Krimhilde – 39

Con questa parte si conclude il racconto di Krimhilde e le fanciulle scomparse che è stato pubblicato pochi minuti fa su Caffè Letterario.

Una notte magica San Giovanni

Per i pigri lo trovano anche qui.

Markus di buon mattino si reca da Mechthilde per ascoltare le sue parole. I suggerimenti dell’ultimo incontro gli sono stati molto utili per affrontare gli avvenimenti dei giorni precedenti.

Arrivato in prossimità della piccola casetta di legno e pietra si ferma. C’è qualcosa di strano. Un silenzio irreale aleggia nell’aria e manca quel filo di fumo biancastro che ha sempre notato venendo qui. La porta sbatte mossa dal vento di occidente. Affretta il passo presentendo che sia successo qualcosa d’irreparabile.

«Mechthilde!» Fa affacciandosi nello spiraglio del battente. «…Mechthilde…» Replica l’eco della stanza vuota.

Markus entra pronto a lottare nel caso che ci fosse un intruso. Tutti sanno che l’anziana donna non chiude mai la porta d’ingresso. Però quello che gli appare è la grande sala vuota, che come un unico grande spazio occupa l’intera casetta. Tuttavia nota che sembra in ordine come se fosse stata rassettata da poco. Sotto la lampada posata sul tavolo svolazza un biglietto.

Con le mani tremanti lo afferra.

Markus, so che mi verrai a cercare ma non mi troverai più. Il mio tempo è trascorso ed è giunto il momento di lasciare questa terra di mezzo. Chi doveva raccogliere la mia eredità…

Il foglio gli scivola di mano. “Dunque se ne è andata. Dove?” Raccoglie lo scritto e si siede su una sedia.

Chi doveva prendere la mia eredità, mi ha tradita ma è finita male perché ambiva a prendere il posto della strega Ampfel. La sua conoscenza del sapere è andata perduta perché chi ha sfidato l’ha trasformata in un blocco di ghiaccio. Di lei sono rimasti solo i libri che ha portato via da qui ma è stato meglio così.

Markus tu hai un compito: ridurre in cenere la strega Ampfel che nel suo delirio di onnipotenza vuole dominare tutta la Terra di Mezzo, le montagne innevate e l’intero creato. Tuttavia è sola perché ha creato il vuoto intorno a sé. Dopo di lei ci sarà il nulla. Ci riuscirete, lo so, anche senza la conoscenza del sapere perché le vostre menti sono immacolate, pure e sapete come si usa il cervello. Quello che conosci è sufficiente per il compito che dovete assolvere. Devi aggiungere solo un potente talismano: il giglio de gliglis. Questo si trova laddove il Ginestro scorre nel bosco e ha creato una marcita. Fiorisce solo una volta ogni cento anni e questo è il suo anno. Questo fiore impedirà alla strega Ampfel e ai suo draghi di colpirvi, rendendovi immuni dalle loro magie. Rinunciate alla lettura dei libri proibiti. Non vi servono per raggiungere lo scopo della vostra missione ma possono creare nelle persone solo dubbi di voler riesumare le megere e sostituirvi alla strega Ampfel. L’ombra della diffidenza è la peggior malattia ed è senza un rimedio. Il dubbio è come un tarlo che vive e prospera nel legno fino a ridurlo in polvere.

Un solo avvertimento. Resta lontano da Krimhilde che si è invaghita di te. È una mantide pronta a divorare il maschio. Lascia il Castello con la tua fedele compagna e vivrete felici fino al termine del vostro periodo.

Se vorrai, questa casa è tua.

Markus mette il foglio su tavolo con le mani tremanti. Mechthilde se ne è andata lasciandogli un compito gravoso ma gli ha dato preziosi suggerimenti. Ne parlerà con Baldegunde ma ha già preso la sua decisione. Sconfitta la strega Ampfel, si ritirerà nella casetta di Metchthilde. Qui si sentirà al sicuro, lontano dalle sirene del Castello e della regina.

Prima di tornare va a raccogliere i due gigli de gligis che sono in piena fioritura. Splendidi per il bianco che brilla e magici per il profumo che emanano. Stanno sul palmo della mano e trasmettono pace e serenità.

Krimhilde convoca nella sala delle udienze Baldegunde e si raccomanda che venga solo lei. Si è invaghita di Markus e sente crescere dentro di lei il desiderio di accoppiarsi con lui. “Devo resistere”. Però sa che non sarà così.

La regina seduta sul suo trono prova gelosia nei confronti della sua capitana che sta di fronte a lei. «Potete leggere i libri proibiti a una condizione che allontaniate dal vostro fianco Markus. Lui potrebbe diventare pericoloso con la conoscenza del sapere».

Baldegunde rimane impassibile. Conosce il motivo di questa richiesta e si era preparata mentalmente a conservare la calma. «Mia regina, vi ringrazio di questa opportunità ma riteniamo di sconfiggere la strega Ampfel con le sole nostre forze senza ricorrere a magie o incantesimi. Ho individuato la rete delle traditrici e presto sarà distrutta. Quindi rinunciamo alla richiesta della lettura della conoscenza del sapere».

Krimhilde sobbalza nell’ascoltare la risposta di Baldegunde che manda in fumo il suo piano. Gioca la carta Aglaja. «La ragazza insiste nel definire Markus uno stregone. Sono stata troppo precipitosa nel condannarla l’altro giorno…».

Baldegunde scuote la testa. «Mia regina, Markus al ritorno dalle montagne innevate si rimetterà al vostro giudizio come ha sempre fatto. Se sarà riconosciuto colpevole delle accuse assurde di una ragazzina in preda a una crisi ormonale, seguirà le regole accettando il vostro verdetto».

Poi si alza e fa con il capo un inchino profondo. Per lei il colloquio è terminato.

***

La strega Ampfel sente che la fine è prossima. Quell’incubo che sta minando la sua volontà è diventato reale. Maledice quel giorno di tanti anni prima quando ha condannato Annaberga, la figlia di Mechthilde, a diventare una statua di ghiaccio e roccia. “Ora sarebbe lei in grado di combattere quei due umani e succedermi alla guida dei nerd di montagna”. Però ritiene inutili queste recriminazioni, perché il nemico è sulla porta di casa e lei ha le armi spuntate.

Si agita sul divano divorata dal veleno, incapace di uscire da questa situazione, quando irrompe l’apprendista strega Rotapfel.

«Signora, c’è agitazione fuori. I nerd guerrieri si muovono come le formiche a cui hanno distrutto il formicaio!»

La strega Ampfel si raddrizza e sta per replicare, quando il drago Michele appare sulla soglia. Sta trattenendo l’agitazione e gli sbuffi di fuoco. «Due umani in sella a dei cavalli bianchi stanno salendo per giungere qui».

Il drago Michele descrive le ultime vicende. Hanno superato indenni i posti di blocco all’inizio e lungo il sentiero. «I nerd guardiani sono molto impressionati. Raccontano storie non credibili. Le frecce li attraversano senza ferirli. I cavalli sembrano dotati di poteri magici. Il fuoco non scalfisce la loro andatura».

La strega Ampfel con questo racconto rivive le scene del suo incubo che da molti giorni l’accompagna durante la notte.

«Qualcuno afferma che sono illusioni ottiche create con tecniche sconosciute. Altri parlano di fantasmi risalenti a migliaia di anni fa. Però tutti concordano che è un nemico dai contorni imprevedibili. Tutto questo sta generando uno scompiglio difficile da gestire».

La strega Ampfel socchiude gli occhi. Scorrono le immagini dell’incubo notturno. Non è mai riuscita a vedere come finisce ma fra non molto lo conoscerà.

«Ho disposto i nerd guerrieri intorno alla casa per proteggervi».

La strega Ampfel è divorata dalla febbre per il veleno che sta invadendo il suo corpo. L’apprendista strega trema vedendola così prostrata. Non si sente pronta a prendere il suo posto, deve imparare ancora tantissimo ma forse non ha lo stigma della leader. Sobbalza quando vede comparire due umani. Un uomo e una donna. Lui alto e massiccio, dal viso franco. Lei non meno alta rispetto al compagno, col viso bruciato dal sole. Apre la bocca ma la richiude subito. Non riesce a capacitarsi come possano essere entrati saltando il dispositivo del drago Michele. Alza le mani per lanciare degli strali elettrici.

