29 Ottobre 2010

Ellie si alza allegra. Oggi arriva Annie, il marito e il cognato. Dopo tanti anni questa casa si anima con degli ospiti. Ha cambiato aspetto. Sembra più festosa e vivace.
Tra non molto Susan, che è sopravvissuta agli esperimenti in cucina, arriva per dare il tocco finale all’abitazione. La vecchia camera dei genitori sarà appannaggio di Annie, quella del nonno Pat al cognato. Controlla che tutto sia in ordine. Percepisce un odore di fresco come se avessero appena rinfrescato le pareti. Le nuove coppie di salviette fanno bella figura nel bagno padronale e in quello di servizio.
“Sono veramente contenta degli acquisti. Ho centrato perfettamente colori e disegni che sono adeguati al contesto della stanza” sussurra in maniera appena percettibile.
Prosegue l’ispezione. Non c’è un filo di polvere. I sopramobili sono stati ridotti al minimo, cercando di valorizzare i particolari e i dettagli. Il salotto dove troneggia un grande camino appare spazioso e accogliente. Sarà il luogo dove si ritroveranno a conversare, a ricordare i tempi del High School. Sarà il punto nel quale passeranno la maggior parte del loro tempo. Quindi la cura maniacale di tutte le sfumature è ben visibile, perché deve essere il punto focale del loro stare insieme. Il grande salone è occupato da una lunga tavola rettangolare di radica marrone, che è già pronta ad accogliere gli ospiti. Sul centro è posto un vaso bianco con fiori freschi di diversi colori.
“Sono soddisfatta” continua a dirsi compiaciuta, osservando come la casa da grigia e fredda sia diventata calda e colorata.
Si avvicina al mobile basso che separa in due il salotto e sistema il leggio di fine ottocento sul quale sta la storia di Holland Island.
“Tutto deve essere perfetto come colpo d’occhio entrando nella stanza. Ogni oggetto ha la sua funzione visiva e deve centrare l’attenzione con gradevole armonia”.
E’ arrivata Susan che comincia a passare la scopa elettrica in tutti gli angoli. Lavora volentieri per Ellie, anche se a volte le sembra fin troppo esagerata nelle rifiniture. Però in compenso ha acquisito quella dimestichezza nel vedere quello che stona, quello che necessita di cure particolari, anticipandone le richieste. Da questo punto di vista Ellie è veramente impeccabile e le ha insegnato tanto. D’altra parte è sempre gentile e non alza mai la voce nel indicare cosa desidera. Le basta poco: un semplice cenno. E poi è sempre misurata nelle parole: mai al di sopra delle righe, sempre con pacatezza. Tutto sommato si trova a suo agio in questa casa e la considera una persona squisita.
Ellie osserva ancora una volta il salotto per accertarsi che tutto sia ordinato. Il cesto con la legna è vicino al camino, che appare pulito e pronto per essere acceso. Le poltrone e il divano sono disposti intorno al tavolo basso di cristallo. La tv al plasma fa bella mostra sulla parete, ma sicuramente rimarrà spenta in queste serate.
Dopo un’ultima occhiata si sposta nella sala da pranzo. Sul tavolo due runner sostituiscono la classica tovaglia. Sono di lino color ecru e spiccano nettamente sul fondo di radica.
“Mi sembra una buona idea. Ero stanca della solita tovaglia rettangolare da drappeggiare sugli angoli per i pranzi importanti. Questi mi sembrano più originali. Larghi quanto basta per ospitare piatti e tovaglioli. Volendo poi posso utilizzare la tovaglia classica come base e disporli in contrasto da un lato lungo all’altro così di traverso. Per stasera rimangono come sono. Per la serata di Halloween ci penserò. Ne ho un altro paio che posso disporre parallelamente al lato lungo. Le possibili soluzioni sono diverse”.
Apre il mobile per controllare se i piatti sono in ordine. Ha scelto quelli in porcellana col disegno blu scuro perché si notano efficacemente sul runner. Meticolosamente verifica che tutti gli abbinamenti a cui ha pensato stiano bene, facendo un ultima prova. Studia l’effetto se colpisce l’attenzione.
Susan l’osserva ammirata dalla porta e commenta favorevolmente la soluzione.
“Grazie!” risponde Ellie rivolta verso di lei, dimostrando soddisfazione per l’esito del test.
La pendola dell’ingresso, ereditata dalla bisnonna, manda dodici rintocchi per ricordare che fra non molto Annie suonerà il campanello al suo arrivo.
“E’ ora di sospendere le prove per andarmi a preparare. Susan penserà al resto. Oggi pranziamo nel ristorante all’angolo della via, da Gino’s. Non ho molto tempo. Cosa mi metterò?” si domanda mentre si avvia al piano superiore nella sua stanza.
Nella cabina armadio seleziona un completo, giacca e pantalone, color prugna abbinata con una camicia bianca di lino. Si ammira davanti allo specchio per verificare l’effetto.
“E’ un completo sportivo molto semplice e sicuramente adatto all’occasione. L’insieme abbigliamento e accessori mi sembra azzeccato”.
Il viso leggermente abbronzato dalle uscite sullo skipjack è incorniciato da un caschetto di morbidi capelli biondi, dando l’idea di una persona sportiva e dinamica. Sorride perché sa di non esserlo.
I preparativi, le prove, il pensiero che tra poco potrà abbracciare l’amica hanno relegato tra i ricordi il sogno, il diario della bisnonna. Solo una fugace riflessione l’ha sfiorata mentre cerca l’abbigliamento da indossare.
