L'obiettivo è stato raggiunto – aggiornamento

Arcobaleno - foto personale
Arcobaleno – foto personale

Avevo scritto che avevo in mente qualcosa e dovevo essere meno presente sul blog. L’obiettivo era mettere in sel publishing un mio romanzo. Ebbene l’ho fatto ed è disponibile in prenotazione fino al 10 novembre e poi acquistabile sulla piattaforma Amazon – lo potete trovare qui, mentre su Smashwords è ottenibile da subito nei tre formati epub, mobi e pdf qua.
Qualcuno potrebbe chiedersi dove sta la difficoltà di auto pubblicarsi. In effetti bastarebbe un testo e una copertina e il gioco è fatto. Io ho cercato di generare un ebook in modo più accurato possibile, seguendo le specifiche delle due piattaforme. Il testo è ovviamente lo stesso. Ho posto particolare cura nel eliminare i refusi e gli errori ma dubito di averli tolti tutti. Ho revisionato il testo più volte ma in particolare è stato accettato sulle due piattaforme. Rimane un ultissimo tassello per smashwords, affinchè sia distribuito nei vari cataloghi. Su questa piattaforma sono rigidi e pignoli e tutte le virgole devo essere messe come vogliono loro. Niente di trascendentale è l’operazione conclusiva.
Diciamo sono soddisfatto del lavoro svolto.
Grazie a tutti voi che pazientemente mi leggete.
Aggiornamento del 9 novembre
Quelli di smashwords hanno certificato che l’ebook è vendibile su molte piattaforme tra cui  Ibook, Kobo, Barnes & Noble e tante altre. In Italia da feltrinelli. Una piccola soddisfazione, perché erano solo questioni di millimetri fuori posto 😀
Per il cartaceo ci sto ponzando
 

non passava giorno – cap. 12

 

dal sito www.villadeste.com
dal sito www.villadeste.com

Villa d’Este è un must nel campo degli eventi organizzati, è la cornice ideale per ospitare forum e meeting. Tuttavia se l’organizzazione è convenzionale, un cliché già visto in altri posti, l’avvenimento vivacchia senza infamia e senza lode. Questa era la situazione dell’incontro annuale con la clientela, quando Matteo cinque anni prima era entrato nello studio, come giovane praticante in attesa di iscriversi all’albo professionale.

Subito si era fatto notare per le idee innovative nella gestione dei clienti. Aveva portato una ventata di rinnovamento al suo interno. Il gran capo pensò di affidargli il compito di organizzare il meeting di quell’anno per metterlo alla prova e valutarne le capacità organizzative.

Matteo portò piccoli aggiustamenti nella coreografia generale, come la cena di saluto, presentazioni grafiche più accattivanti, riscuotendo il generale consenso. Negli anni successivi migliorò il taglio degli interventi e la loro lunghezza, rendendo più snello e funzionale il programma. Queste modifiche fecero decollare l’evento, tanto che in questa edizione il numero delle adesioni era superiore ai posti disponibili e si erano dovute rifiutare a malincuore molte partecipazioni.

Le novità più interessanti apportate erano l’aperitivo di benvenuto, il venerdì sera, e il pranzo di gala, la domenica a mezzogiorno a chiusura del meeting. Questo aveva favorito la presenza femminile, di solito assai scarsa. Per il prossimo anno Matteo pensava di organizzare attività e incontri per le mogli e le compagne in modo tale da abbinare a un evento professionale uno mondano. Aveva dodici mesi di tempo per tradurre queste idee in realtà.

Laura e Sofia raggiunsero Villa d’Este verso le diciannove accolte da Matteo.

Alle venti e trenta c’è la cena di saluto. Vi aspetto puntuali alle venti al bar Canova per il drink di benvenuto” disse, prima di tornare nella hall ad accogliere altri partecipanti.

Non abbiamo molto tempo per sistemarci e renderci presentabili” fece Sofia leggermente in affanno come una scolara al primo giorno di lezione.

Comincia per prima” rispose calma Laura. “Mi devo cambiare l’abito e darmi una sistemata a trucco e capelli. Non ci metto molto”.

Alle venti in punto splendidamente vestite fecero il loro ingresso nel bar Canova. Sofia indossava un abito lungo di Armani, che fasciava con eleganza la sua figura tonica e snella. Due orecchini e una collana di perle ornavano il viso. Laura aveva un vestito più anonimo. Un tubino scollato nero che valorizzava la capigliatura rossa. Una paio di scarpe di Rossi dal tacco modesto erano il perfetto proseguimento della caviglia snella.

Tutti si voltarono ad ammirarle, perché non potevano passare inosservate.

Da dove sono sbucate quelle due deliziose fanciulle?” chiese a un vicino un grassone incuriosito ed eccitato.

Chiedilo al dottor Minati, visto che le sta salutando con tanta cordialità” rispose l’altro con una punta di ironia, venata di invidia.

In un consesso di soli uomini o quasi le due ragazze rappresentavano un tocco di grazia femminile, che si notava vistosamente, anche se fossero state meno attraenti.

Una processione di uomini si recò in pellegrinaggio da Matteo per farsi presentare le nuove arrivate, che nessuno conosceva e che tutti avrebbero voluto come accompagnatrici.

Laura e Sofia catalizzarono le attenzioni di tutti i partecipanti, mentre il clima si andava scaldando. Il meeting sembrava nato sotto una buona stella. Attorno a loro si radunò un bel gruppetto di persone attratte dalle loro figure eleganti e dal conversare brillante e piacevole. Chi non era riuscito a parlare aveva cominciato a malignare sulla loro provenienza.

Sai” disse uno con fare saccente al vicino, “ho visto le loro foto sul web. Quelle gallerie fotografiche di belle donne”.

Sei sicuro?” chiese incuriosito l’altro. “Non mi sembrano due ragazze copertina! Ti ricordi il link?”

Beh,“ replicò il primo incerto, “assomigliano tutte. Forse non sono loro”.

La rossa, la più bella tra le due, deve essere la nuova fiamma del dottor Minati” disse un invitato all’amico. Poi aggiunse una battuta a doppio senso. mentre sogghignava compiaciuto.

