Capitolo 10

Laura mangiava svogliatamente, mentre i genitori continuavano a discutere sulla visita del Duca. Ascoltava con la mente volata verso altri lidi e rispondeva con dei sì e dei no più o meno azzeccati. Quei discorsi l’annoiavano. Per lei erano senza sugo.
“Vi vedo distratta” disse la madre rivolgendosi a Laura.
“Vi sembra?” rispose abbassando gli occhi. “Ascolto le vostre parole e imparo cose nuove sul come comportarsi in quelle situazioni”.
Paola scosse la testa come per affermare che non ci credeva a quelle frasi, che avevano il sapore di circostanza e non dettate dalla testa.
“Madre, pensate che possa esserci una nuova opportunità?” continuò la ragazza nel tentativo di ricucire lo strappo.
“Quello che è perduto, è perduto e le buone occasioni o si prendono al volo oppure sono andate per sempre. Credo che questa sia volata via con il battito delle ciglia”.
Il padre ascoltava, annuendo col capo per sottolineare quello che la moglie stava dicendo. Di certo era stata una buona occasione ma non poteva biasimare la figlia, perché si interrogava quali prospettive future ci sarebbero state se si fosse mostrata più calda e appassionata.
“Forse è stato meglio così” rifletteva Francesco ascoltando il dialogo tra madre e figlia. “Forse avrebbe raffreddato gli ardori del Duca con un comportamento più sfacciato. E poi fra qualche giorno sarebbe passato per provare il cappello. E allora ..”.
Laura ascoltava a occhi bassi quello che la madre diceva senza replicare o giustificare l’atteggiamento tenuto.
“Quale era il comportamento giusto da seguire? Mostrarmi per quello che non sono oppure essere me stessa? Tutte, a cominciare dalle amiche, hanno pontificato che loro sarebbero state più intraprendenti. Ma io dove lo acquisto il coraggio? Al mercato di Piazza di San Crespino? Vado in chiesa a San Paolo e ascolto prediche dal prevosto sui facili costumi delle donne, come se fosse tutta loro colpa. Quando mi confesso devo sudare non poco per convincere il confessore che sono ancora vergine e non faccio né penso atti impuri. Eppure sembra che questo non sia una virtù ma un peccato capitale”.
La ragazza non ascoltava più le parole della madre ma era immersa nei suoi pensieri, distaccata dal mondo terreno.
“Col vostro permesso, mi ritiro nella mia stanza. Domani dovrò lavorare duramente per recuperare il tempo perduto oggi con la visita del Duca”. E si alzò senza aspettare l’assenso dei genitori.
La madre la guardò male con degli occhi che parevano incenerirla.
“Perdita di tempo? La visita del Duca è stata un onore per la nostra famiglia. Tutta Ferrara parla di noi. Vostro padre diventerà il berrattaio di corte dopo l’ordine del Duca. Ritiratevi pure ma non farete mai strada nel mondo che conta” rispose acida Paola.
Il padre sorrise e con un cenno del capo le concesse di andare nella propria stanza.
Percorsa una ripida scala di legno, Laura si preparò per la notte, anche se era appena passato l’imbrunire. Si sentiva stanca, agitata ed eccitata. Desiderava raccogliere le sue idee senza sentire il cicaleccio fastidioso di sua madre.
“E’ una madre amorevole ma a volte mi preferirebbe che scaldassi il letto di qualche facoltoso signore di Ferrara. Per ricavarci cosa? Un figlio illegittimo? Qualche scudo o fiorino d’oro? Mi sembra poco e mi dà l’idea di essere una donna di malaffare, che si fa pagare le sue prestazioni. Invece vorrei essere amata e riamare a mia volta. Però paiono una strada in salita i miei desideri”.
Dopo queste ultime riflessioni, cadde in un sonno profondo.
 
