Il Borgo – Capitolo 55

Finalmente Lorenzo ottenne tutti i permessi per la costruzione di una passerella pedonale provvisoria e una teleferica per il trasporto del materiale.

Ci siamo coi permessi” disse il ragazzo telefonando il 3 maggio a Laura. “Possiamo cominciare a lavorare alla passerella e alla teleferica…”.

Ma per il Borgo?” domandò con la voce un po’ tremula per la paura che le risposte fossero negative.

Dobbiamo pazientare”.

Perché?”

Mancano un paio di visti…”.

Uffa!” protestò la ragazza. “Manca sempre un timbro. Quasi quasi scrivo un pezzo di fuoco sul Corriere dell’Appennino e sulla nostra pagina di Facebook!”

Calmati, Laura! Non essere precipitosa! Non creiamo attriti. Bisogna pazientare quando si tratta di firme e timbri. Comunque mi hanno assicurato che la sovraintendenza non dovrebbe impiegarci molto a darci il via libera. Parlano di un paio di settimane…”

Un paio di settimane?” esclamò, esplodendo per la rabbia.

Laura sentì bussare alla porta della camera.

Che vuoi, mamma?” disse irosamente.

Sentivo delle urla e pensavo…” rispose Emma serafica.

Sto parlando con Lorenzo…”.

Povero cristo!” replicò ironicamente la madre. “Sembra che tu lo stia spellando vivo. Va bene, vado”. E la donna si allontanò, dicendo con se stessa. «Chi sarà mai Lorenzo? Mattia ha già gettato la spugna? Mi sta preoccupando la figliola».

Laura respirò a fondo prima di riprendere la conversazione con Lorenzo.

Stavi dicendo?” disse, sbuffando per l’intromissione della madre, che l’aveva distolta dal filo del discorso..

Mancano due firme. Per la sovraintendenza non ci dovrebbero esserci sorprese. E infine la comunità montana. Qui la storia si complica…”.

Come si complica?” chiese la ragazza innervosita.

Sì, si complica un poco, perché sono in fase di riorganizzazione tra accorpamenti e rinnovate funzioni. Però mi hanno detto che tra due settimane il nuovo presidente firmerà a occhi chiusi”.

Quindi dal 15 maggio si può partire…” replicò speranzosa la ragazza.

Frena gli entusiasmi. Secondo la mia esperienza se ne parlerà per il 24 o 25 maggio, se tutto procede…”.

Ma siamo impazziti?” esclamò arrabbiata, interrompendolo.

Lorenzo finse di non aver sentito l’ultima esternazione, prima di riprendere a parlare.

Nel frattempo costruiamo passerella e installiamo la teleferica. Così possiamo spostare i materiali di scarto dal Borgo al greto del Santerno e possiamo cominciare a portare su quello che serve per partire”.

Mi sembra di impazzire! Sono passati tre mesi da quando è cominciato il bel tempo e non abbiamo combinato nulla!”

Ci dobbiamo organizzare. Senza passerella e teleferica è impossibile cominciare un qualsiasi lavoro. Poi dobbiamo trovare degli operai, dobbiamo procurarci il materiale necessario, dobbiamo…”.

Ho capito il messaggio, Lorenzo! Non dobbiamo fare un cazzo!” aggiunse la ragazza spazientita.

Non ti arrabbiare, Laura! Non serve a nulla. Ci troviamo venerdì 7 al campo base per discutere come suddividere i compiti tra noi. Ci pensi tu?” chiese Lorenzo per tagliare la telefonata, che si stava prolungando oltre il necessario.

D’accordo. Il 7 sera tutti al campo base!” rispose con un tono di dolorosa sofferenza.

Il venerdì sera dell’appuntamento al campo base arrivò il gruppo alla spicciolata sotto un cielo plumbeo carico di pioggia. Si sistemarono nella tenda più grande dopo aver acceso una stufetta a gas per riscaldare l’ambiente. L’umidità dell’aria e quella che saliva dal fiume era davvero pungente. Sull’esterno delle tende colava l’acqua come se piovesse.

Lorenzo assunse il controllo delle operazioni e cominciò a parlare.

Ragazzi…” cominciò con voce decisa per attirare l’attenzione di tutti che chiacchieravano tra loro.

Perché noi ragazze non contiamo un cazzo?” disse Teresa, determinata a far sentire la sua voce.

Lorenzo la guardò in cagnesco e riprese come se l’interruzione non fosse avvenuta.

Dicevo. Un paio di giorni fa abbiamo gettato le basi per la passerella pedonale provvisoria. Sarà tale fino al 31 ottobre prossimo, poi la dobbiamo smontare”.

Perché?” domandò Betta sorpresa dal monta e smonta del manufatto.

Semplice. L’ho già spiegato tempo fa ma lo ridico. Una struttura permanente avrebbe richiesto tempi molto lunghi e incerti per la sua approvazione, relativa costruzione e collaudo. Con una provvisoria i tempi si accorciano di parecchio e i costi pure”.

Prosegui” disse Matteo.

Per la teleferica analogo discorso. Abbiamo individuato le coordinate dove collocarla. La prossima settimana cominciamo la realizzazione. Tempi di esecuzione? Direi dalle due alle tre settimane. Speriamo, tempo permettendo di chiudere i cantieri per il 20 maggio”.

I ragazzi rimasero in silenzio per qualche minuto come se dovessero metabolizzare le informazioni.

Domande?” chiese Lorenzo senza ottenere risposte.

Ah! Mi stavo dimenticando una buona notizia. I comuni interessati al ponte distrutto sul Santerno mi hanno domandato la disponibilità a partecipare alla sua ricostruzione. Abbiamo detto di sì…”.

Allora la passerella è in sovrappiù?” domandò Laura.

No!” rispose ridendo. “”Tra delibere dei due comuni e richieste alle regioni Emilia Romagna e Toscana per avere i soldi, se tutto procede liscio, se ne parlerà la prossima primavera. E questo solo per avviare l’iter…”.

Ho capito! Ho capito!” disse la ragazza visibilmente insoddisfatta. “La passerella è indispensabile”.

Procediamo” riprese Lorenzo. “Mentre i lavori avanzano, noi possiamo lavorare al Borgo, preparando l’area dove mettere qualche tenda o casetta in legno per gli operai”.

Ma non ci lavoriamo noi?” domandò Alba.

Oddio, volendo sì! Ma quanto tempo possiamo dedicarci? Io solo sui week end e non sempre e voi?”

Qualche mormorio si levò dal gruppo.

A parte le due settimane di ferie, anch’io sono solo disponibile nei fine settimana” disse Giacomo.

Beh! Credo che siamo tutti messi nello stesso modo” ribadì Marco, che era rimasto in silenzio fino a quel momento.

Dunque dobbiamo trovare qualche muratore e un capomastro che li diriga dal lunedì al venerdì. Però…”.

Lorenzo fece una pausa calcolata per sottolineare quello che avrebbe aggiunto dopo.

Però cosa?” domandò una Laura nervosa.

Servono dei soldi per pagarli. Come facciamo?”

Il gelo calò tra loro.

E come faccio a procurare i soldi?” domandò ingenuamente Teresa.

Beh! Sei una bella ragazza…” affermò ironicamente Matteo, ridendo.

Solito maschilista sessista!” replicò adirata la ragazza. “Dicono che anche i bei ragazzi alti spopolano…”.

Calma, calma!” disse Lorenzo per bloccare quella sequenza di battute da caserma e proseguire nel discorso. “Di soldi ne servono abbastanza…”.

Quanti?” chiese Betta, che aveva ascoltato tutto senza mai intervenire.

Vediamo…” rispose il ragazzo, mentre mentalmente faceva un po’ di conti. “A occhio e croce direi circa tremila euro per un muratore e quattromila per il capomastro. In un mese per tre muratori e un capomastro servono all’incirca quindicimila euro…”.

Caspiterina!” esclamò fischiando Giacomo. “Quasi quasi faccio il muratore anziché l’ingegnere a 1400 euro al mese!”

L’uscita di Giacomo suscitò l’ilarità generale.

I muratori donna come si chiamano?” domandò Alba divertita.

Altre risate accompagnarono la domanda della ragazza. «Muratrice» disse uno. «Muratora» un altro e nuovi schiamazzi e sberleffi. «Ma ce l’hai il berrettino di carta o lo devi comprare?» chiese Eva. Ormai nessuno aveva più voglia di sentire le parole di Lorenzo.

Signore e signori” cominciò calcando sulla parola «Signore». “Vista la situazione ridanciana sono costretto ad aggiornare a domani il resto della mia relazione. La seduta è sospesa”.

Grazie, capo!” disse Matteo con tono serio. “Ora iniziano le danze”.

Perché si balla?” domandò con un filo di ingenuità Betta.

Sì” rispose Giacomo avvicinandosi con un inchino. “Mi concede l’onore di questo ballo?”

Ma non c’è la musica!” replicò la ragazza.

Come non c’è? Non senti? Tarantà, taratatà…”

Quando fai lo sciocco, sei adorabile!” gli disse, stringendosi a lui e baciandolo con ardore.

Tutti parlavano e ridevano, fuorché Laura che aveva un muso lungo, perché era stata tagliata fuori da tutte le discussioni della sera.

«Dove li troviamo tutti questi soldi?» si domandava seduta in un angolo della tenda.

C’è qualcosa che non va?” le chiese Mattia, cingendole le spalle.

No. Ma sì!”

Cosa ti preoccupa?”

Dove li troviamo quindicimila euro tutti i mesi per pagare i muratori?”

Cercheremo uno sponsor o un’impresa edile alla quale facciamo un po’ di pubblicità su Facebook e sul giornale al quale collabori”.

