Ringrazio La tana di Corniola

La tana di Corniola ha pensato di nominarmi per

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ovviamente la ringrazio per aver pensato a me.
Purtroppo soffro di orticaria alle nomination e anche questa volta non faccio eccezioni. Quindi nessuna nomition, perché farei un torto a chi mi segue. Risponderò alle famose sette domande. Ovviamente sarà difficile per me, perché non sono mai riuscito a pensare in modo obbiettivo qualcosa di me. Ci proverò senza assicurare risultati brillanti.
1)  Amo gli animali ma sono negato a tenerne uno in casa. L’ho fatto ma quando finisce la loro vita ho provato troppo dolore.
2) Sono ottimista. Ma per qualcuno è un difetto. L’inflenza di Nettuno può essere nefasta.
3) A proposito di Nettuno. Ogni tanto mi diletto a compilare temi natali. Risultati? Boh! Però leggo gli oroscopi senza crederci per nulla.  Sono irrecuperabile?
4) Credo che ognuno di noi abbia una strada da seguire. Le scelte lo confermano. Ovvio che credo nel destino.
5) Intuitivo o fanfarone? Non lo so. Però vedo che spesso ci azzecco. sarò fortunato.
6) Come cancerino sono romantico e monogamo. Sono da ricovero in psichiatria? Chiedo lumi.
7) finalmente la tortura è finita e saluto tutti.
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Il Borgo – Capitolo 51

Dopo il pasto serale e le relative chiacchiere a mezzanotte si presentò il problema di come sistemarsi per la notte. Le tende erano solo quattro e le ipotetiche coppie cinque. Dunque due coppie avrebbero dovuto condividere la medesima tenda.

Betta e Giacomo, Laura e Mattia si accordarono di usare la tenda da sei posti letto con tre stanze. A Marco e Eva toccò l’altra tenda grande con due stanze. Rimaneva il nodo delle due ragazze, che avrebbero dovuto condividere gli spazi con Lorenzo e Matteo, e le sistemazioni nelle due canadesi.

Non se ne era parlato esplicitamente, perché si era preferito affrontare la questione in maniera indiretta. Era un argomento delicato e nessuno si arrogava il diritto di imporre loro di dormire coi ragazzi, anche perché non erano note le loro preferenze in modo esplicito.

Alba non avrebbe avuto nessuna remora di stare con Matteo in una delle due canadesi. In più di una occasione aveva mostrato il suo gradimento verso il ragazzo.

«Mi farebbe piacere dormire accanto a Matteo ma … Teresa cosa pensa di fare?» si domandò, senza avere il coraggio di dichiararlo chiaramente.

Teresa per contro mise il broncio, quando si affrontò l’argomento come sistemarsi per la notte.

«Alba mi ha confessato che gradisce la presenza di Matteo. Con Lorenzo, però, proprio non mi va di averlo accanto. E’ inutile. Non mi attira. Se fosse Mattia… sarebbe un’altra musica ma non è possibile. Con Lorenzo proprio no. Mi spiace per Alba ma… si dovrà adattare alla mia presenza».

Mentre calava un silenzio carico di tensione, Teresa uscì allo scoperto.

Io dormo in una delle due canadesi” esordì, gelando le aspettative dell’amica e gettando nello sconforto gli altri.

Matteo comprese che era irrealistico il pensiero di far coppia con Alba e disse con tono neutro per evitare ulteriori parole imbarazzanti: “Io e Lorenzo occupiamo l’altra”.

Lorenzo rimase in silenzio, senza far sentire la propria voce, perché alla fine Teresa non lo interessava più di tanto.

La ragazza si rilassò, perché era scampato il pericolo Lorenzo e accennò a un debole sorriso d’intesa sulla soluzione proposta.

«Tutto sommato, Matteo» pensò. «Si è dimostrato intelligente e intuitivo».

Alba rimase muta, giurando a se stessa che gliela avrebbe fatta pagare. «Come?» rifletté con amarezza. «La vendetta va consumata a freddo»

L’aria allegra di poco prima si era tramutata in gelo, perché le tre coppie non si erano aspettate una decisione così drastica che non ammetteva appello.

Marco, che aveva notato lo sguardo complice tra Matteo e Alba, provò a mediare per trovare un compromesso soddisfacente per tutti.

Lorenzo, c’è una stanza nella nostra tenda. Potresti tenerci compagnia”.

Ti ringrazio” disse con tono deluso, anche se Teresa non gli stava troppo simpatica. “Non voglio rompere la vostra intimità con la mia presenza. Dividerò la canadese con Matteo. Mi pare la soluzione ideale”.

Nessun disturbo. Anzi ci farebbe piacere. Vero Eva?” rispose, volgendo il capo verso la compagna.

Concordo con Marco. Nessun problema al riguardo” disse diplomaticamente la ragazza, che avrebbe preferito qualcosa di diverso dalla prospettiva proposta.

No, no! Siete molto gentili entrambi. L’offerta è generosa ma mi sentirei in imbarazzo condividere lo spazio con voi” replicò Lorenzo con un tono che non ammetteva repliche.