«Non serve a nulla» ammonisce la strega Ampfel. «Quelli che vedi sono una proiezione della realtà nella tua mente. Quindi sprechi tempo e risorse come hanno fatto i nerd guerrieri».

Il drago Michele irrompe nella stanza e rimane scioccato nel vedere quelle due figure che sorridono beffarde nel centro. “Come hanno fatto?” E si prepara a lanciare uno sbuffo di fuoco dalle narici.

«Fermati! Metti a fuoco l’intera stanza» e poi si rivolge a queste due figure di cui una gli è familiare. «Cosa volete?»

«Vogliamo neutralizzarti per sempre».

La strega Ampfel scuote la testa. «Sto morendo. Il veleno ha preso possesso di me. Datemi una morte rapida con la verga e così smetterò di soffrire».

Stringe le labbra per non lasciarsi sfuggire nessun lamento. Dopo pochi istanti di lei non rimane che un mucchietto di cenere.

L’apprendista strega vorrebbe fuggire ma i piedi sembrano inchiodati al pavimento e non riesce a muoversi e osserva con gli occhi terrorizzati la mutazione del drago Michele in un grosso lucertolone squamoso.

Poi come sono comparsi così scompaiono, mentre loro non tornano allo stato iniziale.

Superato il torrente Ginestro Markus prende il sentiero di destra diretto alla casetta di Mechthilde, mentre Baldegunde raggiunge il Castello di Mezzo.

Dinnanzi a Krimhilde mostra un sacchetto con delle ceneri grigie. «Ecco cosa rimane della strega Ampfel» e le comunica la sua volontà di non essere più la capitana delle dragonesse a cavallo.

«Dove andrete?»

«Nel bosco del non ritorno».

Con un inchino si congeda, lasciando basita la regina.

FINE

Krimhilde – puntata 38

Su Caffè Letterario è stata da poco pubblicata la puntata 38 di Krimhilde e le fanciulle scomparse.

La puntata la potete leggere anche qui.

Krimhilde rimane seduta sul trono assorta, perché non si riconosce. Ha prestato fede a un uomo, l’ha ascoltato e l’ha trovato affascinante. “No. Non affascinante ma dotato di un’empatia che mi ha stregata”. Ricorda che quando diciotto anni prima s’è accoppiato con Baldegunde senza aspettare il matrimonio non ha trovato il coraggio di giustiziarlo come da prassi, né a punire lei per la trasgressione alle leggi. A lui è toccato il taglio della mano destra, a lei è stato negato il matrimonio senza precludere il suo ingresso nelle dragonesse a cavallo. Eppure… “Eppure già allora c’era qualcosa in questo uomo alto e massiccio che mi aveva convinto a non rispettare le regole. Oggi si è ripetuto la stessa malia”.

Riflette sul comportamento di Markus. Lui ha intuito che lei gli avrebbe prestato fiducia, quindi ha ammesso senza tentennamenti di aver infranto una sua disposizione: la lettura di testi proibiti. Questa confessione di colpevolezza l’ha spiazzata. Le sarebbe stata impossibile ignorare la sua buona fede su quello che ha letto. Le fanciulle, a parte quell’immatura di Aglaja, hanno parteggiato per lui, negando qualsiasi stregoneria. Però le era chiaro adesso che hanno taciuto sulla pozione che le hanno rese invisibili per timore di danneggiarlo.

Quindi le è più chiara quella strana richiesta di Baldegunde di studiare i libri della conoscenza del sapere. È un modo per rendere lecito il loro accesso alla biblioteca segreta. “Può essere un modo per acquisire delle conoscenze da usare contro di me?” Scrolla il capo perché deve riflettere su questo punto.

Quella coppia è dotata di un’intelligenza superiore alla media ma è anche affidabile come le suggerisce il suo intuito. Ha notato che nonostante siano passati diciotto anni il loro rapporto è sempre lo stesso. In simbiosi e un affiatamento perfetto. Non le è sfuggito quello sguardo d’intesa, complice che li fa mettere in sintonia senza la necessità di parlarsi, quando ha chiesto a Baldegunde il parere sul messaggio della strega Ampfel. In un primo momento le è apparsa strana quella missiva. Senza il loro aiuto forse avrebbe accettato quella dichiarazione ma hanno intravvisto un tentativo di guadagnare tempo e nessuna sincerità in quelle parole. In effetti a rifletterci bene hanno avuto ragione. “Perché chiedere scusa, quando io ignoravo il loro proposito di attaccare il castello?”

Appoggia il gomito sul bracciolo del trono e il mento sul palmo della mano. «È chiaro che il messaggio puntava a neutralizzare Markus. Se io avessi accettato, lo avrei bloccato impedendogli di accrescere le conoscenze del sapere».

Torna sulla richiesta di Baldegunde. “Acconsento oppure no?” Una parte del suo io dice di sì, ma l’altra parte ha il timore che le streghe cacciate dalla porta possano rientrare in modo camuffato dalla finestra.

È tempo di lasciare la sala delle udienze e tutti i dubbi che sono sorti. Ci sono altre urgenze da sistemare.

***

La strega Ampfel si torce le mani. È la prima volta che si trova in difficoltà. Mille dubbi la assalgono e sente che la sua vita sta volando via. Le ferite continuano a purgare umori putridi e il veleno a circolare nel suo sangue. Tisane e unguenti sono solo un palliativo. La sensazione di star meglio è effimera.

Aspetta con trepidazione che Belfagor le porti una risposta positiva. Però sono passati due giorni e non è arrivato nulla né in un senso, né nell’altro. Quel Markus o come si chiama il compagno della dragonessa a cavallo ha messo in agitazione le acque ferme del suo stagno. Vede dietro di sé il vuoto qualora lei morisse. Nessuno è in grado di sostituirla e tutto il suo impero si sfarinerebbe in un amen. Questo rappresenta una sconfitta che le brucia più delle ferite.

Si abbandona sul divano reclinando la testa e socchiudendo gli occhi. Non vuole osservarsi allo specchio di fronte. Il suo aspetto grigio la terrorizza.

«Belfagor è tornato» annuncia l’apprendista strega Rotapfel entrando senza bussare.

Si solleva, apre gli occhi e lo sguardo corre alle mani di Rotapfel. Un moto di rassegnazione esce dalle sue labbra. Non c’è nessun messaggio in arrivo. “Vuol dire che non ha accettato la mia finta disponibilità a non attaccare il castello”.

Adesso deve organizzare la difesa del suo territorio contro un nemico invisibile. “Non è solo invisibile ma riesce a eludere il nostro olfatto. Inoltre possiede quello strumento mortale che ha già colpito”. Il pensiero corre subito al mucchietto di cenere di Krienhilde e al suo stato.

Si rassegna e chiude gli occhi.

Krimhilde – puntata 37

Su Caffè Letterario è stata pubblicata la puntata numero 37 di Krimhilde e le fanciulle scomparse.

La potete leggere anche qui.

Aglaja infuriata e scornata per non essere riuscita nel suo intento si dirige verso il comando delle dragonesse alla ricerca di Brumfilde, di cui conosce l’odio che prova verso Baldegunde.

Quando la trova, vomita tutti i suoi veleni su Markus. «È uno stregone. Mi ha offerto delle tisane durante il viaggio dalle Montagne Innevate che mi hanno stordita. Di certo mi avrebbe deflorato se non fosse stato disturbato dalle mie compagne».

Brumfilde spalanca gli occhi ascoltando quelle parole. Questa è un’ottima occasione per mettere in difficoltà Baldegunde. «Non s’impara mai a conoscere le persone!» Sbotta scandalizzata.

Aglaja sorride per nulla imbarazzata. Sa di aver colpito il bersaglio giusto e rincara la dose, pensando di essere onnipotente. «Oggi mi ha fatto un’altra malia e poi mi ha invitata nel suo appartamento. Per fortuna l’incantesimo si è spezzato prima che io entrassi. Così sono fuggita e corsa da voi».