Ma no!” replicò l’altro. “Ti sei confuso! La compagna è la morettina. La rossa è l’amica del dottor Renati”.

Ognuno diceva la sua. Tutti ascoltavano e guardavano con ammirazione le due ragazze, che si destreggiavano con grazia tra un drink e una battuta pronta e accattivante col sorriso sulle labbra. Sembravano quei fiori di campo sui quali in continuazione farfalle e api si posano per succhiare polline e profumo.

Il meeting rappresentò un autentico successo per Matteo, il migliore in assoluto da quando era stato organizzato la prima volta. Le edizioni iniziali avevano avuto un discreto successo ma niente di più. Tutti erano rimasti soddisfatti dell’organizzazione, della cornice, dei contenuti e aspettavano con impazienza il pranzo di gala a chiusura delle due giornate di presentazioni.

La domenica mattina comparve Paolo che si aggregò un po’ imbronciato e senza troppi entusiasmi, mentre Matteo poté dedicarsi alle due ragazze.

Laura storse il naso, vedendolo. Pensò che Matteo avrebbe dovuto avere la gentilezza e la compiacenza di avvertirla della presenza dell’amico. Non trovava corretto il suo comportamento. Mentre i pensieri e la rabbia invadevano la testa, cercò di calmarsi. ‘Pazienza’ si disse, ‘facciamo buon viso a cattiva sorte’.

Sofia rabbuiò in viso, perché ricordava bene quella sera durante la quale Matteo le aveva chiesto con insistenza un mare di notizie su Laura. Quelle domande avevano un scopo ben preciso: non erano per parlare in generale sull’amica ma per recepire informazioni da trasmettere a Paolo. Questo le lasciava in bocca una sensazione di amaro. Entrambe non mostrarono segni di malumore esteriormente, mentre dentro di loro ribolliva l’ira.

Matteo aveva pensato di distribuire gli invitati in modo tale che ogni tavolo avesse almeno una presenza femminile e l’attribuzione dei posti fosse mirata a mescolare tra loro le persone per favorire l’atmosfera conviviale.

Sistemò Laura e Sofia strategicamente con i clienti primari dello studio. Lo scopo era duplice. Il primo era che senza dubbio erano le donne più concupite dai partecipanti. Il secondo avrebbe consentito loro di allacciare nuove conoscenze utili in futuro.

Paolo venne collocato insieme ad altri invitati brillanti e danarosi, che avrebbero potuto rappresentare per lui potenziali clienti.

Il capo di Matteo, soddisfatto sia della qualità del meeting che dell’atmosfera, che si stava creando nella sala, passò accanto a Matteo. “Hai avuto ottimo fiuto a invitare quelle due ragazze” gli disse con lo sguardo sornione. “Sono carine quanto basta per attirare gli sguardi degli uomini senza fare ingelosire le altre donne, hanno comunicativa e sanno gestirsi con intelligenza e discrezione”.

Paolo non era contento perché aveva pensato di trascorrere la giornata con Laura, mentre aveva scoperto di essere stato usato da Matteo per intrattenere gli invitati.

‘Mi ha fregato come un’allodola con lo specchietto di Laura!’ pensò. masticando amaro e digrignando i denti. ‘Per fortuna ha avuto buon gusto e sensibilità di inserirmi in un gruppetto utile per la mia professione’.

Il pranzo di gala fu servito sulla veranda ristorante da cui si poteva ammirare lo splendido paesaggio sui giardini della Villa e sul lago di Como.

Era pomeriggio inoltrato quando lentamente Villa d’Este si andò svuotando dai convitati, mentre Matteo li salutava a uno a uno, dando loro appuntamento al prossimo anno.

Paolo poté conversare con Laura senza il timore di essere interrotto da qualche inopportuno in cerca di nuove conoscenze.

Ti ho cercato in queste settimane“ disse con tono di rimprovero non troppo mascherato, “ma non mi hai mai risposto. Dove sei stata?”

Laura, stanca ma soddisfatta per le due giornate trascorse a Villa d’Este, gli rispose in modo freddo e distaccato, senza mostrare il minimo interesse verso di lui, ignorando le frecciate.

Paolo avvertì che non era cambiato nulla rispetto alla prima volta. Capì che, se voleva conquistarla, doveva sudare la fatidiche sette camicie o sobbarcarsi le mitiche fatiche di Ercole.

‘Pazienza! O divento Ercole oppure resto Paolo’ si disse, sospirando, e cominciò a parlare con Sofia e Matteo, ignorando di proposito Laura, che ascoltò in silenzio senza partecipare alla conversazione. ‘Ho la gola secca per le chiacchiere’ pensò, ‘un po’ di riposo non guasta’. Si sentiva stanca per la tensione e appagata per le nuove conoscenze.

Sofia, vedendo l’amica silenziosa in disparte, la prese a braccetto. “Ragazzi” disse sorridente, “siamo rimasti solo noi. E’ stato un magnifico week end, allietato da tante piccole e graziose sorprese. Che ne direste di salire in camera e di caricare le valigie sulle macchine per rientrare alla base?”.

Invitò tutti a casa sua, precisando che il frigo era vuoto.

Risero e si ritrovarono da Sofia per chiudere le due giornate di svago per le ragazze e di lavoro per Matteo.

non passava giorno – cap. 11

Sofia invitò Laura la sera successiva. Voleva ascoltare la sua opinione sulla relazione con Matteo, sull’invito a Cernobbio e il resoconto della nuova vita che l’amica aveva iniziato da pochi giorni.

Credi che abbia fatto la scelta appropriata con Matteo?” le chiese con un filo di apprensione. “Il nostro rapporto viaggia sul binario giusto oppure sta andando verso uno morto?”

L’amica raccolse le idee prima di risponderle. ‘Dare dei suggerimenti’ pensò Laura, ‘è difficile e complicato. Si rischia sempre di darli sbagliati’.