Ma credi che sia possibile?” domandò non troppo convinta.

Certamente! Ma ora non pensiamoci. Domani è un altro giorno” le rispose, baciandola.

Lorenzo scosse la testa, vedendoli allegri e senza pensieri. «Non sanno ancora quante altre mille difficoltà dovranno affrontare!» rifletté, avvicinandosi a Teresa.

Il clima era ormai mutato da serioso ad allegro. La notte si preannunciava lunga e lieta, mentre fuori la pioggia cadeva fitta.

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Il Borgo – Capitolo 54

Il gruppo si ritrovò nuovamente sabato 1 maggio per proseguire le operazioni di pulizia del Borgo dalle erbe e di numerazione delle pietre cadute. Marco, come aveva promesso arrivò con quattro tende nuove Igloo da 5 posti, cinque sedie da regista e un bel tavolo da picnic solido e sufficientemente grande.

Avrai speso una fortuna!” esclamò Laura felice, osservando il materiale scaricato.

Macché! Poco più di trecento euro. Quel mio amico è stato ben felice di disfarsene, perché più passava il tempo, più si deprezzavano” rispose un Marco sorridente.

Se ne ha delle altre, le possiamo acquistare usando la cassa” continuò la ragazza.

Gli sono rimaste una mezza dozzina di canadesi da due posti. Costano pochi spiccioli. Se volete, le fermo e le porto la prossima volta”.

Per me va bene. E tu, Betta, che dici?” le domandò Laura.

Nessun problema. Possono sempre servire per quando ci sarà qualche volontario nei week end” rispose con un sorriso.

E tu Matteo cosa ci hai portato?” domandò Giacomo curioso.

Un WC da campeggio, una doccia con relativo contenitore per l’acqua e un po’ di materiale per entrambi. Totale circa centottanta”.

Cosa abbiamo in cassa, Betta?” chiese Lorenzo.

Quasi un migliaio di euro, dai quali dobbiamo togliere la spesa di Matteo e la futura di Marco. Facendo un po’ di conti…” disse sommando e sottraendo entrate e uscite. “…Rimangono 780 euro e 40 centesimi”.

Mentre qualcuno va a comprare qualcosa per questi due giorni, gli altri falciano il prato, piantano le tende, sistemano i servizi. Così possono essere fruibili da subito” annunciò con piglio autoritario Laura.

In poco più di un’ora la radura presentava un bel colpo d’occhio. Le tende disposte a formare un cerchio con al centro tavoli e sedie. Il campo base acquistava sempre più la sensazione di una piccola cittadella.

Fatta una rapida colazione, il gruppo si diresse verso il Borgo, armato di rastrelli e forbici, due sacchi raccoglierba e tanta buona volontà. Ormai il passaggio sul ponte pericolante non rappresentava più un’incognita. Veniva affrontato allegramente, con naturalezza.

Si divisero in diverse squadre. Due si dedicarono alla numerazione delle pietre e l’altra a togliere erbacce. La domenica precedente erano state catalogati i sassi del muraglione a secco che cingeva il Borgo. Erano stati numerati e contrassegnati con un bel giallo con pazienza certosina, indicando con un bel uno da dove avevano cominciato. In questo week end proseguirono marcando di verde le pietre della rocca e di azzurro quelle della chiesa. Travi di legno, ormai marcite per le intemperie e corrose dai tarli, venivano trasportate in un punto esterno in attesa di decidere cosa farne.

Il gruppo, incaricato di estirpare le erbacce, riempirono in fretta i due sacchi raccoglierba, che vuotarono accanto al legname accatastato fuori dalle mura.

A mezzogiorno, dopo quasi tre ore di intenso lavoro, fecero una pausa e si ritrovarono nella radura antistante la rocca per uno spuntino veloce.

Sono sfinita! Non pensavo che fosse così faticoso” esclamò Teresa sudata come se avesse fatto una doccia, accasciandosi esausta sul prato.

Pure io” disse Lorenzo, sedendosi vicino a lei.

Gli altri si guardarono in viso, notando buffi sbaffi di nero e di verde sulla faccia e sulle braccia, e risero per come erano conciati.

Forza, ragazzi! Il rancio ci aspetta! Le chiacchiere? Le rimandiamo a dopo! Sono affamato” quasi urlò Matteo, mentre si puliva alla belle e meglio con delle salviette umide.

Terminato di mangiare, rimasero ancora seduti a oziare sotto il sole di maggio, che scaldava già. Avevano davanti a loro ancora un paio di ore di fatica.

Stavano chiacchierando allegramente, quando Laura gridò ”Sta arrivando!”

Chi?” domandò stupita Teresa, guardandosi intorno. “Non vedo nessuno. Ci siamo solo noi”.

Una grassa risata accompagnò la battuta, mentre Laura la guardava in cagnesco.

Chi vuoi che sia?” le domandò acida e incollerita.

Non saprei” replicò la ragazza per nulla intimorita.

Diede un alzata di spalle, riprendendo ad addentare il panino al formaggio, che aveva deciso di mangiare più tardi.

Mi domando…” stava cominciando col dire Laura, quando Mattia le tappò la bocca con un dito.

Facciamo silenzio. Ascoltiamo cosa ci deve dire” disse il ragazzo per chiudere l’accenno di baruffa polemica.

Benvenuti, ragazzi!” esordì il vecchio. “Il Borgo vi saluta e vi ringrazia, perché sta cambiando volto”.

Beh! Abbiamo fatto ben poco!” replicò la ragazza. “Un po’ di erbacce e raccolti sassi e mattoni”.

Teresa vicino a Lorenzo faticava a non ridere, sentendo solamente le parole di Laura, che pareva parlare da sola, perché non udiva nessun’altra voce.

Calmati” le sussurrò il ragazzo. “Non roviniamo l’atmosfera con risate e litigi”.

Sarà! Ma sento una voce sola”.

Per il momento dobbiamo limitarci solo a questo” disse la ragazza, rivolta al vecchio. “I fiorentini stanno mettendo i bastoni fra le ruote…”

Un breve tossicchiare interruppe il dialogo.

Non i fiorentini ma i capi di Fiorenzuola” la corresse Lorenzo.

Ancora loro?” domandò il vecchio, che si era seduto su un masso, contrassegnato col numero 124 in giallo.

Perché?” domandò curiosa la ragazza.

Perché? Non conoscete la storia di queste terre?”

No”.

Nel 1373 i fiorentini costruirono un castello fortificato, quello di Fiorenzuola, appena al di là del crinale. Qualche anno più tardi gli Ubaldini furono cacciati dal Mugello e da questi posti. Il Borgo, che dipendeva dalla chiesa di Sant’Ambrogio della Massa, nel territorio di Castel del Rio, dominato da una famiglia, gli Alidosi, decise di passare sotto Firenze per evitare nuovi conflitti. Questa è stata sempre una terra di confine, contesa fra i signori del Mugello e quelli della Romagna. Il Borgo era il Castrum Castiglioni, un luogo fortificato per difendere la vallata del Santerno. Noi ci sentivamo vicini agli imolesi, dal cui vescovo noi dipendevamo”.

Ma il cambio dal dominio degli Alidosi alla repubblica di Firenze, ebbe degli effetti benefici?” domandò la ragazza.

Beh!” cominciò a raccontare il vecchio, grattandosi la barba bianca. “Penso di no! Se prima era un baluardo difensivo della vallata del Santerno, poi perse importanza strategica anche se restava una direttrice di scambi commerciali di un certo interesse. Era all’incirca il 1390, quando Ser Bertrando da Mercatale, il podestà del Borgo, radunò i saggi per decidere il loro futuro. ‘Messeri’ esordì ‘dobbiamo scegliere cosa fare. Se restare alle dipendenze di Beltrando Alidosi, signore di Imola e della vallata del Santerno oppure passare sotto il gonfalone di Firenze. Voi cosa dite?’ La grande sala del consiglio rumoreggiò. Tutti parlavano e nessuno ascoltava. ‘Cosa ci guadagniamo?’ disse una voce sovrastando il rumore di molte altre persone. ‘ Nulla. Credo’. ‘Allora perché dovremmo decidere in tal senso?’ ‘Se non lo facciamo noi, spontaneamente, lo farà Messer Beltrando, che sta cercando la protezione di Firenze per salvare i suoi possedimenti’ replicò Ser Bertrando. Il brusio si placò come per incanto. ‘Dunque sta scritto da qualche parte che Castiglioncello diventerà parte integrante della repubblica fiorentina’ disse un vecchio alla destra del podestà. ‘Penso proprio di sì’. ‘Non possiamo fare nulla?’ ‘No, anche gli abitanti di Castel del Rio vorrebbero passare sotto il gonfalone gigliato, a quanto mi risulta. Ma messer Azzo, che ha il potere colà, non intende andarsene dalle terre che governa in nome del cugino, Beltrando’. Ancora un momento di sbandamento colse quel consesso, dove tutti parlavano uno sopra l’altro. ‘Voi cosa proponete?’ domandò un uomo dall’aria bellicosa. ‘Io lascerei che si compia il nostro destino senza fare nulla per ostacolarlo’ rispose”.

Il vecchio tacque pensieroso.

Come andò a finire?” domandò Laura.

Tacitamente finimmo sotto la giurisdizione di Fiorenzuola, come tuttora lo siamo. Ma lentamente l’oblio è calato su di noi”

Detto questo in silenzio se andò, così come era arrivato.

Il Borgo – Capitolo 53

Quando fuori il cielo cominciò a schiarire per il sorgere del sole, le ombre all’interno della canadese si fecero meno dense e più sfumate. Lorenzo, abituato a svegliarsi al canto del gallo a causa delle frequentazioni dei cantieri edili, ebbe la percezione di aver fatto un sogno durato una notte.