Alba continuava a tacere, innervosita e furibonda con Teresa, nella speranza di un aggiustamento della situazione al momento assai improbabile.

Betta lanciò uno sguardo d’intesa verso Giacomo che annuì per incoraggiarla a esprimere l’idea che le era venuta in mente.

Eva e Marco possono sistemarsi nella terza stanza della nostra tenda. Così Matteo e Alba…” fece una pausa per calcare il riferimento ai nomi dei due ragazzi e per conferire un senso alle parole che stava pronunciando. “…possono occupare la tenda lasciata libera. Lorenzo dorme in una delle due canadesi e Teresa nell’altra”.

Laura stava per replicare incollerita ma fu fermata da un bacio di Mattia, che le tappò la bocca.

Voi cosa dite?” domandò Marco a Laura e Mattia per accertarsi della loro reale volontà di ospitarli.

Per noi va benissimo. Anzi ci fa piacere. Pensavamo proprio a questa soluzione, quando Betta ci ha bruciato sul tempo” replicò il ragazzo, che stringeva con forza la compagna per rabbonirla e impedirle di esternare tutto il suo malumore.

Gli occhi di Laura fiammeggiavano e avrebbero incenerita Teresa all’istante, se fosse stato possibile.

«Quella piccola strega riesce a rompere le palle in ogni situazione» rifletté amaramente. «Mattia pagherà anche queste parole. Per il momento facciamo buon viso a cattiva sorte».

Bene. Abbiamo risolto l’argomento notte. Noi sei dormiremo insieme. Alba e Matteo nell’altra tenda grande. Lorenzo e Teresa si prendono una canadese a testa. E adesso tutti a nanna! Domani ci aspettano altre fatiche” esclamò sorridente Marco, abbracciando Eva, mentre andavano a recuperare i loro bagagli.

Teresa masticò amaro, perché non era la soluzione che aveva ipotizzato. Anzi non le garbava per nulla.

«Mi hanno spiazzata e messa in un cantuccio. Ora cambiare idea non è più possibile. Però ho fatto un bello sgarbo a Laura» si disse come per trasformare una sconfitta in una ipotetica vittoria. «Certo che mi ritrovo isolata e non è bello. Devo trovare il modo più elegante per uscire dall’angolo nel quale mi sono cacciata con le mie mani».

Alba, che era rimasta in silenzio col viso scuro senza mai intervenire, si avvicinò a Matteo, che la strinse a sé.

Noi abbiamo parlato, parlato senza chiedere a Alba se la sistemazione trovata è di suo gradimento” disse Matteo, rompendo una momentanea pausa nella discussione.

Se non ho detto nulla, significa che sono d’accordo. Chi tace, acconsente, dice un detto” rispose senza titubanze la ragazza.

Bene” concluse Marco. “Prepariamoci per la notte”.

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L'incontro – Capitolo 24

Gentili lettrici e lettori ho il piacere di annunciarvi che il capitolo 24 de L’incontro è pronto per essere letto.
Vi ringrazio e vi auguro una buona lettura

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Il Borgo – Capitolo 50

Laura si aggirava come un leone in gabbia, perché Mattia tardava ad arrivare.

Sono passate due ore da quando è partito” esplose con voce alterata dalla gelosia, osservando l’orologio.

Avrà trovato traffico. Oggi è sabato” cercò di rabbonirla inutilmente Betta.

Chissà dove si è imboscato, quel bugiardo traditore” continuò, muovendosi a scatti e guardando la strada di accesso.

Era visibilmente inquieta e non celava l’ansia e la gelosia. Rimase in disparte dal resto del gruppo, mentre gli occhi non perdevano per un istante dall’osservare il tratto visibile dello stradello che da Moraduccio conduceva al parcheggio.

Gli altri ragazzi, dopo aver messo i paletti che contrassegnavano l’area occupata, si concessero una pausa con un caffè e una brioche, aspettando l’arrivo del rasaerba.

Lorenzo e Matteo avevano lavorato al ponte, rendendolo più sicuro e stabile rispetto la volta precedente.

Certamente portare del materiale al di là del Santerno attraverso questa passerella è un’impresa assai rischiosa. Ma il passaggio delle persone è stato reso più sicuro” affermò Lorenzo, mentre sorseggiava una tazza di caffè.

Il lavoro mi ha messo appetito” gli rispose Matteo, che aveva accanto a sé Alba.

Vedo che sai destreggiarti bene con sega e martello. Dove hai imparato?”

Quando si lavora nei campi, si deve imparare a fare tutto. Sistemare una staccionata o piantare dei filari di sostegno sono operazioni, non dico quotidiane ma assai frequenti”.

I due ragazzi stavano conversando sottovoce, quando Laura gridò: “Stanno arrivando!”

Tutti si voltarono verso lo stradello, osservando la Golf di Mattia che scendeva lentamente verso di loro.

Te la sei presa comoda” lo aggredì Laura agitata e adirata, non appena si fu fermato.

Pensavo di fare prima” replicò risentito il ragazzo, infastidito dal tono. “Non ho messo nel conto che oggi è sabato e i centri commerciali sono presi d’assalto”.