Insieme raggiungono l’area occupata dalle collaboratrici più strette della regina. L’obiettivo è Grishinde, la ciambellana, che dopo l’arresto di Grummhilde è diventata la persona più influente della corte. Chiedono udienza a Krimhilde per accusare Markus.

Mentre Aglaja e Brumfilde tramano, lui prepara mentalmente la linea di difesa. Dà per certo che sarà corsa dalla regina vomitando veleni su di lui.

Prima di lasciare l’appartamento lascia un laconico messaggio per Baldegunde. ‘Sono dalla regina per colpa di Aglaja’.

Al suo ingresso la ragazza lo accoglie con un sorriso beffardo. Sussulta vedendo accanto ad Aglaja Brumfilde. “Ecco su quale spalla è andata a piangere”. Adesso sono due gli elementi con cui deve combattere. Però rimane impassibile pur mostrandosi sicuro e sorridente.

Krimhilde invita la fanciulla a esporre i capi d’accusa. «Lui» evita di nominarlo. «È uno stregone che pratica la magia nera. Pur di possedermi mi ha dato delle pozioni che mi hanno stordita. Anche oggi ci ha provato ma gli è andata male».

Brumfilde rincara la dose, affermando che anche le altre quattro fanciulle hanno subito le sue magie.

Krimhilde aggrotta la fronte perché le accuse sono molto gravi, mentre Markus non sembra intimorito.

«Cosa avete da dire a vostra discolpa?»

Markus fa un breve inchino e parla con calma. «Mia regina, non mi difendo con le parole ma coi fatti. Dicono che ho praticato magia nera a lei e alle altre quattro ragazze. Vi chiedo di convocarle. Insieme a loro dovete ascoltare cosa dice Bathilde e l’altra dragonessa che ci hanno scortato fino al Castello».

Aglaja sogghigna perché è certa che non accoglierà la sua richiesta. Brumfilde si maledice perché l’odio verso Baldegunde gli ha offuscato la mente togliendole lucidità di pensiero. Comprende che le sue bugie saranno smascherate con la presenza delle quattro ragazze. Il respiro tende a farsi affannoso.

Krimhilde parlotta con Grishinde che si affretta a uscire. Brumfilde intuisce che si trova a un passo dal baratro, mentre Aglaja non comprende cosa sta succedendo.

Krimhilde incalza Markus con altre domande sul tentativo di condurre Aglaja nel suo appartamento.

Markus è calmo. «Mia Regina, non mi difendo perché la mia parola conta poco. Però ci sono delle dragonesse che vivono al mio stesso piano. Loro conoscono la verità».

Krimhilde a questo punto nutre dei dubbi sulla versione di Aglaja e Brumfilde, perché sono troppe le persone che lui ha citato. Se non fosse sicuro, avrebbe evitato di chiamarle in causa.

Nella sala delle udienze scende un silenzio gelido come se dovesse scoppiare un fortunale.

Quando Grishinde fa entrare le quattro ragazze e le due dragonesse, Aglaja diventa livida. Il sorriso beffardo lascia posto a una smorfia di terrore. Agnete le rivolge uno sguardo carico di veleno come a dire ti pentirai delle tue parole. Il petto di Brumfilde sembra un mantice impazzito tanto si muove velocemente. Lo sguardo è terrorizzato alla ricerca di una ciambella di salvataggio che non esiste

La regina ascoltate Agnete e Bathilde congeda tutti fuorché Markus. Tutto le appare chiaro. Delle false accuse ne dovranno rispondere Aglaja e Brumfilde. È la prima volta che crede alla parola di un uomo. Le dragonesse prendono in custodia le due donne che sono rinchiuse nell’ala delle segrete.

Ha diverse domande da porre a Markus. Vuole conoscere cosa ha letto dei libri proibiti.

«Mia Regina, ammetto la mia colpa di aver trasgredito alle vostre regole, leggendo i libri proibiti. La guardiane non hanno colpe perché è avvenuto mentre eseguivo le riparazioni».

Krimhilde rimane sorpresa perché questa ammissione che poteva negare senza essere smentito lo espone a una grave punizione.

«Ho sfruttato le letture per liberare le ragazze dalla prigionia e non per altri scopi. Uno, la verga ammazzastreghe, è un potente strumento da usare contro di loro e da loro molto temuto. Gli altri? Sono innocui strumenti che non danno particolari poteri a chi li esercita».

Krimhilde intuisce la buonafede di Markus. “Niente magie o stregonerie per dominare le ragazze o altre persone”. Però c’è un dettaglio del messaggio scoperto su Grummhilde da chiarire.

«Perché la strega Ampfel chiedeva la distruzione dei libri proibiti?»

Markus scrolla le spalle. «Non saprei ma la spiegazione potrebbe essere il contenuto su come sterminare streghe e draghi o renderli innocui».

Krimhilde scuote il capo poco convinta delle parole di Markus. «Avete detto di aver letto i libri proibiti. Quindi ne conoscete il contenuto».

Markus sorride e spiega di aver letto solo qualcosa relativo alle erbe che rendono invisibili e quelle relative alla telepatia. «Mi sarebbero serviti anni per leggerli tutti, che sono migliaia».

Quando lo congeda, gli impone il silenzio assoluto, perché deve riflettere sui provvedimenti da prendere.

Puntata 36 di Krimhilde

Su Caffè letterario è stata da poco pubblicata la puntata 36 di Krimhilde e le fanciulle scomparse.

Un giallo Puzzone

La potete leggere anche qui.

Uscita la regina tutti si accalcano intorno a Baldegunde. Markus si allontana in silenzio. Si sente fuori posto in quel consesso tutto al femminile. Ha bisogno di riflettere su quella lettera che potrebbe trarre in inganno. Si rifugia nel loro appartamento a meditare in silenzio.

Che sia una trappola come il suo sesto senso gli ha suggerito subito dopo la lettura, adesso ne ha quasi la assoluta certezza. Da dove discenda questa sicurezza non lo sa ma quelle parole suonano false. Ignora il tenore dei due messaggi ricevuti da Grummhilde, perché dal loro rientro nel Castello ha potuto scambiare con la compagna pochissime parole. Forse leggendoli potrebbe confermare o smentire le sue sensazioni. Poi c’è un altro dettaglio che l’ha colpito: Krimhilde non ha risposto con un secco no alla richiesta della sua compagna, né ha fatto un sfuriata com’è nel suo carattere. In quei due messaggi ci devono essere riferimenti ai libri proibiti. “È inutile far congetture astratte. Al rientro di Baldegunde ne parleremo”.

Da tutto questo ha ricavato che sarà più difficile convincere le guardiane della biblioteca segreta a lasciargli sfogliare quei testi. Sorride perché sa qualcosa in più sul potere di determinate erbe. “Di certo queste conoscenze non ci permettono di affrontare una guerra contro la strega Ampfel ma sono state utile nella liberazione delle ragazze”. Nello sfiorare questo argomento ha un brivido. “Aglaja è una mina vagante. Un grosso problema da gestire”.

Decide di affrontare un problema per volta.

Sta sorseggiando un calice di vino rubicondo, quando sente bussare alla porta. Non sta aspettando nessuno e Baldegunde ha le chiavi per entrare. Ignora quel rumore fastidioso, fingendo di non esserci. Intuisce che dietro a quella porta ci sono rogne che è meglio evitare.

«Markus! Lo so che siete lì! Aprite per evitare situazioni spiacevoli!»

Ancora una volta il suo sesto senso ha avuto un’intuizione felice. Quella voce l’ha imparata a conoscere nelle ultime ventiquattro ore. “Che sbraiti pure ma qui non mette piede. Potrà inventarsi tutto quello che vuole ma rimarrà con un pugno di sabbia”. La sente sbraitare per almeno dieci minuti prima che se ne vada. Gli sembra di aver udito oscure minacce. Alza le spalle. Sa come difendersi dalle eventuali calunnie.