Gli sembrò di avere fatto all’amore con Teresa, o con una donna che le somigliava tremendamente, con un’intensità e un piacere che li avevano soddisfatti entrambi.

Quello, che in quel momento tra la veglia e il sonno percepiva come differente, era un aspetto che gli pareva inspiegabile.

«C’è qualcuno accanto a me, che non c’era ieri sera quando mi sono infilato nel sacco a pelo» rifletté confusamente.

Alle narici gli giungeva un effluvio di odori che erano un misto tra sudore muschiato e profumo di classe. Allungò una mano sentendo una cascata di capelli e proseguì nell’esplorazione di quel qualcosa che respirava tranquillo sul suo torace e che mugolava per nulla infastidito.

Di colpo si svegliò, passando dal torpore della semi incoscienza notturna alla veglia vigile.

«Dunque non è stato un sogno quel ricordo rimasto impresso nella mente ma una realtà tangibile» si disse, osservando il viso regolare della ragazza. «Era effettivamente Teresa la donna con la quale ho fatto all’amore. Ma quando è venuta? Non ricordo il momento».

Mentre era intento in questi ragionamenti e considerazioni, Lorenzo udì che il campo si sta risvegliando lentamente. Parole appena sussurrate, uno scalpiccio di piedi sull’erba bagnata, cerniere che si abbassavano e tende che si aprivano. Poi udì una esclamazione di sorpresa.

Dov’è finita Teresa?” disse una voce femminile che non riuscì a identificare.

Perché?” domandò un ragazzo, che Lorenzo associò a Marco.

La tenda è vuota come se fosse sparita nel nulla!” esclamò sorpresa la medesima ragazza di prima.

Forse è andata a fare un giretto col sorgere del sole”.

Ma manca pure lo zaino e il sacco a pelo” insistette quasi petulante.

Lorenzo ascoltava in silenzio, ridendo in maniera non percettibile. Immaginava la sorpresa che avrebbero avuto, quando li avrebbero visti uscire insieme dalla tenda.

«Dove volete che sia finita?» si disse, cercando di non svegliare Teresa.

Uh! Quanto siete ingenui” dichiarò solenne una voce nuova che gli sembrò Mattia. “Mi sa che non sia andata troppo lontana da qui”.

Diverse ombre si addossarono alla tenda come se volessero violare la sua intimità.

Lorenzo coprì al meglio la ragazza, in modo che non fosse visibile a un osservatore attento.

Tante storie ieri sera dove e con chi dormire! Poi si è infilata di soppiatto nel sacco a pelo di Lorenzo. Povera santarellina!” disse acidamente la voce inconfondibile di Laura.

«Cosa te ne frega?» rispose mentalmente il ragazzo. «Capisco che ti sia antipatica ma tuttavia…»

Interruppe il flusso dei ragionamenti, perché Teresa si stava svegliando.

Buon giorno” le sussurrò in un orecchio, facendola sussultare.

Ciao” rispose come si vergognasse di essere nuda sopra di lui.

E’ tempo di alzarci. Sono tutti svegli e in movimento”.

Uffa! Mi vergogno a uscire” disse arrossendo.

Ci teniamo per mano”.

Ma non cambia nulla!”

Voglio guardare in faccia chi avrà il coraggio di esternare qualsiasi cosa” replicò Lorenzo con decisione.

E va bene” rispose a malincuore.

Si vestirono in silenzio e mano nella mano emersero dalla canadese. Qualche sguardo ironico, qualche sorriso e molta indifferenza salutarono la loro apparizione.

Visto?” le disse mentre si sistemavano per la colazione.

Dormito bene?” le chiese Laura con un sorrisino per nulla amichevole.

Perfettamente. Meglio che a casa” replicò Lorenzo, togliendo dagli impicci Teresa.

Ci credo”.

E tu?” domandò a Laura, stringendo la mano alla compagna.

Come un ghiro!” gli rispose, sorpresa dalla domanda.

Un coro di risate sancì la fine delle ostilità.

Finita la colazione, saliamo al Borgo. Cominciamo a estirpare le erbacce e numerare le pietre” disse Giacomo per riportare la conversazione su un terreno meno minato.

Alba, stretta fra le braccia di Matteo, osservava Teresa per cogliere qualche indizio. Tutto puntava a pensare che avesse trascorso una notte niente male. I capelli scarmigliati, i lineamenti del viso rilassati, un lieve sorriso, che increspava le labbra, facevano intuire che la compagnia di Lorenza era stata più che piacevole.

«Ieri sera ha fatto un sacco di storie. Per un pelo non dovevo condividere il sacco a pelo con lei. Poi cheta, cheta si è infilata in quello di Lorenzo. Se non la conoscessi bene direi che è una puttana» rifletté Alba per nulla disposta a perdonarla.

Ma siamo attrezzati per cominciare a ripulire e numerare le pietre?” domandò Marco, al quale quel lavoro manuale non andava molto a genio.

Certamente” replicò Giacomo, agitando dei grossi pennarelli colorati.

Bene” ammise a malincuore Marco. “Prima cominciamo, meglio è”.

Finita la colazione, in fila indiana salirono al Borgo.

//

Il Borgo – Capitolo 52

Quella Teresa è una vera rompicoglioni” esternò ad alta voce Laura, mentre i sei ragazzi si preparavano per la notte.

Modera il tono” rimbeccò Mattia. “Ti sentono fino a Imola”.

Sempre pronto a difenderla!” replicò adirata la ragazza.

Calma, ragazzi! Se volete litigare andate in macchina o in riva al Santerno. Col fresco potete schiarirvi meglio le idee” sbottò Marco. “Di discussioni ne ho ascoltate troppe oggi”.

Laura non voleva demordere dal dire quello, che pensava di Teresa e Mattia, e borbottò qualcosa di poco intellegibile.

Mattia non replicò per non alimentare nuove polemiche e sorridente sistemò il sacco a pelo e gli zaini nella loro stanza, perché ragionava esattamente come Marco.

La prossima volta recupero un paio di tende Igloo da un amico che ha chiuso il negozio. Ne aveva una decina a prezzi stracciati. Gli erano rimaste invendute dopo la chiusura” disse Marco, mentre si spogliava.

C’è ancora qualcosa in cassa” affermò Betta, che aveva ascoltato il dialogo in silenzio.

Ma no! Conservali per qualcosa di più urgente. Questi li omaggio io” replicò il ragazzo.

Cosa vendeva?” domandò Laura.

Articoli sportivi. Un peccato la chiusura ma lavorare in perdita non piace a nessuno. Non so se sia rimasto altro materiale che possa interessarci. Glielo domando e poi ne discutiamo”.

Dopo aver detto questo scoppiò a ridere.

Sempre discussioni!” aggiunse sogghignando.

Si spengono le luci” annunciò Mattia. “Tutti in silenzio”.

Dopo qualche minuto di assoluto silenzio si udì un brusio da dove Laura e Mattia si erano sistemati.

E va bene. Sono d’accordo che Teresa sia una vera rompiballe. Non va mai bene niente. Ha sempre qualcosa da ridire…” cominciò sussurrando il ragazzo.

Però ti fa gli occhi dolci e tu le tieni bordone” replicò asciutta la ragazza, moderando il tono a esile sussurro.

Ma che dici!” rispose veemente, mettendosi su un fianco.

Cosa avete fatto nelle oltre due ore che siete stati via nel pomeriggio?” gli domandò gelosa. “Una sveltina? Tanto è sabato e il traffico è un’ottima copertura”.

E dove?” le rispose adirato.

In macchina, in un prato, a casa tua…”.

Quando tieni questi atteggiamenti non mi piaci per nulla” disse Mattia innervosito. “E poi…”.

Poi cosa?” lo incalzò Laura, decisa a chiarire una volta per tutte che lui era di sua esclusiva proprietà.

Silenzio dal loggione. E’ il momento del silenzio!” risuonò una voce poco distante.

Mattia colse l’occasione per chiudere il discorso. L’abbracciò con calore, sussurrandole “Mi piaci, così come sei, con i tuoi pregi e difetti, anche se a volte sei insopportabile”.

Cominciò a baciarla teneramente sul collo, mentre le mani scivolavano leggere sul corpo. La tensione in Laura si sciolse a poco a poco mentre si abbandonò tra le sue braccia, cercando di trattenere i gemiti di passione.

Mentre Laura e Mattia bisticciavano per poi fare la pace, Betta e Giacomo, teneramente abbracciati, commentavano gli ultimi avvenimenti.

Teresa dovrebbe essere allontanata” sostenne il ragazzo. “Crea troppa tensione”.

E come?” gli domandò la ragazza. “La cacciamo a pedate, dicendole che è una rompicazzi?”

Hai ragione. E’ stato un errore accettarla nel gruppo. Ma col senno del poi…”.

Dormiamo e non pensiamoci più” disse Betta, ponendo le sue labbra su quelle di Giacomo. Un tenero e dolce bacio suggellò il silenzio.

Matteo e Alba, dopo essersi spogliati a vicenda, spensero la torcia e si rifugiarono nel sacco a pelo.

Hai freddo?” le domandò premuroso il ragazzo.

Ci sei tu a scaldarmi” ridacchiò la ragazza.

Mi piaci. In verità fin dal primo momento sei riuscita a colpirmi. Sei single oppure…”.

Credi che sarei qui con te, nuda, se avessi un ragazzo che mi aspetta da qualche parte?” ribatté Alba indispettita.

Non volevo mettere in dubbio il tuo stato. Le mie parole sono state veramente inopportune” rispose contrito Matteo.

No, no! Nessun ragazzo all’orizzonte. Solo te”.