Ascoltando le tue parole” disse a Sofia, ‘ho percepito che il tono è quello giusto. Tu sei innamorata di Matteo”. Fatta una breve pausa riprese a parlare. “Che altro aggiungere? Le mie sono le sensazioni percepite, se lui non è un farfallone e non mi ha tratto in inganno. Formate una bella coppia. Ti trovo addolcita rispetto l’ultima volta che ci siamo viste. Più tenera e sognante. L’amore ti fa bene” concluse Laura.

Sul viso di Sofia comparve un sorriso di ringraziamento e di sollievo per le parole pronunciate dall’amica.

Rifletteva, indugiando nel formulare la seconda domanda, perché percepiva di essere cambiata dentro e fuori. Si sentiva più calma, serena e tranquilla adesso che frequentava con assiduità Matteo. Vedeva quello che la circondava con occhi diversi, come se avesse cambiato le lenti negli occhiali, adattandole alla nuova visuale.

Ho una seconda questione da affrontare” fece l’amica, “ma non riesco a trovare le parole adatte. Sono incerta come proporla”.

Non ti preoccupare. Tu esponi con chiarezza il problema. Cercherò la risposta migliore, secondo il mio punto di vista” disse Laura. “Non chiedere di mettermi il mondo sulle spalle, perché non lo farò”.

Sorridente aspettò che l’amica cominciasse a parlare. Sofia iniziò titubante e imbarazzata, perché aveva sempre sbandierato ai quattro venti che inviti a cene o pranzi ufficiali o comunque con molti commensali non li gradiva, non riusciva a digerirli. Adesso si trovava nella scomoda posizione di rinnegare le proprie idee, perché quell’invito la stuzzicava non poco. L’argomento era l’invito di Matteo a Cernobbio.

Matteo,“ esordì incerta nel tono, “mi ha invitata a Cernobbio in occasione del meeting organizzato dal suo studio professionale”.

Fece una breve pausa, riprendendo a esporre la questione con più sicurezza. “Come sai, detesto partecipare a cene e pranzi ufficiali, perché non mi sento a mio agio. Però capisco che è l’occasione giusta per presentarmi in modo ufficiale. Sono incerta se accettare oppure no. Secondo te, come mi devo comportare?”.

Laura rifletté sul quesito, prima di rispondere, soppesando i pro e i contro. “Penso che tu faccia bene ad accettare”.

Secondo lei era l’occasione giusta per capire le reali intenzioni di Matteo, che potevano essere serie oppure era una semplice infatuazione, un innamoramento passeggero.

Sarai nel suo mondo” aggiunse. ”Potrai conoscere le persone, che dovrai frequentare, se la relazione si concretizza”.

Sofia non rispose ma continuò a mangiare in silenzio. Stava ragionando attorno a un’idea, che le era spuntata, mentre ascoltava la risposta di Laura. “Avrò una suite tutta per me” disse. “A parte pranzi e cene avrò nella giornata molto tempo libero. Se Matteo è d’accordo, potresti tenermi compagnia durante quel week end”.

Laura rimase con la posata a mezz’aria e la bocca semiaperta come se fosse diventata di sasso, perché non si aspettava minimamente una proposta del genere.

Hai perso la parola? “ chiese allegra Sofia.

No” rispose Laura basita, “ci riesco ancora, nonostante la sorpresa della proposta. Una splendida occasione per due giorni da sogno a Villa d’Este”.

Matteo stava progettando un fine settimana ricco di sorprese per tutti.

Nei giorni successivi al primo incontro con Laura Paolo aveva provato inutilmente a contattarla. Lei l’aveva attratto fin dal primo istante ma visto gli esiti dei contatti decise che era superfluo correrle dietro. ‘Sprecherei il mio tempo’ si disse. ‘Ho un grosso progetto di recupero edilizio da seguire. Non posso permettermi delle distrazioni. Specialmente con una donna che si dimostra refrattaria alle mie avance’.

Immerso nel lavoro si dimenticò di Laura, finché una sera di ottobre non arrivò una chiamata da Matteo.

Ciao,“ esordì allegro, “stai bene? E’ da tempo che non ci sentiamo. Impegnatissimo col tuo lavoro?”

Veramente sei tu che sei sparito dalla circolazione!” rispose Paolo. “Qualche uccellino mi ha sussurrato che sei finito in gabbia. E’ una gabbia dorata ma è pur sempre una gabbia”.

Ah! Ah! Quante malelingue ci sono!“ replicò ridendo Matteo. Secondo lui erano solo degli invidiosi perché aveva trovato un bel passerotto da coccolare. “Hai impegni stasera? Vorrei parlarti di un progetto per un fine settimana, che comprende anche Laura. Ti ricordi quella coi capelli rossi?”

Certo“ disse Paolo. “E chi riesce a dimenticarla! Si dà il caso che l’abbia messa tra le partite perse e non ho molte intenzioni di ripescarla di là”.

Lui non era riuscito a capire l’atteggiamento della ragazza e le motivazioni che l’avevano spinta a comportarsi così. Lei si era mostrata gentile e cortese ma distaccata e formale, come se avesse voluto deliberatamente tenerlo lontano. Non aveva legami sentimentali, a quanto gli risultava, perché si era informato su di lei con discrezione. Tuttavia si era negata in modo vistoso. Più di una volta si domandò se nell’unico incontro avuto avesse tenuto un comportamento da giustificare l’indifferenza di Laura. L’incontro con l’amico rappresentava l’occasione per chiarire i motivi per i quali il rapporto non era mai decollato.

Per stasera ho già un impegno” gli disse. “Domani sono libero. Non contare su di me per i tuoi week end sentimentali! Specialmente se è coinvolta Laura. Non si è mai degnata di rispondere alle mie telefonate”.

L’amico rimase stupito, perché era la prima volta che sentiva delle difficoltà di Paolo a mettersi in contatto con Laura.

Vedrò di raccogliere delle informazioni su di lei” disse Matteo. “A domani sera alle dieci alla Caffetteria del Corso”.

Matteo pensò a come affrontare il problema. Stabilì che non era il momento adatto per sviluppare una strategia, perché doveva concentrarsi sulle pratiche, che affollavano il tavolo. Comprese che Sofia sarebbe stata in grado di dargli tutte le risposte sulla freddezza di Laura. Lo fece all’ora di cena, perché lei non voleva essere disturbata da messaggi privati durante l’orario di lavoro. Aveva stabilito di mantenere separati i due mondi, quello professionale e quello privato.

