Il mazzo di fiori – parte nona

Ludmilla ammutolisce. E’ basita. Si chiede perché risponde ‘Polizia’ e non Teresa. Sta per chiudere frettolosamente, quando quella voce dalla chiara inflessione romana le pone una domanda.

“Chi sei?”

“Ludmilla” risponde d’istinto, pentendosi subito dopo avere pronunciato il proprio nome.

“Ludmilla e poi?”

“Presente”

“Mi prendi in giro?” replica con tono non proprio amichevole.

“No. Non la sto prendendo in giro. Mi chiamo Ludmilla Presente”.

La ragazza sente ridere dall’altra parte.

“Mi scusi, come fa a rispondere al telefono della collega Teresa?” domanda, uscendo dal guscio.

“Le domande le faccio io, signorina” dice con voce autoritaria.

“Non mi lascio intimorire da lei. La denuncio alla polizia” esclama Ludmilla, che ha dimenticato quale è stata la prima risposta.

“Bene. Cosa denunci. La polizia sono io” dice ridendo l’anonimo conversatore.

La ragazza ammutolisce. Le mancano le parole. Si interroga, perché la polizia ha il telefono di Teresa.

“E’ successo qualcosa a Teresa?” domanda cauta.

“Non lo sappiamo” risponde con tono misterioso. “Ma tu chi cercavi?”

“Chi?” dice facendo una breve sospensione. “Glielo ho detto. Teresa…”

“Teresa e poi?” la interrompe. “Come si chiama questa benedetta Teresa?”

“Teresa Lopiccolo” risponde a malincuore nel fornire tutte queste informazioni a un interlocutore del quale ignora l’identità.

“E’ vero che ha detto ‘Polizia’ ma potrebbe essere un fake. Potrebbe fingere di essere un poliziotto. Perché ha il telefono di Teresa? Perché fino a poco fa era spento o non raggiungibile?” sono le domande che frullano nella testa della ragazza.

“Come faccio a sapere se lei è veramente un poliziotto?” domanda decisa Ludmilla, che si sta riprendendo dallo shock di udire una voce non familiare.

“Ah! Ah!” risponde ridendo. “Decisamente sospettosa. Come fai a verificare? Vieni in questura e chiedi del commissario Ricardo…”.

Un brivido percorre il corpo della ragazza. “Dunque se mi invitano in questura, vuol dire che è successo qualcosa a Teresa” si dice prima di rispondere.

“Commissario Riccardo ? E poi?” chiede non convinta del nome.

“Commissario Ricardo con una sola c. Paolo Ricardo. Ti aspetto” dice chiudendo la conversazione.

Riflette. Qualcosa non torna nella conversazione col presunto commissario.

“Sara” dice, chiamando la ragazza del personale. “Novità su Teresa… sulla Lopiccolo?”

“No. Abbiamo mandato un commesso a casa sua. Aspettiamo che ritorni o ci comunichi qualcosa”.

“Io ho qualche fatto inaspettato. Fresco, fresco…”.

Non sente dire nulla dall’altra parte. Allora prosegue.

“…Ho chiamato il cellulare della Lopiccolo e ha risposto”.

“Ha risposto lei?” esclama Sara visibilmente sollevata.

“No”.

“No? E chi?” chiede con tono ansioso.

“La polizia” replica laconica Ludmilla.

“La polizia? Madonna Santissima… allora è successo qualcosa di grave alla Lopiccolo!” dice allarmata Sara. “Forse sarebbe bene informare il dottor Chiumento di questa novità”.

“D’accordo lo chiamo” e chiude la conversazione.

“Sono Ludmilla Presente. Dottor Chiumento?”

“Sì, mi dica”.

“Ci sono delle novità sull’assenza della signorina Lopiccolo” comincia Ludmilla, subito interrotta dall’interlocutore.

“Assenza della signorina Lopiccolo? Non ne sapevo nulla” afferma con tono deciso il responsabile del personale.

Ludmilla descrive con poche parole i fatti della mattinata.

“Se mi dà il permesso, io uscirei per andare in questura dal commissario Ricardo” conclude la telefonata.

“D’accordo. Al suo rientro potrebbe passare da me?” dice Chiumento.

“Certamente”.

La ragazza si prepara a uscire e raggiungere in bicicletta la questura.