Un sospiro uscì dalle labbra del ragazzo, mentre la ragazza riprese a parlare.

Se stasera non fossi riuscita a stare con te, difficilmente avrei dormito. Ti desideravo troppo” aggiunse stringendosi a lui.

Bene. Basta chiacchiere. Per quelle abbiamo tempo. Dedichiamoci a noi”.

Spenta la torcia, nel buio si udivano solo sospiri, gemiti di piacere e piccoli gridolini di passione.

Lorenzo si addormentò quasi subito dopo una breve riflessione su Teresa.

«Non credo che possa piacermi. Non è male come ragazza ma mi sembra troppo infantile nei comportamenti. Se ora venisse qui non saprei come reagirei».

Come se avesse intuito i pensieri del ragazzo, Teresa pensò di aver tenuto un atteggiamento indisponente.

«E’ vero che Laura mi sembra una strega che ha fatto un incantesimo su Mattia. Ma non posso farci nulla. Sicuramente Lorenzo non è il ragazzo che ho sognato di incontrare ma credo che avrei dovuto tenere una posizione meno rigida di preclusione. Questo non significa che avrei dovuto dargliela obbligatoriamente, anche se sarebbe stato assai probabile di sì».

Provò a sistemarsi ma non riusciva a prendere sonno. Aveva paura. Suoni e rumori inconsueti la riempivano di terrore e immaginava che qualcuno si introducesse nella tenda a violentarla. Dopo un tempo che le apparve lunghissimo, decise di traslocare da Lorenzo. Preso il sacco a pelo e le sue cose, nel buio sotto il cielo stellato si avvicinò all’ingresso della tenda.

Lorenzo” sussurrò, sperando che fosse sveglio. Dall’interno si udiva il respiro regolare di chi dormiva profondamente. Aperta la chiusura, entrò decisamente con tutto quello che aveva, sdraiandosi accanto al ragazzo, che l’abbracciò.

Che bugiardo! Fingeva di dormire! Ma preferisco così piuttosto che stare da sola nell’altra tenda” si disse sorridendo, accettando l’abbraccio.

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Il Borgo – Capitolo 51

Dopo il pasto serale e le relative chiacchiere a mezzanotte si presentò il problema di come sistemarsi per la notte. Le tende erano solo quattro e le ipotetiche coppie cinque. Dunque due coppie avrebbero dovuto condividere la medesima tenda.

Betta e Giacomo, Laura e Mattia si accordarono di usare la tenda da sei posti letto con tre stanze. A Marco e Eva toccò l’altra tenda grande con due stanze. Rimaneva il nodo delle due ragazze, che avrebbero dovuto condividere gli spazi con Lorenzo e Matteo, e le sistemazioni nelle due canadesi.

Non se ne era parlato esplicitamente, perché si era preferito affrontare la questione in maniera indiretta. Era un argomento delicato e nessuno si arrogava il diritto di imporre loro di dormire coi ragazzi, anche perché non erano note le loro preferenze in modo esplicito.

Alba non avrebbe avuto nessuna remora di stare con Matteo in una delle due canadesi. In più di una occasione aveva mostrato il suo gradimento verso il ragazzo.

«Mi farebbe piacere dormire accanto a Matteo ma … Teresa cosa pensa di fare?» si domandò, senza avere il coraggio di dichiararlo chiaramente.

Teresa per contro mise il broncio, quando si affrontò l’argomento come sistemarsi per la notte.

«Alba mi ha confessato che gradisce la presenza di Matteo. Con Lorenzo, però, proprio non mi va di averlo accanto. E’ inutile. Non mi attira. Se fosse Mattia… sarebbe un’altra musica ma non è possibile. Con Lorenzo proprio no. Mi spiace per Alba ma… si dovrà adattare alla mia presenza».

Mentre calava un silenzio carico di tensione, Teresa uscì allo scoperto.

Io dormo in una delle due canadesi” esordì, gelando le aspettative dell’amica e gettando nello sconforto gli altri.

Matteo comprese che era irrealistico il pensiero di far coppia con Alba e disse con tono neutro per evitare ulteriori parole imbarazzanti: “Io e Lorenzo occupiamo l’altra”.

Lorenzo rimase in silenzio, senza far sentire la propria voce, perché alla fine Teresa non lo interessava più di tanto.

La ragazza si rilassò, perché era scampato il pericolo Lorenzo e accennò a un debole sorriso d’intesa sulla soluzione proposta.

«Tutto sommato, Matteo» pensò. «Si è dimostrato intelligente e intuitivo».

Alba rimase muta, giurando a se stessa che gliela avrebbe fatta pagare. «Come?» rifletté con amarezza. «La vendetta va consumata a freddo»

L’aria allegra di poco prima si era tramutata in gelo, perché le tre coppie non si erano aspettate una decisione così drastica che non ammetteva appello.

Marco, che aveva notato lo sguardo complice tra Matteo e Alba, provò a mediare per trovare un compromesso soddisfacente per tutti.

Lorenzo, c’è una stanza nella nostra tenda. Potresti tenerci compagnia”.

Ti ringrazio” disse con tono deluso, anche se Teresa non gli stava troppo simpatica. “Non voglio rompere la vostra intimità con la mia presenza. Dividerò la canadese con Matteo. Mi pare la soluzione ideale”.

Nessun disturbo. Anzi ci farebbe piacere. Vero Eva?” rispose, volgendo il capo verso la compagna.

Concordo con Marco. Nessun problema al riguardo” disse diplomaticamente la ragazza, che avrebbe preferito qualcosa di diverso dalla prospettiva proposta.

No, no! Siete molto gentili entrambi. L’offerta è generosa ma mi sentirei in imbarazzo condividere lo spazio con voi” replicò Lorenzo con un tono che non ammetteva repliche.

Alba continuava a tacere, innervosita e furibonda con Teresa, nella speranza di un aggiustamento della situazione al momento assai improbabile.

Betta lanciò uno sguardo d’intesa verso Giacomo che annuì per incoraggiarla a esprimere l’idea che le era venuta in mente.

Eva e Marco possono sistemarsi nella terza stanza della nostra tenda. Così Matteo e Alba…” fece una pausa per calcare il riferimento ai nomi dei due ragazzi e per conferire un senso alle parole che stava pronunciando. “…possono occupare la tenda lasciata libera. Lorenzo dorme in una delle due canadesi e Teresa nell’altra”.

Laura stava per replicare incollerita ma fu fermata da un bacio di Mattia, che le tappò la bocca.

Voi cosa dite?” domandò Marco a Laura e Mattia per accertarsi della loro reale volontà di ospitarli.

Per noi va benissimo. Anzi ci fa piacere. Pensavamo proprio a questa soluzione, quando Betta ci ha bruciato sul tempo” replicò il ragazzo, che stringeva con forza la compagna per rabbonirla e impedirle di esternare tutto il suo malumore.

Gli occhi di Laura fiammeggiavano e avrebbero incenerita Teresa all’istante, se fosse stato possibile.

«Quella piccola strega riesce a rompere le palle in ogni situazione» rifletté amaramente. «Mattia pagherà anche queste parole. Per il momento facciamo buon viso a cattiva sorte».

Bene. Abbiamo risolto l’argomento notte. Noi sei dormiremo insieme. Alba e Matteo nell’altra tenda grande. Lorenzo e Teresa si prendono una canadese a testa. E adesso tutti a nanna! Domani ci aspettano altre fatiche” esclamò sorridente Marco, abbracciando Eva, mentre andavano a recuperare i loro bagagli.

Teresa masticò amaro, perché non era la soluzione che aveva ipotizzato. Anzi non le garbava per nulla.

«Mi hanno spiazzata e messa in un cantuccio. Ora cambiare idea non è più possibile. Però ho fatto un bello sgarbo a Laura» si disse come per trasformare una sconfitta in una ipotetica vittoria. «Certo che mi ritrovo isolata e non è bello. Devo trovare il modo più elegante per uscire dall’angolo nel quale mi sono cacciata con le mie mani».

Alba, che era rimasta in silenzio col viso scuro senza mai intervenire, si avvicinò a Matteo, che la strinse a sé.

Noi abbiamo parlato, parlato senza chiedere a Alba se la sistemazione trovata è di suo gradimento” disse Matteo, rompendo una momentanea pausa nella discussione.

Se non ho detto nulla, significa che sono d’accordo. Chi tace, acconsente, dice un detto” rispose senza titubanze la ragazza.

Bene” concluse Marco. “Prepariamoci per la notte”.

//

Il Borgo – Capitolo 50

Laura si aggirava come un leone in gabbia, perché Mattia tardava ad arrivare.

Sono passate due ore da quando è partito” esplose con voce alterata dalla gelosia, osservando l’orologio.

Avrà trovato traffico. Oggi è sabato” cercò di rabbonirla inutilmente Betta.

Chissà dove si è imboscato, quel bugiardo traditore” continuò, muovendosi a scatti e guardando la strada di accesso.

Era visibilmente inquieta e non celava l’ansia e la gelosia. Rimase in disparte dal resto del gruppo, mentre gli occhi non perdevano per un istante dall’osservare il tratto visibile dello stradello che da Moraduccio conduceva al parcheggio.

Gli altri ragazzi, dopo aver messo i paletti che contrassegnavano l’area occupata, si concessero una pausa con un caffè e una brioche, aspettando l’arrivo del rasaerba.

Lorenzo e Matteo avevano lavorato al ponte, rendendolo più sicuro e stabile rispetto la volta precedente.

Certamente portare del materiale al di là del Santerno attraverso questa passerella è un’impresa assai rischiosa. Ma il passaggio delle persone è stato reso più sicuro” affermò Lorenzo, mentre sorseggiava una tazza di caffè.