Uno sguardo assassino della ragazza fulminò prima Teresa, che avvampò d’ira, e poi Mattia, che rimase sereno.

Bene. Ora al lavoro per montare il rasaerba e cominciare a tagliare l’erba. Non sarà un ‘impresa facile” disse il ragazzo.

I quattro ragazzi in meno di mezz’ora lo resero operativo e a turno cominciarono il taglio. In poco meno di due ore falciarono un’ampia porzione del prato, accumulando sull’area di parcheggio una bella montagna di erba residuo dello sfalcio.

Non possiamo pensare di lasciarla lì” disse Matteo, indicando il cumulo. “Tra un giorno o due col sole ci sarebbe una puzza da non resistere, per non parlare degli insetti che attirerebbe”.

Mi pare” esordì titubante Giacomo. “Mi pare che in paese ci sia un cassonetto per l’erba. Se ricordo bene, con un paio di viaggi si smaltisce tutta”.

Il ricordo era esatto e, usando il contenitore del rasaerba per il trasporto, smaltirono il prodotto del taglio del prato con quattro o cinque viaggi.

All’una e mezza completarono l’operazione di smaltimento dell’erba, mentre nel frattempo Laura aveva preparato il tavolo da picnic, sul quale Betta mise le bevande e i panini, preparati da Alba e Teresa. Erano tutti affamati e leggermente stanchi, quando finalmente si sedettero chi sul prato chi sulle sedie.

Dovremo fare la lista di quello che ci serve per la prossima volta” disse Mattia, sdraiato sull’erba con un bicchiere di vino e un panino al formaggio in mano.

Ora pensa a mangiare. A pancia piena si ragiona meglio” lo rimbeccò Laura, che non aveva smesso un attimo di brontolare la sua collera verso il ragazzo.

Erano al caffè, che avevano riscaldato sul fornello, quando arrivarono Eva e Marco.

Giusti in tempo per caffè e grappino” esclamò Lorenzo, abbracciandoli.

C’è rimasto qualcosa o avete spazzato via tutto?” chiese Marco, dopo aver salutato i ragazzi con una calorosa stretta di mano e le ragazze con un bacio sulla guancia.

Non avete fatto nulla finora e pretendete pure di mangiare a sbaffo” lo rimbrottò Laura.

Beh! Abbiamo trasportato un po’ di materiale. Non è sufficiente?”

Per questa volta siete perdonati” gli rispose con un falso tono di rimprovero. “Ci sono panini e formaggio. Birra e vino. Vi basta?”

Sì” rispose Marco.

Una mezz’ora di relax e di chiacchiere trascorse prima che Laura non riprendesse in mano la bacchetta del comando per ricordare cosa c’era ancora da fare.

La ricreazione è finita. Ora tutti al lavoro per montare le tende e sistemare dispensa e sacchi a pelo”.

I dieci ragazzi, dopo aver individuato la localizzazione migliore dove sistemare le tende, le eressero a regola d’arte.

Venne scelta una disposizione a semicircolo, dove al centro misero tavolo e sedie da picnic. Scavarono intorno una canaletta dove far defluire le acque di eventuali piogge per evitare allagamenti. Erano quasi le sei, quando finirono tutti i lavori per approntare il campo che li avrebbe ospitati nelle prossime settimane.

Dobbiamo fare la lista di quello che ci necessita per rendere confortevole il soggiorno” esordì Lorenzo, subito bloccato da Betta.

Calma, ci sono rimasti solo 191 euro e 40 centesimi. Dopo le spese di oggi”.

Facciamo un’altra donazione di 50 euro per rimpinguare la cassa” replicò Matteo.

Uffa” esclamò Teresa, sbuffando. “Ancora soldi e fatica!”

Se hai la pipì, dove la vai a fare? In mezzo al prato?” le domandò ironicamente Mattia.

La ragazza diventò rossa prima di sbottare. “Adesso mi scappa…”

La c’è un cespuglio… Non ti guardiamo mentre la fai” le suggerì ridendo Matteo. “Se però acquistiamo un WC da campeggio, non avresti questo problema. Poi l’ultima volta non ci sono stati mugugni per lavarsi? Una doccia da campeggio servirebbe per soddisfare anche questa esigenza. Attrezziamo un’area per i servizi, chiusa e protetta da sguardi indiscreti”.

Ma quanto costeranno?” chiese Betta allarmata dai pochi soldi in cassa.

Non ne ho la più pallida idea” rispose Matteo.

Si potrebbero noleggiare quelle toilette, che usiamo nei cantieri…” intervenne Lorenzo.

Quanto costa il noleggio? Secondo me più che attrezzarsi con WC e doccia da campeggio”.

Un brusio accompagnò queste ultime affermazioni, prima che Laura intervenisse di nuovo.

Chi si prende l’impegno di verificare costi e disponibilità?”

Io” rispose Matteo. “Lunedì faccio una ricerca sul web e poi a stretto giro di mail vi mando un prospetto coi tutti i costi e caratteristiche tecniche”.