Con abilità e delicatezza riuscì a ottenere da Sofia le informazioni che chiarivano i motivi dell’atteggiamento di Laura. Dalla relazione con Marco all’addio traumatico fino alla sera in cui si erano conosciuti.

La sera successiva i due amici, seduti a un tavolo, parlarono di quanto era riuscito a ottenere da Sofia. Il quadro era abbastanza preciso nelle linee generali. Tuttavia gli mancavano dei dettagli per sbloccare la situazione di stallo in cui erano caduti i rapporti tra lei e Paolo. Aggiunse che secondo Sofia l’ex era ritornato a Ferrara, dove abitava prima dell’università senza conoscerne i motivi.

É stato un duro colpo per Laura” disse Matteo. “Ancora oggi non ne è uscita completamente. Quella rottura la tormenta ancora”.

Ecco il motivo di tanta freddezza!” esclamò Paolo “L’amica pensa che possa esserci qualche speranza?”

Matteo scosse la testa. “Non lo so. La sera, nella quale le abbiamo conosciute, era la prima volta che usciva dopo l’addio. Secondo me era ancora sotto choc”.

Ho capito tutto. Non risolve il problema. Lo rende solo più chiaro” affermò con amarezza Paolo.

Ho una proposta” disse Matteo cambiando bruscamente argomento. “Un fine settimana in nostra compagnia e di Laura”

Non ci penso minimamente” replicò piccato Paolo. “Basta e avanza quella sera!”

Capisco” fece Matteo in ansia. “Potresti partecipare al pranzo di gala di chiusura”.

Osservò attentamente Paolo, prima di avanzare l’ultima proposta. “Posso mandarti l’invito?”

Mandamelo. Ma ci devo pensare” replicò Paolo. “Possiamo parlare di altri argomenti meno spinosi senza tornare su Laura, l’oggetto dei miei desideri, su week end pasticciati o su altre questioni amorose?”.

Matteo trasse un profondo respiro, perché Paolo non aveva chiuso le porte alle sue proposte. Forse tra qualche giorno avrebbe cambiato idea, accettando l’invito.

Chiuso l’argomento Laura, chiacchierarono sui loro progetti professionali, sullo sport e su altri argomenti.

Ringrazio, Cate

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Ringrazio Cate per avere pensato a me per questo Tag. L’ideatore non lo conosco ma fa nulla. L’importante è ringraziare chi ti ha nominato.
Cominciamo con le regole
1- Inserire il logo del TAG
2- Ringraziare chi ti ha nominato
3 – nominare 15 blog
4 – Condividere 7 cose che ti rappresentano.
Il punto 1 è assolto. Andrò in purgatorio
Il punto 2 è assolto. Mi avvicino al paradiso
Il punto 3 mi spedisce all’inferno. Se vale la nomina collettiva di tutti i miei fedeli e assidui lettori, allora mi scampo le pene dell’inferno.
Il punto 4 è tutto da ridere. Sette aspetti di me? Così pochi? Ma se sono sette, sette saranno.
1- AMO LEGGERE Sono un lettore compulsivo. Acquisto libri in continuazione e ho un arretrato di 400 – sì QUATTROCENTO – titoli da smaltire. Beh! vorrà dire che nell’eternità di un posto nell’aldilà non mi annoierò, perché ho tutto il tempo per smaltire le letture. Spero di non finire all’inferno, perché la carta brucia 😀
2- AMO GLI ANIMALI tutti proprio no ma gran parte sì. In casa gli animali sono banditi, perché dopo due cani morti non me la sento di prendere altri o altri animali. Mi affeziono troppo.
3- AMO SCRIVERE Vedo qualcuno che sorride. Che volete farci. E’ un hobby che mi piace. I risultati? Non mi interessano. Soddisfanno il mio ego.
4- AMO PIANTE E GIARDINO  dicono di me che ho il pollice verde. In effetti è vero. perché? Sto pitturando col verde 😀 Spiritoso? Forse sì. Però le mie piante sono longeve nove e dieci anni e sono sane e rigogliose. Il giardino lo curo con amore anche se mi costa fatica.
5- AMO ????? ho terminato l’ispirazione per gli ultimi tre sarà per la prossima volta

Una storia così anonima – parte trentesima

Les Auberiaux, 16 novembre 1307, primo albore – anno secondo di Clemente V

Pietro ha dormito vestito, tenendo sempre un occhio aperto. Ha sistemato dietro la porta una sedia con sopra una brocca d’acqua. ‘Se qualcuno tenta di entrare’ ragiona il frate ‘il fragore della brocca che cade mi sveglierà di sicuro’. Manca poco al primo albore quando viene destato da un fracasso infernale nel corridoio. Si chiede cosa stia succedendo. Porte che sbattono, passi concitati, parole confuse e irate, strepiti femminili. ‘É un buon momento che sgattaiolare via senza essere notato’ si dice, infilando il mantello e raccogliendo la sacca da viaggio già pronta dalla sera. Apre la porta e osserva un grosso assembramento di persone qualche piede di liprando più avanti. In silenzio infila le scale buie ed esce nella strada illuminata da una pallida luna. Non gli interessa cosa sia avvenuto nella locanda. ‘Non sono egoista’ pensa ‘ma devo mettere molta strada tra me e il mio angelo custode, se voglio raggiungere l’obiettivo. La presentazione di Maria al tempio è fra cinque giorni. Non conosco la strada e devo prestare molta attenzione a non smarrirmi’.

Raggiunto il maniscalco, dove ha lasciato il suo bardo, lo chiama, si fa aprire e lo ringrazia per avviarsi a lasciare il villaggio. Sommariamente si è fatto spiegare quale strada prendere. Fatte poche miglia, si ferma ai margini di un boschetto per le orazioni del mattino che non ha ancora recitato.

