta editoria a pagamento (EAP). Le forme con cui queste persone agiscono per raggirare gli aspiranti scrittori sono le più varie e subdole. Chiudo questo inciso e parlo dei editori che in qualche modo rischiano il proprio capitale.

Quali sono i compiti?

1. scouting

2. editing

3. graphic design, la copertina

4. impaginazione

5. correzione bozze

6. quarta di copertina

7. traduzione, limitatamente a testi stranieri

8. promozione o marketing

1. Scouting

È forse l’attività più delicata di un editore. Trovare un testo da pubblicare con successo vuol dire per lui guadagno. Puntare su uno che è un flop, vuol dire perdita. Scartare un manoscritto che presso un altro editore sarà un successo è uno scorno. Va da sé la difficoltà nella selezione. Un tempo c’erano persone la cui attività consisteva nel leggere i manoscritti arrivati all’editore. Tra i più famosi cito Vittorini, Calvino e Pivano. Poi per effetto dei tagli per ridurre le spese e l’incremento vertiginoso degli invi hanno spinto molti editori a usare forze esterne per la selezione. Agenzie letterarie ed editor freelance fanno da filtro, conservando all’interno un piccolo nucleo di editor come lettori di ultima istanza o per quei manoscritti arrivati direttamente ritenuti meritevoli di attenzione. L’uso di forze esterne ha avuto un duplice effetto: evitare di leggere le valanghe di opere ricevute e risparmiare sui tempi di editing. I testi proposti di norma arrivano già pronti per la pubblicazione.

2. Editing

Questa attività è finalizzata a trasformare un testo acerbo in uno maturo pronto per la pubblicazione. Il fatto che arrivino da fonti esterne, che hanno tutto l’interesse perché sia pronto per la pubblicazione, consente all’editore di ridurre le spede di editing, che rimangono in capo all’autore.

3. Graphic design

La preparazione della copertina può essere fondamentale per il successo di un libro. Credo, ma non ne ho certezza, che a parte i grossi gruppi editoriali il resto si appoggino a graphic designer professionali. C’è qualche eccezione come Adelphi che usa una copertina minimale come marchio editoriale.

4. Impaginazione

A guardare molte pubblicazioni, specialmente tra gli ebook, non sembra che questa attività sia in cima all’attenzione dell’editore. Il prodotto digitale è quasi sempre scadente e costoso. Raramente si ottiene da un processo specifico per gli ebook. Non è che col cartaceo la situazione sia molto migliore ma di certo è un po’ più curata.

5. Correzione bozze.

Altro tasto dolente. Libri cartacei e digitali sono ricchi di refusi facilmente correggibili con un correttore ortografico. Un tempo questa figura era la persona di ultima istanza prima della pubblicazione. Oggi è in pratica quasi scomparsa e i risultati si vedono.

6. Quarta di copertina.

Ci sono dei professionisti chiamati copywriter che scrivono la quarta di copertina. Copertina e quarta sono gli elementi visivi di prima istanza che il potenziale lettore osserva. Quindi la scrittura di poche ma incisive parole può suggerire al lettore il suo acquisto.

7. Traduzione

Quando si acquistano i diritti di un testo straniero serve un traduttore per renderlo leggibile al lettore italiano. Anche in questo caso le traduzioni non sono molto accurate. Non è una regola ma capita. I traduttori di norma sono sottopagati a discapito della qualità della traduzione. A volte sembra che la traduzione sia ottenuta da traduttori automatici.

8. Promozione

In teoria l’editore dovrebbe promuovere i suoi prodotti. Salvo i grandi editori che investono soldi per il marketing a fronte di determinati testi, gli altri spesso non lo fanno per nulla oppure lo lasciano in carico all’autore.

Visto quello che un editore tradizionale dovrebbe fare, pare evidente che anche l’indie, come autoeditore, si deve attenere.

1. Scouting

L’indie non deve scovare un manoscritto ma trovare un’idea geniale da sviluppare e trasformare in una storia. Diciamo deve trovare il plot da mettere nero su bianco.

2. Editing

È il punto cruciale che l’indie deve superare per dare alla sua storia una veste professionale.