Però le risorse sono scarse, se non pensiamo a una seconda donazione. Non possiamo fare affidamento sul DONATE, che porterebbe si e no qualche spicciolo” concluse Betta.

Chi si oppone a un nuovo versamento di 50€” riprese Matteo. “La maggioranza vince”.

Si guardò in giro prima di riprendere a parlare.

Chi si oppone, alzi la mano sinistra”

Se alzo la destra, vale lo stesso?” chiese ironicamente Marco.

Non facciamo gli spiritosi” ribatté il ragazzo. “Dunque nessuno alza la mano?”

Tutti rimasero in silenzio.

Per verifica chiedo di alzare la destra per chi è favorevole al nuovo versamento”.

Dieci mani si sollevarono.

Bene per dieci a zero vince il Sì” annunciò con solennità Matteo. “Accantonato questo argomento. Passiamo al prossimo”.

Le discussioni proseguirono animate fino all’ora di cena, quando furono messi da parte tutti i problemi e dedicarsi a qualcosa di più ameno.

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Il Borgo – Capitolo 49

Tutti furono d’accordo di tassarsi di 50€ per creare un piccolo fondo cassa per le prime incombenze burocratiche. Matteo ottene i permessi dal comune, mentre un abitante di Moraduccio, proprietario del terreno confinante, concesse un’ampia area in affitto per la simbolica cifra di un euro al mese.

Ragazzi” disse l’uomo, stringendo la mano a Matteo. “Voi fate un gran bel lavoro e ci mettete tanto impegno senza chiedere nulla. Io per contro mi evito di falciare il prato. Tanto il foraggio ricavato lo devo regalare. Nel periodo delle piogge va sott’acqua, almeno voi lo potete usare per uno scopo che merita attenzione e rispetto”.

Il ‘DONATE’ su Facebook fece lievitare la cassa, lasciando incredula Laura, che era scettica sul buon cuore dei frequentatori della pagina.

Sei sicura, Betta?” le domandò sabato 24 aprile, mentre si recavano a Moraduccio per recintare l’area.

Dubiti? Pensi che glieli abbia messi io? In due giorni abbiamo raccolto 126€! Un bel risultato, non ti pare?”

Se me lo raccontavano, non ci avrei creduto. Dunque più di seicento euro in cassa” esclamò contenta Laura.

Calma! Ci sono state delle uscite per pagare i permessi e comprare un po’ di materiale per oggi” la gelò Betta. “Il saldo è di 420,34€ a tutt’oggi. Speriamo in altre donazioni in questo week end”.

Alba e Teresa ascoltavano in silenzio il dialogo, mentre Giacomo guidava con prudenza verso Imola, dove li aspettavano Mattia e Matteo. Eva e Marco sarebbero arrivati nel pomeriggio, portando con loro una tenda Ferrino da 6 posti e due canadesi da 3. Queste insieme a quella che portavano Giacomo e le ragazze sarebbero servite per creare il nucleo di base del campo iniziale.

Si trovarono poco fuori Imola all’inizio della strada Montanara, dove i ragazzi si ridistribuirono sulle due macchine. Fecero una sosta per una veloce colazione nel bar di Castel del Rio, dove il barista riconobbe Betta.

Vedo che sei venuta con i tuoi amici” le disse sorridendo. “Consumi qui o …”.

La ragazza sorrise, perché non pensava che si ricordasse di lei.

Il caffè lo prendiamo qui” si affrettò a dire Matteo, memore dell’ultimo incidente diplomatico di qualche settimana prima.

A Betta il sorriso si trasformò in una franca risata alla battuta del ragazzo, mentre Giacomo le cingeva le spalle.

Che ne dite di portarci con noi questo thermos di caffè e di tè per il pomeriggio?” domandò col sorriso sulle labbra.

Buona idea” rispose pronto Mattia. “Sicuramente sarà migliore di quello che facciamo noi”.

Matteo storse il naso al pensiero di bere del caffè appena fuori dal freddo.

Non ti preoccupare” lo rassicurò Giacomo. “Abbiamo un fornello da campeggio per riscaldarlo”.

Mentre i ragazzi dibattevano la questione caffè, Laura in silenzio aveva acquistato un vassoio di paste e una torta secca. Oggi si festeggiava per l’avvio tanto aspettato e sospirato del progetto.

Per le cibarie propongo di fermarci a Moraduccio nel negozio di alimentari. Ha ottimi salumi e formaggi” disse Giacomo senza sollevare obiezioni. “E poi è stata così cortese l’ultima volta che merita di aver un incremento delle vendite”.

Dopo la sosta nell’alimentare, i ragazzi arrivarono finalmente al parcheggio sul greto del Santerno, dove li stava aspettando Lorenzo da circa mezz’ora.

L’avete presa comoda” li rimproverò il ragazzo.

Guarda cosa abbiamo per te” gli disse Laura, mostrando il vassoio e il thermos del caffè.

Per questa volta siete perdonati” replicò ridendo. “Mancano Eva e Marco. Hanno fatto cabot?”