Il lavoro mi ha messo appetito” gli rispose Matteo, che aveva accanto a sé Alba.

Vedo che sai destreggiarti bene con sega e martello. Dove hai imparato?”

Quando si lavora nei campi, si deve imparare a fare tutto. Sistemare una staccionata o piantare dei filari di sostegno sono operazioni, non dico quotidiane ma assai frequenti”.

I due ragazzi stavano conversando sottovoce, quando Laura gridò: “Stanno arrivando!”

Tutti si voltarono verso lo stradello, osservando la Golf di Mattia che scendeva lentamente verso di loro.

Te la sei presa comoda” lo aggredì Laura agitata e adirata, non appena si fu fermato.

Pensavo di fare prima” replicò risentito il ragazzo, infastidito dal tono. “Non ho messo nel conto che oggi è sabato e i centri commerciali sono presi d’assalto”.

Uno sguardo assassino della ragazza fulminò prima Teresa, che avvampò d’ira, e poi Mattia, che rimase sereno.

Bene. Ora al lavoro per montare il rasaerba e cominciare a tagliare l’erba. Non sarà un ‘impresa facile” disse il ragazzo.

I quattro ragazzi in meno di mezz’ora lo resero operativo e a turno cominciarono il taglio. In poco meno di due ore falciarono un’ampia porzione del prato, accumulando sull’area di parcheggio una bella montagna di erba residuo dello sfalcio.

Non possiamo pensare di lasciarla lì” disse Matteo, indicando il cumulo. “Tra un giorno o due col sole ci sarebbe una puzza da non resistere, per non parlare degli insetti che attirerebbe”.

Mi pare” esordì titubante Giacomo. “Mi pare che in paese ci sia un cassonetto per l’erba. Se ricordo bene, con un paio di viaggi si smaltisce tutta”.

Il ricordo era esatto e, usando il contenitore del rasaerba per il trasporto, smaltirono il prodotto del taglio del prato con quattro o cinque viaggi.

All’una e mezza completarono l’operazione di smaltimento dell’erba, mentre nel frattempo Laura aveva preparato il tavolo da picnic, sul quale Betta mise le bevande e i panini, preparati da Alba e Teresa. Erano tutti affamati e leggermente stanchi, quando finalmente si sedettero chi sul prato chi sulle sedie.

Dovremo fare la lista di quello che ci serve per la prossima volta” disse Mattia, sdraiato sull’erba con un bicchiere di vino e un panino al formaggio in mano.

Ora pensa a mangiare. A pancia piena si ragiona meglio” lo rimbeccò Laura, che non aveva smesso un attimo di brontolare la sua collera verso il ragazzo.

Erano al caffè, che avevano riscaldato sul fornello, quando arrivarono Eva e Marco.

Giusti in tempo per caffè e grappino” esclamò Lorenzo, abbracciandoli.

C’è rimasto qualcosa o avete spazzato via tutto?” chiese Marco, dopo aver salutato i ragazzi con una calorosa stretta di mano e le ragazze con un bacio sulla guancia.

Non avete fatto nulla finora e pretendete pure di mangiare a sbaffo” lo rimbrottò Laura.

Beh! Abbiamo trasportato un po’ di materiale. Non è sufficiente?”

Per questa volta siete perdonati” gli rispose con un falso tono di rimprovero. “Ci sono panini e formaggio. Birra e vino. Vi basta?”

Sì” rispose Marco.

Una mezz’ora di relax e di chiacchiere trascorse prima che Laura non riprendesse in mano la bacchetta del comando per ricordare cosa c’era ancora da fare.

La ricreazione è finita. Ora tutti al lavoro per montare le tende e sistemare dispensa e sacchi a pelo”.

I dieci ragazzi, dopo aver individuato la localizzazione migliore dove sistemare le tende, le eressero a regola d’arte.

Venne scelta una disposizione a semicircolo, dove al centro misero tavolo e sedie da picnic. Scavarono intorno una canaletta dove far defluire le acque di eventuali piogge per evitare allagamenti. Erano quasi le sei, quando finirono tutti i lavori per approntare il campo che li avrebbe ospitati nelle prossime settimane.

Dobbiamo fare la lista di quello che ci necessita per rendere confortevole il soggiorno” esordì Lorenzo, subito bloccato da Betta.

Calma, ci sono rimasti solo 191 euro e 40 centesimi. Dopo le spese di oggi”.

Facciamo un’altra donazione di 50 euro per rimpinguare la cassa” replicò Matteo.

Uffa” esclamò Teresa, sbuffando. “Ancora soldi e fatica!”

Se hai la pipì, dove la vai a fare? In mezzo al prato?” le domandò ironicamente Mattia.

La ragazza diventò rossa prima di sbottare. “Adesso mi scappa…”

La c’è un cespuglio… Non ti guardiamo mentre la fai” le suggerì ridendo Matteo. “Se però acquistiamo un WC da campeggio, non avresti questo problema. Poi l’ultima volta non ci sono stati mugugni per lavarsi? Una doccia da campeggio servirebbe per soddisfare anche questa esigenza. Attrezziamo un’area per i servizi, chiusa e protetta da sguardi indiscreti”.

Ma quanto costeranno?” chiese Betta allarmata dai pochi soldi in cassa.

Non ne ho la più pallida idea” rispose Matteo.

Si potrebbero noleggiare quelle toilette, che usiamo nei cantieri…” intervenne Lorenzo.

Quanto costa il noleggio? Secondo me più che attrezzarsi con WC e doccia da campeggio”.

Un brusio accompagnò queste ultime affermazioni, prima che Laura intervenisse di nuovo.

Chi si prende l’impegno di verificare costi e disponibilità?”

Io” rispose Matteo. “Lunedì faccio una ricerca sul web e poi a stretto giro di mail vi mando un prospetto coi tutti i costi e caratteristiche tecniche”.

Però le risorse sono scarse, se non pensiamo a una seconda donazione. Non possiamo fare affidamento sul DONATE, che porterebbe si e no qualche spicciolo” concluse Betta.

Chi si oppone a un nuovo versamento di 50€” riprese Matteo. “La maggioranza vince”.

Si guardò in giro prima di riprendere a parlare.

Chi si oppone, alzi la mano sinistra”

Se alzo la destra, vale lo stesso?” chiese ironicamente Marco.

Non facciamo gli spiritosi” ribatté il ragazzo. “Dunque nessuno alza la mano?”

Tutti rimasero in silenzio.

Per verifica chiedo di alzare la destra per chi è favorevole al nuovo versamento”.

Dieci mani si sollevarono.

Bene per dieci a zero vince il Sì” annunciò con solennità Matteo. “Accantonato questo argomento. Passiamo al prossimo”.

Le discussioni proseguirono animate fino all’ora di cena, quando furono messi da parte tutti i problemi e dedicarsi a qualcosa di più ameno.

//

Il Borgo – Capitolo 49

Tutti furono d’accordo di tassarsi di 50€ per creare un piccolo fondo cassa per le prime incombenze burocratiche. Matteo ottene i permessi dal comune, mentre un abitante di Moraduccio, proprietario del terreno confinante, concesse un’ampia area in affitto per la simbolica cifra di un euro al mese.

Ragazzi” disse l’uomo, stringendo la mano a Matteo. “Voi fate un gran bel lavoro e ci mettete tanto impegno senza chiedere nulla. Io per contro mi evito di falciare il prato. Tanto il foraggio ricavato lo devo regalare. Nel periodo delle piogge va sott’acqua, almeno voi lo potete usare per uno scopo che merita attenzione e rispetto”.

Il ‘DONATE’ su Facebook fece lievitare la cassa, lasciando incredula Laura, che era scettica sul buon cuore dei frequentatori della pagina.

Sei sicura, Betta?” le domandò sabato 24 aprile, mentre si recavano a Moraduccio per recintare l’area.

Dubiti? Pensi che glieli abbia messi io? In due giorni abbiamo raccolto 126€! Un bel risultato, non ti pare?”

Se me lo raccontavano, non ci avrei creduto. Dunque più di seicento euro in cassa” esclamò contenta Laura.

Calma! Ci sono state delle uscite per pagare i permessi e comprare un po’ di materiale per oggi” la gelò Betta. “Il saldo è di 420,34€ a tutt’oggi. Speriamo in altre donazioni in questo week end”.

Alba e Teresa ascoltavano in silenzio il dialogo, mentre Giacomo guidava con prudenza verso Imola, dove li aspettavano Mattia e Matteo. Eva e Marco sarebbero arrivati nel pomeriggio, portando con loro una tenda Ferrino da 6 posti e due canadesi da 3. Queste insieme a quella che portavano Giacomo e le ragazze sarebbero servite per creare il nucleo di base del campo iniziale.

Si trovarono poco fuori Imola all’inizio della strada Montanara, dove i ragazzi si ridistribuirono sulle due macchine. Fecero una sosta per una veloce colazione nel bar di Castel del Rio, dove il barista riconobbe Betta.

Vedo che sei venuta con i tuoi amici” le disse sorridendo. “Consumi qui o …”.

La ragazza sorrise, perché non pensava che si ricordasse di lei.

Il caffè lo prendiamo qui” si affrettò a dire Matteo, memore dell’ultimo incidente diplomatico di qualche settimana prima.

A Betta il sorriso si trasformò in una franca risata alla battuta del ragazzo, mentre Giacomo le cingeva le spalle.

Che ne dite di portarci con noi questo thermos di caffè e di tè per il pomeriggio?” domandò col sorriso sulle labbra.

Buona idea” rispose pronto Mattia. “Sicuramente sarà migliore di quello che facciamo noi”.

Matteo storse il naso al pensiero di bere del caffè appena fuori dal freddo.