“Chissà cosa avrà scelto Angie per la sera di Halloween? Un vestito intero oppure una gonna sportiva e una camicia? Io non ho ancora preso in considerazione cosa indossare. Devo valutare come i miei ospiti penseranno di agghindarsi. Poi c’è ancora un paio di giorni per riflettere. La curiosità è forte. Però per il momento concentriamoci su di noi. Tra pochissimo arriva Annie e non voglio essere in ritardo nell’accoglierla, trastullandomi su cosa Angie aveva avuto addosso cent’anni fa”.
Completa l’abbigliamento con orecchini e collana adeguati al vestito. Al polso mette un orologio semplice, non troppo vistoso. Ne ha una piccola collezione. Le piacciono e quando esce un nuovo modello fatica a resistere alla tentazione dell’acquisto.
“Piccole manie. Qualcuno lo chiama hobby. Peccato che come tale sia costoso”.
Una risata liberatoria fa calare l’adrenalina nel sangue. Ormai è pronta ad ricevere gli ospiti, quindi la tensione cala sotto il livello di guardia. Adesso è più rilassata.
Un’ultima occhiata nel grande specchio, una piroetta e giù di corsa verso l’ingresso.
Ha appena terminato gli ultimi gradini quando sente suonare.
“Vado io, Susan! Se hai finito, puoi andare. Ci vediamo domani!” dice allegramente.
“A domani, Miss Ellie!” replica Susan.
Apre il portone e appare Annie, che l’abbraccia con calore.
“Fatti vedere!” esclama l’amica “Sei splendida! Sono passati quasi dieci anni da quando ci siamo visti l’ultima volta e non sei cambiata per nulla! Come fai ad essere così abbronzata? Ormai l’estate è un pallido ricordo, l’inverno è alle porte!”
L’osserva incuriosita, perché quella doratura del viso risalta moltissimo rispetto al pallore quasi da malata che ha.
“Ma nemmeno tu sei molto cambiata! Entrate e benvenuti in questa casa” e si fa da parte per consentire il loro ingresso senza rispondere alla domanda.
“Susan? Ci sei ancora? Mi dai una mano a portare dentro i bagagli?”
“Non si preoccupi. Ci penso io a tutto. Li porto nelle loro stanze?” risponde, apparendo dal nulla.
“Si. La disposizione la conosci. Grazie”.
Ellie fa accomodare gli ospiti nel salotto, mentre Susan prendi i bagagli dalla macchina.
“Questo è Matt, mio marito, e lui e Dashiell, mio cognato”.
“Sono lieta di fare la vostra conoscenza. Spero che questa breve vacanza sia piacevole e allegra” e allunga la mano ai suoi ospiti.
Annie si guarda in giro e conviene che la casa ha un colpo d’occhio veramente invidiabile. Eppure i suoi ricordi, anche se vecchi di oltre dieci anni, non collimano con quello che sta osservando. Rammenta un’abitazione più cupa, piena di oggetti e meno lineare. Adesso le sembra più luminosa, pochissimi sopramobili e tutti ben armonizzati con l’ambiente.  Si domanda come fa a mantenere tutto questo senza lavorare.
Mentre l’amica esamina con attenzione la disposizione della stanza, Ellie parla con Matt, seguendo con la coda dell’occhio le espressioni di Annie.
Percepisce che è rimasta impressionata favorevolmente dall’impatto visivo di oggetti e mobili. Ha un moto di compiacimento per essere riuscita a colpire i suoi ospiti. Trova che Matt sia una persona affabile, un gran parlatore, veramente una sorpresa positiva. Di certo non è il tipo di uomo che cerca, perché fisicamente non ha attrattive.
Scruta velocemente, senza soffermarsi troppo, Dashiell, che non comprende che tipo sia. Ha parlato pochissimo, qualche monosillabo, senza dimostrare nessun interesse verso di lei, quasi come se fosse proiettato in un’altra dimensione. E’ un bel uomo, alto, un po’ stempiato, dall’età indefinita. Non è squillato dentro di lei nessun campanello. Almeno questa è l’impressione che ha ricavato sommariamente. Si domanda perché accompagna Annie e Matt in una vacanza dove sarebbe plausibile che loro fossero soli. Trova singolare questa presenza, ma probabilmente ne comprenderà il senso nelle prossime ore.
Sente la pendola che da tredici rintocchi. E’ ora di muoversi per raggiungere il ristorante.
“Desiderate qualcosa? Un drink? Qualcosa di rinfrescante?” domanda con modi gentili e cortesi prima di annunciare dove avrebbero pranzato.
Nessuno ha voglia di bere qualcosa ma solo di darsi una veloce rinfrescata dopo il viaggio sulla route 13, la Ocean Highway.
“Certamente. Quando scendiamo, facciamo quattro passi nell’isolato per raggiungere Gino’s, un ristorante italiano, dove ci aspetta un tavolo riservato.” e li accompagna nelle loro stanze.
Nell’attesa continua l’analisi della coppia e del cognato.
“Annie e Matt mi sembra una bella coppia ben assortita. Lui non è il mio tipo, ma senza dubbio è una persona dai modi garbati, ma decisi. Sa parlare con proprietà e ascoltare senza interrompere. Una cosa insolita. Mi sembra anche abbastanza colto da sostenere una conversazione su molti temi. Annie la conosco da molti anni e non la scopro oggi. Da come osservava i particolari e fissava la disposizione della stanza ha dimostrato di essere rimasta sorpresa piacevolmente perché ricordava sicuramente un’ambientazione totalmente diversa. Dashiell è una sfinge. Ha parlato pochissimo. Ha ascoltato distrattamente come se fosse lì solo fisicamente. Non saprei come classificarlo”.
E’ immersa nei suoi pensieri quando sente gli ospiti scendere vocianti la scala.
Si riscuote e dice allegra: “Bene! Quattro passi e poi siamo arrivati. Oggi è anche una bella giornata non troppo fredda e soleggiata”.
E fa strada verso Gino’s. 