Deposto il calice vuoto sorride soddisfatto per come sono andati gli avvenimenti dalla mattinata. La regina lo ha ammesso al suo cospetto. “È nota la sua avversione verso il sesso maschile. Ha un compagno solo per procreare e trasmettere il potere. I due ragazzi nati dalla loro unione vivono da emarginati. Però oggi mi ha voluto davanti a lei e ha apprezzato le mie opinioni”.

Pensa che tra due giorni tornerà tutto come prima ma sa di aver guadagnato il rispetto di molte persone, che prima lo ignoravano.

Nella confusione della sala delle udienze Baldegunde perde di vista Markus e quando lo cerca con gli occhi non lo trova. Immagina che si sentisse a disagio tra tutte quelle donne. Poi individua Aglaja che sta discutendo con animosità con Agnete. “Quella ragazza finirà male se non smette di puntare Markus e non solo lui. La devo tenere sotto controllo”. Sulla porta c’è Bathilde, la fedele dragonessa, e con la testa le accenna di avvicinarsi.

«Ti affido un compito delicato. So che lo onorerai bene. Là» e col viso indica la direzione, «c’è Aglaja che sta creando problemi a Markus. Tienila sotto controllo e tu sia la sua ombra fedele».

La dragonessa annuisce e ritorna alla sua postazione senza perdere nemmeno per un attimo il contatto visivo con Aglaja.

La capitana ha visto giusto”. La ragazza si sta dirigendo verso l’ala del castello che ospita la foresteria delle dragonesse. Anche lei, come Baldegunde, occupa un appartamento, un monolocale che ha arredato con cura. È ancora single nonostante i ventidue anni e non pare molto intenzionata a trovarsi un compagno nonostante le insistenze della famiglia e la pressione occulta della capitana. “Io preferisco una donna a un uomo ma questo potrebbe creare molti problemi nella società chiusa del Castello”.

Segue come un ombra Aglaja e conosce anche la sua meta: l’appartamento di Markus. Quindi anche se perde il contatto visivo, sa dove ritrovarla, perché conosce quei corridoi come le sue tasche. La sente urlare, picchiare con insistenza sulla porta. Un paio di dragonesse sbirciano per vedere chi sta facendo tutto quel baccano. Bathilde fa loro segno di tacere e di osservare. La loro testimonianza può essere decisiva.

Quando finisce la sceneggiata, Aglaja infuriata se ne va verso un’altra ala del Castello. La dragonessa ritiene finito il suo compito di pedinamento e ritorna alla sua postazione vicino alla porta della sala d’onore.

***

La strega Ampfel geme per il dolore che le ferite e il veleno gli procurano. Si sente indebolita e a tratti dubita che riesca a cavarsela. Aspetta per tutto il giorno con trepidazione che Belfagor le porti un messaggio di risposta, che non arriva.

 

Nuova puntata di Krimhilde

È da poco pubblicato la puntata n.ro 35 su Caffè Letterario.

Un caso per tre

La strega Ampfel non si sente tranquilla. La conoscenza del sapere è un’arma potentissima che, se usata con intelligenza, può disintegrarli.

«Cosa facciamo?»

Il drago Michele resta in silenzio. Ha capito che quella coppia non è facilmente eliminabile e rappresenta un pericolo ma non ha un’idea sul come neutralizzarli.

Il draghetto Matteo gonfia il petto, dimenticando la pessima figura alle Prigioni del Tempo Perduto. «Noi siamo più abili di loro e numericamente superiori. Possono due umani distruggerci? Io credo no!»

Il drago Michele a stento trattiene uno sbuffo di fuoco per aver perso la pazienza per le parole del draghetto Matteo. «Come pensi di eliminarli?» Lo stuzzica con ironia.

«Scendiamo dalle montagne innevate e invadiamo la Terra di Mezzo. Questa sarà tutta nostra in una giornata. Possono due persone competere con mille?»

La strega Ampfel geme sia per il dolore sia per le mancanze d’idee di chi le sta di fronte. Trova inappropriata la tesi del draghetto Matteo, pronto a gonfiare il petto e menare le mani senza poco cervello. Il drago Michele è più equilibrato ma visto che è rimasto in silenzio, vuol dire che la situazione è seria. «Draghetto Matteo hai già sperimentato cosa sono capaci di fare. Ti hanno neutralizzato in un batter di ciglia e quello è niente. Ci sono erbe, che loro conoscono e sanno dove trovare, che ti riduce a un innocuo somarello. No, la tua proposta è da scartare».

Il draghetto Matteo dapprima sbianca e ansima per la figuraccia, poi diventa rosso per la vergogna. Il drago Michele sogghigna soddisfatto. «Si potrebbe fissare un armistizio per prendere tempo. Un messaggio che potrebbe suonare così. ‘Noi chiediamo scusa per il rapimento delle fanciulle. Questo resterà un episodio isolato. Noi resteremo tra le montagne innevate per sempre e non supereremo il torrente Ginestro’. Un modo per cercare le contromisure giuste contro la conoscenza del sapere senza l’assillo del tempo».

La strega Ampfel sorride storta, perché questo era anche il suo pensiero. «Una proposta equilibrata che mi trova d’accordo. Affideremo a Belfagor di recapitare il messaggio».

***

Sotto la doccia Markus stuzzica la compagna che lo rimprovera. «Perdiamo tempo. Krimhilde ci aspetta».

Si avviano al salone d’onore con i capelli ancora umidi. Lungo il tragitto concordano sommariamente cosa dire in perfetta sincronia.

Arrivati al limitare della soglia, Markus rimane fermo, mentre Baldegunde fa il suo ingresso.

La regina rimane sorpresa dall’atteggiamento dell’uomo e con un cenno imperioso della mano gli fa cenno di entrare e sedersi accanto alla capitana di fronte al trono.

«Ammetto che tre giorni fa quando siete scomparsi mi sono molto alterata, perché vi siete allontanati senza il mio permesso. Però ieri col ritorno delle fanciulle rapite ho mutato il mio pensiero».

Markus rimane impassibile in attesa di ascoltare il resto del suo discorso. Baldegunde sorride in modo contenuto per la soddisfazione di aver udito quelle parole.

Sollecitata dalla regina, la capitana spiega gli avvenimenti delle due giornate. Markus si era raccomandato di dare maggior peso a quello che ha fatto lei e minimizzare il suo apporto. Lei non era per nulla d’accordo ma ha accettato. Inoltre deve tacere sull’uso delle erbe delle megere per non irritare Krimhilde che ne ha vietato l’uso.

Agnete interrompe la narrazione della capitana tra lo stupore del consesso molto più ligio al protocollo nelle udienze regali.

«Se non fosse stato per Markus, saremo ancora prigioniere e Adelinde non sarebbe tra noi».

Un ‘oh!’ di sorpresa sale dalle persone presenti.

Krimhilde appoggia il mento sul palmo della mano disposto a coppa. Giudica l’interruzione impertinente ma è curiosa di conoscere il resto. Quell’uomo che conosce come un abile ebanista l’ha attratta. Discreto, devoto alla compagna, dallo sguardo franco. Sollecita Agnete a parlare. «Vi ascolto. Spiegatevi meglio».

La ragazza descrive come le ha liberate e come le abbia messo in salvo, affrontando da solo la strega e il drago che era con lei.

«È vero?»

«Sì, mia regina». Una risposta asciutta senza ulteriori dettagli. Poi aggiunge. «Era più importante l’incolumità delle cinque ragazze della mia vita. Baldegunde era in grado di riportarle a valle sane e salve».

Adesso la regina vuole conoscere qualcosa di più su Adelinde. Agnete con dovizia di particolari illustra il salvataggio nel Ginestro e i momenti successivi.

Markus si schernisce, minimizza ed enfatizza il ruolo della compagna. «Senza di lei e le sue conoscenze delle erbe officiali dubito che oggi avremo potuto stare di fronte a voi».

Krimhilde sorride. Una bella coppia affiatata, piena di risorse, di cui ci si può fidare e chiedere la loro opinione sul come fare nel futuro contro la strega Ampfel e i nerd di montagna.

Baldegunde afferma sincera che non ha ancora realizzato di essere tornata al Castello con le fanciulle rapite. Come neutralizzare la strega non l’ha ancora pensato.