Al piantone domanda cortesemente: “Ho un appuntamento col commissario Paolo Ricardo…”.

“La faccio accompagnare subito. La sta aspettando” risponde il poliziotto con premura e affida la ragazza a un collega.

Dopo un breve tragitto, bussano a una porta al primo piano.

“Avanti”.

“E’ arrivata la signorina…” dice il poliziotto impacciato.

“Accomodati” afferma il commissario, facendo ampi gesti a Ludmilla. E rivolgendosi all’accompagnatore, dice: “Puoi andare. Se ho bisogno, te chiamo”.

Dopo una breve riflessione, prima che il giovane sparisca, gli ordina: “Anzi fai portare due caffè. Lo prendi, vero?”

Ludmilla annuisce col capo mentre si siede di fronte al commissario. Lo osserva. Le sembra molto giovane. Senza dubbio è un bel ragazzo dai capelli castano scuri ben curati. Anche il viso le piace. Regolare con due occhi neri, grandi come un lampione.

“Nun ciai d’avé paura, signorina diffidente!” comincia il commissario, riscuotendola dai suoi pensieri “Sono la polizia oppure no?”

Una franca risata accompagna le parole.

“Non lo mettevo in dubbio” borbotta incerta la ragazza “ma sa…”

“Cosa?” domanda curioso Ricardo.

“…leggono di tante false telefonate…” incespica sulle parole Ludmilla “…che un minimo di prudenza serve…”.

“Ora che dice? Sono o non sono il commissario Ricardo?” la incalza il poliziotto.

“Beh! Forse… sì… ma…” balbetta smarrita.

“Vuoi vedere la mia carta di identità?” le chiede il commissario divertito.

“Uffa! Basta con questa conversazione assurda” replica Ludmilla, riprendendo il controllo delle sue parole. “Ma a Teresa cosa è successo?”

Una bella risata accompagna l’ultima uscita della ragazza. Ricardo l’osserva con attenzione. La trova carina, non bella. Preferisce una donna più formosa. Lei è alta e magra con poche curve. Poi quei capelli biondi, lisci e lunghi fino alle spalle non sono quelli che gradisce maggiormente. Gli piacciono le donne dai capelli corvini e mossi. “Ma che stiamo a fà, Billi e Romigioli? E vabbé non è malaccio” si dice al termine dell’ispezione visiva.

“Mi dica, la prego,” continua Ludmilla interpretando il silenzio del commissario come un evento negativo “Teresa che fine ha fatto?”

“Qui le domande le faccio io” riprende con fare serio il commissario. “Hai detto di chiamarti Ludmilla Presente…”.

“Sì”.

“… e questa Teresa…” continua con tono autoritario il poliziotto.

“…Lopiccolo…” aggiunge la ragazza.

“…Lopiccolo” ribadisce il cognome. “Chi sarebbe?”

“…come le ho detto, è la mia collega di ufficio. E oggi non si è presentata al lavoro e non ha avvertito nessuno” prosegue Ludmilla per nulla intimidita dal tono di Ricardo.

“E allora?” domanda il poliziotto.

“Lei ha risposto al numero di Teresa” esclama la ragazza alzandosi dalla sedia.

“Siediti e calmati” le ingiunge il commissario.

“Mi siedo se lei mi dice cosa è accaduto a Teresa” dice con tono di sfida Ludmilla.

“Non lo so cosa sia accaduto alla tua collega” replica pacatamente il poliziotto.

“E lei perché è in possesso del telefono di Teresa?”

“Ti ho già detto che le domande le faccio io”.

“Ma voglio conoscere che fine ha fatto Teresa” esclama contrariata Ludmilla.

“Non saprei. Dunque dici che questo telefono è di Teresa”.

“Sì. Risponde al numero tre sette zero tre uno…”.

“Veramente il telefono è mio” replica divertito.

“Ma il numero è di Teresa” ribadisce Ludmilla sempre in piedi.

“Certo la sim. Non sappiamo ancora di chi è. Però se dici che appartiene a Teresa… vuol dire che è sua”.

“Dunque mi dice cosa è capitato a Teresa?”

“Non lo sappiamo ma a questo punto…” dice Ricardo, afferrando il telefono.

