Nuovo lunedì, nuovo gioco linguistico.

Elettasenso puntuale come un treno svizzero – ma sarà vero che in Svizzera i ritardi sono cancellati? – propone il gioco linguistico del lunedì, ormai diventato un appuntamento fisso.

Puzzone e il sottomura

Siamo in giugno e non poteva mancare l’acrostico.

Pronti e via.

Giugno

Giovanni il santo che sale,

Intensa è la luce del sole,

Umida la notte più corta dell’anno.

Grano maturo da falciare,

Nuove storie d’amore nascono

Odori profumati si spandono nell’aria.

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Gico del lunedì. La V

Come di consueto Elettasenso propone un gioco linguistico. Questa volta è il turno della V.

«Vergogna!» verbalizza Vincenzo Vigorito, vicecomandante dei vigili. Valter vide il volto viola del vigile. «Voglio venia» vocia. La voce va e viene.

La vittima della violenza vaga nel viottolo, vicino alla villa di Veronica. «Voglio vivere!» La vista vacua vacilla. «Vaffa, Valter!» Vacillante vagabondo va via.

Verdiana viene in vacanza per vagabondare. Vagheggia voli sulle vette tra valichi e vallate.

Vampiro violento viola la vergine volontaria.

Il vocabolario vale.

Vade.

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Con la G ma non solo.

Per il gioco linguistico del lunedì Elettasenso propone un tautogramma con la G impreziosito dal fatto che i lemmi cominciano con GA, GE, GI, GO, GU. Una bella impresa 😀 😀

Ecco quello che la mia mente contorta ha partorito.

Giriamo gaudenti per gioco gongolanti e gelosi. Gustiamo un gelido gelato nel giardino. Con giramenti garrenti e galanti genuflessioni in ginocchio gridiamo: giusta generosità per la gaffe. Giudiziosamente giudichiamo la gelosia un gesto goffo, generosa gaiezza per galateo. Una gabola galeotta gela Giovanni. Giacomo è un gaglioffo.

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Un anticipo di qualcosa che non c’è

Come avevo scritto nel post di qualche giorno fa, vi propongo unn piccolo stralcia di un romanza che non esiste ancora di Sara Tricoli. Un testo che mi ha tenuto impegnato per diversi giorni ma che merita di essere letto.

Acero roso Madre

Buona lettura

Sento le risate e le urla del gruppo di ragazzini che, poco distante da me, si tuffano dalla scogliera. Noto che c’è un trampolino che sporge e una scala attaccata alle rocce, per agevolare la risalita. Immagino sia stato predisposto appositamente per far divertire i bagnanti. Un uomo dirige i turni, indossa la tipica maglietta rossa con una scritta “STAFF” sulla schiena.

Guardo quei ragazzi per qualche minuto: sono in fila e aspettano impazienti di tuffarsi. Io non ricordo, ma devo averli osservati anche prima di addormentarmi perché li ho appena sognati. Ho viaggiato tutta la notte e sono frastornato, sento anche in bocca un gusto amaro, lo ignoro. Dubito di aver dormito molto, sicuramente per colpa delle loro urla che accompagnano ogni lancio nel vuoto.

Nonostante siano le cinque del mattino, la luce è già intensa. Sento una fitta all’occhio che è gonfio, regalino che mi ha lasciato il mio avversario, durante l’incontro dell’altra sera…

Torno a fissare senza troppo interesse i “tuffatori”, poi decido di provare a riposare quindi, mi lascio cadere sul lettino, quando qualcosa, o meglio qualcuno, cattura la mia attenzione. Ho chiuso gli occhi, ma la mia mente mi fa rivedere le immagini immagazzinate, come se fosse un replay.

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Oggi è di turno la R

Come ogni lunedì Elettasenso propone un gioco linguistico. Questa settimana è di turno un tautogramma con la R.

copertina romanzo inesistente

Remo remava, ricordando Renata. Rumore rognoso rimuove reminiscenze rabbiose. Ricordi riempiono refoli roventi, ricchi di ritratti recenti. Refrain di remi ritmano ragionamenti. Ritorna a riva raccolto.

Roberto ripara rubinetti rotti, rimediando riconoscimenti.

Ragazzi rincorrono rivoli. Rovesci rintronano cupi. Risorse rovinate rimangono ruderi rinsecchiti.

Raccomandiamo riguardo sulla razionalità della relazione: resta rozza.

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Oggi si gioca con la P

Elettasenso ci propone per il gioco del lunedì un tautogramma con la P.

Il gioco mi stimola a trovare e inventare qualcosa di sensato usando la sola P.

Ecco quello che la mia mente malata ha partorito.

Peccato perché Paolo prende paura per poco. Pensa alla partenza: paventa di perdere il posto. Prima di partire per Parigi, prenota la pensione. Potrebbe, perdinci, presentarsi al portiere, però preferisce perdere un poco per proteggersi.

A Pietro piace Paolo perché perfettino. Pietro, pasticcione per predisposizione, lo pareggia perfettamente.

Per poco perdono i posti, perché Pietro prende passaggi per piste.

Pacatamente Paolo perdona la papera di Pietro.

Paesaggi piacevoli, prospettive paradisiache.

Pronti per partenza. ‘Parigi, Place Pigalle, pazientate per poco’, pensa Paolo a prescindere dalla paura.

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