21 risposte a “29 Ottobre 2010”

  1. Verrebbe voglia di accodarci ai personaggi femminili della tua narrazione – così ben tratteggiati. Addirittura vorremmo prender parte, per qualche momento, della loro vita, inquadrata dentro un arredamento tanto armonioso, specchio del loro spirito interiore. Che si mangi bene da Gino's?
    Che questo clima di luminosa pace perseveri o avverrà un colpo di teatro, un avvenimento dirompente improvviso? s
    Si respira, in questa scrittura, il  clima iniziale de Il gruppodi Mary McCarthy, E sottolineo iniziale.
    Solo il bravissimo New potrà  soddisfare la nostra curiosità.
    Abbraccio.
    grazia*

  2. Non tralasci proprio nessun particolare! Bene! Si comincia! Son proprio contenta! E già immagino che la sfinge sarà tutta una sorpresa! Baci Baci   ps. son sempre convinta che tu sia una donna!… e di casa per giunta!..

  3. Misia, ti sbagli. Già una volta dissi di essere un maschio. Ti domandi come posso essere così preciso sul mondo femminile? Quando si vive in un ambiente circondato da donne è normale osservare e analizzare i loro comportamenti.
    Un abbraccio

  4. Una cura così minuziosa dei particolari è tipica dei grandi narratori… la pagina scritta si trasforma in immagine…
    (se ti può consolare a me non è mai venuto in mente che fossi una donna, eheheheh…)
    un bacio

  5. Avevo già visto questo post, ma – causa febbre, mal di testa, tosse, etc. – non ero in grado di leggerlo. Oggi non sono proprio al meglio, però almeno riesco a capire ciò che leggo…
    La prima parte è sontuosa, ricchissima di particolari che alla fine compongono un quadro completo, che diventa "visibile", come se si trattasse di un film. Lo stile scorrevole ci permette di scorrere avidamente il testo e di coglierne le non poche sfumature di rilievo.
    Un carissimo abbraccio 🙂

  6. Dalloways, io un grande narratore? Mi fa piacere leggerlo, ma non credo proprio. Cerco di dare il meglio nella scrittura, ma mi reputo un onesto amanuense.
    Graxie comunque delle tue generose parole.
    Un abbraccio

  7. Anneheche, ho compreso che stai attraversando un momento difficile dal punto di vista fisico e mi fa piacere che nonostante tutto hai trovato il tempo per leggermi.
    Un grande abbraccio e vedrai che tra pochissimo questo momento nero sarà solo un pallido ricordo.

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