L’indie ha quattro strade avanti a sé.

a) eseguire l’editing in autonomia. I risultati non sono mai ottimali.

b) affidarsi a un editor professionale. Non è facile da trovare, perché i migliori ti snobbano e costano una fortuna. Chi costa poco, è un correttore di bozze e talvolta nemmeno. Diciamo bisogna aver fortuna.

c) trovare qualcuno che prepari una scheda valutazione coi fiocchi è raro e da tenere sul palmo della mano, perché con essa è possibile eseguire un editing in autonomia non perfetto ma di buon livello. Ne ho trovato uno moltissimi anni fa ma adesso non riesco più a rintracciarlo.

d) trovare un altro indie con buone competenze di editing col quale scambiarsi favori a vicenda. In definitiva è creare un gruppo con diverse competenze specifiche da scambiare. Non è facile ma possibile.

3. Graphic design

Se si hanno buone competenze grafiche si può tentare in autonomia la creazione della copertina. Le altre due strade sono o affidarsi a un graphic designer professionista o trovare un altro indie con cui scambiarsi le competenze.

4. Impaginazione

Può essere svolta in autonomia. Bastano buone conoscenze di word editor e leggere i documenti che spiegano come impostare pagine, paragrafi, ecc. Sono gratuiti e in qualche caso in italiano. Una volta costruito uno o più modelli a seconda delle necessità, basta usare sempre quelli fin dall’inizio della stesura del testo e si ritrova alla fine con un documento migliore di quello di un editore tradizionale. Non ci vuole molto ma rappresenta il punto di forza dell’indie.

5. Correzione bozze.

Anche questa attività può essere svolta in autonomia sfruttando correttori grammaticali professionali e qualche amico come betareader. Uno dei vantaggi dell’essere autoeditori è che possiamo aggiornare il libro già pubblicato per eliminare qualche residuo refuso. Nel caso di ebook la nuova versione sarà aggiornata sui lettori dei nostri acquirenti.

6. Quarta di copertina

Può essere fatta in autonomia ad esempio prendendo una frase importante del nostro testo. Altra strada è affidarsi a un copywriter. Questo nel caso che voglia produrre un testo su carta. Per gli ebook non serve. In questo caso lo si può sfruttare per fare una sinossi, il nostro biglietto da visita, coi fiocchi.

7. Traduzione

Se l’indie vuol tradurre in inglese la propria opera può ricorrere a società specializzate oppure ai traduttori automatici on line che di norma hanno delle limitazioni. In questo caso il processo è lungo e snervante con risultati incerti. Sarebbe meglio affidarsi a dei professionisti che però costano abbastanza. Se un indie ha delle conoscenze approfondite della lingua può tentare di procedere in autonomia. Comunque richiede tempo e competenze.

8. Promozione

Visto che raramente l’editore tradizionale promuove a sue spese un’opera pubblicata, l’indie può sfruttare diversi canali per fare pubblicità al suo testo. Uno è attraverso la piattaforma di selfpublishing, a pagamento. Però come vedremo in seguito di solito è orientato al mercato anglofono, quindi scarsamente usabile in Italia. Un altro, se ha prodotto un libro in formato cartaceo, può organizzare degli eventi nelle librerie della sua città oppure accordandosi con altri indie per svolgere una presentazione itinerante dei loro testi.

Conclusione

L’indie può offrire in ambito digitale una veste professionale della sua opera, perché l’editore tradizionale raramente cura i propri ebook.

Una buona soluzione è quella di creare un gruppo di indie che si aiutano a vicenda nel svolgere i vari passi prima della pubblicazione del testo. Il gruppo deve avere al suo interno specifiche competenze in modo tale da surrogare alcune figure professionali oppure svolgere l’attività del testreader o del betareader.

Altra buona norma, prima di intraprendere la pubblicazione è fissare un budget di spesa per evitare di imbarcarsi in una avventura dai contorni incerti.

Scrivo molto?

copertina Una notte magica San Giovanni
copertina Amanda e il bosco degli elfi

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Qualcuno, giustamente, ha detto che scrivo molto. Può sembrare così ma la realtà non è esatta.

Quest’anno sembra che abbia pubblicato quattro nuovi libri. Però due sono la revisione di testi pubblicati uno nel 2016 – Un paese rinasce – e l’altro nell’ottobre 2015 – I tre cunicoli. Quindi solo due sono quelli effettivamente pubblicati: Amanda e il bosco degli elfi, Una notte magica San Giovanni.

Però sembra comunque che scriva molto. Quindi è utile capire quanto dirò di seguito.

Fino al 2006 non riuscivo a scrivere nulla oltre le due pagine e poi incagliarmi. Quindi mi sono dedicato a scrivere poesie. Apro un inciso potrebbe darsi che le raccolga tutte e le pubblichi solo per lo sfizio personale.