Non ti preoccupare” lo rassicurò Giacomo. “Abbiamo un fornello da campeggio per riscaldarlo”.

Mentre i ragazzi dibattevano la questione caffè, Laura in silenzio aveva acquistato un vassoio di paste e una torta secca. Oggi si festeggiava per l’avvio tanto aspettato e sospirato del progetto.

Per le cibarie propongo di fermarci a Moraduccio nel negozio di alimentari. Ha ottimi salumi e formaggi” disse Giacomo senza sollevare obiezioni. “E poi è stata così cortese l’ultima volta che merita di aver un incremento delle vendite”.

Dopo la sosta nell’alimentare, i ragazzi arrivarono finalmente al parcheggio sul greto del Santerno, dove li stava aspettando Lorenzo da circa mezz’ora.

L’avete presa comoda” li rimproverò il ragazzo.

Guarda cosa abbiamo per te” gli disse Laura, mostrando il vassoio e il thermos del caffè.

Per questa volta siete perdonati” replicò ridendo. “Mancano Eva e Marco. Hanno fatto cabot?”

No, no!” rispose Betta. “Arrivano nel pomeriggio”.

Bene! Abbiamo poltrito a sufficienza. Ora tutti a testa bassa a lavorare!”

Sei un negriero!” lo rimproverò Teresa, che aveva riacquistato l’uso della parola.

A me la frusta!” esclamò serio Lorenzo. “Dieci frustate per chi batte la fiacca”.

Alba osservò il prato e arricciò il naso.

«Con l’erba così alta io di certo non ci entro».

L’erba del prato è alta quanto me!” continuò, facendo notare il problema.

Cresci ancora un po’” rispose divertito Matteo.

Non posso”.

Tutti risero fuorché Alba. Poi convennero che in effetti la radura aveva la necessità di un buon sfalcio, prima di diventare usabile.

Il tuo amico di Moraduccio ci ha mollato un pacco” disse Mattia rivolgendosi a Matteo. “Ce la dà gratis ma pretende che siamo noi a tagliare l’erba”.

Poche chiacchiere” disse decisa Laura. “Cosa proponete?”

Trovare un rasaerba o meglio un trattorino e falciare il prato” replicò serafico Giacomo.

Tutti, fuorché Mattia, si guardarono intorno alla ricerca di questi strumenti che non vedevano. Stavano già domandandosi come fare, quando il ragazzo cominciò a parlare.

Mi pare di ricordare che da OBI c’erano dei rasaerba in offerta. Propongo di fare un salto a Imola per acquistarne uno. Ci serve oggi ma ci sarà utile anche nei prossimi mesi. Speriamo che ce ne siano ancora. Chi mi fa compagnia?”

Io” rispose pronta Teresa, bruciando sul tempo Laura.

I due ragazzi fecero rotta sul Centro commerciale La Scala di Imola per acquistare l’attrezzatura per tagliare l’erba del prato.

Laura masticò amaro, giurando vendetta.

Lorenzo con Matteo si diresse verso il ponte per sistemare al meglio le assi pericolanti. Gli altri ragazzi cominciarono a recintare l’area, in attesa del rientro di Mattia.

Il Borgo – Capitolo 48

Lorenzo, tornato a Firenze, preparò il progetto per una passerella pedonale provvisoria e una teleferica per il trasporto dei materiali da inviare con urgenza al comune di Fiorenzuola per avere un’approvazione in tempi rapidi.

Nei due week end successivi il gruppo si impegnò a ripristinare il piazzale di parcheggio e a rendere più stabile il ponte di legno che scavalcava il Santerno in maniera da rendere più sicuro l’attraversamento.

Il 21 aprile del 2010, una data che ricordava la fondazione di Roma, Lorenzo telefonò a Laura alle nove del mattino.

Grandi notizie!” disse prima di qualsiasi altra cosa.

Cosa?” chiese la ragazza.

Possiamo costruire la passerella e la teleferica. Unico obbligo è smontare il tutto entro il 31 ottobre. Però ci consentono nel 2011 di rifare lo stesso giro”.

Non si potrebbe lasciare tutto lì” domandò delusa Laura.

No. Essendo provvisorio il tutto, l’iter è più veloce come i collaudi. Se vogliamo cominciare a lavorare al recupero è la soluzione ottimale”.

Del resto non si sa nulla?”

Sì, anche lì notizie positive. Il percorso burocratico delle carte è praticamente finito. Deve essere portato in consiglio per la delibera definitiva…”.

Ma a cosa serve?” chiese un po’ scocciata.

Per evitare rogne o attacchi delle minoranze” replicò infastidito Lorenzo. “Penso di cominciare i lavori tra due giorni. Tempo una settimana e tutto sarà pronto per il collaudo. Diciamo che il 7 o 8 maggio possiamo aprire il cantiere, salvo intoppi…”.

Uffa! Vorrei cominciare domani”.

Sarebbe bello ma i tempi tecnici sono questi”.

Ma sono tre settimane sprecate” affermò arrabbiata Laura.

Lo so ma dovrai pazientare” replicò calmo il ragazzo.

Ma come riempiremo questo buco?” domandò la ragazza delusa e spazientita.

Col trasporto del materiale. Chiediamo al comune di Castel del Rio il permesso di occupare parte del piazzale”.

Mi sembra di impazzire! Corri di qua, corri di là. Permessi, scartoffie, autorizzazioni. Non si finisce mai!”.

Laura, devi farci il callo” concluse ridendo Lorenzo. “Ora ti saluto. Tu attivati per il resto”.

Ciao, Lore. A presto”.

Era metà mattina, quando Laura al termine della telefonata con Lorenzo contattò Mattia e Matteo per sapere se uno dei due si dedicava ai permessi in terra emiliana.

Mattia” disse con una vocina poco rassicurante.

Stai male?” le chiese il ragazzo preoccupato.

No!” replicò assumendo il solito tono decisionista. “Servono i permessi per occupare parte dell’area di parcheggio…”.

Non capisco, Laura” la interruppe Mattia. “Che permessi?”

Non ci capisco nulla con le scartoffie. Lorenzo ha parlato di permessi…”

Il ragazzo rimase in silenzio senza rispondere, riflettendo se era il caso di parlare con Lorenzo. «Laura mi sembra inaffidabile» ragionò. Un lampo squarciò le nubi nella sua testa.

Dovrei interessarmi per avere dal comune di Castel del Rio i permessi per occupare parte del suolo del parcheggio. Giusto?”

Adesso era Laura a tacere, perché della richiesta di Lorenza non aveva compreso bene la funzione ma preferì fingere di sapere.

Sì!” rispose, riacquistando la voce. “Proprio così”.

D’accordo. Telefono in comune per chiedere che documenti devo preparare e quanto ci costa”.

Perché vogliono dei soldi?” domandò stupita ma anche impaurita. Finora alla parte economica non ci aveva pensato ma se c’era da spendere, sarebbe stato un bel guaio.

Certamente! Mica te lo danno gratis!” esclamò Mattia.

Ma non ho soldi!”

Apriamo un ‘DONATE’ sulla fan page di Facebook, chiedendo un piccolo obolo” disse il ragazzo. “Strano che non ci abbiamo pensato prima. Dobbiamo aprire una cassa dove versare le donazioni”.

Ma pensi che qualcuno ci caschi?” domandò incredula.

Basta provarci!” rispose ridendo. “Hai un account di PayPal?”

PayPal?” replicò stranita. “Che roba è?”

Troppo complicato da spiegarti. Ci vediamo stasera alla solita pizzeria Pulcinella con Giacomo per discutere della faccenda soldi”.

Che sia opportuno che contatti anche Matteo?” gli chiese Laura.

Buona idea. Se potesse esserci anche lui, sarebbe il benvenuto. Ma ora ti devo lasciare. Il mio capo sta lanciando messaggi poco rassicuranti. A stasera. Ciao”

La ragazza cercava di riafferrare i lembi del discorso, perché c’era qualcosa che pareva che le fosse sfuggito, quando udì la voce della madre.

Chi erano?” le chiese.

Uffa, mamma!” disse sbuffando. “Sempre a origliare…”.

No, no!” si affrettò a rispondere sorniona. “Sento squillare in continuazione il telefono… Allora mi chiedevo chi potesse essere…”.

Veramente ho ricevuto solo una telefonata” replicò piccata.

Ma poi ne hai fatte delle altre” precisò la madre.

Uffi! Ho chiamato…” e si interruppe.

Chi?”

Mattia. Sei soddisfatta?” le disse per chiudere il discorso e per chiamare Matteo. “Ora devo farne delle altre urgenti”.

Matteo, interpellato, le disse che era disponibile a venire a Bologna per le sette e mezzo per discutere della cassa del gruppo. Poi andò in cucina dalla madre.

Mamma, stasera mangio fuori” le disse.

Con chi?”

Ma coi soliti, uffa. Sempre a domandare e ficcanasare!”

Alle sette e trenta puntuali si ritrovarono davanti alla pizzeria Laura e Betta, Mattia, Giacomo e Matteo.

Tra un boccone di pizza e un sorso di birra decisero di aprire un account PayPal per le donazioni su Facebook e nominarono Betta gestore del conto. Matteo il giorno dopo avrebbe richiesto i permessi e il sabato successivo avrebbero preso contatto coi proprietari dei terreni vicino al Santerno per affittare un’area dove costruire il campo base.

Il progetto prendeva forma.

Il Borgo – Capitolo 47

Laura guardava l’ingresso come se percepisse l’arrivo di una persona conosciuta e attesa da tempo. Aggrottò le sopracciglia, storse la bocca e parlò.

E’ invecchiato il Borgo” disse, rivolgendosi a Mattia, come se fossero solo loro due fermi davanti all’arco che immetteva nella cittadella.