Locanda de I tre cervi, 15 novembre 1307, ora seconda – anno secondo di Clemente V

Come vi chiamate?” chiede Louis de Chevalier alla donna, che giace sotto di lui.

Agnes” risponde col respiro affannato per il peso dell’uomo.

Bel nome, Agnes” dice l’uomo, che non le concede tregua.

La donna trattiene a stento le lacrime. Non si diverte per nulla, sopraffatta dal dolore al basso ventre. É da diverse ore che subisce senza fiatare, senza emettere un lamento. ‘Pare che le sue risorse fisiche siano inesauribili’ pensa Agnes, che riflette a come mettere fine al supplizio. ‘Il mio Claude dopo una volta crolla addormentato. Questo no. Continua, continua come un martello sull’incudine’. I cinque denari d’argento sono al sicuro a casa. Insieme agli altri risparmi consentirà loro di andare a Poitiers per aprire una piccola attività. ‘Certo se riuscissi a mettere le mani sulle due monete d’argento, sarebbe meglio’ si dice. Rimpiange che il suo Claude non l’abbia fermata, quando ne ha parlato con lui della notte. Le sembra che l’uomo abbia rallentato e si stia spostando per riprendere fiato. Trattiene il respiro e si sposta leggermente. Il dolore è acuto.

Dove credete di andare?” esclama irato Louis, mentre la afferra saldamente. “La notte non è nemmeno cominciata”.

Agnes capisce che sarà difficile uscire integra dalla stanza. “Da nessuna parte” afferma docile “volevo svuotare la vescica che mi duole”.

L’uomo ride, mentre la penetra con violenza. “Tra un po’ la svuoterete. Ora la riempiremo per bene” esclama Louis, che scarica dentro di lei i suoi liquidi.

Ad Agnes scivola una lacrima di dolore e di rabbia. ‘Questo mostro sta abusando di me’ ragiona ‘senza sosta e ritegno’. Sopporta, stringe i denti, non si lascia scappare un lamento. Deve fingere, se vuole avere una chance per fuggire da Louis. Stremata, dolorante in ogni parte del corpo aspetta che l’alba si presenti per farlo. Manca poco al primo albore, quando l’uomo cade addormentato, stanco per la maratona notturna. La donna silenziosamente e con destrezza si sfila dal corpo del suo aguzzino seminudo. Infila la veste rimasta sul pavimento. A tentoni cerca la borsa coi soldi, che afferra saldamente. Apre la porta che cigola con violenza e si lancia nel corridoio buio.

Dove volete andare?” urla Louis, alzandosi dal letto. Inciampa nel pitale, che produce un frastuono incredibile. Spalanca la porta semi aperta e cerca di capire dove si è diretta dal rumore dei passi. “Sgualdrina. Ladra” urla, mentre rovina rumorosamente a terra, inciampando nei mutandoni non trattenuti dai legacci. Si aprono le porte delle altre camere. “Cosa succede?” grida un uomo. “Dov’è la ladra?” chiede un altro, mentre Louis faticosamente si rimette in piedi, tirando su le braghe. “Non lo so” risponde. “Mi ha derubato, prendendo il sacchetto dei denari”.

Che succede?” dice la locandiera, svegliata dal rumore delle urla degli ospiti. Regge un moccolo acceso per far luce, mentre si avvia verso le stanze del piano superiore.

Hanno derubato questo cavaliere” fa una voce nel buio. “Quale cavaliere?” domanda stupita la donna, che illumina debolmente il corridoio. “Questo” indica un altro uomo immerso nell’oscurità. La locandiera si avvicina a qualcuno che sta bestemmiando. Lui continua a urlare frasi sconnesse.

Siete voi il cavaliere derubato?” fa la donna alzando la bugia per rischiarare il viso della persona. Riconosce in quel viso la persona che ha trescato con Agnes nella sala da pranzo. ‘Ben vi sta!’ pensa la locandiera con una smorfia di disgusto.

Sì” risponde Louis. “Se mi fate luce, corro a prenderla”.

La donna si mette di fronte minacciosamente. ‘Lui sarà grande e grosso. Ma io so dove ha il punto debole’ ghigna silenziosa. “Intanto spiegatemi chi vi ha derubato” fa lei.

La vostra serva” risponde sgarbatamente l’uomo.

Come potete affermarlo?”

Era nella mia stanza” replica Louis infuriato, perché la donna gli sta facendo perdere tempo prezioso.

E come mai era lì?” chiede inflessibile la locandiera. ‘Quella sgualdrina farà poi i conti con me’ riflette.

Doveva farmi un certo servizio. Ma ora spostatevi che la vado ad agguantare” dice l’uomo, cercando scostarla.

La donna non si sposta. Con decisione toglie la sua mano dal braccio. “Voi da qui non vi muovete, se non rispondete con umiltà alle mie domande”.

Louis è interdetto. Per la prima volta una donna gli tiene testa e lo mette in difficoltà. “Cosa volete sapere?” sbotta irosamente. “L’ho pagata per tenermi compagnia durante la notte. E lei cosa fa? Mi deruba e scappa!”

Una sonora risata si ode alle spalle dell’uomo. L’ilarità pare contagiosa. “Volevate pagarla in natura” esclama un altro, suscitando un nuovo scoppio di risa sguaiate.

Agnes non è una donna di malaffare. É onesta e pulita. Tornate nella vostra stanza e raccogliete le vostre cose. Andatevene al diavolo” gli urla la locandiera, che si avvia verso la sua stanza, lasciando al buio gli uomini. ‘Quella zoccola è l’ultima volta che tresca coi clienti per arrotondare la paga’ ragiona con fredda e lucida ira la donna. ‘Domani la caccio via’.

Agnes, lasciata la locanda, si precipita nella sua abitazione. “Claude, svegliati. Vestiti e raccogliamo le nostre cose” dice la ragazza, che infila un una sacca tutto quello che è a portata di mano. “Dobbiamo andarcene dal villaggio. Subito”.

Perché?” domanda Claude, che sta prendendo i suoi oggetti. “É ancora notte”.

Non perdere tempo. Ti racconto tutto, mentre camminiamo” replica Agnes, che aggiunge alla borsa sottratta a Louis, i loro risparmi.