Nel 2006 c’è stata la svolta. Complice un articolo che parlava di un episodio poco sconosciuto ho cominciato a scrivere il mio primo romanzo. Riguardava l’amore segreto tra Goethe e Angelika Kauffmann. Angelika era una bravissima ritrattista che fu la prima donna a essere ammessa in un consesso maschilista come accademica di merito nell’Accademia San Luca. Questo primo romanzo, revisionato più volte è disponibile in download gratuito su Kobo Store, Tolino e Apple libri, oltre ovviamente Smashwords. Parliamo del 2015. Nell’ottobre di quell’anno I tre cunicoli, la seconda opera in assoluto, vede la luce come cartaceo su Createspace e come ebook Kindle tramite KDP, oltre ovviamente agli store epub sopra citati.

Da quell’ottobre ho pubblicato dodici opere, ovvero poco più di due e mezzo l’anno. Pochi sono i testi che tra la scrittura e la pubblicazione sono intercorsi meno di un anno. Quasi tutti sono rimasti per molti anni nel cassetto virtuale del PC. Tanto per esemplificare Una notte magica San Giovanni è stata la terza scritta nel lontano 2007, revisionata nel 2010 e poi ripresa quest’anno per la sua pubblicazione.

Diciamo che mediamente ho scritto due testi all’anno completi tra racconti brevi, lunghi o romanzi. Quindi avrei disponibili per la pubblicazione ancora una dozzina scarsa di opere.

Quest’anno non ho scritto nulla a parte un abbozzo in cui mi ero imposto di utilizzare Bibisco ma che è fermo ai primi capitoli. L’anno scorso ho scritto un testo incompleto, sono arrivato a metà strada, e uno di cui mancano i capitoli finali.

Insomma ho rallentato e non poco.

Progetti futuri? La revisione di libri già pubblicati e forse due raccolte di racconti brevi che sono da sistemare in modo organico.

Scrivo molto? Può darsi ma secondo me fatico molto di più.

Qui come altrove. Con Zena a Ferrara

 

Qui come altrove con Zena - Foto personale
Qui come altrove con Zena – Foto personale

Nella splendida location di Palazzo Paradiso a Ferrara, sede della Biblioteca Ariostea, Zena ha presentato la sua ultima fatica letteraria Qui come altrove.
Palazzo Paradiso - la sala
Palazzo Paradiso – la sala – foto personale

 
Un folto pubblico ha seguito gli scambi tra l’autrice e i due scrittori, Penoncini e Pazzi, mentre Cristina Rossi ha letto con la sua splendida voce, brani tratti dal suo libro.
Due ore intense e ricche di spunti e riflessioni ci hanno accompagnato. I cinquanta pezzi, che compongono la raccolta, sono autentica poesia. Leggeri e pieni di grazia conquistano il cuore, come è stato sottolineato più volte.
Per me è stata l’occasione di conoscere di persona questa splendida signora, sempre sorridente e dai tratti gentili, dopo averla conosciuta virtualmente attraverso il suo blog Colfavoredellenebbie.
Due parole su questo prezioso libro.
I pezzi cominciano tutti col titolo del libro ma di volta in volta è la donna che ripara i sogni oppure la vecchia che sente tutti i movimenti oppure il ragazzo che lima le parole. Ma è solo qualche spizzico questo breve elenco.
Due sono i pezzi che mi hanno colpito. Il primo, che introduce la raccolta, è un affettuoso omaggio a quel uomo dei suoi sogni che adesso è altrove. Una grande perdita per lei ma è sempre nei suoi sogni.
L’altro è la donna che non può sopportare quel rumore. Secondo me è pura poesia. ‘Gli occhi chiusi, con le mani a pugno. Spera che il passero trovi la sua strada e niente spaventi la sua fuga’.
Grazie, Zena
Aggiornamento
Per chi volesse acquistarlo questo è ISBN 9788897648635
Disponibile on line su amazon, ibs e mondadori store e sicuramente anche in libreria.