No, no!” rispose Betta. “Arrivano nel pomeriggio”.

Bene! Abbiamo poltrito a sufficienza. Ora tutti a testa bassa a lavorare!”

Sei un negriero!” lo rimproverò Teresa, che aveva riacquistato l’uso della parola.

A me la frusta!” esclamò serio Lorenzo. “Dieci frustate per chi batte la fiacca”.

Alba osservò il prato e arricciò il naso.

«Con l’erba così alta io di certo non ci entro».

L’erba del prato è alta quanto me!” continuò, facendo notare il problema.

Cresci ancora un po’” rispose divertito Matteo.

Non posso”.

Tutti risero fuorché Alba. Poi convennero che in effetti la radura aveva la necessità di un buon sfalcio, prima di diventare usabile.

Il tuo amico di Moraduccio ci ha mollato un pacco” disse Mattia rivolgendosi a Matteo. “Ce la dà gratis ma pretende che siamo noi a tagliare l’erba”.

Poche chiacchiere” disse decisa Laura. “Cosa proponete?”

Trovare un rasaerba o meglio un trattorino e falciare il prato” replicò serafico Giacomo.

Tutti, fuorché Mattia, si guardarono intorno alla ricerca di questi strumenti che non vedevano. Stavano già domandandosi come fare, quando il ragazzo cominciò a parlare.

Mi pare di ricordare che da OBI c’erano dei rasaerba in offerta. Propongo di fare un salto a Imola per acquistarne uno. Ci serve oggi ma ci sarà utile anche nei prossimi mesi. Speriamo che ce ne siano ancora. Chi mi fa compagnia?”

Io” rispose pronta Teresa, bruciando sul tempo Laura.

I due ragazzi fecero rotta sul Centro commerciale La Scala di Imola per acquistare l’attrezzatura per tagliare l’erba del prato.

Laura masticò amaro, giurando vendetta.

Lorenzo con Matteo si diresse verso il ponte per sistemare al meglio le assi pericolanti. Gli altri ragazzi cominciarono a recintare l’area, in attesa del rientro di Mattia.

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Il Borgo – Capitolo 48

Lorenzo, tornato a Firenze, preparò il progetto per una passerella pedonale provvisoria e una teleferica per il trasporto dei materiali da inviare con urgenza al comune di Fiorenzuola per avere un’approvazione in tempi rapidi.

Nei due week end successivi il gruppo si impegnò a ripristinare il piazzale di parcheggio e a rendere più stabile il ponte di legno che scavalcava il Santerno in maniera da rendere più sicuro l’attraversamento.

Il 21 aprile del 2010, una data che ricordava la fondazione di Roma, Lorenzo telefonò a Laura alle nove del mattino.

Grandi notizie!” disse prima di qualsiasi altra cosa.

Cosa?” chiese la ragazza.

Possiamo costruire la passerella e la teleferica. Unico obbligo è smontare il tutto entro il 31 ottobre. Però ci consentono nel 2011 di rifare lo stesso giro”.

Non si potrebbe lasciare tutto lì” domandò delusa Laura.

No. Essendo provvisorio il tutto, l’iter è più veloce come i collaudi. Se vogliamo cominciare a lavorare al recupero è la soluzione ottimale”.

Del resto non si sa nulla?”

Sì, anche lì notizie positive. Il percorso burocratico delle carte è praticamente finito. Deve essere portato in consiglio per la delibera definitiva…”.

Ma a cosa serve?” chiese un po’ scocciata.

Per evitare rogne o attacchi delle minoranze” replicò infastidito Lorenzo. “Penso di cominciare i lavori tra due giorni. Tempo una settimana e tutto sarà pronto per il collaudo. Diciamo che il 7 o 8 maggio possiamo aprire il cantiere, salvo intoppi…”.

Uffa! Vorrei cominciare domani”.

Sarebbe bello ma i tempi tecnici sono questi”.

Ma sono tre settimane sprecate” affermò arrabbiata Laura.

Lo so ma dovrai pazientare” replicò calmo il ragazzo.

Ma come riempiremo questo buco?” domandò la ragazza delusa e spazientita.

Col trasporto del materiale. Chiediamo al comune di Castel del Rio il permesso di occupare parte del piazzale”.

Mi sembra di impazzire! Corri di qua, corri di là. Permessi, scartoffie, autorizzazioni. Non si finisce mai!”.

Laura, devi farci il callo” concluse ridendo Lorenzo. “Ora ti saluto. Tu attivati per il resto”.

Ciao, Lore. A presto”.

Era metà mattina, quando Laura al termine della telefonata con Lorenzo contattò Mattia e Matteo per sapere se uno dei due si dedicava ai permessi in terra emiliana.

Mattia” disse con una vocina poco rassicurante.

Stai male?” le chiese il ragazzo preoccupato.

No!” replicò assumendo il solito tono decisionista. “Servono i permessi per occupare parte dell’area di parcheggio…”.

Non capisco, Laura” la interruppe Mattia. “Che permessi?”