«E voi, Markus, cosa dite?»

«Sono d’accordo con Baldegunde. È troppo presto per formulare un piano. Dobbiamo capire nei prossimi giorni come agire a mente lucida».

«Ma veramente…» inizia Aglaja con tono di chi si vuole vendicare di un torto ma le gomitate sui fianchi di Agnete e Reinhilde le tolgono il fiato e le parole.

«Se osi aprire la bocca, ti strappo la lingua» sibila velenosa Agnete che ha intuito cosa voleva denunciare Aglaja. Di rincalzo Reinhilde aggiunge che deve stare zitta anche dopo se vuole arrivare illibata al matrimonio.

Il tempo sembra sospeso nell’attesa che la regina parli, quando la ciambellana richiama l’attenzione di Krimhilde. «Un uccellaccio nero ha deposto questo messaggio sul davanzale di Grummhilde».

La regina lo legge e aggrotta la fronte perché non riesce a capire il suo senso. Si alza e lo consegna a Baldegunde che lo scorre con Markus.

Il silenzio cala nella sala, mentre Krimhilde aspetta paziente il loro pensiero.

Baldegunde scambia uno sguardo d’intesa con Markus che annuisce. «Sembra che la strega Ampfel voglia proporre una sorta di armistizio. Però dubitiamo che questa sia la sua vera intenzione. Pensiamo che serva a lei e al drago Michele per organizzare un attacco, prendendo tempo e facendoci abbassare la guardia».

«E se li attacchiamo ora?»

La capitana scuote la testa spiegando che sarebbe stata una disfatta, perché le montagne innevate sono difficili da conquistare.

«Cosa suggerite?»

Baldegunde prende il coraggio a due mani e lancia una proposta assai rischiosa. «Se ci concedete il permesso di studiare la conoscenza del sapere delle megere possiamo rendere innocua la strega Ampfel».

Il gelo cala nella sala e tutti gli occhi sono puntati su Krimhilde di cui è noto il pensiero: nessuno dovrà avere l’accesso alle vecchie pratiche di stregoneria.

La regina si irrigidisce, si rabbuia in viso e non risponde subito. Poi scandisce le parole. «Entro due giorni conoscerete la mia risposta».

Si alza e se ne va senza salutare nessuno. L’udienza si è conclusa.

Krimhilde- puntata 34

Su Caffè Letterario è stata pubblicata da poco la puntata numero 34.

La potete leggere anche qui.

La strega Ampfel con gli occhi chiusi congeda il drago Michele. “È affidabile, abile e intuitivo ma rimane un bravo soldatino. Non prende mai un’iniziativa personale fuori dagli schemi”.

L’incubo torna a ossessionarla come le ferite che non rimarginano mai. Quel volto senza faccia che nel sogno la minaccia e la mette in cattività ha un nome ma il viso rimane oscurato da una nebbia sporca e grigia.

La donna, la compagna, sa chi è e conosce i suoi lineamenti. Alta per essere una donna, dagli arti robusti frutto della disciplina militaresca. Non è una sprovveduta ma un’abile guerriera dalla mente pronta e scattante. “Se ne avessi una come lei a guidare questi rozzi buzzurri! Altro che drago Michele, bravo ma senza inventiva o quel vanaglorioso del draghetto Matteo!”

Sono recriminazioni inutili. Non ce l’ha e non la può inventare.

«Signora!» Irrompe agitata l’apprendista strega Rotapfel. «Asmodeo e Belfagor sono tornati a casa».

La strega Ampfel si raddrizza, gemendo per il dolore, riapre le palpebre che sbatte più volte accecata dalla luce intensa del sole che tramonta.

«Come? Entrambi?»

«Sì» ribadisce avvicinandosi.

«Ma portavano dei messaggi?» ribatte, sbuffando.

«No».

La strega Ampfel si accascia sul divano, perché ha compreso che la sua anima nera nel Castello è stata catturata. Il suo riferimento, la sua informatrice non esiste più.

«Maledetti!» E si chiude nel silenzio per valutare la situazione. Scuote la testa. “C’è poco da riflettere. L’intero piano s’è afflosciato. Non esiste più”. Deve organizzare la difesa. “L’incubo parla chiaro e quei due demoni sono puro veleno. Di certo cercheranno di annientarci”.

Riflette sulla prossima mossa. Non ha molte alternative oltre a drago Michele e draghetto Matteo. Rotapfel rimarrà sempre apprendista strega, perché non ha lo stigma della vera strega. Quindi non le resta che convocarli per fissare la strategia difensiva.

***

Baldegunde scende cortile d’onore dove continuano i festeggiamenti per il ritorno delle cinque fanciulle scomparse.

Markus è restato in disparte per godersi lo spettacolo. Non vuole interferire nelle manifestazioni di giubilo collettivo. Dentro di sé ha un cruccio. Aglaja, la più intraprendente delle cinque ragazze, continua a puntarlo, lanciando occhiate che mostrano la sua volontà a stare con lui. Sa che sarà un pericolo per lui.

In silenzio si sfila dalla folla festante per raggiungere la foresteria. C’è quasi riuscito quando echeggia «Markus. Vieni a festeggiare con noi». Lui sa a chi appartiene quella voce e si guarda in giro sperando di scorgere Baldegunde, la sua ancora di salvezza. Se finge di non aver sentito, rischia l’ira di Aglaja e le relative conseguenze. Se torna sui suoi passi, si trova coinvolto con lei e questo non gli piace affatto. Incerto tra lo sparire o ritornare avverte alle sue spalle un odore noto: quella della sua compagna. L’abbraccia e le sussurra: «Aglaja sta facendo la sciocca con me».

Baldegunde sussulta perché aveva già notato questo comportamento. «Hai fatto bene a farmelo notare» mente la capitana e a braccetto fendono la folla.

Aglaja fa una smorfia arricciando il naso. Il suo piano è fallito. “Ci sarà un’altra occasione”.

«Ragazze» attacca Baldegunde. «Vi devo scortare all’infermeria per controllare il vostro stato. Poi grande festa nella mensa. Vi vedo un po’ deperite. La prigionia ha affilato i vostri visi. La nostra regina vuol parlare con voi».

Markus si sente libero e si sfila dalla compagna.

«Ti aspetto nella foresteria» e si dirige verso il loro appartamento. Prima passa a prendere qualcosa dalla mensa, perché a parte la cena nella Casa delle Anime Immortali non ha mangiato nulla o quasi.

È notte fonda quando Baldegunde barcollante per la stanchezza fa il suo ingresso. Markus ha preparato il letto pensando di poterla stringerla e giacere con lei. Ha profumato le lenzuola fresche di bucato. Anche lei vorrebbe ma si sente sporca e puzzolente perché in questi due giorni ha curato poco l’igiene personale. È troppo stanca per farsi una doccia e rimanda al giorno dopo il suo desiderio.

Non è il gallo sprecone che sveglia Markus ma un malizioso raggio del sole che annuncia la nuova giornata. Con delicatezza si sfila dall’abbraccio della compagna per non svegliarla. La osserva e percorre con lo sguardo i lineamenti del viso cotto dal sole. Sembrano duri ma sono delicati come la fossetta sul mento, le guance rotonde e quelle labbra sottili come una lama.

Baldegunde allunga una mano e sente il vuoto. “Eppure era lì, abbracciato a me” e si rizza alla ricerca del compagno, che è lì con un vassoio a tavolino su cui sono in bella mostra brioche, pancetta scottata sul fuoco, uova in camicia e il bollitore del caffè.

«Buongiorno tesoro. Riposato bene?» E sistema il vassoio tra di loro.

«Stavo pensando che…» inizia pulendo la bocca dalle briciole della brioche alla crema mascherata.

«Mangiamo. Ai pensieri ci pensiamo dopo» ribatte tagliando una strisciolina di pancetta.

Baldegunde ride. “Ha ragione. Avrei rovinato questa atmosfera rilassante. Per i pensieri ci sarà tempo tutta la giornata”.

Messo in disparte il tavolino, Markus l’abbraccia e con delicatezza bacia il collo.

«Ma sono tutta sporca».