Una voce africana interessante Chimamanda Ngozi Adichie

Tratta da Wikipedia
Tratta da Wikipedia

Non conoscevo la scrittrice nigeriana, Chimamanda Ngozi Adichie, prima che Miriam Translature con una recensione della sua ultima fatica, Americanah, non alzasse il velo su di lei. Incuriosito dalle belle parole ho comprato il romanzo e l’ho cominciato a leggere.
É suddiviso in sette parti. Un libro tosto, 494 pagine, scritte fitte. Le prime sei parti sono un lungo flash back, dove Ifemelu, la protagonista assoluta del romanzo, rievoca in un lungo flashback la sua vita prima in Nigeria poi negli Stati Uniti, mentre è Trenton per farsi le treccine. Ha tutto il tempo per rievocare la sua vita, perché l’operazione dura sei o sette ore. Ifemelu ha deciso di tornare alle origini, in Nigeria, per ricontattare il vecchio e inesausto amore, Obinze. La settima e ultima parte riguarda proprio questo rendez-vous, questo ritorno alle origini.
Dunque se le prime sei parti sono veramente notevoli per come descrive prima la sua vita in Nigeria, poi la sua esperienza americana, non sempre esaltante, perché sperimenta sulla sua pelle cosa vuol dire la pelle scura. Molto interessanti sono le considerazioni delle differenze razziali tra i neri non americani, i neri afroamericani e gli altri non bianchi. Molto curioso è anche come il blog su WordPress le consenta di fare soldi a palate. Beh! Siamo in America!
In mezzo ai ricordi di Ifemelu ci sono due incisi, piuttosto lunghi, che riguardano Obinze. Il primo ci mostra Obinze nella realtà. Si è sposato, ha avuto una bambina, è ricco e potente. Il secondo ci descrive l’avventura di Obinze in Inghilterra da clandestino fino alla sua espulsione. Se il primo inciso è in un qualche modo un’anticipazione della settima parte. Il secondo è proprio avulso dalla storia. Presente o non presente non avrebbe alterato il testo.
Comunque queste sei parti sono il meglio dell’intero romanzo. Fresche le pagine, che si leggono velocemente per sapere cosa avviene. Di piacevole lettura, ben dosate nello stile e nel tono. Se avessi visto la parola fine al termine del dialogo tra Ifemelu e il cugino Dike, che ha tentato il suicidio, avrei detto che era un romanzo di livello elevato. Anche se c’era un piccolo neo: non era stato spiegato le motivazioni del gesto del cugino. Ma pazienza non era un cosa grave.
Quello che proprio non è andato giù è la settima parte. Il rientro a Lagos di Ifemelu. Sono cento pagine poco incisive con una narrazione frammentaria e incongruente, come se si fosse tagliato con la mannaia questa parte. Manca la coralità delle parti precedenti. I personaggi minori appaiono e scompaiono nel nulla. La narrazione diventa caotica e veloce. Insomma mi ha lasciato molto perplesso. Gli stessi protagonisti, Ifemelu e Obinze, appaiono sbiaditi, delle caricature di quelli che abbiamo avuto il piacere di conoscere prima. L’impressione è che si volesse chiudere la storia per non trasformarla in una mega storia.
Un vero peccato.
Ma chi è questa scrittrice? Nata a Enugu il 15 settembre 1977 da genitori di etnia igbo. É la quinta di sei figli. Cresce a Nsukka nella casa dello scrittore nigeriano Chinua Achebe. Il padre era professore universitario nell’Universita di Nsukka. Completati i primi studi universitari, a diciannove anni si trasferisce in America. Qui inizia un prestigioso percorso accademico. Un primo titolo accademico in Comunicazione alla Drexel University a Philadelphia, che trasformò in una laurea in scienze politiche e della comunicazione nella Eastern Connecticut University. Seguì un dottorato in scrittura creativa alla Johns Hopkins University di Baltimore. É stata membro accademico a Princeton University e ha conseguito un MA – Master Accademy – in studi africani a Yale University.
Attualmente si divide tra la Nigeria e gli Stati Uniti.
Per avere appena trentotto anni non c’è dubbio che la sua preparazione culturale sia notevole.
Questo si nota ampiamente nel romanzo Americanah, che leggendo queste note biografiche fa intuire come abbia trascritto molte delle sue esperienze nel romanzo Americanah.
Ovviamente non competo con Miriam, che ha presentato un quadro molto più completo e articolato.
Da leggere i due post di Miriam Translature
Storie, identità, voci e colori per Chimamanda Ngozi Adichie: non siamo tutti uguali
Amore, razze e capelli in ‘Americanah’ di Chimamanda Ngozi Adichie

L’amico

dal blog http://steppo1977.wordpress.com/2011/01/17/amico-chi/
dal blog http://steppo1977.wordpress.com/2011/01/17/amico-chi/

Quando ti raccontano che l’amicizia è la forma più pura e crudele d’amore, non mentono:
di banalità se ne dicono tante, ma questa è vera. Pura verità. Perché ti domandi curiosa? Perché ritieni che sia una crudeltà verso i sentimenti che provi verso un’altra persona?