Non ci capisco nulla con le scartoffie. Lorenzo ha parlato di permessi…”

Il ragazzo rimase in silenzio senza rispondere, riflettendo se era il caso di parlare con Lorenzo. «Laura mi sembra inaffidabile» ragionò. Un lampo squarciò le nubi nella sua testa.

Dovrei interessarmi per avere dal comune di Castel del Rio i permessi per occupare parte del suolo del parcheggio. Giusto?”

Adesso era Laura a tacere, perché della richiesta di Lorenza non aveva compreso bene la funzione ma preferì fingere di sapere.

Sì!” rispose, riacquistando la voce. “Proprio così”.

D’accordo. Telefono in comune per chiedere che documenti devo preparare e quanto ci costa”.

Perché vogliono dei soldi?” domandò stupita ma anche impaurita. Finora alla parte economica non ci aveva pensato ma se c’era da spendere, sarebbe stato un bel guaio.

Certamente! Mica te lo danno gratis!” esclamò Mattia.

Ma non ho soldi!”

Apriamo un ‘DONATE’ sulla fan page di Facebook, chiedendo un piccolo obolo” disse il ragazzo. “Strano che non ci abbiamo pensato prima. Dobbiamo aprire una cassa dove versare le donazioni”.

Ma pensi che qualcuno ci caschi?” domandò incredula.

Basta provarci!” rispose ridendo. “Hai un account di PayPal?”

PayPal?” replicò stranita. “Che roba è?”

Troppo complicato da spiegarti. Ci vediamo stasera alla solita pizzeria Pulcinella con Giacomo per discutere della faccenda soldi”.

Che sia opportuno che contatti anche Matteo?” gli chiese Laura.

Buona idea. Se potesse esserci anche lui, sarebbe il benvenuto. Ma ora ti devo lasciare. Il mio capo sta lanciando messaggi poco rassicuranti. A stasera. Ciao”

La ragazza cercava di riafferrare i lembi del discorso, perché c’era qualcosa che pareva che le fosse sfuggito, quando udì la voce della madre.

Chi erano?” le chiese.

Uffa, mamma!” disse sbuffando. “Sempre a origliare…”.

No, no!” si affrettò a rispondere sorniona. “Sento squillare in continuazione il telefono… Allora mi chiedevo chi potesse essere…”.

Veramente ho ricevuto solo una telefonata” replicò piccata.

Ma poi ne hai fatte delle altre” precisò la madre.

Uffi! Ho chiamato…” e si interruppe.

Chi?”

Mattia. Sei soddisfatta?” le disse per chiudere il discorso e per chiamare Matteo. “Ora devo farne delle altre urgenti”.

Matteo, interpellato, le disse che era disponibile a venire a Bologna per le sette e mezzo per discutere della cassa del gruppo. Poi andò in cucina dalla madre.

Mamma, stasera mangio fuori” le disse.

Con chi?”

Ma coi soliti, uffa. Sempre a domandare e ficcanasare!”

Alle sette e trenta puntuali si ritrovarono davanti alla pizzeria Laura e Betta, Mattia, Giacomo e Matteo.

Tra un boccone di pizza e un sorso di birra decisero di aprire un account PayPal per le donazioni su Facebook e nominarono Betta gestore del conto. Matteo il giorno dopo avrebbe richiesto i permessi e il sabato successivo avrebbero preso contatto coi proprietari dei terreni vicino al Santerno per affittare un’area dove costruire il campo base.

Il progetto prendeva forma.

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Il Borgo – Capitolo 47

Laura guardava l’ingresso come se percepisse l’arrivo di una persona conosciuta e attesa da tempo. Aggrottò le sopracciglia, storse la bocca e parlò.

E’ invecchiato il Borgo” disse, rivolgendosi a Mattia, come se fossero solo loro due fermi davanti all’arco che immetteva nella cittadella.

Non mi sembra” affermò il ragazzo, mentendo. «Non vedo e non sento nulla. Solo il verso di un uccello che non conosco. Ma no posso gridarlo ai quattro venti. Devo stare al gioco» rifletté mentre aspettava che la ragazza proseguisse.

Ha delle rughe più profonde sul viso e gli occhi hanno perso lucidità” proseguì come ispirata. “Ci fa segno di entrare”.

Mentre Laura diceva ad alta voce queste parole, Teresa ridacchiando bisbigliò nell’orecchio di Alba.

E’ via di testa”.

Povero Mattia” replicò l’amica.

Lorenzo osservò con occhio professionale lo stato delle mura esterne e scosse il capo.

Rispetto alla foto di settembre sembra che le condizioni del Borgo si siano deteriorate e non di poco. Rimetterlo in sesto sarà più laborioso di quanto preventivato ma si può fare” disse rivolgendosi a Matteo che era fermo al suo fianco.

Non me ne intendo ma mi fido della tua esperienza in materia. I miei occhi scorgono solo muri rovinati e tante erbacce”.

Vedi bene, amico mio!”

Betta e Giacomo parevano disinteressati a quello che dicevano gli altri, continuarono a parlare di loro, a cercare di chiarire gli ultimi dissapori.

Marco sorrise nell’ascoltare le parole della ragazza.