Si trovava in un posto sconosciuto dove spiccava un imponente palazzo e un giardino curato. Laura era disorientata, camminava senza riuscire a trovare una via per uscire da quel labirinto verde. Tutto appariva uguale e diverso allo stesso tempo. L’angoscia stava montando e il cielo da azzurro andava colorandosi di grigio. Cominciò a correre fino a rimanere senza fiato, accasciandosi sul sentiero. Le veniva da piangere, mentre sopra di lei il grigio virava al nero.
“Tra pochissimo pioverà” pensò sollevando lo sguardo, mentre qualche lampo violaceo percorreva la volta sopra di lei.
La ragazza temeva i temporali come il topo è atterrito dal gatto. Il cuore prese a battere a mille per la sensazione di affanno che stava salendo.
“Devo trovare la via di uscita o rimarrò annegata sotto il temporale estivo”.
Stranamente le sembrava che il tempo corresse tanto che l’inverno aveva lasciato il posto all’estate. Strana percezione temporale era la sua. Giorni e settimane che duravano lo spazio di un battere di ciglia.
Le prime gocce bagnarono l’abito leggero di lino che indossava. Non ricordava di averne mai posseduto uno. Però adesso copriva il suo corpo. Era un vestito con un’ampia scollatura a U, che lasciava intravedere quel seno acerbo appena modellato. Due maniche a sbuffo consentivano di mostrare le braccia, mentre appena sotto il seno partiva un’ampia gonna che arrivava fin quasi a terra.
Altre gocce caddero su di lei e la veste cominciava ad aderire al corpo, lasciando intuire cosa stava sotto. L’ansia si era tramutata in terrore, mentre si aggirava in maniera sempre più frenetica alla ricerca dell’uscita.
Si trovò sbarrata la strada da un uomo dai lineamenti forti, vestito come un soldato, che l’afferrò e la trasse a sé.
“No!” urlò con quanto fiato aveva in gola.
Adesso vedeva tutto buio, mentre udiva del trambusto prima che una candela tremolante illuminasse la scena.
“Cosa c’è?”. Era una voce familiare.
“Perché state urlando?” le chiese apprensiva la madre.
“Nulla, madre. Solo un brutto sogno”.
“Tornate pure a letto. Nessuno mi sta minacciando” continuò Laura con le parole impastate dal sonno e dalla paura.
Tornato il buio, si rannicchiò sotto le coperte e cominciò a pregare prima di riaddormentarsi di nuovo.

24 risposte a “Capitolo 10”

  1. Il personaggio di Laura ha tutta la mia simpatia, e mi sentirei dispiaciuta e delusa
    se in seguito le accadesse qualcosa di non bello.
    E’ una fanciullla che aspetta e crede all’amore vero e spontaneo, e di quei tempi fra cortigiane vogliose e donne a disposizione per vile denaro, Laura è un fiore raro.
    Sempre bravo
    Baci
    Mistral

    1. Sicuramente è stato un personaggio scomodo a corte. Si narra che il successore di Alfonso, Ercole II, abbia bruciato l’atto di matrimonio tra Laura e Alfonso per evitare scomodi pretendenti.
      Naturalmente la fantasia corre e la realtà storica zoppica alquanto.
      Un abbraccio

  2. Come Giacomo appare fuori dal su tempo, anche Laura da questa convinzione.
    Eppure penso che i suoi timori e la sua visione della vita sia comune a tante ragazze, non solo di quei tempi , ma anche di quelle d’oggi dì.
    Si interroga se convenga, sia opportuna una scelta piuttosto che l’altra.
    Non ha certo la testa piena di vento e s’interroga sul vero significato della condizione femminile.
    Solida e convincente questa figura.
    Chapeau.

    1. Tra Alfonso, il Duca, e Laura ci fu vero amore, che venne ripagato con lasciti cospicui, case e denaro. Di laura ci sono dipinti celebri, tra i quali spicca quello del Tiziano.
      Quello che scrivi è un ottimo commento acuto e intelligente.

      1. Quell’aspetto lo ignoravo. Come molti degli innumerevoli accadimenti di quel tempo, in quei luoghi.
        Poi qualcuno ha sostenuto che la storia si può anche sovolare come materia d’insegnamento.
        🙁

          1. Il libri di storia scolastici tendono ad evitare il gossip dei tempi.
            Però a mio avviso qualche notizia al di fuori della seriosità, non guasterebbe. Renderebbe lo studio non dico più piacevole, ma almeno un po’ più allegro.

  3. dovrei prendermi un mese di tempo per leggere tutti i tuoi precedenti scritti + quelli di altri amici che scrivono a puntate! mi perdoni se nn lo faro’ ? xo’ un saluto te lo fò…..

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