«Il tuo profumo mi inebria».

Si stanno facendo le coccole, quando un bussare deciso le interrompe.

«Uffa! Nemmeno un momento d’intimità ci lasciano!»

Markus scalcia le lenzuola, infila una tunica sul corpo nudo e apre la porta. È Grishinde, la ciambellana di Krimhilde.

«La nostra regina vi aspetta nel salone d’onore far cinque minuti».

Dalla camera giunge un “Chi è?” infastidito.

«Ditele che saremo lì tra mezz’ora. Tempo di una doccia e vestirci».

Nuova puntata di Krimhilde e le fanciulle scomparse

Su Caffè Letterario è stata da poco pubblicata la trentatreesima punta di Krimhilde e le fanciulle scomparse. La potete leggere anche qui.

«La Regina arriva subito» annuncia con tono pomposo la ciambellana.

Brumfilde si torce le mani. Non vorrebbe essere lì. “È stata un’imprudenza portarla al cospetto della Regina. Non possiamo aspettarci altro che guai”. Lei avrebbe agito in modo diverso. “Ma come?”

Grummhilde è sui carboni ardenti. È conscia che il suo ruolo di consigliera terminerà tra poco. “Come ha fatto quella strega della capitana a beccarmi?” Prova a riflettere ma non trova nessuna spiegazione. Da due giorni era sparita. Nessuno sapeva dove fosse. Eppure è arrivata al momento giusto per coglierla con le mani nel sacco. Ha deciso di negare tutto, di accusare la capitana di aver creato delle prove artefatte. “Forse riesco a convincere Krimhilde”.

Baldegunde ha un sorriso soddisfatto sulle labbra. Ha riportato a casa le cinque fanciulle rapite. Ha colto sul fatto la traditrice che sta tramando con la strega Ampfel. “Qualsiasi inadempienza dei miei doveri passerà sotto silenzio”.

La regina Krimhilde sposta lo sguardo sulle tre persone che sono nella sala delle udienze. Sbuffa nel vedere Brumfilde. Non ha mai capito per quale strana combinazione è arrivata al grado di tenente delle dragonesse a cavallo. “Ha paura della sua ombra. Non riesce a gestire il comando e imporre l’autorità del suo grado”. Distoglie la vista da questo personaggio insignificante. Si concentra invece su Baldegunde e Grummhilde e non comprende il motivo per cui la capitana tiene salda per un braccio la sua consigliera.

Ha fiducia in lei e ascolta sempre la sua opinione su qualsiasi questione. Sa che è un’abile oratrice e ha la parlantina sciolta. Però qualcosa le suggerisce che si tratta di una questione seria, perché ha imparato ad apprezzare Baldegunde, misurata nel pensiero e nelle azioni, adorata dalle dragonesse per il suo tratto umano nella gestione della disciplina.

Con un gesto della mano allontana Brumfilde perché la sua presenza la infastidisce. Rimaste solo loro tre aspetta che le venga spiegato il motivo della richiesta di udienza.

Baldegunde prende l’iniziativa di parlare visto il silenzio calato nella sala.

«Prima di spiegare le motivazioni della mia richiesta, le comunico che le cinque fanciulle sparite sono in salvo e tra poco faranno il loro ingresso nel Castello».

Ha appena finito di pronunciare queste parole che dall’apertura sul cortile d’onore entra un’esplosione di gioia e un vociare confuso ma allegro. La regina non ha la necessità di affacciarsi alla finestra perché ha già compreso il senso di quella euforia incontrollata.

Grummhilde sente franare la terra sotto i piedi. Adesso molti tasselli hanno trovato il giusto incastro. Baldegunde era assente perché impegnata nel liberare la fanciulle rapite. “Come diavolo ha fatto?” La prima missiva della strega Ampfel acquista una nuova luce. “La capitana ha usato le conoscenze delle vecchie megere per superare le difese dei nerd di montagna”. Anche quella domanda curiosa su Markus va letta in modo differente. “Anche lui ha contribuito alla riuscita dell’operazione, avendo accesso alla biblioteca segreta”. Adesso deve cambiare strategia perché negare non è più sostenibile. “No. Ci proverò!”

«Regina» attacca Grummhilde con tono pacato. «Non ho capito perché la capitana delle dragonesse mi abbia bloccata mentre rientravo dalla passeggiata mattutina».

Queste parole sembrano aprire una breccia nella mente della regina ma con prontezza Baldegunde spiega perché è lì.

«Regina, non mi sarei mai permessa di bloccare la vostra consigliera se non avessi visto un fatto assai grave».

Krimhilde ascolta con interesse le informazioni fornite dalla capitana: dall’incontro col drago Michele all’arrivo di Grummhilde.

«Il drago Michele ha appeso una pergamena con un nastro rosso al ciliegio senza ciliegie nella piana di Rum. Questo è stato raccolto da Grummhilde e nascosto sotto la tunica rossa».

La regina si muove per verificare l’asserzione di Baldegunde che la previene consegnando la pergamena.

«Se il senso di onnipotenza le ha fatto dimenticare la prudenza, nel suo appartamento dovrebbe trovarsi anche il primo messaggio» spiega con voce chiara Baldegunde.

«Questa pergamena è un falso!»

La capitana scuote la testa. È inutile aprire un contraddittorio. Ci sarà tempo per smentirla. «Andiamo nel suo appartamento e verifichiamo quello che ho detto». Sa che è un azzardo ma deve rischiare.

Grummhilde sbianca, farfuglia qualcosa. Sa di aver perso la partita.

Nelle sue stanze trovano sul tavolo il primo messaggio e alcune bozze della risposta. Inoltre in una voliera ci sono un falchetto reale dal piumaggio dorato e un corvo a macchie rosse. Sono volatili banditi dalle terre di Mezzo, perché ricordano le vecchie megere.

Krimhilde imporpora le guance e gonfia le gote. «Mi hai deluso Grummhilde. Ti facevo una leale consigliera, invece scopro che sei una perfida serpe». Poi si rivolge a Baldegunde. «Conducetela nelle segrete profonde e buttate le chiavi. Che muoia di sete e di fame».

Senza degnarla di uno sguardo, torna nelle sue stanze, nonostante Grummhilde implori pietà.

Baldegunde avrebbe preferito un pubblico processo, perché è convinta che la consigliera abbia una rete di informatrici, che vuole smantellare.

Dopo averla accompagnata nelle segrete profonde, torna a perquisire i suoi appartamenti. Per prima cosa libera i due uccelli che di certo voleranno dalla strega Ampfel. Poi scova in un’intercapedine dei fogli cuciti a mano dove trova nomi e cifre. Deve organizzare subito una retata prima che si sparga la voce dell’arresto di Grummhilde.

Ci sarà tempo per godersi la soddisfazione di aver riportato al Castello le cinque fanciulle.

 

Krimhilde e le fanciulle scomparse

Su Caffè Letterario è stata da poco pubblicata la puntata numero 32. La potete leggere anche qui.

Bathilde non ci mette molto a rintracciare Baldegunde e metterla al corrente degli ultimi avvenimenti.

«Blocchiamo la traditrice». La capitana non vuole pronunciare il suo nome.

Markus scuote il capo. Non gli sembra la mossa giusta. «Ricordati che la sua parola è molto influente presso la regina. Ti conviene seguirla col messaggio nelle sue mani, bloccarla e portarla al cospetto di Krimhilde. Sarà lei a decidere della sua sorte».

Se segue il suggerimento del compagno deve lasciare il gruppo senza guida. Baldegunde pensa alle ragazze che sono sotto la sua responsabilità. Il compagno intuisce i suoi dubbi. «Bathilde e l’altra dragonessa ci scorteranno fino al Castello, mentre tu gestisci la traditrice. Siamo in buone mani».

Le rughe si distendono, perché le pare una buona soluzione. Si avvia veloce verso il ciliegio senza ciliege, mentre Markus e le ragazze aspettano le dragonesse per avviarsi a destinazione.

Grummhilde non si accorge della presenza di Baldegunde. Raccoglie il messaggio che nasconde sotto l’ampia tunica rossa e si avvia tranquilla verso il Castello.