La ragazza si rilassa un frazione di secondo prima di assumere di nuovo un cipiglio battagliero.

“Dottor Lopapa? Sono Ricardo, il commissario Ricardo che sta seguendo il suo caso”.

Ludmilla non riesce a sentire la risposta ma intuisce che stanno parlando di Teresa.

“Una signorina, Presente Ludmilla afferma che la sim dovrebbe appartenere a una certa Teresa Lopiccolo, collega di lavoro della signorina qui presente…”

La ragazza vorrebbe conoscere quello che i due si stanno dicendo ma non afferra una sola sillaba pronunciata dal dottor Lopapa.

“Va bene tra qualche minuto siamo da lei…”.

“Ma chi è questo Lopapa?” si domanda curiosa.

“A tra poco” replica chiudendo la conversazione il poliziotto.

Ricardo fa un’altra telefonata.

“Anto’ prepara la macchina di servizio. Tra un minuto siamo giù” dice a qualcuno il commissario.

Poi rivolgendosi a Ludmilla, le dice: “Andiamo. Il dottor Lopapa ci aspetta nel suo ufficio”.

Mentre si avviano al portone di ingresso, la ragazza non riesce a trattenere la domanda: “Il dottor Lopapa chi è?”

“La nostra signorina curiosa non smette di fare domande” risponde con tono ironico senza svelare l’identità della persona.

In un batter d’occhio arrivano in via Mentessi.

23 risposte a “Il mazzo di fiori – parte nona”

  1. Si arriva al punto fatidico e poi zac con sapiente maestria sparisce la scena. 🙁
    Bisognerà aspettare che tornino dal dottor Lopapa presumo.
    Fiduciosi si aspetta … e chi di noi si muove? 😉

      1. Gulp …. è come stare al cinema.
        Grazie come avessi accettato. 😉
        Preferisco concentrarmi sulla trama del racconto e sui protagonisti prima che il mazzo di fiori appassisca completamente.
        Se posso permettermi “la parte decima sarà quella risolutiva?” 🙂

  2. Buon giorno !
    La vostra visita il mio modesto blog mi piace e le valutazioni effettuate mi onora.
    E ho trovato interessanti articoli sul tuo blog.
    Ma soprattutto sono contento che non solo danno una simile, ma sanno di cosa si tratta in questo articolo che ho letto e poi, e lasciare un commento! 🙂
    Vorrei sottolineare che io non parlo italiano anche se so che mi piacerebbe,
    e risponde a voi come normale, rivolgersi a Google Translate! 🙂 🙂
    Ho fatto questa confessione perché
    e un altro intendevi traduzione di Google! 🙂 🙂 🙂
    Vi auguro tutto il meglio e attenderò con entusiasmo e rispetto ogni volta che i vostri commenti!
    A presto!
    Aliosa.

      1. Buongiorno !
        Ho letto la tua risposta a la prima volta bevendo il mio caffè e amaro freddo e la sensazione era molto piacevole ! 🙂
        Per me , Google translate abbastanza bene : voglio dire , capisco meglio il significato di quello che mi dici ! 🙂 🙂
        Mi piace il dialogo , anche se nessuno di noi conosce la lingua dell’altro ! 🙂 🙂 🙂
        Ho grande rispetto per il popolo italiano , lingua, cultura e costumi .
        Sono stato in Italia diverse volte durante i quali
        Ho visitato Venezia, Firenze , Roma , Città del Vaticano e molte altre località con grandi tradizioni storiche.
        In Italia abbiamo partecipato a molte attività sociali, come matrimoni , battesimi , vacanze mare visite guidate ( Marina di Bibona ) Voltera , Torre di Pisa , carnevale a Venezia …………
        Mi sentivo molto bene ovunque sono stato e quindi rispettare il popolo italiano .
        Io sono forte sostenitore della squadra di calcio nazionale italiana ! 🙂 🙂 🙂
        Per ora .
        Avere una settimana meravigliosa ! 🙂
        Saluti !
        Aliosa.

  3. ‘sto Lapapa, o come si chiama, intuisco sia un procuratore o qualcuno del genere 🙂 Adesso però ci tieni sulle spine! Spero che presto arrivi il seguito, ho la curiosità alle stelle! Buona serata Gian Paolo! Un abbraccio!

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