L’amicizia non è nient’altro che un amore senza la pretesa di esserlo, è affetto imbandito a senso unico, per il puro piacere di offrire e offrirsi. A un amico dai tutto, quasi fosse una parte di te, senza l’alibi dell’attrazione. Per questo, quando l’amicizia muore, lascia nel cuore la cancrena di una nostalgia incurabile. Ed è peggio di un amore interrotto o calpestato, perché col tempo capisci che tutto sommato era giusto che finisse così. Te ne fai una ragione col tempo. Il tempo scorre e sbiadisce tutto, fuorché le rughe che si accumulano sul viso.

All’amante puoi perdonare l’infedeltà, perché la chimica dei sensi è anarchica e irrequieta; perché la dimensione del piacere non ha un orizzonte fisso, né odora di duraturo. Quando l’amante sparisce o ti tradisce con un’altra persone, ti affanni tra ricerca e rimpiazzi per scovarne un altro che possa surrogare il precedente. La fedeltà è un optional dai contorni evanescenti. Ora c’è, un istante dopo è sparito.

A un amico concedi poco sul piano del tradimento o forse non concedi nulla. Lui ti deve essere fedele per definizione, come tu gli devi essere devoto. C’è simbiosi fra noi, quella che non esiste con l’amante. Così devi calpestare quel sentimento amoroso che germoglia, cresce e mette radice dentro di noi. Capisci perché l’amicizia è una gabbia dove imprigioni emozioni e sensazioni?

Quando hai quindici anni, non comprendi questa sottile linea di confine e preferisci pensare all’amicizia in senso astratto. Tanto più sei giovane, tanto meno perdoni il tradimento di quello che incautamente ritieni un amico. Perché? Ti manca l’esperienza per capire che i punti fermi nella vita sono come punti di sutura: chiudono la ferita, ma lasciano nella carne dentate mostruose. Meglio sarebbe l’imperfezione sottile del vecchio cordolo, una lacrima fatta di carne. Tuttavia in quell’età non riesci a vedere nell’amante un volto passeggero che transita davanti a te e sparisce come il treno nella curva dopo la stazione.

Giulia scuote la testa. Si sta pettinando i capelli, mentre ragiona sull’amante, che avrebbe rivisto tra poche ore, e sull’amicizia con Nicolò. É insoddisfatta del matrimonio, contratto sette anni prima senza amore e senza pathos. Sperava che col tempo e la vicinanza sarebbe nato amore e complicità. Tuttavia non è avvenuto nulla di tutto questo. Se ne è accorta subito ma non ha trovato la forza di troncarlo. Così stancamente si trascina da un amante a un altro senza trovare nessuno stimolo, nemmeno quello sessuale. É solo un modo per ingannare il tempo. Sa che anche Alex, suo marito, la tradisce ma questo aspetto non la preoccupa per nulla. Tra loro non è mai sbocciato niente, neppure l’intesa a letto. La loro unione è stato un fatto puramente tecnico, legato alle famiglie di origini.

Suo padre possedeva un industria chimica che navigava in acque turbolente e stava andando a fondo. Aveva la necessità di trovare un partner finanziario che lo portasse in salvo. Antonio, il padre di Alex, aveva una necessità opposta: doveva trovare un industriale per riciclare del denaro sporco, che aveva accumulato illecitamente. Così suggellarono l’intesa, che blindarono con il matrimonio tra i loro rampolli, anche se loro non erano d’accordo.

Fin dalla prima notte fissarono i paletti della loro unione. Agli occhi della gente dovevano mostrarsi come una coppia modello ma nel letto ognuno portava chi voleva. Nessun obbligo di fare sesso tra loro. Se ne avessero avuto voglia entrambi, si poteva, altrimenti nulla. Di figli nemmeno parlarne. Sarebbero stati solo d’impiccio.

Giulia scaccia questi pensieri infastidita, perché è Nicolò il vero oggetto della sua riflessione. Lo conosce dalla scuola media e tra loro è nata un’amicizia vera, assai rara tra un ragazzo e una ragazza. Lui è stato sempre il primo a correre in suo soccorso, quando è incappata in qualche disavventura amorosa e non solo. Con lui si confida su tutto anche sui particolari più intimi e scabrosi, come non fa con Elena, l’amica del cuore, alla quale tace le proprie intimità. Giulia lo considera un fratello e non un possibile amante.