Non mi sembra” affermò il ragazzo, mentendo. «Non vedo e non sento nulla. Solo il verso di un uccello che non conosco. Ma no posso gridarlo ai quattro venti. Devo stare al gioco» rifletté mentre aspettava che la ragazza proseguisse.

Ha delle rughe più profonde sul viso e gli occhi hanno perso lucidità” proseguì come ispirata. “Ci fa segno di entrare”.

Mentre Laura diceva ad alta voce queste parole, Teresa ridacchiando bisbigliò nell’orecchio di Alba.

E’ via di testa”.

Povero Mattia” replicò l’amica.

Lorenzo osservò con occhio professionale lo stato delle mura esterne e scosse il capo.

Rispetto alla foto di settembre sembra che le condizioni del Borgo si siano deteriorate e non di poco. Rimetterlo in sesto sarà più laborioso di quanto preventivato ma si può fare” disse rivolgendosi a Matteo che era fermo al suo fianco.

Non me ne intendo ma mi fido della tua esperienza in materia. I miei occhi scorgono solo muri rovinati e tante erbacce”.

Vedi bene, amico mio!”

Betta e Giacomo parevano disinteressati a quello che dicevano gli altri, continuarono a parlare di loro, a cercare di chiarire gli ultimi dissapori.

Marco sorrise nell’ascoltare le parole della ragazza.

Laura ha cominciato il suo show. Parla col Borgo come se fosse una persona in carne e ossa” sussurrò a Eva, che scosse il capo in segno di rimprovero.

Ragazzi” disse Laura, girandosi verso il gruppo fermo dietro di lei. “Il Borgo ci invita a entrare. Siamo i benvenuti”.

Con passo deciso si avviò verso l’ingresso.

Il gruppo la seguì in silenzio, che era rotto dal fischio del vento tra le rovine.

Mentre con cautela aggiravano nuovi cumuli di pietre e di legno marcio, Alba bisbigliò alcune parole alla compagna, che stava accanto a lei.

Mi pare di percepire dei suoni, come se qualcuno parlasse. Provo strane sensazioni tra questi muri diroccati. Sembra quasi che mi osservino”.

Teresa la guardò sorpresa.

«Sembra una malattia contagiosa. Quella pazza parla come se il Borgo fosse una persona reale. Questa qui avverte delle strampalate impressioni» ragionò prima di rispondere.

Sei sicura?” le chiese col tono di chi dubita delle facoltà mentali di una persona.

Certissima” rispose sicura.

Io non sento niente. Solo il sibilo del vento, il fischio di un uccello sconosciuto e i nostri passi. Per il resto vedo solo pietre ricoperte di muschio e tante erbe cresciute selvatiche tra i ruderi. L’unico odore è di muffa, di stantio e di marcio” concluse scuotendo il capo.

Alba sollevò le spalle come segno di disappunto e rimase in silenzio senza replicare.

Arrivati nello spiazzo più largo davanti al castello, Laura con un segno della mano fermò il gruppo, che si dispose alle sue spalle.

Ci vuole raccontare qualcosa” disse la ragazza, invitandoli a tacere.

Benvenuti, ragazzi” esordì il Borgo, facendo segno di disporsi in circolo.

Non tutti capirono l’invito, che la ragazza ripeté.

Teresa faticava a rimanere seria, mentre Alba pareva rapita, persa in un altro mondo.

Betta s’era chetata e si stringeva a Giacomo, anche se la sua mente vagava altrove.

Voglio raccontarvi una storia, non più vecchia di cinquant’anni fa. A quell’epoca il Borgo era ancora abitato da poche persone, ormai vecchie che non desideravano allontanarsi dalle loro case”.

Un colpo di tosse interruppe la narrazione, come per richiamare l’attenzione di alcuni, che parevano presenti solo fisicamente.

C’era una persona anziana di oltre settant’anni che viveva sola nella casa alle mie spalle”.

Alba allungò il collo per inquadrarla ma immediatamente riprese ad ascoltare il Borgo.

Diceva sempre che, finché respirava, lei sarebbe rimasta lì, anche se fosse rimasta l’unica e l’ultima abitante di questo posto. Si chiamava Ersilia… Ersilia Morelli. Era piccola, fragile come il vetro ma lo spirito era forte come la roccia. Era l’agosto del 1960 e dal comune di Fiorenzuola arrivò l’ordine di abbandonare la frazione entro il mese di settembre. Molti si disperarono e piansero al pensiero di lasciare le loro case. Qualcuno radunò le misere cose che possedeva, le caricò su un carretto e si trasferì a Moraduccio, la borgata che si intravede in basso. Altri resistettero e promisero battaglia…”.

Laura pensò all’imponenza delle rovine e all’apparente resistenza del luogo allo stato di incuria, nonostante gli oltre cinquant’anni di abbandono. Per un attimo smise di seguire il racconto del vecchio che descriveva come gli ultimi abitanti se ne fossero andati

Rivide quegli istanti sotto lo sguardo dell’impavida sentinella della chiesa, ormai ridotta a un cumulo di macerie. Con la vista, che scrutava le antiche dimore, che apparivano con gli interni ormai quasi tutti crollati, la sensazione di assoluto squallore svaniva e subentravano fantastiche immagini degli antichi abitanti. Questi erano all’opera a sormontare pietre su pietre, a curvare gli archi per ricostruire le loro abitazioni. Tuttavia le bastava girare con lo sguardo intorno e si accorgeva che il futuro di questi antichi e quasi magici edifici era lì, davanti a lei, inesorabilmente impresso su quei sassi che per tanti anni avevano dato rifugio e certezze agli uomini che vi avevano abitato.

Questi pensieri alimentarono dentro di lei il furore di cominciare da subito a rimuovere pietre e recuperare quegli spazi senza ulteriori attese.

Mentre era immersa in queste riflessioni, Teresa la osservava e scuoteva il capo.

«Ci vuol far credere che una mitica figura stia parlando a noi. Ma non si vede e non si ode nulla, a parte i nostri respiri e il sibilo del vento. Pare come se fosse preda di allucinazioni sotto gli effetti di una potente droga. Eppure non dà l’impressione di essere una tossica. Ha suggestionato pure Alba».

Mattia si osservò intorno e scrutò i visi dei compagni. Salvo un paio che parevano assorti nell’ascoltare, il resto mostrava sul volto scetticismo e una specie di insofferenza.

«Io stesso sono scettico e non riesco a percepire nulla. Quindi comprendo chi lo mostra in maniera palese. Fingo di ascoltare ma non posso mostrare la mia impazienza, perché voglio evitare nuovi litigi».

Il 30 settembre arrivarono i carabinieri per convincere gli ultimi a partire. Solo Ersilia rimase ferma nella sua decisione. A nulla valsero le blandizie del brigadiere, né le minacce del delegato comunale. ‘Io resto qui. Piuttosto muoio tra queste quattro mura ma non mi trasferirò mai altrove’ disse battagliera. Tonino con le lacrime sul viso portò fuori dall’uscio le poche cose che possedeva. ‘Sono pronto? Disse senza voltarsi in dietro. ‘Peppe” apostrofò il brigadiere volgendosi verso l’appuntato. ‘Raccogli quelle valigie e mettile sulla campagnola’. L’uomo si mosse incerto verso il fuoristrada dei carabinieri per seguire gli ultimi ricordi. ‘Signora’ proseguì il militare. ‘Faccia la brava. Non può restare qui. Il sindaco ha disposto lo sgombero del paese. Non mi costringa…’. Ersilia lo guardo con gli occhi fiammeggianti. ‘Da qui non mi muovo’ replicò decisa e risoluta a mettere in atto i suoi propositi. ‘Signora, non mi costringa a usare la forza. E’ meglio per entrambi’ disse con tono dolce e fermo il brigadiere. ‘Qui sono nata e qui voglio morire’. A uno a uno anche gli altri seguirono l’esempio di Tonino e a capo chino raggiunsero le campagnole dei carabinieri. Il sole stava tramontando come la pazienza dei militari stava scemando…”

Mentre il vecchio proseguiva nel suo racconto, Betta diede leggermente un colpo di gomito a Giacomo.

Vieni. Andiamo a vedere le condizioni della chiesa. Qui non facciamo nulla”.

Di soppiatto i due ragazzi si defilarono per raggiungere la chiesa, ridotta a rudere, senza tetto e coi muri parzialmente crollati.

Ci sarà da lavorare” disse la ragazza, osservando col magone lo sfacelo. “L’intonaco è praticamente scomparso. Dei vecchi affreschi rimane qualche pallida traccia sulle pietre rotolate a terra”.

Credo che tu abbia ragione” confermò Giacomo, stringendola. “Ci sarà da rimboccarsi le maniche”.

… Ersilia fu caricata a forza sulla camionetta. Lei e le sue poche cose. E il Borgo rimase solo”.

Un gelido silenzio, appena scaldato dal sole di aprile, scese fra i ragazzi al termine del racconto del vecchio, che pareva essere esausto.

Marco si era allontanato per scattare nuove inquadrature da comparare con le vecchie.

Lorenzo prese la parola per porre qualche domanda al Borgo.

Da una precedente visita ha detto di ricostruire il castello, le mura esterne e la chiesa. Per le abitazioni lasciava il campo libero. Credo per omaggiare Ersilia sarebbe bello ripristinare la sua ultima abitazione. A proposito di lei non si sa come sia finita?”

Il Borgo scosse il capo.

Dei vecchi abitanti non conosco come siano finiti e dove riposino ora. Ersilia fu l’ultima persona che vidi. Poi il vuoto, il silenzio, l’abbandono all’incuria e allo sfregio del tempo”.

Dette queste ultime parole, se ne andò, sparendo tra le case diroccate.