Dopo poco escono dal villaggio, dirigendosi a piedi verso Poitiers.

Louis de Chevalier, infuriato per essere stato derubato e scornato per la figura misera che ha fatto, si veste e raccoglie tutti i suoi oggetti e lascia la stanza.

Se mi aprite, me ne vado” urla rabbiosamente l’uomo.

Un attimo” dice una voce poco femminile. “Tempo di scendere”.

Louis non vuole rinunciare ai suoi denari. ‘Non erano molti, per fortuna’ si dice, mentre impaziente aspetta la locandiera. ‘Il grosso è cucito dentro il farsetto’.

Con calma la donna si presenta e si avviano alla porta di uscita, che trovano curiosamente aperta.

Dove abita questa Agnes?” chiede Louis con scortesia.

Non sono tenuta a dirvelo” replica seccamente la locandiera, che si chiede il motivo che la porta sia aperta. É sicura di averla chiusa per bene la sera precedente.

Bestemmiando, il cavaliere esce nel buio della notte e si guarda spaesato intorno. ‘Non so dove abiti quella lurida ladra, né a chi chiedere’ riflette. Mentre ragiona sul da farsi, ha una visione che lo lascia basito. Tra gli uomini che si sono precipitati fuori dalle loro camere non ha riconosciuto il frate che deve seguire. ‘Per Giove, quel malefico monaco mi è sgusciato ancora un volta tra le mani’ pensa adirato. ‘Ha colto l’occasione di quella baraonda per fuggire indisturbato’. Lo scorno è doppio. Una nuova figuraccia nei confronti del cardinale e l’umiliazione patita per colpa di una donna. ‘Quella Agnes ricorderà per tutta la vita il piacere che le ho dato’ si dice, ridendo amaro. ‘Quelle poche monete d’argento se le è guadagnate’. Cerca di orientarsi per raggiungere la stalla dove ha il cavallo. Tra poco l’alba illuminerà la strada. Poi si metterà sulle tracce di Pietro. Non gli importa nulla di Agnes e dei denari rubati.

Louis arriva alla stalla, dove ha ricoverato il suo cavallo. Bussa alla porta con violenza per farsi aprire. Il maniscalco si affaccia alla finestra. “Chi è l’insolente che mi butta giù dal letto?” domanda, mentre cerca di mascherare l’ira sul viso.

Aprite. Mi serve il mio cavallo” replica il cavaliere con la voce alterata dalla collera. “E fate in fretta, se non volete finire appeso a quest’albero”.

Il maniscalco, un uomo grande e grosso, avvezzo a picchiare sull’incudine, non ha timore di quel villano. Apre, mostrando la mano armata con una pinza di generose proporzioni. Louis si calma a quella vista. Sa che finirebbe male, se continua le intemperanze. Sellato il cavallo, si informa sul frate.

É passato un monaco a ritirare la sua cavalcatura?” chiede con tono più dimesso.

Sì” replica il maniscalco.

Sapete dov’è diretto?” fa Louis, che gli allunga un denaro d’argento nella speranza che risponda.

No. Ha pagato e se ne è andato” dice l’uomo, chiudendo il portone alle spalle del cavaliere.

‘É andato verso oriente oppure verso il meridione?’ ragiona, mentre arrivato al fiume lo attraversa, puntando verso est.

Terminate le orazioni, Pietro sprona al galoppo il bardo, seguendo le indicazioni del maniscalco. Prosegue a tentoni, facendo lunghe deviazioni per evitare città e grossi villaggi, che possono costituire un pericolo per lui. Passano i giorni, senza avere la percezione se Rhedae sia vicino oppure lontana. il 21 novembre arriva in prossimità dei primi contrafforti dei Pirenei. La zona è avvolta nella nebbia.

Non passava giorno – cap. 11

Buona sera a tutti. Eccomi di nuovo tra voi dopo una full immersion nel progetto che in pratica è arrivato in porto.
Tra qualche giorno vi darò notizia della sua fine e qualche altra indicazione utile.
Riprendo letture, commenti, risposte e in particolare riprendo la pubblicazione delle nuove puntate dei due romanzi, che sono su Orsobiaco e qui.
Comincio con la storia di laura, di marco e tanti altri che arriva al capitolo 11. Per leggerlo lo troverete qui,
La storia di Vanessa e Luca riprenderà presto.
Buona lettura e sogni d’oro.
 

Ringrazio Carla

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Rompo il fermo blog per un ringraziamento. Carla ha avuto la gentilezza di nominarmi per questo simpatico tag ideato da Dama col capello.
Riporto le solite regolette
Ringraziare chi nomina ed utilizzare il logo
Nominare 15 blog (non se stessi o chi vi ha nominati, lasciando spazio agli altri) ed avvertirli.
Scrivere un post per mostrare il premio
Raccontare, brevemente, com’è nato il proprio blog e dare dei consigli a chi si cimenta da poco.
La prima è stata assolta.
La seconda pure
La terza… nomino tutti indistintamente
La quarta è quello che leggete adesso.
La quinta  ci provo
Se parlo di WP, è storia recente -5 febbraio 2010 –  Di sicuro non sarei approdato qui se Splinder non avesse chiuso i battenti. Ma mia vita da blogger comincia il 15 gennaio 2007 su Windows Space Live che ho chiuso ne marzo dello stesso anno. Dopo un mese sono approdato su quell’isale felice che era Splinder e lì son rimasto fino alla sua chiusura.
Perché aprire un blog? Era un modo per dare sfogo alle mie manie di scrivere qualcosa, di pubblicare qualcosa che avevo ritrovato dopo molti anni: il quaderno delle poesie giovanili. Un inizio timido, quasi silenzioso per capire gli umori di chi aveva avuto il gentile pensiero di leggere le mie schifezze. Poi, come si dice, l’appetito vien mangiando e ho fatto il salto di qualità. Scrivere racconti brevi, lunghi e romanzi a puntate. Non mi giudico. Lasdcio questo compito agli altri. Non sarei il migliore giudice, anzi tutt’altro.
Preferisco il clima ovattato del blog a quello concitato e rumorso dei social, da cui giro al largo.
Consigli? No. Suggerimenti? Sì. Sii sempre te stesso, senza cercare il Like ma usando la forza delle idee. Non importa se qualcuno le contesta. Difendele se le trovi coerenti con te stesso.
E adesso torno al mio silenzio.
A presto, spero
 

Nuovo post su Caffè letterario.