Laura ha cominciato il suo show. Parla col Borgo come se fosse una persona in carne e ossa” sussurrò a Eva, che scosse il capo in segno di rimprovero.

Ragazzi” disse Laura, girandosi verso il gruppo fermo dietro di lei. “Il Borgo ci invita a entrare. Siamo i benvenuti”.

Con passo deciso si avviò verso l’ingresso.

Il gruppo la seguì in silenzio, che era rotto dal fischio del vento tra le rovine.

Mentre con cautela aggiravano nuovi cumuli di pietre e di legno marcio, Alba bisbigliò alcune parole alla compagna, che stava accanto a lei.

Mi pare di percepire dei suoni, come se qualcuno parlasse. Provo strane sensazioni tra questi muri diroccati. Sembra quasi che mi osservino”.

Teresa la guardò sorpresa.

«Sembra una malattia contagiosa. Quella pazza parla come se il Borgo fosse una persona reale. Questa qui avverte delle strampalate impressioni» ragionò prima di rispondere.

Sei sicura?” le chiese col tono di chi dubita delle facoltà mentali di una persona.

Certissima” rispose sicura.

Io non sento niente. Solo il sibilo del vento, il fischio di un uccello sconosciuto e i nostri passi. Per il resto vedo solo pietre ricoperte di muschio e tante erbe cresciute selvatiche tra i ruderi. L’unico odore è di muffa, di stantio e di marcio” concluse scuotendo il capo.

Alba sollevò le spalle come segno di disappunto e rimase in silenzio senza replicare.

Arrivati nello spiazzo più largo davanti al castello, Laura con un segno della mano fermò il gruppo, che si dispose alle sue spalle.

Ci vuole raccontare qualcosa” disse la ragazza, invitandoli a tacere.

Benvenuti, ragazzi” esordì il Borgo, facendo segno di disporsi in circolo.

Non tutti capirono l’invito, che la ragazza ripeté.

Teresa faticava a rimanere seria, mentre Alba pareva rapita, persa in un altro mondo.

Betta s’era chetata e si stringeva a Giacomo, anche se la sua mente vagava altrove.

Voglio raccontarvi una storia, non più vecchia di cinquant’anni fa. A quell’epoca il Borgo era ancora abitato da poche persone, ormai vecchie che non desideravano allontanarsi dalle loro case”.

Un colpo di tosse interruppe la narrazione, come per richiamare l’attenzione di alcuni, che parevano presenti solo fisicamente.

C’era una persona anziana di oltre settant’anni che viveva sola nella casa alle mie spalle”.

Alba allungò il collo per inquadrarla ma immediatamente riprese ad ascoltare il Borgo.

Diceva sempre che, finché respirava, lei sarebbe rimasta lì, anche se fosse rimasta l’unica e l’ultima abitante di questo posto. Si chiamava Ersilia… Ersilia Morelli. Era piccola, fragile come il vetro ma lo spirito era forte come la roccia. Era l’agosto del 1960 e dal comune di Fiorenzuola arrivò l’ordine di abbandonare la frazione entro il mese di settembre. Molti si disperarono e piansero al pensiero di lasciare le loro case. Qualcuno radunò le misere cose che possedeva, le caricò su un carretto e si trasferì a Moraduccio, la borgata che si intravede in basso. Altri resistettero e promisero battaglia…”.

Laura pensò all’imponenza delle rovine e all’apparente resistenza del luogo allo stato di incuria, nonostante gli oltre cinquant’anni di abbandono. Per un attimo smise di seguire il racconto del vecchio che descriveva come gli ultimi abitanti se ne fossero andati

Rivide quegli istanti sotto lo sguardo dell’impavida sentinella della chiesa, ormai ridotta a un cumulo di macerie. Con la vista, che scrutava le antiche dimore, che apparivano con gli interni ormai quasi tutti crollati, la sensazione di assoluto squallore svaniva e subentravano fantastiche immagini degli antichi abitanti. Questi erano all’opera a sormontare pietre su pietre, a curvare gli archi per ricostruire le loro abitazioni. Tuttavia le bastava girare con lo sguardo intorno e si accorgeva che il futuro di questi antichi e quasi magici edifici era lì, davanti a lei, inesorabilmente impresso su quei sassi che per tanti anni avevano dato rifugio e certezze agli uomini che vi avevano abitato.

Questi pensieri alimentarono dentro di lei il furore di cominciare da subito a rimuovere pietre e recuperare quegli spazi senza ulteriori attese.

Mentre era immersa in queste riflessioni, Teresa la osservava e scuoteva il capo.

«Ci vuol far credere che una mitica figura stia parlando a noi. Ma non si vede e non si ode nulla, a parte i nostri respiri e il sibilo del vento. Pare come se fosse preda di allucinazioni sotto gli effetti di una potente droga. Eppure non dà l’impressione di essere una tossica. Ha suggestionato pure Alba».

Mattia si osservò intorno e scrutò i visi dei compagni. Salvo un paio che parevano assorti nell’ascoltare, il resto mostrava sul volto scetticismo e una specie di insofferenza.