Bene ragazzi!” affermò Lorenzo. “Il compito che ci attende non sarà facile. Però penso che possiamo farcela”.

Si rivolse a Eva per chiedere alcune spiegazioni.

Il progetto depositato si riferisce solo alle due strutture del Castello e delle sue mura, e alla chiesa con annesso campanile, che pare l’unico in condizioni decenti. Dico giusto?”

Sì, il progetto prevede di recuperare solo questi due manufatti”.

Per le case?” domandò con insistenza.

Nulla. Non avevamo un’idea quale ripristinare. Visto che non sono un numero eccessivo, si potrebbe pensare…”.

E’ preferibile individuarne un paio e lavorare su queste. Poi possiamo passare alle altre” la interruppe Lorenzo.

D’accordo” rispose la ragazza. “Mi sembra ragionevole”.

Mangiamo?” propose Laura, che era rimasta in silenzio fino a quel momento. “Nel pomeriggio individuiamo la seconda casa oltre quella di Ersilia. Così Eva prepara i progetti”.

Ottima idea” si inserì Mattia.

La giornata era stata proficua.

Il Borgo – Capitolo 46

Era ormai quasi mezzogiorno, quando Laura e Mattia guidarono il gruppo che in fila indiana salì verso il borgo. Solo poche parole, appena sussurrate, si udivano provenire dai ragazzi. L’atmosfera non era più gioiosa come poche ore prima. Battibecchi, scene di gelosia avevano finito per raffreddare gli animi, mentre avevano scaldato la testa, come il sole di aprile con l’aria.

Li seguivano Alba e Teresa, che confabulavano tra loro, bisbigliando poche parole rotte dalla fatica della ripida salita.

Dimmi” spettegolò con un filo di voce Alba. “Perché ti ha abbracciato Mattia?”

Per provare” rispose Teresa, sghignazzando.

Provare cosa?” domandò basita l’amica.

Sciocca non hai compreso?”

No, non ci arrivo”.

Volevo sentire il corpo di Mattia appiccicato al mio”.

Alba sgranò gli occhi per la sorpresa: non capiva quale molla avesse spinto Teresa a quel gesto.

Dunque non comprendi i motivi?”

No” rispose contrita.

Volevo provare le sensazioni che Mattia mi dava. Volevo assaporare il suo profumo” rispose rapita, sospirando.

E il risultato?”

Incredibile! Mi sono bagnata in un istante!”

Le due amiche risero di gusto, mentre arrancavano in salita con fiato corto.

Mi piacerebbe uscire con Mattia” concluse Teresa con un sospiro.

Provaci”

Una parola! Quel giannizzero di Laura gli monta una guardia spietata. Guai chi lo tocca! Dovevi vedere, quando se ne è accorta. Se non fosse stato per Giacomo, …”.

Non ho notato nulla” disse Alba delusa.

Uno spettacolo. Peccato che l’hai perso”.

Lascia fare a me. Matteo mi ha invitata a visitare la sua azienda, posso convincerlo a passare tutti e quattro un fine settimana in Riviera” le disse, stringendole un braccio.

Mentre le due ragazze parlottavano sottovoce, dietro di loro Matteo e Lorenzo chiacchieravano sulla mattinata appena trascorsa.

Bel puledrino da domare è Laura” disse Lorenzo.

Chissà se Mattia ci riuscirà?” rispose Matteo, sollevando un sopracciglio per la perplessità sull’esito positivo dell’impresa.

Ha un bel caratterino, senza dubbio, ma è una bella ragazza”.

Ci fai un pensierino?”

Anche due”.

Matteo rise alla precisazione e pensò che ci sarebbero state delle scintille giganti visto le personalità di entrambi.

Perché ridi?” gli chiese Lorenzo sorpreso.

Perché ci vuole la pazienza di Mattia per resistere a Laura senza mandarla subito a quel paese” replicò serio Matteo.

Ora non ci penso. La coppia al momento funziona ma se capitasse l’occasione, ci proverei” affermò deciso.

Auguri” e gli diede una pacca sulle spalle.

Che ne dici di Betta e Giacomo?” domandò Lorenzo al compagno, cambiando il tema della chiacchierata.

Mi sembra una bella coppia ben assortita. Sono rimasto allibito alla scenata di gelosia, quando Giacomo ha bloccato Laura, che voleva precipitarsi come una Erinni su Mattia e Teresa. Francamente sono rimasto basito” gli rispose Matteo.

Anche a me sembra che funzioni. Scena di gelosia?” disse sorpreso.

Sì. E’ scoppiata in lacrime, quando li ha visti abbracciati. Poi non è stata tenera col ragazzo, quando l’ha lasciata”.

Quella Laura riesce sempre a creare problemi ma mi piace decisamente”.

Beh! Preferisco un altro genere di donna” concluse Matteo.

Giacomo qualche metro dietro i due ragazzi, teneva abbracciata Betta, che visibilmente mostrava negli occhi di aver pianto.

Non capisco la tua gelosia. Tra me e Laura non c’è nulla, Ma proprio nulla!” disse accalorandosi il ragazzo.

Non ci credo” replicò convinta delle sue parole.

Allora non hai fiducia in me” replicò amareggiato.

E’ stata la tua ragazza” continuò, scuotendo la testa.

Che parola grossa! Non sono mai uscito da solo con lei”.

Bugiardo. Almeno due volte”.

No. C’erano Eva e Marco” mentì il ragazzo. “Puoi chiederlo a loro”.

Betta strinse le labbra sottili, mentre una lacrime scese sulla guancia.

Capisco che sei nervosa e irritabile, quando ti devono venire. Ma non mi sembra il caso di litigare per un abbraccio, fatto per evitare situazioni di pericolo” disse Giacomo deluso e avvilito.

Visto che lo sai, dovevi evitare di comportarti così”.

L’ho fatto d’istinto e l’avrei fatto, anche se invece di Laura ci fosse stata un’altra ragazza” replicò cercando di addolcire il tono della voce.

Beh! Non mi va che tu stia troppo vicino a Laura”.

D’accordo. Eviterò ogni contatto. Ma mi sorprende che tu sia gelosa”.

Non solo di Laura ma anche delle altre ragazze! Ti amo, Giacomo e non voglio perderti”.

Anch’io, Betta” rispose convinto il ragazzo, baciandola sulle labbra.

A chiudere la fila c’erano Eva e Marco, che apparentemente erano fuori dal qualsiasi screzio. Si tenevano per mano e parlavano sottovoce, come tutti gli altri.

Questa visita al Borgo produce molta tensione” esordì Marco.

Direi di sì. C’è troppo nervosismo nell’aria. Laura ha sempre i nervi a fior di pelle, aggressiva e gelosa”.

Concordo in pieno con te. Non era il caso di scattare in quella maniera alla vista di Mattia e Teresa abbracciati in mezzo al fiume” convenne Marco.

A Mattia non ne frega nulla di Teresa. E’ innamorato di Laura…”.

Come fai a saperlo?” le domandò il ragazzo.

Secondo te, se non lo fosse, avrebbe resistito tutti questi mesi? Ha un caratterino tutt’altro che dolce, la ragazza!”

In effetti Giacomo l’ha piantata senza pentirsi quasi subito e si trova a meraviglia con Betta”.

Non ho capito l’atteggiamento di Betta. Prima a litigarsi con Matteo per una battuta innocua, poi la scenata a Giacomo perché ha fermato Laura. Di solito l’ho vista tranquilla e serena, pronta a ribattere con garbo alle frecciate”.

Forse è nei suoi giorni critici” ribatté Marco.

Può darsi benissimo. Ci sono donne che sono intrattabili durante il ciclo, anche se non mi è sembrato che abbia le mestruazioni” replicò Eva.

Di Lorenzo e Matteo cosa ne pensi? Matteo è la prima volta che lo vedo e mi ha dato l’impressione del bravo ragazzo senza troppi grilli per la testa. Sai cosa fa?” le domandò.

Mi pare, non ne sono molta sicura, che abbia un’azienda agricola a Cesena. Sì, mi ha destato una buona sensazione sia come maturità sia come carattere. A parte la battuta che ha fatto arrabbiare Betta, parla a proposito, senza ironia ed evita di ferire l’interlocutore. Non mi pare poco”.

E di Lorenzo, che dici? Si nota subito che è abituato a dirigere con mano ferma senza mai dare l’impressione di prevaricare. Decide con rapidità e senza esitazioni. Credo che sia un buon acquisto per il gruppo”.

Concordo con te nell’analisi. L’unico dubbio è che forse ci saranno scontri con Laura, perché entrambi vorranno comandare. Ma credo che alla fine prevarrà Lorenzo”.

Sì, ne sono convito anch’io” disse Marco, ridendo.

Laura e Mattia erano ormai prossimi all’ingresso del Borgo, quando la ragazza si fermò.

Dopo un attimo di silenzio esclamò: “Non senti dei passi?”

Mattia udiva solo lo scalpiccio dei compagni dietro di sé ma prima di affermare che udiva dei passi che erano del resto del gruppo, le pose una domanda: “I passi di chi?”

Come di chi?” gli disse irritata. “Del Borgo!”

Mentalmente tirò un sospiro di sollievo per non avere fatto la battuta che aveva in mente.

Sì, ora che lo dici mi pare di udire dei passi pesanti, che non possono appartenere agli altri” le rispose diplomaticamente, perché in realtà aveva sentito solo quelli di chi saliva verso il Borgo.

Sei un bugiardo. Si vede…”.

Non mi credi? Ancora pochi passi poi si fermerà davanti da noi” ribatté con aria angelica.

Si voltò verso gli altri che si erano fermati qualche metro più indietro e disse: “Il Borgo sta arrivando”.

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