Questo è un reblog manuale, perché quello automatico è scomparso. Su Caffè Letterario c’è un nuo post. Un altro racconto che parla dei nostri giorni. Buona lettura.
O.T. comunicato di servizio.
Per le prossime due o tre settimane sono costretto a rallentare le mie attività di lettura, commento e risposte ai vari blog amici. Non assicuro di commentare, al massimo un ‘mi piace’ lo posso mettere. Per quanto riguarda il mio sono ancora indeciso se pubblicare una nuova puntata della storia di Vanessa e Luca, e quella di Marco e Laura. Perché? Se pubblico e qualcuno commenta mi piace rispondere per non apparire maleducato. Quindi ci penso. La pausa? Ho in mente un paio di progetti e per realizzaqrli mi serve tempo. Tutto qui.

non passava giorno – cap. 10

foto personale
foto personale

Laura non aveva nessuna intenzione di cominciare una nuova storia. Quella con Marco era finita in malo modo. Era stata una delusione cocente, che aveva lasciato una ferita profonda. Doveva metabolizzare la rottura improvvisa senza spiegazioni. Doveva analizzare gli aspetti, che non avevano funzionato nel loro rapporto, e le motivazioni, che lo avevano fatto sparire dalla sua esistenza. Adesso all’orizzonte era apparso Paolo, che aveva mostrato senza tanti giri di parole un interesse verso di lei.

Decise di cancellare dai suoi pensieri entrambi. Si concentrò su un unico obiettivo senza altre distrazioni: il suo futuro professionale. ‘Per i problemi del cuore c’è tempo’ si disse. ‘Possono aspettare’. Puntò tutta la sua attenzione sulle offerte ricevute, spedì altri curricula. Era alla ricerca di un posto in grado di soddisfarla professionalmente oltre che economicamente. Sul tavolo c’erano diverse proposte in attesa di essere visionate. Non aveva nessuna fretta, perché non aveva problemi finanziari impellenti. Tuttavia desiderava affrancarsi il prima possibile, come aveva fatto Sofia.

Nelle due settimane successive fece molti colloqui al termine dei quali ridusse la scelta fra tre offerte, che aveva trovato interessanti. Prima di prendere una qualsiasi decisione, si concesse una settimana di vacanza in montagna. Il clima era ancora mite e soleggiato. Le giornate erano sufficientemente lunghe. Rimaneva solo la scelta della la località.

Laura amava la montagna con i suoi silenzi, i suoi profumi, i suoi rumori, la trovava più rilassante del mare, che fino a diciotto anni aveva dovuto subire per seguire i genitori sulla Riviera ligure. Era un rito, che tutti i milanesi doc eseguivano nel mese di agosto. Quel mese lei l’avrebbe voluto cancellare dal calendario. Lo odiava. Non sopportava le grida dei bambini, i corpi seminudi, spesso orribili a vedersi, il miscuglio di odori sgradevoli e la sabbia che s’insinuava ovunque.

A diciotto anni si ribellò e decise di non partire con loro. “Se mi date quanto spendete per me, vado in montagna con Sofia e ci rivediamo a casa”. Da quel momento il mese di agosto era trascorso in montagna con l’amica, esplorando anno dopo anno varie località alpine. Il rito agostano proseguì anche dopo avere conosciuto Marco. Lui preferiva tornare a Ferrara. Quel periodo, libero da esami, rappresentò un distacco benefico tra loro e servì a rinsaldare il loro legame.

‘Potrebbe essere il turno della Valtellina, Bormio’ si disse, dopo avere esaminato diverse località. Era una vallata bellissima con il parco dello Stelvio, a portata di mano. Un’occasione per conoscere un angolo di Lombardia, che non conosceva. Senza prenotare partì, sicura di trovare una camera di suo gradimento.

Il viaggio fu un disastro tra strettoie, lavori in corso e deviazioni. Raggiunto Bormio, parcheggiò nella centralissima Via Roma.

Girò a piedi alla ricerca di un hotel. ‘Settembre non è certamente un periodo del tutto esaurito’ pensò. ‘Quindi mi posso permettere di scegliere quello che più mi aggrada’. Camminò nel paese col naso all’insù, valutando con cura alberghi e pensioni. Mentre era impegnata nella selezione, si sentì rinascere. La stanchezza era stata cancellata, le tensioni interne si erano stemperate. Dopo il lungo passeggiare per le vie e le discrete domande poste a passanti optò per l’hotel Posta.

L’esterno appariva moderno. Nascondeva al suo interno una gradita sorpresa: erano stati conservati molti particolari della vecchia struttura, quando nell’ottocento era il posto di scambio dei cavalli. La stanza assegnata era accogliente e aveva servizi eccellenti. ‘É un hotel di prim’ordine’ si disse compiaciuta per la scelta.

Un tempo clemente e soleggiato, abbastanza insolito in montagna nel mese di settembre, allietò il suo soggiorno. La settimana letteralmente volò. Laura si rigenerò tra passeggiate solitarie nei boschi ed escursioni nei dintorni. Prima di cena frequentò le terme, dove la tonificante cascata termale le diede un’ebbrezza mai provata. Si sentì rinascere. Era un’altra persona, quando distesa e rinfrancata riprese la strada per Milano.

Al rientro ebbe chiaro quale offerta avrebbe scelto. Il ricordo di Marco pian piano sbiadiva, anche se rimaneva vivo nel subconscio. La mente non era più un alveare impazzito, dove i pensieri entravano e uscivano vorticosamente. ‘É stata la vacanza che mi serviva’ si disse.