Per me amicizia ha un significato ben preciso. Uso con sobrietà questa parola, anche se per molti è un termine da sventolare con forza, come fosse un fazzoletto alla partenza del treno. Per tante amiche basta la semplice conoscenza di qualcuno, per definirlo amico o amica. Per me no. Amicizia è sapere che puoi contare su qualcuno per parlare dei tuoi problemi. L’amico è quello che senza secondi fini ti dice che stai facendo una sciocchezza. Se tu poi lo mandi a quel paese, sorride e incassa, perché sa che poi ti pentirai di averlo detto. Quante volte è successo?

Giulia sospira su queste parole. Si guarda allo specchio. Nicolò era proprio così.

Sì, un amico è quello che, se stai attraversando un momento psicologicamente duro, lo percepisce senza che tu glielo dica. E tiene la tua mano senza aprire bocca, perché ha quella sensibilità per comprendere che in quel momento è l’unica cosa da fare. Nicolò è sempre stato così. Ha preso molti calci nei denti, spesso per colpa mia senza protestare. Se ha sbagliato, ha avuto l’umiltà di chiedere scusa. Se ho sbagliato io, accetta le mie giustificazioni, senza aprire bocca. Sì, è stato un amico che, trovandosi sulla linea di confine, anche per un attimo, ha avuto la forza di guardarla e di non oltrepassarla. Quando però…

A Giulia scivola una lacrima nera di mascara, quando ricorda quel giorno.

Accade quello che lei non ha mai pensato che avesse potuto succedere. É venuto il giorno che ci ha provato. Nicolò è a conoscenza che i rapporti col marito sono freddi, perché glielo ha confidato da tempo, da quando è tornata dal viaggio di nozze. Conosce ogni particolare della sua vita matrimoniale: stanze separate, amanti da entrambe le parti, rapporti sessuali pressoché inesistenti.

Un sabato di maggio, due settimane prima, Alex è in viaggio con l’ultima fiamma, l’ennesima della collezioni di amanti. Lei sta attraversando un periodo nero. L’ultimo uomo si è rivelato un meschino profittatore, che voleva fare sesso solo a pagamento. Ne parla con l’amico, rivelandogli che si sente sola e delusa.

“Alex è via con una donna, della quale mi ha detto il nome, che ho dimenticato subito. Vorrei avere un uomo nel mio letto ma questo rimane freddo” dice a Nicolò per telefono.

Lui è arrivato poco dopo, a metà mattino, per tenerle compagnia. Giulia è nella stanza da letto e indossa un camicia sottile e trasparente con niente sotto, mentre davanti allo specchio si prepara per uscire.

Lui si avvicina come fa sempre, quando sono insieme. Lei continua a truccarsi senza prestare attenzione ai suoi movimenti. Sa che è un amico fedele. Nessuna minaccia proviene dal suo muoversi nella stanza.

Nicolò si pone alle spalle, le cinge i seni e la bacia sul collo.

“Ti amo” sussurra con trasporto.

Giulia lo respinge con furore.

“Come ti permetti? Vattene e non farti più vedere!” esclama rabbiosa.

Nicolò esce dalla stanza senza dire una parola. Sa di aver commesso un errore che l’amica non gli avrebbe mai perdonato.

Sono passate due settimane da quel giorno e lei non lo ha cercato per fare la pace, come altre volte. Lui non la chiama, perché la conosce troppo bene. Preferisce far decantare la rabbia di Giulia, mentre si dà del somaro per quel gesto sciocco e inconsulto.

Adesso nel silenzio della casa si guarda allo specchio. Il tempo scorre ma resta immobile, seduta sullo sgabello. Sa che tra mezz’ora arriverà Alfonso, l’ultimo amante, ma le è passata la voglia di uscire con lui per recarsi al ristorante. Conosce il percorso di quella sera. Cena, poi a letto per finire la giornata. E’ solo noia e nessun piacere. Sente il carillon del campanello di casa.

“Suona” si dice, restando immobile.

Passano i minuti e di nuovo quello squillo imperioso. Giulia continua a guardare lo specchio dove vede le sue nudità. Adesso è il telefono che reclama la sua attenzione. Non risponde. Poi un’altra chiamata e un’altra ancora. Lei resta immobile. Non muove un muscolo. Alla fine cala il silenzio.

Riflette e capisce l’errore.

“Nic, ti aspetto” gli dice al telefono.