Baldegunde la segue come un ombra cinquanta passi indietro senza perderla mai di vista. Arrivati nella piana prospiciente il Bitfrost, accelera il passo e l’affianca all’imbocco del ponte.

«Buongiorno Grummhilde. Siamo mattinieri» puntualizza Baldegunde, prendendola sottobraccio.

Grummhilde sbianca. Non si aspetta che qualcuno la stesse seguendo. Per un riflesso condizionato con la mano libera cerca il messaggio per gettarlo. È troppo compromettente per conservarlo.

«Non affannarti. Questo lo prendo io» e con mossa rapida recupera la pergamena, mostrandola chiaramente alle guardie del Bitfrost. «Mi accompagni dalla regina, perché devo fare rapporto».

Un ghigno di soddisfazione compare sul viso di Baldegunde. Ha sempre dubitato sulla lealtà di Grummhilde ma adesso l’ha in pugno. Tutta la scena è stata vista dal posto di guardia e questo impedirà qualsiasi menzogna da parte della donna.

La donna vorrebbe divincolarsi per fuggire ma la presa ferrea della capitana non lo permette. Superato il Bitfrost tra l’incredulità delle dragonesse di guardia, si avvia verso il cortile d’onore, dove ha la certezza di trovare la sua vice.

«Accompagnaci dalla regina» apostrofa con ruvidezza Brumfilde prima che lei abbia il tempo di dire qualcosa.

La vice capitana allarga la bocca come per proferire qualcosa che non esce. Spalanca gli occhi per la sorpresa. Stenta a riconoscere la sua capitana. Non l’ha mai sentita pronunciare le parole con quel tono duro che taglia le gambe a qualsiasi risposta. Poi nota il vigore che sta mettendo nel trattenere Grummhilde che tenta di liberarsi dalla presa. Questo la stupisce perché è la consigliera più ascoltata da Krimhilde. Potente e cattiva tutti la evitano e non osano mettersi di traverso.

Biascica qualcosa e fa strada verso la sala delle udienze.

***

Il drago Michele ha già visto a sufficienza ed è inutile soffermarsi per osservare dove vanno. L’approdo è il Castello di Mezzo. L’intera operazione ‘Falco rapace’ è ormai naufragata con la liberazione delle cinque fanciulle. Quella coppia è stata più abile di loro nel neutralizzare le loro mosse. “Non rimane altro che rientrare tra le montagne innevate e decidere come procedere con la strega Ampfel”. Non c’è molto da scegliere, anzi c’è una sola strada da imboccare: difendersi dai probabili attacchi della regina Krimhilde.

Recuperato Lucifero sui prati prospicienti il torrente Ginestro, ritorna sui suoi passi per raggiungere l’abitazione della strega.

L’apprendista strega Rotapfel lo informa che la strega Ampfel si è appena coricata stremata e di certo non la sveglia per la seconda volta.

«Perché?» Il drago Michele non indaga ulteriormente e lascia cadere la domanda, ritirandosi nella propria abitazione.

È pomeriggio inoltrato, quando la strega Ampfel riemerge dal sonno popolato da incubi. Questi hanno avuto una sola presenza costante: quella coppia che ha compreso essere molto pericolosa. Tuttavia è turbata dal quel volto senza faccia, compagno della capitana. Sa che è dotato di un’arma dalla quale non può difendersi: la conoscenza del sapere. È una risorsa che può distruggere lei e tutta la comunità dei nerd di montagna. Per il momento è riuscito a far fallire il suo piano di dominio.

Le ferite pulsano come un animale che lotta per difendersi. Sembrano dotate di vita propria come se quel volto senza faccia fosse penetrato nella sua carne. Le tisane e gli unguenti alleviano in modo temporaneo le sofferenza ma svaniti gli effetti tornano a dolere più di prima.

Con passo stanco e l’occhio appannato dal dolore e dallo stress siede sulla poltrona nera, la preferita per le meditazioni, quella che le concilia idee con la realtà. Però sembra che non sortisca alcun effetto positivo. Si lamenta, mentre l’apprendista strega Rotapfel la massaggia con l’olio di maleleuca che non fa il miracolo.

Il drago Michele osserva con la fronte aggrottata quel viso sofferente. Non sarebbe il momento giusto per darle altre preoccupazioni ma deve farlo.

«So già tutto» gracchia.

Le parole del drago Michele rimangono a mezz’aria, sospese nel vuoto senza raggiungere la destinazione. Con gli occhi sgranati e la bocca semi aperta piomba sulla poltrona viola e tace. “Come può sapere tutto?”

La strega Ampfel abbassa le palpebre e aspetta una risposta che tarda a venire. «Allora? Sei diventato muto?»

Il drago Michele si raddrizza, si sistema comodo. “Non c’è più con la testa”. Due colpetti di tosse, avendo la precauzione di non emettere uno sbuffo di fuoco.

«Ho consegnato il messaggio come mi avete ordinato e poi ho preso la strada di casa».

La strega Ampfel sbuffa, anche se sa che questi erano gli ordini. «Non si sa se Grummhilde l’abbia raccolto».

Detto questo reclina la testa come se volesse addormentarsi.

 

Nuovo capitolo di Krimhilde e le fanciulle scomparse

Su Caffè letterario è stata da poco pubblicata la nuova parte di Krimhilde e le fanciulle scomparse, che ripropongo anche qui.

Le linee parallele si incrociano

Sembra che le ferite non vogliano rimarginare e il dolore non tende a scemare. L’apprendista strega Rotapfel massaggia la strega Ampfel distesa sul divano turchese con l’olio di maleleuca. Con un cenno imperioso della mano l’allontana. Deve leggere la missiva di Grummhilde.

Sbianca, stringe le labbra, corruga la fronte, dimentica per un attimo il dolore delle ferite. Il viso fa una smorfia e gli occhi si accendono di una luminosità che mette i brividi. Quello che sta leggendo è peggio di quanto pensava.

Il drago Michele sta defilato. Non capisce tutte quelle mimiche senza proferire una parola. Da quando le ha consegnato quel rotolino di papiro è stata muta ma l’espressione della faccia parla con chiarezza. Il contenuto non è di suo gradimento. Prova a pensare cosa può contenere di tanto sgradevole ma non arriva a nessuna conclusione.

Poi di colpo si desta. Chiede una striscia di papiro verde e una penna di pavone. Scrive come una furia dimenticando dolori e ferite.

Il drago Michele sa che dovrà tornare nel posto dell’ultimo appuntamento ma ormai è sera inoltrata e rischia di perdersi se parte subito.

«Prendi il cavallo e raggiungi senza perder tempo il posto di stamattina. Non aspettare la risposta».

Il drago Michele deglutisce. Tutta questa fretta gli appare come una pazzia. «È buio e scendere a valle, è molto rischioso. Posso partire domani mattina quando il cielo schiarisce e la strada è visibile».

La strega Ampfel sembra irremovibile nella sua decisione ma poi conviene che è meglio viaggiare con la luce. «Non ci sarà risposta. Quindi consegnato il messaggio fai ritorno subito qui».

Congedato il drago Michele, rilegge il documento. ‘Tutti libri del sapere delle streghe sono conservati in una biblioteca segreta non accessibile a tutti. Si racconta che alcune vecchie ne conoscano i segreti che sono tramandati da madre in figlia. Chi siano non lo so perché gli informatori non sono attendibili. Solo un’indagine personale può stabilire l’autenticità delle informazioni

Quello che la inquieta maggiormente è il passo successivo.

Ho verificato che un certo Markus, falegname e compagno di Baldegunde capitana delle dragonesse a cavallo, ha consultato alcuni volumi e delle mappe di recente. Quali non si sa, perché è rimasto solo nella sala. Questo è avvenuto durante un normale intervento legato alla sua professione di falegname

Si gratta la ferita che riprende a sanguinare e la fa urlare per il dolore. “Dunque è lui il nemico più pericoloso”. Contrae i muscoli del viso, mentre l’apprendista strega accorre subito per lenire la sofferenza.