Contattò l’azienda prescelta per l’ultimo e definitivo colloquio. Era una società di rilievo, che produceva linee merceologiche diversificate. Assunta come assistente del product manager per gli articoli da montagna, inizialmente si sarebbe occupata della gestione dei prodotti per rilevare inefficienze e sprechi e per ottimizzare il loro ciclo di produttivo. Dal 10 ottobre avrebbe preso servizio per iniziare una vita diversa da quella vissuta fino a quel momento.

L’ingresso nel mondo del lavoro avvenne per Laura dalla porta principale. Aveva un ufficio luminoso tutto per lei, accanto a quello del diretto superiore. Trattata con deferenza, come se fosse una personaggio importante, Laura ricambiò con l’impegno quotidiano. Fin da subito fu apprezzata per la cordialità, la gentilezza e il sorriso sincero.

Il lavoro impegnativo, la concentrazione sulle mansioni ricevute fecero impallidire il ricordo di Marco e dimenticare la delusione subita. Psicologicamente si sentiva meglio ma la ferita era lungi dall’essere cicatrizzata. Era sufficiente un ricordo o un pensiero per farla sanguinare.

Diversi corteggiatori cercarono di fare breccia nel suo cuore senza successo. Non si sentiva pronta a una relazione stabile.

Erano passate diverse settimane da quella sera di inizio settembre, quando Matteo con tono guardingo esplorò la possibilità di farsi accompagnare da Sofia il 10 novembre a Cernobbio.

Tutti gli anni il suo studio organizzava il primo o il secondo week end di novembre nella prestigiosa Villa d’Este un meeting forum sulla gestione dell’azienda e sulle normative. Quest’anno il tema verteva sulle novità fiscali, introdotte dagli ultimi provvedimenti governativi, e si teneva nel secondo fine settimana del mese. Lo studio lo realizzava per una clientela selezionata. Convegno dopo convegno aveva avuto un successo crescente sia per i temi trattati che per il prestigio della sede prescelta.

Se avesse accettato, avrebbe messo a tacere le malignità che aveva dovuto sopportare negli anni passati. Era un modo per presentarla ufficialmente come la sua ragazza. ‘Un fine settimana con Sofia’ pensò ‘sarebbe stupendo’. Tuttavia conosceva la sua avversione verso questo tipo di mondanità. Per strapparle il consenso doveva agire con molta discrezione e diplomazia. Quindi decise di affrontare l’argomento con tono distaccato e noncurante, partendo da lontano.

Conosci Cernobbio?” le domandò, mentre prendevano un aperitivo in Galleria Vittorio Emanuele.

No” rispose asciutta Sofia. Fu incuriosita dalla strana domanda ma allo stesso tempo era diffidente. ‘Matteo non parla mai a vanvera’ pensò. ‘Dove vuole parare?’

Il ragazzo fece una pausa, come se fosse rimasto soddisfatto dalla risposta.

Non hai mai visto Villa d’Este?” riprese dopo aver addentato un tramezzino. “Quel posto che a settembre per una settimana è al centro del mondo finanziario e politico. Pieno di vip, di capi di stato, di politici influenti”.

Sofia non comprendeva l’obiettivo di Matteo con quelle domande. Rimase in silenzio ma attenta a quello che voleva dirle.

Il mio studio programma da diversi anni a Villa d’Este un meeting per una clientela selezionata” disse il ragazzo con tono distaccato.

La ragazza arricciò il naso. ‘Cosa m’interessa sapere quali eventi organizza il suo studio?’ si disse, acuendo la percezione che presto avrebbe compreso il senso di quelle affermazioni.

Le spiegò come sarebbe stato molto impegnato nel ricevere e salutare i partecipanti, come dovesse presenziare a cene e pranzi, alle presentazioni e tavole rotonde e a tutto quello che ruotava intorno al forum. E concluse che sarebbe stata una fatica tipo quelle mitiche di Ercole e non certamente una passeggiata distensiva.

Sei impegnata il secondo week end di novembre?” le chiese, rompendo gli indugi.

Sofia si irrigidì, mettendosi sulla difensiva. Smise di mangiare le patatine, rimanendo in silenzio.

Si, lo so che non ami cene e pranzi ufficiali” fece Matteo, sorseggiando il suo drink.

Ma perché mi chiedi se sono libera tra due mesi?” domandò Sofia, che stava mettendo insieme i pezzi del puzzle.

Pensavo” proseguì sornione. “Visto che per tre giorni sarò indaffarato senza poterci vedere o quasi, se”. Fece una pausa strategica, aspettando la reazione della ragazza che tardava ad arrivare.

‘No, grazie’ pensò di rispondere di primo acchito. ‘Se non possiamo vederci pazienza, sarà per i giorni successivi’. Si morse la lingua, contò fino a dieci prima di replicare.

Immagino cosa avrai voluto dirmi” gli disse irritata. “Potevi risparmiarti quel lungo giro di parole, andando al concreto della proposta”.

Matteo colse l’occasione per portare l’affondo.

Semplicemente avevo pensato di prenotare una junior suite per te a Villa d’Este per il week end” fece con tono deciso. “Mentre sarò indaffarato coi partecipanti, tu puoi goderti i vantaggi dell’hotel. Dal parco al beauty center, al lago”. Secondo lui era una bella maniera per trascorrere qualche ora insieme durante le cene e nei ritagli di tempo libero. “Inoltre abbiamo tutta la domenica per noi. Cosa ne pensi?”

Sofia perplessa non si aspettava di trovarsi a prendere una decisione senza riflettere. “Mi dai un giorno di tempo per pensarci?” gli chiese.

Sofia, “ riprese con tono calmo e suadente, “anche due o tre giorni! Non c’è fretta. Prenditi tutto il tempo che vuoi per riflettere. Non voglio metterti ansia o forzarti la mano”.

Matteo rimase in silenzio, mentre guardò con intensità la ragazza, che adesso era visibilmente confusa, perché era stata presa in contropiede. ‘Ho corso troppo con la fantasia’ si disse, finendo l’aperitivo. ‘La capisco che non le va di stare con un branco di vecchi, che pensano solo a rimpinzarsi di tartine, pasticcini, caffè e altre cibarie’.

Ora non pensiamoci più” disse per chiudere il discorso e cambiare argomento.