«Io stesso sono scettico e non riesco a percepire nulla. Quindi comprendo chi lo mostra in maniera palese. Fingo di ascoltare ma non posso mostrare la mia impazienza, perché voglio evitare nuovi litigi».

Il 30 settembre arrivarono i carabinieri per convincere gli ultimi a partire. Solo Ersilia rimase ferma nella sua decisione. A nulla valsero le blandizie del brigadiere, né le minacce del delegato comunale. ‘Io resto qui. Piuttosto muoio tra queste quattro mura ma non mi trasferirò mai altrove’ disse battagliera. Tonino con le lacrime sul viso portò fuori dall’uscio le poche cose che possedeva. ‘Sono pronto? Disse senza voltarsi in dietro. ‘Peppe” apostrofò il brigadiere volgendosi verso l’appuntato. ‘Raccogli quelle valigie e mettile sulla campagnola’. L’uomo si mosse incerto verso il fuoristrada dei carabinieri per seguire gli ultimi ricordi. ‘Signora’ proseguì il militare. ‘Faccia la brava. Non può restare qui. Il sindaco ha disposto lo sgombero del paese. Non mi costringa…’. Ersilia lo guardo con gli occhi fiammeggianti. ‘Da qui non mi muovo’ replicò decisa e risoluta a mettere in atto i suoi propositi. ‘Signora, non mi costringa a usare la forza. E’ meglio per entrambi’ disse con tono dolce e fermo il brigadiere. ‘Qui sono nata e qui voglio morire’. A uno a uno anche gli altri seguirono l’esempio di Tonino e a capo chino raggiunsero le campagnole dei carabinieri. Il sole stava tramontando come la pazienza dei militari stava scemando…”

Mentre il vecchio proseguiva nel suo racconto, Betta diede leggermente un colpo di gomito a Giacomo.

Vieni. Andiamo a vedere le condizioni della chiesa. Qui non facciamo nulla”.

Di soppiatto i due ragazzi si defilarono per raggiungere la chiesa, ridotta a rudere, senza tetto e coi muri parzialmente crollati.

Ci sarà da lavorare” disse la ragazza, osservando col magone lo sfacelo. “L’intonaco è praticamente scomparso. Dei vecchi affreschi rimane qualche pallida traccia sulle pietre rotolate a terra”.

Credo che tu abbia ragione” confermò Giacomo, stringendola. “Ci sarà da rimboccarsi le maniche”.

… Ersilia fu caricata a forza sulla camionetta. Lei e le sue poche cose. E il Borgo rimase solo”.

Un gelido silenzio, appena scaldato dal sole di aprile, scese fra i ragazzi al termine del racconto del vecchio, che pareva essere esausto.

Marco si era allontanato per scattare nuove inquadrature da comparare con le vecchie.

Lorenzo prese la parola per porre qualche domanda al Borgo.

Da una precedente visita ha detto di ricostruire il castello, le mura esterne e la chiesa. Per le abitazioni lasciava il campo libero. Credo per omaggiare Ersilia sarebbe bello ripristinare la sua ultima abitazione. A proposito di lei non si sa come sia finita?”

Il Borgo scosse il capo.

Dei vecchi abitanti non conosco come siano finiti e dove riposino ora. Ersilia fu l’ultima persona che vidi. Poi il vuoto, il silenzio, l’abbandono all’incuria e allo sfregio del tempo”.

Dette queste ultime parole, se ne andò, sparendo tra le case diroccate.

Bene ragazzi!” affermò Lorenzo. “Il compito che ci attende non sarà facile. Però penso che possiamo farcela”.

Si rivolse a Eva per chiedere alcune spiegazioni.

Il progetto depositato si riferisce solo alle due strutture del Castello e delle sue mura, e alla chiesa con annesso campanile, che pare l’unico in condizioni decenti. Dico giusto?”

Sì, il progetto prevede di recuperare solo questi due manufatti”.

Per le case?” domandò con insistenza.

Nulla. Non avevamo un’idea quale ripristinare. Visto che non sono un numero eccessivo, si potrebbe pensare…”.

E’ preferibile individuarne un paio e lavorare su queste. Poi possiamo passare alle altre” la interruppe Lorenzo.

D’accordo” rispose la ragazza. “Mi sembra ragionevole”.

Mangiamo?” propose Laura, che era rimasta in silenzio fino a quel momento. “Nel pomeriggio individuiamo la seconda casa oltre quella di Ersilia. Così Eva prepara i progetti”.

Ottima idea” si inserì Mattia.

La giornata era stata proficua.

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Ringrazio Selenequeen

La blogger Selenequeen ha pensato bene di nominarmi per un Liebster Award e io la ringrazio pubblicamente. Ovviamente ribadisco quello che ho detto quando Nichireneelena mi ha nominato per il medesimo riconoscimento. Vi rimando a leggere il precedente articolo.
Però ricambio gli apprezzamenti sul blog di Selenequeen, perché lo trovo veramente interessante per i contenuti. E non lo dico per piaggieria ma perché lo penso veramente.
Grazie ancora, Selenequeen.
 

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