La scaccia come se fosse un insetto molesto, adesso vuol ragionare sulle prossime mosse. “Quel uomo ha studiato bene quei testi visto i risultati. Però è andato a colpo sicuro. Qualcuna lo ha indirizzato a concentrarsi su qualche testo in particolare”. Non ha nessun dubbio alzando gli occhi verso la parete di fianco ricoperta da migliaia di testi. “Troppi per selezionare quelli che trattano delle erbe usate contro di noi”.

Confida su Grummhilde che dovrebbe convincere la regina Krimhilde a distruggere questo antico sapere e punire quel Markus che ha infranto le regole.

Poi le sorge un altro dubbio. “Come può un falegname avere la cultura per interpretare quelle letture per iniziate senza sbagliare dosi e scelte. Deve aver avuto l’imbeccata giusta. Ma da chi?” Ritiene inutile pensarci e si fa preparare il letto. La giornata è stata lunga e spossante e la stanchezza sta avendo il sopravvento.

***

Bathilde ritiene di essere stata fortunata incontrando Baldegunde perché non dovrà fare rapporto a Brumfilde che detesta. “È viscida come un serpente”.

Immersa in questi pensieri si sente tirare per una manica da Marchilde. «C’è qualcuno sul sentiero. Dalla sagoma mi sembra quello di ieri».

Smontata da cavallo si muove silenziosa come un gatto e controlla chi è sul sentiero.

«Hai ragione sembra un drago come quello di ieri. Leghiamo i cavalli più all’interno del bosco e seguiamo l’intruso».

Lo vedono arrivare al ciliegio senza ciliege e appendere qualcosa a un ramo. Sono stupite perché anziché fermarsi riprende la strada verso il Ginestro.

Devono rintracciare con urgenza la capitana perché prelevi quel documento. “Dove?”

Nel frattempo il drago Michele ritorna su i suoi passi. Ode delle voci femminili. Si getta nella macchia per nascondersi. Sa che non deve essere visto da nessuno. Sgrana gli occhi, trattiene un sbuffo di sorpresa per non scoprirsi. “Le cinque fanciulle sono libere e si stanno dirigendo verso il Castello. A guidarle è la capitana delle dragonesse a cavallo”. Ricorda bene quel viso conosciuto qualche giorno prima.

Le sorprese non sono finite: ad accompagnarle c’è anche un uomo che non ha mai visto. “Che sia quella quarta misteriosa persona presente nella Caverna del Pozzo Maledetto?”

Nuova parte di Krimhilde e le fanciulle scomparse.

L’avvincente romanzo Krimhilde e le fanciulle scomparse si arricchisce di una nuova parte su Caffè Letterario.

copertina

La stessa la potete leggere qui.

Il drago Michele rimpiange di non aver preso con se la sacca dei viveri. La sete gli secca la gola e lo stomaco brontola. “Speriamo che faccia presto a ritornare”. Ha le gambe informicolate per la postura e le mani intorpidite. Vorrebbe alzarsi e camminare ma gli ordini sono ordini e vanno rispettati.

Non passa molto tempo quando le due dragonesse vedono una figura conosciuta avvicinarsi all’albero dove il drago ha appeso qualcosa.

Bathilde trasalisce, perché è una delle cortigiane più ascoltate della regina Krimhilde. “Una traditrice!” Rimane in silenzio senza muovere un muscolo, mentre la compagna vorrebbe intervenire.

La donna si allontana a passo svelto come se avesse fretta di sparire.

Bathilde rimpiange che Baldegunde sia scomparsa da due giorni. Dovrà fare rapporto alla sua vice, di cui non riesce a sopportare la spocchia. “Chissà come reagirà conoscendo il nome di chi sta tradendo la nostra Regina. Mi aspetto che non crederà una parole di quello che le dirò e non farà nulla”.

Il sole sta tramontando sulla pianura del Concerto, quando la vedono tornare. Come guidata da un filo invisibile va verso il roveto dove il drago è acquattato. Non riesce a vedere cosa consegna, né udire cosa si dicono. Poi lei si dirige verso il Castello di Mezzo, mentre lui riprende la strada del Ginestro.

«Cosa facciamo?» Chiede Marchilde che vorrebbe mettersi sulle tracce del drago.

«Seguiamo discretamente Grumhilde» la gela Bathilde. «È tempo sprecato seguire il drago. Sappiamo dove è diretto».

In silenzio seguono Grumhilde senza farsi notare. Sono due ombre che seguono un corpo.

Osservato che la traditrice rientra nel Castello, ritornano sui loro passi per pattugliare il tratto di Ginestro a loro assegnato.

Marchilde sgrana gli occhi per il comportamento di Bathilde. Lei sarebbe corsa senza indugio a fare rapporto a Brumfilde, a prendere istruzioni sulle prossime mosse da compiere. Però il sergente sembra snobbare tutto questo. Vorrebbe esprimere ad alta voce il suo pensiero ma preferisce tacere, seguendola in silenzio.

Si addentrano nel bosco mentre l’oscurità comincia ad allungare le ombre.

«Ci accampiamo in prossimità del guado dei Passi Perduti, facendo i turni di guardia fino al mattino».

Il posto lo conoscono perché il punto di riferimento del loro pattugliamento. «Hai sentito?» Mormora Marchilde indicando con la mano la direzione.

«Sì. Andiamo a controllare chi sono. Mi sembrano voci femminili».

In una piccola radura vedono sei donne e un uomo raccolti attorno a un fuoco. Però la sorpresa maggiore è riconoscere tra loro la capitana delle dragonesse a cavallo, il loro comandante.

Senza fare rumore si avvicinano. Solo Markus avverte la loro presenza e dà l’allarme. Non hanno strumenti per difendersi, né potrebbero averne perché solo le dragonesse a cavallo sono autorizzate a portare le armi.

Baldegunde allertata dal compagno si erge in tutta la sua stazza a difesa delle ragazze che continuano a ridere e scherzare. Non si sono accorte di nulla. Però lei riconosce chi sta alla guida del piccolo gruppo: è Bathilde, una delle più fedeli dragonesse. Le va incontro aiutandola a smontare da cavallo.

«Mi compiaccio con te, Bathilde perché stai eseguendo i miei ordini».

La dragonessa vorrebbe inginocchiarsi per rendere omaggio alla sua capitana.

Baldegunde l’abbraccia con calore sotto lo sguardo incredulo di Marchilde rimasta sul cavallo.

«Stavamo giusto per mangiare qualcosa. Tuberi di dente di leone e di patata selvatica, messi a cuocere sotto la cenere. Poi qualche erba da mangiare cruda. Roba povera».

Bathilde accetta a condizione che loro condividano parte delle scorte.

«Pensavamo di accamparci non molto distante dal guado dei Passi Perduti ma forse è meglio che restiamo con voi per proteggervi» suggerisce Bathilde al termine del modesto pasto. Non trova il momento giusto per esternare quello che ha visto.

Baldegunde intuisce che deve raccontare qualcosa di delicato e importante. Fatte coricare le ragazze e affidata a Marchilde la loro protezione, si allontana dal fuoco con Markus, invitando la sergente a seguirli.

«Ma…» borbotta ritenendo il compagno della capitana un elemento estraneo alle sue dichiarazioni.

«Markus… è il mio compagno da una vita e di lui mi fido ciecamente. Senza il suo aiuto le cinque ragazze rapite sarebbero ancora prigioniere. Quindi puoi parlare senza reticenze» spiega Baldegunde alla perplessa dragonessa.

Bathilde comincia un po’ titubante e man mano che il resoconto si snoda acquista sicurezza. Markus ascolta in silenzio senza mai intervenire, lasciando questo compito alla capitana.

Baldegunde si sarebbe morsa la lingua, quando si lascia sfuggire un apprezzamento non proprio lusinghiero su Grumhilde. Ha perso le staffe quando doveva mantenere la calma.

Baldegunde avrebbe voluto esonerare Markus dal suo turno di guardia ma lui afferma di sentirsi bene e rispetterà la turnazione.

Al sorgere del sole La capitana col compagno e le ragazze si avviano verso il Castello di Mezzo, mentre le due dragonesse riprendono il pattugliamento dell’area assegnata.